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Autore: rob93    06/06/2009    9 recensioni
"Non lo chiamo mai “papà”, per me lui è “Edward”, non gli ho mai detto grazie... per nulla. E adesso ho paura di perderlo e di non aver più la possibilità di dirgli tutto!"
Genere: Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01: Ho paura!



Renesmee's Pov


Salve io sono Renesmee Carlie Cullen, figlia di Edward e Bella Cullen.

Ormai dimostro i miei 17 anni e la mia crescita è finita. Ma in questo momento non mi importa nulla di tutto ciò perché ho paura... non ne ho mai avuta tanta in vita mia.

Non posso crederci, non voglio crederci. Siamo stati attaccati da un gruppo di vampiri nomadi solo perché avevamo chiesto loro di andare in un altro territorio a cacciare, viste le nostre abitudini “vegetariane”.

E' stata una battaglia ferocissima nonostante noi avessimo dalla nostra parte dei vampiri per così dire “speciali”, ma a quanto pare c'era uno di loro in grado di bloccare i poteri degli altri, ma non come la mamma, che può bloccare i poteri che intaccano la sfera mentale, poteva bloccare TUTTI i poteri, quello di zio Jazz, quello di papà e persino quello di zia Alice.

Voi starete pensando che io sono pazza perchè sono agitata, agitatissima.

Beh no, non sono pazza. Sono agitata perché ho paura, ho paura perché nel combattimento molti di noi sono stati feriti, ma quello più grave è mio padre. Sì MIO PADRE!

Vi spiego meglio.

Stavano combattendo e avevano ormai capito che il punto debole della mamma e di papà ero proprio io.

Quello che stava combattendo con papà si è accorto che lui era abilissimo anche senza usare il suo potere (certo è il MIO papà), allora per far in modo che si distraesse ha spostato il suo bersaglio su di me.

Naturalmente papà si è subito mosso per difendermi dato che, essendo quel vampiro il suo avversario, era l'unico libero.

Hanno ricominciato a combattere, ma papà non era più concentrato e... e... quel bastardo l'ha cominciato a colpire e io non sapevo cosa fare, ho provato a... a... a separarli ma non ci sono riuscita e sono stata letteralmente lanciata contro un albero e ho perso i sensi.

Non so cosa sia accaduto... so solo che quando mi sono svegliata ero nella stanza dei nonni e nonno Carlisle mi stava visitando la ferita alla testa.

Ora sono ancora a letto e non so cosa stia succedendo di là, ma dove sono mamma e papà?

Io ho...

Aaaaah!”

Oh mio Dio, era un urlo disumano (beh certo in questa casa di propriamente umano non c'è nessuno).

Ma non è tanto questo che mi ha sconvolta. Ciò che mi ha sconvolta è che quello era un urlo di dolore e a urlare è stata la mamma!

Cosa sta succedendo? Perché nessuno mi dice niente?

Mamma! Mamma! Vieni qui ti prego!”

Ecco che entra qualcuno... ehy ma non è la mamma.

Ehy piccoletta che hai?”

Come che ho? Zio Emmet perché non è venuta la mamma? Io ho chiamato lei!”

Ehm piccola...”

NON CHIAMARMI PICCOLA!”

Ok scusa, scusa”

Allora perché non è venuta... ha urlato perché sta male?”

No... veramente.... a lei non è successo niente... ma...”

MA? ZIO MI STO SPAVENTANDO!”

Calma, ricordati che a te può venire un infarto”

L'infarto mi viene se non mi dite cosa sta succedendo!”

Beh tua madre sta bene... ha solo qualche graffio, ma... ma tuo padre... a tuo padre è andata molto peggio...”

E adesso dov'è?”

E' nella sua vecchia stanza, qui a casa nostra e... e sta dormendo...”

Dormendo? DORMENDO? MA CHE CAVOLO DICI ZIO? PAPA' NON PUO' DORMIRE... PAPA' NON DOVREBBE DORMIRE!”

Lo so piccola, ma l'hanno colpito e non sappiamo perchè ma ha perso i sensi... le ferite si rimarginano più lentamente e... non sappiamo se si sveglierà...” detto questo mette la testa fra le mani e mi sembra quasi di sentirlo singhiozzare... non l'ho mai visto così... lui aveva un bel rapporto con suo fratello.

Io invece ultimamente non avevo un bel rapporto, ero in quella fase che si chiama “crisi adolescenziale”. Non sopportavo tutti i suoi rimproveri, specialmente se a farmeli era un ragazzo che dimostrava la mia stessa età, certo sapevo che lui era mio padre, ma non mi andava a genio.

Poi però a volte c'erano dei momenti che passavamo insieme... a me è sempre piaciuta la chitarra classica e lui mi ha insegnato a suonarla... mi ha persino aiutata a scrivere delle canzoni.

Non lo chiamo mai “papà”, per me lui è “Edward”, non gli ho mai detto grazie... per nulla.

E adesso ho paura di perderlo e di non aver più la possibilità di dirgli tutto!

  
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