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Autore: princess_sweet_94    02/04/2017    2 recensioni
STORIA REVISIONATA!
E se le cose andassero diversamente?
Se il nemico fosse un altro e volesse far sparire tutti gli Angeli e i Diavoli? Se solo un’antica e potente magia può impedire la distruzione non solo degli Eterni ma anche dei Terreni?
E se... Raf fosse un diavolo e Sulfus un angelo?
Dal testo:
{"Raf... Raf ti prego" mormorò il ragazzo stringendola tra le proprie braccia "Ti prego, non lasciarmi" supplicò.
La ragazza sorrise debolmente, senza più forze per parlare, senza più fiato per respirare, senza più anima per vivere. Non voleva lasciarlo, non lo avrebbe fatto... mai.
Gli strinse la mano e chiuse lentamente gli occhi azzurri mentre una lacrima usciva da essi, rigandole la guancia.
Sulfus abbandonò il viso sui suoi capelli, stringendola di più a sé "Raf..." mormorò in un sussurro, rifiutando ogni emozione ma affidandosi alle regole, quello che avrebbero dovuto fare fin dall'inizio "I diavoli non piangono, sai?"}
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raf, Sulfus | Coppie: Raf/Sulfus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la dritta via era smarrita.

“Che pacchia ‘sto Dante!”
Nel silenzio della biblioteca l’unica voce che riecheggiò tra gli alti scaffali fu quella di Raf, intenta a leggere a testa in giù il passo del libro che stava studiando Andrea.
“Se non lo sapessi Dante è il padre della lingua italiana” rispose Sulfus, seduto a gambe e braccia incrociate sul tavolo, accanto al ragazzo che, ovviamente, non poteva né vederli né sentirli “Ma sì, è una pacchia” concordò. Raf si lasciò scappare un sorrisetto, raddrizzandosi.
“Se c’è una cosa che non ho mai capito sono queste cosiddette allegorie” aggiunse, squadrando la pagina con le braccia incrociate.
“Ah, le allegorie” sospirò Sulfus, nostalgico “Perché Dante non ti direbbe mai “A trentacinque anni ero un gran baluba pieno di vizi”… nooo! “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura che la dritta via era smarrita”… dove la selva oscura, giustamente, è l’allegoria del peccato” spiegò.
Raf sbatté le palpebre, guardandolo, poi scoppiò a ridere di gusto “Baluba?” chiese. Il ragazzo scrollò le spalle.
“Non ti facevo così anticonformista” commentò lei.
“Sarò anche un angelo ma non significa che mi piaccia studiare” rispose “Lo faccio perché devo.”
“Dovreste rilassarvi ogni tanto, voi pennuti” consigliò la ragazza, sedendosi dall’altro lato del Terreno.
“Voi pipistrelli dovreste rilassarvi di meno” rispose lui. Raf inarcò un sopracciglio.
“Vuoi fare a gara a chi dà i soprannomi peggiori? Guarda che perdi” lo informò lei.
“Certo che sei proprio antipatica.”
“Oh, ma grazie!” rispose lei, con voce mielosa.
“Non era un complimento.”
“Per me sì.”
Andrea chiuse di scatto il libro, con uno sbuffo, abbandonandosi allo schienale.
“È ovvio che non ci capisca niente: il volgare fiorentino è incomprensibile” commentò Raf, osservando con compassione la frustrazione sul viso del ragazzo.
“Come fai a sapere che è volgare fiorentino?” domandò Sulfus, stupito.
“Solo perché sono un diavolo non significa che non studi” rispose “Meglio perdere qualche pomeriggio di ozio che essere ignoranti.”
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
“Certo che sei strana” commentò lui “Ragioni come un Terreno medio: né troppo buono né troppo cattivo” notò lui.
“Non mettere alla prova la mia cattiveria, potresti farti male” rispose lei, stizzita. Il ragazzo alzò le mani. In quel momento Andrea si alzò e raccolse i propri libri, mettendoli nello zaino per poi gettarselo in spalla.
“E adesso dove va?” chiese Sulfus.
“E che ne so” alzò le spalle lei. Scesero dal tavolo e seguirono il ragazzo in volo.
Andrea uscì dalla scuola, dove erano radunati quasi tutti i suoi compagni nel cortile esterno.
“Ehi, Andrea!” Ginevra raggiunse il ragazzo, appena aggregatosi al gruppo “Stasera do una festa a casa mia, vieni anche tu?” chiese. Il ragazzo sembrò esitare poi annuì.
“Certo!” rispose, entusiasta.
“Dovrebbe studiare, dato che domani ha il compito” commentò Sulfus. Raf alzò gli occhi al cielo.
“E rilassati, non puoi dire che non ci abbia provato” gli fece notare.
“E questo che scriverà nel compito? Ci ho provato?”
Andrea salutò i compagni e prese la via di casa.
“Beh, pare che sia arrivato il momento di sfidarci” decretò Sulfus.
Raf sembrò divertita “Credevo che non lo avresti mai detto: non vedo l’ora di batterti.”
“Non ci contare” rispose lui “Lo farò restare a casa sui libri, vedrai.”

Raf non era mai stata nell’aula sfida fino a quel momento e ci mise un po’ a capire come funzionasse.
“Non è meglio che chiamiamo uno dei professori?” chiese Sulfus.
“No, ci sono quasi” rispose lei, testarda “Fatto!” esclamò alzandosi “Ti dispiace se scelgo io?” chiese.
“Prego, prima le donne” rispose lui con un mezzo inchino. Raf premette il pulsante rosso e le porte automatiche si spalancarono rivelando l’aula sfida: una grande stanza vuota con un rialzamento circolare al centro. Appena la porta si chiuse alle loro spalle la stanza si illuminò e al suo posto apparve un enorme distesa di terra arida coperta di crateri vulcanici.
“E questo che posto è?” domandò Sulfus, alzandosi in volo per non finire nel fuoco.
“La Pianura Scarlatta” rispose Raf “Uno dei posti migliori di Zolfanello City.”
“Ottimo per un pic-nic” commentò lui, ironico.
“Fai pure dell’ironia ma non ti aiuterà” lo canzonò lei, salendo di quota “Prepara i fazzoletti, pennuto, ti farò piangere!”
“Questo lo vedremo!” rispose lui.
Raf ghignò: “Magma Fly!” esclamò: le sue ali si tinsero di un vivace color rosso, puntellato di macchie nere contornate di giallo. Dai suoi palmi aperti sparò palle di lava incandescenti, che il ragazzo evitò zigzagando.
“Ehi! Hai intenzione di farmi arrosto?” domandò, eseguendo un salto all’indietro per evitare un mini-sole che gli veniva addosso.
“L’idea suona buona” rispose lei di rimando “Dark Fly!” le ali della ragazza divennero completamente nere e una nube scura li avvolse.
“Maledizione!” Sulfus salì di quota, ma ovunque andava c’era solo buio. Un paio di volte schivò delle palle infuocate per un pelo. “Meglio fare un po’ di luce. Light Fly!” con un guizzo accecante le ali del ragazzo divennero il doppio, splendendo di un bianco intensissimo che in un attimo disperse la nube.
“Cosa sei, una lampadina?” domandò Raf, voltandogli le spalle per non restarne accecata, allontanandosi rapidamente.
“Vedrai di cosa è capace una lampadina! Sunny Storm!” lampi di luce sfrecciarono ovunque, mancando Raf di pochissimo che fu costretta a rifugiarsi dietro una roccia.
“Hai un tempo indeterminato all’Enel, Sul?” gridò.
“Fai pure dell’ironia ma non ti aiuterà” la rimbeccò lui, spegnendosi.
“Io dico di sì” rispose lei, uscendo allo scoperto “Think Fly!”
Da lì fu tutto molto confuso: la testa di Sulfus iniziò a girare vorticosamente riempiendosi di immagini disconnesse, perse l’equilibrio e precipitò. Poi tutto si spense. Quando riprese conoscenza era steso sul pavimento dell’Aula Sfida, ritornata normale. All’inizio la luce lo accecò poi, pian piano, si abituò.
“Cosa…?” provò a chiedere, alzandosi.
“Finalmente ti sei ripreso, credevo di dover stare qui a farti da balia per tutto il giorno!” rispose una voce sopra di lui. Sbattendo le palpebre Sulfus mise a fuoco i grandi occhi rossi di Cabiria, seduta accanto a lui.
“E tu che ci fai qui?” chiese drizzandosi.
“La nostra Raf ti ha dato una bella batosta” ridacchiò lei “Sei rimasto svenuto per un paio d’ore.”
“Ma che cosa mi ha fatto?” domandò, ancora stordito “Non l’ho vista attaccarmi.”
Cabiria sorrise, divertita: “Ha usato il Think Fly” spiegò “Può insinuarsi nella mente delle persone e confonderle.”
“Ah, ora capisco” constatò “Oh, no, Andrea!” esclamò, ricordandosi all'improvviso il motivo di quella sfida, balzando in piedi.
“Avendo vinto è toccata a lei la prima mossa” rispose Cabiria, alzandosi “Ma se proprio vuoi provarci sono sulla strada per la casa di Ginevra. Se vuoi ti accompagno, anche io devo andare lì: dopotutto è la mia Terrena.”
Il ragazzo si limitò ad annuire ed uscirono dalla stanza.

Era già buio quando raggiunsero la casa della ragazza, Andrea era per strada con alle costole Raf, che salutò i due con la mano quando li vide. Sulfus assunse un cipiglio irritato, incrociando le braccia al petto.
“Fatto buon riposo?” chiese, zuccherosa, una volta vicina.
“Sì, grazie” ringhiò lui. Cabiria ridacchiò.
“Allora io vado dentro” avvertì, divertita, attraversando il giardino ed entrando in casa passando dalla parete.
I due ragazzi si squadrarono.
“Beh? Che cosa hai intenzione di fare?” domandò Sulfus. Raf inarcò un sopracciglio.
“Io nulla. Andrea è praticamente arrivato alla festa quindi ho vinto” rispose, altezzosa. Sulfus guardò il ragazzo, oramai davanti al cancello, e un’idea gli illuminò l’aureola.
“Questo lo dici tu” sorrise lui. Volò oltre lo svincolo e si guardò intorno: la strada era deserta.
“Basilisco, attiva Metamorfosi!”
Il serpente sul suo braccio prese vita e in un attimo aureola e ali sparirono, lasciando il posto ad un Terreno carico di libri. Con uno scatto, Sulfus corse di nuovo al punto di partenza ed urtò Andrea davanti al cancello.
I libri si sporsero ovunque e i due ragazzi finirono col sedere per terra.
“Ah, mi dispiace!” esclamò Sulfus “Ti sei fatto male?” chiese.
“No, no… sto bene” rispose Andrea, drizzandosi. Sulfus iniziò a raccogliere i libri e il ragazzo s’inginocchiò davanti a lui.
“Aspetta, ti aiuto” aggiunse.
“Grazie. Andavo di fretta e non ho proprio visto dove andavo” spiegò lui, mettendosi i tomi sotto braccio. I due si alzarono in piedi e Andrea gli porse gli ultimi.
“Come mai tanti libri?” domandò.
“Domani ho una verifica importante e sono andato a prendere dei libri in biblioteca per studiare ma ho perso tempo” spiegò “Adesso mi devo sbrigare a tornare a casa se non voglio fare le ore piccole o prendere un brutto voto.”
“Ah, ti capisco. Anche io domani ho un compito” rispose lui.
“Beh, mi auguro che tu abbia studiato.”
“Ehm… insomma, sì” confermò lui anche se sembrava a disagio.
“Ehi, di un po’, che cosa stai facendo?” domandò Raf, irritata, accostandosi al ragazzo. Sulfus sorrise ma la ignorò: sarebbe parso strano ad Andrea, che non poteva vederla, se si fosse messo a parlare con lei.
“Cioè, più o meno” aggiunse “Il fatto è che un’amica mi ha invitato ad una festa ed io ho dovuto accettare quindi non ho avuto molto tempo per studiare” confessò. Sulfus si massaggiò il mento, pensieroso.
“Mmh. Ti capisco ma… di feste con gli amici ce ne saranno tante mentre se prendi un brutto voto le conseguenze possono prolungarsi per un bel po’” disse.
“Questo lo so” concordò lui “Ma se non mi presentassi potrei offenderla” aggiunse.
“Ecco, Andrea, diglielo” annuì Raf, piazzandosi al suo fianco con le braccia conserte e il naso all’insù.
“Vero, ma puoi sempre spiegarglielo. Se è davvero tua amica capirà” spiegò lui. Andrea sembrò rifletterci su, guardò la porta chiusa dell’abitazione poi sorrise.
“Sai, hai ragione. Grazie per il consiglio” rispose.
“Non devi ringraziarmi, è il minimo che possa fare per scusarmi di averti travolto” rise lui “Allora ci si vede!” aggiunse, salutandolo con la mano, per poi sparire dietro l’angolo.
Lì Basilisco attivò la metamorfosi inversa, trasformandolo di nuovo in angelo prima che tornasse indietro: Andrea stava spiegando la situazione a Ginevra. La ragazza sorrise, anche se un po’ malinconicamente, ma rispose che capiva benissimo e che per lei non era un problema.
“Cosa stavi dicendo, poco fa?” domandò Sulfus, canzonatorio. Raf lo trucidò con lo sguardo ma non rispose, voltò i tacchi e se ne andò.








Angolino dolcioso:
cosa posso dire? Innanzitutto che mi dispiace per averci messo tanto ma non potete immaginare i problemi che ho avuto. Spero che questo capitolo, per quanto corto e povero di contenuti, sia quantomeno accettabile: diciamo che è una specie di “introduzione”, se così vogliamo chiamarla, alla storia vera e propria. Ho voluto far combattere Raf e Sulfus più che altro per dare una dimostrazione dei loro poteri che, a parte il Think Fly di Raf, sono molto diversi da quelli originali: ho cercato di adattarli al nuovo scambio di ruoli.
Ora che hanno iniziato a sfidarsi seriamente per avere la meglio su Andrea la storia scorrerà al ritmo di un fiume impetuoso che straripa dalla riva nell’alba dell’inverno…

Devo smettere di leggere Eragon, la poesia elfica ha un effetto devastante su di me.
Solo un’ultima cosa: dato che di recente ho letto il fumetto (che ho amato in modo assurdo, specialmente Sulfus che OMG ètenerosissimoquandofaloscontrosospecialmentedalmomentoincuisiaccorgedeisuoisentimentiperRaf! *coff*ed è pure più carino*coff*) ho deciso di riprendere un paio di cose da questo: tanto per cominciare angeli e diavoli possono toccarsi, il V.E.T.O. è circoscritto esclusivamente ai Terreni che non devono toccare in forma Eterna (e da qui nasceranno un bel po’ di guai); secondo, c’è la possibilità che possano apparire Mefisto e Ang-Lì, personaggi che fungono da co-protagonisti nel fumetto ma che appaiono solo di sfuggita nel cartone (sono ancora indecisa se farli vedere oppure no); terzo, avete presente tutto quello che sapete sul passato di Raf? Bene, scordatevelo: vive con sua madre in una bella grotta a Zolfanello City; quarto: Malachìa, come nel fumetto, sarà un diavolo che ha rinunciato alla sua natura Eterna per amore di una Terrena, il ruolo che avrà qui sarà un po’ diverso ma ugualmente importante.
Che dire? Preparatevi, perché ne vedremo delle belle!
Baci.



 

  
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