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Autore: Lady Samhain    24/03/2017    1 recensioni
//Seguito di "Iniquity" ; Quarta parte della serie "La strada di casa" //
Sono passati più di due anni dall'ultima volta che Credence e Percival Graves si sono incontrati.
Entrambi sanno di avere ancora molte cose da dirsi, e mantenersi in contatto attraverso le lettere non è la stessa cosa che parlare di persona per questo Graves decide di fare una deviazione durante il suo viaggio alla ricerca degli incantesimi di protezione più antichi d'Europa, e di tornare a Londra per rivedere Credence.
Sarà l'occasione per conoscersi bene e per chiarire le troppe cose rimaste in sospeso tra di loro, ma anche un viaggio dentro sé stessi.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Credence Barebone, Newt Scamander, Percival Graves, Porpentina 'Tina' Goldstein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La strada di casa'
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Capitolo 3

Mano sinistra


Hurry up, hurry up
There's no more waiting
We're still worth saving

***

Non si erano dati un appuntamento preciso per il lunedì, ed una cosa che Credence non aveva previsto era che avrebbe ricevuto un biglietto di Percival Graves insieme alla posta della mattina.

Gli diceva che avrebbero potuto vedersi alle otto e mezza, dopo cena.

C'era scritto anche che c'era bisogno che si riconoscessero tra di loro, quindi di pensare ad una domanda di cui solo lui avrebbe potuto conoscere la risposta, e che lui avrebbe fatto altrettanto.

Credence scosse la testa. Quell'uomo era tanto preciso che a volte sembrava essere fatto di ingranaggi.

Accanto alla lettera di Graves c'erano due lettere di Mr Fergus, una con una copia della lettera dell'autore del libro che non si faceva correggere, ed un altra con una lista di compiti per la giornata.

Infine c'era un pacchetto da casa.

Credence aprì prima il biglietto che lo accompagnava e subito riconobbe la grafia di Newt.


"Caro Credence,

mi dispiace di non averti potuto salutare ieri sera quando sei andato via, ma come puoi immaginare ero impegnato a distrarre il cucciolo di banshee.

La giornata è passata troppo in fretta come ogni volta che torni a casa, ed io ho dimenticato di darti questo.

Ad Elinor è piaciuta molto la storia che hai inventato ieri per lei.

Veramente le piacciono tutte le tue storie.

Ti ho mandato questa cosa perché sarebbe davvero un peccato che favole così belle vengano dimenticate.

Sono sicuro che capirai non appena lo avrai aperto.

Un abbraccio

Newt

Ps: non farti maltrattare troppo da Tu-sai-Chi"


Credence arrossì anche se era solo in casa.

Adesso tutti sapevano che lui inventava storie per bambini... ed aveva quasi paura ad aprire il pacco!

Alla fine si decise, incoraggiandosi mentalmente con l'ultima frase della lettera.

-Oh, Newt!- gli scappò detto.

Tra le sue mani c'era un bel libro.

La rilegatura era marrone con intarsi blu pavone e all'interno le pagine erano color avorio.

Ed erano tutte vuote, in attesa che fosse lui a riempirle con le storie che creava.

L'imbarazzo cedette il posto a qualcosa di tiepido e confortante, come ogni volta che Credence assaporava la sensazione di avere una famiglia a sostenerlo.

***

-Buona sera, signor Graves. Ha passato un buon week end?-

Non si aspettava una domanda così personale, e soprattutto non si aspettava di esserne appena appena infastidito invece che mortalmente offeso.

Si strinse nel cappotto fingendo di ripararsi dal freddo della prima settimana di ottobre invece che da un tentativo di contatto personale.

-Sì, è andato tutto bene-

Non si sentiva ancora pronto a mettersi a raccontare cosa aveva fatto.

-E tu invece?- gli chiese per sviare il discorso.

-A casa, come sempre. Elinor ci tiene tanto a stare insieme a me, ed io voglio stare con Newt e Tina quando posso-

-Capisco. Bene, è ora di andare-

Gli tese la mano ed erano di nuovo al solito posto.

Stava per piovere, così Graves decise di usare uno scudo antipioggia oltre alle solite protezioni.

Iniziarono subito.

Un difetto di Credence era che tendeva a dimenticare.

Solo quarantotto ore senza esercitarsi ed i suoi riflessi erano la metà di quelli che aveva dimostrato venerdì.

Graves lo guardò malissimo.

-Le vacanze non ti fanno per niente bene, ragazzo-

E lo schiantò tanto forte da farlo scivolare molto più avanti, addirittura fuori dalla barriera.

Credence rientrò barcollando. Nonostante avesse fatto un volo di parecchi metri ed i suoi pantaloni fossero stati rovinati ancora una volta dal fango, adesso gli sembrava più pronto.

Stavolta lo schiantesimo si infranse su un sortilegio scudo perfetto.

Graves sorrise. Adesso che Credence aveva recuperato lo spirito giusto potevano ragionare!

Ed ogni volta che il ragazzo si rialzava un po' più determinato, lui si sentiva un po' più orgoglioso.

Allo scadere dell'ora erano entrambi stanchi, ed anche per Graves fu un sollievo mettere fine all'allenamento.

Ripose la bacchetta e come ogni volta tese la mano al ragazzo, peccato che nella Smaterializzazione non avesse tenuto conto di una cosa: come pioveva sulla campagna pioveva anche a Londra, e quando riappervero a Diagon Alley lo fecero nel mezzo di un acquazzone.

Credence urlò per la sorpresa (sgradita) della pioggia gelida che lo inzuppava, Graves invece imprecò con tutti i peggiori termini dello slang americano che gli venivano in mente.

Aveva creato un Incanto Impermeo che creava una cupola sopra di loro, ma ormai anche lui era bagnato fradicio.

-Cosa ha detto prima?- gli chiese Credence incuriosito.

-Niente che tu debba ripetere-

Credence rise e Graves si irrigidì. Non gli piaceva quando ridevano di lui, e ancora non aveva dato al ragazzo tutta quella confidenza.

-Vuole salire un attimo a casa mia? Almeno potrà asciugarsi-

Graves ci pensò su.

Non avrebbe avuto nessun bisogno di andare a casa di Credence per asciugarsi perché avrebbe potuto farlo benissimo nella sua stanza al Paiolo Magico, però c'era una cosa di cui voleva parlagli e preferiva approfittare di quel momento.

-Va bene. Andiamo-

Credence non era ancora sicuro di come fare una materializzazione congiunta, ed in ogni caso l'edificio era incantato in modo che non ci si potesse materializzare direttamente negli appartamenti, così dovettero fare di corsa a piedi i pochi metri che li separavano dal suo piccolo rifugio.

Qundo entrarono tremavano entrambi e la prima cosa che fece Credence fu accendere il fuoco nel camino.

Graves si sorprese di quanto potesse essere ordinato il piccolo ambiente, pur essendo abitato da un ragazzo che viveva da solo.

Forse Credence aveva il raro ma naturale senso dell'ordine che Graves apprezzava tanto, e lui si sorprese a pensare che se avesse dovuto vivere con lui gli avrebbe dato molto meno fastidio di altre persone con cui condivideva solo poche ore della giornata.

C'era un'unica stanza che faceva da salotto e cucina, e poi un corrido che probabilmente portava alla stanza da letto del ragazzo.

Sul tavolo vicino al camino erano impilati con ordine libri, pergamene, inchiostri e lettere.

Di fronte al camino invece c'era un divano con una coperta a fantasia scozzese piegata da un lato.

Graves si chiese se durante le serate di pioggia come quelle Credence fosse solito rifugiarsi sotto la coperta e davanti al fuoco acceso, magari con un libro da leggere.

Il pensiero gli andò al "paradise lost" che aveva comprato a Londra, ma non era di quello che voleva parlare.

Si asciugo con un solo cenno di bacchetta e senza nemmeno pronunciare "abstergeo".

Credence invece sembrava più in difficoltà; era riuscito ad asciugarsi i capelli e non sembrava più un pulcino bagnato, ma i vestiti erano un'altra cosa ed ancora al terzo tentativo erano umidi.

Graves lo asciugò in un colpo solo e non potè trattenere un sogghigno alla sua esclamazione di sorpresa.

-Come ha fatto?!-

-Il tuo stesso incantesimo, ma con venti anni di esperienza in più. Se non fossi più grande di te non sarei tanto presuntuoso da farti da insegnante-

Era stato brusco, forse troppo, e Credence lo guardava indeciso su come reagire.

Graves aveva dimenticato come il ragazzo potesse essere sensibile su certe cose, e vedere in lui lo stesso sguardo smarrito di quando si erano scontrati la prima volta lo metteva molto a disagio.

-Non prendertela. Volevo dire che migliorerai con la pratica-

Allora sul suo viso spuntò un accenno di sorriso e Graves ringraziò di essere riuscito ad evitare in corner un altro trauma motivo.

-Adesso però c'è una cosa che devo chiederti. Non è un argomento piacevole ma ho bisogno di chiarire questa cosa-

-Chiarire cosa, signor Graves?-

-Io ti ho praticamente imposto di insegnarti a duellare. Non ti ho nemmeno chiesto cosa ne pensavi-

-Se non fossi stato d'accordo glielo avrei detto-

-Questo lo so. Ma voglio sapere perché eri d'accordo. Credence, devo saperlo. Perché hai accettato? Perché in me rivedi ancora Grindelwald e vuoi vendicarti? O perché ce l'hai ancora con me per come ti ho trattato tre anni fa? Lo so che poi ci siamo chiariti, ma se mi portassi ancora del rancore potrei capirlo. Se fosse uno di questi due motivi, io credo che faremo meglio ad interrompere le lezioni-

Credence lo guardò attentamente. Come era prevedibile si era irrigidito a sentire parlare di Grindelwald e del "periodo di valutazione", ma ancora Graves non vedeva segni di ostilità.

Credence cominciò a parlare guardando ancora il pavimento.

-Quando eravamo a New York, Grindelwald mi ha detto che ero un magonò, che non servivo a niente e che non voleva più avere niente a che fare con me. Dopo che io gli avevo dato tutta la mia fiducia, lui mi ha lasciato in un angolo quando avevo più bisogno di aiuto. Mi ha trattato come se fossi un rifiuto-

Graves sapeva che era stata una brutta idea chiedere. Che avrebbe fatto se Credence si fosse messo a piangere? E da come tremavano i suoi pugni stretti non era affatto improbabile...

Invece quando Credence rialzò la testa e lo guardò negli occhi non trovò lacrime.

-Io non permetterò mai più a nessuno di trattarmi in quel modo. Ho scelto di imparare a duellare per dimostrare a me stesso che non sono lo scarto che vedeva lui-

Ancora una volta Graves era sorpreso. Aveva incontrato tante persone ferite nella sua vita, ma molto raramente qualcuno che fosse riuscito a trasformare il dolore in forza in un modo altrettanto efficace.

-Lei mi aiuterà, non è vero, signor Graves?-

Credence aveva ammesso più di una volta di essersi affidato completamente a Grindelwald.

Essere tradito da lui doveva essere stato un dolore inimmaginabile, e lui invece di lasciarsi consumare dalla disperazione aveva ritrovato la sua dignità.

Graves lo guardò a lungo e Credence non distolse lo sguardo nemmeno un momento.

-Molto bene, Credence. Ora sono convinto che insegnarti sia la cosa giusta da fare. Hai tutto il mio appoggio-

Il ragazzo annuì, e sul suo viso era tornata l'espressione che lo illuminava di solito.

-Grazie-

-Non devi ringraziarmi. È la cosa giusta da fare. Adesso devo andare, si è fatto tardi. Ci vediamo domani sera alla stessa ora-

Era già sulla porta per smaterializzarsi fuori sul pianerottolo, quando si voltò perché c'era un'altra cosa che valeva la pena di dirgli.

Gli posò una mano sulla spalla.

-Credence. Voglio che tu sappia che come duellante fai veramente pena. Ma anche così sei molto più di quanto quel bastardo potrà mai sperare di essere-

***

Con il passare dei giorni Credence cambiava letteramente sotto i suoi occhi.

Nei movimenti del ragazzo c'era una sicurezza diversa.

Stava imparando a dominare lo spazio che lo circondava, a valutare esattamente dove si trovava e a spostarsi solo quando e se lo voleva lui.

I suoi sortilegi scudo erano molto migliorati.

Graves se ne era accorto da tempo ovviamente, ma prima di concedergli una parola di apprezzamento aveva aspettato un mese e che Credence resistesse a tutti i suoi attacchi senza cedere nemmeno una volta per tre giorni di fila.

Solo allora gli aveva concesso una pacca sulla spalla ed un "ben fatto, ragazzo".

Il sorriso che Credence gli aveva regalato gli aveva fermato il cuore per un attimo perché non avrebbe mai creduto di poterlo rendere così felice, così come non avrebbe mai creduto di reagire con qualcosa di diverso dall'immediato disagio quando Credence lo abbracciava.

Il guaio era che non riusciva a prevederlo: quando notava il movimento era troppo tardi e trovava il ragazzo con il petto contro il suo, il mento sulla spalla ed i capelli che gli solleticavano il viso.

Lui insegnava a duellare a Credence, ed il ragazzo gli insegnava qualcosa a cui lui non sapeva dare un nome.

Fu quando passarono agli incantesimi di attacco che Graves notò qalcosa di stonato nella postura del suo allievo.

Credence aveva assunto naturalmente il portamento giusto per uno scontro: spalle dritte, ginocchia leggermente piegate per scattare subito in qualsiasi direzione, eppure le braccia rovinavano l'armonia dell'insieme.

Il destro era sempre troppo alto o troppo basso, il sinistro invece era troppo rigido lungo il fianco come se lui non sapesse cosa farci; la mano sinistra spesso si serrava involontariamente, ed una volta addirittura l'aveva messa in tasca; pessima idea: una mano in tasca pregiudica l'equilibrio dell'intero corpo.

Graves doveva scoprire come mai Credence si comportava come se volesse nascondere a tutti i costi la mano sinistra, e da quello che vedeva aveva già un'ipotesi.

-Credence, dimmi, tu eri mancino?-

Lui fu tanto spaventato dalla domanda che il suo perfetto scudo si schiantò all'improvviso e l'incantesimo di Graves lo colpì più forte di quanto fosse sua intenzione.

-Pausa, basta così!- urlò lui prima di rinfoderare la bacchetta e di correre al suo fianco.

Il ragazzo aveva battuto malamente e si reggeva il polso con l'altra mano.

Quando lui gli si inginocchiò accanto era ancora spaventato.

-Credence, va tutto bene? Ho chiesto una pausa, non temere, non ti colpirò. Ora fammi vedere se sei ferito-

Riluttante, lui gli porse il braccio e Graves vide che aveva un brutto graffio poco sotto il pollice.

Si sentì in colpa perché evidentemente era stata la sua domanda a fargli perdere la concentrazione, ma si guardò bene dal mostrarsi indulgente.

Disinfettò il taglio e lo richiuse in modo che non sanguinasse più, poi tese la mano al ragazzo per farlo rialzare.

-Te la senti di continuare?-

-Certo, signor Graves-

Ma il resto dell'allenamento fu un disastro: Credence aveva completamente perso la concentrazione e Graves riusciva a colpirlo esattamente come i primi giorni.

C'era qualcosa che non andava, ma Gaves decise di non interrompere.

Nel quarto d'ora che gli restava continuò a colpirlo e a infrangere le sue barriere per insegnargli che durante un duello non ci sono sconti e che il suo avversario non lo avrebbe risparmiato se lo avesse visto in difficoltà.

Solo quando ebbero finito, Graves lo raggiunse e gli ripetè la domanda "sei mancino?".

Le labbra di Credence tremavano mentre rispondeva.

-Sì, lo ero. Da piccolo usavo la sinistra. Mary Lou diceva che era la mano del diavolo, che ero condannato, che doveva correggere quell'abominio... e...-

-Basta così. Ho capito-

Credence annuì.

-Coraggio, dammi la mano... l'altra mano-

Quando ebbe la mano sinistra del ragazzo, invece di smaterializzarsi la racchiuse tra le sue e la tenne ferma dal tremito che la scuoteva.

-Credence. Voglio che da ora in poi tu usi la sinistra, hai capito? È una tua caratteristica come tante altre. Non hai motivo di nasconderla-

Il ragazzo lo guardò, le luci azzurrine che si riflettevano nei suoi occhi e li rendevano più profondi del solito.

Per un attimo Graves vide qualcosa che non sapeva spiegare ma che gli fece provare un senso di pace.

Lui non era mai stato bravo con i sentimenti, ma sentiva ad istinto che tra lui e Credence si era formato un legame più profondo in quel preciso momento.

-Vuoi andare a casa?-

-Sì, per favore-

Quella sera, quando lo ebbe riaccompagnato sotto il portone, per la prima volta si rese conto di un senso di vuoto che provava quando si separavano.

Si chiese se forse sarebbe stato diverso se lo avesse accompagnato fino dentro casa.

Si sentì in colpa per non saper dire semplicemente "Voglio restare con te, perché se avessi bisogno di aiuto io ci sarei".

Lavorò febbrilmente per costringere il suo cervello ad elaborare una scusa che gli permettesse di non lasciare solo il ragazzo ma niente. Tabula rasa.

Riuscì a trovare il coraggio di raggiungerlo all'ultimo momento per dirgli di chiamarlo se avesse avuto bisogno. Qualsiasi cosa, a qualsiasi ora.

Sperò che Credence riuscisse a sentire tutto quello che lui non sapeva dire.

***

Il giorno dopo Graves risentì il morso della corda di cuore di drago dopo tanto tempo.

Già si sentiva in colpa per non essere riuscito ad andare oltre e ad essere un po' più empatico, ma quando vide che occhiaie aveva Credence quella sera si sentì definitivamente degno di essere affatturato.

Il ragazzo gli rivolse un sorriso stanco.

-Scusi, ho fatto un po' tardi. Ora possiamo andare-

Graves non si mosse.

Prese la sua mano, ma lo riportò verso casa sua.

-Signor Graves, dove...?-

-Niente allenamenti stasera. Ti riporto a casa. E resto con te-

Ecco, nonostante le buone intenzioni non era riuscito ad essere gentile.

Per sua fortuna Credence non protestò.

Si lasciò accompagnare su per le scale, dentro casa e solo allora chiese "perché?"

-Perchè ieri sera ho sbagliato a lasciarti solo. Forse sarebbero bastati pochi minuti di compagnia e tu adesso non avresti l'aspetto di un Infero-

-Sono così terribile?-

-Sì-

Credence fece un pallido sorriso.

-Stasera non farò lo stesso errore- disse Graves -Io voglio aiutarti. Solo... solo non so come fare. Dimmi cosa posso fare per te-

Ammettere di non sapere fare qualcosa era stato difficile più o meno quanto inghiottire una mandragola viva, ma tra sacrificare l'orgoglio e sacrificare Credence, Graves non aveva dubbi su cosa scegliere.

-Di solito quando mi torna in mente qualcosa che mi ha fatto soffrire, e sto male... io... Newt o Tina restano con me-

-Vuoi che chiami loro?-

-Oh, no, non ce n'è bisogno. Di lei mi fido-

Fece un gesto vago verso il divano e allora Graves capì: Credence si fidava di lui tanto quanto delle persone che lo avevano salvato.

-Va bene. Resterò con te-

Si sedettero sul divano e Graves era ancora diviso tra il non sapere cosa fare, la volontà di aiutare quel ragazzo e l'essere impacciato perché non sapeva gestire bene i sentimenti.

Credence era seduto accanto a lui così vicino che le loro ginocchia si toccavano ma non lo guardava.

Si era raccolto le braccia attorno al corpo ed ogni tanto un sospiro gli faceva alzare le spalle.

C'era qualcosa che non andava. Qualcosa di profondamente stonato.

Credence di solito era molto comunicativo anche se non parlava, invece in quel momento...

Graves realizzò all'improvviso.

Credence stava chiedendo, ma lui era troppo estraneo al suo linguaggio per capire.

Il fatto che si stesse stringendo le braccia attorno al torace era un modo per chiedere di essere abbracciato; forse non lo faceva nemmeno coscientemente, ma Graves aveva passato troppo tempo nelle stanze degli interrogatori a decifrare il non detto per pensare di essersi sbagliato.

Si girò di lato urtando le gambe del giovane e gli passò un braccio sulle spalle.

Lo sentì teso ed avvertì distintamente il suo sussulto di sorpresa.

Credence sollevò la testa verso di lui e lo fissò con uno sguardo interrogativo; Graves avrebbe preferito che non lo avesse fatto per non fargli vedere la sua incertezza.

Dovette deglutire per ricacciare indietro la paura ma non avrebbe interrotto il contatto per niente al mondo.

Che Credence vedesse paura in lui, piuttosto che indifferenza.

Rimasero in quel dialogo di sguardi per molto tempo, e lentamente la sorpresa negli occhi di Credence venne sostituita da un insieme di cose impossibili da leggere.

Il ragazzo chiuse gli occhi e si appoggiò sulla sua spalla.

Santo cielo, era alto quanto lui e sotto il suo braccio le spalle di Credence erano larghe e solide, eppure in quel momento gli sembrava che fosse fragile.

Si chiese se in quel momento sentisse il battito del suo cuore come lui lo sentiva rimbombare nelle tempie.

Incoraggiato dalla fiducia che Credence gli stava dimostrando, decise di avvolgerlo anche con l'altro braccio.

Il suo corpo sotto la camicia era caldo e la fronte del ragazzo posava direttamente sulla pelle nuda del suo collo; il suo respiro si sentiva appena sopra la stoffa.

Non era spiacevole. Non lo era per niente.

-Mi racconti qualcosa di lei- chiese Credence a voce bassissima.

-Cosa?-

-Qualsiasi cosa-

Graves sospirò. In quel momento gli venivano in mente solo cose per niente adatte ad un ragazzo spaventato.

-Mi piace la musica- disse infine.

Credence annuì ed il movimento fece strofinare i capelli contro la sua mascella.

Era una carezza soffice che sciolse qualcosa dentro di lui.

-La musica classica, in particolare. Non amo le parole delle canzoni, preferisco solo la melodia. Potrei farti sentire qualcosa un giorno, se vorrai-

Credence si mosse ancora verso di lui e gli passò un braccio attorno al fianco.

Era una novità. Era uno spostamento piccolo ma cambiava tutto; Graves non ricordava di aver avuto un contatto emotivo così profondo da molto tempo.

Aveva deciso di restare per fare stare bene Credence, ed aveva scoperto che anche lui stava bene.

-Un giorno vorrei conoscere questa musica. Se piace a lei deve essere molto bella-

Graves non rispose perché non ce n'era bisogno. C'era il crepitio del fuoco nel camino, e c'era l'odore della carta nuova.

C'era una pace che non ricordava di avere mai provato.

Non si era accorto che sorrideva e che stava accarezzando la schiena di Credence.

***

Percival Graves si sarebbe ricordato per tutta la vita l'esatto momento in cui aveva pensato per la prima volta quella cosa assurda e meravigliosa.

Si stavano allenando in una sequenza che prevedeva che Credence evocasse uno scudo e poi contrattaccasse immediatamente.

Lo scudo era perfetto. Non si infrangeva nemmeno quando Graves provava con tutte le sue forze.

Poi Credence si era preparato al contrattacco e allora Graves si era trovato davanti qualcosa di straordinario.

La postura perfetta, lo sguardo fiero, un controllo totale sulla situazione.

Credence non era più un ragazzino acerbo, era diventato un uomo degno di tutto il suo rispetto.

Ed era bellissimo.

Quella fu anche la prima volta in cui Percival Graves non riuscì a sostenere uno scudo e dovette rotolare vergognosamente a terra per schivare uno schiantesimo.

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Nel Cerchio della Strega


Avviso importante!

Sto spostando le altre storie della serie nella sezione "Animali fantastici e dove trovarli" nella categoria "film".

Comunque credo che finirò di pubblicare qui questa storia.

Per quanto riguardaquesti capitoli sto cercando di muovermi non troppo sullo sdolcinato, perché non credo proprio che Graves sarebbe il tipo.

Grazie a chi ha messo la storia tra preferite e seguite.


Lady Shamain



















  
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