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Autore: Jules_padfoot    31/03/2017    3 recensioni
[Interattiva - Iscrizioni Chiuse]
E se dopo molti anni dalla loro morte i Malandrini vivessero ancora? O meglio se ci fossero delle ragazze degne dei loro antenati e combinassero sempre guai? E se si innamorassero? Affronterebbero con coraggio anche quest'ostacolo?
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Un po' tutti, Xenophilius Lovegood
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Angolo Autrici! 

Ciao a tutti! :)  Questa volta anticipiamo l'angolo autrici per non interrompere la lettura in seguito e per chiedervi di lavorare, nelle gif, di immaginazione. Mi spiego, stiamo avendo difficoltà a trovare delle gif attinenti alla storia con questi prestavolti per alcuni motivi, e quindi vi vorremmo chiedere di sopperire a queste mancanze focalizzando solo sugli aspetti che vi indicheremo noi.
Per questo capitolo considerate:

[1] Nella gif di David, i tratti del viso sono sostanzialmente quelli, l'espressione é esattamente quella, ma chiaramente vi chiediamo di ringiovanire mentalmente il volto di almeno 40 anni. 
[2] Nella gif di Shedir, non considerate la divisa, ma solo l'espressione e l'atteggiamento.
 
Vi ringraziamo e vi chiediamo di recensire e proporre situazioni nelle quali vi piacerebbe vedere i personaggi. Buona lettura! ;)


*****

<< Bene, oggi pvepavevemo una pozioncina molto cavina! >> disse la professoressa Cerson, con la sua voce gracchiante e soporifera.
Sui volti dei ragazzi si dipinse un’espressione terrorizzata, implorante aiuto. Non c’era mai proprio nulla di “carino” in quelle pozioni che la Cerson definiva tali.
<< Si chiama Bevanda della Pace, quella che vi sevvivebbe nei compiti teovici, pev non pvendeve Tvoll >> ridacchiò la professoressa, ritenendosi molto divertente << Sevve infatti a infondeve calma e tvanquillità, - spiegò - ma se non seguite i passaggi potveste fav sì che la pevsona dovma pev sempve. Quindi state ATTENTI! >> enfatizzò l’ultima parola, per scuotere Peter McCracken e George Dame, due Grifondoro che stavano guardando raffigurazioni su pergamene decisamente poco attinenti alla lezione.
<< Gli ingvedienti sono: Pietva di Luna in polveve, Biancospino, Scivoppo di Ellobovo, Giunchiglie Strombazzanti, Infuso di Tiglio e… chi mi sa dive quale savà il pvossimo ingvediente, considevando i pvecedenti? >> chiese, come fosse la domanda più semplice mai fatta.
Probabilmente, tutto il Mondo Magico si interrogava su come la Cerson pensava fosse possibile intuire per un ragazzo mediamente dotato, che non fosse un pozionista esperto, un ingrediente considerando gli altri, ma a lei bastava che Kathy Chamberlain, una ragazza di Serpeverde, di quelle sempre perfettine in tutto, che non si esponeva mai a dare una sua opinione su qualcosa, ma si limitava a parlare solo quando gli insegnanti facevano una domanda, gridasse: << Foglie di Valeriana! >>
<< Ma che bvava! Sei tvoppo bvava! >> esclamò la Cerson con occhi sognanti. In realtà la Chamberlain in più degli altri, non sempre, ma la maggior parte delle volte, aveva solo la prontezza di cercare la risposta sul libro e sventolarla senza dare agli altri il tempo di riflettere, fingendo che fosse farina del proprio sacco. Ma questo bastava a farla entrare nelle grazie della professoressa e farle esaltare qualsiasi fesseria la ragazza facesse.
Shedir ormai era abituata a questa scena pietosa, e nonostante le desse non poco fastidio, si limitava a lanciare un sorriso amaro e disgustato alla Lupin.
Xanthia prendeva frettolosamente appunti, lo faceva qualsiasi cosa gli insegnanti spiegassero, aveva pergamene e pergamene colme di appunti. Pearl era invece impegnata a chiedere consigli a Jackie sul mescolamento di tali ingredienti, piuttosto preoccupata. La Cerson era solita trattarla con indifferenza o talvolta da ritardata, ma siccome non aveva mai detto nulla di realmente attaccabile, le amiche non avevano mai potuto dirgliene quattro.
<< Se non emana un vapovino gvigio-avgenteo, significa che avete sbagliato tutto, potete cominciave! >>
Reyhan cominciò a leggere le istruzioni con grande attenzione, non voleva commettere errori, non voleva far meno della Chamberlain, la quale era sempre di una fortuna smisurata.
Non per ambizione personale, per invidia o perché non sopportasse di essere seconda a qualcuno, ma perché il modo di fare della Cerson la faceva imbestialire. Una volta aveva dato talmente tanto in escandescenza che dalla sua bacchetta erano schizzate fuori delle scintille tanto forte da far cadere un calderone, ed era stata costretta a pulire tutto. Ormai, come la sua comare Black, però, era arrivata alla rassegnazione più totale, anche se questo non le impediva di cercar sempre di dimostrare a " quella vecchia strega rancida " che tutti erano uguali. Ma sfortunatamente per lei, la fortuna girava sempre da tutt’altro lato: malgrado l’impegno, la concentrazione e le capacità, c’era sempre un dettaglio che andava storto, rendendo la pozione sempre un po’inferiore a quella di Kathy.
Si misero tutti a lavorare, alcuni più seriamente, altri ridacchiando e chiacchierando.
La Black e la Lupin, andavano di pari passo, correggendosi l’un l’altra quando sbagliavano.
La Lovegood lavorava con grande attenzione, scrivendo tutti i passaggi già fatti.
Le altre due, come dire, presero il lavoro piuttosto allegramente.
<< Pev la pvossima volta, dovete povtave almeno tve votoli di pevgamena su: Decotto Dilat... >>  << GODRIC GRIFONDORO! >> interruppe McCracken, l'armadio a muro di un metro e ottanta di Grifondoro, come scopo di vita disturbare quell'insegnante.
La professoressa cercò di proseguire: << Pozione Occhiopal...>> << TOSCA TASSOROSSO! >> continuò Peter amabilmente.
<< Petev, CONTINUA, che mi sta piacendo questo schevzo, pvopvio assai! >> esclamò la Cerson, infervorandosi, e torturando per questo la giacca.
 
<< Stavo dicendo... Pozione Vestvingen... >> << PORCO MERLINO! >>
La classe era pressoché in lacrime dalle risate, la professoressa più che lanciare uno sguardo irritato, con il labbro sporgente, forse più comica dello stesso Peter, non fece.
 Durante il resto della lezione, la professoressa fece domande teoriche, la sua passione, e regolarmente la mano della Lupin scattava in aria, ma siccome Kathy rispondeva sempre senza degnarsi di chiedere la parola, la professoressa continuava a elogiarla stucchevolmente. No, non le dava fastidio che qualcuno, educatamente, alzasse la mano e altri rispondessero fregandosene tranquillamente. Insomma, era Kathy Chamberlain!
<< Scusa tu, ignobile mortale, come osi cercare di parlare al posto della Divina?! >> le domandava Shedir, con espressione disgustata. << Chiedo perdono! Pietà! Non capisco proprio come le mie membra possano giungere ad un tale livello d’ insolenza e superbia! >> rispondeva Rain, con sguardo disperato.
<< Ora va meglio, per questa volta forse otterrai il perdono di Colei-Di-Cui-Non-Sei-Degna! Ma non arrischiarti mai più, o marcirai tra le Fiamme! >> diceva la Black, dopo aver mimato le lingue di fuoco con le dita, concedendole con lo sguardo l’immeritato Perdono, dettato solo dalla Misericordia della Divina.
A fine lezione, la Cerson passò tra i banchi per confrontare le pozioni.
<< Molto bene, Lupin! Ti metterò un buon voto! >>
<< Ottimo, Lovegood, anche tu! >>
 << Minus, ma cos’hai combinato? >> La pozione aveva un colorito verdastro,  << Avevo detto Succo di Ellebovo, non di Ovklump! >> Pearl era mortificata.
<< Ah! Kathy! Fantastica! Hai messo l’Infuso di Tiglio bollente, eh? >> la Chamberlain sorrise, fingendo imbarazzo. Il vapore infatti saliva circoscrivendo dei vortici in aria, diversamente da quello di Rain e Xia, che saliva verticalmente.
Mentre Shedir si era fermata di parlare con la Cerson, Peter le aveva abilmente sfilato la bacchetta, sapendo bene che la ragazza avrebbe reagito furiosamente (così era a qualsiasi provocazione), ottenendo lo scopo anelato. E quando la ragazza, dopo aver tentato di bloccarlo discretamente, non sapendo più contenersi, si era voltata per partire all'inseguimento, lui si era lanciato  in una trotterellata stile Heidi, ma con la leggiadria che solo un ippopotamo di un metro e ottanta quale era poteva concedersi. In sostanza, il pavimento tremava come se si stesse inscenando nella classe una corsa di Troll di Montagna.
Shedir cominciò a picchiarlo selvaggiamente e dopo qualche schiaffone e qualche << Non mi fai niente, DONNA, preparami un panino! >> finalmente si riuscì a sottrargli la bacchetta, grazie all'aiuto di Simon Sanford, un cavaliere di Grifondoro.
 
<< Capito? Ho messo l’Infuso di Tiglio a 37° anzicchè a 40, sono proprio una scarsona! >> fece Rain a Shedir uscendo dalla classe, che ridacchiò, rispondendole: << Fai schifo! >>.
La campanella suonò e i ragazzi si riversarono nel corridoio. Le risate con le amiche fecero sbollire le amarezze.
 
*****
Lunedì
Era un pomeriggio buio, limpido e freddo quello in cui sarebbero state svolte le selezioni e il primo allenamento di Quidditch per i Corvonero. Da un po’ la squadra era caduta piuttosto in disgrazia, erano pochi i ragazzi che partecipavano ai provini. I veterani della squadra, due cacciatori e un battitore, quest'ultimo capitano, erano comunque dei giocatori periti e prestanti. Proprio il battitore, Spencer Summerfield, un ragazzone alto e muscoloso, essendo un grande appassionato di questo sport, si avviliva parecchio per non essere mai riuscito in sei anni a vincere una Coppa e a non riuscire a formare una squadra duratura e con grande qualità. Il problema fondamentale era che ogni anno si candidavano ai ruoli vuoti studenti del settimo anno, per cui si era sempre costretti a riformare una squadra quasi da zero.
Anche Kaleb Millard aveva molto a cuore la sua squadra, non poteva farne parte perché era il cronista delle partite, ma presiedeva sempre a selezioni e allenamenti con grande passione.
Erano già in uniforme e sulle scope quando giunsero i pochi ragazzi per i provini.
<< Speriamo almeno nella qualità…>> disse perplesso Spencer a Kaleb, vedendo comparire non più di sei persone.
<< Be’ abbiamo quattro ruoli liberi… Ci sarà un disgraziato per ciascuno, spero.>> si unì alla conversazione il Cacciatore Elijah Attwood poco convinto, rimandandosi indietro il codino.
<< Bene,  ragazzi >> avanzò Spencer << Disponetevi in fila, prendete la scopa e dite il ruolo al quale aspirate, Amber ed Elijah vi metteranno alla prova affinché possiate dimostrarci di cosa siete capaci.>>
La prima fu una ragazza molto aitante, atletica e decisamente, anche solo a primo impatto, tosta.
Si candidò al ruolo di Portiere e lo ottenne subito. Con grande piacere dei Cacciatori, era riuscita a parare tutte le Pluffe, grazie anche alla sua statura.
Un ragazzino del II anno, biondo e dal viso roseo, venne scelto come Cacciatore, mentre due sghignazzanti ragazzine vennero scartate. Il ragazzino era riuscito a intercettare i passaggi dei due giocatori più anziani, aveva colto tutti i passaggi ed era anche discretamente veloce sulla scopa. Infine, un ragazzo grosso e nerboruto, decisamente uno col quale si eviterebbe di litigare, divenne Battitore, con grande dispiacere del diretto concorrente.
<< Molto bene! Sono proprio contento degli “acquisti” di quest’anno! Che sia quello giusto per la nostra rivalsa?>> si entusiasmò Spencer.
<< Spencer…>> fece Kaleb, dispiaciuto di spegnere l'entusiasmo dell'amico << Non ti manca forse qualcuno?>>
Spencer si guardò attorno, inizialmente senza capire a cosa l'amico si stesse riferendo. Poi il suo sguardo si illuminò di una strana luce.
<< Tipo... un Cercatore? >>
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I due si lanciarono un’occhiata cospirativa. << Be’, direi di sì.>>
Sapevano molto bene entrambi cosa significava.
<< Dichiaro aperta, signori e signore, la caccia al David Levinson. >>
 
*****
 
Il povero ed innocente David era lungo disteso sul letto, in vestaglia, con le braccia dietro la testa intento a leggere un appassionante giallo preso in biblioteca, amava molto farlo nei freddi pomeriggi autunnali. Dalla finestra poteva vedere il Campo da Quidditch, ma la cosa non lo interessava.
Non poteva proprio presagire quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
La porta del dormitorio si aprì di scatto, e David vide comparire gli occhi spalancati dei due malfattori.
Non riusciva a comprendere cosa volessero da lui, perchè quel silenzio e perchè stessero fisicamente sbarrando la porta. Non avrebbero dovuto essere al Campo per il primo allenamento?
Con un brivido, capì.
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Lanciò il grosso tomo sui due, pensando forse di poterli cogliere di sorpresa riuscendo a guadagnarsi i secondi sufficienti per chiudersi in bagno. Purtroppo per lui, però, riuscì a fermarne solo uno. Kaleb infatti gli fu subito addosso. Sgusciò dalla potente presa del ragazzo, ma prima che potesse arrivare al letto, Kaleb gli fece uno sgambetto, facendolo ruzzolare per terra. E prima ancor di pensare a quanto ridicolo fosse come nascondiglio, si cacciò sotto il letto.
<< David! Non fare lo stronzo ed esci, sù! >>
<< Gli stronzi siete voi due! >>
<< Tanto lo sai che ti prendiamo lo stesso, no? Scegli almeno di uscire tu da solo, con dignità. >>
<< Mai! >> esclamò cercando di raggomitolarsi il più possibile
<< Mi avevate giurato che l’anno scorso sarebbe stato l’ultimo! >> a metà tra il piagnucolare e la serietà
Andava avanti così più o meno da cinque anni:
David soffriva di vertigini e mal d’aria → alla  squadra serviva un Cercatore → i due “amici” se ne sbattevano allegramente delle vertigini → Caccia al David Levinson
<< David, possiamo mai giocare senza Cercatore? >>
<< Non è un mio problema! >>
<< E gli stronzi saremmo noi?! >>
<< Ampiamente! >> gridò sprezzante
<< Benissimo! >>
<< No! No!>> gemette
“Benissimo” significava che si sarebbero appostati ai due lati del letto, per afferrargli i piedi e trascinarlo fuori. Una caviglia fu presto avvolta dalla mano di Spencer, che fu colpito sul polso da tutti i pugni necessari a far sì che mollasse la presa. Ma proprio sfruttando questa distrazione, Kaleb gli afferrò l’altro piede e lo fece uscire fuori dalla tana. Facendo un piede per ciascuno, lo trascinarono fuori, con David che urlava, strisciando le unghia sul pavimento, disperatamente, cercando qualsiasi appiglio e implorando pietà come un condannato a morte.
<< Sei pietoso! L’hai voluto tu! >> si sdegnò Spencer.
 
*****
 
Un David Levinson funereo in volto uscì dallo spogliatoio giurando odio eterno alla settima generazione dei due Corvonero. E dopo esser stato sufficientemente schernito da Amber per il portamento e tutto il resto, cominciò l’allenamento.
I ragazzi provarono tutte le tattiche di cui erano capaci insegnandole ai nuovi: gli schemi erano la loro specialità.
I più inesperti, malgrado le incertezze nell’applicare gli schemi, si comportarono piuttosto bene.
Kaleb osservava il tutto dagli spalti, appuntando le posizioni dei giocatori, gli errori commessi e le cose più riuscite, dando consigli e aiutando sapientemente Spencer a dirigere il gioco.
David, ehm, non è che avesse bisogno di tanto allenamento: il suo gioco consisteva nel librarsi in aria in linea retta e restare fermo nello stesso punto quasi fino a fine partita. Una volta avvistato il Boccino, Dio solo sa come, calcolava con quale velocità e in che punto si sarebbe avvistato la volta successivo e si spostava, con flemma britannica, nel punto da lui calcolato. Era un metodo che funzionava all’incirca il 60% delle volte, spesso veniva preceduto, ma sapendo che questo era l’unico modo in cui David accettava di giocare e che non avevano altra scelta, Spencer finiva sempre per prendere lui.
Uscirono dall’allenamento tutti (o quasi) entusiasti, speranzosi.
David riponeva tutto il suo materiale nella borsa con espressione furente.
<< E allora, Dave, com’è andata? >>
 
<< Tu cerca solo di tenere i tuoi figli, quando li avrai, il più lontano possibile da me, Millard. >>
 
*****

Venerdì
Nello spogliatoio regnavano i colori rosso e oro delle divise dei Grifondoro, che si stavano preparando ad entrare in campo per il primo allenamento dell’anno.
 Quando la squadra mise piede sulla distesa erbosa, però, vide che questa era già occupata da altri.
<< Scusate, cosa pensate di fare? >> urlò Hishàm Burak-Gazì, un ragazzo di origini arabe che era il capitano dei Grifoni da due anni, riferendosi agli altri giocatori.
Aiden scese di corsa per terra e, con un sorriso sprezzante disse: << Ci alleniamo, non vedi? >>
<< L’avevo notato, ma ho prenotato il campo tre settimane fa >> rispose Hishàm cercando di mantenere la calma.
<< Ma noi siamo qui da un’ora e non abbiamo intenzione di andarcene senza aver finito, tutto chiaro Alì Babà? >> disse il Serpeverde senza il benché minimo cedimento. La severa educazione spesso razzista dei suoi genitori, sebbene nel profondo del suo cuore non ci credesse davvero, dava i suoi frutti quando veniva contraddetto.
L’atmosfera era tagliente, Hishàm con sguardo gelido e fisso respirò profondamente e Jackie gli afferrò il polso per tranquillizzarlo e fargli scivolare addosso l’insulto.
<< Adkins ti conviene farla finita e toglierti di mezzo. >> sibilò il Grifondoro con un tono di voce particolarmente basso, che poteva implicare solo una cosa: guai.
<< Dov’è finita la cavalleria dei Grifondoro? >> chiese con arrogante sarcasmo il Capitano dei Serpeverde.
<< Lascia sempre spazio all’esibizionismo. >> rispose Maya Murray, con lo sguardo rivolto alla Black e alla Potter.
<< Io invece mi sono sempre chiesta come faccia l’intelligenza ad essere considerata una delle vostre caratteristiche. >> sputò con quanto più veleno poté la Black, dopo un attimo di esitazione.
<< Io invece non ricordavo che il battimento dei marciapiedi fosse una delle vostre caratteristiche. >> malignò Adkins, con sguardo schifato, squadrando da capo a piedi le due Cacciatrici.
<< Non ti devi permettere. >> scandì ogni parola Hishàm, facendosi sbiancare le nocche per la stretta, pronto all’azione. E proprio quando la situazione stava definitivamente precipitando, Shedir propose:
<< Se anziché ammazzarci così facessimo una partita? >> normalmente non avrebbe mai proposto una cosa così pacifica, ma l’atmosfera era davvero funesta e inoltre l’idea di giocare una vera partita le frullava in testa da un po’, quindi aveva colto l’occasione al volo.
<< E cosa vorresti risolvere così? >> chiese Matthew Main, il Cercatore dei Serpeverde, scettico.
<< Vorrei fare una specie di sfida: chi vincerà terrà il campo e potrà allenarsi ogni venerdì senza doversi prenotare e senza intrusioni per tutto l’anno >> disse la Black come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
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<< A me non dispiacerebbe! > esclamò Aiden decisamente allettato da una competizione del genere.
<< Nessuno ti ha interpellato. >> disse il capitano Grifondoro soppesando le parole della ragazza e pensando a cosa sarebbe stato meglio fare.
<< Vuoi aspettare che ti si porti un invito ufficiale? >> chiese il Serpeverde sarcastico.
<< Pensavo di averti detto di fare silenzio… >> rispose Hishàm e poi: << …comunque io ci sto! >> disse cedendo alla tentazione di farla pagare a Aiden.
Poco prima di salire sulle scope il Capitano dei Serpeverde volle sputare l’ultima goccia di veleno:
<< E McCracken, che so aver difficoltà con l’inglese ma di solito non perde occasione per vomitare oscenità, come mai non ha detto niente? >>
Peter in effetti era rimasto in silenzio per tutta la lite, l’accenno di Aiden sull’inglese era dovuto al fatto che spesso McCracken usasse il Gaelico più dell’inglese, spesso per dire cose volgari. Tuttavia rispose:
<< Perché vi rompo il culo ora! >>
 Così saltò sulla scopa e si diresse tra le sue Porte.
Le due squadre avversarie, dopo aver trovato Kaleb disposto a fare l’arbitro e il cronista, si posizionarono ai loro posti e partirono non appena la Pluffa fu lanciata in aria.
Maya si affrettò per afferrarla il prima possibile, ma fu preceduta da Jackie che sfrecciò immediatamente avanti andando verso la porta. La Serpeverde partì all’inseguimento.
Aveva raggiunto la Potter quando vide questa lasciare la presa sulla palla come a volerla far cadere, andò in picchiata raggiungendo una velocità sorprendente, ma purtroppo la Black si era messa d’accordo con l’amica facendosi trovare giù e questa, prendendo immediatamente quota con la Pluffa in mano arrivò davanti agli anelli e segnò.
<< Dieci punti a Grifondoro! >> esclamò Kaleb nell’altoparlante, non era del tutto sicuro fosse giusta come strategia, ma doveva ammettere che funzionava e non c’era nessuna regola che lo proibiva.
<< Che diamine stavate facendo voi?! >> sbraitò Maya contro i suoi compagni di squadra che l’avevano abbandonata durante l’inseguimento, non l’entusiasmava prendersela così con i suoi amici, ma se c’era una cosa che detestava era essere battuta da quelle due arroganti e spocchiose smorfiosette.
Di nuovo palla al centro, stavolta i Serpeverde erano riusciti ad accaparrarsi per primi la Pluffa, ma purtroppo il cacciatore lanciò male e il portiere Grifondoro riuscì a intercettare il tiro e, dopo aver urlato per un tempo imprecisato, passò la Pluffa alle sue compagne con non esitarono a segnare di nuovo.
<< Venti a zero per Grifondoro! >> disse l’arbitro-cronista.
Mentre in campo il gioco continuava e Maya si innervosiva sempre di più, Matthew, aveva avvistato il boccino e non esitò a lanciarsi all’inseguimento, seguito subito dopo da Daniel, il cercatore dell’altra squadra.
La piccola sfera alata salì verso il cielo finché non sparì dalla loro vista quasi nascondendosi sotto la coltre di nubi che stavano diventando sempre più grigie.
<< In arrivo! >> esclamò Trevor prima di rispedire il Bolide da tutt’altra parte, la cosa lo emozionava sempre, tutte le volte che metteva piede in campo era come se fosse la prima e adorava l’adrenalina scorrere nelle vene.
Quella volta fra l’altro non giocava da mesi e sentiva che gli era mancato tutto quell’insieme di sensazioni che seguivano quasi solo gli istinti e lo costringevano a non pensare ad altro che al gioco di squadra e difendere i suoi compagni.
<< Bel lancio >> commentò Aiden rivolgendosi all’amico: << Questa sì che sarà proprio una bella partita, stanno dando tutti il massimo. >>
<< Speriamo di vincere allora perché mi dispiacerebbe dover rinunciare al venerdì >> disse Trevor
<< Allora vediamo di non fare cazzate! >> esclamò il capitano poco prima di recuperare un Bolide che era stato spedito in direzione dei suoi cacciatori.
E dopo quella fase di esplosione dei Grifondoro, i Serpeverde cominciarono a rimontare vertiginosamente, Trevor, Aiden e Maya avevano serrato il gioco in maniera impressionante, Matthew tallonava Daniel da non farlo respirare.
<< Cento a settanta per Grifondoro! >> esclamò Kaleb dopo che era passata un’ora dall’inizio e poi, vedendo i segnali di Hishàm aggiunse: << I Grifondoro chiamano il primo tempo! Cinque minuti! >>
Tutti quanti scesero dalle scope avvicinandosi ai propri capitani, chi si sedette per terra, chi rimase in piedi a sgranchirsi le gambe, ma tutti si riunirono a cerchio e stettero ad ascoltare i discorsi di incoraggiamento.
<< Ragazzi capisco che siete già stanchi e so che finora avete dato del vostro meglio, ma non ho alcuna intenzione di perdere solo perché vi siete sentiti sicuri dei vostri cento punti! Sapete che accetto sempre di perdere, ma per boria mai! Quindi manteniamo il vantaggio anche solo difendendo, o vi spezzo le gambine. >> disse il capitano dei Grifondoro, infervorato dalla competizione.
Passati quei pochi minuti i giocatori delle due squadre montarono in sella alle scope e continuarono la partita.
Mentre Jackie, stanca di correre per tutto il campo, si era posizionata in difesa davanti alla porta lasciando attaccare gli altri due compagni, un bolide prese quasi in pieno uno di questi che per poco non cadde giù dalla scopa.
La ragazza si girò cercando di capire chi fosse stato l’idiota che aveva cercato di far fuori il giocatore che neanche aveva la Pluffa, e identificò il colpevole come Trevor, la cosa non fece che farla infuriare di più.
<< Cosa pensavi di fare?! >> chiese con tono acido rivolgendosi al battitore Serpeverde.
<< Volevo solo difendere i miei compagni. >> rispose lui semplicemente scrollando le spalle.
<< Mirando su quelli che neanche hanno la Pluffa? Risparmiati queste porcate e fai attenzione o farai davvero male a qualcuno. >> disse lei resistendo all’impulso omicida di ammazzarlo.
<< Altrimenti che fai? Mi butti fuori? >> chiese lui con tono beffeggiatorio.
<< Sì…anzi credo che tu debba andare via ora. >> rispose lei trascinandolo per un braccio fuori dal campo, decisa.
<< Non ci provare mai più >> disse lui infuriato: << Cerca di levarti di mezzo subito, ché non sei né arbitro né altro! >> detto ciò tornò alla sua postazione e riprese a giocare lasciando Jackie a mezz’aria spiazzata dalla risposta che le era stata data… ma chi si credeva di essere quello lì per continuare a rispondere in quel modo senza neanche chiedere scusa?
La partita continuò in modo sempre più aggressivo e, anche grazie all’accanimento della Potter, i Grifondoro riuscirono ad arrivare alla modica cifra di:
<< Duecentosessante! Duecentosessanta a cento per i Grifondoro! Non so come sia potuto succedere, ma qui la quadra sta diventando spietata >> esclamò Kaleb che era rimasto impressionato dal livello raggiunto dalla squadra, se i Serpeverde non avessero preso il boccino la sconfitta sarebbe stata nettissima, in quelle tre ore aveva visto i cercatori scattare più di una volta, ma si erano rivelate quasi tutte finte o comunque avevano poi perso di vista la piccola sfera dorata che quel giorno sembrava non volerne sapere di farsi prendere.
McCracken sembrava indemoniato, parava la qualsiasi come stesse giocando la partita della vita, in qualsiasi modo possibile, di forza, di abilità, non sapeva più cosa inventarsi. E coronava il tutto con romantiche parole in Gaelico: << Ffyc chi motherf*****s hyll! Roeddech fuck mi DDUW CI?! Gall eich mam s**** * ** *n hytrach!!! >> Neanche il più coraggioso dei Grifondoro ebbe il coraggio di chiederne traduzione.
 
<< E quello cos’e? Uno scatto! Ecco che i cercatori accelerano entrambi! Speriamo che questa sia la volta buona! Daniel e in vantaggio…salgono sempre più su… Non li vedo più! >> disse il cronista. La Black salì oltre la coltre di nuvole e potè vedere un Matthew, che si stava sforzando di non prendere il Boccino visto il distacco di punti, ostacolare Daniel come poteva.
Infine, tanto era innervosito dall’ostinatezza del Cercatore di Grifondoro, in uno scatto irrazionale, pur di sottrarglielo, afferrò il Boccino.
La Black lanciò un urlo di gioia con entrambe le braccia al cielo e sfrecciò giù ad annunciare il risultato agli altri.
 << La partita è finalmente conclusa, ma, nonostante la straordinaria presa del cercatore, i Grifondoro si aggiudicano la partita e anche il campo con un punteggio di duecentosessanta a duecentocinquanta! Hanno per la prima volta corso il rischio di essere battuti… >> ma la sua frase fu interrotta da un picchiettare sulla spalla: << Che c’è? >> chiese Kaleb girandosi verso la persona che lo stava disturbano.
<< La partita è finita, è tardissimo e i Serpeverde probabilmente ti uccideranno se continui a urlare in quel microfono >> disse Davide indicando un Trevor con gli occhi fuori dalle orbite nel guardare il cronista.
<< Che si fottano tutti quanti! Stavo facendo un discorso serio… >> rispose Kaleb preparandosi per riprendere possesso dell’altoparlante
<< Domani abbiamo Alchimia! >> insistette Dave.
<< Ma fanculo tu e l’Alchimia! Studiatela tu che ti piace tanto! Lasciami lavorare! >> esclamò Kaleb, esageratamente coinvolto.
<< Quindi fanculo anche il COMPITO di Alchimia? >> chiese David cercando di riportare l’amico alla realtà.
<< Merda l’avevo dimenticato… >> si rese conto l’altro avviandosi di corsa verso il castello, sarebbe stata una notte abbastanza lunga per poter ripassare tutto e non prendere un Troll.
 
*****
Domenica
Ferdinand Alambert e Nimbus Scamander si avviarono nel tranquillo pomeriggio verso il campo da Quidditch, scacchiera sottobraccio come sempre.
Erano amici da molto tempo, piacevano loro le stesse cose in linee generali, Ferdinand si interessava alle creaturine di Nimbus e lo stesso faceva il Grifondoro con i libri e i designi del Tassorosso, e in particolare amavano giocare agli Scacchi Magici. Giocavano ogniqualvolta ne avessero la possibilità nei pomeriggi dopo i compiti, sfruttando l’occasione per chiacchierare del più e del meno e confidarsi.
E spesso piaceva loro giocare sugli spalti del campo da Quidditch, durante gli allenamenti dei Tassorosso. A Brian Jenkins, Portiere e Capitano della squadra, la cosa non dava fastidio, dopo tanti anni sapeva bene che Nimbus, nonostante seguisse con passione la squadra dei Grifondoro, mai si sarebbe permesso di rivelare le strategie usate dai Tassorosso negli allenamenti. Quello sarebbe stato il primo della stagione, e infatti ci sarebbero state le audizioni.
A Ferdinand seguire la squadra non dispiaceva, e in particolare gli stava molto simpatico Brian, che aveva quella sicurezza e quell’ottimismo che a lui spesso mancavano.
Si sedettero sugli spalti lignei e salutarono Jenkins, già sulla scopa a riscaldarsi con i suoi compagni “più anziani”, attendendo i nuovi candidati. 
<< Che mi dici di Ottawa? >> chiese Nimbus a Ferdinand, mentre i pezzi si sistemavano sulla scacchiera, alludendo alla splendida gufetta nera dell’amico.
<< Tutto bene, il mangime che mi avevi consigliato le piace moltissimo. Ma non quanto i topi, che schifo, me ne porta due al giorno se ha la possibilità di uscire. >> rispose il Tassorosso, tuttavia con sorriso sul volto, gli piaceva molto il suo animaletto.
<< E’ la sua natura, che vuoi farci? >> sorrise Nimbus << E Trevor? >> chiese rabbuiandosi un po’, sapeva quanto nervosismo causasse all’amico parlare del fratello, qualche volta erano arrivati a litigare per quanto arrivava ad essere invidioso. Nimbus pensava che Ferdinand fosse un ragazzo molto più simpatico, interessante e talentuoso del gemello, ma l’amico non gli dava mai ascolto.
Videro sfilare i ragazzini ansiosi di sottoporsi a quelle prove.
<< Gli sono stato il più lontano possibile, ci siamo visti mezza volta, mi ha dato fastidio da morire e l’ho riallontanato. Non gli darò la possibilità di avvelenarmi l’anno scolastico come ha fatto in precedenza, stavolta. >> rispose il Tassorosso, accigliato ma risoluto.
<< Non ti avvelenerà la giornata quando riuscirai a fartelo essere indifferente, non vedi come cambi umore solo a pronunciarne il nome? >> constatò, corrugando la fronte per la concentrazione.
Scoppiò un applauso per un ragazzo del V Anno che era riuscito ad afferrare il Boccino in pochissimo tempo e con grande abilità.
<< Lo vedo e hai ragione, faccio il possibile. >> fece Ferdinand, innervosendosi di più.
<< E’ solo un consiglio, mi piacerebbe che fossi “libero”. >> spiegò Nimbus.
<< Lo capisco, tranquillo, ma mi è piuttosto difficile… >> si malediceva Ferdinand.
<< Ma comunque… >> fece Nimbus, cercando di cambiare argomento per non essergli anche lui veleno, mentre una torre distruggeva un cavallo.
Ferdinand apprezzò il gesto e colse la palla al balzo: << Ad animali come sei? Di che ti occupi per ora? >>
Ormai la squadra aveva cominciato l’allenamento con i due nuovi Cacciatori e il nuovo Cercatore.
<< Sto studiando gli Asticelli e la loro alimentazione, e anche gli Snasi, dovresti vederli, sono creature così affascinanti! E poi sono delle pesti, devi stare sempre attento o ti scappano sotto il naso a cercare monetine e cose luccicanti - raccontava sognante - Pensa che l’altro giorno avevo passato il pomeriggio a cercare il mio orologio da taschino, dopo che l’avevo portato a lezione, e l’ho ritrovato il mattino seguente vedendoli bisticciare tra di loro per chi dovesse averlo. Ho rischiato la vita nel toglierlo loro! >> scoppiò a ridere il Grifondoro.
<< Magari uno di questi pomeriggi me li fai conoscere. >> suggerì Ferdinand con un guizzo di gioia negli occhi per essere riuscito a far abbattere il cavallo che tanto gli stava dando noie.
<< Volentieri! >> esclamò Nimbus, allettato dalla proposta.
<< TI E’ PIACIUTA? >> gridò Brian al compagno di casa, indicando la spettacolare Presa in cui si era lanciato uno dei Cacciatori.
Ferdinand rispose facendo un OK con le dita, Nimbus sorrise.
Giocarono numerose partite, applaudendo ogni tanto al più esperto dei Battitori e agli schemi più riusciti. Quando i Tassorosso furono tutti entrati negli spogliatoi, i due ragazzi ritornarono verso il Castello, chiacchierando delle mosse usate durante le partite, un non-esperto di scacchi non ci avrebbe capito un acca.
Arrivati all’ingresso, Ferdinand salutò e andò nel dormitorio. Nimbus invece si diresse sotto la Torre di Corvonero, una delle finestre aperte come lui si aspettava.
<< LORNE! >> chiamò l’amico.
Un sorriso si stampò sul volto del ragazzino, che chiuse subito il libro e afferrò i fogli di pergamena dove aveva scritto le nuove storie che non vedeva l’ora di leggere all’amico, e si lanciò giù per le scale a rotta di collo.  
   
 
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