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Autore: Blue Owl    12/03/2017    3 recensioni
AU. Viaggi nel tempo. Piton torna indietro nel tempo, con la consapevolezza di ciò che accadrà nel caso in cui fallisse. Senza più serbare rancore, cerca di modellare Harry per renderlo il più grande mago di tutti i tempi, a partire dal giorno in cui Hagrid condusse Harry a Diagon Alley.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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To Shape and Change - Modellare e cambiare
di BlueOwl

tradotto da Mezzo_E_Mezzo


Rinuncia: né io né l’autrice possediamo Harry Potter.

Capitolo 3: [Tasks] Cose da fare

Severus entrò nella Stanza delle Necessità, bacchetta alla mano. Oggi, non ci sarebbe stato più alcun Armadio Svanitore. Hogwarts non sarebbe caduta dall’interno. Se il Signore Oscuro voleva conquistarla, avrebbe dovuto farlo nella maniera più difficile.
Chiuse gli occhi ed espirò.
Un centinaio di Mangiamorte avevano invaso Hogwarts, fluendo da quel passaggio. Avevano ucciso ogni studente che avevano incontrato.
Sessantasette studenti erano stati assassinati quel giorno, e anche Filius era caduto.
Beh, stavolta non sarebbe accaduto. Severus riaprì gli occhi, concentrandosi sul suo compito e le scene di quel giorno si riproposero nella sua mente.

Era la fine del sesto anno di Harry - l’inizio della fine.
Le urla echeggiarono nei corridoi, i ragazzi correvano, terrificati mentre gli incantesimi sfrecciavano sulle loro teste. Filius Vitious corse avanti, zigzagando tra gli studenti per intercettare gli invasori. Affrettandosi dietro di lui, Severus svoltò l’angolo e vide il basso insegnante di incantesimi che dispensava Imperdonabili. Quattro Mangiamorte giacevano già dietro di lui, inermi.


Severus puntò la bacchetta contro l’Armadio, gli occhi scuri osservarono le magnifiche incisioni sulla superficie.

«Filius!» Urlò, lanciando anche lui degli incantesimi, cercando di aiutare il Professore di Incantesimi a trattenere i Mangiamorte per prendere più tempo.
La copertura di Severus era saltata qualche minuto prima.
«Mira alle pareti!» Gridò Filius, lanciando un’enorme maledizione esplosiva contro un muro qualche metro in alto alla sua sinistra.
Comprendendo il suo piano, Severus lanciò cinque incantesimi simili alle pareti e al soffitto, vicino al punto in cui Filius aveva lanciato il suo primo incantesimo, ma non fece abbastanza in fretta.
Il Professore più anziano bloccò due delle maledizioni che erano state lanciate contro di lui, e ne schivò altre quattro, ma non poteva evitarle o deviarle tutte. Un -diffindo- oltrepassò le sue difese e lo colpì tra il collo e il petto. Ci fu uno spruzzo rosso.
L’ultima cosa che Severus vide di Filius fu la sua figura lacerata che crollava in avanti, prima che le rocce e la pietra del soffitto e delle pareti lo seppellissero.


Rilasciando la sua rabbia, la bacchetta eruttò fuoco, fiamme rosse incandescenti crebbero nell’aria prima di schizzare verso l’alto Armadio nero, e lo consumarono con una vendetta di proporzioni sovrumane.

Il corridoio ora era bloccato, ma un rimbombo dall’altra parte delle macerie avvertì Severus che i Mangiamorte erano ancora in arrivo.

Le lingue di fiamma s’incurvarono, Severus tirò indietro la bacchetta prima di spingerla nuovamente in avanti e in basso all’improvviso, liberando la sua furia sull’armadio ora bruciante.

Era riuscito a oltrepassare la Sala Grande, i corpi degli studenti e dei Mangiamorte identici tutt’intorno.

Urlò, la sua magia s’intrecciò al rogo divampante mentre la sua mente continuava a rivivere quel giorno.

Silente finalmente arrivò, era stato trattenuto dall’attacco al Ministero.
«Severus! Da questa parte!» Gli indicò, nel momento in cui la parete dietro Severus esplose, scagliandolo a gambe all’aria attraverso la stanza.
Lottando per rialzarsi, Severus si voltò per vedere il suo ex-Signore in piedi sulla soglia. Albus fece un passo in avanti, muovendosi tra la sua spia ferita e Voldemort.
«Tom.»
«Non chiamarmi con quel nome!» Sibilò il Signore Oscuro, muovendo la bacchetta, e un’ombra di fiamma demoniaca si sollevò davanti a loro.
«Scappa, Severus!» Ordinò Albus mentre colpiva di lato il mostro di fiamme crescenti con una pulsazione della sua magia bianca.
Severus si mosse per andarsene come gli era stato detto, voltandosi indietro per vedere Albus che incurvava le fiamme nere in alto e lontano da sé, fino a far loro sfiorare il soffitto, cercando di strappar via da Riddle il controllo del fuoco.
BOOM!
La vista gli si oscurò.


Col sudore sul viso, si piegò sulle ginocchia e svuotò i polmoni in un solo rapido respiro. Si era svegliato in un ospedale improvvisato qualche giorno dopo. Aveva saputo da Albus che Hogwarts era stata completamente distrutta. Rasa al suolo.
Le fiamme collassarono, condensandosi intorno a un’esile rimasuglio rimanente, prima che anche quello fosse annientato, lasciandosi dietro le ceneri dell’Armadio.
Severus sorrise.
Sarebbe riuscito a dormire in pace questa notte.

O o O o O

Harry fece una smorfia verso la piuma testarda che non voleva saperne di obbedire ai suoi comandi. Era come se fosse determinata a lasciare chiazze d’inchiostro su tutta la pergamena, qualunque cosa lui facesse. Sospirò, ricordando che cosa il Professor Piton aveva detto - “gli studenti provenienti dal mondo babbano inizialmente hanno grandi difficoltà a scrivere bene”.
Beh, almeno tutta la pratica che stava facendo gli avrebbe evitato di prendere una S, o peggio. E riassumere quello che aveva appena letto man mano che faceva esercizio era davvero una trovata ingegnosa. Il Professor Piton era stato davvero grande a dargli un incarico che lo aiutasse a imparare due cose contemporaneamente.
Aveva letto tre capitoli di tutti i suoi libri di testo. Era l’inizio della seconda settimana di agosto e sapeva che, una volta arrivato a scuola, sarebbe stato grato di tutto il lavoro che stava facendo.
Gli piaceva anche molto il libro di pozioni in più. Si intitolava “Guida per principianti all’arte del tramare pozioni: ingredienti.” Gli ricordava un libro di cucina, ma in maniera più specifica su quali ingredienti facevano cosa per arrivare al prodotto finito. Si domandava se sarebbe stato capace di incorporare insieme la cucina e le pozioni per preparare un pasto di proporzioni epiche. Avrebbe dovuto ricordarsi di chiederlo al Professor Piton più tardi.
Anche gli altri due libri che aveva preso al negozio col professore si stavano rivelando molto utili - “Prendersi cura dei serpenti” e “Controllare la propria magia interiore”. Coral rideva di alcune cose scritte nel libro sui serpenti, trovando esilarante che gli umani si facessero così tanti problemi per fare cose che pensavano piacessero ai serpenti, quando in realtà ai serpenti non gliene importava davvero nulla. Harry era molto grato di poter semplicemente chiedere a Coral che cosa volesse, invece di dover indovinare. L’altro libro era un po’ meno semplice e chiaro, ma almeno ora sapeva perché la sua magia accidentale si manifestava in alcune situazioni e non in altre. Forse poteva imparare a richiamare la sua magia ‘accidentale’ e usarla per fare ciò che voleva, quando voleva. Ecco un’altra cosa da chiedere al Professor Piton quando fosse arrivato a Hogwarts.
Riguardo ai suoi altri libri scolastici, Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure sembravano i più interessanti, e sebbene Trasfigurazione sembrasse molto figo, non aveva in programma di trasfigurare degli animali. Sembrava una cosa così crudele. Comunque, poteva essere un’impressione data dal fatto che lui sapeva come ci si sentiva a essere trattati come un oggetto.
Ma il suo libro preferito in assoluto era “L’arte dei Serpincanti”. Era fantastico, e non vedeva l’ora di cominciare a fare delle prove con Coral, e lei anche. Il libro era stato scritto da un uomo che aveva un amico Rettilofono. Non conteneva esattamente degli incantesimi in Serpentese, ma solo quello che il suo amico gli aveva riferito a proposito di come faceva determinate cose, che cosa provava, e che limiti aveva riscontrato riguardo alcuni metodi.
Il libro era una lettura piacevole per chi fosse incuriosito dai Serpincanti e una guida a coloro che lo imparavano autonomamente. Da quello che Harry era riuscito a capire finora, quello che doveva fare era dire in Serpentese ciò che voleva che accadesse, mentre manipolava la propria magia o quella del paziente. Per esempio, se voleva far guarire il braccio distrutto di un paziente, avrebbe dovuto dire :Osso distrutto, riparati:, e sarebbe successo (solo se forniva abbastanza magia alla zona che doveva essere guarita).
Leggendo il libro, Harry imparò che, una volta ottenuti i concetti base dei Serpincanti, sarebbe stato in grado di guarire le persone senza usare nemmeno la bacchetta!
Tutto ciò di cui aveva bisogno erano le sue mani e che Coral fosse arrotolata al suo polso. Avrebbe potuto, eventualmente, curare malattie di tutti i tipi, anche cose normalmente non trattabili con la magia o con le pozioni. Si chiese se avrebbe potuto saltuariamente fare da volontario nell’Infermeria, se la scuola ne aveva una. Ma perché non avrebbe dovuto averla?
-Tap tap tap-
Harry sollevò lo sguardo e vide l’ulula dall’altro lato della finestra, prima di aprirla velocemente per farlo entrare. Edvige si raddrizzò.
Prese il pacco, sapendo già che cos’era. Era la dose settimanale di pozioni. Indirizzò l’ulula verso la ciotola dell’acqua di Edvige per farlo bere. Lei non fece storie, infatti lo aiutò a sistemarsi le piume. Harry sogghignò. Era certo che Edvige avesse una cotta per l’affascinante ulula.
Scuotendo la testa, si rivolse al pacco e lo aprì. Facendo ciò, bevve immediatamente la prima pozione, e poi ad essa fece velocemente seguire le altre due, nonostante il loro sapore orrido. Lo fece a causa di quello che il professore gli aveva scritto nella sua prima lettera il primo di agosto…

Signor Potter,
in questo pacco ci sono le tre pozioni che ti avevo promesso e il libro sui Serpincanti: “L’arte dei Serpincanti”.
A proposito delle pozioni, dovrai sempre bere per prima la fiala rossa. Farà sì che il tuo corpo sia più ricettivo del nutrimento ricevuto dal cibo che mangi e dalle pozioni che bevi. È chiamata Pozione Assorbente*. La troverai citata nel capitolo quattordici del tuo libro di pozioni.
La seconda fiala che berrai è quella blu, bevila immediatamente dopo quella rossa. È una variante del Distillato del Nutrimento, che troverai nel capitolo diciannove. Nota che non è la stessa cosa che una Pozione Nutriente.
La terza è una pozione che io chiamo Pozione dell’Utilizzo. Permetterà alla tua magia di fluire nel tuo corpo con più efficienza. Questo diminuirà i tuoi tempi di recupero e soprattutto aiuterà la crescita muscolare.
Aspettati l’arrivo di queste pozioni ogni settimana e BEVILE non appena arrivano! Ho messo un incantesimo di stasi sulle ampolle ma, una volta che le avrai toccate, svanirà. Più la pozione è fresca più ti aiuterà. Ignora meglio che puoi il sapore. I benefici superano di gran lunga il retrogusto.

Professor Severus Piton, Insegnante di Pozioni


Harry sorrise mentre sentiva ancora una volta gli effetti delle pozioni.
Gli davano una sensazione molto piacevole, una sensazione che stava rapidamente imparando a riconoscere come quella che uno prova quando ha mangiato in un pasto quello di cui aveva bisogno.
Harry aveva deciso che era una delle sensazioni migliori che uno potesse mai provare, anche con il sapore orribile che gli rimaneva sulla lingua.
Mettendo da parte il pacco, rimosse la piccola nota attaccata in cima ad esso. Ancora una volta, vide la calligrafia del professore.

Signor Potter,
confido che tu abbia già bevuto le tue tre pozioni. Se non lo hai fatto, BEVILE ORA. Confido anche che i Dursley si stiano comportando bene, perché non sono stato allertato di una qualche loro mancanza.
Continua a leggere i tuoi libri e a scrivere con la piuma. Non mi piacciono gli scansafatiche.

Professor Severus Piton, Insegnante di Pozioni


Harry sorrise, trovando stranamente confortante che il professore sprecasse il proprio tempo di dirgli di continuare a lavorare.
Guardando di nuovo la propria scrivania, dove l’ulula si stava godendo le attenzioni di Edvige, Harry decise di provare a rispondere.

Caro Professor Piton, ho preso le pozioni che mi ha inviato. Grazie.
I Dursley mi stanno lasciando in pace. È piacevole. Ho potuto leggere molto perché non mi hanno ordinato di pulire la casa, cucinare, o altro!
Bene, ora tornerò a leggere “L’arte dei Serpincanti.” È fantastico! Grazie per avermelo prestato. Voglio imparare tutto ciò che posso e lavorare molto duramente come lei ha detto che dovrei fare. Voglio aprire quel sigillo che lei ha detto che ho.
Grazie di tutto! (Mi scusi, sto cercando di non smaniare.)

Harry Potter


Harry si morse un labbro rileggendo la sua lettera. La sua calligrafia non era brutta come quella della settimana scorsa. Comunque, aveva la sensazione che il professore non avrebbe apprezzato il modo in cui alcune delle lettere erano casualmente più spesse delle altre, ma era il meglio che gli era riuscito di fare ora come ora. Sapendo quello che doveva fare, piegò la lettera e si voltò verso l’ulula.
«Potresti portare questa al Professor Piton, per favore?» Chiese.
Ebbe in risposta un verso affermativo, prima che l’animale prendesse la lettera e volasse via dalla finestra.
:Ti rimetterai a leggere, ora, Harry?: Domandò Coral, sollevando la testa colorata dal suo polso.
:Sì. Dovrei riuscire a finire il prossimo capitolo prima di pranzo:
Coral sibilò di approvazione.

O o O o O

Severus guardò i progressi della Pozione dell’Utilizzo che stava tramando per Harry. Mentre mescolava, lasciò vagare la propria mente.
Che avrebbe dovuto fare del suo tempo libero? Che cosa poteva fare per aiutare i preparativi della guerra ormai prossima, oltre a quello che stava già facendo?
Forse poteva dare dei suggerimenti nascosti ad Albus? Sì, poteva funzionare. Ma che cosa fare esattamente? Poi c’era la questione di Sirius Black. Era una bella gatta da pelare. Doveva cominciare da solo? O forse doveva trovare prima Remus?
Davvero non ne aveva idea.
Ad essere del tutto onesti, Black non era stato molto d’aiuto nel futuro, e Severus non era molto sicuro che sarebbe stato più utile anche adesso se lo avesse tirato fuori di prigione due anni prima. Innanzitutto, poteva rovinare il lavoro che stava provando a fare con Harry. Di sicuro lasciare un uomo innocente ad Azkaban era una cosa pessima da fare. Aveva bisogno di più tempo per pensare a che cosa fare con Black.
Lupin, d’altra parte, era stato molto più, beh, utile. Forse poteva coinvolgerlo nella vita di Harry un po’ prima, dando al ragazzo un altro adulto su cui potesse fare affidamento, e fare in modo che fosse Lupin a riconoscere il ratto. In quel modo, lui si sarebbe tenuto alla larga dalla confusione quando avrebbero scoperchiato il vaso di Pandora e sarebbe rimasto a guardare dagli spalti. Ma… era davvero l’opzione migliore? Permettere al ratto di racimolare informazioni su Harry da dare a Voldemort?
Hmm, se la mettevamo su questo piano… non poteva permettere a Peter Minus di restare il ratto di Ronald Weasley.
Smise di mescolare, aspettando la reazione proteica mentre pensava a cosa fare con Minus.
Scuotendo la testa e decidendo che aveva bisogno di meditare più a fondo anche su questa questione, ammise con sé stesso che aveva un problema più grosso tra le mani.
Raptor.
Sarebbe tornato al castello in un paio di settimane, così Severus aveva abbastanza tempo solo per prepararsi per lui, e preparare con dei sotterfugi il Preside e il resto dei professori.
Sapeva che non sarebbe stato in grado di sbarazzarsi di lui. Voldemort era troppo bravo a nascondersi in piena vista, e anche se Silente poteva sospettare di lui (come aveva fatto originariamente, alla fine dell’anno), lo avrebbe comunque fatto rimanere nei paraggi per poterlo tenere d’occhio.
Tieni stretto gli amici, ma tieniti più stretto i nemici… Era una buona filosofia.

O o O o O

Severus si sedette nell’ufficio del Preside. I Capi-Casa stavano per avere la loro riunione annuale col preside riguardo l’incipiente anno scolastico.
«Severus, come stai? Non ti vedo da qualche giorno,» squittì amichevolmente Filius. «Stai tramando qualche pozione?»
«Sto bene, e sì, sono stato impegnato con delle pozioni,» rispose con semplicità.
«Non vedo l’ora che arrivino gli studenti. Questo posto è troppo tranquillo senza di loro,» continuò Filius.
«Hmm» Mugugnò Severus, con vago sarcasmo.
«Oh, avanti, Severus, anche per te i sotterranei dovranno essere un po’ troppo silenziosi adesso,» esclamò Minerva, unendosi alla conversazione.
«Non molto.»
Minerva assottigliò gli occhi. «Beh, io di certo non vedo l’ora che tornino gli studenti. Sono anche in attesa di vedere i nuovi arrivati.» Fece un sorriso dolce, gli occhi le brillarono di aspettativa. «Dovrebbe essere un anno interessante.»
Severus non replicò per un lungo momento, ma poi sussurrò: «Forse.»
«E sono sicura che il Signor Baston sarà un gran capitano di Quidditch! Quest’anno Slytherin non avrà possibilità!» Fece Minerva, impettendosi.
Severus lottò contro l’urgenza di roteare gli occhi.
Davvero erano stati così competitivi? C’era stata così tanta rivalità tra loro che lui avrebbe immediatamente replicato a quell’affermazione con una frase infantile del tipo: “Non è vero! Slytherin batterà la tua Casa!”...?
Se doveva essere sincero con sé stesso, la risposta era sì.
Ma la guerra lo aveva cambiato. Non gli importava più nulla del Quidditch, e ora che ci pensava, non sapeva nemmeno perché vi avesse posto tanta attenzione in passato. Di sicuro avrebbe sempre sostenuto i suoi Slytherin, ma essere così infervorato da dare del filo da torcere a Minerva in questa ossessione…
Era soltanto triste.
Quanto aveva peggiorato l’attrito tra le loro Case questa loro competitività? Quanto sarebbe potuto essere diverso se avessero sostituito la loro passione per il Quidditch con un’impresa più lungimirante - come ad esempio… il benessere e il futuro dei loro studenti?
Severus scosse la testa. «Oh, sono sicuro che avranno una possibilità, proprio come Hufflepuff o Ravenclaw.»
Minerva e Pomona Sprite si guardarono l’un l’altra, sollevando le sopracciglia. Vitious quasi cadde dalla sedia. Si erano aspettati un rimbecco di qualche tipo, non una deviazione e una chiusura del discorso.
«Buongiorno!» Salutò Albus, entrando nell’ufficio dai propri alloggi privati.
I professori ricambiarono rispettosamente il saluto mentre lui si sedeva dietro la scrivania.
«Allora, c’è qualcosa di cui qualcuno vorrebbe discutere per prima? Abbiamo un sacco di cose di cui parlare,» iniziò Albus.
«Madama Bumb ha chiesto un finanziamento per comprare nuove scope per le lezioni,» rispose Minerva.
Albus apparve contrito. «Invierò la richiesta al Consiglio, ma sinceramente dubito che lo includeranno nel budget di quest’anno.»
Minerva sospirò. «Proprio come l’anno scorso.»
«Temo di sì,» concordò lui, prima di guardare gli altri professori per invitarli a esporre le loro questioni.
Vitious parlò, chiedendo che cosa avrebbero fatto con la pietra, poiché Hagrid l’aveva da poco portata nella scuola. Questo li portò a discutere sui metodi di protezione e di come avrebbero dovuto cominciare a metterli subito in pratica. Fu menzionato il terzo piano, perché era la parte più antica del castello e gli studenti non la frequentavano spesso. Severus vide un’opportunità e la colse.
«Perché tenerla così lontano da dove starebbe normalmente?» Chiese Severus. «Se vuole la mia opinione, Preside, il posto più sicuro sarebbe qui, nel suo ufficio.»
Filius mugugnò, calcolando mentalmente le implicazioni di una tale manovra. Sapevano che Voldemort era a caccia della pietra, glielo aveva rivelato l’assalto alla Gringott. L’ufficio del Preside era il posto più sicuro? Oppure anche… nei suoi alloggi?
«Questa è… una proposta interessante, Severus,» ammise Albus, «non so perché non ci avevo pensato.»
Severus si strinse nelle spalle, ignorando le occhiate curiose indirizzate verso di lui.
«Se il Signore Oscuro riesce ad entrare a Hogwarts, cosa che, sono sicuro, tutti sappiamo essere possibile se è abbastanza determinato - e lo è, allora mi sembra solo sensato mettere la pietra in un posto in cui lui eviterebbe di entrare,» continuò Severus, prima di modulare un’espressione pensierosa sul suo volto. «E poi, per fare ancora meglio, perché non usiamo il terzo piano come diversivo? Possiamo comunque mettere là tutte queste protezioni fantasiose e dire agli altri professori che la pietra è lì, perché sia ancora più convincente. Nessuno oltre a noi cinque deve sapere dove si trova la vera pietra. In questo modo sarà più sicuro per tutti. Suggerisco anche calorosamente di porre una Linea dell’Età** all’entrata del terzo piano, così nessuno studente sarà a rischio di mettersi in pericolo più di quanto farebbe normalmente.»
Ci fu un minuto di silenzio mentre gli altri ponderavano il suo suggerimento, prima che il Preside lo rompesse.
«Eccellente piano, Severus. Qualcuno ha qualcos’altro da aggiungere?» Chiese Albus.
«Quali saranno le vere protezioni?» Domandò Filius.
«Beh, di sicuro metterò degli scudi protettivi in più attorno ai miei alloggi e al mio ufficio,» affermò Albus. Pomona Sprite annuì, prima di chiedere: «Perché non usare la protezione assoluta? Perché non usiamo il Fidelius
Severus avrebbe quasi voluto baciarla. Aveva desiderato suggerire la cosa, ma aveva già parlato abbastanza, e (con il suo passato riguardo ai Potter), se avesse menzionato qualcosa anche solo minimamente legato a Lily, sapeva che un’idea del genere avrebbe portato il Preside e i suoi colleghi a dubitare di lui.
Al sentire la proposta di Pomona, gli occhi del Preside brillarono. «Dovrò parlarne con Nicholas, ma sono sicuro che non si farà scrupoli.»
Pomona s’illuminò.
«Bene, credo che dovremmo affrontare l’argomento dei nuovi studenti in arrivo,» continuò Albus. «Trentotto bambini hanno accettato la convocazione. Quattro hanno educatamente declinato a causa di precedenti soluzioni educative e cose del genere.»
I professori annuirono, avendo già sentito la cosa molte volte. Non tutti erano convinti che Hogwarts fosse il meglio per i loro figli, ed era nei loro diritti.
«Bene, sono sicuro che tutti voi sappiate che quest’anno Harry Potter farà ritorno nel Mondo Magico,» iniziò Albus.
«Mi è parso di capire che ci siano state delle difficoltà all’inizio per fargli avere la sua lettera?» Chiese Filius. «Che problema c’è stato?»
Gli occhi del Preside si intristirono. «Ho errato gravemente nel giudicare la situazione.»
«Situazione, Albus?» Domandò Minerva.
«Mi dispiace, Minerva. Avrei dovuto darti ascolto anni fa,» affermò piano Albus.
Gli occhi di Minerva si spalancarono, prima che il suo carattere scozzese cominciasse a irradiarsi dalla sua figura. Pomona e Vitious si guardarono a vicenda. Che stava succedendo?
«Albus, che cosa gli hanno fatto?» Chiese lei, la voce pericolosamente bassa.
Severus decise di avere pietà del suo mentore e prese la parola. «La situazione è stata risolta. Il Signor Potter avrà con sé al suo arrivo tutto quello di cui avrà bisogno. Andiamo avanti.»
Questo fece sì che tutti fissassero il professore di Pozioni.
«È stata risolta, Severus?» Domandò Minerva, confusa. «E come sai che il Signor Potter sarà pronto il primo di settembre?»
«L’ho aiutato a prendere il suo materiale scolastico.»
Filius sbatté le palpebre, Minerva sollevò un sopracciglio, e Pomona guardò verso Albus.
«Ma pensavo che lo avesse portato Hagrid a Diagon Alley,» fece Filius.
«Lo ha fatto, ma da lì in poi l’ho accompagnato io.» Severus tornò a guardare il suo mentore, non molto sicuro di quanto dovesse rivelare. Non voleva rendere loro ancora più difficile trattare Harry come uno studente normale.
«M-ma cosa?» Balbettò Minerva.
«Lui com’é?» Chiese Filius con entusiasmo, indisturbato dalla condizione della McGrannitt. «È come i suoi genitori?»
«Lo è… un po’.» Severus non volle commentare oltre. Voleva lasciare che traessero le loro conclusioni una volta incontrato il ragazzo.
«Davvero? Oh, spero che gli piaccia Incantesimi,» intervenne il Professore di Incantesimi.
«Ha mostrato dell’interesse in Pozioni e-» Cominciò Severus, solo per essere interrotto.
«Beh, non è una gran sorpresa, sicuramente gli hai dato una spintarella in quel senso,» disse Minerva.
«Gli ho solo detto che sua madre aveva del talento in Pozioni, così anche lui potrebbe averne.»
«Un complimento, Severus?» Chiese lei, esterrefatta.
«Il ragazzo ha… potenziale,» affermò lui.
«Sono sicura che ce l’abbia, ma quanto hai potuto capire in un solo giorno con lui?» Lo interrogò lei, frastornata dal nuovo atteggiamento di Severus ma non volendolo dare a vedere.
«Parecchio.»
«Ah, a proposito,» fece Albus, interrompendoli, «Severus ha dato al Signor Potter il permesso di avere un animale esotico; però Hagrid non lo sapeva quando ha mandato al Signor Potter una civetta come tardivo regalo di compleanno. A causa di ciò, ho fatto un’eccezione per lui, concedendogli di tenerli entrambi.»
«Entrambi? Due famigli?» Chiese Minerva, la voce leggermente più acuta.
«Un animale esotico?» Squittì Filius.
«Che animale è quello esotico?» Chiese Pomona.
Severus si preparò per la reazione imminente.
«Oh, un serpente corallo magico,» replicò Albus tranquillamente, come se l’animale fosse un coniglio morbidoso invece che un serpente velenoso.
«Cosa?» Urlò Minerva, prima di lanciare un’occhiataccia a Severus, credendo che stesse cercando di trasformare Harry Potter in uno Slytherin.
«Non guardarmi male. Ho giudicato che fosse la cosa più giusta da fare quando ho scoperto che era un Rettilofono, e dato che il ragazzo ha mostrato grande interesse nei Serpincanti quando glieli ho menzionati.»
«U-un Rettilofono?» Boccheggiò Filius, la voce così acuta che non poteva essere definita nemmeno uno squittìo - era un rantolo.
«Com’è possibile, Albus?» Chiese Minerva, guardando il proprio vecchio amico.
«Deriva dall’anatema mortale. In qualunque modo sia accaduto, parte del potere di Voldemort si è trasferita sul ragazzo,» rispose lui.
Severus si tenne la verità per sé. Per ora gli avrebbe lasciato credere che la verità fosse questa. Non era così importante da far sapere loro che aveva lanciato su Harry l’Incanto dell’Eredità. Avrebbe reso le cose troppo complicate.
«Oh mamma mia,» sussurrò Filius.
«Quindi è interessato ai Serpincanti?» Chiese Pomona, con voce dolce e felice. Conosceva il potere di tale magia, e che il ragazzo dei Potter ne fosse un detentore…
«Sì. Gli ho mandato il mio libro su di essi e sembra che gli piaccia molto,» rispose Severus.
«Gli hai mandato “L’arte dei Serpincanti”?» Domandò Minerva, sapendo quanto l’insegnante di pozioni fosse geloso di quel libro.
«L’ho letto abbastanza volte,» replicò lui con semplicità. «Il ragazzo saprà farne buon uso.»
«Chi sei tu e che cosa ne hai fatto di Severus?» Chiese Minerva.
Severus e gli altri non erano sicuri del fatto che stesse o meno scherzando. Il Capo di Slytherin sollevò un sopracciglio verso di lei, guardandola come se pensasse che la donna avesse perso la testa.
«Bene, credo che abbiamo abbastanza questioni a cui badare quest’anno,» se ne uscì Filius, saggiamente deviando la conversazione.
Severus lo apprezzò molto.


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Note della traduttrice:

* Per questa, come per le altre pozioni citate, non ho trovato una traduzione ufficiale, quindi mi sono limitata a tradurre letteralmente.
**Come quella che era stata posta intorno al calice di fuoco.


A presto con il prossimo capitolo, È meglio che sia.



   
 
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