Capitolo 2 - Incidente
Nami sentì un rumore sopra di sé, uno scricchiolio di qualcosa di pesante che probabilmente si stava muovendo... Alzò lo sguardo e trasalì. Una statua. E stava cadendo. Cadendo su di lei. Per un momento Nami si mozzò il respiro: la sommità della statua di marmo traballò, come un ramo agitato dal vento. Per un momento parve sospesa nell'aria. Ora sia Nami che il ragazzo erano diventati entrambi la sua traiettoria. Tutta quanta la statua iniziò a cadere, prendendo velocità.
Nami sentì il ragazzo cingerle la vita con un braccio, mentre con l'altra mano le coprì la testa, e la spinse giù, nel momento esatto in cui crollò la statua, esattamente pochi centimetri distante dal posto dove erano rannicchiati il ragazzo e la ragazza. Ansimavano. I loro volti si toccavano. La paura nello sguardo di tutti e due.
-"Nami-San?"- sussurrò il biondo.
Ma lei riuscì solo ad annuire.
-"Mon Ange, stai ben...?"- ma non riuscì a completare la frase che vide una torcia cadere dall'alto.
La statua risultava essere l'appoggio della torcia per far sembrare il locale più medievale. E stava cadendo pure questa. La torcia, spostandosi dal proprio appiglio, precipitò su un tavolo. Di legno. Quest'ultimo cominciò a prendere fuoco e a bruciarsi. In questo modo anche i tavoli accanto. In poco tempo l'intero locale andò in fumo e rese più difficile respirare. Tutti i clienti e le persone che hanno assistito al salvataggio cominciarono disperatamente a cercare un'uscita libera per poter scappare. Tutti tranne loro due.
Rimasero ancora per qualche secondo a guardarsi. Si fissarono, i loro visi erano attaccati l'uno all'altro. Il ragazzo le cingeva ancora la vita e con l'altra mano le accarezzava i capelli.
Lui si alzò di scatto sapendo di non poter rimanere a lungo in quel locale che sta andando a fuoco. Le porse la mano, aiutandola ad alzarsi.
Nami tossì e lui la portò ancora più vicino a sè. C'era troppo fumo e quasi non si vedeva nulla. Era lui che la guidava. Lui che fece appoggiare la testa di Nami sul proprio petto. Lui che teneva la sua mano.
Ad un certo punto delle persone con una corporatura robusta superarono i due ragazzi, passando in mezzo e separandogli. Nami inciampò e cadde, strorcendosi una caviglia. Perse di vista il biondo che poco fa si era coricato sopra di lei e la stava portando verso l’uscita. E non vide più nulla, i suoi occhi si chiusero. Ci fu solo buio.
Nel frattempo, fuori, il ragazzo uscì, pensando che anche Nami si trovasse già fuori. Maledì quegli uomini che poco fa li separarono.
Cominciò a voltare la testa a destra, a sinistra, indietro. Ma non c’era. Probabilmente si trovava ancora dentro.
Il suo cuore cominciò a battere più rapidamente. Se fosse entrato lì, sarebbe potuto.....
-C’è ancora una ragazza lì, dentro. Forza, aiutatela! -esclamò uno della folla che si era creata davanti al locale.
Era lei. Era Nami.
Senza perdere altro tempo, e fregandose delle conseguenze, si buttò dentro. Per cercarla. Per cercarla disperatamente.
Vide dei capelli arancioni dietro una sedia che si stava bruciando. Si avvicinò e la riconobbe. Era Nami.