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Autore: sevfelpato    28/03/2017    4 recensioni
A volte si riesce a trovare la luce laddove meno ci si aspetta: è questo il caso di Hermione, che dopo essere stata catturata dai Mangiamorte si rende conto di quanto spesso le cose non vadano come progettato, ma che tutto muta, dalle persone ai sentimenti.
"Da quanto si trovava lì? Ormai aveva perso la concezione del tempo. [...] Harry sarebbe riuscito a trovarla, ne era certa, ma chissà quanto tempo sarebbe dovuto ancora passare.. chissà quanto ne era già passato. Si rassicurò: se è ancora viva allora loro hanno ancora bisogno di lei per vincere. Sentiva il suo corpo stremato, l'avevano trattata come un animale da macello, sbattuta in un angolo buio e lasciata a prendere polvere. [...] Hermione Jean Granger, quel giorno, o quella notte -tanto in quel sotteraneo non vi era differenza fra i due-, realizzò che stava per morire per un bene maggiore, per un ideale molto più grande di una giovane ragazza di diciassette anni."
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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"And nobody here's perfect"-In my veins, Andrew Belle

Dal capitolo precedente
"Ho la strana sensazione che tu alluda ad altro" sibilò a denti stretti.
"Non so di cosa stai parlando" finse lei, accennando un sorriso.
"Certo, come no. E' inutile che tu studi per diventare un Occlumante anche solo decente se poi i tuoi occhi sono un libro aperto" sentenziò secco lui.
"Ah si? E cosa direbbero i miei occhi traditori? Cosa vogliono?" rispose colpita lei, sapendo che l'uomo riusciva a leggerle dentro più di quanto lei volesse ammettere a se stessa. Si alzò mentre parlava e si mise davanti l'uomo che manteneva una posizione composta, nel suo abito elegante, mentre lei indossava una camicia da notte color sabbia che le lasciava scoperte le spalle.
"Cosa vogliono dici?" era un tono di sfida quello usato da Severus e di certo la ragazza non si sottrae alle sfide.
"Esatto. Cosa vogliono?"
"Me" disse lui, mentre lei annegava nei suoi occhi neri come la pece.


"Come prego?" Hermione non poteva credere alle sue orecchie, pensò che mai nella sua vita si era ritrovata in imbarazzo come in quel momento, forse solo quella volta che aveva scambiato un capello di Millicent Bulstrode con quello del suo gatto, ottenendo risultati poco efficaci con la Pozione Polisucco preparata di nascosto il suo secondo anno ad Hogwarts.
"Tu vuoi me. La mia stima, la mia attenzione, il mio sguardo su di te. Vuoi che io sia qualcuno che non potrò mai essere. Non ho alcun tipo di affinità con Potter o Weasley... forse evoco in te il ricordo di Lupin, ma credimi che non sono neanche lontamente accostabile a quel tipo di uomo. Non hai bisogno di mettere in scena questo teatrino, di scendere mezza nuda nel mio laboratorio per guadagnarti il mio interesse. Riconosco in te grandi potenzialità, nonostante la tua casa di appartenenza, e ciò dovrebbe essere sufficiente a farti rilassare in mia presenza" Hermione riprese a respirare.
Il fatto che Severus Piton non avesse colto l'interesse che lei nutriva nei confronti della sua vita affettiva e sessuale la rincuorava, nonostante la perspicacia del professore avesse carpito informazioni circa il suo desiderio di conquistarlo intellettualmente. Poteva essere sufficiente, almeno fino a quando lei non lo avrebbe ritenuto necessario, permettere all'uomo di continuare a perseverare nella sua analisi errata.
"Ha ragione. E' solo che mi manca la vita ad Hogwarts, i miei amici e le lezioni. Occlumanzia è una materia sorprendentemente affascinante, ma sono assetata di nuove conoscenze ed è ormai passato moltissimo tempo da quando ho avuto una bacchetta fra le dita. Lei crede che forse ho ancora qualche possibilità di rivedere, un giorno lontano magari, quella con la quale sono giunta alla prigione?"
"Tu appartieni sicuramente ad una casata maggiormente disposta a sperare nel futuro della mia, miss Granger" rispose cupo lui, abbassando lo sguardo.
"Da quando torna a darmi del lei?" chiese allora lei, incuriosita dal repentino mutamento nel tono e nell'esspressione dell'uomo.
"Da quando mi sono reso conto che avrei potuto salvarti molto tempo fa, impedendo la tua cattura"
"Si dia il caso che io stia bene, qui" sussurò, abbassando questa volta lei lo sguardo, imbarazzata per la frase che aveva preso quota nella stanza, sfuggendo al controllo della proprietaria.
"E' proprio questo il problema" e così dicendo si smaterializzò dalla camera, lasciando Hermione in una valle di dubbi.

 

Piton quel giorno non era più tornato, aveva abbandonato Hermione alle sue domande e aveva lasciato la propria casa più vuota del solito. La giovane donna quel pomeriggio non poté fare a meno di pensare a come Severus, ogni volta che si toccava un argomento a lui poco gradito, scappasse. Poche ore prima si era addirittura smaterializzato davanti a lei, senza alcun tipo di preavviso o spiegazione. Chissà perché si era comportato così. Non poteva credere che una sola frase in cui lei manifestava il suo nascente affetto o qualsiasi tipo di sentimento nei suoi confronti potesse sconvolgerlo a tal punto, ma si rifiutava di credere che fosse un suo errore. Si recò in biblioteca per scegliere un libro quella sera: dopo un attenta analisi ne prese uno dallo scaffale dei libri babbani e si diresse in soggiorno, dove ,dopo aver trovato una posizione sufficientemente comoda, iniziò la lettura. Kafka era un autore che amava moltissimo. Chissà se anche Severus lo apprezza. Anche se fosse, non deve interessarmi, si ripeté. Eppure le era impossibile non accostare la figura di Gregor Samsa, protagonista de "La Metamorfosi" dell'autore boemo, al professore. Su entrambi infatti gravava un fardello troppo grande per essere portato da una persona sola, due coscienti emarginati, dotati di grande sensibilità, che mancano di essere considerati umani da chi gli sta attorno. Quante volte persino lei, durante gli anni ad Hogwarts aveva scherzato con Harry e Ron sul tenebroso e spietato professore! Eppure, se durante una notte di delirio causato dalle ferite, l'unica parola ad essere pronunciata è stata il nome di una donna, deve esservi per forza un lato di grande umanità in lui. Ad un tratto, mentre scorreva il testo con la velocità di chi ha percorso lo stesso sentiero numerose volte per tornare a casa, venne interrotta dall'arrivo precipitoso di Severus, che si materializzò sulla sua poltrona.
Nessuno dei due emise suono, nemmeno si guardarono, ma entrambi si sentivano. Passarono dieci minuti prima che l'uomo si decidesse a rompere il silenzio.
"E' inutile che tenti di ignorarmi, i tuoi risultati sono imbarazzanti"
"Cosa te lo farebbe credere?" rispose seccata lei, senza tuttavia cedere alla provocazione guardandolo, ma tenendo gli occhi fissi sul suo libro.
"Il fatto che negli ultimi dieci minuti hai tenuto lo sguardo fisso sulla stessa pagina, quando entrambi sappiamo che a meno che tu non sia Potter sotto gli effetti di un ottima Polisucco, ti è sufficiente molto meno tempo per leggere quelle poche righe" A quelle parole il professore finalmente conquistò lo sguardo di Hermione.
"Sei sparito per tutto il pomeriggio, non ho voglia di parlare con te" ma mentre le sue parole lo allontanavano, il suo corpo lo cercava, gettando il libro sul divano e mettendosi seduta a gambe conserte. Lo fissò e continuò.
"Cosa vuoi?"
"Non comprendo le ragioni del tuo atteggiamento sostenuto, se pensi che io abbia il tempo di compiacere i tuoi desideri e capricci commetti un grave errore di valutazione"
"Bambina?" sfuriò lei, non comprendendo come fosse possibile che lui si dipingesse come la vittima della situazione. Non gli diede il tempo di socchiudere le labbra, perché proseguì alzando la voce e perdendo il controllo, alzandosi in piedi di fronte all'uomo.
"Avrei sbagliato io dunque? In cosa, professore? Perché le assicuro che il motivo del suo atteggiamento mi sfugge. Lei è scappato. Stavamo parlando e quando ha ritenuto il discorso concluso è sparito! Ma vede, non so come è abituato, ma si discute in due e in due si decide quando una discussione è giunta al termine. Non le piace cosa ho da dire? E' libero di evitare qualsiasi contatto superfluo con la sottoscritta se ritiene la mia presenza così fastidiosa, ma almeno abbia le palle per dirmelo in faccia invece che continuare a scomparire ogni volta che non dico ciò che vorrebbe"
Severus Piton la stava fissando con occhi sgranati, evidentemente non si aspettava questo tipo di reazione. Per la barba di Merlino, di certo non chiederò scusa per questo. Era ormai passato diverso tempo da quando lei lo aveva aggredito per l'ultima volta, così come da quando gli aveva sputato sul volto, nella prigione. Le sembravano ricordi così lontani nel tempo che risultavano impercettibili, difficili da afferrare. Una voce la richiamò al più nitido presente.
"Non parlare di ciò che non sai"
"Ancora questa frase? Continua? Pensavo ci stesssimo avvicinando, che le nostre non fossero conversazioni di mera circostanza! Ogni volta che la attacco per i suoi comportamenti codardi lei mi risponde che sono poco informata per poter esprimere un giudizio. Ma ora si interroghi nel profondo e mi dica, lei è sicuro che ci sia davvero un alibi a scagionarla o tenta solo di individuare un dramma nella sua vita che, per quanto possa essere stata anche dura-glielo concedo-, possa forse farla illudere di essere giustificato?
Perché mi creda, non le ho detto nulla di offensivo questo pomeriggio né grave al punto di farla correre lontano da me. Abbiamo avuto vite differenti e non esprimerò alcun giudizio sulla sua, perché sono sicura che lei ha ragione quando afferma che io non ne so abbastanza, ma le assicuro che oggi non si è affatto comportato da uomo maturo quale dovrebbe essere. Quindi non si permetta a dare a me della bambina solo perché ho il coraggio di dire quello che penso"
"Granger, credo che tu abbia bisogno di una camomilla"
"E' davvero questo tutto ciò che ha da dire?"
Come poteva non replicare dopo che lei gli aveva urlato in faccia la cruda verità?
"Sono desolato Granger, ma temo sia necessario interrompere le nostre lezioni. Continuerò a modificarle la memoria, in modo che all'imminente incontro con il Signore Oscuro il piano non subisca spiacevoli mutamenti, ma il nostro rapporto ha davvero la necessità di ridursi al minimo contatto indispensabile" lo disse con lo stesso pathos con cui si legge una lista della spesa, senza dimostrarsi minimamente toccato o coinvolto. Lui non voleva nemmeno più parlarle per una stupida discussione?
Aveva bisogno di spiegazioni, non riusciva a comprendere come un rapporto che stava diventando quasi piacevole fosse appena stato potato come un ramo secco.
"Dammi una buona ragione"
"Non sono tenuto a darti alcuna spiegazione Granger!" disse con più enfasi, visibilmente infastidito e seccato.
"Sei prigioniera in questa casa fino a prova contraria, quindi devi sottostare alle mie regole se non vuoi essere obliviata" concluse ricomponendosi. Come poteva aver subito un cambiamento così repentino? Fino al giorno prima discutevano e scherzavano, a modo loro s'intende.
"Tu me lo devi Piton. In questa casa non siamo tenuti a recitare il ruolo del carnefice e della vittima, né tanto meno rispettare il ruolo di insegnante e studentessa. Siamo tu ed io, combattiamo dalla stessa parte, ricordi?"
"Io non sarò mai l'uomo che desideri. Io non sono quel pazzo di Black o Lupin, lo capisci? Non ti metterò in pericolo più di quanto tu non lo sia già. Sei solo una ragazzina, non puoi combattere una guerra che non ti appartiene" Allora era questo il problema: la sua età e la responsabilità che Severus sentiva su di sé.
"Che non mi appartiene? Stai scherzando Severus?! Mi hanno stuprato davanti ai tuoi occhi, mi hanno torturato, usato come esca, tenuto a digiuno, proibito di frequentare luoghi per la mia sola provenienza dal mondo babbano. Il mio stesso sangue dovrebbe ricordarti quanto questa guerra mi appartenga!"
"Io non voglio che un'altra donna innocente si sacrifichi per un Potter"
Bingo. Non lo comprendeva in realtà, ma il discorso di Severus iniziava ad acquistare pian piano un senso.
"Io non sono Lily"
"Non dire il suo nome, tu non sai niente" si protesse lui, di nuovo sulla difensiva.
"Hai ragione Severus. Ma io so di non essere lei, qualsiasi cosa ciò voglia significare per te. Io non ho i suoi occhi, la sua storia, nemmeno il suo coraggio forse. L'unica cosa che ci accomuna è il nostro amore per Harry. E credimi, se l'odio nei suoi confronti non ti accecasse, riuscirensti a comprenderne le ragioni"
"Giurami che non metterai la tua vita in pericolo compiendo azioni prive di senso" disse con tono molto serio, fissandola negli occhi. "Persino amare è un azione priva di senso. Ma se può farti stare meglio, ci posso provare"
"Me lo farò bastare" a queste parole un sorriso comparve sulle labbra di Hermione che con un cenno si congedò per raggiungere la sua stanza, accompagnata da un impercettibile sussuro di un uomo che aggiunse fra sé e sé "per adesso".


Angolo dell'autrice
Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che mi stanno supportando sia con messaggi privati che con recensioni, è bello sapere che state apprezzando questa storia e son ben accetti commenti di ogni natura. Come promesso non ho tardato nella pubblicazione del nuovo capitolo, probabilmente anche perché mi sentivo in colpa a lasciarvi con il fiato sospeso per il finale del capitolo precedente :) Spero che questo seguito, per quanto probabilmente diverso da ciò che vi aspettavate, possa piacervi! A presto, Sevfelpato.

 
   
 
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