Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: ___Page    27/03/2017    3 recensioni
"Non ci ho mai creduto, io, in queste stronzate, il solo valore a cui abbia mai tenuto fede è da sempre l’amicizia ma lei ha capovolto tutte le mie convinzioni.
Io sono entrato nel suo negozio, lei è entrata nella mia vita e a pochi mesi di distanza anche a casa mia, con una valigia e un paio di quadri e, incredibilmente, non ho provato nemmeno per un attimo l’impulso di scappare.
Il punto è che se trovi la persona giusta, tutto diventa semplice.
Se trovi la donna che sa tenerti testa, che non ha stupide paturnie femminile, che sì ogni tanto piange ma solo per colpa degli ormoni e non per un caramelloso quanto idiota film romantico, che non ti stressa se un venerdì sera vai a bere una birra con il tuo migliore amico, che ti sopporta senza rinfacciarti ogni singola cosa…"
Sì, ma cosa succede se vieni colpito dalla maledizione del terzo incomodo?!
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Nojiko
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Procedo verso l’officina, masticando insulti al vento e spaventando due dei nuovi apprendisti, che stanno andando adesso in mensa per la pausa pranzo. Io ho chiesto di poterla anticipare di mezz’ora perché meno gente vedo, meglio è.
Rischio seriamente di commettere un omicidio in questi giorni e  siccome il carcere non mi attizza molto meglio evitare il problema alla radice.
Non è come se mi fossi alzato con il piede sbagliato. Non sono semplicemente incazzato o intollerante o in debito di sonno.
No, io sono in un uomo in astinenza. Sono un uomo che è arrivato al limite. Sono un uomo che ha bisogno di dormire in un letto vero, con un vero materasso, che ha bisogno di tornare a casa e trovare la doccia libera o occupata da una donna con cui può eventualmente condividerla, non dalla sorella della donna in questione.
Ma soprattutto, sono un uomo che ha bisogno di scopare.
Sto per esplodere. Non so per quanto potrò tollerare ancora questo stallo. Ho bisogno di un po’ di intimità con Nojiko o rischio di rimetterci il cervello.
Che non è solo bisogno fisico, chiariamo. Per quello ci sono valide alternative che mi è toccato anche mettere in atto. Ma qui siamo al di là. Siamo al livello che se la situazione non si sblocca iscrivo Nami a un sito di incontri o gli organizzo un appuntamento al buio con qualche collega dell’officina e non sto scherzando!
Oggi mentre mangiavo riflettevo su chi sarebbe più adatto. Paulie del reparto plastico mi sembra il candidato più valido, basta che lo convinco a non fare il malmostoso sulla lunghezza delle gonne di mia cognata.
Ci rendiamo conto a cosa sono arrivato?!
Come se poi servisse a qualcosa. Quella ragazza è più sotto a un treno di una rotaia anche se cerca di fare quella forte e indipendente. Ma se davvero stesse bene come va dicendo non starebbe rintanata in casa tutto il tempo al di fuori dell’orario di lavoro. Tutti e sottolineo tutti sono passati a turno a cercare di tirarla su, metaforicamente e anche letteralmente se inseriamo il divano nell’equazione, senza successo.
Prima il deficiente sparacuori e schizzasangue, il nasone, il feticista delle mutande, il piccolo genio, Franky, il cretino di Rufy che ci ha svuotato il frigo e per finire Robin. Sapete com’è andata a finire? Che hanno passato una divertente e spettegolante serata tra donne. Sul mio sofà. Nel mio appartamento. Insieme alla mia donna.
E se neppure l’Oracolo di Yuba è riuscita a spuntarla cosa spero di poter ottenere io? Finché dal basso della sua disperazione la mia adorata cognatina continua a preoccuparsi più di Zoro che di se stessa non c’è proprio niente che io possa fare.
Non esce con gli amici perché preferisce che tengano compagnia a lui. Tanto lei non è sola, dice, c’è Nojiko che è lì per lei.
Ecco. Appunto.
Grazie al cazzo per la considerazione.
Sempre detto io che fidanzarsi tra amici è una stronzata. E qui torniamo alla mia idea di presentarle Paulie. Dubito fortemente possa avere qualche effetto benefico sul lungo termine ma se riuscissi a farla uscire di casa anche solo un paio d’ore… Me le farei bastare, giuro.   
Mi afferro le tempie con la mano e mi fermo fuori dall’officina per calmarmi prima di rientrare. Oggi devo fare un lavoro di saldature e non mi sembra proprio il caso di maneggiare la fiamma ossidrica in questo stato.
Calmo. Devo stare calmo.
Faccio due profondi respiri prima di svoltare l’angolo ed entrare nella stanza deserta. Anticipare la pausa pranzo è stata una buona idea. Sono così nervoso che non ho voglia nemmeno di parlare con Killer. O di insultarlo.
Mi avvicino alla bacheca di sughero su cui è appeso il progetto di sta benedetta balaustra che ci hanno affidato per dargli un’occhiata. Non mi metto al lavoro se non so ho presente tutti i passaggi che devo affrontare nei più minimi dettagli. Ed è proprio su quei dettagli che sono così concentrato quando una voce alle mie spalle mi coglie impreparato.
-Scusa, sai dove posso trovare una fresa?-
 Intanto perché è femminile e nel mio reparto non ci sono donne. Ma soprattutto perché è famigliare.
E so già chi è, quando mi giro per verificare di non essere impazzito ma, non appena la vedo, il cervello mi si disconnette e comincio seriamente a credere di non essere affatto impazzito ma di essere proprio morto ed essere in paradiso.
-N-Nojiko?-
Perché quella davanti a me non è semplicemente la mia donna. È la mia donna infilata in una tuta da lavoro, che non so da dove arrivi, che fascia alla perfezione tutte le sue curve, la zip sul davanti completamente aperta che mi permette di intravedere senza fatica il reggiseno in pizzo e ciò che contiene, una cintura degli attrezzi allacciata proprio sopra ai fianchi e i capelli tirati su.
È da mozzare il fiato. Da divorare. Da farci l’amore fino a che non mi diventa blu per lo sforzo e la costrizione.
L’amico di sotto è già sull’attenti e, mentre lei cammina verso di me, sculettando sensuale, un solo pensiero riesce a farsi strada nella mia mente annebbiata. Il pensiero più bello del mondo.
Siamo soli. Per mezz’ora, qui, adesso.
Piego le labbra in un ghigno sadico mentre mi muovo per incontrarla a metà strada, le mani che prudono e fremono. Si avventa sulle mie labbra e si aggrappa al mio collo, graffiandomi, mentre io le afferro i fianchi di prepotenza e spingo il mio bacino contro il suo per farle sentire la mia erezione.
Cazzo, quanto mi è mancata!
A giudicare da come sta lavorando di lingua nella mia bocca, la cosa è reciproca.
Le afferro il sedere con entrambe le mani e la sollevo, obbligandola a circondarmi il bacino con le sue chilometriche gambe, per poi spostarmi e inchiodarla al muro.
I boxer tirano e cominciano a fare male ma sono così drogato del suo odore e sapore che nemmeno me ne accorgo. Scendo a leccarla sul collo e tra i seni, mordendo la coppa del reggiseno con la voglia di strapparle via tutto a morsi.
La voglio da impazzire.
Mi sono abituato all’idea di volerla come non ho mai voluto nessun’altra donna della mia vita. Ma in questo momento la voglio più di quanto non l’abbia mai voluta da quando la conosco.
È un’esperienza quasi mistica.
Sono ad altezza ombelico quando mi afferra i capelli e tira appena. Capisco, non so come, che non è un gesto di passione ma una richiesta a sollevare il capo e fermarmi, almeno momentaneamente.
La accontento, riluttante, e anche lei non sembra felicissima della cosa ma subito scopro di non essermi sbagliato. Ha effettivamente qualcosa da dirmi. Con voce roca e spezzata. Un brivido mi percorre la schiena. Mi fa impazzire vederla così e sapere che io ho causato tutto questo.
-Qui siamo troppo esposti.- i fa notare ma allo stesso tempo inarca la schiena per schiacciare il seno contro il mio petto. -Non c’è un posto dove possiamo avere più intimità?-
Senza pensarci due volte, me la riaddosso contro e mi dirigo a passo di carica verso il ripostiglio degli attrezzi. Chiudo gli occhi e per un attimo cammino alla cieca quando immerge il viso nel mio collo, baciandomi e mordendomi.
Voglio essere onesto. Quando si tratta di lei io non capisco veramente più un cazzo.
Vedo rosso quando qualcuno ci prova, mi disconnetto dal mondo quando mi sorride e quando è così… quando è così io…
Tutto, tutto è limitato a lei e lei è tutto il mio mondo. Gli odori, i sapori, i rumori. Non sento che lei con ogni mio senso.
E questo spiega come sia possibile che io non li abbia sentiti prima. Ma li sento fin troppo bene ora che ho aperto la porta. E li vedo anche. E non sarà un’immagine facile da cancellare.
-Cazzo! Kidd! Ma che stai facendo?!- protesta il mio migliore amico mentre si affretta a coprire come meglio può le nudità di Bonney.
Ora non è che Bonney sia un brutto spettacolo, anzi per niente. Se la creatura attualmente ancorata al mio collo non mi avesse incastrato ci farei pure un pensiero. E con Killer ci conosciamo dall’asilo.
Però, porca puttana, un conto è fare la doccia insieme dopo allenamento, un conto è vederlo chiavare! E poi, che cazzo sta facendo qui e adesso?! Dovrebbe essere in pausa! Dovrebbe essere in mensa!!!
-Tu cosa stai facendo!-ruggisco, stringendomi contro Nojiko, che si gira a vedere cosa sta succedendo e geme disperata.
-Kami non ci credo.- mugugna, appoggiando la fronte alla mia spalla, disperata.
E sì, anche se non lo do a vedere mi sento disperato anche io.
-Ti serve una definizione?!- domanda Killer dopo un momento di incredulità, indicando Bonney con il braccio con cui la stava coprendo.
Con un verso di protesta, Bonney gli tira un ceffone e si copre da sola, prima di lanciarmi un’occhiata omicida. -Kidd, chiudi!-
-Uscite da qui! Lo stanzino serve a noi!-
-Ma non ci penso nemmeno!- ribatte immediatamente Killer.
-Noi siamo arrivati prima!- gli da manforte Bonney, facendomi ringhiare.
Nojiko mi colpisce con un pugno sul pettorale, ferendomi solo nell’orgoglio. -Non ringhiarle contro!- mi ammonisce, in difesa della sua migliore amica.
Visto?! Fidanzarsi tra amici è una stronzata, comunque la si metta!
Le lancio un’occhiata indignata per il suo mancato supporto prima di tornare alla carica. -È iniziata la pausa pranzo.-
-La salto.- risponde senza esitazione Killer, stringendosi nelle spalle.
Mi giro verso Bonney, in attesa, ma nemmeno lei mi da soddisfazione. Solleva un sopracciglio e gracchia un fastidioso: -Beh?!- di fronte a cui sgrano gli occhi incredulo.
-Come beh?! Non sei una fogna senza fondo di solito?!-
-Fogna a chi?!- protesta, sgranando gli occhi, incazzata.
Killer si sporge con il busto per afferrare la maniglia. -Okay amico! Hai detto abbastanza! Ora, con il tuo permesso, mi occupo di farle smaltire la rabbia e la tensione che le hai provocato eh.- mi fa l’occhiolino prima di sbattermi la porta in faccia, mettendo fine alle mie proteste e alle mie speranze.
Sto seriamente valutando di mettermi a tempestare la porta di pugni o rispalancarla per continuare la discussione ma quando li sento che ricominciano a gemere come due gatti in calore l’urgenza di allontanarmi da lì si fa più impellente.
Attraverso l’officina a grandi falcate, ringraziando i macchinari del deposito accanto che fanno abbastanza rumore da coprire i mugolii del mio migliore amico di merda e della sua fidanzata acida.
Mi appoggio al muro con Nojiko ancora appiccicata addosso e picchio la nuca contro la parete.
Non ci credo. Non ci credo. Non ci credo.
È una maledizione cazzo!
Smetto di cercare di provocarmi un trauma cranico quando Nojiko mi circonda il viso con le mani.
-Amore.- mi chiama piano, con una certa sofferenza nella voce. -Io tra poco devo andare. Bon-chan poteva guardarmi il negozio solo fino alle due.-
La osservo implorante e stringo le mani sui suoi fianchi per una manciata di secondi, finché non riprendo il controllo su me stesso e con un sommesso ringhio la rideposito a terra. Si alza sulle punte e mi schiocca un bacio a fior di labbra. -Ci vediamo stasera a casa.- mi dice, con un sorriso dispiaciuto.
Sospiro mentre la osservo allontanarsi, ancora appoggiato al muro. Lancio un’occhiata omicida verso lo stanzino degli attrezzi e poi chiudo gli occhi per concentrarmi e trovare il modo di sgonfiare il mio pacco prima che i colleghi comincino a tornare dalla mensa.
Ed è mentre sono così concentrato che un pensiero mi colpisce. Riapro gli occhi di scatto.
Qualcuno deve mettere fine a questa storia. E forse io ho appena trovato il modo.  
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ___Page