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Autore: Vale0tta    12/03/2017    3 recensioni
Seguiremo passo dopo passo le vicende di Oscar e Andrè .
Li vedremo combinare marachelle da bambini, scoprire se stessi e imparare ad accettare i propri sentimenti durante l'adolescenza e infine compiere scelte importanti e difficili nell'età adulta.
Li guarderemo crescere,sbocciare , aiutarsi e sostenersi,sempre e comunque l'uno accanto all'altra.
[Ho dovuto momentaneamente sospendere la scrittura di nuovi capitoli a causa di altri progetti che mi stanno portando via parecchio tempo. Mi scuso per il disagio, ma ci tengo a fare le cose per bene con Oscar e André e quindi tornerò a pubblicare non appena avró tempo a sufficienza da dedicare ai nostri beniamini ]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 15 Settembre 1769

Clangore di spade.Metallo contro metallo.Respiri affannosi.

<< Oscar,non dovresti essere a Versailles? >> chiese Andrè,fendendo l'aria con la spada.

<< Non metto piede in un posto del genere! >> disse Oscar,sferrando un tondo mandritto che andò a incidere un sottile taglio sul gilet dell'avversario.

<< AH! >> Gemette Andrè.

<< Oh,suvvia Andrè!E' giusto un graffio! >>

Le loro spade si incrociarono,Andrè assestò un montante che Oscar parò abilmente,allora il ragazzo andò all'attacco con una serie di affondi e fendenti.

<< Madamigella Oscar!Andrè! Smettetela,è pericoloso!Stai attenta piccola! >> gridò Nanny dalla finestra dalla quale osservava preoccupata i due ragazzi duellare.

<< Guarda Oscar!C'è mia nonna! >>

<< Cerchi di farmi distrarre Andre? >> disse,schivando un manroverso.

<< Andrè quante volte ti ho detto che devi chiamarla" Madamigella Oscar"?Quando lo capirai? >> disse la nonna.

<< Non importa Nanny,io preferisco che mi chiami solamente Oscar.Come abbiamo sempre fatto fin da bambini >> disse,sferrando un affondo che fece arretrare Andrè.

<< E io dico che non siete più due bambini,perciò bisogna mantenere le distanze e rispettare gerarchie e titoli!Andrè sei solo un servo! >> si impuntò la donna.

Oscar a quelle parole si mise a colpire con più ferocia e tenacia,assestando dapprima un fendente,in seguito un montante,per poi riuscire finalmente a disarmare Andrè.La sua spada volò in aria,per poi essere ripresa da quella della ragazza che la porse nuovamente all'amico.

Combattere in questo modo!Non è affatto appropriato per una ragazza!Potrebbe indossare abiti meravigliosi e fare il suo ingresso in società.Ah no!Io non perderò mai la speranza di vederla prender parte a un ballo vestita come si addice a una bella ragazza come lei!Pensò l'anziana donna.

 

 

 

Intanto quel pomeriggio alla reggia di Versailles si stava tenendo un sontuoso ballo a cui il Generale Jarjayes aveva preso parte,ma non per godersi la musica o per ballare ; era stato invitato a colloquio dal Re Luigi XV.

 

<< Generale Jarjayes!Che piacere avervi qui.E' passato un po' di tempo dal nostro ultimo incontro >> disse il sovrano

<< Vostra Maestà >> disse il Generale,inchinandosi << è un piacere e un onore essere qui >>

<< Ora che siete arrivato ,possiamo discutere della nomina del Capitano delle guardie >> disse il Re << Non avrei problemi a scegliere vostro figlio Oscar per questo compito >>

<< Lo credete davvero Vostra Altezza? >> chiese il Generale.

<< Assolutamente.Anzi,ritengo che Oscar sia la persona più indicata per questo ruolo,essendo in realtà una donna.Sarebbe perfetta per proteggere Maria Antonietta,abile come si dice che sia con la spada ,e riuscirebbe a comprendere meglio la principessa di quanto saprebbe fare un uomo. >>

Gli occhi del generale si illuminarono di orgoglio.

<< Tuttavia anche il figlio del Tenente Girodelle aspira ad essere Capitano delle guardie,perciò ho deciso di indire un duello.I due ragazzi si dovranno battere domani e il vincitore diventerà il nuovo Capitano delle guardie.Questo è quanto >> disse Re Luigi XV.

 



Il Generale tornò a casa il prima possibile per annunciare la bella notizia alla figlia.La mandò a chiamare e la ricevette nel proprio studio.

Era veramente fiero di Oscar.Sapeva che non avrebbe avuto problemi a duellare con Girodelle e sicuramente lo avrebbe battuto.
Finalmente mio figlio renderà onore alla nostra famiglia.Diventerà Capitano e sarà al fianco della principessa Maria Antonietta che diventerà Regina di Francia.Quale immensa gloria!Combatterà e otterrà quello che si merita.Diventerà molto importante.Non poteva rendermi più felice.
Pensò l'uomo mentre osservava compiaciuto l'uniforme bianca da Capitano appoggiata sulla sedia.

Il bussare della porta lo fece tornare alla realtà ;

<< Entra pure Oscar >>

La ragazza entrò e rimase leggermente stranita dal sorriso dipinto sul volto del padre.In poche rare occasioni lo aveva visto sorridere,perciò doveva essere successo qualcosa di importante.

<< Figlio mio >> esordì l'uomo << questo è un momento decisivo : stai per diventare Capitano delle guardie di sua Maestà e sarai responsabile della sicurezza della principessa Maria Antonietta.Prima però dovrai affrontare in duello il figlio del Tenente Girodelle.Non ho alcun dubbio sul fatto che sarai tu a vincere,ti ho addestrato per quattordici anni a questo scontro.Non puoi fallire.E ora vorrei che indossassi questa divisa. >>

Il Generale prese l'uniforme e la mostrò a Oscar che rimase a fissarla con sguardo vitreo.La sua mente stava galoppando,veloce come Cesar.

Diventare Capitano della guardia.Proteggere la Principessa.

Parole che rimbombavano nella sua testa,forti come il suono di un tuono durante una tempesta.

<< Cosa c'è Oscar? >> domandò suo padre

<< Ecco...io non ho alcuna intenzione di proteggere una donna >> disse,tenendo lo sguardo basso.

<< Come? >> Il Generale era esterrefatto.Non poteva credere che sua figlia volesse rifiutare un compito di tale prestigio.Non ci voleva credere.Sentì la rabbia crescere dentro di sè.Non riuscì a controllarsi.Afferrò Oscar per il collo della camicia.

<< Non lo permetterò mai! >> gridò,aprendo la porta del suo studio << Devi obbedire! >> Sollevò la figlia da terra,sempre tenendola per il bavero della camicia, e la scaraventò con violenza a terra.

La ragazza cadde dalle scale e rotolò rovinosamente per una decina di gradini.Trovò la forza di mettersi carponi,respirando a fatica, e infine si alzò.Si portò il palmo della mano alla bocca,per asciugare un rivolo di sangue.

<< Perdonatemi padre >> disse,scendendo i restanti pochi gradini,tenendo lo sguardo fisso nel vuoto.

<< Oscar,domani ti dovrai battere con la presenza di Sua Maestà.Che tu lo voglia oppure no.Non mi interessa,farai ciò che ti ordino io! >> disse l'uomo con voce furiosa e il respiro affannoso dovuto allo sforzo fisico e alla rabbia.

La ragazza si fermò ai piedi delle scale ; Nanny,Andrè e alcune altre serve la stavano guardando a bocca aperta.Non ebbe il coraggio d'incrociare lo sguardo dell'amico.Non ce la faceva.Così affrettò il passo,senza guardare in faccia nessuno.

<< Aspettate Madamigella! >> tentò invano di fermarla Nanny.

Andrè era rimasto pietrificato dall'orrore ; aveva visto la propria amica cadere dalla scalinata di marmo,picchiare la testa,la faccia,ogni parte del suo fragile corpo contro la fredda pietra.Ed era stato suo padre a spingerla con una cattiveria e una violenza che non aveva mai incontrato prima.Mentre lui era rimasto lì,fermo.Non aveva fatto nulla per aiutare Oscar, l'aveva lasciata in balia della furia del padre.

 

 

 

La ragazza uscì dall'abitazione,camminando il più velocemente possibile.Non voleva correre,perchè non voleva dare a vedere che quanto era appena accaduto l'aveva profondamente scossa.Sentiva la testa pulsare,la schiena dolorante e in bocca aveva ancora il sapore ferroso del proprio sangue.Ma la verità era che la cosa l'aveva davvero turbata.Non aveva mai visto suo padre così furente ; qualche volta quando era più piccola,si era arrabbiato con lei, perchè non era abbastanza brava durante gli allenamenti con la spada oppure la rimproverava aspramente quando,come una bambina, si metteva a piangere o mostrava troppo apertamente le proprie emozioni.Ma non l'aveva mai picchiata,o almeno mai con così tanta violenza.E lo aveva fatto davanti a tutti.Aveva mostrato davanti ad Andrè e a Nanny,le persone più importanti nella sua vita, quanto lei fosse debole,fragile.

Avrebbe voluto salire in groppa a Cesar,altro amico fedele e prezioso,sempre pronto a portarla lontano...lontano dal mondo che la perseguitava.Ma non poteva farlo.Aveva male in ogni parte del corpo e non sarebbe riuscita nemmeno a mettere un piede nella staffa.
Non riuscirei a salire in sella,figuriamoci a cavalcare pensò,mentre camminava nei campi al di fuori della propria dimora.

Non posso credere che mio padre sia così adirato con me.Cosa si aspettava che facessi?Che fossi contenta della notizia?Dopo aver vissuto tutta la mia vita ricevendo un'educazione maschile,dopo aver lottato a mani nude,dopo aver combattuto con la spada,dopo aver usato i coltelli...ho dovuto persino imparare a ballare!Dopo tutto questo si aspetta che io accetti di buon grado il compito "illustre" di servire una ragazzina della mia età?!Una ragazza viziata,capricciosa e probabilmente irriconoscente...una donna.E se io volessi vivere diversamente?Fare cose diverse?Ovviamente lui non si è mai posto questo problema.Per mio padre era già tutto deciso.Ma lui non può decidere cosa sarà la mia vita.E io non ho intenzione di vivere così.





16 settembre 1769

Oscar si era svegliata prima dell'alba quel giorno.IL giorno.

Aveva cercato di essere il più silenziosa possibile.Con movimenti molto lenti si era vestita ; aveva cercato di legarsi le bende attorno al seno il più strette possibili,poi si era infilata la camicia bianca decorata sul davanti da trine increspate (Jabot),il gilet verde ,le culottes marroni e le calze bianche(canons).Decise di mettere le scarpe una volta uscita da palazzo,perciò le tenette in mano assieme alla sua spada,ben riposta nel fodero.

Uscì dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle,con molta cautela.La servitù poteva svegliarsi da un momento all'altro,quindi doveva essere molto veloce a uscire di casa.

In punta di piedi scese i gardini della scala da cui suo padre l'aveva spinta il giorno precedente.Notò su uno di essi un paio di gocce di sangue.Le sue.Il labbro per fortuna non era molto gonfio.Attraversò con circospezione il grande atrio e si diresse in cucina.Decise di usare la porta della servitù,perchè era più semplice e silenziosa da aprire.Una volta fuori si infilò le scarpe e si diresse da Cesar.Sellò il cavallo,gli diede da mangiare e ,tenendolo per le briglie, lo portò fuori dai cancelli di villa Jarjayes.

Quando furono lontani una trentina di metri,montò in groppa al fidato destriero.Si voltò a guardare nella direzione della stanza di Andrè.Le tende alla finestra erano ancora chiuse.Probabilmente si stava godendo le ultime ore di sonno prima di doversi mettere al lavoro.

Chissà che sorpresa quando scoprirà che non ho dormito più di lui oggi!

Pensò la ragazza con un accenno di sorriso.

Cavalcò nella tenue luce mattutina,accompagnata da una fresca brezza e dalla voce dei passerotti che,allegri, davano il buongiorno al sole.

Non andò al lago,bensì più lontano.Il duello era stato fissato per le undici alla reggia di Versailles.Sapeva dove risiedeva la famiglia Girodelle e immaginava il tragitto ipotetico che il suo avversario avrebbe dovuto compiere per arrivare all'incontro. C'era una sola strada che poteva prendere ed era lì che lei e Cesar erano diretti.

Quando arrivò,smontò da cavallo e diede una carota all'amico per ricompensarlo dopo la lunga strada percorsa.Guardò il sole che splendeva alto nel cielo.Non doveva mancare molto.Così si diresse all'albero più vicino, vi si appoggiò contro e attese.

Dopo quelle che a Oscar sembrarono interminabili ore,dopo che vide passare molte persone,mercanti,donne con bambini,cavalieri e semplici contadini,vide due figure avvicinarsi a cavallo.Erano un uomo e un ragazzo poco più grande di lei.Quest'ultimo era alto e snello,con una lunga chioma di riccioli scuri e un'uniforme azzurra.

Deve essere Victor Clement de Girodelle .

Oscar alzò lo sguardo :

<< Vi stavo aspettando Tenente Girodelle.Il mio nome è Oscar François de Jarjayes >>

Lo sguardo sul volto del ragazzo accese per la meraviglia.

<< Ah!Ho sentito molto decantare la vostra bellezza e a ragione devo dire.Ma adesso dobbiamo andare,ci attendono alla Reggia.Non possiamo far aspettare sua Maestà il Re >> disse il giovane,superando la ragazza.

<< Aspettate Tenente >> disse Oscar,tenendo lo sguardo basso << io non ho alcuna intenzione di diventare Capitano della Guardia di Sua Maestà >>

<< Cosa? >> chiese Girodelle con stupore << Bene,siete anche saggia oltre a essere molto bella.A questo punto non mi resta che informare il Re della vostra ritirata. >>

Oscar sentì un formicolio alla bocca dello stomaco.Nessun uomo le aveva mai fatto un complimento.Questo la fece anche arrabbiare ; pensava forse che lei era arrivata fin lì solo grazie alla sua "famigerata bellezza" ?E credeva forse che la sua rinuncia al duello fosse dovuta al fatto di non volersi spezzare un'unghia? O che ,come la maggior parte delle dame, avesse paura davanti alla lama di una spada?

Strinse i pugni e catapultò il proprio sguardo di ghiaccio contro il Tenente.

<< Sia ben chiara una cosa : io non rinuncio mica perchè ho paura di voi!Almeno questo ci tengo a dimostrarvelo.Accettate di battervi qui? >>

In tutta risposta il ragazzo scoppiò in una sonora risata, alla quale si unì pochi istanti dopo l'altro uomo.

La rabbia della ragazza crebbe sempre più.Stavano ridendo di lei,la stavano prendendo in giro,non riuscivano a credere che lei volesse veramente battersi.

<< Forse non avete capito le mie intenzioni ; permettetemi di aggiungere che non volevo mettervi in imbarazzo davanti a un pubblico. >>

Il Tenente Girodelle si sentì punto nel proprio orgoglio maschile.Ed era lì che Oscar voleva arrivare.

<< Oppure avete forse paura di perdere contro una donna? >> chiese la ragazza con un lieve sorriso beffardo.

Il ragazzo smontò da cavallo,tenendo la mano sinistra sul fodero della spada che teneva allacciata al fianco sinistro.

<< Vi prego di capirmi Madamigella Oscar >> disse,con il viso rivolto al proprio cavallo e lo sguardo basso << Io non me la sento di incrociare le armi con una donna e poi per me non c'è molto onore nel battere una ragazza >> appena terminato di pronunciare queste parole,si voltò e si trovò faccia a faccia con la punta della spada di Oscar.Preoccupato,indietreggiò di un passo.I cavalli si allontanarono velocemente e l'uomo,probabile attendente del Tenente, faticava a domare il proprio.

<< Ho detto che non rinuncio per paura e questo è il solo modo che ho per farlo! >> disse la ragazza,alzando la voce.Adesso era lei che si sentiva profondamente ferita nell'orgoglio.

Non c'è onore a battere una donna...semmai sono io che non trovo onore a battere una persona che pensa codeste cose!

<< Non credo di avere molta scelta,quindi faremo come desiderate Madamigella.Accetto di combattere contro di voi >> disse Girodelle mentre sguainava la propria spada.

 

Si misero in posta frontale e incrociarono le lame,che risplendettero alla luce del sole. Fu Girodelle ad andare all'attacco per primo,sferrando un fendente che Oscar parò prontamente.Lasciò che il ragazzo assestasse tutti i colpi che voleva,mentre lei li fermava tutti con grande destrezza.Le serviva un po' di tempo per capire le mosse e la tecnica del suo avversario,così da capire quando e come batterlo.

Girodelle vibrò un affondo molto potente,ma Oscar fu abbastanza svelta da spostarsi di lato e schivarlo.Immediatamente il giovane sferrò un mezzano manroverso,mirando alla vita della ragazza.Oscar indietreggiò con un rapido balzo.Aveva capito che la tecnica del Tenente era continuare a colpire.Non faceva pause.Per lui contava solo colpire e anche molto forte.Decidette che la tattica migliore era di lasciare che si stancasse a furia di menar fendenti.Così avrebbe abbassato la guardia e avrebbe fatto più fatica nei movimenti.E solo allora lei avrebbe colpito.

Continuò a parare e schivare gli affondi,i montanti e gli sgualembri dell'avversario,lasciandolo avanzare finchè,proprio mentre Girodelle si apprestava a compiere un fendente lasciando la guardia scoperta,Oscar sferrò un montante che andò a squarciare la bella divisa dell'avversario,proprio in pieno petto.

Abbassò la spada,sulla quale era rimasta infilzata la stoffa cerulea.Il volto di Girodelle era un misto di perplessità,stupore e anche inquietudine.Non poteva credere che una ragazza potesse combattere in quel modo.In realtà non aveva mai neanche immaginato che una donna potesse maneggiare un'arma.Ed era veramente abile,aveva parato ogni suo colpo e schivato con estrema rapidità tutte le sue mosse.Questo lo turbava ; difficilmente aveva lasciato che qualcuno lo battesse.

<< Bene,io posso ritenermi soddisfatta >> disse Oscar,mentre con un movimento secco della spada toglieva il brandello di tessuto.

<< No!Un momento! >> disse il Tenente con gli occhi sgranati colmi d'ira e sgomento << Il duello è appena cominciato! >> e appena terminata l'ultima parola,andò subito alla carica,sferrando affondi e fendenti senza sosta.

Oscar fu costretta a indietreggiare per fermare ogni colpo e alla fine,dopo l'ennesima parata ,con una mossa molto veloce fece roteare la spada e colpì proprio dov'era l'elsa della lama avversaria.L'arma di Girodelle volò in aria,per poi andare a conficcarsi nel terreno.

Il ragazzo era attonito.Non aveva parole,sia perchè dopo quel combattimento gli era rimasto ben poco fiato,ma soprattutto perchè una donna lo aveva disarmato e sconfitto.Una donna molto bella,di quelle che si trovano ai balli di gala,di quelle che indossano abiti voluminosi,adorne di gioielli e piene di trucco.Ma questa donna era invece l'esatto opposto nonostante la sua bellezza.Abile e veloce,con indosso i pantaloni e la camicia,con la lingua tagliente e una grande determinazione.

 

 


Intanto alla Reggia di Versailles i tamburi,che in precedenza avevano suonato l'annuncio del combattimento, erano muti.Il Re sedeva sul proprio trono,con sguardo greve,muovendo le dita per la frustrazione.Il duello sarebbe dovuto cominciare già da un'ora,ma dei due sfidanti neanche l'ombra.Il sovrano poteva osservare e sentire il pubblico,i suoi sudditi, lamentarsi chi per la noia chi per la rabbia.Non ne poteva più.

Battè forte il pugno contro il bracciolo del trono,si alzò in piedi e tuonò :

<< Perchè Oscar e Girodelle non sono ancora qui?! >>

Il Generale Jarjayes non voleva credere che Oscar avesse davvero deciso di non prendere parte al duello.

Non puoi farmi questo! Pensò.

Dopo tutto quello che ho passato,dopo tutte le derisioni da parte di coloro che di figli maschi ne hanno in abbondanza,di chi non riesce a capire l'importanza di avere un erede,di quelli che pensano che io sia un folle ad averti reso uomo!NO!Non puoi farmi questo Oscar.Non presentarsi nemmeno,senza rendere spiegazioni della propria rinuncia.Non puoi comportarti in questo modo e non puoi assolutamente farmi questo dinanzi al Re di Francia!

Furono pochi attimi,il Generale venne destato dai propri pensieri dall'arrivo di un uomo a cavallo.Galoppava come se fosse inseguito da chissà quali nemici.Le persone si alzarono in piedi per vedere meglio,credendo che fossero i due pretendenti al ruolo di Comandante delle Guardie Reali.Invece era solo quell'uomo. Venne bloccato dalle guardie,allora scese dal proprio destriero e, con il poco fiato rimastogli e il viso paonazzo, disse :

<< Signori,Oscar ha aspettato il mio padrone,poco lontano da qui e lo ha sfidato.Ora si stanno battendo! >>

Furono pochi istanti,poche parole,che però cambiarono tutto. François Augustin Reynier de Jarjayes mai avrebbe pensato che suo figlio fosse in grado di compiere un atto simile.Di spingersi a fare una follia del genere,un'insensatezza e di farlo al cospetto di Sua Maestà il Re.Sbiancò in viso,sentì il suolo mancargli da sotto i piedi.Aveva lo sguardo di tutti puntato addosso.

Questo non dovevi farlo Oscar...

 

 

 

 

 

 

 

 

Arrivò nella propria residenza il prima possibile.Era stato trattenuto dal Re e da tutti i nobili che volevano sapere come mai suo figlio si fosse spinto a tanto.Lo avrebbe voluto sapere pure lui.Non aveva idea di dove cercare Oscar,così entrò in casa e ,furente, chiese alla vecchia governante.

<< Sì Signor Generale,l'ho vista.E' rientrata poco fa >> rispose la donna,preoccupata.Il Generale aveva una strana luce negli occhi e il volto distorto dalla rabbia.Sentiva che doveva essere successo qualcosa quel giorno.Un giorno importante per Oscar,ma sapeva che la sua bambina doveva aver combinato qualcosa che aveva fatto infuriare il padre.E sapeva che presto quella furia si sarebbe riversata tutta su quella povera creatura indifesa.

<< E adesso dov'è?! >> chiese spazientito.

Marron-Glacè non voleva che accadesse qualcosa alla sua piccola,ma sapeva che non poteva mentire al Generale.Soprattutto quando era così adirato.

<< Si trova... >> disse esitando << ...si trova nelle scuderie >>.

L'uomo non la lasciò neanche finire l'ultima parola,che già si trovava sulla soglia d'ingresso dell'abitazione.

Si recò velocemente alla scuderia e fu lì che vide suo figlio mentre parlava con il nipote della governante.Entrò e si diresse come una furia verso la ragazza.Sferrò due potenti schiaffi sul volto di Oscar,uno sulla guancia destra e l'altro sulla guancia sinistra.Colpi così forti che fecero cadere la ragazza a terra. Andrè guardava incredulo.Ancora una volta Oscar era vittima della furia del padre e ancora una volta lui non aveva fatto niente per impedirlo,per proteggerla.

<< Era necessario fare quello che hai fatto?! >> gridò il Generale,torreggiante sopra la figlia.

<< Non hai pensato alle conseguenze di questo tuo atto scellerato?Io non so quali saranno le decisioni che verranno prese da Sua Maestà il Re,ma saranno molto pesanti per te!La colpa che hai commesso si chiama tradimento!Mi hai deluso profondamente Oscar...non sei affatto degno di portare quella spilla! >> disse indicando il sigillo dorato che la ragazza teneva appuntato sul petto,poi se ne andò.

Andrè accorse ad aiutare l'amica,avvicinandosi a lei per aiutarla a rialzarsi.

<< Non mi toccare! >> urlò,scansando la mano che Andrè gli stava offrendo << Non mi serve il tuo aiuto o la tua compassione >>

Il ragazzo era stupito e rattristato dalle parole di Oscar.Come poteva credere che la sua fosse compassione?La vedeva lì,che cercava di rimettersi in piedi,con le guance rosse su cui era rimasto il segno della violenza appena subita.Non era riuscito a evitare che tutto ciò accadesse,ma poteva aiutarla a rimettere assieme i pezzi.Eppure lei non voleva il suo aiuto.Non lo aveva mai voluto,in momenti del genere.Voleva mostrarsi forte e sicura,indipendente e decisa a resistere come una roccia.Ma lei non era una roccia,nessuno lo era.

Ecco perchè servono gli amici,perchè ci aiutino a pretendere di essere rocce.

Non poteva fare nulla per aiutare l'amica o almeno non poteva farlo,finchè non fosse stata lei a chiedere una mano.

 

Lasciò Oscar da sola per il resto della giornata e quando venne ora di cena,nè lei nè il Generale si presentarono a tavola.L'uomo era uscito da poco,ma non aveva rivelato dove sarebbe andato.La ragazza era invece rinchiusa nella propria stanza,nel proprio piccolo nido protettivo.

Solo Madame Jarjayes era scesa per la cena,ma non aveva quasi toccato cibo.Avrebbe voluto parlare con la figlia,per capire come mai aveva deciso di fare ciò che aveva fatto.Voleva sapere se c'era qualcosa che la turbava,ma Oscar allontanava tutti.Era troppo ferita per farsi vedere da qualcuno.

Intanto nelle cucine Marron-Glacè trangugiava un bicchiere di vino rosso dopo l'altro,mentre farfugliava tra sè e sè.

<< Sono veramente preoccupata...non ho mai visto il padrone infuriato come quest'oggi... >>

Stava per versarsi un altro bicchiere,ma fu Andrè a fermarla e a prendere la bottiglia :
<< Basta nonna!Credo che tu abbia già bevuto fin troppo! >>

<< Dà qua per favore! >> disse la donna,strappando la bottiglia dalle mani del nipote << Fa bene bere di tanto in tanto!Poi stasera non posso proprio farne a meno...giuro che al posto di Madamigella Oscar avrei fatto la stessa cosa!Anche io mi sarei rifiutata di indossare quella divisa! >>

<< Non dire sciocchezze nonna,tu non sai che cosa fanno a quelli che si macchiano di tradimento >> disse Andrè con lo sguardo perso nel vuoto.Poi udì un tonfo.Sua nonna era caduta dalla sedia,così si affrettò ad aiutarla.Era completamente ubriaca e continuava a bofonchiare frasi apparentemente senza senso,ma una cosa che disse attirò l'attenzione del ragazzo :
<< La mia Oscar...c'è un conflitto dentro di lei ; non sa se essere uomo o donna >>

Questa frase lo sconvolse.Non aveva mai pensato che il rifiuto di Oscar a portare l'uniforme fosse dovuto a quello.Pensava fosse semplicemente dovuto al fatto che non voleva servire una donna,invece c'era un motivo molto più profondo.

In effetti non si era mai posto il problema che Oscar potesse voler vivere una vita diversa da quella che aveva scelto suo padre per lei.Certo,sapeva che non era una cosa normale crescere una ragazza come se fosse un ragazzo,ma non credeva che a Oscar potessero interessare le cose da ragazza.Non aveva mai pensato che la sua amica potesse sognare di sposarsi con un giovane conte,che volesse diventare madre,andare ai balli,vestirsi con gonne,abiti e corsetti,acconciarsi i capelli,mettere gioielli e trucco,parlare di cose frivole con altre donne frivole,agitando un ventaglio.

Eppure Oscar era una donna a tutti gli effetti e lo stava diventando ogni giorno di più.Lui se ne accorgeva,anche quando lei faceva di tutto per nasconderlo.Intravedeva le bende che fasciavano il suo petto quando indossava una camicia bianca,che teneva sempre chiusa fino all'ultimo bottone.Non come lui che poteva andare in giro a torso nudo o allacciare giusto due bottoni .Vedeva le piccole smorfie di dolore che turbavano il suo bel viso e che lei cercava di nascondere quando,a causa di un movimento durante un duello o un combattimento, le fasce stringevano troppo.La vedeva mentre cercava velocemente di allentarle,infilando una mano sotto la giacca,quando credeva che lui fosse distratto.Invece a lui non sfuggiva niente.Non gli sfuggiva il profumo dei suoi biondi capelli.Non gli sfuggivano le sue lunghe ciglia nere,le sue piccole mani affusolate dalle unghie ben curate,le labbra rosee e i lineamenti delicati del suo volto.Non gli sfuggivano le forme del suo corpo che andavano ogni giorno a farsi più rotonde e più femminili.La sua eleganza,il suo portamento...tutto in lei stava fiorendo.Quindi perchè lui non aveva mai pensato che Oscar potesse volere ciò che tutte le altre donne volevano?Perchè non le aveva mai chiesto che cosa volesse fare della sua vita?

Pensò a lungo a una risposta mentre accompagnava la nonna nella sua stanza da letto.Inizialmente non la trovò,ma poi ci pensò più attentamente e giunse alla conclusione che era per egoismo.Non aveva mai posto quelle domande,perchè aveva paura delle risposte che Oscar avrebbe potuto dare. Perchè aveva paura di scoprire che Oscar avrebbe voluto una vita diversa,una vita in cui lui non poteva prendere parte,una vita lontano da lui.Sì,temeva che la ragazza più importante del suo mondo potesse abbandonarlo. Lasciarlo per qualcuno di migliore.Lo terrorizzava l'idea che la sua Oscar potesse essere felice al fianco di qualcun'altro.Perciò aveva deciso inconsciamente che Oscar poteva vivere solo in quel modo,comportandosi da uomo tutta la vita,con lui al suo fianco.Credeva che non le servisse altro,che lui e quella vita maschile fossero sufficienti.Invece, evidentemente, Oscar non era d'accordo.

Chissà che tempesta sta vivendo...la mia Oscar...deve decidere quale sarà il suo futuro...ecco cosa la tormenta.

 

Doveva parlare con lei,per fugare ogni dubbio.Per sapere che cosa aveva intenzione di fare l'amica.Così si recò davanti alla stanza che conosceva fin troppo bene.Bussò piano,temendo che lei potesse mandarlo via.Invece,con sua grande sorpresa,gli permise di entrare.Era seduta su una sedia di velluto rosso,dinanzi al ritratto della madre,mentre faceva finta di essere impegnata a leggere un libro.

Non devi fingere con me Oscar.Siamo amici e con me puoi essere te stessa.Puoi mostrarti turbata,triste o felice...proprio come facevi da bambina.Ti vedo,io ti vedo realmente anche quando tu non riesci a farlo.Sei agitata,talmente in ansia che non mi lasci nemmeno aprire bocca...

<< Ascolta Andrè,non c'è bisogno che tu ti preoccupi per me...non ce n'è motivo >>

<< Non sono del tuo stesso avviso Oscar >>

La finestra è aperta e fuori c'è il temporale.

E' come se ciò che c'è fuori rispecchiasse quello che sta succedendo dentro di te ,Oscar.Anche nella tua vita si sta scatenando una tempesta ; le tue paure,i tuoi desideri,quello che vorrebbe tuo padre...tutto si infrange contro di te,proprio come questi fulmini si infrangono al suolo con un gran boato.

Voglio proteggerti,aiutarti anche se tu non me lo permetti...l'unica cosa che posso fare è chiudere questa finestra e lasciare il brutto tempo lontano da te almeno per un po'.

<< Lasciala aperta. >> ordinò la ragazza << va tutto bene finchè giochi e corri ma quando diventi più grande e devi scegliere,diventa tutto più difficile.Cominci a chiederti perchè...succede anche a te non è vero? Andrè...sei preoccupato anche tu perchè io non voglio indossare quella dannata uniforme?! >> scaraventò il libro contro il muro con molta violenza,poi si portò una mano a coprire il viso.

<< No!Non ho alcuna intenzione di proteggere una donna! >>

<< Non è la sola ragione Oscar.Io credo di aver capito quello che provi >>

La ragazza rimase come pietrificata da quell'ultima frase.Quello che il suo amico aveva appena detto,la fece andare su tutte le furie.Lo guardò con occhi colmi d'ira.

Andrè fu colpito da quello sguardo inaspettato.

Ho fatto cadere la tua maschera Oscar e questo ti spaventa.Hai paura di mostrare le tue fragilità e hai paura che qualcuno possa capire la vera te stessa.Ma con me non devi avere paura di niente e perchè sei così arrabbiata?Io sono dalla tua parte,tu lo sai...lo hai sempre saputo.Cerco di trovare le parole adatte per spiegarti meglio quello che intendevo dire,ma ancora una volta tu non mi lasci parlare.

<< Vattene via Andrè >>

Una folata di vento gelido entra dalla finestra e spegne le candele.

Restiamo noi,soli,al buio.Lo stesso buio che costituisce il baratro in cui tu,Oscar, credi di essere intrappolata.Ma io sono qui!Adesso! E ti sto offrendo la mia mano.

<< No!Oscar io... >> provò a dire il giovane.

<< Ho detto di uscire immediatamente! >> gridò la ragazza,alzandosi e spingendo con forza l'amico.

Andrè,deluso e arreso,lasciò la stanza.Scese le scale e andò a riordinare la cucina.

Oscar sentì uno scalpitio di zoccoli e il nitrire di cavalli.Andò alla finestra e vide la carrozza con lo stemma dei Jarjayes. Suo padre era tornato.Doveva assolutamente sapere dove era stato e cosa era successo.Uscì con cautela dalla propria stanza e si nascose dietro a una colonna,in prossimità delle scale che portavano al grande atrio.Vide suo padre entrare e dirigersi verso le scale,ma poi lo vide illuminarsi e cambiare strada.Stava andando in cucina.Velocemente scese i gradini e sgattaiolò nella sala da pranzo e da lì si accostò alla porta chiusa della cucina.Udì la voce di Andrè che salutava suo padre e poi sentì quest'ultimo parlare :
<< E' successa una cosa del tutto imprevista ; Sua Maestà il Re era molto adirato con Oscar,ma poi si è incontrato con il Tenente Girodelle il quale gli ha detto che Oscar è la persona più adatta a diventare Capitano.Sua Maestà è stato magnanimo e molo generoso,ha perdonato mio figlio della colpa commessa e gli ha affidato l'incarico di Capitano delle Guardie.Questo è un ordine della corona e come tale va rispettato! Andrè,io so che Oscar ti ascolta.Devi convincerlo a indossare quell'uniforme!Non mi importa come,ma devi convincerlo! >>

Andrè aveva ascoltato attonito,incredulo su quanto il Generale gli stava dicendo e indignato per l'ordine che gli aveva appena dato.

Convincere Oscar a fare una cosa che va contro la sua volontà...non posso farle una cosa del genere Pensò.Ma sapeva bene che non poteva rifiutare di obbedire a un ordine del Generale.Lo avrebbe punito o peggio; lo avrebbe cacciato.Non sapeva cosa fare,non sapeva cosa dire.Non voleva veicolare le scelte di Oscar verso ciò che voleva suo padre,ma non poteva dire a quest'ultimo che si ribellava a un suo comando.Perciò decise di assecondarlo e prendere un po' di tempo per decidere che cosa fare realmente.

<< Certamente signore,ai vostri ordini >> disse con voce fredda,guardandolo negli occhi.Gli stessi occhi azzurri di Oscar.

Dall'altro lato della porta la ragazza aveva udito tutto ed era meravigliata che il Re avesse preso una decisione del genere,ma era ancora più incredula del fatto che Andrè,il suo migliore amico,avesse accettato la proposta di suo padre. Andrè aveva accettato di coalizzarsi con l'uomo che le aveva rubato l'infanzia,che l'aveva costretta a indossare un'armatura che celasse la sua vera natura,che le voleva impedirle di aprire le ali e spiccare il volo nella direzione giusta,nella direzione che più si addiceva a lei.La persona che da piccola la sgridava,la schiaffeggiava perchè non si comportava abbastanza da uomo,che l'aveva buttata giù dalle scale,che l'aveva schiaffeggiata con violenza.Andrè si era alleato con l'uomo che le aveva fatto tutto ciò e non l'aveva mai difesa da quella violenza.

Sentì che i due si stavano accomiatando,perciò corse via il più velocemente e silenziosamente possibile.Si rifugiò in camera e lì vi restò per tutta la notte.

Fu una notte lunga e interminabile,come se il giorno non volesse mai arrivare.Aveva mille pensieri per la testa,un vortice di emozioni e una tempesta di paure.Aveva paura per quella che poteva essere la sua vita se avesse deciso di diventare Capitano.Avrebbe dovuto mettere la sua vita a rischio ogni giorno per proteggere un'altra ragazza,avrebbe dovuto comandare un esercito di uomini,di soldati.Uomini sottomessi ai comandi di una donna.Non lo avrebbero mai accettato,non avrebbero mai accettato che una ragazza dicesse loro che cosa fare.Aveva il timore che potessero non volerla in quanto donna,che non sarebbe mai potuta essere all'altezza di tale compito e che sarebbe stata derisa,umiliata.Si sarebbe sentita inferiore a loro e nessuno avrebbe preso i suoi ordini sul serio.Inoltre avrebbe definitivamente detto addio all'essere donna.Avrebbe dovuto scegliere cosa diventare e se avesse scelto l'uniforme,avrebbe dovuto dire addio alla possibilità di indossare un abito.Alla possibilità di conquistare un uomo o avere bambini.Avrebbe rinunciato all'occasione di diventare come le sue cinque sorelle.Non che volesse essere come loro o avere una vita monotona e sottomessa come quella che erano costrette a vivere.La sua vita le piaceva : amava andare a cavallo e incrociare la sua spada con quella di Andrè. Trovava comodi i suoi vestiti,nonostante dovesse indossare quelle fasce che considerava comunque meglio che indossare un corsetto.Le piaceva il suo rapporto alla pari con Andrè,poter parlare così liberamente con un ragazzo e poter fare ciò che voleva senza dover chiedere costantemente il permesso di suo padre.Se voleva uscire a fare una passeggiata da sola,poteva farlo mentre le sue sorelle avrebbero dovuto domandare al loro padre che le avrebbe sicuramente fatte accompagnare da qualcuno,perchè non sta bene che una giovane nobile donna vada in giro da sola.Lei invece poteva e aveva addirittura ricevuto un'istruzione che se fosse stata come Josephine e le altre non avrebbe avuto.Non avrebbe imparato la storia,le tecniche militari,la politica o l'uso delle armi.Ma la rattristava e la turbava pensare che se fosse diventata Capitano,avrebbe rinunciato per sempre a provare le gioie che tutte le altre donne provano nella vita.

 



Fu tormentata da quei pensieri finchè spuntò il sole e il cielo si tinse del rosa dell'alba.Scese a fare colazione,ma non trovò traccia nè di Andrè nè della nonna.Così,dopo aver mangiato qualcosa,si recò alla scuderia e trovò lì il suo amico.Andrè le propose di fare una cavalcata assieme siccome era da molto che non ne facevano una.Lei accettò,anche se sapeva bene che il motivo della cavalcata era un altro.

Galopparono spediti,in groppa a Cesar e ad Alexander, il vento che si insinuava nei loro capelli,che sgusciava nei loro vestiti,che faceva vibrare la loro pelle e rinfrescava i loro volti.Arrivarono al lago e fecero dissetare i cavalli mentre loro si riposavano sull'erba.

<< Te lo ricordi Oscar?Una volta stavamo per annegare qui >>

<< Come potrei dimenticarlo?Tu avevi sei anni ed io cinque.Mi hai salvato e poi mi hai anche insegnato a nuotare >>

<< E la nonna che , disperata,si è arresa e ci ha lasciato fare >>

<< Già...bei tempi >> concluse la ragazza,sdraiandosi in mezzo al verde.

Andrè strappò un filo d'erba e cominciò a soffiarci attraverso,facendo sì che emettesse dei fischi e cercò di " suonare " una melodia.Era una cosa che faceva fin da piccolo e ad Oscar faceva sempre tanto ridere.Ma non questa volta :

<< Smettila,smettila per favore.Non lo sopporto >>

<< Ma che cosa ti prende?Ti è sempre piaciuto... >> disse il ragazzo,contrito.

<< Tu non devi dirmi qualcosa? >> chiese la ragazza,spazientita.

<< N..no niente >> rispose semplicemente lui.

<< Su!Avanti!Dimmi che devo indossare quell'uniforme,che cosa aspetti?! >> gridò lei,mettendosi a sedere.

<< No,tu non devi indossare quell'uniforme se non vuoi >>

La ragazza si alzò in piedi e guardò l'amico dall'alto in basso :

<< Io ti conosco bene Andrè ; comincerai col darmi ragione,ma poi tenterai di convincermi che sto sbagliando tutto. >>

Il ragazzo era sbigottito,la guardava e non riusciva a capire perchè stesse dicendo tutte quelle cose.Allora anche lui si alzò in piedi, portando una mano verso l'amica,ma Oscar la scansò con uno schiaffo.Il ragazzo rispose con un pugno sullo zigomo che la fece cadere a terra.Lei fissò i suoi immensi occhi azzurri in quelli di lui, uno sguardo che il ragazzo conosceva fin troppo bene ; Oscar era pronta a battersi con le unghie e con i denti pur di affermare le proprie idee e non lasciarsi mettere i piedi in testa da nessuno.Non avrebbe smesso finchè non avesse ottenuto ciò che voleva,lui lo sapeva.Già una volta da piccoli aveva lottato con tutte le sue forze di bambina per dimostrare che lei valeva quanto lui,se non addirittura di più.L'amica aveva menato calci e pugni,ricevendone in cambio altrettanti da parte sua,senza mai arrendersi o mostrare il proprio dolore.E adesso negli occhi aveva lo stesso sguardo che aveva allora quella bambina dai capelli biondi arruffati.

Oscar cominciò a tirare montanti,ganci e pugni con grande rapidità e forza.Lui fu abbastanza abile da proteggersi con le menai e schivarne qualcuno.Sapeva che Oscar doveva sfogare tutta la tensione che aveva accumulato in quei giorni e l'avrebbe lasciata fare,ma doveva anche farle capire che cosa lui stesse pensando riguardo l'intera faccenda.Doveva farle capire che lei poteva anche essere qualcosa di diverso da ciò che suo padre voleva imporle di diventare.Incassava i colpi dell'amica senza emettere alcun lamento,ma doveva parlarle e lei non aveva intenzione di ascoltare.Doveva fermarla affinchè sentisse ciò che le voleva dire.Così dopo aver ricevuto svariati pugni in faccia,nello stomaco e sul petto,sferrò un pugno che fece sbattere Oscar contro un albero.Adesso la ragazza era con la schiena contro l'albero,senza fiato.Si avvicinò a lei,poggiando entrambe le mani ai lati dell'amica,all'altezza delle sue spalle,contro il tronco.Oscar continuava ad agitarsi,a colpire il petto del ragazzo con i pugni,cercando di farlo allontanare. Andrè tentava di aprire bocca,ma con Oscar che continuava a colpirlo,era praticamente impossibile.Così le afferrò entrambe le mani e le bloccò contro il tronco,tenendole con le proprie.

<< Lasciami Andrè! >> gridò,continuando a dimenarsi.

<< Prima lasciami parlare una volta per tutte! >>

Niente,Oscar continuava a muoversi.

<< Io capisco quanto possa essere difficile per te >>

A queste parole la ragazza si bloccò e sgranò gli occhi :
<< Ah si?Tu capisci? >>

<< Si,beh...credo che... >>

<< No Andrè!Tu non puoi capire un bel niente! Non puoi capire che cosa significhi vivere i primi sei anni della propria vita con la convinzione di essere ciò che non si è.Ho passato tutti quegli anni credendo di essere un maschio,proprio come te.E invece non potevo essere qualcosa di più diverso da te.Non puoi capire cosa vuol dire guardarsi attorno e capire che qualcosa non va.Non c'eri quando mio padre e mia madre mi hanno detto la verità.Non puoi capire che cosa significa scoprire che la persona che ammiravi di più,ti ha mentito per così tanto tempo.Non puoi capire lo sconforto,l'amarezza e la convinzione di essere una delusione.Non puoi capire cosa significò quel giorno,a undici anni, scoprire che ero diventata il mio peggior incubo ; capire che da quel giorno sarei diventata una donna e che ogni mese sarei dovuta passare attraverso quella sofferenza,quella tortura.Non puoi capire cosa significa guardarsi ogni giorno allo specchio e odiare il proprio corpo, perchè diventa sempre più diverso da quello che vorresti che fosse.Odiare se stessi e poi avere di fronte una persona che è esattamente quello che tu sogni di essere da tutta la vita.Un uomo.Non sai cosa vuol dire mettere quelle dannatissime fasce che sono strette,fanno male,ti impediscono nei movimenti e nella respirazione.Non sai cosa significa nascondere la propria natura,rinnegarla, e non puoi capire cosa vuol dire dover indossare quella uniforme.Non puoi capire!Quindi non dire mai,mai e poi mai che capisci quello che provo! >>

Andrè non aveva mai visto Oscar così arrabbiata.Era senza fiato dopo tutte le parole che gli aveva sputato addosso.Non riusciva a credere che lei pensasse queste cose.Lei non era una delusione e non doveva assolutamente odiare se stessa.

<< Oscar...io non immaginavo che ti sentissi così.Mi dispiace per quello che ho detto. >> disse abbassando lo sguardo.Anche lei aveva abbassato il capo.Doveva dirle delle cose importanti e voleva che lo guardasse negli occhi,così si avvicinò.I corpi premuti l'uno contro l'altro.La ragazza alzò gli occhi e incontrò i due smeraldi che erano quelli di Andrè.

<< Ascolta,non potrò capire quello che hai passato e quello che provi,ma so per certo che non sei una delusione.Anzi,tuo padre è molto orgoglioso di te anche se non lo da a vedere.Lui vuole che tu indossi quell'uniforme,perchè è fiero di te,perchè è un incarico importante secondo lui.Ma io non sono qui per dirti quello che devi fare , io voglio che tu capisca che puoi scegliere.Puoi scegliere che vita vivere ; se diventare Capitano e vivere da uomo oppure rinunciare e vivere da... >>

<< Da cosa? Da donna? Da persona libera?No,oh no.Credi davvero che mio padre accetterebbe che io rifiutassi quell'incarico?Credi che la cosa gli sarebbe indifferente?Oh no.No.Sarebbe l'ennesima delusione ; lo sto deludendo già adesso con la mia indecisione e l'ho deluso ancora prima con l'aver sfidato Girodelle e non essermi presentata al duello.Lo hai sentito anche tu quando ha parlato della spilla. >>

<< Si,ma potresti avere una possibilità di essere veramente quello che sei! >>

<< E pensi che lui mi lascerebbe continuare a vivere a casa,allenandomi con la spada assieme a te?No,lui mi troverebbe un marito e mi manderebbe a vivere lontano,proprio come ha fatto con tutte le mie sorelle.Ha fatto in modo di sbarazzarsi di loro il prima possibile e farà così anche con me se dovessi rifiutare.Si troverebbe un altro erede,più degno e riconoscente e lo addestrerebbe proprio come ha fatto con me.Finirei assieme a uno sconosciuto,forse molto più vecchio di me.Dovrei soddisfare i suoi desideri e dargli una progenie.Dovrei indossare abiti da donna e abbandonare la spada per impugnare dei biberon.Non voglio assolutamente finire così e poi dovrei dire addio a te e a Nanny e questa è una cosa che non riuscirei mai a fare.Quindi direi che non ho poi così tanta scelta. >>

<< Hai ragione,ma la vita è la tua.L'ultima decisione spetta a te!Tuo padre potrà anche decidere di farti finire in sposa a qualche nobile,ma tu potrai sempre trovare una via di fuga.E io non ti abbandonerò mai.Mai. >>

Oscar sentiva il respiro caldo di Andrè sulla propria fronte.Era veramente troppo vicino,ma quel contatto non le dispiaceva ,anzi,la faceva sentire al sicuro e protetta.

<< Davvero?Ci sarai sempre? >> chiese con una voce quasi da bimba.

<< Non potrei mai vivere nemmeno una sola ora lontano da te.Sei troppo importante. >>

Oscar sentì le guance diventarle bollenti e sentì una strana sensazione allo stomaco .Andrè aveva abbassato lo sguardo,imbarazzato quanto lei.

La ragazza si fermò a pensare che anche lei non avrebbe resistito un giorno senza di lui.Andrè era la sua roccia,la sua certezza.Su di lui poteva sempre contare.Si sentì molto in colpa per come lo aveva trattato,per aver riversato la propria rabbia e frustrazione su di lui e per avergli risposto così duramente.Non era colpa sua,non sarebbe mai potuta essere colpa sua.Lui era la persona che più di tutte cercava di aiutarla,di sostenerla e di starle vicino.Sempre.

Così si alzò sulla punta dei piedi,in modo da essere circa alla stessa altezza di Andrè e gli diede un piccolo bacio sulla guancia.

<< Grazie Andrè.Sei un vero amico >>

Il ragazzo lasciò andare le mani di Oscar e si carezzò la guancia dove lei vi aveva appena posato le labbra.Era incredulo!Gli aveva dato un bacio!Sulla guancia ,ma era pur sempre un bacio.Era felice,raggiante e al settimo cielo!Non riusciva ancora a capire se ti trattasse di un sogno o se fosse la realtà.Una sensazione di piacere si diffuse in tutto il suo corpo e avvertì un lieve movimento all'interno dei pantaloni.Evidentemente anche Oscar doveva averlo notato,perchè la sua espressione si fece strana.Allarmato e imbarazzato ,Andrè si allontanò da lei,indietreggiando rapidamente.Così velocemente da inciampare nei suoi stessi passi e cadere a terra.Oscar scoppiò a ridere.

<< Ahahah!Andrè sei il solito impacciato! >> e corse da lui,sdraiandovisi affianco.

Lui le prese la mano, una mano piccola e delicata proprio com'era da bambina.La sua era ruvida e grande in confronto.

<< Sarò sempre al tuo fianco Oscar >>

<< Allora perchè hai detto a mio padre che accettavi di convincermi a portare l'uniforme? >> chiese,quasi con aria stanca.

<< Allora hai sentito? >>

<< Si.Tutto quanto.Stavo origliando dalla porta. >>

<< Oscar...vedi io capisco quello che prova tuo padre,ma non è una buona ragione per spingerti a fare un tipo di vita che non ti è gradito.Ho detto al Generale che avrei acconsentito a parlarti,ma l'ho fatto perchè non potevo dirgli di no.Mi avrebbe sicuramente cacciato via e non potevo rischiare che ciò accadesse.Per questo avevo scelto di non dirti niente. >>

Oscar ascoltava con lo sguardo assente,poi si alzò e si diresse verso Cesar.

<< Ma una cosa devi permettermi di dirtela e giuro che in seguito non te ne parlerò mai più! >> disse Andrè,mentre la ragazza montava in sella al candido cavallo.

<< Oscar! >> gridò il ragazzo << Non è ancora troppo tardi!Fermati e diventa una donna, Oscar! >> queste ultime parole furono pronunciate al vento,perchè Oscar era già lontana e Andrè poteva solo seguirla con lo sguardo.

 

 


Appena tornato a Palazzo Jarjayes , Andrè si diresse nello studio del Generale.Bussò ed entrò senza aspettare risposta.Il volto cupo del Generale si rischiarò :

<< Cosa è successo? Non mi dire che Oscar rifiuta di obbedire agli ordini del Re? >> chiese preoccupato,dopo aver visto il volto serio del ragazzo.

<< Non può essere così!Non è vero! >> gridò.

<< Ecco >> disse Andrè,prendendo coraggio << io dico che Oscar ha il diritto di vivere la vita che preferisce. >>

L'uomo scansò Andrè con forza e si diresse rapidamente verso la stanza della figlia.

No!E' stato già abbastanza clemente il nostro Re a concederci questa occasione e Oscar non la sprecherà.Non gli permetterò di rovinare il nome della nostra famiglia,di gettarci nel ridicolo e nel disprezzo!Adesso ubbidirà e indosserà quell'uniforme. Lo farà con le buone o con le cattive,ma lo farà.

Arrivò ai piedi delle scale,con Andrè al suo seguito.Stava per salire i primi gradini quando,alzato lo sguardo, si trovò dinanzi una scena alla quale faticava a credere.Gli occhi gli si riempirono di meraviglia e la bocca rimase spalancata a fissare quel miracolo : Oscar era in cima alla scala e indossava l'uniforme bianca del Comandante delle Guardie Reali.Anche Andrè e sua nonna rimasero senza fiato,nessuno dei due poteva credere che Oscar avesse deciso di indossarla.

Andrè era incredulo di quanto fosse bella Oscar in quegli abiti ; gli stivali neri,i pantaloni e la giacca bianchi con i risvolti e il bordo delle maniche dorati,teneva i guanti bianchi in mano,la spada appesa al fianco e aveva una fascia rossa attorno al petto e alla vita.Risplendeva in quell'uniforme ed era quasi accecante la sua bellezza,candida come una creatura angelica.

 

Oscar guardò tutti con determinazione mentre scendeva le scale.

Padre  non lo faccio per voi nè per chiunque altro.Lo faccio per me stessa.Voglio far vedere a tutti che posso farcela e ce la farò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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