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Autore: Selenion    20/03/2017    3 recensioni
[Questa flash partecipa al contest "Sai chi sei?" indetto da Mary Black sul forum di EFP]
Ginny non ha mai desiderato che lui vincesse, mai di certo. Come avrebbe potuto? L’ha conosciuto, l’ha compreso, prima che chiunque altro potesse. Forse l’ha anche odiato, perché ha ucciso suo fratello e ha distrutto la sua famiglia e ha quasi annientato Harry.
Ma lui non l’ha mai abbandonata.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Nere parole su candida carta
 

Verga di nero la candida carta, ma le lettere sono scarabocchi e le parole appena comprensibili. La differenza tra quella grafia sottile ed elegante – così lontana nel tempo, così vicina nel corpo – e le sue macchie d’inchiostro la ferisce.
Con un moto del polso disegna il punto, quello finale. Posa la piuma, afferra il bracciolo della sedia e imprime una leggere pressione con tutta la forza che la mano rugosa e macchiata dal tempo può permettersi. Inizia a dondolare, avanti e indietro.
 
 

 
*
 

 
 
«Sei l’unico che mi capisce e mi ascolta».
«Non ti lascerò mai, fidati di me».
 
 
 
Verga di nero la candida carta,
e lui è parte di lei.
 
 
 
Ginny non ha mai desiderato che lui vincesse, mai di certo. Come avrebbe potuto? L’ha conosciuto, l’ha compreso, prima che chiunque altro potesse. Forse l’ha anche odiato, perché ha ucciso suo fratello e ha distrutto la sua famiglia e ha quasi annientato Harry.
Ma lui non l’ha mai abbandonata.
 
 
 
Verga di nero la candida carta,
sa distinguere tra giusto e sbagliato, non le importa.
 
 
 
Lui le parlava e l’accarezzava con aliti di vento, ma a lei non era concesso né di vederlo, né di parlargli.
Era stato così naturale, fin dalla prima volta, intingere la piuma nell’inchiostro e ricominciare a scrivere.
 
 
Verga di nero la candida carta,
e si sente a casa tra le sue braccia di pergamena.
 
 
 
Aveva mantenuto la promessa.
Ginny sentiva il suo fiato lento accanto a sé, in ogni momento, e le parole sibilanti che le sussurrava la notte, quando Harry dormiva sull’altro lato del letto.
A volte lui era così vicino, così meravigliosamente vicino, che lei lo sentiva, nonostante il rumore del mondo attorno. E di colpo tutto s’annullava e il mondo rallentava, per permetterle di cercarlo.
Non l’aveva mai trovato, ma sapeva che era lui: non v’erano mai stati altri occhi in grado di penetrarle l’anima e le viscere fino spogliarla anche della pelle.
 
 
Verga di nero la candida carta,
e brama di essere con lui.
 
 
 
«Sembri pazza quando fai così, Gin», le diceva Ron, nei momenti in cui il mondo ricominciava a scorrere dopo aver rallentato di colpo e lei era preda dello sconforto.
Guardava Harry e mai si domandava se in lui fosse rimasto qualcosa di Tom. Glielo dicevano i suoi occhi troppo verdi, troppo limpidi, insulsi. Eppure lei amava Harry, perché era il padre dei suoi figli, perché lui era un’abitudine troppo vecchia da sradicare, e Ginny viveva di abitudini.
Un giorno Ginny si chiese cosa Harry vedesse in fondo ai suoi occhi.
 
 
Verga di nero la candida carta,
e la mente scivola via, non le importa.
 
 
 
*
 
 
 
Inchiostro nero su candida carta: così ebbe inizio, così finisce.
Si domanda quale dei suoi nipotini troverà quelle pagine e leggerà le sue parole, chi prenderà parte alla maledizione delle sue memorie?
Questa è l’eredità di Ginny: putride parole su carta consunta. Decine – centinaia – di sottili quaderni neri perfettamente identici gli uni agli altri. Al loro interno disegni, spirali, di follia fittamente ingarbugliata, pagina dopo pagina – giorno dopo giorno, per tutta la vita.
Ginny sorride, e le sue gengive sono esangui e hanno perduto i denti, attende.
Dondola, avanti e indietro.








[500 parole]

NdA: Questa flash partecipa al contest Sai chi sei? indetto da Mary Black sul forum di EFP
Mi sono scervellata a lungo per trovare il modo di scrivere qualcosa su questa coppia che non rientra nemmeno da lontano tra quelle di cui scrivo e/o leggo. Ci ho pensato per parecchi giorni e ho finito per scriverla nel giro di un'ora e mezzo la notte della scadenza delle consegne del contest -.-"
​Piccoli chiarimenti (che spero siano superfli): Ginny non è di colpo diventata un OOC dark che se ne va in giro a distribuire biscotti "passa al lato oscuro", no. Ho immaginato che la possessione subita da bambina possa aver lasciato segni indelebili sulla sua psiche, tanto da essere costretta a ricominciare a parlare con Tom/Voldemort (la sovrapposizione tra i due alterego è in lei dovuta al fatto che l'ombra presente nel diario è quella del giovane Tom, ma l'azione della creazione di un Horcrux è già propria di Voldemort) e a trovare una sorta di malsana pace solo in quei momenti. La psiche di Ginny, nonostante nessuno se ne renda davvero conto, è rotta: per tutta la vita ricerca il diario di Riddle in quaderni che più gli somigliano, all'interno dei quali ho immaginato si trovino non ordinate pagine di diario, bensì "disegni, spirali, di follia fittamente ingarbugliata", un po' come si vede nei film horror, insomma. Nella sua mente, Ginny percepisce Tom come vivo e la loro "relazione" reale.

 
   
 
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