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Autore: EvrenAll    18/03/2017    0 recensioni
"Dove finiscono i sogni dimenticati?"
Sequel di Elizabeth.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caffè
(Merrie Melodies opening)










 

23 gennaio 1991


 

Presi un profondo respiro provando ancora a chiudere gli occhi, ma la luce che filtrava dalla porta finestra mi impediva di prendere sonno.

Girai la testa, puntando lo sguardo sulla sveglia regolata sulle sette del mattino e li riabbassai le palpebre, cercando di assimilare quel che avevo visto.

6.17.

I miei risvegli imprevedibili.

Li riaprii definitivamente sentendo la porta d’entrata chiudersi con un leggero tonfo.

Allungai lo sguardo verso il corridoio: avevamo lasciato la camera aperta e mi aspettavo di vedere una figura sbucare nella stanza di Joe da un momento all’altro.

Udii invece il rumore delle chiavi sul legno e lo scroscio dell’acqua nel lavabo.

Decisi di alzarmi per raggiungere il mio ospite.

Passai lieve l’indice sulla guancia di Joe.

Aveva ancora almeno mezz'ora di sonno davanti. Respirava impercettibilmente, tenendo una delle sue mani aperte sul mio fianco.

Scostai piano le coperte allontandomi da lui cercando di non svegliarlo, quindi mi misi in piedi.

 

Ora. Dove erano finite le mutande?

E perché uscire da quel rifugio caldo doveva sempre essere un trauma?

Rabbrividii mentre mi piegavo per raccoglierle e dopo aver indossato quelle e la maglia di Joe ed aver fatto un salto in bagno, mi diressi in cucina.

 

-Ciao Mo’-

Presi posto sulla sedia affianco alla sua e mi soffermai a guardarla: aveva sepolto la testa tra le braccia, incrociate ed appoggiate al tavolo della sala.

-Mmh-

Che risposta eloquente.

-Faccio un caffè-

Decretai, rialzandomi.

-Guarda che io vado a dormire ora- specificó, trascinando la voce, senza ancora degnarmi di uno sguardo.

-Che hai fatto stanotte?-

-C’era il compleanno di Seth- proruppe in un sonoro sbadiglio ed inclinó la testa di lato. Le ombre sotto i suoi occhi scuri erano traccia esplicita di una notte insonne.

Sistemai la moka sul fuoco, accesi mettendo la fiamma al massimo e mi girai a guardarla.

-Il cantante?-

-Lui- storse la bocca in una smorfia sognante.

Alzai un sopracciglio, interrogativa.

-Ho conosciuto la sua ragazza-

Sciolse le braccia e si appoggiò allo schienale, tradita da un sorriso di soddisfazione.

-Dolce, molto dolce-

Abbandonó la testa all’indietro.

Il malandato caschetto che portava le sfiorava appena la schiena. Un po’ di frangia le nascondeva la fronte, ma alcuni ciuffi di quella erano stati raccolti con qualche forcina.

Trattenni una risata guardandola.

-Non giudicarmi, come se tu e mio cugino non aveste scopato tutta la notte. Ho le mie necessità- alzò le spalle.

-Te la sei fatta?-

-Era abbastanza brilla…-

Mi voltai, sentendo il gorgoglio proveniente dal contenitore sui fornelli. Spensi il fuoco e mi avvicinai alla credenza per prendere tre tazze.

-Seth era abbastanza marcio- continuò piano, giocando con l’unica ciocca risparmiata dal taglio: una treccina parecchio più lunga del resto della sua chioma.

-Ammetto di averne leggermente approfittato-

Versai il liquido caldo nascondendo una risata.

-Che cattiva ragazza-

-Elizabeth, stai attenta, questa ti stupra nel sonno- il mormorio della voce di Joe ed il suono del suo sbadiglio mi fecero allargare il sorriso.

-Buongiorno Morgan- lo guardai di sfuggita mentre le lasciava un bacio sulla testa.

-Mmh, caffè…-

Appoggió le mani alle mie spalle con delicatezza ispirando l’odore amaro.

-E la mia maglia- puntualizzó, scostando i capelli dal mio collo per baciarlo.

-Io non stupro nessuno-

-Volete anche un po’ di latte?-

-No- risposero immediatamente con un’assurda sincronia.

-Qui allora-

Appoggiati le tazze davanti ai loro posti e mi diressi al frigo a prendere latte per me.

-Grazie-

Morgan si avvicinò subito al contenitore ed immerse il viso nei vapori della bevanda bollente.

-Buongiorno eh…-

Joe mi sbirció afferrando il contenitore dello zucchero ed appoggiandolo alla tavola insieme a tre cucchiaini.

-Ciao-

Mi avvicinai e lo guardai, in attesa che si abbassasse quel che bastava per permettermi di raggiungere le sue labbra.

Mi appoggiò una mano sulla guancia, accompagnandomi verso di lui.

-Nana- sussurró, spostandola fino alla mia testa per scompigliarmi i capelli.

Soffocai malapena una smorfia e gli punzecchiai un fianco, facendogli fare un passo all’indietro.

-Se cerchi la guerra l’avrai- commentai.

-Deponi l’ascia, bimba, vengo in pace- ridacchió prendendo posto. Mi sedetti sulle sue gambe e versai subito la bevanda bianca nel caffè, osservando come da quell’incontro scaturisse un nuovo colore.

Morgan alzò gli occhi dal tavolo per guardarmi, catturata dalla mia mancata risposta allo scherzo di suo cugino e dall’insolita concentrazione che stavo impiegando per compiere un’azione così semplice.

-A che ora devi essere al bar?-

-Tra non molto, ti scroccheró un passaggio, Joe-

Intercettai l’occhiata perplessa di lei iniziando a mescolare il caffè latte.

Sollevai appena la destra dalla superficie del tavolo e mossi l’indice in modo che disegnasse un paio di cerchi.

Dopo Mo’, parliamo dopo.

In tutta risposta affiló lo sguardo, scuotendo impercettibilmente la testa.

-Va bene- Joe intanto prese la tazza e, velocemente, ne bevve il contenuto.

-Bimba, vado a docciarmi- battè un lieve colpo sul mio fianco e mi alzai di qualche centimetro: giusto quel che bastava per fare in modo che potesse sfilarsi da sotto di me.

-Va bene- un altro lieve bacio e sparì nella zona notte.

Continuai a far girare il cucchiaio senza alzare lo sguardo, lasciando che lo zucchero si sciogliesse fino all’ultimo granello.

Una volta chiusa la porta del bagno Morgan si schiarì la voce in modo alquanto esplicativo.

Sospirai profondamente prendendo tempo e parlai solo dopo aver udito il sottile rumore dello scroscio d’acqua sul piatto di ceramica.

-Divorziano-

-Non potevano durare, l’avevo detto-

Che sbruffona. Presi un bel respiro evitando di guardarla.

-Elizabeth- cantilenò.

-Che vuoi?-

-Capire come stai-

-Bene-

Scosse la testa.

-Dì quello che pensi alla cara Morgan: lei sa-

Sorseggiò il caffè con calma stoica.

-Non torno da lui- strinsi le dita sulla tazza e desiderai ardentemente che una sigaretta accesa si materializzasse tra le mie labbra.

-Non sto bene quando parliamo di lui-

Vedevo rosso.

-Ci sto provando davvero con Joe, ora-

Nascose una risata prendendomi in giro -Grazie: siete passati da ‘ci vediamo per il sesso’ a ‘facciamo la coppia fissa’-

-Che dicevi prima sulle esigenze?-

Alzai gli occhi al cielo, scocciata.

-Touchè, amor-

-Ma lascialo prima che si innamori troppo, se non fai sul serio-

-Ma io faccio sul serio!- sibilai convinta a bassa voce.

Mi guardò con sufficienza alzandosi e finendo di bere.

-Ti basta la parola divorzio e torni a pensarci. Riflettici su-

Incrociai le braccia seccata.

-Buonanotte Elizabeth- fece un cenno e si nascose in camera sua.

Scossi la testa e la abbassai, cercando di farmi il più piccola possibile.

Qualche giorno e avrei smesso di pensarci.



That’s all, folks.










 
  
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