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Autore: eliseCS    29/03/2017    1 recensioni
(Il titolo è provvisorio al 39,4%)
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A 15 anni Eltanin Narcissa Malfoy scatena un incendio nell’aula di Pozioni e si ritrova a dover frequentare una scuola completamente nuova per imparare a controllare quei poteri speciali che hanno causato lo scottante incidente.
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A 15 anni anche Ella inizia a frequentare una nuova e strana scuola e scopre di essere quella che viene chiamata Quintessenza.
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In sintesi:
un rancore covato per anni, un Potter (volete indovinare voi quale?), veri amici e vecchie conoscenze; ed Eltanin ed Ella capiranno che alla fine sono più simili di quanto pensassero.
Ah, e non dimentichiamo il salto temporale, ma siccome l’autrice vuole fare la misteriosa non vi dice dov’è collocato e dovrete capirlo da soli...
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Nell'introduzione è stato nominato un salto temporale di cui non verrà specificata la collocazione.
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Capitolo 2
 
 
 
Quella mattina Ella si svegliò di buon umore.
Non che per lei fosse una novità da alcuni anni a quella parte, cercava sempre di iniziare ogni giornata con un sorriso, ma quel giorno in particolare poteva dire di avere un motivo in più rispetto al solito per essere contenta.
 
Quello sarebbe stato l’ultimo giorno di lezione prima delle vacanze di Natale, e ciò stava a significare solo una cosa: presto sarebbe tornata a casa dalla sua famiglia, anche se solo per un paio di settimane.
Avrebbe rivisto suo padre e sua madre e avrebbe potuto scompigliare i capelli del suo caro fratellino il quale, da quanto si ricordava dall’ultima volta che si erano visti, aveva cominciato a portarli in un assurdo ciuffo tenuto su con il gel.
Rovinargli il lavoro era diventato il suo modo per fargli dispetto.
 
Fu pronta in poco tempo, concedendosi poi di prendersela con più calma per la colazione, e dopo che ebbe finito di risciacquare tazza e piattino ed ebbe preso la sua borsa era pronta per uscire.
Si richiuse la porta della piccola casetta dove abitava alle spalle e indugiò per qualche istante prima di percorrere il breve vialetto che collegava l’entrata dell’abitazione con il piccolo cancelletto in ferro battuto che segnalava il punto di ingresso della proprietà.
Non che lì ci fosse veramente bisogno di cancelli o di chiudere le porte a chiave.
Non quando qualsiasi fosse il tuo Elemento avresti potuto aprire con facilità qualsiasi cosa.
Porte, serrature e cancelli in quel piccolo paesino non erano altro che pura formalità, un modo per mantenere le cose il più possibile simili alla normalità.
 
La ragazza scosse la testa distogliendo lo sguardo dalle altre case che si affacciavano sulla via rendendosi conto che tutto quel riflettere l’avrebbe fatta arrivare in ritardo, e lei non arrivava mai in ritardo.
Beh, almeno non l’ultimo giorno di lezione.
 
 
 
Sono in ritardo!! Freddo-freddo-freddo!!
Era ormai arrivata davanti all’imponente edificio che costituiva la scuola, un antico castello medievale poi ristrutturato e riadattato alle varie esigenze, quando quell’esclamazione le rimbombò nella mente con prepotenza.
Due secondi dopo era stata letteralmente travolta da un turbine di vento che, per la sua forza, le fece addirittura compiere un paio di giri su se stessa facendole srotolare la sciarpa di lana che aveva attorno al collo.
Non c’era neve, ma faceva comunque abbastanza freddino.
Erano a dicembre dopotutto, e il clima non era dei migliori neanche durante il resto dell’anno lì in Inghilterra.
 
Zephyr…
Si lamentò Ella sempre attraverso il pensiero invitando implicitamente il ragazzo che l’aveva superata poco prima a darsi una calmata.
Richiamato all’ordine, quella che fino a quel momento era apparsa a tutti come una macchia sfocata che si muoveva davvero molto velocemente si fermò, rivelando le sembianze di un ragazzo imbacuccato in un pesante cappotto invernale: il cappuccio in testa bloccato da una sciarpa dal quale era comunque possibile intravedere un berretto di lana e guanti alle mani.
Ella accennò come sempre un sorriso divertito nel vedere la tenuta che l’amico sfoggiava durante i mesi invernali: sembrava pronto per una spedizione al Polo.
Una nuvoletta di aria si condensò davanti alla sciarpa, segno che il ragazzo aveva appena sbuffato, e con un cenno della testa invitò implicitamente la ragazza a raggiungerlo all’interno dell’edificio.
 
“Fai presto a ridere tu” brontolò il ragazzo una volta che furono al caldo all’interno, cominciando a togliersi uno alla volta gli ingombranti capi di vestiario che fino a quel momento lo avevano riparato dal freddo, rivelando una corporatura piuttosto esile.
“E tu esageri come sempre, Zephyr” ribattè Ella senza smettere di sorridere.
“Non è colpa mia se sono freddoloso. E tu e Felyx non mi aiutate di certo andando in giro solo con una misera sciarpetta. Mi fate venire i brividi solo a guardarvi”
“Ma guarda che è di lana…” rispose la ragazza, salvo poi scoppiare a ridere per l’occhiataccia che Zephyr le aveva lanciato a cui lui si unì quasi subito.
 
“Ancora a lamentarti del freddo?” domandò una voce alle loro spalle facendoli voltare in simultanea.
“Felyx!” salutò Ella ricambiando il sorriso dell’ultimo arrivato.
“Mio salvatore!” esclamò invece Zephyr lanciandoglisi addosso di peso per poi abbracciarlo con la stessa tenacia con cui una cozza resta attaccata al suo scoglio.
“Cavolo, Zeph, sei un pezzo di ghiaccio!” esclamò Felyx senza però sottrarsi alla stretta e facendo anzi passare le braccia attorno alle spalle dell’amico che si lasciò scappare un verso di apprezzamento.
 
Come aveva previsto poco prima Zephyr, Felyx indossava un abbigliamento che era tutto tranne che adatto per il tempo che c’era fuori: una leggera camicia a maniche lunghe con i primi bottoni rigorosamente sbottonati, un normalissimo paio di jeans e scarpe da ginnastica.
E no, quel giorno non aveva neanche la sciarpa. Non che ne avesse bisogno.
“Come vorrei essere anch’io della Casa del Fuoco…” protestò a mezza voce Zephyr mentre l’altro stava sfregando le mani sulle sue braccia cercando di far passare un po’ di calore attraverso il maglione.
 
In effetti Felyx poteva considerarsi quasi la personificazione dello stregone del Fuoco: alto, carnagione perennemente abbronzata, capelli neri e lucidi lasciati crescere lunghi fino alle spalle ma tenuti legati in un codino la maggior parte del tempo; naso dritto e labbra piene e carnose.
L’unico contrasto erano gli occhi, che non erano scuri come uno si sarebbe potuto aspettare bensì cerulei, anche se la loro particolarità consisteva più nel fatto che assumevano una sfumatura tendente all’arancione ogni qualvolta il ragazzo attingesse direttamente al potere del Fuoco.
 
Il moro emise uno sbuffo alzando gli occhi al cielo per poi commentare quasi esasperato: “Così poi noi dovremo stare a sopportare te che ti lamenti tutto il giorno perché non puoi più spostarti da un posto all’altro svolazzando come fai di solito? No grazie…”
 
Zephyr, come se il nome non fosse già di per sé sufficientemente esplicativo, era uno stregone dell’Aria.
Fisicamente poteva considerarsi l’opposto di Felyx: il fisico decisamente meno robusto rispetto a quello ben piantato dell’amico, la carnagione lattea, gli occhi azzurri come il cielo limpido in primavera, il naso piccolo e all’insù e le labbra abbastanza sottili.
Aveva i capelli castani, decolorati però sulle punte fino ad essere diventati di un biondo tendente al bianco, tenuti abbastanza corti e perennemente spettinati, a tratti poteva assomigliare ad un folletto.
Il fatto che il ragazzo si muovesse quasi sempre alla velocità del vento di certo non contribuiva a tenerli in ordine.
Quella poi di risentire particolarmente dei cambiamenti climatici era una tipica caratteristica di chi padroneggiava l’Elemento dell’Aria.
 
Una delle capacità di quegli stregoni era infatti quella di potersi spostare molto rapidamente immedesimandosi nel vento, che d’inverno non era certamente caldo.
Ora, Zephyr avrebbe potuto fare come tutti gli altri e semplicemente camminare per spostarsi quando faceva freddo - non parlategli di volare, perché odia farlo con cappotti e vestiti pesanti che gli limitano i movimenti - ma, complice anche il fatto di essere perennemente in ritardo, non riesce proprio a rinunciare a spostarsi in quel modo.
Risultato: i suoi amici lo prendono sempre scherzosamente in giro per il suo essere così freddoloso durante l’inverno e lui si attacca a Felyx come una calamita appena lo vede per recuperare calore.
 
 
“E voi cosa fate quest’anno per le vacanze?” domandò Ella mentre insieme ai due ragazzi cominciava a salire la scalinata principale dell’edificio per raggiungere la sua classe.
“Io pensavo di andare da qualche parte dove faccia caldo…” rispose pensieroso Zephyr.
“Tu torni a casa, vero Ella?” domandò poi di rimando.
La ragazza annuì ampliando il suo sorriso.
“E tu Fe…”
 
“Feeelyx!!”
Una ragazza dai capelli mossi e bruni, gli occhi dello stesso blu che dovevano avere le profondità dell’oceano, li aveva appena raggiunti di corsa saltando poi sulla schiena del ragazzo di cui aveva appena urlato il nome che prontamente la prese a cavalluccio, un sorriso ebete appena spuntato sulle sue labbra.
“Buongiorno Cristal” la salutò Ella con il suo stesso entusiasmo mentre Zephyr si lasciava sfuggire un “E meno male che sono io quello che si comporta da bambino…”
La ragazza scosse la testa con noncuranza scendendo poi da Felyx e lisciandosi i vestiti.
Il suo sorriso però non si era spento e gli occhi brillavano.
“Felyx vi ha detto dove mi porta in vacanza?” domandò con un’intonazione di voce che rendeva chiaro a tutti che non vedeva l’ora di dirglielo.
“A Parigi!!” esclamò infatti prima che qualcuno potesse avere il tempo di avanzare qualche ipotesi.
Ella inarcò le sopracciglia pur non essendo troppo sorpresa: sapeva che le cose tra i due andavano molto più che bene, e alla fine dei conti la maggior parte delle volte quando le persone come loro si sceglievano un compagno era per la vita, quindi…
Zephyr invece non aveva perso tempo e ammiccando a Felyx aveva cominciato a tirargli delle leggere gomitate dicendo allo stesso tempo: “Parigi, eh?” e facendogli anche l’occhiolino.
Vedere lo stregone di Fuoco in imbarazzo era uno spettacolo più unico che raro.
“L’avete già detto anche a Liam?” domandò Ella per distrarsi da Cristal che era partita in quarta a raccontarle tutto quello che lei e il suo ragazzo avrebbero visto e fatto in Francia.
Non ci teneva a sapere i dettagli, lei.
“No, non l’ho ancora visto oggi” rispose Felyx
“Probabilmente è già in classe il nostro professorino…” commentò Zephyr con uno sbadiglio. “È sempre puntuale quello, peggio di un orologio svizzero”
“E ti ricordo che dovremo esserlo anche noi, Zeph” lo riprese Ella.
In effetti in quel momento i quattro si accorsero che il corridoio che stavano percorrendo si stava pian piano riempiendo di persone: alcuni insegnanti e ragazzi e ragazze di ogni età, dalla prima elementare a quello che per le persone normali sarebbe stato l’ultimo anno di scuola superiore, che ben presto sarebbero stati dentro le rispettive classi.
 
“Voi con chi avete lezione oggi?” domandò Cristal dando una veloce occhiata al suo orario. “Io comincio con i ragazzi del sesto anno della Casa dell’Acqua. Se sono bravi oggi farò venire la neve in classe!” raccontò allegra.
Cristal era una strega dell’Acqua, forse era per questo che tutti erano rimasti un po’ sorpresi quando lei e Felyx si erano messi insieme, ma si sa: gli opposti si attraggono…
“Ho l’ultima lezione con quelli del terzo anno che pensano di essere assegnati alla Casa del Fuoco questa primavera” disse invece Felyx.
“Io e Liam teniamo insieme la lezione sugli elementi opposti Aria-Terra a quelli dell’ottavo anno” riflettè Zephyr. “Il che vuol dire che sarà meglio che io mi sbrighi se non voglio ricevere anch’io una ramanzina da Liam perché sono in ritardo come i suoi studenti. E devo pure arrivare al decimo piano…” aggiunse con un gemito, salutandoli subito dopo e sparendo lungo il corridoio in un refolo di vento.
 
Liam era l’ultimo Elemento che completava il gruppo.
Stregone della Terra, aveva una presenza alquanto rassicurante, complici probabilmente il sorriso dolce e gli espressivi occhi castani, accompagnati da una bella zazzera di capelli anch’essi castani, ma leggermente meno scuri di quelli di Cristal.
Era forse il più maturo del gruppo, pacato e tranquillo, anche se, come Zephyr aveva appena fatto ricordare loro, era un po’ meno tollerante per quanto riguardava l’essere in ritardo.
 
“Ella?”
“Sono di nuovo con i bambini del primo livello per i fondamenti base di controllo degli Elementi” rispose prontamente la ragazza.
Le piacevano quelle lezioni e le piacevano i bambini.
“Contenta te, io proprio non so come fai a stare tutto il tempo con quelle piccole pesti…” commentò Cristal.
“La Preside dovrebbe essere contenta di avere te e di non dover tenere impegnati quattro professori diversi per le classi dei primi livelli” disse invece Felyx.
“In realtà è divertente” affermò Ella con una scrollata di spalle. “Ora sarà meglio che vada, prima che qualcuno mi voli involontariamente fuori dalla finestra o faccia crescere una giungla in classe… non sarebbe la prima volta che capita…” concluse facendoli ridacchiare finchè tutti e tre non si salutarono per dirigersi ognuno verso la propria classe.
 
 
 
 
§
 
 
 
 
La scuola, l’Accademia, si sviluppava sui dodici piani del castello che costituiva il centro del paese, più i sotterranei, i quali ospitavano più palestre attrezzate per ogni evenienza ed Elemento.
 
Al piano terra si poteva trovare una sorta di segreteria a cui gli studenti - e molto occasionalmente i genitori - potevano rivolgersi in caso di necessità, insieme al grande salone che fungeva da sala mensa.
 
I primi due piani erano riservati alle classi dal primo al quinto livello, che accoglievano i bambini dai 5-6 ai 10 anni.
Un piano riservato all’insegnamento delle materie prettamente normali come inglese*, matematica, storia, geografia; mentre l’altro appositamente allestito per consentire ai bambini di sperimentare i loro poteri e imparare pian piano a controllarli quel tanto per riuscire a trattenersi dall’usarli al di fuori della scuola.
Alla fine del quinto livello tutti vengono sottoposti ad un test che permette di vedere per quale Elemento ogni bambino è più predisposto.
 
Il terzo, quarto e quinto piano sono occupati rispettivamente dalle aule per i ragazzi del primo, secondo e terzo anno.
Questi finiscono lo studio per quanto riguarda le materie base e allo stesso tempo vengono iniziati ai primi rudimenti di magia elementare, specifica per i vari elementi.
Al termine del terzo anno ogni studente deve sostenere la Prova che permette di determinare in modo definitivo l’Elemento di ognuno.
 
Gli studenti dal quarto anno in poi, fino all’ottavo, sono divisi in Case in base ai quattro Elementi: Aria, Acqua, Terra e Fuoco.
Le aule sono distribuite dal sesto al decimo piano e sono allestite in modo diverso a seconda se la lezione è seguita da ragazzi dello stesso Elemento o di più Elementi contemporaneamente.
Ulteriore distinzione vi è tra le aule destinate all’addestramento all’uso specifico del proprio Elemento e quelle per le materie di carattere più generale come l’insegnamento di Trasfigurazione, Rune Antiche, Incantesimi non elementari e Pozioni e altre materie sempre di pertinenza magica ma più teoriche.
 
All’undicesimo piano ci sono gli alloggi dei professori, che hanno i loro studi distribuiti per i vari piani anche in base alle classi che principalmente seguono, mentre all’ultimo piano, il dodicesimo, annesso di torri e torrette, ci sono i dormitori per gli studenti: quelli dei primi tre anni hanno un dormitorio in comune, dal quarto anno in poi sono invece divisi in base alla Casa di appartenenza.
 
Non dimentichiamoci il campo da Quiddich che occupa una buona parte dei giardini posteriori del castello, anche se lo sport non viene praticato così assiduamente come potrebbe capitare in altre scuole di magia: gli studenti che fanno parte della Casa dell’Aria solitamente non hanno interesse a volare con un manico di scopa, e tutti gli allenamenti pratici di attacco e difesa che si tengono regolarmente per tutti nelle palestre dei sotterranei sono ritenuti più che sufficienti per tenere in forma gli studenti.
 
L’ammissione all’Accademia avviene in modo piuttosto particolare.
Non c’è infatti un modo sicuro per stabilire dalla nascita se un bambino sarà in grado di controllare un Elemento, perciò gli studenti vengono accolti quando il loro dono si rende manifesto.
Il che può capitare quando il bambino ha sei anni, ma anche dodici, motivo per cui le classi dei primi livelli sono generalmente le meno numerose, contando per la maggior parte i figli delle famiglie che abitano in pese e che sono in grado di controllare un Elemento da generazioni.
In ogni caso, qualsiasi sia l’età, il bambino o il ragazzo viene inserito nel rispettivo livello o anno e al massimo deve seguire lezioni aggiuntive per recuperare, con il vantaggio che di solito i ragazzi che avrebbero dovuto frequentare dal quarto anno in poi arrivavano all’Accademia manifestando nettamente l’affinità per un Elemento e venivano sottoposti solo alla Prova conclusiva del terzo anno prima di cominciare a frequentare normalmente le lezioni.
Generalmente l’età media che i ragazzi avevano quando arrivavano era dieci-undici anni.
 
Nel caso in cui un bambino sotto gli undici anni proveniente dall’esterno fosse chiamato a frequentare la scuola la sua intera famiglia veniva invitata a trasferirsi nella piccola cittadina e da quanto c’era memoria nessuno si era mai rifiutato.
Per i bambini più piccoli infatti non era previsto che rimanessero a dormire presso il castello, e le lezioni pomeridiane erano ridotte: permettendo alla famiglia di trasferirsi nella piccola cittadina il bambino rimaneva comunque sotto la responsabilità dei genitori al di fuori dell’orario scolastico.
La cosa era comunque temporanea visto che nel momento in cui il ragazzo avrebbe cominciato a frequentare il primo anno la famiglia sarebbe potuta tornare alla loro vecchia casa.
 
Il tutto doveva ovviamente rimanere estremamente riservato.
Chiunque veniva a conoscenza di Antiques, così si chiamava il paese in cui sorgeva l’accademia, doveva stringere un voto di segretezza: tutti quei giovani in possesso di un dono così speciale dovevano essere tenuti al sicuro, la loro esistenza sconosciuta, anche a chi avrebbe potuto comprenderla
 
 
Non era poi così raro che l’Accademia accogliesse infatti anche ragazzi provenienti da famiglie di maghi che per usare i loro poteri dovevano ricorrere a una bacchetta.
Nonostante tutto anche quelle famiglie dovevano sottostare all’obbligo di mantenere il segreto.
Solo il Ministro della Magia in carica, in accordo con la Preside della scuola - che era anche il sindaco del paese - era a conoscenza dell’esistenza di Antiques e dei suoi abitanti, e le informazioni che li riguardavano erano custodite gelosamente.
 
 
 
§
 
 
 
Ella, Zephyr, Liam, Cristal e Felyx erano probabilmente i professori più giovani che la scuola avesse mai visto.
Liam e Zephyr, i più vecchi, avevano ventiquattro anni; Felyx ventitrè, Ella e Cristal ventidue.
In un’altra situazione nessuno si sarebbe mai sognato di affidare l’educazione di bambini e ragazzi dai sei ai diciott’anni a insegnanti così giovani e verosimilmente privi di esperienza, ma con loro il discorso era diverso.
Loro erano diversi, diversi dagli altri professori che, apparentemente, controllavano un Elemento come loro.
 
Questo perché loro, uniti, formavano un Cerchio.
 
Le testimonianze più vecchie raccontano di come possa capitare che persone che controllano Elementi diversi possano ritrovarsi unite da un legame di amicizia e fratellanza particolare.
È una cosa molto rara e che non si può forzare in alcun modo: accade e basta.
Ma questo non è ancora sufficiente.
Per chiudere un Cerchio, per suggellare questo rapporto di lealtà e fiducia completa, c’è bisogno di un quinto membro, una persona che sia affine a tutti gli altri Elementi.
 
Chiudere un Cerchio significa consolidare in modo definitivo quel legame che si è formato tra i componenti.
In cambio della completa fiducia che ognuno ripone nell’altro le persone che fanno parte del Cerchio possono raggiungere una conoscenza del proprio potere e del proprio Elemento molto più approfondita rispetto a quanto chiunque potrebbe mai fare, oltre ad avere una forza e un controllo nettamente superiore alla media.
Si dice che, uniti, i membri di un Cerchio siano imbattibili.
 
 
 
È una cosa così rara che le ultime notizie di un Cerchio completo sono molto frammentate e risalgono ad almeno tre secoli prima, tanto che con il passare del tempo si era incominciato a pensare che si trattasse solo di una leggenda.
 
Questo prima che Ella arrivasse ad Antiques.
 
 
 
 
 
 
 
* Ho messo inglese perché essendo, appunto, in Inghilterra, di certo non insegnano l’italiano... XD
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Buona sera a tutti!
Spero che questo capitolo non si sia fatto aspettare troppo.
Questo capitolo è una carrellata, dall’inizio alla fine, di nuovi personaggi e nuovi elementi, e ci sono giusto due punticini che voglio spiegare per bene.
 
Consiglio spassionato: per i vari piani della scuola vi conviene farvi uno schemino per capire bene quale anno sta dove (devo averlo anch’io sempre sotto mano!).
 
In pratica l’Accademia offre un’istruzione da quella che da noi è considerata la prima elementare alla quinta superiore. Ovviamente i numeri maggiori di studenti si ha dalla “prima media” in poi.
E se notate non sono sette anni come a Hogwarts ma otto.
In sintesi estrema: 1°-5° livello (elementari) solo materie “normali” e lezioni di controllo; 1°-3° anno (medie) si finiscono le materie normali e si fa qualcosa di più specifico nel campo della magia elementare; 4°-8° anno (superiori) prendete tutte le materie che si fanno a Hogwarts e unitele a quelle specifiche per i vari Elementi.
 
Spero che Zephyr, Liam, Felyx e Cristal vi stiano simpatici :) Cosa ne pensate di loro?
La faccenda del Cerchio e altre ulteriori informazioni verranno sicuramente date nel prossimo capitolo dedicato ad Ella.
Il prossimo sarà di nuovo dal punto di vista di Eltanin.
Vi ricordate dove l’avevamo lasciata? Svenuta dopo l’incendio nell’ora di Pozioni... chissà come sarà il suo risveglio...
 
Ringrazio nuovamente _purcit_ per aver recensito lo scorso capitolo, e ci terrei davvero a sentire anche altri pareri viste tutte le novità introdotte in questo capitolo; e ringrazio anche chi segue la storia!
Se qualcuno avesse domande/dubbi/curiosità, se qualcosa non è spiegata bene, se ci sono errori/orrori di ortografia da qualche parte... fatemi pure sapere! (Ribadisco: non mordo né magio nessuno)
 
E niente, grazie a tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a quaggiù, alla prossima!
E.

 
   
 
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