Sasuke Uchiha intervenne appena in tempo per salvare la
ranocchia minacciata dai serpenti affamati.
Inizialmente, aveva seriamente ponderato di lasciarla nelle grinfie dei suoi
rettili, fosse anche solo per la stupidità dimostrata da chi l’aveva inviata lì
con quella missiva.
Alla fine, proprio in virtù di quella sopracitata stupidità, la recuperò. In
fondo non era colpa di quella povera rana se il suo padrone era un dobe di
prima categoria, con tanto di patente riconosciuta dal Ministero della Bakaità.
Con la rana sulla scrivania, cominciò a leggere la lettera.
E la risposta fu immediata.
Usuratonkachi.
Lo sai che quel rospo ha rischiato di venir mangiato dai serpenti? Insomma, ti sembra una cosa intelligente mandare una rana in un covo di serpi?
Sei sempre il solito idiota. Sempre.
Come
puoi solo pensare che non ti voglia come membro della mia famiglia? Tu
ne fai già parte.
Non sei un mostro, in tal caso potrei prendere in considerazione la proposta. Sei solo uno stupido, tenero, testardo e fastidioso dobe.
Proprio in virtù di questo tuo essere dobe, non puoi capire, Uzumaki.
Va bene, ti ho salvato da Haku. Ho quasi mandato a puttane la mia vendetta e allora?
Ho agito
d’istinto, quella volta. Ti ho visto in pericolo, mi ha dato fastidio,
mi sono buttato.
È normale
soccorrere la persona che ti piace un compagno di squadra, no?
Non sono
stato l’unico ad avvicinarmi troppo all’altro. Anche tu ti sei dovuto per forza
scavare un posto nel mio cuore, fino ad occuparne una parte fin troppo
grande immischiare nelle mie faccende personali.
Non mi hai lasciato in pace un giorno che fosse uno. Sempre tra i piedi; sempre in mezzo.
Non vi ho chiesto io di seguirmi. Non vi ho chiesto di farvi ammazzare per riportarmi indietro.
E, soprattutto, non voglio aiuto nella mia vendetta. Né per stare appresso ai miei allenamenti, né – specialmente – per aiutarmi ad uccidere Itachi.
È una cosa che devo sbrigare da solo. Una faccenda di famiglia, in cui voi non c’entrate nulla.
Non
voglio coinvolgere nessuno in questa missione suicida tra i
piedi.
Tanto meno te.
L’unione
fa la forza, dici? Ne sei così convinto, Naruto? Allora perché un intero clan è
stato sconfitto dalla forza di uno? Perché? Trovami una spiegazione
logica a questa domanda e allora, forse, prenderò in considerazione l’idea di
tornare a cantare il Kumbaya con i miei amici voi.
Ridevo,
dici? Ridevo con voi o ridevo di voi, usuratonkachi? Pensaci
perché c’è una bella differenza. Così come c’è differenza tra me e te.
Vuoi continuare a sorridere a chi ti ha fatto un torto? Vuoi continuare a
ridere a scherzare con chi ti detesta? Fai pure, ma non pretendere che io
partecipi a questo stupido gioco.
A me
piace stare solo, per questo vi allontanavo. Altrimenti, perché avrei dovuto?
Per qualche stupido sentimentalismo del tipo: «Non posso farvi affezionare a me
perché combattere contro Itachi è morte certa e non posso permettermi di
perdere anche voi, quindi è meglio che ci allontaniamo così soffriremo meno
tutti quanti?». È questo che pensi? È così. Beh, non è così!
Quindi, avanti! Continua a fargliela vedere, a quelli del villaggio. Continua a fingere di essere ciò che non sei, ma lasciami in pace.
Io vorrei
non voglio tornare da te a Konoha. Non mi interessa.
Quindi lasciami in pace. E non ti mettere sulla mia strada.
Anche
perché non ho la minima intenzione di ucciderti.
Mi
chiedi perché non sono riuscito ad ucciderti? Semplice, usuratonkachi: non
ce l’ho fatta non mi interessavi. E, soprattutto, non sono mio fratello.
Non ho intenzione di uccidere la persona che am… quello che consideravo
il mio migliore amico per ottenere un potere più grande. Preferisco di gran
lunga mandare al diavolo il mio corpo, piuttosto che ucciderti seguire i
suoi metodi.
È tutto.
Sasuke Uchiha.
Ps: mi
mancate. Tu, Sakura, Kakashi… ho voglia di vedervi. E, grazie per aver detto
che siamo sempre noi il Team 7. Se hai intenzione di continuare questa
conversazione rimanda via serpente. Non garantisco la sicurezza del tuo
batrace.
Sospirò, ripiegando il foglio su cui aveva scarabocchiato rapidamente la propria risposta.
Fissò più volte il piccolo pezzo di carta, indeciso se continuare o meno quella corrispondenza che stava prendendo una piega decisamente… fastidiosa.
Riallacciava un legame che doveva essere stato spezzato tanti anni prima; risvegliava antichi sentimenti, vecchie emozioni.
Scosse il capo. Era inutile riflettere eccessivamente sulle quattro parole che si scambiavano. Probabilmente, un giorno Naruto si sarebbe stancato. O, più plausibile, lo avrebbe fatto lui. E allora…
Consegnò la lettera ad un serpente, ordinando di consegnarla a Naruto Uzumaki, a Konoha. E di non mangiarsi nessuna delle sue rane.
Studiò l’animale sgusciare via dalla porta, quindi si lasciò andare contro lo schienale della sedia.
Ad aspettare.
N/A: Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa. È colpa
di Sasuke che ci mette tanto a tenere la sua corrispondenza ù_ù.
Spero che vi sia piaciuta, nonostante il ritardo XD.
Passo la mano a quel dobe di Kei.