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Autore: eli_s    06/03/2017    4 recensioni
Cosa succede quando un amore sopravvive silenzioso nel tempo? Possono vent'anni dividere per sempre due persone?
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nadia Petrova | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I Surrender

(Natalie Taylor)

“We let the waters rise

We drifted to survive

I needed you to stay

But I let you drift away

My love where are you?

My love where are you?”

 

Elena non ha chiuso occhio tutta la notte a tal punto che è sgattaiolata fuori dalla camera non riuscendo a tollerare oltre il respiro pesante di suo marito; si è guardata intorno guardinga col terrore che lui potesse sbucarle ancora una volta alle spalle.

 

Si tira giù le maniche del maglione di lana bordeaux per nascondere il più possibile il livore violaceo a macchiarle la pelle dei polsi, sperando che nessuno se ne accorga e scende le scale per tornare in quella stessa cucina e in un flash deve reprimere il conato di vomito che le sale a gola se ripensa al tentativo di aggressione di quell’uomo orribile. E’ un cencio bianco in volto con i battiti irregolari che falsano la sua termoregolazione, alternandosi tra colpi di caldo e tremolii di sudore freddo.

Una volta perlustrato il territorio entra in cucina con lo scopo di mettere su una tonnellata di caffè, mettersi il piumino e scappare in veranda a guardare la neve e provare a calmarsi; nel mentre procede con la preparazione del caffè le viene in mente anche la conversazione surreale con Nadia, il suo sguardo di terrore e si ripromette di riparlarle assolutamente per sincerarsi che stia bene e per farle pensare che anche lei sta bene. Ha solo 16 anni, non dovrebbe essere traumatizzata con queste cose, in alcun modo. dovrà parlarne a Caroline anche se questo significherà sopportare gli strepiti della bionda, ma solo così potrà consigliarle di stare vicino alla nipote e parlarle.

Non teme la spia da parte della ragazza, ma si rende perfettamente conto che sia un vero e proprio colpo che potrebbe non essere in grado di gestire L impatto emotivo di quella situazione. Sospira nel silenzio e quando il caffè finalmente è pronto se ne versa una tazza gigante, cerca qualche biscotto dalla credenza, afferra piumino, coperta dal divano ed esce fuori piano dove ancora le prime luci dell’alba indugiano nello stemperare il freddo della notte.

Il primo istinto di Elena è di rientrare, ma l’aria gelida risveglia i sensi e calma per un istante le sue inquietudini riportandole il buon umore perso in quella lunga notte.

 

Raggiunge la panchina in legno biondo collocata alla sinistra del portico e si siede rannicchiandosi nei mille strati a proteggerla, col naso immerso nella tazza e il calore del caffè a scaldarle le gote arrossate dal contrasto della temperatura esterna e del suo corpo. E resta li, sospesa nella natura pacifica che la circonda, perdendosi in pensieri e ricordi lontani, in attesa che la vita e il frastuono animino la casa.

 

*****

 

Si sono alzati tutti in momenti diversi, Caroline e Rebeka insieme ai loro figli e hanno allestito la colazione per tutti; i più grandi, Maxwell, Bonnie e Enzo, hanno tirato dritto fino alle 12 circa ognuno con troppo sonno arretrato per motivi diversi.

 

E’ stata Caroline, mentre lasciava libero Matty di scorrazzare in salotto con Peter e Violet, ad accorgersi che qualcuno era già in piedi, scorgendo dalla finestra della cucina la testa di Elena che sbucava da fuori.

 

Così ha messo su altro caffè, ha afferrato il piumino di Stefan appeso all’ingresso ed è uscita con aria interrogativa facendo sussultare l’amica persa con lo sguardo chissà dove.

 

-Ehi-

 

Lo sguardo acquoso si tinge di lieve preoccupazione e stretta nel piumino si avvicina ad Elena.

 

-Ehi-

-Che fai qua fuori-

-Avevo bisogno di pulirmi il cervello-

 

Care le fa cenno di farle spazio e si stringono vicine con Caroline che afferra un lembo di coperta portole da Elena.

 

-Da quanto? Hai il naso rossissimo-

-Mm non lo so...che ore sono?-

-Le nove e qualcosa..-

-Oh-

 

Elena ritorna con lo sguardo verso la distesa innevata ormai lucente con il sole a mezz’aria che taglia gli alberi sulla linea dei monti.

 

-Va tutto bene?-

-Beh...ci sono alcune cose di cui vorrei parlarti-

 

Caroline si sistema meglio la coperta pronta ad ascoltarla.

 

-Spara-

-Prima cosa…-

 

Le si stringe lo stomaco, perdendo ogni grammo di sicurezza che si era costruita in quelle ore di gelido isolamento.

 

-Damon...mi ha detto che mi ama…-

 

Sente le guance scaldarsi e un languore affaticarle le ginocchia, sostenute solo dal fatto che sia seduta. Scappa dalle iridi a lei familiari, vergognandosi ancora una volta di se stessa.

 

-Ok...vorrei fare quella sorpresa ma...mi sembrava piuttosto ovvio...anche se-

 

Solleva le mani per stoppare la polemica pronta ad uscire dalla labbra  infreddolite.

 

-Capisco che pensarlo e sentirselo dire dopo tutto quello che c’è stato tra di voi sia diverso-

 

Puntualizza con quella sua solita faccia saccente e comprensiva allo stesso tempo; non vuole sminuire il turbamento di Elena, pur essendo tutto evidente per lei.

 

-E tu….che gli hai detto?-

-Beh...in realtà...è stato quando ci eravamo divisi e io mi sono ritrovata con lui Bon ed Enzo, sai quando lui si è proposto a lei-

-Oh cielo devi assolutamente dettagliarmi tutta la scena...mi sento esclusa!!-

 

Ad Elena scappa un sorriso, certe dinamiche adolescenziali non cambiano mai e lei non potrebbe esserne più felice.

 

-Ok...lo farò-

-Insomma dopo la proposta è successo? Si sarà sentito ispirato…-

-Dopo loro sono venuti a cercarvi...e noi siamo rimasti un attimo indietro così...non sono un attimo di pazzia l’ho trascinato dietro una bancarella, l’ho baciato e lui mi ha detto...beh quello che mi ha detto...e io sono fuggita...molto matura!-

-Dai Elena non mi è mica andata così male...ci poteva stare...e capisco l’impatto emotivo, ma devi prendere una posizione con lui…-

-Lo so-

 

Si porta le mani in volto e se le palla sulla pelle fino a far scorrere le dita tra i capelli per portare via l’angoscia che l’attanaglia e in quel gesto si scoprono leggermente i polsi; se n’era completamente dimenticata finché il sussulto di Caroline non le gela il sangue.

 

-Elena! Che diavolo…-

-Mammaaaaaaaaaa-

 

Lo sguardo ceruleo si riempie di angoscia, ma ogni parola muore nell’aria quando la voce di Matty irrompe da dietro la porta cercando la mamma.

Caroline esita un istante, ma il tono insistente di suo figlio la obbliga ad alzarsi e raggiungerlo non senza prima aver scoccato un’occhiata preoccupata all’amica, come a lasciarle intendere che ne dovranno parlare.

 

****

 

“Whenever you're ready

Whenever you're ready

Can we, can we surrender

Can we, can we surrender

I surrender”

 

Maxwell non si è visto tutto il giorno, Alec, suo padre e suo fratello sono andati subito dopo pranzo a fare due piste perché il ragazzo aveva bisogno di evitare Nadia, la quale di contro è rimasta in silenzio per tutto il pranzo destando una accorata attenzione di suo padre e sua zia, la quale si sente divisa tra la nipote e la sua migliore amica nella sua necessita di assistere, salvare e ordinare. Bonnie ed Enzo sono spariti tutta la giornata per andare a farsi un giro da neo fidanzati ufficiali mentre Rebeka ha portato i bambini al campo scuola insieme a Matt, lasciando così a casa i coniugi Salvatore, Damon, Elena e Nadia.

 

Nemmeno Damon ha rivolto la parola ad Elena, lasciando che i silenzi tra loro si riempissero di tensione appesantendo l’aria; d’un tratto ha visto Caroline trascinarla nel retro con la scusa di prendere della legna e le ha sbirciate dalla finestra agitarsi convulsamente.

Non può capire il motivo di tanto affanno da parte di sua cognata, tutto quel gesticolio nevrotico, le mani che passano per i biondi boccoli, il volto contratto e le sue mille espressioni che cozzano con la totale apatia di Elena, ferma nella sua algida inespressività.

 

Non sa che la bionda stia esprimendo nelle sue forme più colorite ed esplicite tutta la sua naturale e giustificata preoccupazione per la presenza di quell’uomo orribile e per il fatto che Nadia sappia, che abbia capito. Che abbia visto. Che è un trauma e che potrebbe raccontarlo e sì Damon lo ucciderà di sicuro; è una bomba ad orologeria e sua nipote è così piccola e indifesa che non sa davvero come affrontare l’argomento, come starle vicina.

Non capisce Damon, osservandole dalla finestra della cucina, perché sua cognata sia sul punto di crollare in una crisi di pianto, e poi d’improvviso abbracci Elena che si copre il volto coi lembi del maglione.

Sembra una reazione esagerata per un “ti amo”, non può essere quello il motivo.

 

Stefan entra in cucina e trova suo fratello in piedi, con una mano poggiata sul lavandino e l’altra a reggere un bicchiere mentre osserva perso fuori dalla finestra con la stessa attenzione di un cecchino.

 

-Cosa guardi?-

 

Glielo chiede diretto, e lui non si scompone ruotando di fretta lo sguardo azzurro verso il fratello per poi riportarlo oltre i vetri spessi della finestra.

 

-Le nostre donne-

-Nostre?-

 

Il tono ironico lo costringe a curvare ancora una volta le pozze chiare che si fanno più liquide, accompagnate da una smorfia di dolore.

 

-Sembrano più agitate del solito-

 

Stefan, mani in tasca e aria annoiata, proietta le iridi verdi nella stessa direzione di Damon, focalizzando le due figure in lontananza, avvolte dall’aria umida.

 

-Sono sempre agitate…-

-La tua più del solito-

 

Lui alza le sopracciglia concordando con quell’affermazione ora che vede sua moglie dondolarsi in preda a qualche crisi per lui immotivata.

 

-Ci vorrebbero dei pop corn-

-E una microspia-

-Secondo te chi ha detto o fatto cosa?-

-Forse Elena le sta raccontando che le ho detto che l’amo…e lei non ha proferito parola-

 

Getta un’occhiata di sufficienza verso il minore, scappando dallo sguardo che si contrae stupito e confuso adesso meno coinvolto dalle signore fuori e calamitato ora dal fratello intento palesemente a fare finta di niente.

 

-Come hai detto?-

-Sì dai…come quando facevano il liceo e le beccavamo a parlare animatamente, spesso il tema eravamo noi, o il compito in classe…o il ballo….più o meno siamo li-

-No parlavo della tua dichiarazione-

-Oh, non del mio “visualizzato senza risposta”’?-

 

Ruota una mano nel vuoto come a voler dare concretezza a quel concetto e Stefan lo vede da come inarca le sopracciglia ed irrigidisce la mascella che si sta nascondendo dietro tutte le sue insicurezze e fragilità.

 

-Posso sapere perché?-

-Ah chiedilo a lei-

-No perché glielo hai detto…ma poi quando, come…che vuol dire-

 

Adesso è lui ad agitare convulsamente le mani, imitando la moglie.

 

-Gliel’ho detto perché sono una persona onesta….ed era…em ieri sera e …se devo spiegarti il significato di “ti amo” non siamo messi bene-

-Smettila di fare il cretino e rispondimi-

 

Damon distoglie lo sguardo dalle due e si volta faccia a faccia con Stefan, in attesa di risposte.

 

-Lo sono sempre quando si tratta delle persone che amo, lo sai bene…non cretino ovviamente ma onesto…ho sentito il bisogno di dirglielo e non è che l’ho strappata a suo marito per farlo…è stata lei a venire da me-

-Sì ma dovresti tenere conto della sua situazione….soprattutto qui, in vacanza-

-Ho tenuto molto conto….infatti non l’ho mai cercata, non le ho dato fastidio, mi sono tenuto alla larga, ha fatto tutto lei e io non ce l’ho fatta! Cavolo ti capiterà di guardare tua moglie e sentire il desiderio bruciante di dirle che l’ami-

 

Stefan ammorbidisce la postura mollando la presa severa che si trasforma in uno sguardo mesto e comprensivo di fronte alla fragilità di suo fratello. Certo che lo capisce, e alle volte nemmeno ci pensa più a quanto sia raro e incredibile che quell’amore vibri ancora nel suo cuore.

Il sospiro di Damon lo intenerisce ancor di più, vorrebbe solo vederlo felice.

 

-Tu dalle tempo-

 

 

 

*****

 

 

Caroline trova sua nipote seduta sul divano dell’ampio salotto che fa distrattamente zapping alla tv senza davvero badare troppo alle trasmissioni che si confondono sullo schermo. E’ nascosta nel collo alto del maglione con gli occhi persi che fissano un punto indistinto nel vuoto, le gambe incrociate e la coperta da divano sulle spalle; sua zia la trova prima che suo padre faccia in tempo a rientrare dalla cucina e sedersi accanto a lei per stare insieme.

 

Caroline ha le braccia conserte davanti al busto e si tiene i lembi del cardigan beige, mentre avanza timorosa verso la ragazzina che non la nota immediatamente, procedendo con cautela come se temesse di turbare il suo quieto fluttuare coi pensieri. Così arriva in piedi vicino a lei e si siede lentamente attirando la sua attenzione.

 

-Ehi-

-Ehi zia-

 

Le pupille di Caroline si dilatano provocando quel contrasto avvincente di nero e celeste da cui traspare tutta la sua costernazione e preoccupazione per la nipote; fa scorrere le iridi da lei alla televisione, mordendosi un labbro con esitazione, rincorrendo le parole giuste da utilizzare per iniziare quella conversazione che sperava di non dover mai avere con lei. Corruga la fronte vissuta, meno tesa di un tempo, lasciando che le piccole faglie solchino lievemente la pelle indicando del tormento.

 

-Senti….possiamo…possiamo parlare un attimo tesoro?-

 

Nadia impiega il tempo necessario ad arrossire per capire di cosa voglia parlarle sua zia e si mette seduta abbandonando telecomando e vacui pensieri e deglutire il disagio nello stare di fronte a lei.

 

-Certo-

 

La donna volge l’attenzione alle sue spalle, valutando il territorio circostante e le probabilità che Damon appaia e senta quello che si stanno per dire. Va trattata con riservatezza e cura, così torna sulla nipote.

 

-Ti va di fare due passi?-

 

Non crede di avere molta scelta, così annuisce, si infila gli stivali e si alzano entrambe dirigendosi all’ingresso attraverso il corridoio da cui sbucano Damon e Stefan, usciti dalla cucina che le osservano perplessi.

 

-Ma tu non eri fuori?-

-Sono rientrata-

-E…dove state andando?-

-Che c’è, sono una sorvegliata speciale?-

 

Il tono seccato tradisce i suoi timori, ma i due non fanno in tempo a controbattere che Caroline ha già afferrato i piumini e trascinato sua nipote con sé, sotto lo sguardo attonito dei due fratelli leggermente perplessi.

 

-Ok è più strana del solito-

-Te lo avevo detto-

 

Una volta uscite, Nadia si chiude il piumino osservando turbata sua zia che si sposta i capelli tentando di contenere l’agitazione.

 

-Allora tesoro…come stai?-

-Em….io….zia c’è qualcosa di cui mi vuoi parlare?-

 

Le iridi scure trovano il coraggio di incontrare quelle più adulte, ma non così sicure che vibrano di angoscia.

 

-Sì….ho….ho parlato con Elena; Nadia…ascolta quello che è successo…vedi lo zio di Alec purtroppo qualche volta esagerare con il bere e –

-Questo l’ho capito ma, l’ha aggredita zia….io l’ho visto, l’ho visto farle male e-

 

Caroline rallenta il passo crucciando la fronte in segno di costernazione, lo vede il volto teso dalla paura impallidirsi al ricordo della sera precedente; Nadia si stringe nel piumino per ripararsi dalle immagini veloci degli occhi allarmati di Elena, l’odore pesante di alcool dell’uomo e quei polsi lesi nascosti in fretta sotto le maniche delle vestaglia sgualcita.

 

-Nadia….non possiamo dire a nessuno quello che è successo, ok? So che sei spaventata e …preoccupata, lo sono anche io credimi. E vorrei anche poter fare qualcosa, ma spetta solo ad Elena, è la sua famiglia, suo marito-

-Ma zia potrebbe fare del male sul serio a qualcuno-

 

Caroline si mette di fronte a lei fermandosi del tutto e allunga le mani sugli avambracci di sua nipote, addolcendo la voce e lo sguardo in un tono di conforto.

 

-No amore lui…ha sempre avuto questa strana fissa per Elena e il troppo alcool lo rende un po’ troppo aggressivo, ma ti assicuro che non andrebbe mai oltre….ti fidi di me?-

 

Nadia sospira imbronciando le labbra; certo che si fida, ma è convinta che sua zia non ci creda fino infondo, che voglia proteggere Elena, ma nel modo sbagliato.

 

-Certo…ma ho paura zia-

-Lo so, e ti prometto che ti terrò lontana da lui-

-Ma è lo zio di Alec-

-Appunto per questo dobbiamo cercare di dargli una possibilità-

-Aaron non sa niente?-

-No, nemmeno tuo zio Stefan…altrimenti loro non resterebbero in silenzio come noi….ascolta voglio che tu venga da me per qualunque problema, sempre, in ogni caso….va bene?-

 

Nadia annuisce e lascia che sua zia le sorrida mestamente tirandola a in un abbraccio materno.

 

-Andrà tutto bene-

 

 

*****

 

Elena ha evitato Max come la peste, a cena è stato pressoché inevitabile stare tutti insieme, ma lei si è presa le sue dovute distanze e Nadia si è seduta accanto a lei, come per entrare in quella zona sicura creatasi per proteggersi. L’occhiata di comprensione non è passata inosservata a Damon, ignaro di tutto e sempre più perplesso sul loro strano atteggiamento in quell’insolito primo giorno dell’anno.

 

Nadia di contro sa che dovrà prima o poi parlare con Alec, un giorno è un conto, ma devono arrivare alla fine della settimana e non possono pensare davvero di evitarsi; anche perché adesso avrebbe davvero bisogno di lui pur non potendo spiegargli cosa le sia accaduto. E si domanda, guardandola, come faccia Elena a sfoderare un sorriso credibile, con l’ansia che le si scoprano i polsi ed il terrore che trapela dalle iridi marroni; osservandola sente un moto di stima nei suoi confronti pur provando sentimenti contrastanti per il rapporto con suo padre essendo la madre del suo ragazzo - se ancora lo sia – conoscendo alcuni suoi tratti si accorge di che donna forte sia.

E la rincuora anche rendersi conto che crescendo i problemi ed i casini restano comunque, che non si smette mai di essere infondo degli adolescenti confusi, poiché umani.

 

Sospira a fondo tendando di arrivare alla fine di quella cena indenne e raccogliere le parole giuste da dire ad Alec, che la scruta perplesso dall’altra parte della tavola.

 

Peccato che, alla fine della cena, lei non faccia in tempo a dire nulla che lui si alza per andare in camera dichiarandosi stanco e lasciandola a bocca asciutta e un sapore amaro a seccarle la gola e gli occhi feriti. Abbassa lo sguardo sul piatto vuoto provando a contenere quella tempesta sconclusionata pronta a soffocarla con il brusio generale intorno a lei, fatto di allegria e chiacchiere quando lei vorrebbe solo piangere; ed è allora che una mano gentilmente le si posa sul polso posato in grembo, nascosto sotto la tovaglia.

Nadia alza lo sguardo su Elena, trovando quegli specchi scuri inteneriti, accompagnati da un sorriso comprensivo.

 

-Dagli tempo….riprova domani, magari al rifugio, sulle piste…corrompilo con una bella cioccolata con panna…-

 

Lei ricambia il sorriso grata e la segue con lo sguardo mentre si alza per portare le ultime cose in cucina. Non sa come sia possibile, ma improvvisamente Elena sembra davvero la sua più grande alleata.

 

Si sono messi tutti sul divano, tranne Alec che è scappato in camera, Bonnie ed Enzo che ancora non sono tornati ed Elena che se ne sta reclusa in cucina con Caroline che borbotta cose tipo “se davvero non vuoi destare sospetti vai a dormire  o “stai dove ti posso vedere per favore”, a vedere un film di animazione in modo da placare le pesti più piccole.

Maxwell è seduto accanto ad Aaron il quale a sua volta segue distrattamente il vagare confuso di sua moglie; nel seguirla con lo sguardo intercetta la testa di Damon collocata sull’altro divano proprio nella traiettoria tra lui e la cucina dove ronza Elena e sente una strana fitta di gelosia quando lo vede voltare il capo in direzione di sua moglie.

 

-Stai bene nipote?-

 

Si volta verso suo zio.

 

-Em, si certo-

-Ti vedo preoccupato-

-No sono…pensieroso-

 

Maxwell segue il suo sguardo.

 

-Vuoi che faccia due chiacchiere con tua moglie?-

-No zio tranquillo-

-Non mi sembra che le cose stiano migliorando-

 

Lui sospira, desideroso di interrompere la loro bassa e sommessa conversazione sovrastata dal rumore del film e le voci allegre dei ragazzi, con Stefan e Matt che prendono in giro Rebeka perché si è commossa per una scena di animali.

 

-No, ma adesso non mi va di parlarne….comunque grazie-

 

Lui annuisce cercando comunque Elena perché sa di doverle parlare, deve assicurarsi che non dica nulla di quanto successo la sera prima anche se sa che non lo farà comunque. Lei viene trascinata finalmente da Caroline in salotto, sedendosi entrambe su una grande poltrona dove si stringono, accompagnate dai commenti di Rebeka sulla loro sparizione. Elena vorrebbe nascondersi sentendo troppi occhi su di sé, suo marito, Damon, Nadia, Maxwell….e i conati di vomito salgono prepotenti, trattenuti solo dalla stretta dell’amica intorno al suo braccio coperto dal plaid a quadri che ha messo sulle gambe di entrambe.

 

***

“No one will win this time

I just want you back

I'm running to your side

Flying my white flag, my white flag

My love where are you? My love where are you?”

 

Il giorno dopo sono partiti più o meno tutti insieme per tornare sulle piste, hanno a diposizione altri tre giorni per sciare e poi ripartiranno così ne approfittano visto che la giornata è splendida e fa freddo al punto giusto.

 

I bambini sono al campo scuola, Care e Rebeka si sono lasciate convincere dai mariti a fare le piste con loro senza stare troppo addosso ai figli, Elena sta facendo una pista con Bonnie, Enzo invece si è dato alle gare di velocità con Damon.

 

E Nadia sta tentando di inseguire Alec per bloccarlo.

Finita una pista Elena si ferma al rifugio mentre Bonnie si dirige in bagno e lei ne approfitta per sedersi godendosi il sole e la tranquillità.

Ovviamente infranta quando una sagoma le si para davanti coprendole il sole e non appena apre gli occhi si irrigidisce sul posto calcolando le vie di fuga.

 

Maxwell la fissa turbato e lei si alza per allontanarsi da lui.

 

Non può farti nulla Elena, ci sono un sacco di persone, i bambini, e Bonnie arriverà a breve, ma quel panico torna a bloccarle l’ossigeno e paralizzarle le gambe.

 

-Elena….ciao io….io ti vorrei parlare-

 

Abbassa la voce e lo sguardo colpevole, rigirandosi i guanti da sci tra le mani.

 

-Ascolta-

-Non voglio sentire io…-

 

Lui le si para davanti con sguardo contrito per impedirle di superarlo e scappare ancora.

 

-Ti prego, perdonami, non so cosa mi sia preso ero….Dio ti chiedo davvero scusa, sono così mortificato-

 

Se non lo conoscesse potrebbe quasi ammorbidirsi, invece continua a provare repulsione e frustrazione, un disgusto indescrivibile di cui i polsi indolenziti sono un promemoria costante, come il dolore alla schiena nel punto in cui le ha fatto colpire il frigorifero. Lei fruga intorno a se con lo sguardo, nel disperato tentativo che qualcuno la salvi, ma deve affrontarlo da sola, ancora una volta.

 

-Se vuoi davvero che io finga che tutto questo non sia mai successo, non rivolgermi più la parola, vattene e stai lontano dai miei figli-

-Cos…Elena…-

-Non parlarmi, non guardarmi…non-

-Sono lo zio di Aaron, non posso sparire….cerca di capire io….-

 

Fa un passo in avanti facendola, di contro, indietreggiare allarmata e subito alza le mani in segno di resa.

 

-Ascoltami ti prego, troviamo un compromesso-

-Non c’è nessun compromesso, devi starmi lontano!-

 

L’aria fattasi stranamente silenziosa si riempie del tono più alto e furioso di lei.

Le iridi scure si alzano fiammeggianti, colme di odio e disprezzo, su quelle più chiare, non aveva mai avuto questo atteggiamento, questo tono. Deglutisce Maxwell, provando a trattenere la rabbia impulsiva che solo Elena riesce a tirargli fuori e tenta di nuovo di parlare cercando di non attirare troppo l’attenzione su di loro.

Ha approfittato del fatto che Aaron si sia fissato nel prendere lezioni di snow con James ed è subito andato a cercarla per parlarle.

 

-Tutto bene qui?-

 

Una terza voce si intromette facendo sussultare entrambi che si voltano in direzione di Damon, arrivato al rifugio in quel momento accompagnato da Enzo.

 

-Sì certo-

 

Lui fa spallucce senza staccare lo sguardo di sfida dall’uomo; il volto preoccupato di Elena scorto in lontananza è stato sufficiente a fargli accelerare il passo senza curarsi delle proprie ritrosie interiori.

 

-Stavamo solo facendo due chiacchiere, sai sono cose di famiglia-

 

Rimarca la loro parentela acquisita e Damon non si cura minimamente di quei riferimenti, con la coda dell’occhio vede la faccia turbata di lei che indietreggia impercettibilmente verso di lui come a voler cercare un appiglio sicuro.

 

-Allora non ti dispiace se mi siedo qui con voi-

 

Indica il tavolino in legno al loro fianco, cui era seduta Elena prima dell’arrivo di Maxwell.

 

-In realtà stavamo finendo di parlare di una cosa se non ti dispiace-

-In realtà credo che resterò qui comunque-

 

Aggira il tavolo e arriva al fianco di Elena, parandosi davanti a lei.

 

-Posso?-

 

Si rivolge a lei, ignorando Maxwell, e ammorbidisce lo sguardo come per farle capire che non ci pensa proprio a lasciarla da sola consentendole per cinque secondi di mollare la presa e rilassarsi. Enzo, che non ha capito molto ma si fida del tono di Damon, si mette seduto al tavolo chiedendo dove sia finita la sua fidanzata che non tarda ad apparire.

A quel punto Maxwell, in evidente difficoltà lancia un ‘ultima occhiata a Damon e si allontana per tornare verso le piste.

 

Le facce tese dei presenti insospettiscono Bonnie che si siede accanto al fidanzato.

 

-Che succede?-

-Niente, io ed Elena andiamo a prendere da mangiare, volete della cioccolata?-

-Io una  birra…-

-E una fetta di torta….-

 

Damon mette le mani sulle spalle di Elena e con il suo solito sorriso beffardo la spinge dentro il rifugio, tra la folla, fino al bancone in attesa di attirare l’attenzione del ragazzo intento a spillare le birre.

 

-Dunque posso sapere questo….accalorato argomento di famiglia?-

 

Il tono sarcastico la induce a crucciare lo sguardo punta sul vivo tanto che lui stesso si accorge di aver esagerato e torna sui suoi passi addolcendosi.

 

-Stai bene?-

 

Non riesce nemmeno a guardarlo, tanto che sbatte le ciglia più volte col capo reclinato in basso nella speranza che non le scenda nessuna inopportuna lacrima finendo per spalancare la diga repressa e farsi tirare dentro da una voragine senza fine. Una vita passata a non arrabbiarsi, a fingere, ad impedire al cuore di battere e sentire ancora; che fosse per Damon, che fosse per Maxwell o suo marito, la vita di Elena è stata un gioco teso a proibirsi tutto, per sua stessa scelta.

Forzando una felicità non sua, celando paure e seppellendo l’amore.

 

E’ tutto sbagliato. Tutto.

 

Scuote la testa cercando di contenersi quando sente la stoffa fresca della giacca da sci di Damon contro la propria fronte e si lascia avvolgere dalle sue salde braccia, mentre affoga nel suo abbraccio sicuro afferrando le sue spalle.

 

-Andrà tutto bene…non ti lascerò Elena, te lo prometto-

 

 

“Whenever you're ready

Whenever you're ready

Can we, can we surrender

Can we, can we surrender

I surrender”

 

 

 

Imperdonabile as always.

 

Dunque siamo arrivati a un punto di svolta più o meno, è stata una lunga giornata, ci sono stati mille confronti e finalmente damon ed elena si sono ritrovati. Lui ancora non sa nulla di Maxwell ma ha intuito che qualcosa non vada, in compenso la situazione di Elena l’ha avvicinata a Nadia che è stata confortata da Caroline che ha fatto da cuscinetto di tamponamento per un po’ ma bisogna vedere quanto reggerà.

 

La ragazzina deve fare i conti anche con i suoi sentimenti per Alec e verrà fuori prima o poi; Aaron è defilato ma pure lui dovrà trovarsi a confronto con la moglie…scusate troppe teste troppi dialoghi!! Vi chiedo perdono per il ritardo, per le note brevi e soprattutto perché troppi personaggi implicano una trama che si affatica un po’ vi prego ditemelo se la storia è pesante o vi annoia per me è fondamentale anche solo un commento anche se negativo!!!!!

 

Vampire sta per finire, spero che con esso non finisca la nostra ispirazione..

 

Grazie a chiunque leggerà e a chi mi recensisce, ogni tanto!

 

Baci

Eli

   
 
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