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Autore: EvrenAll    13/03/2017    0 recensioni
"Dove finiscono i sogni dimenticati?"
Sequel di Elizabeth.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Easy
(She's in parties - Bauhaus)










 

-Ciao moretta-

Joe prese posto al mio fianco e mi circondò le spalle con una delle sue braccia permettendomi di appoggiarmi al suo petto.

-Pensieri?-

Nascosi il pacchetto nella borsa con lentezza ed afferrai l’astuccio con il tabacco.

-Sono passati a trovarmi Adriana e Steven-

-Carrellata di buone notizie?-

-Axl ed Erin divorziano-

Ero troppo schietta?

Tanto avrebbero fatto notizia.

Mi strinse una mano sulla spalla baciandomi i capelli.

-Resti qui, vero?-

Mi girai a guardarlo, incredula.

-Davvero?-

Rimase a fissarmi aspettando che fossi io a dire qualcosa.

Capiva troppo che lui, Axl, era stato davvero tanto per me, e capiva me.

-Ma sei stupido?-

Come se avessi voglia di farmi affossare di nuovo il cuore da quel rosso.

Soffocai la parte di me pronta a contraddirmi e lo baciai.

Mi strinse di più a sè, calmandosi.

Leccò le mie labbra, tracciandone lieve il contorno con la lingua. Risposi intercettandola e mordicchiandogli il labbro con delicatezza.

-Lavorato oggi?-

Umettò le labbra allontanandosi quel che bastava per parlare, ma non sufficientemente da impedire di farmi sentire il suo respiro addosso al mio viso.

-I miei clienti sono sempre soddisfatti-

Appoggiò il viso contro la mia spalla.

-Credo di avere bisogno solo di guardare a più di venti centimetri dal mio naso al momento, e di stiracchiare le mani-

-Se n’è già andata, la tua opera?-

Annuii, stanco.

-Peccato-

-Una figata di disegno, anche se quello che ho fatto per te rimane ancora nella top ten-

Gli baciai piano la fronte, rimanendo evidentemente sovrappensiero.

-E se venissi da te stasera..?-

Sollevai la mano percorrendo la sua figura e gli accarezzai i capelli.

Neri, forti, mossi.

Joe era uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto nella mia vita, e la sua personalità semplice mi piaceva da matti. Era un ottimista, lui.

-Ordiniamo cinese?-

Alzò lo sguardo speranzoso.

-Se proprio è necessario…- risposi vaga alzando gli occhi al cielo.

-Senza Morgan...?-

Si morse il labbro, vago.

-Senza Morgan- confermai abbassando la voce.

-Farei le fusa se fossi un gatto-

Mosse il viso contro la mia spalla e sorrisi lasciandolo fare, mentre la sua barba mi pizzicava la pelle.

-Potrei quasi concederti di vedere lo stencil-

Azzardò alzandosi e stiracchiandosi.

Allungai una mano sulla sua pancia approfittando della canottiera, sfilatasi dai pantaloni per merito del suo allungarsi, e la strinsi piano. Pancia, petto, ventre su cui cresceva una leggera peluria scura… non si depilava, grazie al cielo.

-Tipo giapponese, sulla coscia-

Tenne le braccia incrociate dietro la testa.

-E l’hai finito tutto?-

-Sì, ci andavamo avanti da un paio di sedute-

Mi alzai, avvicinandomi a lui fino a far aderire la mia pancia alla sua.

Arrivavo malapena al suo mento. Era alto alto, Joe.

-E poi è divertente avere a che fare con donne mezze nude per queste cose-

Rise tra sè, allegro, inarcando le sopracciglia e sottolineando con quel piccolo gesto il piercing sull’arcata sinistra che aveva attirato tanto la mia attenzione fin da subito.

-Idiota- mi lasciai sfuggire un piccolo pugnetto, colpendolo all’altezza dei reni senza la vera intenzione di fargli del male.

Mi bloccò la mano e mi baciò ancora, appoggiando i suoi palmi prima sulle mie spalle e poi sul mio viso.

-Piccolina-

Gli feci una linguaccia ed entrai nel negozio, scappandogli prima che potesse avvolgermi in uno dei suoi colossali abbracci.

-Voglio vedere lo stencil!-







 



22.56

Sospirai rilassandomi.

Nuda, alla sua mercè, avevo trovato una dimensione di totale serenità.

Chiusi gli occhi mentre faceva scorrere la punta del pennarello ancora chiuso lungo il mio corpo, dal seno al ventre.

-Sai cosa sarebbe perfetto in questo momento?-

Aprì il pennarello ed iniziò a tracciare delle linee all’altezza della mia anca, giocando con il profilo dell’osso del bacino. Il solletichio provocato da quella punta umida mi faceva sorridere.

-Cosa?-

-Una canna-

Rise piano.

-Incosciente, piccola maniaca-

-Incosciente perfino?-

-Anch’io ho voglia di fumare qualcosa di buono a dir la verità-

Commentò abbassandosi pericolosamente lungo la coscia.

-Con un po’ di Pink Floyd sullo stereo magari- aggiunse.

-Facciamolo, ti prego- riaprii piano gli occhi mentre cambiava colore.

Un motivo semplice e floreale stava apparendo sulla mia pelle.

Era impagabile vedere come i suoi disegni sgorgassero fuori così naturalmente da ogni strumento che avesse per le mani.

Sorrise in quella sua maniera strana lanciandomi un’occhiata scura.

-Joe?- mi tirai su appoggiandomi ai gomiti senza smettere di guardarlo.

Lasciò il suo lavoro in sospeso riappoggiando la sua arma dietro di sè, nell’astuccio sul suo comodino. Era un disastro, la sua camera: piena di disegni, piena di colori, piena di tutto.

Torse il corpo all’indietro ed i muscoli si tesero in quella semplice azione. Splendido.

-Hai davvero talento-

Rise.

-Lo so, ma c’è tanta gente molto più brava del sottoscritto-

-Modesto-

-L’umiltà è la chiave per riuscire ad imparare sempre qualcosa di più, qualcosa di nuovo-

-Si sente che sei vecchio-

Nascosi una smorfia divertita e soddisfatta ed allungai una mano fino ad accarezzargli il corpo. Come ogni tatuatore che si rispetti, la sua passione non era limitata solo al disegno: era egli stesso un’opera d’arte.

Lì, sul braccio e su una piccola parte del petto c’era uno dei disegni che apprezzavo di più.

Il tema principale era un motivo floreale, tra cui erano nascoste mille cose, ciascuna con un piccolo significato.

Orologio da taschino.

Una sottile frase in latino.

Un teschio.

Delle chiavi.

Un occhio tremendamente realistico, visibile solo quando alzava il braccio o lo portava all’indietro.

-Vecchio a trent’anni, ti sprechi con i complimenti-

Fece una smorfia mentre specificavo che avrebbe compiuto 32 anni proprio a fine agosto di quell’anno.

-Il tempo, il tempo…- cantilenai, accarezzando le lancette del suo orologio.

-Simpatica, davvero-

Sbuffò, alzandosi, lasciandomi sul letto, semiseduta, ad ammirare il suo corpo di spalle.

-Però per essere un quasi trentaduenne hai un culo davvero stupendo-

Allungai le mani verso di lui per abbassare i boxer che nascondevano la sua pelle.

-Almeno quello- girò la testa appena, quanto bastava per vedermi, e con una mano mi impedì di proseguire a spogliarlo.

-Credo di doverti portare a casa, Ellie-

-...non posso dormire qui?- proposi piano.

-Dormiremmo davvero?-

-Non ti basta il nostro post-cena?- mi appoggiai al materasso, sfiorandomi il seno con una mano.

Alzò un sopracciglio, sfacciato, come per dire che ero io quella a cui non bastava mai.

-Non scambiarmi per una ninfomane-

Gonfiai le guance e mi raggomitolai sul suo letto, nascondendomi sotto le coperte e rifugiando la testa sul cuscino.

Avevo bisogno di rimanere lì perchè lo spettro di Axl non mi tormentasse quella notte.

Vivendo appieno il mio presente, la mia relazione con Joe, l’avevo relegato in un angolino della mente, ma sentivo sarebbe tornato se fossi rimasta troppo da sola, soprattutto dopo la notizia ricevuta quella mattina.

-Elizabeth-

Lo sentii sospirare.

-Piccola bambina capricciosa che non sei altro…-

Sentii il materasso inclinarsi sotto il suo peso.

-Domani lavoriamo entrambi, lo sai?-

-Ti prometto che dormo. Faccio la brava. Brava bravissima-

-Ma se rimani nel mio letto così, non so se io riesco a fare il bravo- specificò, infilandosi nel letto dietro di me e facendo aderire totalmente il suo corpo a me.

Era nudo.

-Sono brava a controllarmi-

-Io non so se voglio controllarmi-

Fece scorrere le mani su di me.

-Domani lavoriamo, lo sai?-

Rigirai la sua domanda, e rise sottovoce.

-Non ci credo… rifiuti un vecchietto come me?-

A Joe i preliminari non piacevano tanto quanto piacevano ad Axl, l’avevo imparato bene.

Ma tutto sommato non era una mancanza così grave.

-Sbaglio o la presenza di una donna nuda nel tuo letto ti eccita?- sussurrai mordendomi il labbro sentendolo premere addosso a me.

-Per una volta che non c’è Morgan nella stanza di fianco… -

-Predichi bene e razzoli male, tesoro-

Mi avvicinai assecondandolo ed accavallai una gamba alle sue.

C’era qualcosa di stranamente eccitante, nel suo sfiorare ma non toccare, avvicinarsi ma non entrare.

Non farlo fino a quando mi mi avrebbe sentita pronta.

Appoggiò una mano sul mio ventre, guidandomi nella posizione giusta.

Il sesso con lui era così diretto e semplice.

Poca malizia, azione e soddisfazione.

Infondo non poteva esserci modo migliore per concludere la giornata e lasciare da parte i pensieri, no?







 

  
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