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Autore: Killu93    05/03/2017    1 recensioni
Questa storia narra le vicende dell'eroe del Kazakhstan, Otabek, che intraprende un viaggio in Russia per salvare il proprio Paese. Da sempre ligio ai suoi doveri, pronto a seguire la strada segnata da altri per lui, cambierà il suo modo di essere e di pensare dopo l'incontro con la fata Yurio che gli insegnerà a credere nella magia e nel destino.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 3- La Tigre Bianca

Un gelido sole era spuntato timidamente sopra i crinali dei monti innevati. Otabek stava preparando il suo destriero per la partenza.

-Sei sicuro di voler partire?

-Devo.

Il giovane dai capelli argentei sospirò benevolmente, mai avrebbe pensato di incontrare un cavaliere tanto determinato e disperato.

-In questo caso.. non posso fare a meno di aiutarti!- Dopo una breve pausa che a Otabek parve interminabile, continuò dicendo -Esiste un modo per entrare in quella foresta senza essere respinti.. Si deve essere invitati o accompagnati..

-Invitati? Accompagnati? Cosa significa.. non riesco a capire.. Ma soprattutto, come fai a sapere queste cose?

Il giovane arrossì violentemente e distogliendo lo sguardo dagli occhi penetranti del ragazzo iniziò a giustificarsi -Beh, ecco.. non so queste cose per certo.. Me le ha raccontate Yuuri.. Lui.. Lui.. No! Suo nonno! E’ stato suo nonno a raccontargli queste cose, si! E lui ovviamente le ha raccontate a me.. per questo so queste cose!- Così dicendo Victor si ricompose, si schiarì la voce e continuò con aria sicura -Devi essere invitato o accompagnato da un abitante della foresta o dalla foresta stessa! La scorsa notte, sono certo sia stata la foresta stessa ad invitarti, per questo adesso avrai bisogno di un compagno che possa condurti là dentro di nuovo!

Otabek smarrito e confuso chiese -Quindi vorresti accompagnarmi tu?

Di nuovo il giovane arrossì e per la seconda volta perse la calma che lo caratterizzava. Iniziò a gridare scompostamente -Cosa?? No, no! Assolutamente no! Io non posso! Io non c’entro nulla! Io sono un estraneo e tu hai bisogno di un essere che abiti lì! Io non abito lì eh eh, io abito qui, in questa casa.. da sempre!

Ancora più confuso, Otabek non sapeva né cosa dire né pensare. Come mai quel ragazzo tanto gentile adesso si stava comportando in un modo tanto bizzarro?

Per l’ultima volta Victor si ricompose -Devi trovare la Tigre Bianca! E’ l’ultima della sua specie che continua a vivere in quella foresta. Quando le avrai dimostrato il tuo valore e la tua determinazione, lei ti condurrà dalla Fata!

-Una.. Tigre? Come dovrei fare a trovarla? Ma soprattutto come posso mostrarle il mio valore? Io..

-Silenzio!- Lo interruppe Victor -Segui il sentiero del fiume ghiacciato costeggiando questa sponda. Nei pressi della foresta il fiume si disgela e forma una piccola polla dove solitamente va ad abbeverarsi la Tigre. Aspettala lì, arriverà sicuramente!

 

Otabek continuò a guardare il giovane stupito, non gli era chiaro come fosse in possesso di queste informazioni, ma, al contrario, era cristallino che la storia del nonno fosse una menzogna. Perchè allora avrebbe dovuto mentirgli? Perchè continuava ad essere così gentile? Ma soprattutto, perché continuava a fidarsi di lui nonostante quel suo atteggiamento così sospettoso?

Decise di seguire il suo istinto. Ringraziò il giovane dai capelli argentei e partì seguendo le sue indicazioni.

Victor lo seguì con lo sguardo sorridendo.

-Se n’è andato?

-Oh Yuuri, buongiorno! Si, è partito in cerca della Fata della Russia.

-Gli hai detto come trovarlo?- gridò il giovane incredulo.

-Gli ho detto come raggiungere la tigre bianca.

-Yurio non sarà contento di questo.. ti odierà ancora di più!

-Io invece sono sicuro che non lo farà.

Victor rivolse un dolce sorriso al ragazzo ed insieme rientrarono in casa.

 

 

 

Otabek cavalcava pensieroso lungo la sponda del fiume ghiacciato. Seguiva le indicazioni di Victor ma ancora indagava la motivazione di quel suo strano atteggiamento. Aveva forse qualcosa da nascondere? Aveva forse seguito lui stesso quelle indicazioni ed aveva incontrato la Fata? Era davvero sicuro della sua esistenza in fin dei conti, poteva averla incontrata realmente.

 

Dopo aver cavalcato per tutta la mattina, finalmente iniziò a vedere dei rigoli d’acqua lungo il freddo letto del fiume. Si stava avvicinando sempre di più al luogo dove avrebbe incontrato la tigre. L’avrebbe incontrata davvero? Otabek ancora non riusciva a credere dell’esistenza di una magica tigre che l’avrebbe condotto dalla sua Fata. Inoltre, se anche fosse esistita, quanto avrebbe dovuto aspettare prima di vederla? Ore? Giorni? Settimane? Il cavaliere non aveva a disposizione tutto quel tempo, era già in ritardo di due giorni sulla tabella di marcia e se non fosse giunto da re Yakov entro il termine stabilito cosa avrebbe rischiato il suo amato paese? Otabek doveva incontrare la sua Fata il prima possibile, aveva un disperato bisogno di lei e della sua magia. Per questo aveva creduto a Victor nonostante i suoi sospetti, per questo si stava dirigendo come uno stolto verso le fauci di una magica tigre, verso morte certa. Otabek continuava a cavalcare lungo la sponda del fiume che piano piano cominciava ad assumere il suo reale aspetto.

 

Era ormai il tramonto quando giunge alla polla d’acqua. Non era molto grande né troppo profonda. Molto probabilmente si era creata dalla rottura dell’argine del fiume che da quel luogo proseguiva verso destra allontanandosi dal limite della foresta. Il terreno era ricoperto da un sottilissimo strato di neve, mentre gli alberi della foresta, che distavano appena un centinaio di metri da quel posto, erano più verdi che mai, come se solo in quella zona non fosse caduto neppure un fiocco di neve. Forse era davvero una foresta magica dopotutto.

Scese dal suo fedele destriero con grande eleganza e dopo averlo ringraziato con una dolce carezza lo condusse ad abbeverarsi in quelle acque.

 

Il cielo si era tinto di tenebra, la luce pallida della luna disegnava sagome spaventose sul terreno. Otabek sostava dinnanzi alla polla da ore combattendo contro il freddo pungente e la stanchezza che gli fiaccava le membra.

Udì un fruscio provenire dalla boscaglia di fronte a sé. Mantenne la posizione. Vide brillare nell’ombra due zaffiri luminosi. Il cavaliere non indietreggiò di un solo passo. Emerse dalle frasche imponente e maestosa. Il suo manto era candido come la neve, le sue striature nere come la notte. Avanzava lentamente e con fare elegante verso il ragazzo, lo sovrastava in statura e stazza. Si arrestò di fronte a lui e lo guardò profondamente negli occhi. Aveva davanti a sé la Tigre Bianca.

   
 
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