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Autore: Sylvie91    04/03/2017    3 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Mi sveglio di sobbalzo.
Senza rendermene conto ho scalciato via le coperte rimanendo con solo un leggero lenzuolo, non posso andare avanti così, non è la prima volta da quando siamo in questa montagna che dormo male e se continuo a scalciare le coperte ed a piangere del sonno mi prenderò un malanno.
Sono passati tre giorni da quando siamo entrati, tre giorni senza una traccia di Fili, Kili, Bofur e Oin, tre giorni in cui cerco di distrarmi lavorando, preparando da mangiare ai nani che ritornano affaticati dalla stanza del tesoro.
Mi ero ripromessa che oggi sarei partita per andarmene da questa Montagna, per cercare a Dale qualche traccia dei nani dispersi, anche se rischio di andare contro una triste verità.
Prendo uno dei pochi abiti semplici tra quelli scelti da Balin, un vestito azzurro e bianco comodo e non sfarzoso, con una comoda cintura di pelle marrone con delle tasche abbastanza grandi che mi cadono davanti.
Dovrebbe essere un vestito comodo anche per cavalcare.
Fortunatamente il mio cavallo si è salvato dalla furia di Smaug con anche altri pochi pony, ora sono in una piccola caverna a lato della Montagna che per il momento l’abbiamo adibita come stalla.
Oggi, devo cercare di non attirare l’attenzione di alcun nano.
Per loro non devo esistere.
Anzi non si devono accorgere che sto organizzando la mia partenza, sarei tentata di accennare qualcosa a Bilbo dato che sta soffrendo molto e cerca in me un appoggio, come io lo cerco in lui; non potevo che avvicinarmi ancor di più a quel ometto dopo che è stato spettatore della mia disperazione.
Mi guardo un attimo allo specchio e mi sembra di non riconoscermi.
Sembro così triste, le occhiaie profonde e scure mi fanno danno da contorno occhi; la pelle opaca come se avesse perso vitalità, sembro proprio un vecchio straccio da buttare.
Esco dalla stanza e mi dirigo verso la sala che abbiamo adibito come mensa e cucina, anche se in verità consiste in un fuoco da campo separato; mi piace quando passeggio per queste antiche sale toccare la parete scura e liscia seguendo le venature più chiare.
Mi dà l’impressione di seguire un sentiero.
E solo Dio sa di quanto ho bisogno di una strada da percorre che sia chiara.
Ma da quanto sono qui niente è più lo stesso, le sicurezze vacillano e si sgretolano ogni giorno un poco di più.
Arrivo alla sala da pranzo e nascondo la mia inquietudine dietro ad un sorriso che possa sembrare il più caldo e accogliente possibile alla vista di Bilbo e Balin, seduti al tavolo conviviale, presi da una fitta conversazione sottovoce.
-Avete già fatto colazione?- li distraggo facendoli sobbalzare dai posti, si vede che non mi hanno proprio sentito entrare.
-No, non ancora… ci siamo appena seduti.- mi risponde Bilbo, ricambiando il mio sorriso anche se vedo i suoi occhi studiarmi attentamente come se cercasse una crepa, nella mia apparente tranquillità.
-Ottimo, allora metto su un thé! Vi va ad entrambi?- domando già cercando di riempire il bollitore con dell’acqua piovana.
-Si, grazie.- annuiscono all’unisono ritornando poi a confabulare.
-Volete che preparo qualcosa a Thorin?- li distraggo nuovamente -Ieri sera non ha mangiato niente, sarà affamato.- concludo, mentre Balin alza il suo sguardo azzurro verso di me e sospira.
-Credo che più si stia lontani da Thorin meglio è…- afferma Balin arrotolando una pergamena delicatamente.
-Beh non può essere più scontroso del solito.- ribatto mettendo il bollitore nel fuoco –Ha la sua Montagna, eppure sembra non importagliene niente. Perché non ordina di pulirla? Certe zone sanno proprio di escrementi.-
-Può essere, può essere…-  sospira Bilbo.
Io li guardo confusa, so che Thorin si sta comportando in maniera strana, anche se non lo vedo dal giorno in cui su questo tavolo abbiamo discusso delle mie origini, le voci girano soprattutto quelle che riguardano le stranezze del Capo della compagnia.
-Che cosa sta succedendo? Perché mi avete confinata in cucina? Perché Thorin non vuole vedermi?- domando rivolta ad entrambi.
-Perché credi che Thorin non voglia vederti?- chiede Balin con un filo di voce e guardandomi negli occhi.
-Non sono stupida. Dubito che Thorin abbia vissuto di oro sino ad oggi ergo o non vuole vedermi o ha deciso di morire di fame.- rispondo seccata, ignorando il fischio del bollitore dietro di me e fissando i due commensali.
-Anaïs, Thorin preferirebbe che tu non entrassi nella stanza del Tesoro.- afferma Balin, con l’aria quasi pentita di averlo detto.
-Bene, perché?- insisto, prendendo il bollitore e versando l’acqua, togliendo finalmente il mio sguardo indagatore dai due –E’ perché son donna o perché sono umana?-
A questa domanda i due tacciano, credo di aver colpito nel segno almeno per quanto riguarda il secondo punto; Thorin non si fida di me perché sono di una razza diversa dalla sua, perché sono umana, come se avesse dimenticato che questa umana ha sputato sangue per arrivare sin quassù.
Riempio una quarta tazza di thè caldo –Andrò  a portargli qualcosa.- affermo inzuppando le erbe nell’acqua calda.
-Bambina mia, non farlo… è nervoso.- cerca di fermarmi Balin, venendo velocemente fulminato dal mio sguardo parecchio seccato.
-Beh gli porto una tazza di the, non credo che mi mangerà.- ribatto prendendo un vassoio dove poggio la tazza di thè fumante e qualche biscotto, se magari ha voglia di mangiare oltre che scaldarsi.
Mi dirigo veloce verso la sala del tesoro, sentendo il vociare dei nani intenti alla ricerca della gemma tanto desiderata da Thorin, è la prima volta che entro in questa ala della Montagna e già qualche moneta sparsa mi segnala che sono sulla strada giusta.
Una volta superata l’ultima rampa di scale non posso che rimane sconvolta dallo spettacolo che mi prospetta davanti agli occhi, colline di gioielli, diamanti e manufatti si estende davanti a me, un paesaggio dorato che sembra infinito e che stranamente mi fa volgere il pensiero alla Contea e alla sue colline verdi, in netto contrasto con quello che ho davanti ora.
Seguo un piccolo sentierino di roccia nera che mi porta in mezzo a tutti questi ori, fin troppi per i miei gusti semplici e non abituati a ornamenti di alcun tipo; sento di essere osservata dato che il vociare dei nani si è affievolito.
Faccio finta di niente continuando a guardare dritta davanti a me, cercando di controllare la crescente ansia derivante dal silenzio; mi inoltro nel tesoro di Thror alla ricerca del nipote e solo dopo un centinaio di metri lo vedo vestito di scuro che passeggia con la mani dietro la schiena e curvo.
Mi avvicino a lui piano, non vorrei mai cadere e versargli tutto in faccia, rischierebbe l’ustione –Thorin, ti ho portato un the!- esclamo richiamando i suoi occhi azzurri verso di me, ma solo per un momento dato che ricomincia a camminare come se non mi avesse visto
–Thorin, ieri non hai mangiato niente; almeno prendi qualcosa per riscaldarti!- affermo un po’ più con forza e ovviamente non ricevo risposta se non una scrollata di spalle e io sto perdendo la pazienza, almeno quella poca di cui sono stata fornita –Senti te lo lascio qui, ma è educazione rispondere anche per dire solo: no, grazie!-
Appoggio il thè e faccio per andarmene, quando –Parli così al tuo Re!- esclama Thorin con fare iroso.
-Si, quando questo mio Re è un maleducato!- rispondo a tono guardandolo negli –E quando per chi sa quale motivo mi esilia nelle cucine!-
Thorin a questa mia uscita mi guarda e fa un sorriso strano, un sorriso da pazzo –Ti sei smascherata! Traditrice! Tu vuoi stare nella sala del Tesoro per derubarmi!- esclama.
Lo guardo stranita, notando Dwalin e Gloin che si avvicinano al sentore delle urla indicandomi di prendere la strada per uscire dalla prima che la situazione degeneri.
-Maestà.- m’inchino io per un attimo per poi continuare –Voi vi siete bevuto il cervello.-
-TRADITRICE!- esclama Thorin venendo verso di me, per poi essere bloccato velocemente da Dwalin e Gloin che lo prendono per entrambe le braccia.
-Anaïs, vattene da qui!- esclama Dwalin trattenendo a fatica l’amico, e io non me lo faccio ripetere due volte, questa è la volta buona per andarmene per sempre da questa Montagna e andare alla ricerca di Fili, Kili, Bofur e Oin.
 
Veloce ritorno in cucina con l’intenzione di preparare un sacca con delle provviste necessarie per partire, avrei bisogno anche di qualche denaro e so dove prenderli, Nori mi ucciderà però rubare ad un ladro non è un peccato e data l’entità del tesoro non hanno di certo problemi di soldi.
Entro nella sala da pranzo e vedo che c’è ancora seduto Bilbo al tavolo dove l’avevo lasciato, con la testa tra le mani perso nei suoi pensieri, con una ruga che gli divide in due la fronte.
-Bilbo, tutto bene?- gli chiedo curiosa e lui salta come un grillo sul posto, era talmente preso dalle sue cose che non si era nemmeno accorto della mia presenza, gli sorrido rassicurante sperando che si apra con me.
-No… cioè si, va tutto bene.- farfuglia lo hobbit, non convincendomi per niente.
-Non è vero mi stai nascondendo qualcosa…- ribatto sedendomi vicina, chiudendo velocemente la sacca ancora vuota.
-Anche tu stai nascondendo qualcosa a me.- continua lui –Thorin ti ha risposto male vero?-
-Mi ha chiamata traditrice. Io me ne vado, non sto in posti dove non sono gradita.- rispondo  alzandomi dal posto vicino al mezz’uomo e cominciando a riempire la sacca.
-Anaïs, non devi badare Thorin… in questi giorni è solo un po’…-
-Pazzo? E’ questa la parola che cerchi Bilbo?- concludo io sarcastica, per poi bussare sulle piastrelle della cucina a cercare quella che suona diversamente.
-No, insomma non so come definirlo…- ammette Bilbo –Sono solo molto preoccupato, per lui.- sospira –Qualche volta vorrei non aver mai aperto quella porta.-
Io guardo Bilbo e sorrido, è così cambiato da quando siamo partiti ora sembra un altro, così coraggioso e deciso senza perdere comunque la sua anima pura e gentile –Tornerà normale, appena troveranno la sua maledetta gemma. Niente è colpa tua Bilbo, tu hai dato il meglio… come potevi pensare che sarebbe finita così.-
-Non so infatti se ho fatto bene…- farfuglia quasi seccato.
-Provi rimorso?- chiedo riuscendo a trovare la piastrella che suona a vuota e togliendola, per poi trovare dietro un sacchetto tintinnante.
-Un po’… abbiamo sguinzagliato un drago che voleva mangiarci, ma alla fine ha distrutto un’intera città ed ora abbiamo anche un Re accecato dal tesoro.-
-Sai una volta anch’io ho passato un periodo piuttosto nero e mi ripetevo ogni giorno “ Tutto andrà bene”.- cerco di rassicurarlo –Non ci crederai ma le cose si sono sistemate. E da allora me lo ripeto sempre. In qualsiasi momento, anche ora.-
-Ci rivedremo Anaïs?- mi chiede Bilbo guardandomi negli occhi e quasi speranzoso.
Sorrido stampandogli un bacio sulla guancia –Ci rivedremo, te lo prometto.-
 
Ormai è sera, Thorin non è venuto a cercarmi come neanche i nani che hanno trovato la cena già pronta; sono contenta di tornare con i miei vecchi abiti, mi sembra di tornare di nuovo all’avventura.
Esco dalla Montagna e fortunatamente riesco ad aggirare il turno di guardia di Bombur, mi dirigo piano verso le stalle per recuperare il mio cavallo e per rimettermi in viaggio.
Non faccio in tempo a salire sul cavallo che una voce bassa mi ferma –Dove pensi di andare, donna?-
-A cercare gli altri.- rispondo girandomi verso Dwalin che si toglie il cappuccio scoprendo il suo sguardo severo e serio.
-Nessuno vuole che tu te ne vada, nemmeno Thorin.- ribatte lui.
-L’avevo già deciso prima di stamattina, Dwalin.- sospiro scendendo da cavallo e avvicinandomi al nano pur tenendo le redini.
-Vedo che ti sei attrezzata bene.- osserva il nano indicando con la testa la lunga spada presa a Pontelagolungo –Nori non sarà contento una volta che noterà una certa mancanza.- continua sorridendo furbamente –Tuttavia ti sei dimenticata una cosa.- continua scostando il mantello e togliendo da una tasca interna una mappa.
-Non mi fermi, Dwalin?- chiedo prendendo la mappa.
-No, non ci riuscirei.- ringhia il nano girandomi le spalle –Hai la testa troppo dura, potresti far concorrenza con Dis.- conclude sparendo nell’oscurità della stalla, lasciandomi sorridente con in mano la mappa di Balin e con l’impressione di essere entrata nel cuore del nano più burbero e allo stesso tenero della compagnia.
   
 
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