Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Haruno_Shiobana98    26/03/2017    0 recensioni
"Il mondo collassò attorno al ragazzo, annichilendosi in un infinito e silenzioso vuoto nero. Dopo quello, il nulla."
Gran parte dei fan conoscono la trama di Vento Aureo. Ma come potrebbe cambiare, se ambientata dopo il Reset di Pucci?
A Morioh Cho, una pacifica cittadina del Giappone, non è mai accaduto niente di significativo. Sarà il furto di un prezioso manufatto antico, una punta di freccia, a mettere in moto una catena di eventi tali da sconvolgere la vita di Giorno Giovanna, un liceale diciottenne, e di Helen Agasa, sua amica d'infanzia. Il filo del destino li legherà a nuovi compagni, vecchie conoscenze ed inaspettati nemici, rivelando scomode e dolorose verità.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bruno Bucciarati, Giorno Giovanna, Guido Mista, Trish Una
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Passata una decina di minuti, i due entrarono in un ristorante lì vicino, dopo aver fatto il giro dell'isolato. Poco prima di entrare, Bucciarati aveva attaccato di nuovo la mano al braccio di Giorno, il quale aveva tirato un sospiro di sollievo.
-Sai- iniziò Bruno mentre si sedevano ad un tavolo -questa è la prima volta da tanto tempo, che riesco a consumare un pasto fuori.-
-E per quale motivo? Non credo che nessuno te lo impedisca.- ribatté Giorno, perplesso. Bucciarati stette qualche secondo in silenzio, poi decise di continuare.
-La mia situazione non è... delle migliori. Non ho più una famiglia da molto tempo, né un luogo che posso chiamare casa. Io e il mio gruppo viviamo alla giornata.-
-Il tuo... gruppo?-
-Sì, non sono l'unico.- a Bruno sfuggì un sospiro. -Tutti noi abbiamo uno Stand e, in un modo o nell'altro, siamo tutti stati vittime della stessa organizzazione che ha quasi ucciso anche te. Le persone normali nemmeno sono al corrente della sua esistenza e persino nei bassifondi, se ne pronunci il nome, rischi di trovare guai. Si dice che a capo vi sia un uomo talmente spietato da aver ucciso a mani nude molti dei suoi stessi sottoposti. Io sono stato mandato a cercarti dalla stessa persona che ha creato il mio gruppo di... sbandati. Appena ha visto le foto del tuo cadavere, si è subito interessato a te, con la sicurezza che tu fossi sopravvissuto, ma non ha voluto spiegarmi il motivo. Ha anche detto di sapere che cosa ci stessero facendo quei criminali dentro al museo, ma si è rifiutato categoricamente di parlarcene, a meno che anche tu non fossi presente.-
Bruno si interruppe mentre un cameriere arrivava a prendere le ordinazioni, porgendo loro dei menu.
-Buonasera, il mio nome è Josuke Higashikata, cosa posso servirvi?-
chiese il ragazzo, poco più grande di loro, con un sorriso.
Bruno lanciò un'occhiata veloce ai suoi capelli, acconciati a formare un pompadour ben curato, poi iniziò:
-Io credo che prenderò... sì, un piatto di spaghetti alla puttanesca. Tu cosa vuoi, Giorno?-
-Mh... credo che andrò per delle costolette d'agnello, grazie- rispose lui, restituendo la lista dei piatti al cameriere.
-Molto bene, vado a comunicare le vostre richieste al cuoco. Non vi dispiacerebbe se... ecco, è imbarazzante da spiegare, ma lo chef Tonio è molto eccentrico, spesso è lui a scegliere il piatto da servire ai suoi clienti.-
A Bruno sfuggì una risata sommessa.
-E bravo il nostro Tonio, mi piace. Per me va bene, digli pure che mi aspetto di essere sorpreso dal piatto che mi preparerà. Va bene anche a te, Giorno?-
-Non vedo perché no-
-Molto bene- rispose Josuke sollevato. -Vado a portare le vostre ordinazioni-
Mentre il cameriere camminava verso le cucine, Bucciarati toccò la spalla di Giorno per attirarne l'attenzione, sghignazzando.
-Hai visto che capelli ridicoli che aveva quello?- gli sussurrò cercando di trattenere le risate. Appena ebbe finito la frase, Josuke si voltò e gli lanciò un'occhiataccia di fuoco.
-Credo che ti abbia sentito, idiota.- disse Giorno ridendo al compagno.
Il cameriere tornò al tavolo dei due.
-Cosa hai detto dei miei capelli?- chiese a Bruno con uno sguardo truce -Devo forse spaccarti la faccia?-
-Ehi! Come ti permetti!- esclamò Bucciarati alzandosi in piedi e confrontandolo. Giorno cercò di risolvere la situazione:
-Calmatevi, entrambi. Non c'è bisogno di...-
-Tu stanne fuori!- gli intimarono entrambi all'unisono. La tensione iniziava a farsi sempre più pesante tra i due, quando una voce richiamò il cameriere.
-Josuke! Cosa stai facendo con i clienti! Sto aspettando le ordinazioni!-
Un uomo dai tratti europei si affacciò dalla porta della cucina, con aria interrogativa. Dopo aver visto l'espressione di Josuke, sospirò.
-Ahh, ancora con questi capelli eh? Dai, vieni a pulire la cucina e intanto ti dai una calmata.-
-Ma... signor Tonio!- proruppe Josuke.
-Non mi interessa, trattare i miei clienti in questo modo è fuori discussione! Tra l'altro, qualsiasi commento abbia fatto, sono sicuro che stesse solamente scherzando. Giusto, ragazzo?- continuò Tonio, ora rivolgendosi a Bucciarati e guardandolo negli occhi.
-S... sì. Scusami, Josuke. Non avrei dovuto fare un commento del genere.- disse Bruno non riuscendo a sostenere lo sguardo dello chef. A quel punto, sul volto di Tonio si accese un gran sorriso.
-Perfetto! Mamma mia, l'ultima cosa che voglio è una rissa nel mio locale. Voi vi siete scusati, quindi ora tocca a me farmi perdonare. Il pasto di oggi sarà gratis, non preoccupatevi. Ordinate pure quello che volete. Farò di tutto per lasciarvi soddisfatti con la mia cucina italiana.-
Giorno prese la parola:
-La ringraziamo molto, signor Tonio, ma come abbiamo detto a Josuke, saremmo ancora più felici se fosse lei a scegliere il piatto adatto a noi. Ci è stato detto che in questo è molto bravo, giusto?-
A quelle parole, il volto di Tonio si illuminò.
-Ma... certamente! Mi rendete davvero felice così.- disse avvicinandosi al tavolo ed iniziando ad osservare i due clienti attentamente.
-Ahah, sì...- borbottò Tonio afferrando il volto di Bucciarati e voltandolo, squadrandolo bene. -Hai sicuramente fatto a pugni di recente... inoltre soffri di insonnia nell'ultimo periodo. Giusto?-
-Ma cosa... è vero! Non posso crederci.- rispose Bruno stupito.
Lo chef passò poi a Giorno. Appena lo toccò, Tonio ebbe un sussulto; per un secondo lo guardò negli occhi con uno sguardo di pena mista a compassione, poi
riprese la sua solita espressione pacata e allegra.
-Temo... che per te la questione sia più complicata. Comunque, farò del mio meglio per preparare dei piatti adatti alle vostre esigenze. Vado a prepararvi la cena.- finì lui, avviandosi poi in cucina. Josuke, indeciso sul da farsi, seguì Tonio.
-Un gran bel ristorante, non credi?- domandò Bucciarati a Giorno, mettendosi comodo sulla sedia.
-Sì... mi domando solo cosa abbia visto lo chef Tonio in me per rimanere così turbato.- rispose lui con lo sguardo perso nel vuoto.
-Hey, non preoccuparti, faceva sicuramente parte della scena. No?-
-Già... sicuramente è così.-
Una decina di minuti dopo, Tonio in persona arrivò al loro tavolo, con due piatti fumanti; dopo averli posati e prima di andarsene, si avvicinò a Giorno e gli
sussurrò all'orecchio:
-Purtroppo non ho molto per risolvere i problemi di cuore... ma d'altronde, è giusto che sia tu stesso a sbrigarli, no? Sono sicuro che ce la farai, col tempo. Buon appetito.-
Dopo aver mangiato con gusto ed aver salutato sia Tonio che Josuke, i due uscirono dal ristorante soddisfatti.
-Ah cristo, adesso sì che sono sazio. Quel Tonio è un genio della cucina, non credi?- esclamò Bucciarati avviandosi verso la periferia di Morioh, facendo
cenno a Giorno di seguirlo.
-Sì, lo penso anche io. Per l'esattezza, dove stiamo andando?- gli chiese Giorno, curioso.
-Se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti... Scherzo dai, ti sto portando dal mio gruppo. Non hai un posto in cui tornare no? Beh, starai con noi.
A quelle parole, Giorno si arrestò in mezzo al marciapiede. Quando Bucciarati se ne accorse, si voltò:
-Hey Giorno, cosa succede?-
-Niente... è solo, che è la prima volta in vita mia che qualcuno fa qualcosa di così importante per me.-
-Dai, romanticone, sbrigati che sta iniziando a fare freddo.- gli rispose Bruno ridacchiando, riprendendo a camminare.
Passarono circa venti minuti, e arrivarono davanti ad un edificio dai mattoni anneriti dallo smog; le finestre erano anch'esse parzialmente oscurate dal fumo, sicuramente abbondante in quel quartiere industriale.
-Casa dolce casa... Prego, dopo di te.- disse Bucciarati sorridendo a Giorno e aprendo il portone principale. Dopo aver fatto qualche rampa di scale, iniziarono
a sentire delle voci discutere animatamente.
-...no, ho detto di no! Lascialo subito!-
-Ma come ti permetti! Questo è mio, tu ne hai già presi anche troppi, marmocchio!-
Giorno era perplesso per il baccano, così Bucciarati decise di entrare per primo, facendosi seguire.
-Dojyaaan, sono a casa, e ho un nuovo inquilino con me.-
I due, che stavano discutendo con un pacchetto di snack in mano, si zittirono e si voltarono all'unisono. Uno di loro era un ragazzo di qualche anno più
giovane di Giorno, sulla quindicina, mentre l'altro sembrava essere di qualche anno più grande. Il primo indossava una specie di fascia arancione sui capelli e una maglietta nera aderente, mentre il secondo aveva una sorta di cappuccio blu a scacchi.
-E tu... chi saresti?- domandò il più giovane, leggermente sorpreso.
-Il mio nome, è Giorno Giovanna. Piacere di conoscervi.-
Lo stesso che gli aveva rivolto la parola gli sorrise:
-Il mio nome è Narancia Ghirga, piacere mio. Questo ladro accanto a me, invece, si chiama Guido Mista.-
-Ladro?! Ma come ti permetti! Io ti smonto, brutto nanerottolo!-
Come una furia, Mista prese a rincorrere Narancia per la stanza, che intanto ridacchiava. Dopo poco, una voce profonda li interruppe.
-Ancora con questo baccano! Smettetela, entrambi!-
Da una porta, entrò un altro uomo, sicuramente più grande di Giorno e Bruno, ma non di molti anni. Il suo volto era freddo, esasperato, e i lunghi capelli grigi che gli ricadevano sulle spalle lo facevano sembrare ancora più cupo. Dopo aver ripreso Mista e Narancia, si voltò verso il nuovo arrivato.
-Tu. Immagino tu sia il tanto nominato Giorno Giovanna.-
-Sì, sono io. Piacere di...-
-Il piacere non è di nessuno, sicuramente non mio, e in poco tempo ti accorgerai che non è nemmeno tuo. Non so cosa abbia visto in te il nostro capo, ma poiché non ho voce in capitolo qua, sono costretto a starmene zitto. Non pensare comunque che abbia qualche interesse nel conoscerti o nel diventare tuo amico, perché altrimenti ti stai solo illudendo. Io me ne vado a letto. Bucciarati, trovagli tu un posto in cui dormire. Io me ne lavo le mani.-
Velocemente come era arrivato, l'uomo tornò nella sua stanza.
Bucciarati, in imbarazzo, cercò di sbloccare la situazione.
-Scusalo Giorno, è solo che lui...-
-Non osare dire niente su di me, Bruno, o giuro che ti stacco la lingua, con o senza stand. Chiaro?-
-Chiarissimo, ma non c'è bisogno che tu ti comporti così Leone, è solo...-
Senza nemmeno lasciarlo finire, Leone chiuse la porta di camera sua sbattendola. Narancia lo guardò brevemente e poi si rivolse a Giorno sorridendogli.
-Ma guarda te, oggi deve aver avuto una giornata storta. Lascialo perdere Giorno, vedrai che domani gli sarà passata. In camera mia dovrebbe esserci un letto libero, puoi dormire là se vuoi.-
-Ti... ringrazio molto.- gli rispose sorridendo Giorno -Credo davvero che oggi siano successe un po' troppe cose, è meglio se ci dormo su. Io vado Bruno, a domattina.- disse poi, avviandosi nella stanza insieme a Narancia.
-Ma certo, lo capisco. Domattina parleremo sul da farsi. Cerca di dormire.-
Anche Bucciarati e Mista si avviarono alle loro camere, chiudendo le loro porte. Giorno si coricò senza nemmeno togliersi i vestiti; poco dopo, Narancia si era già addormentato e il suo respiro si era fatto pesante e regolare, mentre lui ancora non riusciva a chiudere occhio. Troppe emozioni si affollavano nel suo petto, rendendo ogni respiro ed ogni pensiero un'agonia. Mentre ripensava ad Helen, delle lacrime iniziarono a solcargli il volto senza che se ne rendesse conto e continuarono a cadere, finché non cadde in un sonno senza sogni, sfinito.

   
 
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