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Autore: Master Chopper    01/04/2017    3 recensioni
E' obbligatoria la lettura di '[SoF] Saga della Nascita' e di '[SOF] Saga dei Sette Peccati Capitali' per la comprensione delle vicende e degli avvenimenti trattati.
Il viaggio di Tengoku sta per concludersi, catturare Xian per costringere Sebastian alla resa pare l'unica possibilità di vittoria.
Ma cosa ha spinto il Boss degli Anonimato ad essere il peggior avversario che i Vongola abbiano mai affrontato?
Cosa rivuole indietro e qual è la sua vendetta?
- STORY OF A FAMILY: SAGA DELLA VERA FAMIGLIA -
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stories of a Family [SoF]'
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BRAVI




 

Target Number 2: I hate everything about you!



“ Mi stai dicendo che i Varia non centrano nulla con il piano di Sebastian ?”

Sorvolando ormai l’Europa, il jet privato che trasportava i due Boss, in poco tempo sarebbe arrivato a Venezia.

Tsunayoshi Sawada, Decimo Boss dei Vongola, stringeva tra le mani un telefono, in collegamento con l’ultima persona con cui pensava avrebbe più parlato.

 

“ Sì, e siamo stati tutti fregati come dei polli.” Gli rispose il suo ex-Tutor Hitman dei tempi delle superiori, Reborn in persona, attualmente pronto ad aspettarlo nella Città della Laguna.

 

“ O almeno, i Varia servivano come esca per Xian, in modo da convincerla a non ribellarsi.”

“ Che vuol dire? Pensavo che Xian non vedesse l’ora di essere indipendente dal padre.” Corex Licaone, Ottavo Boss dei Licaone voltò la testa in direzione del telefono, ma non per molto, a causa della difficile missione da pilota che stava intraprendendo.

 

“ No, Xian è sempre stata terrorizzata da Xanxus… lui non ha mai accettato l’idea di avere una figlia femmina destinata a prendere il suo posto come comandante dei Varia. Le ustioni sul suo corpo …”

Mormorò Tsuna, afflitto dal dolore di quel ricordo ben impresso nella sua mente.

“ …risalgono ad uno scatto d’ira del padre, accaduto quando lei aveva dieci anni. Da allora però non si sono più manifestati episodi di violenza, in quanto Xanxus la affidò a me e lui non la rivide più.”

 

“ Ma allora come fai a dire che i Varia non centrano nulla ?” domandò il Boss albino al celebre sicario, che rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere.

“ Insieme a  Yukiteru ho trovato qui a Venezia una delle basi di Sebastian. Ho interrogato alcuni assassini, e mi hanno spiegato che i Varia sono stati rapiti da quel coglione di Providence, lo stesso che ha freddato Kyoya, Takeshi, Basil e buona parte delle uniche persone a cui volevo bene.”

Un’ennesima pausa silenziosa sembrò evidenziare un certo sentimento di Reborn, come amarezza, o forse desiderio di vendetta. Tsunayoshi invece, venne assalito solo da molta tristezza, ma allo stesso tempo trovò la forza di insistere:

“ E quindi? Li hai trovati, hai trovato Xanxus, Squalo e la Squadra Varia ?”

 

“ Sì. Morti, fatti a pezzi così piccoli che per identificarli ho dovuto utilizzare le Fiamme del Sole per ridargli la forma di un corpo umano, collegando i tessuti e gli organi.”

 

 

Il Decimo Boss dei Vongola si rese conto di aver sbagliato qualcosa, di aver creduto che le persone che un tempo lo avevano aiutato a sconfiggere Byakuran rischiando la loro stessa vita, fossero passati dalla parte del male.

 

- Perdonatemi… per aver dubitato di voi.- Se non avesse creduto sin dall’inizio che la scomparsa dei Varia fosse dovuta ad un’alleanza con il nemico, li avrebbe cercati per tutta Italia, setacciando ogni angolo pur di riportarli indietro.

Ma non l’aveva fatto, ed ora non poteva riportarli in vita.

- Così come non posso riportare indietro i miei amici.-

 

“ Probabilmente Sebastian ha voluto distruggere l’unica altra persona che avrebbe potuto condizionare il pensiero di Xian, ed intanto ha fatto credere alla ragazza di avere anche dalla sua parte l’approvazione di Xanxus. È come se potesse trasformare qualsiasi persona in un fantoccio grazie al proprio carisma, per questo non possiamo lasciarlo assolutamente prendere Tengoku !”

La voce di Reborn servì per risvegliare i sensi di Tsuna, ridonandogli energia come se fosse un motore, per risollevare la testa verso il cielo attorno a lui.

 

Lui, indubbiamente, era il vero Cielo, e non poteva venir alterato contro la propria volontà.

 

“ In più, se posso permettermi, anche se gli togliessimo i Bravi e Providence, Sebastian resterebbe un avversario pericoloso, ora che ha la Fiamma del Valhalla.”

Aggiunse Corex Licaone, diventando scuro in volto al sol ricordo del suo ultimo incontro con quel mostro.

 

“ E qui penso che nessuno abbia davvero capito cosa sia questa Fiamma di cui parli.” Commentò con una punta di ironia Reborn, ma l’albino non si scompose affatto.

“ Era un potente dono, un leggendario potere che spetta ad un Boss dei Licaone ogni cento anni. Molto tempo fa io finii in fin di vita, e mio padre me la donò per permettermi una rigenerazione pressoché illimitata. Sebastian è riuscito a rubarmela completamente, ed io non ne possiedo più.”

 

“ Per conoscere questo segreto deve aver avuto un qualche contatto con la tua Famiglia, non credi ?” gli chiese Tsuna, convinto che ogni dettaglio in più su Sebastian potesse aiutarli ad avere un vantaggio su di lui, nel momento in cui lo avrebbero affrontato.

“ Quando ho avuto modo di osservare la sua vera forza, in qualche modo la sua anima mi ha ricordato quella dell’uomo che anni fa sterminò la Famiglia di mio padre, ma che venne sconfitto da me e Himeko. Fu proprio quell’uomo a ridurmi in fin di vita, effettivamente.”

 

“ Eeee… esiste un modo per uccidere qualcuno con ‘rigenerazione pressoché illimitata’ ?” Reborn iniziò a pensare che svolgere quell’ultima missione non sarebbe stato poi tanto semplice.

“ Sì, certamente. La Fiamma del Valhalla consuma l’energia del suo portatore, quindi basterebbe costringerlo a stancarsi a furia di rigenerare le proprio ferite, per far esaurire l’effetto.”

 

“ Ma allora è perfetto, se lo attaccassi a piena potenza con l’X-Burner lo ridurrei a frammenti minuscoli, e si stancherà moltissimo per rigenerarsi !” Esclamò Tsunayoshi, scatenando una risata divertita da parte di Reborn.

“ E tu a quel punto potresti riavere la Fiamma del Valhalla.” Insistette nel suo entusiasmo il Boss, sporgendosi verso l’albino, il quale a differenza del killer era rimasto impassibile.

 

“ No, solo un corpo vivo può ospitare la Fiamma. Probabilmente la erediterà uno di voi, il più vicino o forse chi lo ucciderà.” Rispose Corex, disperdendo ogni sorta di emozione da Tsuna, fatta eccezione per la confusione.

“ Che… vuoi dire con ‘solo un corpo vivo’ ?” Domandò il Boss dei Vongola con la voce ridotta appena ad un sussurro, a causa del timore della risposta che sarebbe potuta seguire.

 

Passò una quantità di tempo apparentemente eterna prima che il pilota si voltasse leggermente verso Tsunayoshi.

Così, il maggiore dei due poté notare che le palpebre del Licaone erano più dilatate rispetto a quelle di un normale essere umano, e allo stesso tempo avvertì, o meglio, non avvertì nessun fiato provenire dalla sua bocca quando parlò.

“ Sebastian mi ha ucciso definitivamente otto giorni fa, ma un residuo di Fiamma del Valhalla permette al corpo di muoversi ancora, anche se non so per quanto. Tra meno di una settimana, a causa del movimento, senza che il cuore possa pompare nuovo sangue, il mio corpo inizierà a decomporsi. Forse smetterò di parlare ben prima che questo accada, e magari non riuscirò persino a vedere l’alba di domani.”

 

 Non fu facile realizzare per le persone in ascolto, di star parlando con un cadavere.

La mente di Tsuna venne confuso da centinaia di pensieri, quasi tutti riguardanti il come avrebbero sconfitto Sebastian, o come avrebbero detto addio a Corex.

Ma…

- Ed Hime? Dovremmo dirle tutto, oppure farle sapere che non è più tornato in vita ?-

 

L’uomo ricordò il giorno in cui era ufficialmente diventato Decimo Boss dei Vongola. Venne allestita una festa nel giardino della Magione, e tra gli invitati ovviamente ci fu la Famiglia Licaone.

Corex, allora sedicenne non arrivò subito assieme al padre, ma si presentò praticamente di sera, in compagnia di Himeko, l’attuale Guardiana della Neve dei Vongola.

 

Tsuna non riuscì ad associare l’immagine del volto spensierato di quel ragazzo, a quello apatico dell’uomo di fronte a lui.

 

“ Non andrò ai vermi prima di aver ottenuto la nostra vendetta, Sawada.” Come se l’avesse letto nel pensiero, il giovane albino pronunciò quelle parole, facendo come riscuotere da un freddo abisso Tsunayoshi.

“ A proposito di questo, ehm… Corex ?” Improvvisamente una nuova voce sopraggiunse dall’altro capo del telefono.

 

Era Yukiteru, l’agente sotto copertura e vice-direttore della C.E.D.E.F. , attualmente a Venezia con Reborn in attesa dell’arrivo di Tengoku con Xian.

“ Scusatemi, ma stavo parlando con mia moglie e solo adesso vi ho potuto sentire.” Si scusò frettolosamente l’uomo, prima di riprendere il discorso appena accennato.

 

“ Come dicevo, vorrei potermi occupare io stesso della sconfitta di Sebastian.”

 

 

 

 

Venezia

Venezia

La città sulle acque

Vuoi venire?

Venire con…                               Venire con me?

Non devi…

…devi

Non devi piangere

 

XIAN!

 

 

Tormentata da una voce misteriosa nella propria testa, la giovane donna dai capelli color dell’ebano, e Boss dei Bravi, si contorse sul sedile emettendo un lungo lamento tra le labbra serrate.

 

Tengoku Marco Sawada non poté non prestare attenzione a Xian, seduta al suo fianco ed attualmente in stato d’incoscienza.

- Chissà cosa starà sognando ?- Fu l’unica cosa che, stranamente, il ragazzo riuscì a chiedersi.

 

“ Quanto durerà ancora l’effetto di Amygdala Shock ?” Domandò Akane, seduta alla sinistra di Xian, facendo riprendere il bruno dai suoi pensieri.

L’ex assassina, e Guardiana della Tempesta di Tengoku stesso, era molto preoccupata, forse la più di tutti.

Questo perché lei aveva provato sulla propria pelle la potenza di Xian, rimanendo in uno stato tra la vita e la morte per diversi giorni, e riuscendo a salvarsi solo grazie a cure straordinarie degli Arcobaleno.

Persino quella che Tengoku aveva affrontato non era la massima potenza del Boss dei Bravi.

 

“ Non esiste un limite di tempo specifico, in teoria è la prima volta che utilizzo Amygdala Shock per stordire persone così a lungo. Per lei in questo momento è come cercare di inserire la chiave in una serratura quando si è completamente al buio.”

Rispose preoccupato il ragazzo, e non poté fare a meno di soffermarsi ancora sul volto della donna, fonte di ogni sua disgrazia a partire da un mese prima.

 

Perché anche se rimaneva consapevole di ciò che stava facendo, non riusciva togliersi di dosso una strana sensazione, un chiodo fisso nella sua mente.

- Perché mi sembra di averla già vista prima ? È solo ora che me ne accorgo, oppure è sempre stato così ?-

 

 

“ Non posso sopportare di vedere la signorina in questo stato !”

Improvvisamente, l’unica voce che non avrebbe dovuto essere sentita in quella macchina, colse di sorpresa Ten, Akane Mizuno ed Akira Shirogawara, seduta al posto del passeggero accanto al guidatore.

E proprio la Guardiana della Nuvola aveva subito sfoderato il proprio fioretto, puntandolo alla gola di Alberto, il quale aveva aperto bocca.

 

L’uomo, voltandosi, aveva rivelato due occhi rossi dal pianto, ed il volto contorto in una maschera di dolore e rabbia.

“ Siete dei mostri… io non ce la faccio a sopportarlo.” Mormorò tra i singhiozzi l’anziano, con la voce rotta dal pianto.

Essendo rimasto impassibile, fu strano vederlo così fuori di sé, senza controllo.

 

“ Ti ho detto… che se parli rischi la vita, quindi faresti meglio a mantenere il tuo dolore per te e…” Akane, subito intervenuta per non rischiare di perdere il controllo della delicata situazione, si interruppe accorgendosi di Akira, la quale aveva improvvisamente sgranato gli occhi dalla sorpresa.

 

Così, la Tempesta, prestò più attenzione all’uomo, e quando se ne accorse anche lei, la tensione salì alle stelle.

 

Alberto aveva scostato con una mano un fianco della sua giacca nera e viola, rivelando all’interno un complesso dispositivo di cavi, collegato ad un cubo di acciaio, legato con del nastro adesivo.

 

Quando delle luci ad intermittenza iniziarono ad illuminarsi su quella bomba, Akira Shirogawara comprese che in circa 1.5 secondi non avrebbero più potuto fare niente per salvarsi dall’esplosione.

Mentre il tempo scorreva, avvicinandosi perfettamente alla fine di quel secondo, centinaia di infinite possibilità le si proiettarono davanti agli occhi, esattamente come riuscì a comprendere ogni singola conseguenza che sarebbe avvenuta dopo un’azione.

 

Così non reagì cercando di distruggere l’esplosivo, sarebbe stato troppo rischioso.

Girò interamente il suo corpo sul sedile verso il guidatore, e sferrò un calcio colpendo Alberto, scaraventandolo fuori dalla macchina attraverso la portiera.

Ma... non poteva andare semplicemente così.

 

- Sono una stupida !- Gridò a se stessa, prima di saltare dallo stesso punto in cui era caduto l’uomo.

 

Con la macchina in corsa, Akane e Tengoku non riuscirono a non sorprendersi, soprattutto per quegli eventi troppo frenetici e veloci per la loro comprensione.

Fortunatamente, l’assassina Guardiana della Tempesta fu celere, e spostandosi sul sedile del guidatore prese controllo del volante.

 

Tengoku sprofondò sul sedile per la tensione, prima di ricordarsi di Akira, saltata sulla strada per inseguire Alberto.

Si voltò verso il finestrino posteriore, e l’ultimo ricordo che gli rimase della corvina, fu il vederla correre allontanandosi da loro.

 

“ Maledizione !” ruggì Akane, sbattendo il pugno contro il tettuccio, ma allo stesso tempo aumentando la pressione sul pedale d’accelerazione.

- Dovevamo rimanere uniti! Ma adesso fermarci non è consenito …-

 

 

Tengoku rimase così solo con Akane, l’ultima dei suoi amici che avrebbe abbandonato, quella sera.

 

 

 

Ormai scomparsa dalla visuale della vettura che procedeva verso Venezia, Akira continuava la sua corsa senza esitazione, abbandonando persino lo sforzo di voltarsi per rivolgere uno sguardo ai suoi amici.

 

- L’ho visto! Quel bastardo, che si è dimostrato fin’ora così debole …-

La ragazza stava rivolgendo tutta la rabbia che provava contro se stessa. Si sentiva troppo incapace: proprio lei che ormai aveva sviluppato una percezione incredibile, avrebbe dovuto essere gli occhi e le orecchie della Squadra, ma stava rischiando di compromettere l’intera operazione.

 

Quando Alberto entrò nel suo raggio d’azione, disteso a terra in procinto di rialzarsi come se nulla fosse accaduto, lei sfoderò il fioretto in una frazione di secondo.

- Ha finto tutto quello solo per farsi buttare giù dalla macchina !-

 

La ragazza lo aveva capito solo nel momento prima che l’uomo sparisse dalla visuale, mentre stava per precipitare sull’asfalto. La sua espressione in quel momento non sembrava più così disperata, certamente non di un uomo che desiderava la morte, ed in più la lama di un coltello sporgeva dalla sua manica.

Con una precisione ed una fermezza spaventosa, quell’anziano uomo aveva tagliato le ruote della limousine, dopo essere stato scaraventato giù dalla suddetta auto in corsa, ad una velocità di circa centocinquanta chilometri orari.

 

Purtroppo, Akira non riuscì a muovere un altro passo in avanti.

Successe tutto mentre sfoderava la sua arma.

 

Un proiettile penetrò la sua spalla sinistra, proveniente dai boschi al suo fianco, e proseguendo il suo percorso aprì un profondo taglio orizzontale sotto il collo.

La vecchia cicatrice, vergogna e paura più grande di Akira, la stessa che l’aveva privata per sempre della parola, venne riaperta in un attimo, e un fiotto di sangue sgorgò violentemente dalle ferite.

 

 

A duecento metri di distanza, nella più profonda oscurità silvestre, un raggio di luna si riflesse sulla superficie metallica di un fucile di precisione.

Un MSG90, precisamente, montato su di un bipiede e munito di un silenziatore, il quale allungava ancor di più la sua canna leggera. L’uomo accovacciato che stava imbracciando la sua impugnatura sogghignò, in quel silenzio surreale.

 

Dei folti e crespi capelli corvini si sollevarono dalla sua fronte, rivelando due affilati occhi da rettile.

“ Sembra che abbia appena rotto la bambolina ...” sussurrò con tono serio, mentre sul suo volto si spalancava un sorriso di soddisfazione.

Quell’eccitazione, quel piacere, aumentava ogni volta che guardava nel suo mirino telescopico, ed osservando il sangue colare dalle ferite di Akira.

 

Arboc Bellum, fratello dell’ex istruttore di Akane, Korvo, era stato reclutato dagli Anonimato con il compito di proteggere i Bravi.

Segretamente il killer dei Bravi aveva temuto il peggio poco prima, osservando da distanza il terribile blitz della squadra di Tengoku sulla Strada Regionale. In più, con la cortina di fumo sollevata ad oltre tre metri da terra non avrebbe potuto neanche essere efficiente con il suo fucile.

 

- Ma ora è tutto diverso, anche grazie a quel vecchio che ha mandato la soffiata.- Come cecchino, Arboc aveva giocato un ruolo importantissimo nella strategia d’emergenza progettata da Alberto.

A voler dire di più, proprio la balia di Xian, aveva ideato circa duecentotrenta piani d’azione per i Bravi, in caso di ogni emergenza possibile ed immaginabile.

Non era certo un segreto, tra i ranghi degli Anonimato, il passato da comandante militare di Alberto.

Voci di corridoio raccontavano addirittura che l’uomo avesse combattuto tra le trincee italiane nella Prima Guerra Mondiale, ma per quanto fossero assurde queste storie, lui non aveva mai negato nulla.

 

- Non vedo l’ora di sapere che premio mi daranno per un obbiettivo così importante! Forse proprio… mio dio dimmi di sì… l’incarico di torturare a morte quel Tengoku Sawada !!-  Gemette a bocca serrata Arboc, al limite del suo malato autoerotismo immaginario, desideroso della vendetta contro Tengoku in persona.

 

E così, con la lussuria che offuscava la sua mente, non guardò nel mirino, e non poté mai sapere cosa fosse accaduto ad Akira.

 

All’incirca cinque secondi prima, infatti, la ragazza era scivolata sull’asfalto, per via della pressione salita alle stelle.

La balia di Xian, troppo ferita per combattere, rilassò i muscoli, consapevole della vittoria.

- Qualsiasi cosa accada, l’importante è aver rallentato la macchina… Signorina Xian, lei sarà al sicuro.-

 

Alberto l’aveva osservata con il sorriso sulle labbra fino all’ultimo istante, prima di vederla scomparire.

 

L’uomo non comprese il perché tutto in realtà fosse sparito, proprio perché in quell’esatto istante era morto.

Trasformato in decine di frammenti umani volanti, che ricaddero al suolo in un lago di sangue.

 

Insieme a quel tonfo, Akira posò un piede al suolo, mentre i suoi capelli ricadevano sulla testa chinata verso il basso, nascondendole il viso.

Con quell’ultimo sforzo, che avrebbe potuto compiere in ancor meno tempo se non l’avessero sparata, aveva però esaurito tutte le sue forze fisiche. I muscoli delle gambe non rispondevano più, necessitava di sangue ed aria che non poteva avere.

 

 

Così le rimase solamente da pensare.

 

- È stato bello, e mi dispiace di non avervelo potuto dire con la mia voce. In questi tre mesi passati con voi tutti mi sono divertita, e mi avete in qualche modo aiutato a vincere la mia paura del prossimo. Non penso che ci sia mai stato qualcuno così vicino a me come voi.-

 

Ricordò il momento in cui si era addormentata leggendo un libro, lì in Italia, e nonostante stesse riposando da sola sorrideva, consapevole di avere vicino delle amiche.

 

- Per alcuni sarò stata una figura autoritaria …-

“ Senpai Shirogawara !”

“ È la presidentessa del Consiglio Studentesco, quella che lotta contro gli abusi di potere del Comitato Disciplinare. Che figa !”

 

- Per alcuni sono stata solo qualcuno che non sarebbe dovuto nascere …-

“ Come ti permetti di fissarmi, inutile spreco d’ossigeno! Metti i brividi, sei peggio di un mostro, smettila !”

 

- Mentre per me, siete stati l’inizio di un capitolo della mia vita, scritta su un foglio davanti ad una finestra aperta. Ed ora, anche se è dura… questo foglio dovrà volare via, ma anche se sarà ancora più libero, mancherà le mani con cui è stato scritto.-

 

“ Non ha chiesto lei di essere abbandonata dal mondo ! Non è affatto cambiata, è cambiato solo il modo con cui la vede la gente. Quindi non ti azzardare mai più a parlare così di lei !”

- Sakura …-

 

“ Non potevi pensare cosa più stupida. Nessuno di noi la penserà mai così.”

- Tengoku …-

 

 

- E tutti voi, grazie ancora per questi momenti indimenticabili, e per avermi dato una casa ...-

 

 

Delle mani si sollevano da un foglio di carta finissima, ormai riempito in tutte le sue righe da parole in inchiostro asciutto.

Senza il peso, il vento proveniente dalla finestra aperta abbraccia quella pagina, sollevandola nella luce.

 

Ragazzi e ragazze che sorridono. Akira Shirogawara li saluta tutti dall’alto, sorridendo e pronunciando la parola “ Addio”, mentre sua madre, suo padre e sua sorella finalmente possono riabbracciarla, uniti.

 

 

 

Mentre la vita abbandona un corpo troppo giovane, misteriosamente il fioretto si illumina di una impressionante energia violacea.

L’arma pare fluttuare nell’aria, vincendo la gravità mentre il cadavere di Akira si riposa sul suolo, ed infine fende un colpo in direzione del bosco.

 

Quel fioretto non era altro che un altro caso di Fiamme degli Arcobaleno donate alla Squadra di Tengoku, come era accaduto per tutti i suoi membri, fatta eccezione per Akame.

La Fiamma della Nuvola di Skull, contenuta nell’aria sollevata dalla lama, si ingigantisce sempre di più, diventando in pochi secondi un’ondata che travolge il muro di alberi.

 

Come successo prima con LUC1F3R0, ma stavolta il fendente volante è ben più grande e potente, a tal punto che…

 

“ CHE CAZZO È QUELLO ?!”

Esclamò Arboc Bellum, vedendo una fiammata viola superare le cime degli alberi, e con la velocità di una valanga, raggiungerlo e travolgerlo.

- Non è possibile… che sia davvero riuscita ad individuare dove fossi grazie al proiettile, nell’istante in cui è stata colpita ??-

 

“ YAAAAEEEEEAAAAAAARGH !!”

 

 

 

Provincia di Venezia.

 

Porto Marghera, una delle più grandi aree industriali costiere d’Europa, formata principalmente da cantieri fino al suo porto, dal quale è possibile avvistare Venezia.

 

In tarda serata, come in quel momento, gli operai ed i lavoratori aveva abbandonato i loro lavori da un paio di ore, e nel silenzio di quei silos e di quelle gru metalliche, tutto era immobile.

 

E così rimase fino a quando un rumore di pneumatici sull’asfalto non sopraggiunse, senza però che si potesse avvistare alcuna macchina.

Solo quando il suono cessò dal nulla apparve una jeep nera, incatenata a quella che pareva una limousine trainata attraverso delle catene verdi scintillanti.

 

“ Quanto manca allo scioglimento delle Catene di Markov ?” domandò una voce femminile, aprendo la portiera del fuoristrada e scendendo dalla vettura.

“ Poco meno di un minuto. Tu, piuttosto, come ti senti ?” Anche l’altro sportello venne aperto, ma stavolta ne uscì uno dei robot rinominati Daft Punk, il quale si aggiustò lo smoking e la cravatta.

 

Momoka Reader si voltò verso il corpo che ospitava Kiiro, e si domandò se il suo nervosismo non fosse troppo palese.

“ Bene, ho ancora il 50% del potere di Viper. Fortunatamente la modifica dei colori e l’aumento dell’opacità non consumano nemmeno un 1%.” Rispose ugualmente, avvicinandosi al compagno.

“ Parlavo di te. Te la senti di affrontare questo scontro ?”

 

I due membri della Squadra, rispettivamente Momoka Reader, la Guardiana della Nebbia e Kiiro, il Guardiano del Sole in veste di Daft Punk, si posizionarono frontalmente rispetto alla limousine dei Bravi.

Avrebbero aspettato fino all’ultimo istante in cui le Catene inventate dall’Arcobaleno Verde avrebbero retto, e da allora sarebbe stata battaglia.

 

Momoka ebbe per un solo istante la voglia di scappare via, come faceva spesso di fronte ad un ragazzo, o ad una persona che reclutava troppo estroversa.

- No! Non sono più quella di un tempo… non scapperò mai più, lo giuro !- Stringendo il pugno però, ricordò il sorriso di Tengoku, le lacrime di Kevin e l’abbraccio di Kiiro.

Comprese che non sarebbe mai stata la stessa di un tempo.

 

Kiiro invece, era convinto di poter rimanere chi era sempre stato. Non una macchina assassina, ma Pinocchio Vongola, e nessuno lo avrebbe mai costretto ad essere chi non voleva essere.

 

 

Quando le Catene di Markov smisero di brillare, si dissolsero in leggere scariche di elettricità statica sulla macchina e nell’aria. In quel momento, dagli sportelli posteriori fuoriuscirono i due Bravi rimasti in gioco.

 

Nonostante la loro giovane età, Duncan e Daezel rifilarono agli avversari uno sguardo carico di tutto il loro Intento Omicida, ad un livello impressionante anche per un normale assassino.

 

“ Quella sottospecie di Slime di Dragon Quest è mio.” Comunicò Duncan al ragazzino dai capelli fucsia, con voce bassa e gutturale mentre avanzava. Il ragazzo dai capelli biondi si schioccò le nocche rumorosamente, puntando Kiiro come se fosse la sua preda.

 

“ Prima che me ne scordi, Momo …” La macchina assassina non fece una piega di fronte a quella minaccia, e si rivolse all’amica con serenità.

“ Momo ?” ripeté sorpresa la ragazza.

“ Siccome l’altra metà del mio corpo è all’interno del Daft Punk che guida la jeep di Azura e Drake, attualmente in questa forma possiedo esattamente la metà della mia velocità. Vedi di non scordartelo anche tu, ok ?”

“ Come si fa a scordarsi una cosa così importante !” Urlò Momoka contro Kiiro, che non rispose più.

- Sta… dicendo sul serio? Mi sta forse dicendo che è indebolito...- Un terribile presentimento trafisse la sua speranza, la quale iniziò a sgretolarsi non appena sentì quella fatidica frase.

 

 

Il Guardiano del Sole dei Bravi non perse tempo, ed approfittò di quel momento di distrazione per scattare in avanti, verso il suo bersaglio.

Ugualmente Kiiro non si scompose, e incrociando le braccia dietro la schiena, si lasciò esposto all’avversario.

“ Spostati, Momo! Ora schiverò tutti i suoi attacchi fino a quando non esaurirà tutte le sue energie.”

 

Momoka non si spostò di sua volontà per assecondare la richiesta dell’amico, perché nel momento in cui l’assassino atterrò tra lei e Kiiro, un’esplosione di aria la scaraventò all’indietro come se fosse fatta di carta.

- Ma questo ragazzo… Reborn aveva detto che non era per nulla forte !- Sussultò la ragazza, atterrando a circa sei metri di distanza, costretta ad osservare la sorte del suo compagno a distanza.

 

Infatti, in quel momento Duncan sferrò un pugno discendente verso la testa del robot, che nonostante la sorpresa, evitò inarcando la schiena all’indietro ed indietreggiando di un passo.

L’aria spostata da quel colpo creò una crepa nel cemento sottostante.

“ E questo è solo il primo, amico mio.” Rise la macchina assassina, schernendo il suo avversario con aria provocatoria.

 

Purtroppo, una risposta diretta da Duncan non arrivò mai, perché il biondo dopo aver compiuto un rapido giro attorno al suo asse, concatenò al pugno un calcio di rovescio, che stavolta centrò in pieno collo l’avversario.

“ Parli troppo …” Disse semplicemente l’assassino, con tono imperturbabile, come deluso dalla prestazione del suo bersaglio.

 

Prima che Kiiro potesse ricadere al suolo, Duncan sollevò la gamba con la quale aveva appena colpito, e poggiando una mano sul ginocchio, pestò verso il basso con tutta la sua forza, schiacciando la testa del robot al suolo.

Un’altra crepa si aprì nel cemento, questa volta molto più grande e profonda, tanto da far sollevare decine blocchi di pietra di qualche metro da terra.

 

 

“ KIIROOOOOO !!” Urlò Momoka, sentendo un profondo odio risalirle lungo la gola, misto però alla paura di perdere il suo amico.

Quella paura, si trasformò presto in dolore, ed un rivolo di sangue sgorgò a terra.

 

Una creatura simile ad un uomo stilizzato, alto circa due metri e composto da materia nera indefinibile, le aveva appena perforato il fianco da parte a parte con il suo braccio acuminato, simile ad un ago.

La castana sentì tutti i suoi sensi intorpidirsi, fatta eccezione per il bruciante dolore mentre la creatura la sollevava da terra attraverso quel suo pungiglione.

 

Momoka urlò. Non poteva fare altro, non aveva la forza per opporsi.

 

“ La distrazione sul campo di battaglia è un peccato terribile, che va ovviamente punito con la morte …”

Un innocente, ma allo stesso tempo crudele sorriso si allargò sul volto di Daezel, mentre il ragazzino aveva iniziato a camminare verso la creatura fatta di oscurità.

 

A differenza di tutti gli altri Bravi, la sua divisa era bianca, anziché nera, con un mantello lungo fino alle ginocchia ed il collo del giubbotto più alto, il quale lo copriva fino al mento.

Daezel si accostò alla creatura da lui evocata, appoggiandosi al suo corpo come se fosse un muretto, e rimase a braccia conserte, sorridendo ad occhi chiusi.

“ Tra l’altro, ‘distrazione’ somiglia tanto a ‘distruzione’, no ?”

Quell’ultima, irritante battuta fu l’ultima cosa che la Guardiana della Nebbia sentì, prima di perdere i sensi.

 

 

Intanto, a pochi metri di distanza, Duncan si era chinato sul corpo immobile di Daft Punk, la corazza di Kiiro.

Rimanendo impassibile, insoddisfatto, il ragazzo sussurrò, sperando che il nemico potesse sentirlo.

“ Dopo di te, arriverà il piatto forte con la mia prossima preda, quella femminuccia del vostro capo… morirete tutti nelle sofferenze più atroci per esservi opposti a Xian.”

 

Nemmeno un tremito provenne dal robot, così Duncan senza alcuna esitazione spalancò la sua bocca, per poi serrare i denti in un morso sulla gola del suo avversario.

Con un’impressionante forza di mascella, strappò come nulla il metallo, facendo schizzare dal buco creato un liquido giallo fosforescente.

 

In quel momento Kiiro si mosse, forse per il dolore o forse per voler sfruttare un’apertura del nemico.

Si girò sul fianco sinistro, sferrando allo stesso tempo una gomitata sul pavimento sottostante. Il colpo gli permise di sollevarsi da terra nonostante fosse disteso, ed un suo pugno destro venne assecondato da quel movimento ascendente.

 

Nonostante la mossa imprevedibile, e realizzata in un lasso di tempo brevissimo, l’assassino del Sole riuscì ad evitarla saltando all’indietro, senza nemmeno che il pugno si avvicinasse a sé.

- Cosa ?!- sussultò Kiiro, mentre cercava di rimettersi in piedi il più velocemente possibile.

Nonostante il dimezzamento della sua velocità, rimaneva comunque capace di superare la barriera del suono di cinque volte.

 

In quel momento avvertì una massa di energia schiacciargli il torace, e quando abbassò lo sguardo vide distintamente il ginocchio di Duncan perforare anche il busto della sua armatura.

Kiiro venne immediatamente scaraventato all’indietro in un’esplosione di pressione, ed il suo volo venne arrestato soltanto quando distrusse una pila di pilastri di cemento accatastati.

 

Quando finalmente si fermò, poté distintamente comprendere di essere stato colpito. Il che era strano, dato che la sua velocità di concepimento non poteva essere stata più lenta del colpo che gli era stato inferto.

Avvertì un movimento alle sue spalle, quasi del tutto impercettibile, e riuscì a voltarsi.

Purtroppo, la velocità che impiegò per sollevare le braccia in difesa non fu necessaria. L’immagine di Duncan, in procinto di colpirlo con un doppio calcio dopo aver saltato, gli rimase impressa nella mente.

 

Per la seconda volta il corpo di Kiiro schizzò via, rilasciando come la coda di una cometa, frammenti di pezzi della sua armatura.

Questa volta l’impatto avvenne sul suolo, in prossimità del luogo dove si trovava prima.

 

L’assassino del Sole apparve sopra il suo corpo, accompagnato da un rombo di tuono che non era altro se non l’aria che aveva trascinato con sé spostandosi ad altissima velocità.

La pelle di Duncan, dalle braccia e dal collo , ora emanava un sottile fumo in alcuni punti che sembravano incandescenti come tizzoni. Ma il ragazzo sembrò non averci fatto caso, e sorridendo iniziò ad inclinare la testa a destra e a sinistra, sgranchendosi i muscoli del collo.

“ Non mi era mai capitato, davvero …”

 

Mentre parlava, il biondo osservava divertito Kiiro, o almeno quello che ora restava di lui.

Senza più l’armatura dei Daft Punk, la macchina assassina sembrava essere soltanto composto da una melma gialla e fosforescente completamente molliccia, se non in alcuni punti dove prendeva la forma di muscoli del corpo umano. Un volto, privo di lineamenti, spuntava da quella poltiglia, e dal modo in cui il corpo si gonfiava e sgonfiava sembrava star respirando affannosamente.

 

“ Quando mordo qualcuno e divoro le sue cellule, posso assorbire per circa mezz’ora le capacità della mia vittima. Però… questa velocità, mi sta facendo sentire un dio. È stupendo, quasi odio il fatto che non potrò più averla.”

Facendo spallucce, il biondo sorrise per l’ultima volta al suo avversario, prima di poggiare tutto il suo peso sulla gamba sinistra, mentre sollevava all’indietro e verso l’alto quella destra.

 

“ Bye bye !”

 

Un’ombra oscurò la luce diretta sopra Kiiro, il quale poté soltanto provare a vedere cosa stesse accadendo, seppur senza la sua maschera fosse molto più difficile.

Non riuscì a realizzare a pieno cosa fosse successo, come del resto persino Duncan.

 

L’assassino dei Bravi aveva sferrato il suo calcio alla velocità originale di Kiiro, ossia di match 10, ma la sua gamba si era scontrata contro un ostacolo.

Proprio le ossa del suddetto arto, nel momento dello scontro, si erano incrinate come una vetrina colpita da un mattone.

Il biondo, non essendo abituato a quella velocità, percepì il dolore con molto ritardo, ma quando arrivò al suo cervello…

 

“ U-U-UUUGHYAAAAAAAAAAH !!”

 

Daezel Tortora, dalla distanza assistette alla scena, e stupito provò a cercare il motivo di quella improvvisa comparsa, frapposta tra il suo compagno ed il Guardiano di Tengoku.

- Non può essere la ragazza! Lei è …-

 

Voltandosi, il ragazzino constatò che la ragazza di cui stava parlando effettivamente era davanti a sé, ma senza più la creatura di ombra che aveva evocato.

 

“ N-n-non è possibile! Io ti avevo fatto trafiggere…”

“ Trafiggere dalla tua illusione, giusto ?”

Momoka Reader, senza nemmeno una goccia di sangue nel foro sul suo corpo, misteriosamente anch’esso scomparso, si chinò mettendosi le mani sulle ginocchia, per arrivare all’altezza di Daezel.

“ Sei un po’ troppo infantile per la tua età se credi che mostri del genere possano esistere. Direi che ti sei fatto un po’ troppo influenzare dalla tua stessa illusione.” Sorrise in maniera adorabile la castana, facendo di rimando far rabbrividire il ragazzino.

 

“ Cosa vuoi fare, b-brutta p-putta…”

“ Non dovresti dire le parolacce, sai ?”

 

Sopra la testa dell’assassino della Nebbia si materializzò una scritta, composta da lettere e numeri in color blu scuro.

LIFE POINTS: 2000

 

- Che vuol dire ?!- si domandò, non sopportando l’idea di star venendo messo sotto pressione dal suo bersaglio.

Improvvisamente un suono metallico ma ritmato, come di passi che si avvicinavano, lo sorprese.

 

Con la coda nell’occhio poté notare la creatura che prima aveva difeso Kiiro, avvicinarsi sempre di più verso la sua direzione.

Sembrava a tutti gli effetti un robot, alto all’incirca un metro e mezzo, con gli arti ed il corpo robusti. Non aveva angoli spigolosi, aveva pressoché una forma molto arrotondata.

Era di color blu scuro, però con delle linee argentate e, cosa più strana, al posto del viso possedeva uno schermo verde con sopra presenti delle lettere nere.

 

Mentre lo strano robot si avvicinava, delle scritte simili a quelle sopra la testa del ragazzino apparvero.

NOKIA 3310 -ATK: 1800 DEF:2100

 

“ Spaventato? Oltre ad avere un buon attacco, Nokia 3310 una volta per turno può diventare invulnerabile ad un attacco diretto …”

La voce rilassata di Momoka mentre si allontanava dando le spalle a Daezel, non impedì al ragazzino di andare nel panico.

Mentre la strana creatura evocata dalla ragazza si avvicinava, il giovane assassino tentò di scappare.

 

Non ci riuscì. O almeno non subito, dato che solo dopo dieci secondi riuscì a muovere un passo in avanti, ma in quel frangente di tempo per lui era come se fosse stata un’azione normalissima.

Nel momento in cui vide chiaramente Nokia3310 a pochissimi metri da lui, Daezel si accorse di ciò che stava succedendo.

 

“ Non puoi scappare ora che hai attivato la mia Illusione Trappola !”

Sogghignò Momoka, ormai allontanata a sufficienza per non rimanere coinvolta nello scontro.

Quello a cui si stava riferendo, stavolta non era un robot, ma uno strano aggeggio ai piedi del ragazzino.

 

Dalla forma di una scatola non molto alta, larga e con la presenza di buchi per l’inserimento di cavi elettrici.

Era di colore nero, ma su suo bordo frontale troneggiava una scritta bianca in caratteri cubitali, la stessa riportata dalle lettere blu apparse all’improvviso.

 

[TRAPPOLA] MESSAGE MODEM 56K

 

“ Il mio Modem 56K rallenterà sensibilmente ogni tua singola azione, e non potrai evitare il prossimo attacco !”

Le profetiche parole della Guardiana della Nebbia vennero accompagnate dal suono di Nokia3310 che saltava in aria.

- Io… non mi arrenderò mai più !-

 

“ NO! Ti prego, non farlo !!” strillò Daezel, ridotto ad una maschera di sudore e lacrime, a causa del terrore di quella enorme massa di metallo indistruttibile che precipitava su di lui.

 

 

Questa volta non ebbe fortuna, e l’impatto dell’evocazione sul terreno sollevò un’imponente nuvola di polvere. L’intera area vibrò, per circa un secondo o due, prima di smettere.

Lentamente Modem 56K si dissolse, così come Nokia3310, ritornando ad essere semplicissime illusioni.

 

Momoka rimase immobile, nel silenzio che aveva seguito l’impatto.

A testa bassa, fissava lo schermo del suo Cellulare Posseduto.

- Evocare delle Illusioni per combattere è una cosa che non mi è mai stata insegnata dalla Maestra Viper, ma… hanno consumato ciascuna il 24% della batteria.-

Sul display, ormai con la luminosità ridotta, apparve il messaggio che indicava l’urgenza di ricaricare la batteria, ormai ridotta al 2%.

 

- Sarà difficile aiutare ancora gli altri senza poter evocare illusioni, ma dovrò continuare a combattere.-

Sollevando lo sguardo, sugli occhi della castana si riflesse l’istante in cui vedere il sorriso di Kevin, il giorno prima, le aveva riempito il cuore di speranza.

- Se potrò aiutare anche lui a ritrovare sua sorella, non posso arrendermi adesso !-

 

 

Se la Guardiana della Nebbia avesse alzato la testa molto prima, e si fosse anche voltata, avrebbe potuto anche accorgersi di un importante dettaglio.

 

 

Una figura dalla mole gigantesca emerse dalla polvere sollevata, venendo illuminata dalle bianche luci dei lampioni nel cantiere.

Sembrava essere un gigante, alto tre metri e con il corpo umanoide dotato di muscoli possenti e scultorei.

 

La sua pelle era nera come la pece, e sul suo torso nudo appariva un simbolo, un tatuaggio color cremisi, a forma di zampa di volatile.

Il volto era adulto, ma per il taglio sottile degli occhi ricordava quello di Daezel. I capelli erano solo composti da un ciuffo color fucsia, il quale ricadeva all’ingiù, fino al petto e nascondendo l’occhio destro.

 

 

Daezel Tortora, così come Superbi Kravis e Xian, era figlio di un mafioso.

Come bambino sarebbe potuto essere normale, se non fosse stato che l’ambiente corrotto e malato della sua famiglia, composta da individui che uccidevano e torturavano per soldi, non lo avesse convinto che il potere si potesse ottenere solo incutendo terrore.

Aveva trascorso la sua pre-adolescenza minacciando e ricattando cittadini innocenti ogni qual volta uscisse dalla sua villa, spesso compiendo atti di violenza ed appropriandosi di ogni cosa gli interessasse.

 

Credeva di essere la persona più spaventosa del mondo, fino a quando non incontrò, in una sera d’inverno in giro per le strade, Xian.

Volle provare a derubarla, ma quando lei uccise in un istante tutte le sue guardie del corpo, lasciando solo lui in vita ma ricoperto del sangue dei suoi uomini, provò per la prima volta in vita sua il vero terrore.

Da quella fatidica notte ha giurato di seguirla e rispettarla, favorendo così anche un’amicizia tra la sua Famiglia ed i Bravi, che lo portò ad entrare, seppur ad una giovane età, nei Bravi.

 

Siccome volle da subito diventare forte come gli altri subordinati che Xian già possedeva, ottenne il permesso di studiare autonomamente i segreti dell’illusionismo. Il suo studio senza controllo di un maestro lo ha portato ad apprendere tecniche incredibili quanto proibite e mortali dell’esoterismo.

 

 

“ Questa è la mia ultima tecnica: Pretty Little Psycho …” Dalla bocca di ciò che era diventato l’assassino dei Bravi, fuoriuscì un vapore ad altissima temperatura.

 

Sentendo quella voce cavernosa e rauca, Momoka Reader si voltò prima che potesse, seppur la stanchezza l’avesse indebolita.

 

Quando si ritrovò di fronte quel colosso, non ebbe nemmeno il tempo di urlare, pietrificata dalla paura com’era, che il braccio del mostro la raggiunse in un istante.

 

Sangue e frammenti di vestiti si sollevarono nell’aria, mentre il corpo della ragazza rotolava sulla terra, lasciando che le ferite su tutto il suo corpo macchiassero il grigio asfalto di rosso.

 

- …no .- La castana provò a sollevare un braccio, ma ogni singolo muscolo le doleva, così come le sue costole rotte e probabilmente anche le ossa delle gambe, spezzate nella caduta.

Un lago di sangue si stava allargando sotto di lei.

 

Quando i passi di Daezel si fecero vicini, il silenzio regnava padrone. Il colosso si avvicinò a quel corpo morente ed immobile, e si chinò.

Ciò che ne raccolse, fu il Cellulare Posseduto, di colore nero ed indaco, ora riempito di graffi e sporcature persino sul display.

 

 

“ Scarico, eh ?” Disse soltanto la creatura, squadrando nella sua mano gigante il catalizzatore di illusioni più potente che avesse mai visto. Infine lo strinse nel suo pugno, con estrema cautela per non romperlo.

“ Ma se ho ben capito, mi basterebbe fare così …” Improvvisamente il suo corpo iniziò ad emanare da ogni poro della sua pelle fiamme di color indaco.

Quando la Fiamma della Nebbia si concentrò nel pugno serrato, un’impressionante luce gli costrinse ad aprire il palmo, a causa anche di una strana energia.

 

“ Eccezionale! È di nuovo carico, l’ho ricaricato grazie alla mie Fiamma !” Esclamò Daezel, scoppiando a ridere istericamente, sentendosi inebriato dal potere che avrebbe avuto in quel momento, con la sua potente abilità da illusionista unita ad un potente catalizzatore di Fiamme della Nebbia.  

 

“ Hai qualcosa da dire adesso, eh?! No? Bhe, è normale… visto che sei stecchita !” Ghignando con le sue zanne animalesche si chinò fino a raggiungere il cadavere di Momoka.

 

Non soddisfatto della sua malvagità, ne afferrò la testa tra il dito indice ed il pollice della mano libera, e applicando una minima pressione, la schiacciò come fosse stata un acino d’uva.

 

 

“ Non… ho… PIÙ… RIVALI! WAHAHAHAHAHAHA !!” Ululando al cielo notturno la sua rinascita come più forte illusionista del mondo, Daezel Tortora si premette la mano insanguinata sul volto, continuando incessantemente a ridere.

 

In quel momento, sul display del Cellulare Posseduto apparve una notifica.

“Batteria sufficiente per inizializzare il download”

 

 

Il tempo si fermò, letteralmente, quando una misteriosa luce bianca ed azzurra illuminò il cielo a giorno.

Ogni cosa parve diventare di ghiaccio, quando le nuvole si aprirono, lasciando che una pressione si avvicinasse alla terra, facendo tremare l’aria e l’intero pianeta.

 

Qualcosa posò un piede per terra, circondato dall’intero mondo immerso nel silenzio.

 

Momoka Reader si rimise in piedi, come risvegliata dal suo arrivo. Il suo cranio era intatto, così come non c’erano segni di ferite sul suo corpo.

 

Rifilò al nuovo arrivato uno sguardo indispettito, ed incrociando le braccia al petto disse:

“ Ce ne hai messo ad arrivare.”

 

“ Guarda… è già tanto che io sia qui. Sai che è contro le regole ?” il misterioso individuo sembrò essere sulle spine, ma ugualmente parve tollerante nei confronti della ragazza.

“ Lo so, lo so …” gli rispose la castana, come se lo stesse prendendo in giro. Infine però sorrise, facendo spallucce.

“ Però io ho rischiato la vita per farti arrivare. Insomma, dovevo per forza far ricaricare il Cellulare Posseduto a quello lì, altrimenti il download d’emergenza non sarebbe mai partito.” Momoka rifilò un’occhiata supplicante all’altro, che sospirò profondamente.

 

“ Va beeeeene! Ma sarà l’ultima volta.”

 

La creatura proveniente dal cielo aveva le sembianze di un giovane, più alto della ragazza, e dai capelli corvini corti.

Dei diademi dorati a forma di triangoli allungati verso il basso gli coprivano le orecchie, di fattura simile alla collana in placche d’oro con una gemma verde incastonata che indossava, o ad una cintura ugualmente in placche dorate.

Indossava un abito leggero, bianco, scoperto sui fianchi, mentre sotto la cintura dei pantaloni larghi, coperti in parte da una stola azzurra lungo la vita. Calzava dei sandali, e diversi anelli adornavano le sue dita.

 

“ Quindi, perché sono qui ?” Domandò il ragazzo, sedendosi nel nulla a gambe incrociate ed appoggiando il mento tra i palmi.

“ Ma tu lo sai già, no? Sei tipo… il creatore.” Gli rispose, un po’ confusa, Momoka.

 

“ Ah, già.” Disse semplicemente il ragazzo, come se nulla fosse, prima di rimettersi con i piedi per terra.

“ E allora mi conviene sbrigarmi. Sai, ero impegnato con una cosa che inizia per ‘mas’ e finisce per ‘zione’…”

 

“ EH ?!” Esclamò la Guardiana della Nebbia, arrossendo, un istante prima di sparire, assieme all’intero universo.

 

“ Non voglio che si sappia in giro.” Mormorò il creatore, rivolgendosi ai lettori della sua storia.

“ Perché la MASTERizzazione di giochi è illegale !”

E siccome non faceva ridere nessuno, scomparve anch’egli.

 

 

 

 

 

Una figura dalla mole gigantesca emerse dalla polvere sollevata, venendo illuminata dalle bianche luci dei lampioni nel cantiere.

Sembrava essere un gigante, alto tre metri e con il corpo umanoide dotato di muscoli possenti e scultorei.

 

La sua pelle era nera come la pece, e sul suo torso nudo appariva un simbolo, una runa color cremisi, a forma di zampa di volatile.

Il volto era adulto, ma per il taglio sottile degli occhi ricordava quello di Daezel. I capelli erano solo composti da un ciuffo color fucsia, il quale ricadeva all’ingiù, fino al petto e nascondendo l’occhio destro.

 

Una goccia di sangue cadde sulla terra, venendo poi seguita da un fiotto apparentemente senza fine.

La creatura che era diventata Daezel si portò le mani al ventre, stupita, accorgendosi di un enorme foro che gli perforava interamente l’addome.

Lentamente, mentre senza più vita cadeva al suolo, riacquistò la forma umana.

 

Momoka Reader in quel momento cadde al suolo, esausta, ma viva.

Prima di chiudere gli occhi, con il sorriso sul volto, pensò:

- Io credo in te, Kiiro …-

 

 

...

 

 

Intanto, sia Kiiro che Duncan avevano assistito alla morte di Daezel, la quale non era stata presa molto bene dall’assassino biondo dei Bravi.

 

“ Dannazione !” Ringhiò furente il Guardiano del Sole di Xian, sollevandosi sulle braccia, mentre non riusciva ad ignorare il dolore della gamba destra rotta.

 

Della macchina assassina invece rimaneva immobile, rimessa su a sedere, ma con il suo indefinibile volto perso nel vuoto. Pareva quasi una statua di melma gialla, non era neanche più possibile comprendere se stesse respirando o no.

 

“ Per ucciderti… per uccidervi tutti, devo usare il potere che ho assorbito al massimo potenziale !” Esclamò improvvisamente Duncan, senza prestare attenzione alla condizione dell’avversario.

Con uno sforzo incredibile delle braccia si pose in equilibrio sulla sua unica gamba funzionante, e sopportando l’atroce sofferenza, si piegò fino a raggiungere quasi il suolo con il ginocchio.

 

L’istante dopo saltò in avanti a piena velocità, tendendo le braccia in avanti per colpire la sua preda, come un leone in balzo.

Ma un istante prima di riuscire a raggiunge Kiiro, questo trasformandosi completamente in gelatina come aveva fatto circa mezz’ora prima, guizzò fuori dalla sua presa.

 

Il membro dei Bravi per la sorpresa rischiò di cadere per terra, ma penetrando con le dita l’asfalto riuscì a rimanere in equilibrio sulle braccia.

Ruggendo furente osservò il suo nemico, che come un serpente aveva iniziato a strisciare ad alta velocità lontano da lui, senza dire alcuna parola.

 

“ MALEDETTO BASTARDO !” Urlò Duncan, prima di usare i suoi arti superiori per saltare nuovamente in avanti, stavolta atterrando venti metri in avanti in circa un secondo.

Per la seconda volta si avvicinò alla macchina assassina, ma che anch’ella per la seconda volta riuscì a scappargli, strisciando esattamente sopra il suo corpo per cambiare direzione.

 

- Sta approfittando del fatto che io non possa usare le gambe per correre… maledetto! In questo modo abbiamo la stessa velocità !- Realizzò finalmente il biondo, fermandosi per un istante mentre il suo avversario si nascondeva tra le ombre dei silos.

- Sta aspettando che l’effetto della mia abilità finisca, e a quel punto sarà più veloce di me e potrebbe facilmente sconfiggermi. Non posso lasciarglielo fare… o morirei !-

 

La pressione sanguigna prodotta a causa della paura stimolò il suo cervello a pensare, piuttosto che agire inutilmente.

Così, il Guardiano di Xian realizzò un piano malvagio, e di conseguenza sogghignò, soddisfatto del suo genio.

 

“ Bene! Tu continua a scappare, ed io ucciderò la tua amica prima che il mio potere finisca, zehahahaha !” Il suo urlo divertito raggiunse ogni angolo di Porto Marghera, e anche le orecchie di Kiiro, il quale si stava ormai arrampicando lungo una gru, a circa cinquanta metri da Duncan.

 

- Non so se farlo davvero, non mi piace uccidere le donne… però penso proprio che dovrò farlo per stanare quel ratto schifoso.- Il Guardiano dei Bravi, sempre più sotto pressione, era pronto a reagire ad ogni singolo movimento sospetto, mentre si dirigeva saltando verso il corpo inerme di Momoka.

- Da qui dovrei riuscire a percepire un’area molto buona, nel momento in cui si muoverà qualcosa, saprò contrattaccare !-

 

Nel mentre, Kiiro, ancora in forma di melma, aveva raggiunto la sommità della gru. Da lì in cima aveva la visione completa di Venezia e del Ponte della Libertà.

Osservando il ponte sulle acque pensò a Tengoku, perché quella era la destinazione che il ragazzo avrebbe dovuto raggiungere il più presto possibile.

Ancora non si vedevano macchine percorrerlo.

 

Svuotò la mente, e schizzò in avanti, verso lo spiazzo libero dove si trovava Duncan.

Mentre l’aria colpiva il suo fragile corpo invertebrato, più veloce di un proiettile, separò una parte del suo corpo, una goccia di melma gialla che sparò alla sua destra.

 

 

Intanto l’assassino del Sole rizzò le orecchie, e ogni suo muscolo si tese. Più veloce di un fulmine si voltò verso sinistra, ed in un batter d’occhio spappolò una sostanza gialla fosforescente nel suo pugno, scomponendolo in minuscole gocce e rendendola inoffensiva.

 

Il vero corpo di Kiiro, dove era nascosto il suo cervello, proprio in quell’istante raggiunse il ragazzo biondo, centrando con precisione millimetrica il suo orecchio sinistro.

Un fiotto di sangue fuoriuscì dal naso e dalla bocca di Duncan, nel momento in cui il proiettile Kiiro fuoriuscì dall’orecchio destro, avendo dunque trafitto il suo nervo auricolare e parte del cervello.

 

L’assassino cadde disteso sul suolo, morto, mentre il Guardiano del Sole di Tengoku si affrettava a recuperare le sue parti del corpo disperse sul suolo.

 

Quando ebbe finito, dalla melma gialla sorse il volto umano senza lineamenti, che guardando Momoka sana e salva sospirò profondamente.

“ Se non avessi calcolato il rimbalzo di quell’esca, probabilmente lui avrebbe distrutto il mio, di cervello.”

 

 

 

 

 

 

Ore 23:45.

 

Mancavano poco meno di cinque chilometri al Ponte della Libertà, e due ragazzi stavano percorrendo quella strada senza più l’ausilio della macchina.

 

Akane Mizuno imprecò tra i denti stretti, mentre tra le mani impugnava una pistola e correva a testa bassa.

La rabbia e l’ansia alimentavano la sua anima, ma allo stesso tempo la stavano facendo consumare da dentro.

- Perché Akira non sta tornando ?- Era tutto ciò che la corvina potesse pensare in quel momento.

 

Da quando la limousine si era fermata a causa della ruota forata, avevano dovuto percorrere la Strada Regionale a piedi. In teoria sarebbero dovuti arrivare a destinazione per mezzanotte precisa, come voleva Reborn, ma anche il fatto che i restanti membri della loro Squadra non li avessero ancora raggiunti con le jeep era preoccupante.

 

D’altra parte, Tengoku guardava la preoccupazione nel volto dell’amica, e non poté fare a meno di pensare al meglio per i suoi amici.

Avrebbe voluto tentare di confortarla, ma stava trasportando sulle spalle il corpo privo di sensi di Xian, e per mantenere quella velocità di corsa non avrebbe potuto sprecare fiato.

 

In lontananza apparvero dal buio le prime luci del ponte, che si rispecchiavano sulle acque della Laguna di Venezia. Per i due fu come vedere un bagliore di speranza, che servì per sollevarli dalle preoccupazioni.

Avrebbero completato anche l’ultima fase dell’operazione Meet Me In The Woods, e avrebbero finalmente potuto usare Xian per porre fine a quell’inestinguibile focolare di massacri e rivolte.

 

Forse fin troppo distratti dalla luce e dai sogni ad occhi aperti, i giovani si accorsero troppo tardi di un rumore in avvicinamento.

Era un suono incredibilmente forte, come di una catena di ferro trascinata su di un pavimento roccioso.

 

Akane fu la prima a voltarsi, puntando automaticamente la pistola verso ciò che sentiva.

Un istante dopo sgranò gli occhi, e stringendo ancor di più l’arma tra i pugni, urlò:

“ Vai avanti Undicesimo!! Non ti voltare !”

 

Tengoku esitò.

Era stato addestrato da Reborn ad obbedire immediatamente agli ordini, perché anche con un secondo di troppo si sarebbe rischiato di mandare all’aria un’intera missione, ma quella volta, per una frazione di secondo, non volle andarsene.

Aveva paura, una sensazione normalissima nell’essere umano, che non avrebbe fatto altro che crescere se avesse corso da solo senza vedere più la ragazza accanto a sé.

 

Decise di correre, sebbene in quella situazione fosse lui il Capo. Gli venne ancora più naturale, dopotutto Akane era sempre stata la sua guida, la più esperta, colei che non l’aveva mai tradito.

Abbandonando quella tristezza, come aveva detto ad Azura quasi un’ora prima, e si fidò di chi gli era vicino.

Sparì, correndo verso le luci del futuro.

 

Quando Akane sentì i passi del ragazzo allontanarsi,  sparò tre colpi di fila a ciò che la stava raggiungendo.

Non appena i proiettili entrarono in contatto con la gigantesca massa fuoriuscita dalle ombre, si disintegrarono in minuscole scintille di metallo fuso.

Dopo di che, il gigantesco corpo corazzato di LUC1F3R0 si mostrò alla luce, rivelando sotto i suoi stivali di ferro dei piccoli cingoli, simili a quelli di un carro armato, che gli avevano permesso di raggiungere i due nemici.

 

Quando il mostruoso membro della squadra Bravi arrestò la corsa, si poté notare distintamente che la sua armatura, nei punti dove era entrata in contatto con i proiettili, era diventata color rosso vivido.

Ma in una manciata di secondi quelle zone erano ritornate dello stesso colore del resto della corazza, emettendo soltanto degli sbuffi di fumo.

 

“ Tu… io ti ho già vista prima, vero ?”

Una voce distorta provenne dall’interno della maschera bianca coperta dal cappuccio nero, un istante prima che su quell’elmo si schiantasse un’altra raffica di proiettili.

“ Bastardo !!”

Akane fu su di lui in un lampo, balzando su quel corpo gigantesco, in preda ad una furia impressionante.

 

Gli occhi della Guardiana della Tempesta erano iniettati di sangue, come dei pozzi d’odio, odio e nient’altro che odio.

Il modo in cui stringeva le sue armi, talmente tanto da far sporgere le sagome delle vene dalla pelle, con i capelli selvaggi nell’aria notturna, gelida ma infiammata da quell’urlo che aveva saputo produrre.

 

La pistola che impugnava nella mano destra iniziò a vibrare, emettendo scintille di fiamme rosse, come se fosse sul punto di esplodere. E così fece, in un modo o nell’altro, dissolvendosi per un brevissimo tempo in luce scarlatta, prima di prendere la forma, sempre nella mano della ragazza, di un coltello militare.

 

La lama fendette l’armatura di LUC1F3R0 all’altezza del collo, non producendo nessun effetto, visto che nel momento del contatto la corazza divenne incandescente, al punto da respingere il colpo grazie alla vibrazione molecolare.

L’assassino corazzato tentò di spazzare via la ragazza, ancora a mezz’aria, con un ampio movimento del braccio, come si tenta di fare per scacciare i moscerini.

 

Ma, la ex-killer della Famiglia Vongola era tutt’altro che un insetto impertinente, e sfruttò, senza alcuna esitazione, quell’arto in avvicinamento come piattaforma di slancio per entrare in pieno contatto ravvicinato con l’avversario.

La creatura ricoperta di acciaio si ritrovò sorpresa nel vedere la ragazza poggiare entrambe le gambe sul suo busto, mentre lui per istinto aveva inarcato la schiena all’indietro.

 

Akane rimase completamente in equilibrio su quel corpo, nonostante le suole delle sue scarpe avessero iniziato a fumare per via dell’incandescenza del metallo. Senza esitare, si chinò in avanti, affondando una quantità indefinibile di colpi sulla maschera del suo avversario, senza mai fermarsi e privandolo di ogni respiro fino alla fine.

 

Quando LUC1F3R0 non percepì più la presenza della ragazza sopra si sé, la maschera era diventata incandescente, e per questo non possedeva una visione ben definita.

All’improvvisò però, avvertì un peso sulla sua schiena, e l’istante dopo avvertì la lama del coltello penetrare completamente nella sua armatura, ed affondare nella carne della spalla.

“ Deepest Cut !”

La Guardiana della Tempesta, aggrappata  con la sola mano sinistra al cappuccio del suo avversario, in completo silenzio lo aveva aggirato, per conficcargli un coltello nella schiena.

Se l’armatura non avesse impedito alla lama di sprofondare più in profondità, probabilmente il taglio si sarebbe aperto su tutto il pettorale destro, giungendo al cuore.

 

Il suo sguardo, diretto verso il volto mascherato del nemico, sembrava gustarsi quello stupore, quel senso di impotenza mentre si viene feriti senza sapere il perché, rischiando di perdere tutto in un istante.

 

 

“ Adesso mi risponderai a delle semplicissime domande: se dici o pensi qualcosa che non mi vada bene, scioglierò questo coltello, trasformandolo in un fiotto di metallo fuso che inizierà a circolarti nel sangue. Se hai compreso, volta la testa lontana da me.”

Con voce glaciale, la corvina aveva applicato una leggera pressione del polso verso il basso, sottolineando la sua serietà.

 

“ Già… Akane Mizuno. Tu eri l’allieva di Korvo, vero ?”

LUC1F3R0, piuttosto che ubbidire, si era voltato per guardare direttamente Akane, la quale era allibita al suono delle parole appena pronunciate.

 

“ Preparati a morire allora, bastardo !” Ruggì la ragazza, digrignando i denti e stringendo l’impugnatura sempre più forte, preparandosi ad affondare ancor di più la lama nel corpo del suo avversario.

“ No, no, no… non è così che funziona un interrogatorio.”

 

Inizialmente la corvina pensò che il tono provocatorio del membro dei Bravi fosse solo un tentativo di distrarla, ma improvvisamente si rese conto che al suono di quelle parole, qualcosa era successo.

Inizialmente avvertì un movimento alle sue spalle, poi una luce rossa, e quando infine si voltò, vide cinque piccoli missili composti di Fiamme della Tempesta dirigersi verso di lei.

 

La prima reazione fu di saltare via, ma i due esplosivi si erano avvicinati sensibilmente al suo corpo, e nel momento in cui aveva usato la spinta delle gambe per evitarli, questi erano già entrati in collisione con lei.

Esplosero simultaneamente, rilasciando delle Fiamme concentrate al loro interno, che coinvolsero la parte inferiore del corpo di Akane. La ragazza urlò dal dolore, ma era troppo tardi ormai, così non poté far altro che atterrare inerme a terra.

 

Le sue gambe erano ridotte a dei pezzi di carne sanguinanti, e si accorse ben presto di essere paralizzata dall’addome in giù, incapace persino di muovere gli arti inferiori.

Tutto ciò che provava era un dolore atroce, che ben presto la costrinse a stringere furiosamente il terreno tra i suoi pugni, mentre distesa con la schiena rivolta al cielo, non si sarebbe più potuta rialzare.

 

I passi pesanti prodotti dagli stivali di LUC1F3R0, per la prima volta procurarono una sensazione misteriosa nella mora. Un qualcosa che non provava da tempo.

- Paura !?- domandò Akane al suo stesso corpo, che aveva iniziato a tremare al suono del metallo sempre più vicino.

 

- Non posso aver paura… ora! Devo… devo raggiungere l’Undicesimo, non posso fallire !- Ma le sue mani tremanti tradivano il tentativo di indursi coraggio, e quando l’ombra dell’assassino dei Bravi l’avvolse, non sapeva ancora come reagire per ribaltare la situazione.

- Se mi attaccasse adesso, è molto probabile che morirei. Devo, in qualche modo, distrarlo mentre comprendo cosa sia stato l’attacco che mi ha ridotto così !- Il piano della corvina era rischioso, non conoscendo bene il suo avversario, ma in nome di tutte le prossime che aveva fatto, decise di dare tutta se stessa.

 

“ Tieni così tanto a salvare il tuo Boss, a costo di metterti contro tutti i Vongola? Lo sai chi ti aspetta a Venezia ?” Trattenendo il dolore all’interno della sua mente, sperando che non svenisse per lo sforzo, Akane sorprese il nemico, sfidandolo con un’occhiata provocatoria.

Nonostante le sue condizioni, il sorriso pieno di sé che mostrò riuscì per un istante a far breccia nella sicurezza di LUC1F3R0, il quale fu visibilmente sorpreso.

 

“ No, non tengo per niente a Xian… ed in più so solo che a Venezia mi aspetta il Padrone.”

L’assassino si fermò a qualche metro dal corpo disteso della ragazza, fissandola immobile dalla sua maschera inespressiva.

 

Si accorse troppo tardi di aver involontariamente rivelato un informazione importante alla nemica, che da quel momento lo stava guardando interrogativa, ovviamente sorpresa dalla sua prima affermazione.

Così, facendo finta di non aver combinato nulla che non avrebbe dovuto, continuò a parlare senza interrompersi.

“ Penso che se tu, che tra poco diverrai nient’altro che un cadavere, venga a sapere di questa cosa non succederà proprio un bel niente. In breve, apri bene le orecchie… io sono il secondogenito di Xanxus, il fratello di quella stronza !”

 

Un’improvvisa pressione iniziò ad emanarsi dal corpo di LUC1F3R0, mentre la corvina spalancava gli occhi, allibita da quell’informazione.

“ Ho dovuto sopportare tutto questo… un anno con questa maschera e quest’armatura per non farmi scoprire, mentre quella incapace comanda il teatrino degli assassini al servizio del Padrone! Non sa nemmeno che senza i Varia e nostro padre non l’avrebbero nemmeno presa in considerazione… inutile, squallida, pezzente …”

 

Ad ogni parola, sembrava quasi che un pezzo della corazza si stesse togliendo, rivelando un mostro, all’interno di un gruppo di mostri, che dimostrava di covare solo rancore ed odio dentro di sé.

“ Ma quando morirà… oh, quando morirà! Nostro padre farà diventare me, Riccardo II, successore al titolo di Boss dei Varia! E tutti quegli stupidi mocciosi raccattati dalle fogne del mondo spariranno dalla mia vista, sono stanco di questi Bravi e delle loro azioni da adolescenti nella fase di ribellione e post-pubertà.”

 

Intanto che Riccardo andava avanti con il suo lungo monologo, Akane aveva imparato a distogliere l’attenzione dalla rivelazione iniziale, e a pensare ad una strategia vincente.

Eppure, c’era ancora qualcosa che voleva scoprire.

 

“ Il Padrone sarebbe Sebastian, il Boss degli Anonimato ?” Domandò infine, facendo interrompere l’avversario di colpo, come se una scossa lo avesse attraversato dalla testa ai piedi.

 

L’assassino della Tempesta puntò nuovamente il suo sguardo distante su di lei, rimanendo immobile come una statua.

“ Sì.” Disse soltanto, senza aggiungere altro se non uno sbuffo di vapore da sotto la maschera.

 

Dopo quell’interruzione la tensione crebbe, segno che si era decisamente alterato, e la situazione cadeva solo a svantaggio della ragazza, ancora dolorante ed inferma per terra.

L’armatura parlante riprese nuovamente la parola, e questa volta non fu per cominciare un monologo.

“ Adesso lo faccio io l’interrogatorio, e tu hai una sola regola: dirmi la verità entro cinque secondi, oppure morirai.”

 

Akane strinse i pugni fino a far schioccare le nocche delle dita, e chinando la testa verso il suolo serrò i denti, in segno di resistenza.

“ Prima hai detto di sapere che qualcuno ci aspetta a Venezia: chi è ?”

 

I secondi avevano iniziato a scorrere, e la mente dell’assassina a metabolizzare.

- Sono stata allenata per anni a resistere ad interrogatori sotto torture… ma questo qui vuole solo uccidere chi non gli dia la risposta, tanto dopo di me potrebbe rintracciare in un lampo tutti gli altri della Squadra. E per questo non posso morire, devo fermarlo, o comunque prendere tempo fino a che l’Undicesimo non raggiungerà Reborn. A quel momento verranno in mio soccorso, e sarò salva !-

 

Non passarono più di due secondi, che le labbra sigillate della corvina si aprirono.

“ Degli assassini speciali provenienti da varie parti del mondo, incaricati di fermarvi nel caso raggiungiate Venezia.”

- Perfetto, adesso vorrà sapere le loro posizioni, ed io cercherò di impiegare più tempo possibile nel dirle !-

Pensò infine, dopo aver ideato una bugia non molto dissimile dalla verità, se non fosse stato che l’assassino in questione era uno solo, ed in più il più letale del mondo.

 

Nuovamente però, Akane avvertì una luce rossa provenire da sopra di lei, nella direzione in cui era rivolta la sua schiena. Fu troppo tardi quando riconobbe i missili fiammeggianti, e l’esplosione la investì in pieno.

 

“ Falso… falso, falso… FALSO !” urlò Riccardo, prima di scoppiare in una risata sadica, osservando il fumo sollevato da terra disperdersi nell’aria.

 

Questa volta l’assassina non era riuscita a sottrarsi all’attacco, e la sua schiena, lasciata nuda per via di un grosso buco nella parte posteriore della divisa, rivelava la pelle ustionata e sanguinante.

La ragazza aveva gli occhi spalancati, così come la bocca, dove però un urlo le stava morendo, non riuscendo ad urlare per il dolore.

 

“ Il falso, davanti  ai miei missili Birds and the Worms, viene eliminato seduta stante! Su, coraggio… prova a ritardare la risposta di cinque secondi da quanti ti pongo la domanda, oppure a mentirmi. Il mio potere lentamente ti ucciderà, annegandoti nel tuo stesso sangue !”

La risata malata del figlio di Xanxus era macchiata dal piacere perverso di osservare la giovane tremare per gli spasmi, mentre lui era l’unico a detenere il controllo della sua vita.

- In realtà esiste anche un’altra versione, usata per eliminare persone scomode per il Padrone, come Platino, grazie alla quale i missili attaccano chiunque riveli un’informazione che io non accetto. Adesso però, non mi servirà, perché anche non mi importa se lei dica il vero o il falso… in entrambi i casi morirà quando mi sarò annoiato !-

 

“ Cosa ne farete di Xian, una volta portata a Venezia ?” Insistette allora, divertito da quel suo gioco.

Niente.

Akane non rispose più, si limitò a tremare, anche se dalla sua voce sembrava star provenire un flebile suono.

 

- Non mi dire che ha già perso la voce …- pensò Riccardo, annoiato e disgustato da quella scena, che nonostante tutto lo stava privando del suo divertimento principale.

Osservò con calma un altro plotone di missili abbattersi sull’inerme assassina, coprendola nuovamente di Fiamme della Tempesta, fumo e cenere.

 

“ Ti ho distrutto le corde vocali attraverso la schiena, per caso ?” Domandò provocatorio il killer spietato, piegandosi in avanti, sulla sagoma bruciata davanti a sé.

“ No. Stavo solo risparmiando la voce …” vomitando sangue ai piedi di Riccardo, Akane sollevò la testa da terra, riprendendosi da uno stato di morte apparente. Il suo volto era bagnato dal suo stesso sangue, che scivolando lungo gli zigomi tracciava delle linee perfette.

 

Il figlio di Xanxus si rispecchiò negli occhi azzurri della corvina, e fu intimorito dal trovarli estremamente pericolosi, in grado di rispecchiare i sentimenti di un predatore nel momento in cui sta per uccidere la preda.

“ Conosco Xanxus da numerosi anni, anzi, si può dire che sia stato lui il mio primo padre naturale, dopo che venni adottata dai Vongola. Non mi ha mai parlato né di te né di Xian, ed in più ha sempre avuto un forte rispetto di Korvo, il mio maestro. Penso di conoscerlo abbastanza bene, ma adesso tu, dimmi… sai con certezza che tuo padre sia ancora vivo ?”

 

Quegli occhi avevano parlato, assieme alla bocca sporca di sangue di Akane Mizuno, e stranamente fu solo Riccardo ad essere in difficoltà.

 

Il tempo per l’assassino perse ogni punto di riferimento, catturato com’era da… quegli… occhi, che sembravano sapere e non sapere cose che lui non sapeva, come se potessero svelargli ogni suo dubbio.

Ed era completamente posseduto dalla paura istigata nel suo corpo dallo sguardo di leonessa conficcato nel cuore.

 

“ Sì.”

Erano passati quattro secondi da quando la domanda di Akane era stata posta, e i cinque missili Birds and the Worms si mossero.

Questa volta però assunsero una rotta diversa, e superarono la ragazza distesa per terra, puntando verso il corpo corazzato del figlio di Xanxus.

 

Solo in quel momento il tempo si bloccò.

Riccardo aveva il più vicino dei missili a cinque centimetri dal suo occhio destro.

- COME HA FATTO ?!-

 

L’esplosione simultanea di Fiamme della Tempesta concentrare immolò l’assassino come una pira, e ben presto la sua armatura divenne completamente incandescente, mentre lui urlava di dolore ardendo vivo nella sua stessa difesa.

 

“ A quanto pare tu non puoi scegliere una vittima precisa sul quale lanciare i tuoi missili, ma semplicemente li evochi a distanza ridotta da dove ti trovi, e successivamente loro colpiranno chiunque non risponda correttamente alla domanda di qualcuno. L’ho notato dal fatto che quando inizialmente fui io a porgerti delle domande, tu rispondesti immediatamente, in maniera troppo corretta per un assassino in una missione ad alta sicurezza.”

Le parole di Akane non poterono raggiunsero il suo avversario, ma ugualmente l’assassina proseguì, impugnando mentre era ancora distesa per terra, una Walther PPQ dal calcio in argento.

 

“ Intanto… bisogna battere il ferro finché è caldo, no ?!” Ed urlando tutta la sua rabbia repressa per il successo della sua battaglia, la ragazza, facendo appello a tutte le sue forze sparò esattamente al centro della testa di Riccardo.

 

L’armatura dell’assassino avrebbe disintegrato il proiettile senza problemi, ma l’unico problema era che l’esplosione dei missili avessero reso il ferro molto molle, al punto che la pallottola penetrò senza ostacoli.

 

Molteplici spruzzi di sangue fuoriuscirono dai buchi per la respirazione della maschera, quando il figlio di Xanxus morì sul colpo, terminando le sue sofferenze in un battito di ciglia.

Il suo cadavere cadde al suolo, mentre ancora l’armatura si stava sciogliendo su di lui, rendendo il corpo nient’altro che una carcassa fumante, simile ad un falò nel buio.

 

Akane cercò disperatamente di rimettersi in piedi, ma con rabbia constatò che le sue gambe erano ormai inutilizzabili, per questo riuscì solo a sollevarsi puntando i gomiti per terra.

- Dovrò aspettare che qualcuno mi trovi… ma potrei anche mandare una frequenza agli altri. L’unica cosa che spero è che l’Undicesimo non abbia trovato altri ostacoli …-

 

 

Una lacrima cadde al suolo, nel silenzio della notte.

“ Xanxus …”

 

 

Dei passi veloci, ma appesantiti, percorrevano la strada in cemento del Ponte della Libertà.

Tengoku era circondato dalle luci che non avrebbe mai pensato di raggiungere, e nonostante tutto, non era per niente rassicurato.

La notte era fredda, silenziosa, non si sentivano più i suoni delle battaglie, solo una Venezia addormentata davanti a lui, e alle spalle un buio infinito.

 

Ogni cosa sarebbe potuta esser accaduta, ma lui non poteva saperlo, perché l’unica cosa che doveva fare era correre.

 

 

 

Mare… sul mare… città sul…

Xian?... Non…

TENGOKU!

 

Per un secondo il ragazzo giurò di aver sentito Xian, sulla sua schiena, pronunciare il suo nome, ma allo stesso tempo quella voce provenne dagli antri più nascosti della sua memoria.

A causa di quella violenta scarica di parole, perse l’equilibrio, e cadde rovinosamente di faccia a terra, raschiandosi il naso.

 

Non avrebbe potuto mettere le mani in avanti, altrimenti insieme a lui anche la ragazza che trasportava sulla schiena sarebbe caduta malamente. In quel momento, Xian, forse per aver accusato della caduta mentre era stesa sul corpo immobile di Tengoku, si rigirò nel sonno.

Lentamente scivolò a terra, con il suo volto pallido rivolto verso il cielo stellato. Il gilet di pelle si spostò, rivelando la scollatura al di sopra del corpetto in pizzo nero.

 

Il bruno sussultò a quella visione.

Delle cicatrici molto profonde ricoprivano la pelle chiarissima della ragazza, deturpando la bellezza di un corpo quasi perfetto.

Le ferite scendevano fin sotto il seno, a partire dalla base della nuca, allargandosi come la foce di un fiume.

 

- Che cosa deve aver passato per procurarsele ?- Si domandò lui, anche se per un momento fu convinto, per qualche ignoto motivo, di conoscere la risposta.

 

Xian aprì gli occhi, vedendo la volta celeste e, sopra di sé, il volto di Tengoku, afflitto da una cupa tristezza.

- È… proprio lui ?- realizzò la ragazza, incantata da quella visione, in quel preciso istante dove il mondo si sarebbe potuto fermare.

 


“ TU! BOSS INDEGNO !!”

Con un calcio infuso di Fiamme dell’Ira, il Boss dei Bravi colpì in pieno lo stomaco di Tengoku, cogliendolo di sorpresa.

Sulla faccia di lei era stampato un ghigno di malvagità, misto alla furia che alimentava il suo potere.

 

Con quel colpo il ragazzo venne sollevata da terra, in modo che l’assassina potesse rialzarsi in fretta, mentre lui ancora stava ricadendo.

 

“ INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO, INDEGNO !”

In breve tempo, dopo aver infiammato entrambi i pugni, Xian assaltò Tengoku con una raffica senza fine di colpi su tutto il suo corpo, mentre urlava a pieni polmoni. Le Fiamme dell’Ira si scatenavano prive di limiti, rispendendo nelle loro sfumature nere, corrotte, come l’animo della ragazza stessa.

“ INDEGNO !!”

Con un ultimo colpo finale, un pugno al centro del volto di Tengoku, la Boss dei Bravi scagliò il corpo del ragazzo all’indietro, assieme ad un’esplosione di fuoco ed immenso calore.

 

 

Quando il bruno atterrò al suolo, schiantandosi, fece tremare l’intero ponte. Tuttavia, qualche secondo dopo un movimento nella nube di polvere creata, segnalò che fosse ancora in vita.

Sputando sangue e rialzandosi facendo raschiare le sue giunture, avvolse la sua divisa nera, simile ad una seconda pelle, di Fiamme del Cielo.

I suoi occhi non vacillarono, e risposero alla risata beffarda dell’avversaria, con un’occhiata spietata.

 

L’istante dopo i due combattenti saltarono l’uno verso l’altro, usando le Fiamme come propulsori dalle loro gambe.

 

“ Quando avrò finito con te, non avrai nemmeno il coraggio per pensare di potermi battere !” Ruggì Xian, continuando a ridere, prima di caricare un calcio, scagliando allo stesso tempo un’ondata di fiamme.

“ Se non ti fossi ribellata, nessuno dei due si sarebbe fatto male …”

Quando udì una voce tenebrosa provenire dalle sue spalle, la ragazza si accorse di non aver colpito assolutamente nulla con il suo ultimo attacco.

 

Tengoku, invece, aveva deviato la sua traiettoria di salto, aggirando la visuale di Xian e giungendole alle spalle, dove da una posizione sopraelevata aveva disteso le braccia dietro la schiena.

Quando le portò in avanti, serrò le dita ad artiglio sui contorni della faccia della corvina, che presa alla sprovvista, venne fatta roteare molteplici volte, prima di venir scagliata al suolo.

 

Una volta realizzato cosa le fosse successo, si era ritrovata con la schiena conficcata nel cemento, come se fosse uno stampo per i dolci. Non avvertì minimamente il dolore, ma solo una forte umiliazione in grado di farle sopportare qualsiasi cosa, tramutata in rabbia.

La figlia di Xanxus puntò i palmi per terra, dietro la sua testa, e sollevandosi verticalmente pervase le sue gambe di Fiamme dell’Ira.

Poi, mulinandole verso l’alto violentemente, generò un enorme tornado ardente, che si abbatté su Tengoku ancora in volo, investendolo.

 

Il ragazzo si ritrovò ustionato da quel calore, ma la pressione prodotta dal fuoco non fece altro che spingerlo sempre più in alto, come una corrente ascensionale. Improvvisamente si ritrovò fuori dall’attacco, fluttuando ad oltre venti metri da terra.

- Che cosa ?!- Si domandò, sbigottito, prima di notare la sua avversaria preparare l’ennesimo attacco.

 

Xian aveva serrato i pugni in direzione della sua nemesi, continuando a ridere istericamente mentre iniziava a convertire una potente energia attorno alle sue mani.

Non passò un secondo prima che, lanciando un urlo selvaggio, proiettasse dalle sue braccia delle gigantesche colonne di Fiamme dell’Ira.

“ Fucile dell’Ira !”

 

Quando il bruno osservò i pilastri di fuoco avvinarsi a sé, pensò in fretta fino a che non trovò una pericolosissima, ma necessaria strategia.

Non sarebbe mai riuscito ad allontanarsi in tempo, così rimase immobile, muovendo però le braccia come se fossero delle lancette di orologio, formando dei cerchi nell’aria.

 

Nel momento in cui i colpi furono vicini, davanti a lui si generò un disco di Fiamme del Cielo, a forma di imbuto.

Il corpo di Tengoku smise di esser pervaso dal fuoco, così come la Fiamma arancione sulla sua fronte si estinse.

 

Intanto, il Fucile dell’Ira di Xian, nel momento in cui si scontrò contro lo scudo, a causa della sua forma finì per concentrarsi verso la parte più piccola, al suo centro. Un secondo dopo si trasformò in un raggio di calore diretto verso il cielo, ma ben lontano dal punto dove il ragazzo si era spostato.

 

La corvina serrò la mascella, imprecando tra i denti per il fallimento del suo attacco, distraendosi dal giovane che intanto precipitava al suolo, apparentemente privo di energie.

 

Prima che la testa di Tengoku si schiantasse irrimediabilmente al suolo, gli occhi del bruno si spalancarono, come se fosse stato svegliato di soprassalto da una voce che solo lui poteva sentire.

Più rapidamente di un fulmine si capovolse, e scattò verso la sua avversaria, la quale sussultò nel vederlo arrivare d’improvviso.

- Non posso venir colpita! Devo …-

Negli occhi del ragazzo, notò una strana ombra, come se impedissero alle sue emozioni di trasparire.

L’unica cosa che sembrava dire quello sguardo assassino era “ Ti uccido !”.

La ragazza, motivata dalla paura dell’attacco imprevisto, generò più velocemente che potesse una piccola scintilla dal suo gomito destro. Quel bagliore tanto flebile si trasformò in un’esplosione, capace di far schizzare in un batter d’occhio la Boss dei Bravi in avanti, più veloce di Tengoku stesso.

 

E fu in quel momento che l’Intento Omicida emanato dal bruno scomparve, spegnendosi come una candela al minimo soffio. Piantò i piedi per terra, arrestando il suo scatto, e caricò un pugno sopra la sua testa.

 

- Non è possibile! ERA UNA FINTA ?!- Xian non ebbe il tempo di reagire, perché nel mentre aveva già raggiunto Tengoku, il quale vedendola ad una distanza tanto ridotta, l’attaccò prima che lei potesse sferrare un pugno.

Utilizzando l’intero arto, il ragazzo sferrò un colpo discendente sul collo della ragazza, schiacciandole il suo fianco destro per terra, insieme al braccio.

Un istante dopo, la corvina vide soltanto un pugno diretto verso il suo volto, e quando chiuse istintivamente gli occhi, questo l’aveva già colpita.

 

Tengoku scaraventò con tutta la sua forza la figlia di Xanxus lontana da lui, la quale roteò come una bambola di pezza prima di rimbalzare numerose volte al suolo.

 

- Xian è una combattente che si affida sull’istinto per prevedere l’avversario e sorprenderlo, più o meno come faccio io con il mio Istinto d’Emulazione. Per questo mi basta attivare o disattivare l’Intento Omicida per tenderle una trappola ed attirarla a rispondere ad attacchi che non esistono.-

Calmo ed impassibile, il ragazzo a capo della Squadra speciale per il rapimento della Boss si rimise in guardia, sollevando un braccio ad angolo retto sopra la testa, e distendendo una gamba con il ginocchio puntato verso terra, dietro la sua schiena.

Era un’antica posa marziale insegnatagli da Reborn durante i suoi allenamenti.

 

Ogni volta che la applicava, gli ritornavano in mente i duri periodi per prepararsi a combattere Xian, e si ricordava il motivo per il quale avrebbe dovuto sostenere innumerevoli avversità:

Impedire che il male colpisse le persone che amava.

 

 

Allo stesso modo, Xian si risollevò di scatto da terra, interrompendo la concentrazione del bruno.

La ragazza sembrava non risentire dell’ultimo colpo, nonostante gli spruzzi di sangue che le colavano dagli angoli della bocca e dal naso.

 

In un istante spalancò gli occhi, divenuti bianchi, senza nemmeno l’ombra della pupilla, ed un ringhio bestiale si allargò sul suo volto, trasformandola apparentemente in una bestia accecata dalla pazzia.

Come l’ombra di un eclissi, l’Intento Omicida si diffuse a vista d’occhio, rendendo la temperatura attorno al corpo di Tengoku ben sotto gli zero gradi centigradi.

 

Seguendo quel terrore, la Boss dei Bravi saltò in avanti, avvolgendo il suo corpo interamente di Fiamme dell’Ira. Agli occhi del ragazzo parve di vedere un meteorite schiantarsi sul suo corpo, e così fu.

Prima ancora di poter difendersi, Xian aveva iniziato a colpirlo violentemente con una raffica di calci, non dando tregua al suo corpo e sollevandolo in aria come se non avesse peso.

 

“ UN CODARDO COME TE SAREBBE IL FUTURO BOSS?! NON FARMI RIDERE, NON SEI NEMMENO IN GRADO DI MANTENERE UNA PROMESSA, DOVRESTI SOLO MORIRE E FARLA FINITA !!”

Soffocato dal dolore, assieme al rumore delle ossa che, non venendo protette abbastanza dalla tuta, si incrinavano, il ragazzo riusciva solo a sentire le parole della corvina.

 

“ INDEGNOOO !!”

SHADOW COUNTER !!”

Le urla di entrambi i combattenti risuonarono sull’intero Ponte della Libertà, prima di venire disperse nel silenzio.

 

Solo le onde del mare ed il cemento erano testimoni di quanto era successo: nell’esatto istante in cui Xian aveva assestato un calcio al collo del bruno, con l’intento di decapitarlo, Tengoku si era chinato e, ruotando sul suo intero asse restando accovacciato, rialzandosi le aveva sferrato un montante.

 

Il pugno, ricoperto di intense Fiamme del Cielo, si spense immediatamente sul volto della corvina.

 

- Queste erano… le mie ultime… Fiamme.- Un ultimo pensiero scivolò via dalla mente del ragazzo, mentre tutto per lui sembrava farsi più scuro e lattiginoso.

Le energie lo stavano abbandonando, il respiro era diventato più difficile e l’unica cosa che sentiva di fare era dormire. Lì, in mezzo ad una battaglia ancora non conclusa.

 

Poco prima di riuscire a realizzare il suo pensiero, qualcosa colpì lui, facendogli spalancare gli occhi e tendere ogni muscolo come una corda di violino.

Non aveva fatto caso allo sguardo di Xian.

 

Se ci avesse prestato attenzione, si sarebbe accorto che quello non era lo sguardo di un assassino in preda all’istinto omicida, tanto meno di un qualcuno che volesse impedire di diventare Boss dei Vongola.

La Boss dei Bravi, invece, era lucidissima, non combatteva per l’orgoglio, per l’avarizia, o per l’invidia.

Era una fonte d’Ira, contenuta però in qualcosa che continuava a tenerla in vita, come le Fiamme del Coraggio di Morire fanno per realizzare i rimpianti dei morti.

 

C’era qualcosa per il quale Xian non poteva perdere.

 

 

Il ginocchio di Tengoku cedette, ed il ragazzo si ritrovò con la gamba destra poggiata a terra, affidando il suo precario equilibrio sul piede sinistro. Con le braccia gettate all’indietro, e la testa rivolta verso l’alto che boccheggiava in cerca d’aria, il ragazzo era vuoto.

Spento, privo di pensiero, emozione, libero. I suoi occhi trasmettevano freddezza.

 

Le prime gocce di pioggia toccarono il suo volto pallido, prima di trasformarsi in un ticchettio costante lungo tutto il ponte.

Le nuvole nere tuonarono all’orizzonte.

 

Era forse la fine del mondo.

 

La mano di Xian agguantò i capelli del giovane, tirandolo a sé prima di rifilargli una ginocchiata sul mento, la quale scosse la testa di lui come in preda agli spasmi.

Le Fiamme dell’Ira bruciavano a contatto della pelle, e Tengoku vomitò altro sangue dalla bocca.

 

 

Negli occhi della figlia di Xanxus si riflesse quell’ultimo barlume di vita, patetico, per nulla glorioso o eroico, e che non aveva condotto assolutamente.

“ Perché l’hai fatto? Perché ti sei spinto in un qualcosa che non avresti mai voluto ?”

Domandò la ragazza mentre le fiamme nere l’abbandonavano, come se le parole le fossero state strappate dalla lingua contro le sue previsioni.

 

“ Pensavi che questo mondo sarebbe stato facile, che sarebbe andato tutto bene solo perché credevi in ciò che facevi ?!”

Stringendo i pugni, con una voce colma di tristezza, la ragazza urlava al corpo abbandonato del ragazzo, prima di lasciare la presa.

 

 

“ Hai parlato di… una promessa.”

Il corpo non cadde a terra, e la sua testa non si abbassò mai più.

“ Tu… ed io…”

 

Tengoku era rimasto in piedi. Odiava il suo corpo per stargli donando quel dolore immenso, ma non voleva cedere.

Ed ora, con i suoi occhi verdi in quelli grigi di Xian, i due ragazzi si stavano guardando.

Senza più combattere, senza più nemmeno parlare.

Non c’era più assolutamente nulla in quel momento, niente Vongola, niente Bravi e nessun obbiettivo da compiere.

 

C’erano solo due ragazzi. Non due assassini.

 

 

“ Non… dovresti più ricordarti di me.” La corvina ebbe un sussulto, prima di iniziare a tremare senza controllo.

Il ragazzo non si stupì di quella reazione… perché dal momento in cui aveva realizzato che la voce di Xian azionava qualcosa nella sua memoria, i brividi avevano assalito il suo corpo.

Non ci fu dolore, durò tutto un secondo.

 

 

 

 

 

La palla rimbalzava tra le mani dei bambini, posizionati a cerchio nel vasto giardino dei Vongola.

Veronica Cavallone, undici anni, passò la palla a Simon Kozato, anch’esso di undici anni.

Il bambino dai capelli rossi sollevò la palla fino a farle raggiungere lo sguardo di un bimbo, di appena sei anni, bruno ma con un ciuffo bianco a forma di foglia tra i capelli.

Quando la palla cadde in terra, lo sguardo di Tengoku tornò su chi aveva di fronte, una bambina dai capelli neri e lisci, con un sorriso timido in volto.

 

Un Tengoku Sawada di nove anni, in quanto figlio del Decimo Boss dei Vongola, aveva l’accesso ad ogni anfratto della Magione. Eppure, gli era stato severamente sconsigliato di visitare le camere ospitanti la Squadra assassina dei Varia, nei giorni in cui loro erano di visita.

Siccome però un giorno Lambo, il Guardiano incaricato di tenerlo d’occhio, era impegnato ad assistere la moglie nel parto della sua unica figlia, il bambino si era dileguato in quei corridoi bui, tanto malfamati.

 

Per nulla spaventato decise di orientarsi seguendo il primo rumore che sentisse. Solo proseguendo, si accorse che quel suono era soltanto un pianto, e nel mentre sembrava essere arrivato davanti la porta la quale nascondeva la fonte del singhiozzio.

Così entrò, e gli si parò davanti una stanza buia, ove però le ombre si squarciarono con la luce del corridoio.

 

Quando le tenebre si dileguarono, la sagoma di una ragazza dai lunghi capelli corvini, rannicchiata su se stessa, si illuminò.

 

“ Xian !” strillò il bambino impaurito, riconoscendo l’amica e correndole incontro.

La ragazzina, ormai undicenne, si voltò verso di lui, con il volto rigato dalle lacrime e con le labbra rinsecchite. Un attimo prima che lui si avvicinasse, però, forzatamente si ripulì dalle tracce di pianto e cercò di assumere un’espressione diversa da quella terrorizzata e distrutta di poco prima.

 

“ C-che ci fai qui per terra ?” domandò allora Tengoku, inginocchiandosi di fronte a lei per guardarla in faccia.

“ Niente, niente… è che trovavo il divano un po’ scomodo.” Mentì la corvina, sfoderando il sorriso più credibile che potesse, sebbene la situazione rendesse più che ovvio il contrario.

 

Fortunatamente, a giudicare dallo sguardo, il bambino ci credette. Eppure, insistette rivolgendosi a lei:

 “ Ma tu dormi sempre sul divano! Anzi, dormi solo sul divano… anzi, di solito dormi e basta…”

 

Si fermò soltanto quando la castana, innervosita, gli sferrò un pugno, controllato ma ugualmente d’effetto, al centro della testa.

“ Ho capito, sai?! Vuoi per caso dire che sono pigra ?” Grugnì offesa, prima di girarsi e voltando le spalle al bimbo.

 

“ No, dai, non volevo io …” singhiozzò Tengoku, disperato per aver fatto arrabbiare la sua amica.

 

Ma Xian non si lasciò intenerire, e rimase in silenzio, con le gambe incrociate intenta a disegnare cerchi immaginari con le dita sul pavimento.

Passarono alcuni secondi prima che il bruno si sedette accanto a lei, anch’egli a gambe incrociate, osservando ogni cosa che facesse con curiosità.

 

 

“ Ehi, Xian ?” la chiamò ad un certo punto.

“ Che vuoi ?” rispose lei, ancora con tono offeso.

 

Sai che esiste una città sulle acque ?”

 

“ Una città… sulle acque ?” Al suono di quelle parole, pronunciate dal bambino come se stesse raccontando una fiaba, un qualcosa di straordinario, la ragazza, senza motivo, sentì muovere qualcosa dentro di sé.

“ L’ho letto in un libro. Tu non lo sapevi ?” Insistette Tengoku, spalancando il sorriso quando si accorse di aver finalmente ottenuto una reazione dall’amica.

 

A quel punto la corvina mascherò con imbarazzo la sua sorpresa, e voltandosi nuovamente assunse un atteggiamento più distaccato.

“ Tu sei piccolo, e puoi leggere e comportarti come vuoi. Io però sono grande, e mio padre dice che gli adulti non possono perdere tempo con queste cose.”

 

In parte era vero, lei lo sapeva, e decisamente leggere un libro, così come uscire di casa per giocare con i suoi amici, per suo padre era un qualcosa di inammissibile.

Da pochi anni suo fratello si era arruolato nei Varia, e lei, in quanto donna ed allo stesso tempo la primogenita di Xanxus, non era presa di buon occhio come futura Boss della Squadra assassina.

 

Ma preferiva dire a Tengoku, Veronica o Devon che preferisse restare nel suo appartamento a dormire, piuttosto che svelare loro la verità. Non voleva problemi con suo padre, o avrebbe rischiato di non vederli più in assoluto.

L’unico a conoscenza della sua situazione che le prestava aiuto, era Tsunayoshi Sawada, assieme a sua moglie Kyoko, che ormai la consideravano al pari del loro unico figlio Ten.

 

Loro si erano sempre opposti alle misure di Xanxus, e lei ricordava sempre con paura il giorno in cui scappò tra le gambe del Decimo, inseguita dal padre furioso, ed il Boss dei Vongola e dei Varia erano sul punto di iniziare una violenta discussione. Fortunatamente i Guardiani di suo padre furono pronti a fermarlo, mentre quelli di Tsuna la portarono al sicuro, ma nonostante questo non riuscì mai a rassicurarsi riguardo quell’episodio.

 

“ Però pensavo che sarebbe davvero bello andarci, nella città sulle acque.” Riprese il bruno, prima di volgere lo sguardo al cielo, sognante. Nei suoi occhi brillava la meraviglia dell’immaginazione, e dell’attesa che un giorno avrebbe potuto vedere da sé quel luogo.

 

- Mi ci porteresti ?- La voce di Xian risuonò a vuoto all’interno della propria mente.

Non aveva il coraggio di immaginare la libertà, a differenza di quel bambino. Per certi versi ammirava Tengoku, in quanto la sua ingenuità era sinonimo di libertà.

Una libertà che a lei era stata negata sin dalla nascita.

 

 

“ Vorrei vederla con te, un giorno, Xian !” Sorrise il bruno, e la corvina, meravigliata, arrossì.

 

 

 

 

 

“ Perché avevo dimenticato tutto questo ?” Una lacrima solitaria percorse la guancia del Tengoku quindicenne, nel buio di quella notte piovosa.

I ricordi appena visti erano apparsi nella sua memoria come dalla nebbia diradata, e per quel motivo si rese conto di avere dei sigilli nella sua mente.

Non gli accadeva da tempo, ma si ricordò lucidamente ogni volta che i ricordi parevano sbloccarsi nel suo presente, richiamando eventi di quando viveva in Italia, di cui non ricordava nulla.

Gli era successo con i Guardiani di suo padre, con Simon e con Doku Rokudo.

 

Il ragazzo non ebbe la forza di pensare a tutto ciò, e finalmente crollò in ginocchio, piangendo in silenzio.

Non reagì nemmeno quando sentì delle braccia cingergli la schiena, e Xian inginocchiarsi di fronte a lui seguendolo in un pianto a dirotto.

 

C’era stato solo odio tra di loro, dal primo momento in cui si erano incontrati il mese prima. Tengoku aveva odiato Xian nel momento in cui lei aveva ferito Akane, e Xian aveva odiato Tengoku perché aveva ricevuto l’approvazione di suo padre al titolo di Boss.

 

Non sarebbe mai dovuto succedere niente di tutto ciò, e i due ragazzi piangevano perché erano consci che niente da allora, sarebbe mai più stata come un tempo, quando erano felici.

 

Il mondo che conoscevano non sarebbe tornato. Il tempo che era passato non sarebbe tornato.

E le vite che avevano non sarebbero più state quelle di due bambini innocenti, ma amici.

 

“ Non posso crederci! Io stavo… per uccidere… TE !?” urlò disperata la figlia di Xanus, stringendo ancora più forte a sé il ragazzo, che non disse altro, e pianse più forte con la testa sulla sua spalla.

 

 

Erano arrivati a Venezia, la città sulle acque, e l’avevano vista insieme, perché Tengoku aveva portato Xian lì. Come si erano promessi sei anni prima.

 

 

 

 

 

 

“ Non posso credere che tu voglia continuare a seguirmi !” Dall’ombra di un corridoio, una voce sussurrata cercò di farsi sentire al ragazzo nascosto dietro alla porta.

“ Certo che voglio !” la voce maschile di lui rispose con un tono più alto del dovuto, e a quel punto la ragazza con cui stava parlando si girò verso di lui, intimandogli di rimanere in silenzio.

 

Numerose voci provennero dal corridoio fuori dalla stanza, accompagnate da suoni di passi.

Urlavano qualcosa riguardo degli intrusi.

 

La ragazza si voltò, chiudendo definitivamente la porta.

- Non dovrebbero passare più di qui per un po’.- Pensò, rassicurandosi mentre tirava un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.

Davanti a sé, il ragazzo dai capelli neri corti, con la punta di un ciuffo colorata di viola, continuava a guardarla.

“ Io ti amo, Taylor. Ti seguirò qualsiasi cosa tu farai… solo, dimmi che fino ad ora non hai solo finto di amarmi per portarti qui !” Devon, nipote di Hayato Gokudera ed ormai orfano della madre, Bianchi, la guardava supplicante, in attesa di una risposta.

Non si sarebbe potuto dire che quel ragazzo fosse in realtà uno dei più giovani e pericolosi killer di tutta Italia, dati gli occhi spalancati e quasi il timore di qualsiasi cosa gli avrebbe risposto la ragazza.

 

Taylor lo ignorò, appoggiandosi alla porta e scivolando fino a sedersi sul pavimento freddo.

I suoi capelli castani, mossi e lunghi fino alle spalle, erano sporchi di polvere e sangue, segno che avesse da poco sostenuto una battaglia per la sua sopravvivenza.

 

In quella base nemica, l’innocente ragazza che si era presentata un mese prima a Devon, era costantemente in svantaggio, ma grazie al supporto del fidanzato, si era riuscita a salvare.

 

“ Ti rendi almeno conto che sono una spia? Sto facendo il mio lavoro per conto dei Vongola, e per aiutare mia sorella ora che ho scoperto che fine ha fatto. Non è un fottuto gioco, riuscire a sgominare gli Anonimato dall’interno è la missione più difficile che mi sia mai capitata !”

Mentre Taylor, tremando per la rabbia ed il nervosismo si stringeva tra le sue stesse braccia, venne distratta improvvisamente dal suono di un ticchettio.

 

Un rumore liquido, come di una goccia che scivola dal rubinetto nel lavandino.

 

Abbassò lo sguardo, ed atterrì nel vedere una macchia di sangue sul pavimento, la quale saliva, o meglio scendeva, lungo la gamba del moro davanti a sé.

“ T-tu… sei stato colpito… al mio posto ?” Balbettò la castana, rabbrividendo per il terrore, accorgendosi solo in quel momento del foro di proiettile nella pancia di Devon.

 

Il ragazzo non rispose a quella domanda, ma abbassando la testa e stringendosi con la mano il punto dove era stato ferito, sussurrò a voce sostenuta.

“ Non sono da questa parte solo per seguire te, se è questo che vuoi sentire. Io… ho fatto cose, per un’ambizione che non approvo, di cui non faccio altro che vergognarmi.”

Il ricordo del proiettile nella testa di sua madre, e di come il corpo di lei cadeva al suolo, lo fece sentire ancora una volta colpevole di un crimine non suo, ma di cui era stato incaricato.

 

“ Sono sicuro, che muoia o che viva, sia questa la strada che mamma voleva seguissi.” Con un sorriso tremante, incapace di schermare le forti emozioni in contrasto dentro di sé, Devon concluse con una pausa di silenzio.

Taylor rimase immobile a guardarlo, non sapendo davvero cosa dire, ma provando solo tanta tristezza per quel povero ragazzo.

 

 

Improvvisamente la porta si aprì, ma seppur lentamente, facendo sobbalzare per lo spavento Taylor.

La ragazza ebbe appena il tempo di voltarsi, prima che una voce la gelasse sul posto.

“ Non contro di me. Quella pistola ti servirà per il futuro.”

 

Una donna, in piedi davanti alla castana, la stava puntando con dei freddi occhi color acquamarina, spenti e profondi come un abisso marino.

Mentre chiudeva la porta alle sue spalle, lunghissimi capelli argentei, come una pioggia di stelle, si mossero sopra la divisa bianca con della pelliccia nera che indossava.

“ Mi perdoni, Signorina !” Taylor si alzò immediatamente in piedi, piegando la schiena in un umile inchino, vergognandosi per aver scambiato la Guardiana della Neve dei Vongola per un nemico.

Con un rapido movimento rinfoderò la pistola, facendola roteare dal grilletto sull’indice.

 

 

Himeko Ogawa non le disse niente, se non un cenno veloce per indicarle di alzarsi, e camminò in fondo a quella stanza, adibita a magazzino per le scorte di cibo.

 

“ Dove sono finiti gli ultimi adepti ?” Domandò preoccupato Devon alla donna, riferendosi ai cinquanta uomini che avevano costretto sia lui che Taylor alla ritirata.

“ Non ci sono più.” Rispose rapidamente l’albina, lasciando intendere cosa volesse dire, prima di sedersi su di una scatola, con le braccia poggiate sulle ginocchia.

Chinò la testa verso il basso, inspirando profondamente prima di liberare un singolo, forte respiro.

 

 

Era da un giorno che assediavano quella base, ed erano passate più di dodici ore da quando era riuscita a mettersi in contatto con Sebastian.

Il tempo sembrava essere trascorso in un attimo.

- Se non è ancora arrivato fin qui, né ha mandato qualcuno di forte per eliminarmi, vorrà dire che preferisce occuparsi prima di Tengoku in Italia. Probabilmente dopo di allora verrà qui …-

 

 

Himeko Ogawa sollevò lo sguardo, e davanti a sé vide il sorriso di Corex, sotto le stelle durante la festa alla Magione di un mese prima.

- E sarò qui ad aspettarlo! Per te… Corex !-

 

 

 

 

 

 

Intanto Italia, a cinquanta metri sopra la Laguna di Venezia era sopraggiunto un grosso jet militare color nero.

“ Sono loro !” urlò Corex Licaone, avvistando Tengoku e Xian, svenuti per la stanchezza al centro del Ponte della Libertà.

 

“ Sono… loro…” Il respiro di Tsunayoshi si fece più affannoso, ma allentandosi la cravatta della camicia mentre l’aereo si preparava all’atterraggio, comprese il perché di quel nervosismo.

Se l’era ripetuto per l’intero volo, ed ora più che mai lo sentiva vero.

 

 

- Sono stato un pessimo padre, sia per Tengoku che per Xian. Questi due ragazzi si sono ritrovati, per colpa della mia inesperienza, a combattere una guerra inutile… e mi sento di parte per mio figlio, perché so di averlo condotto io in Italia, promettendogli una vita che non desiderava.-

Il Decimo Boss dei Vongola spalancò lo sportello del jet, ed il vento sferzò il suo corpo come mille fruste.

Assottigliò lo sguardo, preparandosi a fare ricorso a tutto il suo coraggio, come padre, e non come Boss.

 

 

“ Una volta terminata questa lotta di potere, ognuno di voi potrà vivere la vita che vorrà !” I pensieri di Tsuna vennero ripetuti dalla sua voce, che nonostante il vento, raggiunse le orecchi del pilota.

L’albino rimase in silenzio, per poi sollevare le mani dalla barra di comando, azionando il pilota automatico.

“ La vita che vorrà …” ripeté a vuoto.

 

 

Un istante dopo però, qualcosa attirò la sua attenzione.

Delle figure erano appena fuoriuscite dall’ombra, nella direzione opposta a dove si trovava Venezia.

Due uomini ed una ragazza.

Corex Licaone ebbe un brivido, riconoscendo colui in testa a quel trio.

 

 

Sebastian avanzava correndo ad alta velocità, i suoi capelli neri dalle sfumature violacee svolazzavano nel vento. Il volto impassibile, per la prima volta da quando si mostrava in pubblico, era una maschera intimidatoria, con degli occhi dove ardeva il fuoco della sua vendetta.

A seguirlo c’era il killer Providence, anche chiamato Il Teschio, per via della maschera che anche in quel momento indossava, seguendo il suo datore di lavoro.

 

Invece la ragazza che correva al fianco di Sebastian pareva appartenere ad un altro mondo rispetto i due mostruosi uomini.

Si muoveva in modo spettrale, come se i suoi passi non sfiorassero nemmeno il suolo, e pareva sparire nelle pieghe svolazzanti del suo vestito nero, lo stesso colore dei lunghi capelli. Il suo viso era pallido, con due occhi celesti che brillavano nel buio.

 

 

Quando il Boss dei Licaone fece per voltarsi ed avvisare il suo compagno, dallo sguardo di Tsuna intuì che li aveva già visti, anche se in quel momento il bruno osservava in direzione della città.

 

Dall’altro lato del ponte, infatti, due figure correvano alla stessa velocità verso il centro.

Una di queste era Reborn, con il fedora schiacciato sul viso a causa dell’elevata velocità di corsa, ed al suo fianco c’era Yukiteru, la spia sotto copertura dei Vongola che aveva supportato con gli allenamenti la Squadra di Tengoku.

In lontananza, alle porte di Venezia, correva un ragazzo dai capelli cremisi, probabilmente incapace di mantenere l’andatura di quegli altri esseri umani mostruosi.

Nonostante tutto, Kevin Celeste correva comunque più veloce di quanto un normale ragazzo potrebbe fare.

 

 

“ Corex, ti ricordi ciò che ti ho detto dopo la telefonata con Reborn ?” domandò improvvisamente Tsunayoshi all’albino, nel mentre l’aereo si avvicinava al centro di Ponte della Libertà.

Il Boss dei Licaone rimase in silenzio per qualche secondo, prima di rispondere con il suo solito tono freddo, nonostante nascondesse dell’insicurezza.

“ Mi hai detto che nonostante Yukiteru creda di parlarci a telefono, sua moglie è morta all’inizio dell’anno per mano degli Anonimato.”

Corex non avrebbe mai pensato che una persona solare, vivace e goffa come Yukiteru potesse nascondere una situazione tanto difficile, a tal punto da essersi creato un falso mondo dove sua moglie era ancora viva ed insieme parlavano a telefono. Accettare la morte di una persona cara è la cosa che più si avvicina all’impossibile, e lui lo sapeva, per questo non reputava il suo amico un folle.

 

 

“ Ti ho detto anche che la figlia di quattordici anni è sparita da quella notte. ” Aggiunse cupamente il Decimo.

Inizialmente il Boss dei Licaone non comprese il motivo di quel dettaglio, o di quella discussione, ma infine rifletté su quello che aveva appena visto. Si voltò verso il lato degli Anonimato.

 

 

Rabbrividì. La somiglianza tra la ragazza in nero era tutta con la foto della moglie di Yukiteru, Lara, che gli aveva mostrato almeno un centinaio di volte.

“ Quella ragazzina, la figlia di un Vongola, è dalla parte di Sebastian ?!” senza accorgersene, per la sorpresa l’albino parlò ad un tono di voce più elevato del suo solito.

“ Pare di sì, e penso si tratti di una qualche forma di vendetta.” Il suolo era sempre più vicino.

“ Ma allora, se quella ragazzina è una Vongola, le informazioni che ci ha diffuso Akisame Shoichi sull’unione di un Vongola e di un Estraneo non hanno senso !”

 

Tsunayoshi rimase in silenzio.

 

 

 

 

 

 

Un istante dopo, Reborn, Yukiteru, Sebastian e Giustizia incrociarono i loro sguardi, nonostante fossero a circa un chilometro di distanza.

Lo scontro era inevitabile, ma se non si fossero fermati avrebbero inevitabilmente coinvolto Xian e Tengoku, al centro del ponte.

 

Non ce ne fu bisogno per uno di loro, che iniziò a rallentare fino a quando non si fermò-

Yukiteru aveva occhi solo per la ragazza dai capelli color dell’ebano, mentre alle spalle di lei appariva un’immagine della moglie, in procinto di abbracciarlo.

 

“ Primula …”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autore:

Welcome back! Prima di parlare del capitolo, vorrei chiarire una cosa importante: da Gennaio non sono stato per niente bene, e solo in questo periodo sto iniziando a riprendermi, quindi vorrei scusarmi se tutto quello che ho scritto da inizio anno fino ad oggi sia stato influenzato negativamente dalla mia condizione.

Non ho intenzione di parlarvi di cosa ho avuto, almeno non qui in un angolo autore, un posto per discutere del capitolo… e delle persone che faccio morire in questa storia xD.

 

Ma tralasciando gli scherzi, chi segue questa fan fiction dalle origini potrebbe pensare che io abbia fatto morire Akira perché la sua creatrice, Maki Chrome, ha smesso improvvisamente di recensire. La risposta è no, perché come dissi ormai tempo fa, gli OC che ho ricevuto all’inizio di SoF, ormai li sento miei.

Per questo, sebbene li adori, dipende da come voglio creare la mia storia scegliere se moriranno o no.

Spero almeno di aver descritto decentemente l’atmosfera, tutto qui.

 

La locandina speciale di questo capitolo è un capolavoro, come sempre di nekomata04, però stavolta vorrei davvero ribadirlo persino qui: È UN CAPOLAVORO!

Ed io che pensavo di scrivere per quattro gatti che seguissero la mia fan fiction tanto per xD. No, ovviamente voi recensori, e voi lettori, non siete affatto quattro gatti.

Siete i recensori ed i lettori di questa storia, e questo per me significa moltissimo.

 

Troppo smielato oggi, non va bene. Vado a rimpinzarmi di sale e aceto, così per i prossimi capitoli potrò essere ancora più malvagio ^^.
Ah, no! Why not, all'ultimo secondo mi sono ricordato di dirvi una cosa: 
Siccome la storia sta giungendo al suo termine (prevedo di finirla prima di Agosto, quindi potete immaginare il numero di capitoli rimanenti), avevo pensato che se volete, potete richiermi o consigliarmi delle piccole one-shot spin-off o AU di Story of a Family.
Mi basterebbe semplicemente che voi mi diciate i personaggi ed il contesto e... sì, sono accette anche crack-pairing, se volete.

Alla prossima!

 P.S: Il primo che capisce il maggior numero di citazioni (contenute tra questo capitolo ed il precedente) vince proprio un beneamato *****. E sì, se ve lo steste ancora chiedendo, per qualche motivo random Momoka ha evocato la versione SoF di Master Chopper. 

 


Omake Numero 5: Non raggiungerai mai la verità!

 

Tengoku era lì, immerso nella disperazione.

Attorno a lui vedeva solo i corpi dei suoi amici, sconfitti dal primo all’ultimo.

 

Un piede si posò sul cadavere di Reborn, prima che un’ombra calasse sul ragazzo.

“ Tu… non puoi essere tu !” Tengoku, rabbrividendo, sollevò lo sguardo verso due occhi malvagi, che lo squadravano famelici.

 

“ Non hai ancora incontrato Sebastian, vero ?” Sghignazzò la voce lugubre sopra il ragazzo, prima di spalancare le braccia teatralmente.

“ Temo di no… allora Sebastian non sarà mai il primo ad averti battuto, perché lo sarò io, TAKEDA LONGCHAMP !!” Indicandosi con il pollice, il ragazzino dai lunghi capelli fucsia lisci, che non appariva davvero da tanto in questa fan fiction, riempì l’aria di tensione.

 

“ Non è possibile! Era da otto capitoli che non apparivi …” Tremò Tengoku, sbalordito.

 “ Sì! E adesso, dopo essermi allenato grazie ad un tutorial su Youtube, sono diventato l’essere più potente del mondo, WAHAHAHAHAHA !!”

 

La risata di Takeda Longchamp si ripeté all’infinito, come un incubo.

Proprio come…

 

 

“ Oh cielo, no !” urlò Tengoku, svegliandosi nel cuore della notte. Quando vide soltanto il buio della sua camera, si rese conto di esser completamente sudato, con i battiti del suo cuore tanto forte da poter essere ascoltati nitidamente.

“ Hai avuto un brutto sogno ?” Gli chiese qualcuno.

“ Sì… ma adesso è tutto finito.” Il bruno tirò un ultimo respiro di sollievo, prima di rimettersi a dormire.

 

Dal lato della sua schiena, Claus lo guardò riaddormentarsi, ed infine, rasserenato, fece lo stesso anche lui.

 

Perché il creatore oggi ha voglia di rispolverare vecchissimi personaggi di questa fanfiction…

 

Fin.

   
 
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