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Autore: Frafra9    10/03/2017    3 recensioni
Prologo
Dopo la "cordiale" visita dei Volturi a Forks e la scoperta che Renesmee non è l'unico ibrido tra i vampiri, ne è passato di tempo.
Renesmee è cresciuta e con lei è cresciuta anche l'amicizia verso Jacob, il suo Jacob, fratello/miglior amico e forse anche qualcosa altro che Nessie, deve e cerca di capire cosa prova veramente per il “suo” Jacob. Il ragazzo che le è vicino da quando è nata.
Jacob, dal parte sua, sa di amarla. ma sa che ciò che prova per lei non è, solamente, frutto dell'imprinting. Ma è bensì amore perché l’ha vista nascere e la vede crescere giorno per giorno.
Lei ricambierà questo amore o è solo amicizia?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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< Amore di mamma > dico a mio figlio prendendolo dalle braccia di Jake e sfiorare poi le mie labbra con quelle del papà.
 
Aspetta che Will dorme e le tue labbra saranno mie.
 
Penso, mentre con il piccolo in braccio e la busta della spesa (pannolini e salviette umidificate), vado in cameretta a posarle. 
< Ecco il mio nipotino > dice Billy sorridendo e affacciandosi alla porta della stanza. 
< Ciao nonno > gli dico imitando la voce dei bambini e gli do Will, che si diverte a giocare con la collana di Billy, mentre io spingo la carrozzina verso il salotto.
 
< È passato un fattorino e ha lasciato questi per te. Sul biglietto c'è scritto Renesmee > mi dice Jake tenendo un mazzo di rose rosse tra le mani. Mi avvicino a lui e lo bacio, come a ringraziarlo del pensiero.
 
Non ho bisogno di sapere che le rose me le hai fatte tu.
 
< Sei sicura, che ti abbia mandato io le rose? > - mi dice ed io annuisco - < Leggi il biglietto, così vediamo chi è questo ammiratore che manda rose alla mia donna > 
< Lo apro e lo leggo subito > gli dico.
 
Apro il biglietto e leggo in silenzio.
 
 Con le parole, non sono bravo, ma voglio provarci. Voglio chiederti scusa per non averti regalato nulla da quando è nato nostro figlio. La nostra gioia più grande.
Ti chiedo scusa anche per prima, per averti detto dei Volturi, non volevo farti arrabbiare. Ti capisco perché come te, anch’io voglio proteggere Willard, il frutto del nostro amore. Tu e lui siete la mia famiglia e farò di tutto per proteggerla. Non vuoi dire niente ai vampiri italiani? Mi sta bene. Non diciamo niente. Loro con noi non c'entrano nulla.
Ti amo per aver messo al mondo Willard e avermi reso nuovamente l'uomo più felice della Terra.
Tuo Jacob.
 
Mi asciugo le lacrime silenziose che leggendo sono uscite dai miei occhi e lo bacio.
< Scusami tu > - gli dico stringendolo a me - < Non ero arrabbiata con te per quello che mi hai detto, ma con quelli in Italia. È che il sentirli nominare, mi riporta a quando li abbiamo visti l’ultima volta...
Riguardo al regalo non fatto da quando è nato Willard... non era necessario, perché tu sei presente ogni giorno da quando è con noi e a me, basta questo. Il tuo essere nella nostra vita > lo bacio. Ricambia stringendomi a se.
 
A portarci alla realtà è il pianto di Willard.
< Mi sa che ha fame > dice Billy.
< Vai a dargli il latte. Alla cena ci pensiamo io e papà > dice Jake dandomi una pacca sul sedere.
< Andiamo a mangiare noi due > dico a mio figlio mentre lo prendo dalle braccia del nonno. 
 
Dopo essermi presa cura del mio bambino, torno di là dai due Black intenti a cucinare. E non so nemmeno cosa, ma sicuramente è qualcosa di buono. Si sente dal profumo.
< Che buon profumo. Posso darvi una mano? > chiedo.
< No, ti siedi e stai buona. E aspetti > mi risponde Jacob.
 
Siccome ferma, non so stare... apparecchio la tavola.
 
A tavola durante la cena, parliamo dei preparativi del matrimonio.
< Prima avete nominato i Volturi... > dice Billy. Jake gli rivolge un’occhiataccia.
< Billy, ti prego non dire anche tu che devo mandare l’invito anche a loro perché non lo farò mai. Io non rinnego la mia famiglia perché so bene che per metà sono vampira. Anni fa, ho scelto di essere umana e vivere con gli umani, e questo loro lo sanno. Siccome l’ultima volta che sono venuti qua, oltre ad averlo visto tramite i miei ricordi, glielo ho detto a voce della mia scelta. E siccome non erano riusciti a trovare nessun pretesto sui attaccarsi e far guerra. Stavolta si attaccheranno a qualsiasi cavolata per riuscire nel loro intento > spiego.
< Non ci sarà nessuno scontro, siamo in vantaggio numerico lo sai. E se poi dovesse... > dice Jacob, ma io lo fermo perché ho capito cosa vuole dire.
< So che tu e il resto dei branchi sarete pronti, ma la risposta è no > gli dico.
 
Preferisco morire io, piuttosto che vederti lottare con quelli.
 
< Per gli invitati da parte tua, Jake li facciamo insieme > dice Billy a Jake, cambiando discorso.
 
Finita la cena, mentre Billy e Jake sono seduti a tavolino a scrivere la lista degli invitati da parte dei Black, io metto in ordine la cucina e una volta sistemata, do loro la buona notte e vado a dormire.
 
I mesi passano.  I preparativi per il matrimonio sembrano non avere una fine. Sarà l’agitazione, sarà che voglio tutto perfetto, ma c’è sempre qualcosa da aggiungere alla lista “Matrimonio”, nonostante abbia dato alcune cose da fare alla zia Alice.
 Willard cresce e diventa sempre più bello.  Ha i capelli neri come quelli di Jake, il colore degli occhi invece è il mio e la pelle è una via di mezzo tra il mio bianco latte e il ruggine di Jacob. Insomma Will è un mix tra il padre e me. È sempre sorridente e allegro, anche se quando vuole, sa farsi sentire soprattutto se ha fame e vuole essere preso in braccio. Adesso ha quattro mesi e ne manca soltanto uno al matrimonio.
 
< Signora Black, cosa sta facendo? > mi sussurra all'orecchio Jake cingendomi i fianchi da dietro.
< Stendo i panni, signor Black > gli rispondo sorridendo. Mi bacia il collo.
< Baby Black? > mi chiede mentre le sue mani accarezzano delicatamente la mia pancia scoperta.
< Dorme beato nel suo lettino in camera sua > gli rispondo mentre fermo con una molletta l'ultimo panno sul filo per stendere.
< Allora possiamo fare le prove. Manca soltanto un mese al matrimonio > mi dice girandomi verso di lui.
< Che prove? > gli domando mentre cerco di ricordare cosa manca per il grande giorno, ma non mi viene in mente niente.
< Questo > mi dice mentre mi prende in braccio ed entriamo in casa. Non mi mette giù, mi porta fino alla stanza da letto. Capisco la sua intenzione e la sua voglia perché è la stessa mia.
Da quando è nato Willard, momenti da soli Jake ed io non siamo riusciti a trovarli, e quando capitano, bisogna approfittarne perché sono rari!
Mi poggia sul letto e lo bacio attirandolo a me. In un attimo i nostri vestiti, compreso l'intimo, sono a terra e noi due siamo sul letto a fare l'amore. A diventare una cosa sola.
 
Siamo nel letto a coccolarci come piace a noi, quando dal walkie talkie sentiamo Willard piangere.
< Vado io. Tu resta qui > - mi dice Jake. Si alza dal letto e s’infila i boxer, al contrario e a me scappa da ridere, e va da lui mentre io me ne resto nuda, sistemata comoda nel letto - < Eccoci da mamma > dice a nostro figlio entrando in camera.
< Hai fame, tesoro > dico a nostro figlio prendendolo in braccio e subito si attacca al seno. 
< Io ho fame di altro però... > mi sussurra con voce roca e mi stampa un bacio sulla bocca. Sorrido. 
< Jake va a farti una doccia, così appena cambio lui, me la vado a fare io e poi usciamo > gli dico. 
< Dove dobbiamo andare? > mi chiede da seduto sul letto che guarda il nostro cucciolo prendere il latte.
< A Port Angeles per comprare alcune cose a Willard e poi siamo a cena dai miei. Mio padre deve darci il regalo di nozze > gli dico. 
< Non ho scelta, vero? > - mi chiede e faccio segno di no - < Vado a lavarmi >
Mentre Jake è in bagno, preparo Willard per uscire e nel frattempo che aspettiamo che torna dalla doccia sistemo il letto. Appena arriva, vado io in bagno a lavarmi.
 
 
Appena pronta sistemo Will sul seggiolino, e saliamo in auto. Una volta arrivati a Port Angeles e trovato parcheggio, scendiamo dalla macchina.
< Jake, domani hai la prova del vestito con la zia Alice. Te lo ricordi? > gli dico mentre sistemo Will sul passeggino.
< Si me lo ricordo e meno male che sarà l'ultima > mi dice chiudendo la macchina. 
< Ne hai fatte soltanto tre di prove, e ti lamenti?! Io ne ho fatte più di te, e ancora non finito > gli dico me mentre spingo il passeggino. I vestiti anche se semplici, ha voluto e insistito zia Alice nel confezionarli e siccome non le ho permesso di organizzare il matrimonio, come ha fatto con quello dei miei. I vestiti, come anche il rinfresco a casa Cullen, glieli cedo.
 
Nel negozio, guardo con meticolosa attenzione i vestiti per Willard. Siamo qui per lui.
 
< Che ne pensi di questi pantaloni? > mi chiede Jake mostrandomi un paio di pantaloni azzurri.
< Belli, ma sono piccoli > gli rispondo. 
< No, sono giusti e sono per i cinque/sei mesi, in altre parole settembre/ottobre di quest'anno > - mi dice a voce bassa in modo tale da non farsi sentire da altre persone e mostrandomi l’etichetta - < Will cresce come tutti i bambini, non come te che dopo mezza giornata un vestito non ti stava più. Tranquilla > annuisco. 
 
Ha ragione. Sono ancora traumatizzata dalla mia crescita.
 
< Prendiamoli. Lo so sono ancora traumatizzata da questa cosa della crescita. Grazie > gli dico dandogli un piccolo bacio sulla bocca.
 
Senza di te, non saprei cosa fare... 
 
Cerchiamo altri pantaloni, magliette, body e... scarpe. Il papà è fissato con le scarpe per neonati.
< Jake, tuo figlio non cammina ancora > gli dico divertita mentre mi mostra vari tipi di scarpe.
< Al nostro matrimonio, lo vuoi scalzo? > mi domanda. 
< Scalzo no, ma ha i calzini ai piedi > - rispondo. Ci penso su, e, in effetti, ha ragione lui - < Prendi quei sandali blu > sorride soddisfatto. 
 
Usciti dal negozio con una bella busta piena di vestitini e accessori per Willard, facciamo una passeggiata per il lungo mare della città. Ci sediamo su una panchina davanti al mare a mangiare il gelato appena comprato.
< Hai deciso, dove andare in viaggio di nozze? > mi domanda. 
< No. Non voglio lasciare lui qui > gli dico.
< Non starebbe da solo, ci sono i tuoi, c'è Rachel... > mi dice.
< Non si tratta a chi lasciarlo, o di fiducia, ma si tratta che è troppo piccolo e dipende da me, da noi. Sai, un conto era se mangiava pappine, omogeneizzati, allora non c'erano problemi, ma prende il latte da me. Tu staresti a tuo agio sapendo che tuo figlio è lontano da te? > gli spiego. Ci pensa su.
< No. Lui ormai è parte di noi. Ogni giorno che sia in officina sia di ronda, il mio pensiero è sempre su di voi. Rimandiamo il viaggio a settembre dell'anno prossimo > - mi dice sorridendo e riempiendo la mia bocca di piccoli baci - < Mmm sai di fragola > mi fa sorridere. 
< E tu sai di crema > gli dico sorridendo. Restiamo a giocare e a mangiare il gelato fino a quando Willard comincia a ridere. 
< Ti diverti quando sporco la mamma, vero? Ti accontento subito > dice Jacob guardando Will che batte le manine, e subito mi sporca di crema il naso. E il nostro tesoro ride. Rido anch’io.
Finito il gelato e posato le buste in auto, invece di salirci e andare dai miei, scegliamo di fare una passeggiata in spiaggia. 
< Alt! >- gli dico fermandolo per un braccio - < Mi devo togliere le scarpe > le levo e le metto sotto il passeggino.
< Non provare ad avvicinarti all'acqua > - mi ammonisce Jake - < In aiuto non abbiamo l'asciugamano e tu, non hai il costume da bagno >
< Guastafeste come sempre, nemmeno la paternità ti ha ammorbidito > gli dico ridendo.
 
Non ho intenzione di farmi il bagno, ma solo sentire la sabbia sotto i piedi nudi.
 
Camminiamo sulla spiaggia, lontano dai bagnati che sono lì in costume a prendere il sole, mangiare, fare il bagno e sentire le grida di qualche mamma chiamare per nome, il proprio figlio. 
 
Tra qualche anno, mi sa che anch’io sarò in spiaggia a chiamare Willard che non vuole uscire dall'acqua.
 
< Terra chiama Nessie > mi chiama Jake sventolando la sua mano davanti ai miei occhi.
< È? Dicevi qualcosa? > gli chiedo riprendendomi dal pensiero.
< Dicevo che... non ha importanza. A che pensi? > mi domanda.
< A quando tra qualche anno, sarò in spiaggia con lui e mi toccherà chiamarlo. " Willard! Esci dall'acqua adesso!" > dico fingendo di gridare e il diretto interessato, ancora troppo piccolo per fare il bagno da solo, se la ride e con lui il suo papà. 
 
Jacob si toglie anche lui le scarpe, restando anche lui a piedi nudi.
< Non provare ad avvicinarti all'acqua. In auto non abbiamo l'asciugamano e tu non hai il costume > gli dico le stesse cose che mi ha detto lui prima. 
< Antipatica! > mi dice e ride. Rido anch’io e anche Will che anche se non ne capisce il motivo, è contagiato. Poi prende Will dal passeggino e si avvicina alla riva, dove la sabbia scotta di meno perché è bagnata dalle onde del mare, gli fa poggiare i piedini sulla sabbia e sorpreso ride felice, muovendo le gambette.
< Cucciolo, ti piace la sabbia? > gli dice Jacob. Mentre io li guardo e sorrido divertita assieme a loro. Scatto loro una foto.
 
I miei amori più preziosi.
 
Jacob, con Will in braccio che in un secondo ha cambiato espressione perché è stato tolto dalla sabbia, e non gli sta bene, lo avvicina all'acqua, bassa, facendogli bagnare appena i piedini.
< Jake l'acqua è fredda per lui > gli dico. 
< Tranquilla, non è fredda. Invece di stare ferma lì, avvicinati e senti > - mi dice - < E guarda come si diverte > mi avvicino e osservo Will muovere i piedini nell'acqua tutto felice. Mi chino davanti a lui e scatto una foto. Stavolta inquadro soltanto Willard. Per rialzarmi perdo l'equilibrio e cado seduta in acqua. Jacob ride come un matto, mentre con Willard in braccio Willard mi aiuta ad alzarmi.
< Sì ridi pure > gli dico mentre riposo il cellulare nella borsa sul passeggino. Fortuna che il cellulare non ha toccato l’acqua.
< Non mi permetterei mai di ridere della mia donna > dice cercando di trattenere le risate. 
Ci sdraiamo sulla sabbia, io a pancia i giù per far asciugare il mio sedere, e lui a pancia su con Will tra le braccia e che giocano. 
< Wrooom! Aereo Will in atterraggio verso mamma > - dice Jake avvicinandomi il piccolo ed io lo bacio e  lui lo allontana - < Troppi baci e papà è geloso >
< Tanti baci anche a papà allora > mi sollevo sui gomiti e bacio Jake.
Un bacio a Willard e uno a Jake.
I pantaloncini, sono soltanto un pochino umidi, Will comincia ad aver fame e torniamo alla macchina. 
Mi pulisco le mani con una salvietta umidificata, mi siedo dietro e do il latte a Will mentre Jacob chiude e carica il passeggino nel porta bagagli. 
 
Arriviamo a casa Cullen e subito siamo assaliti dalle mie zie. Rose, prende subito in braccio Will mezzo addormentato. La macchina quando cammina, lo fa addormentare.
< Zia è da cambiare > le dico.
< Ci penso io a cambiarlo, tranquilla > - mi dice ed entra subito in casa - < Adesso ci pensa la zietta, a te >
< Nessie cosa hai fatto ai pantaloni? > mi chiede zia Alice.
< Siamo stati a Port Angeles, in spiaggia e per fare una foto sono caduta in acqua > le rispondo mostrandole la foto del nipotino sorridente con i piedi nell'acqua.
< Jacob, la tua prova vestito la facciamo ora quindi... > gli dice zia Alice spingendolo verso casa.
 
Nel frattempo che Jacob é a fare la sua ennesima prova vestito con la zia Alice, la zia Rose cerca di far addormentare Willard, gli zii Emmett e Jasper si sfidano a scacchi, io sono in cucina a preparare qualcosa per cena.
< Ciao tesoro. I tuoi uomini, dove li hai lasciati? > mi saluta mamma.
< Ciao mamma. Will è con zia Rose sta cercando di farlo addormentare e Jake è con la zia Alice > dico.
< Sta imprecando mentalmente > dice papà salutandomi. 
< Cos'è quel foglio? > gli domando mentre cerco di "rubare" il foglio che ha tra le mani, ma è più veloce di me e non me lo fa prendere.
< Una cosa per te e Jacob. Devi aspettare che sia qui > mi ammonisce. 
 
Uffa!
 
< Sei poi stata a Port Angeles? > mi domanda mamma. Annuisco e mostro ai miei le foto che ho fatto. 
< Come si è divertito in spiaggia... > s’intromette Jacob prendendosi una mela dal porta frutta.
< Nessie tocca a te per la prova, vieni > mi dice la zia Alice. Jacob ridacchia.
< Domani, lo proviamo. Ho tutta la giornata libera > le rispondo.
< Va bene. Ricorda cara, hai promesso. Domani qui e niente scuse > - mi dice poi si rivolge al fratello - < Su Edward, dai loro il regalo > batte le mani felice, come se il regalo fosse per lei. 
 
Ho una zia strana, l'ho sempre detto. 
 
Sospiro abbracciando con un braccio la vita di Jake e lui a sua volta ricambia.
< Bella ed io abbiamo pensato che come regalo di nozze questo possa esservi utile... > - dice papà consegnando una busta a Jacob - < In casa avete tutto, e adesso avete un figlio >
Jacob apre la busta, tira fuori quello che per me era un foglio, ma si rivela essere un depliant, di una macchina. Un Suv per la precisione. 
< Grazie e ci serve eccome! Proprio l'altro giorno, stavo pensando che é giunto il momento di cambiare auto > - dice Jacob - < Se dobbiamo fare dei viaggi, non credo che tra valigie e passeggino, nella golf si sta comodi >
< E la golf? Non mi sembra da rottamare... > domando anche perché so già che l’auto nuova, non mi permetterà di guidarla.
< La teniamo. Se devi spostarti da sola, puoi farlo > mi risponde Jacob.
< La macchina, mi hanno assicurato che sarà pronta per i primi di settembre > dice papà a entrambe, ma di più a Jacob. 
< Ah ok buono > gli risponde Jacob intero a osservare il depliant della macchina. 
< Già che siamo in tema, anche noi zii, vorremmo darvi il nostro regalo > dice lo zio Jasper. 
< È stato pensato a tutto > dice lo zio Emmett e ci consegna lui una busta. Questa volta la prendo io.
La apro e dentro ci sono un depliant di un hotel e due biglietti aerei. Destinazione Los Angeles.
< Veramente... Jake ed io... > dico cercando le parole giuste, per non offenderli. 
< Grazie veramente, al viaggio di nozze non avevamo ancora pensato a una meta > - interviene Jake al mio posto - < Per ora, preferiremo rimandare il viaggio... > 
< Will è ancora piccolo ed io, non me la sento di lasciarlo solo per qualche giorno. Mi spiace > dico finendo il discorso di Jacob.
< Lo avevamo messo in conto, infatti, i biglietti sono aperti potrete scegliere voi quando andarci > di zia Rose.
< Grazie > dico.
< Nessie sai che un giorno dovrai lasciare Will, anche solo per mezza giornata vero? > mi domanda mamma.
 
"Per caso, mamma sta per fare un discorso che io non voglio affrontare?"
 
Domando a papà che con un semplice "si", mi risponde.
 
< Mamma, lo so che alla fine quando troverò un lavoro Will, dovrò lasciarlo a un nido ma ora non me la sento di stare lontana da lui, infondo è piccolo e dipende da me > - dico e guardo Jacob chiedendogli di aiutarmi - < E da Jacob >
< Willard, non starebbe solo, ci... > inizia a dire mia madre, interrotta da Jacob. 
< Bells, lascia stare davvero. La conosci e sai che se prende una decisione è quella e non cambia idea. Per quanto riguarda Willard, è piccolo e nemmeno io riesco a stargli lontano > dice Jacob. 
< Non starebbe solo, ci siamo noi a prendercene cura e il viaggio non dura un anno > insiste mamma, che a testa dura siamo uguali.
< Fate come vi pare! Tanto io che sono la madre conto poco, anzi per niente > dico e me ne vado da mio figlio che dorme beato sul letto dei miei, circondato da tre cuscini. 
Mi sdraio accanto a lui e lo guardo dormire beato.
 
< Nessie... > mi chiama Jake avvicinandosi al letto e chinandosi verso di me. Mi giro verso di lui. Resto zitta. Alzo il braccio per posare la mano sul suo viso. 
 
< Non ho voglia di parlare >
 
< Ok, però ascoltami > - dice baciandomi la mano - < Io la penso come te, lo sai. Tu e Will siete la mia vita. A lavoro, ho sempre voi in testa, l'unico pensiero che ho è quello di non vedere l'ora di chiudere l'officina e tornane a casa da voi due. Figuriamoci se riesco a stare dei giorni senza vederlo > - lo guarda dormire e sorride - < Ci sono rimasti male tutti per quello che hai detto, è come se il loro regalo ti fa schifo e non è stato bello nei loro confronti >
< Io non ho detto che il viaggio mi fa schifo. Ho solamente detto che magari potremmo farlo più in là, Will è piccolo e non me la sento di lasciarlo solo tutto qui > dico asciugandomi gli occhi con il dorso della mano. Jacob mi abbraccia. 
< Will lo portiamo con noi. Ho saputo dai tuoi zii e, se tu li lasciavi parlare, avresti scoperto che Will può prendere l'aero con noi e che la meta del viaggio, non dista troppe ore di volo. Hanno scelto apposta una meta vicina, appunto per lui > mi dice indicando il piccolo.
< Capito > gli dico restando abbracciata a lui.
< Dovresti scendere e scusarti con loro > mi dice allargando le braccia per lasciarmi libera di andare.
< Ci vado tra un po' perché adesso... > gli dico e mi stringo di più a lui per poi dargli un casto bacio sulle labbra.
Willard si sveglia e piagnucola.
< Vieni da papà tuo... > gli dice Jacob prendendo in braccio il figlio.
< Sapevo che si stava per svegliare e questo è pianto da fame > gli dico mentre mi sbottono la camicia e tiro fuori un seno.
< Come facevi a saperlo? > mi domanda mentre me lo passa.
< Sono sua madre > gli rispondo con tono ovvio.
Jake resta accanto a noi fino a che Willard sazio non fa il suo ruttino.
 
Finto di allattare e cambiare Will, con Jake scendiamo al piano di sotto e raggiungiamo gli altri. Papà e la zia Alice giocano a scacchi, gli zii Emmett e Jasper guardano una partita in TV e mamma e la zia Rose, sono in cucina a preparare la cena per Jacob e me.  Mi scuso con tutti per le mie parole, ma soprattutto la mia reazione. Sono una neo mamma, e come tutte le donne diventate mamme da poco non riescono a staccarsi dal proprio figlio piccolino.
Dopo aver cenato e lasciato ai Cullen lo spupazzarsi il nipote che a ogni cosa ride.
 
Amo sentirlo ridere.
 
< Anche tu eri così. Ridevi sempre, soprattutto quando il lupo veniva qua e discuteva con Rose > mi dice mio padre.
 
"Mi ero dimenticata che leggi nella mente."
 
< Meglio così. Se dimentichi il mio potere > - mi dice - < Così potrò leggerti in silenzio >
< Potete comunicare a voce, così sentiamo anche noi? > domanda lo zio Emmett.
< Fortuna che non vivo qui e vi vedo poco > rispondo a papà facendogli la linguaccia. 
 
Tra le chiacchiere sulla preparazione del matrimonio, dove la zia Alice é in prima linea (almeno nella parte abiti e addobbi in casa Cullen per il ricevimento), si fa tardi. Jake ed io siamo stanchi, dopo aver passato una giornata tra negozi (che poi era solo uno) e mare, dove Willard si è divertito nello scoprire la sabbia sotto i piedini, si fa tardi. Si torna a casa.
 
Arrivati a casa, il primo a usufruire del bagno é Jacob. Nell'attesa che esce da lì, faccio mangiare Will per l'ultima volta.
< Jake, cambi tu Will e lo riaddormenti, per favore? Io vado un attimo in bagno > gli chiedo una volta uscito dal bagno in boxer. 
< Vai pure, ci penso io a mio figlio > mi dice prendendo le cose per cambiargli il pannolino. 
 
Vado in bagno, dopo essermi presa cura della mia igiene personale, tolgo i vestiti che Jake ha lasciato in bagno. Poi vado in cucina a bere e quando torno in camera, trovo padre e figlio sul letto dormire beatamente. Tolgo alcune cose da sopra il letto, che ovviamente Jake non leva, spengo l’abat-jour sul mio comodino e mi sistemo accanto a loro due.
 
< Dolce notte amori miei > sussurro a loro prima di chiudere gli occhi e dorme.
 
*Note Autrice*
 
Eccoci qui con un nuovo capitolo. Willard cresce e si fa sempre più bello. Ho messo che somiglia a entrambe, almeno nel colore dei capelli e degli occhi, la pelle è una via di mezzo tra loro due, né troppo chiare né troppo scura.
Mi sono resa conto che era estate e non avevo descritto nessun momento dolce di Jacob, Renesmee e Willard a passeggio, così mi è venuto in mente questo momento al mare, soprattutto guardando la foto “copertina”.
Il matrimonio si avvicina, Nessie è sempre più convinta che i Volturi non devono sapere nulla e Jake l’appoggia.  I regali di nozze, ho pensato che una macchina nuova, ora che sono in tre, era necessaria e chi meglio di Edward, poteva pensarci? Riguardo al viaggio, Los Angeles, mi sono documentata prima e un volo tra Seattle e Los Angeles dura pochissime ore.
Al prossimo
Frafra
   
 
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