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Autore: always_strong28    05/03/2017    1 recensioni
Louis è il proprietario di un pub e Harry è un fotografo che ha bisogno di aiuto per un progetto. Louis è scontroso, Harry il contrario. Louis ha un segreto. C'è inoltre tanto tormento e fluff.
-- dal testo --
"Perché continui a tornare qui esattamente?" Chiese Louis, incrociando le braccia sul petto.
"Mi piace la tua faccia. E Niall fa delle battute fantastiche. Ah, ovviamente anche la birra è buona."
La storia appartiene a pinky_heaven19 (ho il suo permesso per tradurla)
Link qui: http://archiveofourown.org/works/6623869
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Louis sospirò profondamente e deglutì. Erano già le nove di sera ed era così esausto che riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti. C'erano ancora alcune persone nel pub e non voleva mandarle a casa, dopotutto stavano bevendo e spendendo soldi. 

 

"Lunga giornata, eh" disse Niall che stava di fianco a lui appoggiato al bancone. "Sembra quasi che tu possa addormentarti da un momento all'altro." 

 

"Sì, dormire è bello. È piacevole." 

 

Niall rise. 

 

"Sei fuori dal mondo, amico. Perché non ti fai un sonnellino e ti sveglio più tardi solo per chiudere la porta quando esco?" 

 

"Noo, sto bene," sbadigliò. "Ho solo bisogno di un'altra tazza di caffè." 

 

"Ne hai già bevute tre." 

 

"Tieni il conto di quanto caffè mi bevo?" Chiese Louis mentre se ne versava un po'. Era tiepido ma forte. 

 

"Tu tieni il conto di quante birre bevo io, quindi…" 

 

"Perché me lo hai chiesto tu! Hai detto che ti vuoi dare una regolata. Sto solo adempiendo ai miei compiti di buon amico." 

 

Il cellulare di Louis trillò. Lo prese e un sorriso gli illuminò il volto mentre guardava lo schermo. 

 

"Harry ti ha mandato un messaggio?" Chiese Niall canzonatorio. 

 

"Cosa? Ehm…sì. Ma non sto sorridendo per quello." 

 

"Ovviamente no. Odi quel ragazzo, lo so." Sbuffò Niall, ma gli diede una pacca sulla spalla mentre gli passava di fianco. 

 

Louis guardò di nuovo lo schermo per leggere il messaggio. 

 

Posso mandarti una bella foto? 

 

Sono ancora al lavoro. Niente foto di te nudo per favore.

 

Ahahah. Ti piacerebbe!

 

Louis scosse la testa. Stavano davvero flirtando? Harry era così gentile e carino con tutti, quello non era flirtare. Era solo Harry. Il telefono di Louis suonò di nuovo e sorrise ampiamente vedendo la foto. 

 

"Ehi Niall, vieni a vedere," gridò e Niall si voltò a guardarlo. 

 

"Sono le foto che Harry ha scattato al Signor Grimsted?" 

 

"Sì, sono belle vero?" 

 

"Molto, dovrebbe usare questa qui nel suo progetto. Diglielo da parte mia. Ah, aggiungi che mi farebbero piacere dei nudi, se non gli dispiace." 

 

"Non ti ho dato il permesso di leggere il resto della conversazione, ficcanaso!" Louis diede una pacca sul sedere di Niall, che scappò via ridendo. 

 

Sono meravigliose Harry. 

 

Posso mostrartene altre e se ti va potresti aiutarmi a scegliere le migliori. Che ne dici? 

 

Sono ancora al lavoro, ma ti faccio sapere quando stacco. 

 

Ok, posso venire da te? 

 

Louis fissò lo schermo non sapendo cosa dire. Che cosa voleva dire Harry? Poi tre puntini comparvero di nuovo, Harry aveva ripreso a scrivere. 

 

Wow ti ci vuole molto per rispondere. Dimentica l'ultimo messaggio, ne parliamo in mattinata. Notte, Lou. :* 

 

Louis pensò di rispondergli, sarebbe stato maleducato non farlo, ma non aveva idea di che cosa dire. Le persone sedute si alzarono in piedi e fu trasportato dai vari doveri da proprietario. Una volta chiuso il pub, guardò il telefono ed erano quasi le undici. Non voleva rischiare di svegliare Harry. Gli avrebbe risposto la mattina. 

 

Buongiorno Harry! Se vuoi, puoi passare al pub più tardi per mostrarmi le foto. 

 

Rimase neutrale invitandolo semplicemente al pub. Ci vollero due intere ore ad Harry per rispondere e Louis stava andando via di testa nel controllare il cellulare ogni due minuti. 

 

Buon pomeriggio Lou! Scusami se non ti ho risposto prima, stavo lavorando. Sono in pausa pranzo ora, dipingere mi mette fame. 

 

Louis rise vedendo le emoji degli hamburger alla fine del messaggio. 

 

Non sapevo dipingessi, pensavo ti dedicassi solo alla fotografia. 

 

No, è un lavoro da imbianchino. Le mie doti artistiche si fermano agli omini stilizzati. 

 

ahahah! Pensi di poter venire? 

 

Louis rimase bloccato quando il telefono iniziò a squillare per una chiamata in arrivo da parte di Harry. Okay, poteva farcela. 

 

"Ciao, Harry." 

 

"Ciao, Lou! È un brutto momento? Puoi parlare?" 

 

Louis si guardò intorno, il pub era vuoto ad eccezione di una donna seduta nel tavolo più lontano. 

 

"Certo, nessun problema." 

 

"Fantastico," rispose Harry e Louis poteva sentirlo masticare. "Oggi è stata una giornata super impegnata, mi sono alzato alle cinque della mattina, Louis. Alle fottute cinque della mattina." 

 

Louis rise. "Mi dispiace. Che cosa stai tinteggiando?" 

 

"Un enorme magazzino. Giuro su Dio non finiremo mai. Siamo un gruppo di tre persone e sono certo che invecchieremo qui dentro. Quando finirò sarò vecchio decrepito e non ci saranno nipoti a tenermi compagnia. Greg è simpatico, ma dubito che potremmo iniziare una famiglia insieme." 

 

Louis rise e sentì che anche Harry stava ridacchiando dall'altra parte. 

 

"Sei divertente al telefono." 

 

"Sono sempre divertente." disse Harry a bocca piena. 

 

"Cosa stai mangiando?" 

 

"Non devi far finta di essere interessato, Lou." 

 

"Ehi, lo sono. Dimmi." 

 

"Beh, avevo ancora dello yogurt, quindi l'ho mescolato con olio d'oliva e delle cipolline e l'ho usato come salsa per un panino prosciutto e formaggio senza crosta." 

 

"Wow, probabilmente è stata la descrizione più dettagliata che io abbia mai avuto su un sandwich." 

 

"Hai chiesto tu," disse Harry con un ghigno. "Potrei parlare per ore del cane che mi sono fermato ad accarezzare mentre venivo qui." 

 

"Sono sicuro che potresti ma ho delle persone qui che hanno bisogno di me. Verrai al pub?" 

 

"Non lo so, ci provo ma staremo qui parecchio. Forse se non sono troppo stanco posso fare un salto. Ah, dobbiamo andare da altre persone." 

 

"Certo, quando vuoi questa settimana ci sono." 

 

Ma non lo fecero. Harry era troppo impegnato con il suo lavoro da imbianchino, non riuscirono ad organizzare un giorno per incontrarsi e men che meno parlare e fotografare le altre persone. Ogni tanto massaggiarono, e Louis avrebbe preferito morire piuttosto che ammettere che gli mancava Harry. Si era abituato a vederlo almeno un paio di volte a settimana anche solo per mezz'ora. Aveva tantissimi piani in mente e aveva parlato con altre tre persone che avevano accettato di partecipare al progetto di Harry, ma Harry non era lì. Era troppo orgoglioso per chiedergli di vedersi, ma per sua fortuna Harry non lo era. 

 

Louis si era appena messo a letto con il cellulare in carica quando questo vibrò. Sospirò di sollievo nel vedere che era Harry. 

 

"Ehi, Harry." 

 

"Sono libero! Sono fuggito da quella prigione e non verrò catturato mai più!" Harry stava praticamente gridando e Louis chiuse gli occhi e si distese. 

 

"Hai finito?" 

 

"Sì. Sto tornando ora a casa, eravamo tutti d'accordo nel lavorare un paio d'ore in più oggi piuttosto che andare lì anche di domenica. È fantastico Lou, la paga è stata molto buona ma non penso mi candiderò per un lavoro del genere mai più. Posso a malapena alzare le braccia, fanno troppo male." 

 

"Non fare il bambino, dai." 

 

"Provaci tu a muovere le braccia in alto e in basso un milione di volte per sei giorni filati. Le mie spalle sono danneggiate permanentemente. Tanto di cappello alle persone che lo fanno come lavoro." 

 

"Almeno hai finito, su." 

 

"Sì. Ascolta, mi faccio una doccia, prendo una piccola bottiglia di champagne e vengo nel tuo giardino a festeggiare, che ne dici?" 

 

Louis guardò l'orologio. Erano le 11:15 ma era sveglissimo e troppo solo per rifiutare. 

 

"Non preoccuparti per lo champagne, ho un sacco di roba da bere qui." 

 

"No, questa volta offro io. Mi va di spendere un po' dei soldi che ho guadagnato con sudore e lacrime." 

 

"Ti aspetto allora." 

 

"Sono lì tra mezz'ora." 

 

"Se arriverai prima, ti faccio il massaggio più rilassante della tua vita," disse mezzo scherzoso. 

 

"Meglio che mi sbrighi." 

 

Harry riattaccò e Louis si sedette sul letto. Indossava solo un paio di boxer e la peggiore t-shirt che avesse e la indossava ormai da quasi una settimana. Non si sarebbe presentato in quel modo. Indossò un paio di pantaloni della tuta perché non voleva sembrare come uno che ci stesse provando un po' troppo, poi cambiò la t-shirt e indossò una felpa grigia e un paio di scarpe. Si sistemò i capelli e scese al bar sbloccando la porta d'ingresso e sedendosi su uno sgabello nell'attesa. 

 

Passarono quarantacinque minuti prima che Harry arrivasse e nel frattempo Louis si era già fatto uno shot di vodka per calmare i nervi. 

 

"Sono a casa, tesoro," disse Harry mentre entrava con una bottiglia di champagne in una mano e lo zaino nell'altra. Indossava un paio di jeans che, per una volta, non erano attillati, e un maglione lilla. I capelli un po' umidi erano morbidi e segosi. Aveva anche un po' di barba e Louis rimase piacevolmente sorpreso. 

 

"Ciao, Haz." Disse Louis senza pensarci. Era andato ad accogliere Harry e dovette resistere dal baciare quella faccia sorridente. Harry era davvero contento. Louis poteva sentire ancora l'odore di vernice sul ragazzo e c'erano delle piccole macchie di pittura sulle mani. "Ci hai messo più di trenta minuti, quindi niente massaggio." 

 

"Merda, questi capelli impiegano ore per asciugarsi," disse sorridendo. "Sono felice di essere qui, mi è mancato questo posto." 

 

"Non ti è mancata anche la mia bella faccia?" disse Louis, chiudendo la porta del pub e dirigendosi verso le scale. 

 

"Tanto quanto mi è mancato il tuo bel culo." 

 

Louis scoppiò a ridere. 

 

"Sei un bastardo." 

 

"Lo dico come complimento." rispose Harry mentre lo seguiva attraverso l'appartamento e su per le scale, mettendo la bottiglia nello zaino per sicurezza. Grugniva ogni volta che doveva alzare le braccia per bilanciare il peso sulle scale che andavano al giardino. 

 

"Ti fanno davvero così male?" chiese Louis preoccupato. Harry sembrava aver dimenticato il dolore e fissava il giardino. 

 

"Ho preso degli antidolorifici prima di venire qui, dovrebbero fare effetto presto. Comunque questo posto è meraviglioso di notte sembra risplendere di luce propria." 

 

Harry aveva ragione. C'era la luna piena ma anche senza, le luci dalla strada e dai palazzi intorno sarebbero stati abbastanza affinché quel posto non fosse stato completamente al buio. 

 

"Volevo mettere un paio di lampade, come quelle in centro, ma solo costose e sistemare i cavi sarebbe un lavoraccio." 

 

"Posso aiutarti io con quelli se vuoi. Ho fatto diversi lavori come elettricista." 

 

"Che cos'è che non hai fatto eh?" Chiese Louis prendendo la bottiglia dallo zaino di Harry e iniziando ad aprirla. 

 

Harry ci pensò un po' prima di rispondere. "Lo spogliarellista. È qualcosa che non ho mai fatto, ma penso sarebbe molto divertente." 

 

"Posso immaginarti a lavorare come ballerino di lap dance, sì." Disse Louis sincero. 

 

"Non farti prendere troppo dall'immaginazione o ti chiederò di mettere qualche dollaro nelle mie mutande." 

 

"Pensavo fossi sistemato per un po' dopo il lavoro da imbianchino. Voilà!" Concluse aprendo la bottiglia. 

 

"L'affitto e le bollette me ne portano via una bella fetta, ma almeno ora posso dedicarmi al progetto." 

 

"Vero. Scendo un secondo a prendere un paio di bicchieri." disse, passando la bottiglia al riccio.

 

"Non c'è bisogno dei bicchieri," disse prendendo un bel sorso direttamente dalla bottiglia. Louis sorrise quando gli venne offerto di fare lo stesso e così fece. Era champagne scadente, lo sapeva, ma era frizzante e aveva un buon sapore dopo tutto. 

 

"Hai lo champagne al baar?" Chiese Harry, vagando per il giardino con la bottiglia in mano, prendendo un'altra foglia di menta e masticandola. Louis lo guardò muoversi con grazia a passo lento. 

 

"No." 

 

"Perché?" confinò Harry, avvicinandosi e sedendosi di fianco a Louis sulla panchina. 

 

"Beh, mio nonno non lo serviva e nemmeno mio padre, quindi…nemmeno io." 

 

"Segui solo i loro passi?" Harry sorseggiò altro champagne e lo passò a Louis. La bottiglia era già mezza vuota. 

 

"Immagino di sì, Faccio le cose che facevano loro." 

 

"Ora capisco perché il pub è un po'…antiquato. Non offenderti, è solo che paragonandolo ad altri pub ci sono molte differenze. Non negative, ovvio. Quello che voglio dire è…" Harry si bloccò all'improvviso e Louis gli appoggiò una mano sul ginocchio, massaggiandolo gentilmente prima di ritirare di nuovo la mano. 

 

"Ho capito cosa intendi, non sono offeso. So che il pub dovrebbe essere migliorato, è solo che…non lo so." 

 

"Cosa?" insistette Harry, e Louis poteva vedere i suoi occhi brillanti anche nella luce fioca del giardino. Prese un profondo respiro e guardò il cielo, evitando lo sguardo di Harry. 

 

"È solo che mio padre non aveva bisogno di servire dei drink sofisticati o avere una pagina Facebook per mandare avanti questo posto, capisci? Le persone venivano al pub perché a loro piaceva mio padre e per la birra poco costosa. E il pavimento so che è una rottura da pulire ma è lo stesso che ha messo mio nonno e penso sarebbe un insulto alla sua memoria cambiarlo," Louis si sfregò gli occhi e prese due sorsi di champagne. "In questo momento, inoltre, la situazione finanziaria è pessima, e penso di avere una chiara idea di cosa servirebbe per migliorarlo, solo…mi sembra di non fregarmene abbastanza. È stupido, lo so." 

 

Louis sospirò e fissò il pavimento dove il piede di Harry toccava il suo. 

 

"Non è una cosa stupida," disse Harry con voce calma e Louis sentì la sua mano calda sulla propria spalla. Finalmente si voltò verso Harry e  vide che il ragazzo era serio. "Capisco perché tu non voglia cambiare; non ti biasimo, ma siamo in un mondo diverso, le cose che hanno funzionato per tuo padre non funzionano per te. Ma non è colpa tua." 

 

Louis si fece scappare una risata secca. 

 

"È divertente perché Niall continua a dirmi la stessa cosa, che sto facendo del mio meglio ma c'è margine di miglioramento. Non sto davvero dando il massimo; il che mi fa incazzare perché il pub è l'eredità della mia famiglia e sto mandando tutto a puttane." 

 

"Beh, forse non la devi vedere come un'eredità," Harry ora era vicino e Louis riusciva a sentire il suo profumo e le loro cosce si sfioravano. "Hai sempre voluto fare questo lavoro?" 

 

"Credo. Ho sempre saputo che alla morte di mio padre, un giorno, questo sarebbe stato mio. Non pensavo lo diventasse così presto." 

 

"No, non sto chiedendo se sapevi che l'avresti fatto, ti sto chiedendo se vuoi farlo." 

 

Louis spostò lo sguardo. Si era continuamente ripetuto che quella sarebbe stata la sua vita, e si era quasi convinto. Era spaventato che Harry potesse capirlo se avesse continuato a guardarlo in quel modo. 

 

"Dovrei smettere di parlare?" Chiese Harry, togliendo la mano dalla spalla di Harry e sedendosi un po' più lontano. "So che sono un rompipalle ogni tanto." 

 

"No, non lo sei e non dovresti smettere di parlare. Hai una bella voce." 

 

"È lo champagne che sta parlando?" rise Harry. 

 

"Ne ho bevuto…quanto? Due bicchieri forse? È difficile da misurare in sorsi." 

 

"Questo per me è l'ultimo," disse Harry un po' ubriaco. "Mi sento piuttosto alticcio." 

 

"Davvero? Un uomo della tua statura ed è già brillo con un po' di champagne?" Chiese Louis con un sorrisetto incredulo. 

 

"Ho una bassissima tolleranza all'alcool." Disse Harry serio, ma la sua faccia era divertita. 

 

"Non andare mai a bere con Niall. Tu saresti in coma etilico e lui non avrebbe nemmeno le guance rosse." 

 

"Immagino che Niall sia davvero divertente da ubriaco. Me lo vedo che balla." 

 

"Sì, la balla è la sua performance preferita," disse Louis ed Harry rise, mostrando le fossette e con gli occhi scintillanti. "E tu cosa fai quando sei ubriaco, Haz?" 

 

"Prendo decisioni stupide, ecco perché cerco di evitarlo." 

 

Lo sguardo che lanciò a Louis era così pieno di intenzioni che dovette alzarsi e fare un giro per il giardino con le mani in tasca. Si voltò giusto in tempo per vedere una foglia cadere e appoggiarsi tra i capelli di Harry. Quasi scoppiò a ridere. 

 

"Che c'è?" Chiese Harry sorridendo ma con aria sospettosa. 

 

"Non muoverti, c'è un insetto nei tuoi capelli." 

 

"Un insetto?" Gli occhi di Harry erano sgranati dalla parola. "Che insetto? Toglimelo di dosso." Iniziò a muovere le mani frenetico ma mantenendo la testa immobile. 

 

"Non muoverti, potrebbe pungerti." Disse Louis camminando con attenzione verso Harry, il quale si stava mordendo le labbra nervosamente. 

 

"Pungermi? È un'ape? È una vesta? Odio le vespe." 

 

"Fermo," sussurrò Louis e prese la foglia marrone dai capelli del riccio. "Ecco ti ho salvato." 

 

Harry guardò la foglia nelle mani di Louis, poi spostò lo sguardo sul viso del ragazzo che non riuscì a trattenere una risata fragorosa. 

 

"Sei un idiota, Louis," disse, prendendo la foglia dalle mani di Louis e giocherellandoci. Sembrava davvero offeso. 

 

"Mi dispiace, ma avresti dovuto vedere la tua faccia…così buffa." Disse Louis sedendosi di nuovo sulla panchina. 

 

"Se mai dovessi vedere un'ape nei tuoi capelli non te la scaccerò." Sputò Harry, e Louis si sentì un po' colpevole. Solo un po'. 

 

"Sei allergico?" 

 

"No ma preferisco non venire punto, fa un male boia." Disse Harry sventolando la foglia davanti al volto di Louis. 

 

"Mi dispiace, Haz. Non lo farò mai più." Disse Louis e scompigliò i capelli di Harry. Era freddo e un po' umido. 

 

"Ora non ti crederò mai più quando ci sarà un vero insetto sui miei capelli," mormorò, ma non sembrava più così infastidito come prima. 

 

Rimasero in silenzio alcuni minuti, apprezzando la brezza fredda che soffiava. Harry guardò altre foglie cadere, e si mise ad osservare l'albero, il cui fogliame era ancora bello ma c'erano già dei rami spogli. 

 

"È un po' tristem no? Guardare le stagioni che cambiano così vicino a te." Disse Harry. 

 

"Vuoi dire veder arrivare l'autunno? E poi l'inverno?" 

 

"Sì, sembra così bello ma tu devi guardare tutto questo morire." 

 

"Ma poi lo osservo crescere di nuovo. Quando arriverà la primavera sarà tutto ancora più bello. Le foglie che cadono hanno questo scopo." 

 

"E quale sarebbe?" Chiese Harry voltandosi per porre l'attenzione sugli occhi di Louis e mettendosi le mani in tasca.

 

"Per nutrire le radici dell'albero. È molto poetico se ci pensi." 

 

"Come?" chiese Harry, e per grande sorpresa di Louis, Harry si sdraiò sulla panchina, lasciando che i suoi piedi toccassero terra e appoggiando la testa sulla gambe del ragazzo. Lo fissò con grandi occhi, aspettando che Louis rispondesse. 

 

"Hum…pensa all'albero come alla tua vita, alle persone che conosci." Louis era piuttosto consapevole delle loro mani e si arrischiò di appoggiarne una sui capelli di Harry. "Tutte le foglie sono le persone che conosci, le persone che fanno parte della della tua vita. Le prime che spuntano sono i tuoi genitori, che sono lì dall'inizio," iniziò a parlare mentre accarezzava i ricci. 

 

"È bello," sospirò Harry, gli occhi semichiusi per un breve secondo prima di concentrarsi di nuovo su Louis. 

 

A Louis occorse un momento prima di continuare, troppo preso ad ammirare le fattezze di Harry. La luce soffusa le rendeva più morbide e lui era bellissimo. 

 

"Poi ci sono le altre foglie: i tuoi compagni di classe, cugini, fratelli, amici del vicinato. Cresci con loro e fiorisci in loro compagnia. Potrebbero rimanere oppure potrebbero andarsene. Dipende dall'inverno, da quanto difficili sono i problemi da affrontare. I tuoi amici intimi sono quelle foglie che non cadono mai, che non lasciano mai il tuo fianco." 

 

"Come Niall per te," disse Harry con un sorriso. "E Liam, per me." 

 

"Sì, come Niall. È stato con me durante tantissimi inverni." 

 

"E qual è lo scopo delle foglie che cadono in questo caso?" 

 

"Sono davvero importanti, vedi, tu incontri un numero considerevole di foglie nella tua vita. Quando cadono, riempiono il terreno di ricordi, ricordi felici di momenti che avete trascorso insieme. Nutrono il tuo albero e continui a crescere." 

 

Harry chiuse gli occhi e non disse niente per un po'. Louis continuò ad accarezzargli i capelli. 

 

"Ti stai addormentando?" Chiese tenero. 

 

"No, sto solo pensando. Quello che hai detto è molto bello, sto pensando all'albero della mia vita." 

 

"Immagino abbia molti rami e parecchie foglie." 

 

"Non ne sono rimaste molte in realtà." 

 

"Puoi sempre incontrarne di nuove." continuò Louis ed Harry sorrise aprendo gli occhi. 

 

"È vero. Nuove foglie, nuovo verde." 

 

Louis mormorò un semplice 'sì' ed Harry si sedette di nuovo. 

 

"Grazie per avermi detto queste cose," disse piano, con aria profonda e rilassata. 

 

"Grazie per aver ascoltato." 

 

Harry sorrise ancora e guardò su. 

 

"Per qualche sciocca ragione pensavo che da quassù si potessero vedere più stelle." 

 

"Beh, sei seduto sotto un albero, quindi…" lo prese in giro Louis, e il momento perse un po' di profondità. 

 

"Anche quando non lo sono," aggiunse Harry, "Ho la sensazione di essere in un luogo in cui l'inquinamento magicamente scompare, e mi permette di fotografare le stelle e catturare il loro movimento. O il movimento della terra. Comunque, ci speravo. Posso comunque fare qualche foto mentre sono qui? Le luci della città sono bellissime e difficilmente riesco ad ottenere un buon angolo da terra." 

 

"Accomodati." 

 

Harry si alzò e Louis lo guardò con un'altra luce. Era impressionato da quanto velocemente Harry aveva tirato fuori il treppiedi dallo zaino e l'aveva sistemato sul bordo del tetto. 

 

"Se fai cadere la fotocamera, riderò molto, sappilo." Lo avvertì Louis, ma Harry lo scacciò via. 

 

"Non posso fare delle belle foto se mi metto troppo lontano. Forse posso arrampicarmi sull'albero e fare qualche foto da lassù…" disse, considerando seriamente la cosa. 

 

"No, se rompi la fotocamera è un conto, ma è notte e potresti cadere e romperti il collo. No." 

 

"Va bene, mamma." Lo prese in giro Harry e tornò a sistemare le impostazioni della fotocamera poi torno a sedersi vicino a Louis. "È uno scatto a lunga esposizione, ci vorrà un po'," spiegò e prese la bottiglia dalle mani del ragazzo. 

 

"Pensavo fosse abbastanza per la serata." 

 

"Anche io, ma poi mi sono domandato quale pessima decisione potrei prendere quassù visto che siamo solo noi due." 

 

Harry lo guardò così intensamente che Louis si sentì il volto in fiamme. Era più forte di così, dai. Nonostante tutto, per, non riuscì a mantenere lo sguardo fisso più di qualche secondo. Harry intanto, seduto vicino a lui, prese un sorso dalla bottiglia. 

 

"Allora, che cosa faresti nella vita se non avessi il pub?" 

 

"Questo, probabilmente," disse mentre indicava intorno a sé. "Questo mi renderebbe più felice, ma quali soldi si possono guadagnare dal giardinaggio?" 

 

Harry annuì. "Penso che si potrebbero fare molti soldi come paesaggista. Quanto guadagna il pub?" Chiese. 

 

"Colpito e affondato. Sarà un miracolo se riusciamo a tenere aperti fino alla fine dell'anno." 

 

"Va così male?" Domandò Harry preoccupato.

 

"Non abbiamo abbastanza nuovi clienti e i soliti non spendono abbastanza." 

 

"Mi dispiace sentirlo," disse dispiaciuto. Si alzò e tornò alla fotocamera, scattando altre foto. "È un peccato quando fare quello che ti piace non ti porta da nessuna parte. Finanziamente, dico." 

 

"Non me lo dire. Avrei dovuto sposare un uomo ricco." 

 

Harry rise. Si voltò a guardare Louis sorridendo. Dio, era così bello. 

 

"Hai ancora tempo. Dovresti avere qualche altro anno prima di diventare calvo." Harry alzò un sopracciglio e Louis rise. 

 

"Ho molti altri anni, grazie mille." 

 

"Certo che sì." scherzò Harry e tornò ad occuparsi delle foto. Louis provò a non fissare troppo il fondoschiena mentre era piegato ad altezza del treppiede. "Non devi farlo per forza, ma potresti tornare e fare qualche foto del giardino di giorno?" 

 

"Se vuoi, possiamo andare a trovare un'altra persona domani e poi passare qui. Il meteo del mio cellulare dice che sarà una bella giornata." 

 

"Sarebbe perfetto, grazie." Harry prese la macchina fotografica e la ripose insieme al resto. "Allora vado, ti ho già rubato abbastanza tempo libero per sta sera." 

 

Louis guardò il cellulare. "È a malapena l'una, puoi stare quanto vuoi." Dio, era davvero così disperato? Doveva comportarsi con nonchalance o Harry l'avrebbe preso in giro fino alla morte. 

 

"No, tranquillo, ho parecchio lavoro domani. Grazie per aver celebrato con me." Disse Harry, sistemandosi lo zaino sulle spalle. 

 

"Che razza di festeggiamento era? Abbiamo bevuto mezza bottiglia di champagne e hai ascoltato i miei vaneggiamenti." 

 

"Dai, non è vero." 

 

"Hai ragione, erano lamentele." 

 

"Stavamo parlando," passò la bottiglia a Louis, "tieni il resto, puoi finirla." 

 

E Louis lo fece quella notte, dopo che Harry se ne era già andato e non riusciva a dormire. Era caldo e non più così frizzante, ma servì al suo scopo: rilassarsi così tanto da non pensare a come sarebbe stato baciare Harry. 

Funzionò a malapena. 

________________________________

 

Siamo ufficialmente a metà fanfiction! 

Questo capitolo è moooolto importante, vi consiglio di ricordarvi bene le parole dette da Louis. E come avrete notato Louis si è sciolto e aperto un po'…finally direi! 

Nel prossimo capitolo ci sarà un breve salto temporale, allacciate le cinture! 

 

Marica x 

   
 
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