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Autore: Fanny Jumping Sparrow    05/06/2009    10 recensioni
Breve fanfction ambientata ipoteticamente dopo la conclusione del manga.
Aveva tanto sperato che dopo la mezza dichiarazione pronunciata al matrimonio di Miki e Umibozoo, il socio si decidesse a confessarle apertamente i suoi sentimenti, ma lui sembrava approfittare delle amorevoli attenzioni che lei gli riservava oppure cercava di evitarla facendosi vedere pochissimo in casa.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Dopo un ostinato silenzio Miki, Reika e Saeko sentirono girare lentamente la chiave nella serratura e videro abbassarsi la maniglia della porta.
- Finalmente! – sospirarono le tre giovani donne.
- Si può sapere cosa ti ha preso? – le chiese Reika.
Delle voci concitate provenienti dal soggiorno gridarono: - È qui!
Kaori, assalita da una nuova crisi di panico, tentò di rifugiarsi nuovamente nella sua stanza ma fu afferrata dalle amiche che la trascinarono al piano di sotto.

Lo sweeper intanto posteggiò l'auto nel garage e iniziò a salire stancamente le scale interne che portavano all'appartamento. Avvertì alle spalle una presenza e la riconobbe:
- Avevi di nuovo voglia di vedermi? – disse senza voltarsi – Non dovresti essere a casa dalla tua mogliettina a quest'ora?
- Mi ha detto di venire a prenderla qui – rispose Umibozu.
- C'è troppo silenzio – gli fece notare Saeba quando furono ormai vicini alla porta d'ingresso. Entrambi impugnarono la pistola e Ryo aprì la porta con un calcio. Tutto era al buio, la sua preoccupazione cresceva ma non aveva la forza di avanzare. Forse era arrivato troppo tardi …
- Buon compleanno Ryo Saeba! – gridarono in coro delle voci femminili mentre la luce si accese rivelando agli occhi increduli del festeggiato che c'erano davvero tante belle ragazze a riempire la stanza.
Ryo ripose immediatamente la colt nella giacca e rimase per qualche secondo a bocca aperta: - Wow! Quante belle candeline! – esclamò rivolgendosi alle ragazze.
Dimenticando i pensieri che lo avevano accompagnato mentre percorreva la strada di ritorno, si gettò fra le invitate cominciando a fare il cascamorto con tutte, senza neanche chiedersi come avessero fatto a sapere che proprio quello era il giorno del suo immaginario anniversario di nascita. Tutto d'un tratto, guardando attentamente le invitate si rese conto che quei volti non gli erano sconosciuti: - Ehi, ma io ti conosco! E conosco anche te! Te pure! Anche tu!
- Per forza – rispose una di loro – siamo le ragazze del fans club! Nonché tue ex clienti!
“Aspetta un attimo Ryo, qui c'è qualcosa che non quadra”, pensò. - Chi è responsabile di tutto questo?
- Sono io – disse una voce ben nota che si fece largo tra le altre ragazze. Era davvero lei o aveva visto male? Osò pensare che fosse la più bella ragazza che avesse mai visto.
- Ka..Kaori! – esclamò con stupore – Mi puoi spiegare che significa tutto questo? È una tua trovata per punirmi con le martellate arretrate? E poi non hai trovato dei pantaloni da mettere per l'occasione o sei ingrassata e non te ne entrano più? – le rivolse tutte queste domande assurde con tono quasi isterico perché, come al solito, non riusciva a dirle la verità di ciò che pensava.
Ma stavolta lei finse di non aver sentito neanche una delle sue parole offensive e gli rispose nel modo più ovvio: - Quando si ha un compleanno bisogna festeggiarlo. Auguri Ryo.
Tutti si aspettavano che il festeggiato dicesse qualcosa, magari un discorso breve per ringraziare. Invece tutto ciò che riuscì a pronunciare fu: - Ogni tanto hai qualche buona idea!
Nessuno si stupì più di tanto perché comunque immaginavano una sua uscita simile, così la festa ebbe inizio. All'invito di Kaori avevano risposto una trentina di ragazze, oltre ai soliti amici. Ryo trascorse praticamente tutto il tempo a chiacchierare con le sue ex clienti dimostrando di ricordarsi molto bene di ciascuna di loro; Kaori invece si isolò in un angolo a mangiare guardando con invidia e gelosia la sfrontatezza o la spontaneità con cui quelle sue coetanee riuscivano a parlare con il suo socio.
Miki, accortasi che l'amica aveva più volte cercato di avvicinare Ryo senza riuscirci, si sedette accanto a lei: - Ti sei pentita?
- No. Perché me lo domandi? Dopotutto stanno solo parlando. Si sta comportando bene – la sua tranquillità però svanì quando vide Saeko appartarsi con Ryo.
- Allora che regalo hai intenzione di darmi Saeko? – domandò l'uomo con sorriso malizioso.
- Che pretese! Mi dispiace ma non ho avuto tempo di comprarti niente. E comunque mi pare che la ricompensa della polizia sia stata più che sufficiente come regalo – rispose seccata quella.
- Ci sarebbero tutti quegli arretrati però ... – le ricordò lo sweeper tentando di toccarla.
- Senti Ryo, ti do un consiglio: quando stai parlando con una donna evita di guardarne un'altra. Non sta bene! – lo rimproverò l'amica.
- Che stai dicendo? – sbottò lui imbarazzato.
- Guarda che se ne sono accorti tutti che non hai occhi che per Kaori stasera ... – continuò a provocarlo Saeko.
- Ma sei matta?! Con tutte queste belle ragazze dovrei guardare proprio quel mezz'uomo! – esclamò risentito.
- Dì pure che non ti interessa, ma se vuoi che qualcuno ci creda almeno prova a fingere meglio – così dicendo la donna si allontanò dirigendosi verso un tavolo.
Ryo la seguì ma la sua attenzione fu catturata da una strana coppia: Kaori e Mick, in piedi l'una di fronte all'altro, sembravano divertirsi. Avevano entrambi un bicchiere di aperitivo in mano e sorridevano scambiandosi frasi che non riusciva a sentire. Preferì fingere di non aver visto nulla e tornò a fare lo scemo con le altre ragazze anche se dentro di sé aveva una gran voglia di dare un pugno in faccia al suo amico. Come poteva stare lì tranquillo dopo quello che era successo fra loro? Mentre aveva voltato le spalle ai due ricevette una pesante pacca sulla schiena: - E così anche Saeba invecchia, finalmente
- Tu che ci fai qui, Mick? - gli domandò senza riuscire a mascherare il fastidio che provava nel vederlo.
- Guarda che non sono un infiltrato, ho ricevuto un regolare invito – rispose quello, capendo già di non essere molto gradito. - È stata Kaori in persona a dirmi tutto – aggiunse notando la gelosia crescere sempre di più negli occhi di Ryo. - È proprio una ragazza speciale, sei fortunato. A proposito come va con lei?
- Sta imparando molto in fretta a usare la pistola di Maki che le ho sistemato, ma non potrei mai affidarle un incarico senza controllarla – tergiversò lo sweeper.
- Hai visto quanto è bella stasera? Io le salterei addosso! – gli confidò Mick, incurante di quello che stava provocando nel cuore dell'ex avversario. Anche lui aveva pensato la stessa cosa, ma non poteva. E non doveva: se lo era promesso dopo aver scoperto che lei era la sorella del suo migliore amico. Quasi involontariamente si accorse che la stava cercando con lo sguardo, non sentendo le parole di una ragazza che gli stava di fronte con un pacchetto fra le mani che aveva tutto l'aspetto di essere un regalo.
- Sei senza parole? – domandò Reika – Dovevi aspettartelo! Su, aprilo!
Ryo fu travolto poco dopo dalle altre invitate che gli consegnavano i loro regali, la maggior parte dei quali erano semplici bigliettini con dei pensieri. Kaori osservava da lontano divertita. Sì, perché questa volta il suo socio sembrava imbarazzato e quasi spaventato da tutte quelle attenzioni. Era strano, sembrava che la situazione si fosse ribaltata, forse lo stallone di Shinjuko stava cambiando...
“Impossibile”, si disse, “ farà senz'altro qualche stupidaggine da un momento all'altro”.
- Bene ragazze, siete state tutte molto carine con me, ma non c'era bisogno che spendevate i vostri soldini, perché sapete che mi dovete tutte un mokkori! Perciò se volete farmi un regalo restate tutte qui! – esplose Ryo d'un tratto. Alle sue parole espressioni di indignazione si stamparono sui volti delle invitate che iniziarono una dopo l'altra a salutarlo adducendo un pretesto per lasciare la festa.
Mentre tutti erano distratti dai saluti Kaori, bevuto d'un fiato un bicchiere di liquore senza sapere cosa fosse, si fece coraggio e salì in piedi su un tavolo attirando l'attenzione degli invitati:
- Scusatemi, forse le mie parole sembreranno banali o assurde ... ma vorrei anch'io ringraziare Ryo: non solo mi ha salvato più volte la vita, ma mi ha insegnato la vita stessa. Accanto a lui ho conosciuto il valore della giustizia, della pietà, dell'onore, della dignità, dell'amicizia, dell'altruismo – si interruppe – dell'amore – bisbigliò arrossendo. - Grazie di tutto – disse poi velocemente scendendo e andando a nascondersi in cucina.
Ryo cercò inutilmente di convincere qualche ragazza a lasciarsi accompagnare da lui fino a casa ma, come al solito, ricevette solo ceffoni.
- E poi dicono di essere le mie ammiratrici! Ve lo scordate che vi difendo la prossima volta! – gridò quando anche l'ultima se ne fu andata.
- Forse non ti rendi conto che quelle lì sono innamorate di City Hunter, non di Ryo Saeba – gli suggerì Saeko.
- Ci credo, chiunque conoscendoti meglio reagirebbe così – esclamò Miki – solo una pazza o una santa potrebbe sopportarti 24 ore su 24.
In quell'istante comparve Kaori portando un vassoio con dei bicchieri di spumante per un ultimo brindisi, ma anche gli ultimi invitati se ne erano andati e vide solo Ryo che chiudeva la porta di casa.
- Che cosa hai detto per farli scappare tutti così? Non ci hanno neanche salutato! – lo rimproverò la ragazza.
- Perché devi dare sempre la colpa a me? Non ho detto niente, hanno visto l'ora e hanno deciso di andarsene – si giustificò lui.
- Va bene, come dici tu. Tanto è inutile discutere con te. Sono stufa – sbuffò Kaori – e se vuoi uscire non c'è bisogno che mi chiedi il permesso.
Poco dopo l'appartamento rimase completamente vuoto e silenzioso; o quasi. Lo sweeper, stanco, si era abbandonato su un divano e fissava le lancette dell'orologio: era quasi l'una, solitamente a quell'ora, negli ultimi giorni, si era appena ritirato e la sua dolce Kaori era lì ad aspettarlo. Ma ora dov'era?
Era sparita da quasi dieci minuti dopo il loro battibecco. Al ticchettio dell'orologio si aggiunse un rumore che non riusciva bene ad identificare e che sembrava provenire dalla cucina. La sua curiosità fu accontentata quando vide la socia entrare nella stanza dirigendosi verso i tavoli su cui erano rimasti piatti e bicchieri. Capì che quel rumore che aveva sentito altro non erano che i suoi passi accentuati dai tacchi vertiginosi che indossava. Lei sembrò non vederlo tanto era impegnata a mettere ordine, così lui ne approfittò per guardarla meglio, visto che quella sera si era dimostrata un poco sfuggente.
Era proprio irresistibile: quel colore rosso fuoco le donava parecchio e il vestito era così attillato che ogni singolo movimento metteva in risalto le sue forme, ed era così corto da mostrare quasi interamente le sue splendide gambe velate da calze trasparenti e rese ancora più slanciate da quei sandali con i tacchi alti.
Dentro di sé cominciò a muoversi qualcosa, bastava solo che fosse stato capace di aprirle il suo cuore e lei quella sera sarebbe stata finalmente sua. Il problema era che non sapeva da dove cominciare, quante cose avrebbe voluto dirle adesso che aveva capito di amarla! Non gli sarebbe bastata una notte intera! Nella sua mente tornarono i ricordi del loro primo incontro: lei aveva sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, quella ragazza così forte, coraggiosa, generosa, dolce, sincera ... in quel momento non riusciva a trovarle dei difetti e invece lui ne aveva tanti, primo fra tutti quello di farla soffrire.
Intanto lei, ignara di ciò che stava provocando nell'animo di Ryo, continuava a camminare avanti e indietro tra la cucina e il soggiorno.
- Hai intenzione di andare avanti ancora per molto a fare tutta questa confusione? – Ryo cercò prima di tastare l'umore della sua partner.
- Pensavo che fossi già uscito, che ci fai ancora qui? – rispose lei seccata senza voltarsi – Non vuoi andare a festeggiare a modo tuo in uno dei soliti locali per depravati dove passi la notte? – gli domandò con tono sarcastico
Ma Ryo non rispose alla provocazione e lei si girò per guardarlo accorgendosi che le stava proprio di fronte, seduto sul divano con uno sguardo poco rassicurante che però cambiò immediatamente dopo aver intuito dagli occhi di Kaori che aveva lasciato trasparire un po' troppo il suo stato interiore.
- Visto che domani avrò altro da fare, pensavo di avvantaggiarmi ora, tanto sono abituata ad andare a letto tardi, ormai. Se ti disturbo puoi sempre andartene da un'altra parte, tanto non dormi qui – disse lei velocemente cercando di dissimulare l'imbarazzo.
- Hai ragione – bisbigliò lui – Ma senti, visto che hai ancora tutta questa energia a quest'ora, potresti dedicarti un po' a me – si fece avanti.
Un brivido caldo percorse la schiena di Kaori quando si sentì stringere dalle robuste braccia di Ryo che, silenziosamente, si era avvicinato fino a lei per poi abbracciarla. La ragazza per poco non si sciolse: non si aspettava un gesto del genere da parte del socio ma sapeva che avrebbe voluto restare così più a lungo possibile.
“No Kaori”, si disse, “non puoi dargliela vinta per così poco”. Girandosi di scatto lo spinse a terra e cominciò: - Mi chiedi di dedicarmi un po' a te? Già, perché sono stata un'egoista tutto questo tempo nei tuoi confronti! ... È da quando ti conosco che non faccio altro che dedicarmi a te, anima e corpo, per ricevere cosa? La tua indifferenza o il tuo disprezzo! – gli urlò – E anche oggi, da quando ho aperto gli occhi non ho pensato ad altro che a questa festa, perché volevo che tutto fosse perfetto ...
- A me bastavi tu – la interruppe lui alzandosi in piedi e grattandosi la testa.
- Hai visto? – sbottò impulsivamente lei – Anche adesso non sei contento! ... Cosa hai detto, scusa? I...io?! – si bloccò boccheggiante. Lo sweeper si avvicinò pericolosamente alla giovane che non riusciva più a muoversi, incantata dallo sguardo di lui.
- Una festa solo per noi due e nessun altro – le sussurrò all'orecchio, sfiorandole poi lievemente le labbra – Ti amo Kaori – dichiarò restando a fissarla.
- Vedi Ryo – cominciò a pronunciare lei, dopo essersi ripresa, abbassando gli occhi – Pensavo che questa festa fosse il migliore dei modi per dirti addio. Ho deciso di andarmene, sarà meglio per entrambi – concluse con aria distaccata, voltandosi per andarsene.
Ryo allentò la presa sulle sue spalle: - E io come farò senza di te?! Ho bisogno di qualcuno che si occupi delle clienti, della casa ... e di me!
- Sono sicura che troverai una ragazza fra le tue fans disposta ad assisterti! – gli fece notare con ironia e rabbia lei.
- Nessuna resisterebbe più di un giorno! – constatò l'uomo.
- Fortuna che sono tante, allora! – continuò Kaori avviandosi verso le scale – Così puoi cambiarne una al giorno!
- Ma insomma, Kaori! Non capisci quanto sia stato difficile per me dirti quello che ti ho detto? – le andò dietro Ryo non capendo il motivo della reazione della socia.
- Non è la prima volta che ti sento dire una cosa del genere ad una ragazza – concluse lei ormai fuori dalla sua vista, sbattendo una porta.
Quelle parole erano state più pesanti di una martellata per Ryo: ma Kaori faceva sul serio? Si era forse innamorata di qualcun altro? Non avrebbe avuto motivo di nasconderglielo se era convinta che lui non l'amasse. E tutti quegli anni accanto a lui? Perché era rimasta nonostante tutto? Solo perché si sentiva in dovere di continuare il compito del fratello? Lui stesso si rendeva conto di essere abbastanza difficile da trattare ...
E poi lei cosa avrebbe fatto da sola? Non ce la vedeva ad aprirsi una propria agenzia investigativa, specialmente dovendo mettersi in concorrenza con una come Reika.
Ad un tratto si rese conto di avere sbagliato di nuovo tutto: cosa ci faceva ancora lì? Doveva assolutamente convincerla a non andarsene! Si precipitò in camera di Kaori ma era vuota, allora andò in camera sua e la porta si aprì dall'interno: - Credevi davvero che ti saresti liberato così facilmente di me? – lo sorprese Kaori – Con quelle parole ti sei incastrato ... e mi hai incastrato! Non ti lascerò mai! A meno che qualcuno non mi faccia fuori ... – aggiunse poi ridendo.
- Ti conosco troppo bene, l'ho capito subito che stavi scherzando! – mentì lui – E comunque non ho nessuna intenzione di perderti – le si rivolse poi serio poggiandole una mano sulla guancia.
- Allora sappi che d'ora in poi sarò ancora più gelosa e possessiva e non esiterò ad usare i mie martelli se qualcuna oserà provarci con te! – si infiammò la ragazza mostrandogli la sua collezione di mega martelli.
- Sei proprio matta! – commentò lui sorridendole con tenerezza.
- Lo so! – rispose lei con orgoglio gettandosi poi fra le sue braccia per baciarlo con trasporto tanto da trascinarlo sul letto.
- Forse è meglio se vai a dormire ora – le propose Ryo quando le loro labbra si furono allontanate – Devi essere molto stanca.
- Fammi capire – scattò su lei – l'amore che provi per me è puramente spirituale? Di che cosa hai paura? Ti piace la mia anima e non il mio corpo? – mentre gli faceva quelle inutili domande si avvicinava a lui che stava quasi cadendo dal letto per sfuggirle.
- Ti sbagli, tu mi piaci tantissimo – esclamò mettendosi seduto e mangiandosela con gli occhi – Ma sei proprio sicura di quello che stai facendo? – le domandò stupito dalla sua intraprendenza.
- Ryo: io ti amo – pronunciò quella frase con una voce così maliziosamente dolce e sensuale che City Hunter non poté più resisterle.
   
 
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