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Autore: Ashbear    06/06/2009    3 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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On the mountains of truth
you can never climb in vain:
either you will reach a point higher up today,
or you will be training your powers
so that you will be able to climb higher tomorrow.

--Friedrich Nietzsche

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ XXVII. DISPUTA ~

L'ultima benda si chiuse sulla sua mano. Attente, gentili, le dita di lui, di solito ruvide, avevano il tocco di piume sulla sua pelle. Rinoa era rimasta in silenzio, persa nei suoi pensieri mentre Squall si occupava delle sue ferite. Il vetro aveva lasciato tagli profondi, ma lei non aveva voluto andare in infermeria. Si rifiutava di perdere anche un solo secondo in cui poteva stare con la sua famiglia. Ogni istante era un dono: Rinoa Heartilly lo sapeva. Una magia curativa e le buone vecchie bende bastavano per lenire il dolore.

Messa via la cassetta del pronto soccorso, Squall sedette con cautela sul letto. In silenzio si appoggiò contro la spalliera, poi le sue braccia cercarono la ragazza, facendola distendere piano piano sul suo petto. Nessuno dei due disse niente... ultimamente il silenzio era diventato il loro luogo d'incontro. Ma forse il silenzio diceva di più di quanto avrebbero mai potuto fare le parole. Erano le emozioni a parlare, il loro legame si faceva sempre più chiaro... erano una cosa sola.

"Ellione è qui," disse lei alla fine, in un sussurro.

"Rinoa, sappiamo entrambi che è morta due anni fa."

"Sì, è così. Ma il suo spirito è ancora qui... ha continuato a guardarci." Rinoa si sollevò un po' per girarsi a guardarlo negli occhi. Posandogli la mano sulla guancia ruvida, fissò lo sguardo intensamente dentro ai suoi occhi... occhi che aveva sognato ogni notte, occhi che vedeva ogni giorno in Allison. "Ellione ci ha fatti riunire. Ha sempre vegliato su di noi, per tutto questo tempo... ma adesso sta cercando di avvertirci per il futuro." Una lacrima, una sola, le scivolò sul viso. "Squall, non aveva bisogno di avvertire me... io lo sapevo già. Sapevo benissimo che la mia vita è sempre in pericolo, lo sapevo. Tra due giorni, Ellione non sarà più qui, la sua anima si allontanerà. Avrei dovuto dirti prima di Allison... mi vergogno tanto..."

Squall si alzò a sedere e la strinse forte, facendola poggiare contro la sua spalla. Rimasero seduti, abbracciati.

"Rinoa... non devi. Non puoi continuare a guardare al passato... hai fatto quello che dovevi. Ora lo so. Io ti proteggerò. Non succederà niente... te lo giuro. Se morirai, in quel momento sarò anch'io senza vita accanto a te..."

"No!" Soffocò un grido. "Non devi... Squall non puoi farlo!" Rinoa si staccò da lui, lo guardò fin dentro l'anima. "Squall, promettimi che tu vivrai. Non lasciarti andare ad un pensiero come questo. Adesso non ci sono soltanto io... io sono secondaria. Promettimi che ci sarai per Allison. Non può perdere tutti e due i suoi genitori... lei ha bisogno di te."

"Dannazione, Rinoa... ma io ho bisogno di te."Senza neanche accorgersene l'attirò a sé, quasi con troppa forza.

"Squall, nostra figlia... non può restare orfana... non possiamo farle questo."

"Non ho intenzione di perdere nessuna di voi due."

"Certe cose non le possiamo controllare, Squall, certe altre sì. Se il mio destino è quello di andarmene, non posso non accettarlo. E neanche tu puoi. Squall, ci sono nemici che non puoi sconfiggere... la morte è uno di questi. Forse possiamo aver ingannato Mitchell per un momento, ma non possiamo nasconderci per sempre. Io ho passato gli ultimi due anni a nascondermi... non ce la faccio più a farlo."

"Te lo giuro, Rinoa, saremo una famiglia."

"Squall, lo siamo già... adesso, per l'eternità. Promettimi che, se dovrai fare una scelta, non te ne pentirai, mai... Allison è tutto... è il nostro futuro, è il nostro passato. Squall... lei è la cosa più bella di noi due. Dalle la vita che non abbiamo potuto avere."

Con un bacio leggero le asciugò le lacrime dalla guancia. "Rinoa, ti prometto che proteggerò Allison a tutti i costi... ma non pensare nemmeno lontanamente che lascerò che ti accada qualcosa. Ho sistemato le cose perché tu, Allison e Alex possiate andare ad Esthar: lì sarete al sicuro durante la guerra... e anche il generale Caraway ha ricevuto asilo politico dal governo di Esthar."

"Mio padre?"

"Sì, Rinoa, in questo momento si trova a bordo del Garden... è arrivato questo pomeriggio. Voleva solo lasciarti un po' di tempo per ambientarti prima che vi rincontriate."

"Lui è qui? Squall, sa di Allison?"

"Credo sappia che hai un figlio... ma non penso conosca i dettagli. La sua prima preoccupazione era che tu fossi sana e salva, i dettagli non avevano importanza in quel momento."

"Quindi andremo ad Esthar?"

"Ho contattato Laguna e non vede l'ora di averci lì. Questa nipote è come una seconda possibilità anche per lui... abbiamo tutti commesso degli errori."

Rinoa piegò la testa di lato con uno sguardo interrogativo. "Quando l'hai contattato?"

"Prima, mentre tu eri dalla dottoressa."

"E gli hai detto di sua nipote?"

"Non avrò fatto male, spero?"

"Squall, ma io non ti avevo ancora detto che Allison è... lo sapevi già, non è vero?" Ecco a cosa era dovuta tutta quella specie di interrogatorio."

Lui abbassò lo sguardo, sciogliendo lentamente il suo abbraccio, e passò le dita sul copriletto. "L'ho scoperto prima, a bordo della Lagunarok... ma dovevo sentirlo da te."

Rinoa fece segno che aveva capito, senza avere reazioni esagerate. "Avrei dovuto essere io a dirtelo... due anni fa. Grazie... grazie per averlo comunque fatto dire a me. Non sai quanto mi sono sentita sollevata a pronunciare quelle parole."

"Lo so." Ci fu una lunga pausa. "Rinoa, anche se io non fossi stato il padre biologico di Allison... lei sarebbe stata comunque mia figlia. È una parte di te, e semplicemente per questo la amo." Lei sospirò di felicità, stringendosi forte le braccia al petto.

Squall diede un'occhiata al bagliore digitale dell'orologio. "Rinoa, è tardi... dobbiamo riposarci un po'." La ragazza sorrise e gli stampò un rapido bacio sulle labbra. Lui scese dal letto per andare in bagno, e Rinoa lo sentì buttare via i pezzi di vetro. Rimase seduta nella luce soffusa, ad osservare la suggestiva danza delle stelle nel cielo notturno.

Allungandosi per spegnere la lampada, notò un libro che era stato lasciato sul suo comodino. Capì subito che era qualcosa che Alex doveva aver preso in prestito dalla biblioteca. Prese il libro, pensando che forse poteva servire a tenere lontani i pensieri di troppo. Se c'era una cosa che sapeva era che non sarebbe mai riuscita a dormire finché lui non fosse tornato; e mai avrebbe voluto farlo.

Aprì il libro, lo sfogliò. Poesia, avrebbe dovuto immaginarselo... era una di quelle cose che piacevano ad Alex, eppure Rinoa non riusciva proprio a capirla. Forse era perché non aveva mai permesso a se stessa di sentire le parole, sentire le emozioni. Forse era che la semplicità rendeva tutto più triste. L'eleganza raffinava la passione; la limpidezza alludeva a cose con cui non si sarebbe mai confrontata, né sarebbe stata in grado di farlo. Vari titoli le passarono sotto gli occhi mentre scorreva le pagine... e poi si fermò. Nella sua mente lesse la poesia, rapita dalle parole.

Quando Squall rientrò nella camera, lei era immersa nel libro. Rimase immobile, incantato, mentre la fioca luce metteva in rilievo gli splendidi tratti del viso di lei. I capelli castano scuro scendevano a nasconderle gli occhi, la pelle perfetta era più luminosa di qualsiasi stella. Era bellissima; era tutto per lui. Alla fine, trovò la forza di muoversi. Andò a sedersi sul letto, e scivolò tra le coperte soffici. Poi, incuriosito, Squall sbirciò oltre la spalla di lei: doveva scoprire cos'era che l'aveva avvinta così tanto. Il Comandante sempre serio si ritrovò anche lui ad esaminare le parole.

Rinoa lesse gli ultimi versi con un filo di voce.

Come la luce
sfuma nella tenebra
così con lei se ne va
ogni dubbio.

Ogni dubbio che il mio amore
possa avere fine per
quel cuore che è così vicino
al mio.

Col mio ultimo
Respiro io sussurrerò
una promessa che
parla sincero

Ascolta il mio cuore
vedrai la verità
e i miei ultimi pensieri
saranno d'eternità

con te.

Nessuno dei due disse niente. Squall le tolse di mano il libro, rimettendolo sul comodino. Quando spense la lampada, solo la luce della luna batteva sul letto. Restò ad ascoltare il suono del suo respiro, finché non poté più trattenersi. Tra le ombre, trovò le labbra morbide di lei, e lentamente la sentì abbandonarsi alla passione.

Ti amo, Squall... promettimi che non ti pentirai mai di nessuna decisione. È questo ciò che desidero... Sentì queste parole tacite nella sua mente.

Stupito, si separò di colpo da lei. "Cosa? Come hai fatto? Dentro al camion, e quando eravamo nei boschi di Trabia... anche allora ti ho sentita. Non era la mia immaginazione, vero?"

Anche se poteva vedere il suo sorrisetto, riusciva lo stesso a percepirlo. Sì, Squall... tu puoi sentirmi, le nostre menti sono legate. Anch'io potrei sentire te, se lo vuoi.

Focalizzando i pensieri su di lei, parlò, ma senza che le sue labbra si muovessero. Non capisco... prima, quando stavi al Garden, non hai mai provato a fare niente di tutto questo.

Allora non potevo... non mi avevi dato tutto te stesso. L'avevi fatto fisicamente, ma mai nell'anima. Solo quando mi hai aperto la porta sulle tue paure abbiamo potuto raggiungere questo livello.

Non gli veniva nessuna parola sua, così Squall ripeté gli ultimi versi della poesia. Questa volta li pronunciò ad alta voce.

Ascolta il mio cuore
vedrai la verità
e i miei ultimi pensieri
saranno d'eternità

con te.

Rinoa gli afferrò la catena d'argento che aveva al collo e lo attirò a sé. "Per l'eternità," sussurrò dolcemente in risposta.

*~*~*~*~*

Minuscoli granelli di polvere volteggiavano nell'aria, ognuno che prendeva la propria strada senza che nulla lo guidasse, solo l'aria immobile e il destino. Lui stava dormendo, e, in un certo senso, ne era contenta. La sua mente era combattuta tra l'alzarsi o meno dal letto che avevano condiviso... il letto in cui avevano fatto l'amore quella notte.

Ma aveva voluto farlo davvero? Oppure era stata solo una reazione fisica a tutto lo stress che aveva affrontato? Mai, neanche in un milione di anni, diavolo, neanche in un miliardo di anni avrebbe potuto immaginarsi una situazione come quella. Così tante cose stavano succedendo intorno a lei, e così tante persone erano state ferite. Eppure lei si era ritagliata del tempo per abbandonarsi ai suoi egoistici desideri. Dopo tutte le menzogne, come poteva avere il diritto di essere felice?

Aveva perduto quel diritto in quel giorno fatale.

Il suo corpo s'irrigidì, il senso di colpa le annebbiava la ragione. Scese dal letto lentamente, per non svegliare Seifer. Recuperati i suoi abiti sparsi sul pavimento, si vestì senza fare rumore. E, di nuovo, ritrovò la sua immagine nello specchio mentre si sistemava la camicetta.

Seifer si era svegliato appena lei aveva fatto il primo tentativo di alzarsi dal letto, ma fece finta di stare ancora dormendo. Lui non disse niente. In quel momento, non sapeva bene cosa dire. Ogni frase che aveva pronunciato sembrava in qualche modo suonare sbagliata in quella situazione. L'ultima cosa che voleva in quel momento era essere visto come il solito stronzo che tutti avevano ormai imparato a conoscere. Invece, rimase sdraiato in silenzio, lasciando che fosse lei a dirigere la situazione. Se voleva andarsene e lasciarsi tutto questo alle spalle, l'avrebbe capita.

Non era ciò che desiderava, ma chi era lui per decidere qualcosa in quel momento?

Nel buio delle sue palpebre, poteva vedere ogni passo che la ragazza faceva mentre lottava con la zip del suo vestito. Ogni fruscio di stoffa gli faceva venire voglia di gettarsi giù dal letto e prenderla fra le braccia. Ma non l'avrebbe fatto. Non ne aveva il diritto.

Quella notte era stata straordinaria. Semplicemente straordinaria. Non aveva intenzione di fare la parte dell'innocente, perché non lo era di certo. Era stato con più donne di quante gl'importasse di ricordare: in un certo senso, era un modo di dimenticare tutti i suoi fallimenti, era come una droga. Il sesso avrebbe potuto essere anche il fumo o l'alcol, era lo stesso. Era una cosa che aveva sempre fatto senza sentire nulla, una reazione priva di qualsiasi emozione alle paure che si portava dentro.

Ma questo era diverso, e per la prima volta nella sua vita, aveva fatto l'amore... e in risposta aveva provato amore. Ogni centimetro della pelle di lei era così delicato e puro, mentre quella di lui sembrava tanto avvelenata e sporca. Nella sua mente, niente di quello che Quistis aveva fatto poteva sottrarle la sua bellezza, perché era semplicemente un essere umano. Gli errori che aveva commesso erano da ricollegare ai suoi sogni, ai suoi desideri. I sogni avevano accecato anche lui già una volta, facendogli perdere tutte le cose e tutte le persone che aveva care. I sogni possono essere una forza trascinante, e anche se inespressi e irrealizzati, dominano ogni tua azione. E il suo sogno era Squall.

Per un istante, sussultò in silenzio a quel nome. Pensieri orribili gli attraversarono la mente, era forse di nuovo un sostituto di lui e basta? Con chi Quistis aveva fatto l'amore quella notte... almeno nella sua immaginazione? Per la prima volta dopo un tempo lunghissimo, un'ombra di gelosia gli entrò nel cuore. Era tornato soltanto per aiutare il suo rivale ad uscire dalle tenebre che gli avevano oscurato la vita. Quello che non si aspettava era che le tenebre che oscuravano la sua, di vita, potessero trovare un piccolo raggio di luce. Ma sarebbe bastato?

Aveva di fronte un futuro incerto, e, da quel frangente, lo stesso era per lei. Non aveva il diritto di coinvolgerla nei suoi problemi, aveva già i suoi con cui combattere. La donna era rimasta in silenzio durante i pochi minuti in cui lui si era interrogato su quelle eterne questioni. Una parte di lui voleva che Quistis se ne andasse e basta, voleva custodire nel cuore il ricordo di quell'ultima notte come qualcosa di sacro. Ma la parte maggiore desiderava che lei gli tornasse accanto e gli dicesse tutte quelle cose che aveva solo sognato di poter sentire da un altro essere umano.

Era mai possibile innamorarsi di qualcuno in un così breve periodo di tempo? ...no. Eppure, non era un periodo breve, era una vita intera. Forse altri potevano avere un amore a prima vista, ma a lui serviva qualcosa di più.

Infine, Quistis si diresse verso la porta, riflettendo sul modo migliore per affrontare la situazione. Pazzesco come nella sua mente considerasse una notte in cui si era sentita un essere umano e si era sentita amata una 'situazione'. Era già in ritardo per un colloquio con Cid, e per di più uno che avrebbe volentieri evitato. Anche quel minimo di rispetto che sentiva di possedere ancora in qualità di SeeD, probabilmente lo avrebbe perso quando gli altri avrebbero saputo ciò che aveva fatto quella notte. E con lui, la persona che aveva messo in moto l'inizio di tutta quella catena di eventi.

Ma che diavolo importava? Forse nella sua vita avrebbe avuto una cosa sola, una notte sola. E quella, nessun Comandante della SeeD, nessuna reprimenda avrebbe potuto portargliela via. Tornò verso di lui, esitò un istante. E poi Quistis si chinò e gli diede un lievissimo bacio sulla fronte.

*~*~*~*~*

La luce del sole sostituì la luna, i suoi raggi filtrarono attraverso la finestra aperta. Rinoa si alzò a sedere e si accorse immediatamente che Squall non era accanto a lei. Si strinse addosso il lenzuolo per coprirsi il corpo nudo. Gettando un'occhiata fuori dalla stanza si accorse del rumore, a basso volume, della televisione. In tutti quegli anni, non ricordava una sola volta in cui Squall si fosse messo di sua spontanea volontà a guardare alcunché: era sempre stata lei quella che noleggiava i film, e lo costringeva a passare serate sul divano – serate che, ne era sicura, lui avrebbe preferito trascorrere a pianificare battaglie o ad addestrarsi in nuove tecniche di Gunblade.

Stropicciandosi gli occhi per scacciare il sonno, si alzò in piedi. C'era un accappatoio, portato da Selphie, appeso vicino alla porta del bagno, e lei lo infilò e se lo legò in vita, prima di fermarsi ad osservare il suo riflesso nello specchio. Tante cose erano successe, e tante dovevano ancora accadere. Si ravviò dietro la nuca i capelli disordinati, poi si diresse verso il salotto.

E quando entrò, quello che vide era veramente la cosa più bella che avrebbe mai potuto sognare... anzi, andava anche oltre qualsiasi fantasia che Rinoa si sarebbe potuta immaginare. Squall era disteso sul divano, il petto nudo un poco scoperto, e da sotto il plaid grigio che lo ricopriva spuntavano anche i piedi. Aveva il braccio destro sotto la testa, a stringere un piccolo cuscino. E appoggiata contro il suo petto stava Allison... addormentata, aggrappata al collo di lui. Il braccio sinistro di Squall la teneva stretta a sé, in segno di protezione.

Di sicurezza.

Come si possono descrivere simili emozioni? Tutti gli eventi le passavano davanti agli occhi. Nel corso di sette anni, la vita di Rinoa era drasticamente cambiata. I suoi sogni erano cambiati. Quando era bambina, la sua favola parlava di una bella principessa, di un principe che conquistava il suo cuore, di draghi sconfitti, castelli in aria, e poi vissero per sempre felici e contenti. Non erano nient' altro che i suoi sogni di bambina. Eppure, quei desideri avevano dato forma al suo futuro e alla persona che era oggi.

Con l'età adulta, i sogni si erano trasformati. Rinoa aveva sostituito le fantasie di castelli di pietra con una piccola casa che potesse chiamare sua. Niente di particolare, niente di straordinario... semplicemente, un posto dove potersi sentire serena e protetta. Il drago sputafuoco era stato sostituito dai nemici che si trovava attorno, quelli noti e quelli sconosciuti; quel dragone era solo una metafora per tutte le missioni cui era riuscita a sopravvivere, tutte le avversità che aveva ogni volta affrontato.

Ma il principe, quello non era cambiato.

Perché lui era l'unico elemento dell'equazione che si fosse avverato. Aveva trovato il suo principe, il suo cavaliere, in un'incredibile girandola di eventi. E loro due insieme condividevano la stessa anima, e ognuno non era completo senza l'altro.

Magari la fine della favola non si sarebbe realizzata, ma a differenza di tanti altri, lei poteva dire di averla vissuta almeno per un momento... da piccola, aveva sognato di fama e fortuna. Da grande, di anonimato e semplicità. I sogni dell'infanzia si erano infranti contro la giovinezza, quelli di oggi contro il destino.

Ma per pochi giorni, e non importava quanto fossero insignificanti rispetto all'immensità della storia e del tempo, Rinoa Heartilly e Squall Leonhart avrebbero avuto quello che tanti sognavano... vita, amore, e una famiglia. Era qualcosa di vero, qualcosa di puro.

La televisione chiacchierava piano in sottofondo. Il programma pareva uno di quei documentari sulla natura... Squall non avrebbe mai guardato nulla che avesse a che fare con gli animali e i loro cuccioli. Con una risatina tra sé e sé, capì che ce l'aveva proprio messa tutta: anche se non erano cartoni animati, si trattava comunque di un riconoscibile tentativo di divertire Ally... lo amò anche per questo.

Mentre camminava si sentiva spezzare il cuore, ad ogni passo sapeva che quel momento non sarebbe durato. Ma desiderava unirsi a loro, ed era quell'emozione adesso a guidare le sue azioni. Quando lei si avvicinò, Squall cominciò a stiracchiarsi, aprì lentamente un occhio... la sua espressione rimase la stessa. Rinoa non poté trattenersi dal sorridere di fronte a quella scena, era così innocente.

Inarcando un sopracciglio, disse, "ehi, voi due, buongiorno."

I loro sguardi s'incrociarono, ma Squall continuava a non muoversi. Rinoa si piegò su di lui.

"'Giorno," fece lui, alla fine.

"Spero che non ti abbia dato troppi problemi," lo canzonò in risposta Rinoa. "Lo sai come possiamo essere noi Heartilly."

"Niente che io non possa trattare," disse disinvolto, con un sorrisetto.

"Ma certo, sono sicura che anni di SeeD ti hanno addestrato a dovere. Ballare e cambiare pannolini sono cose che ti insegnano ai primi anni."

"Ti sorprenderebbe sapere le cose che la SeeD ti fa imparare. Dio, sono sorpreso io per le cose che noi abbiamo imparato."

"Non voglio neanche pensarci," replicò lei, passandogli le dita tra i capelli. Squall chiuse gli occhi, concedendosi il semplice piacere di esistere. Un pensiero improvviso gli attraversò la mente, una cosa su cui s'interrogava sin da quando aveva saputo di Allison, una cosa a cui aveva pensato tanto, tre anni prima.

"Rinoa, perché l'hai chiamata Allison? Avevi scelto quei nomi già un sacco di tempo fa... c'era un motivo?"

Rinoa piegò la testa di lato, negli occhi un'espressione di stupore. "Squall?"

"Che c'è?" chiese lui, tirandosi a sedere. Spostò piano Allison sul suo petto mentre la ragazza si sedeva sul divano accanto a lui.

"Ma davvero non lo sai?"

Nessuna risposta. Dal suo sguardo, capì che era appena un po' in agitazione. Squall Leonhart non era mai stato il tipo da indovinelli.

"D'accordo," disse in un filo di voce. Si piegò ad accarezzare con tocco leggero il braccino paffuto di sua figlia. "Squall, prima che Ellione venisse uccisa... una sera, io e lei parlammo. Mi chiese della possibilità... o impossibilità, per me, di avere dei figli. Era preoccupata di come io la prendessi, ma immagino che a quell'epoca per me avere una famiglia fosse fuori discussione. Finimmo per parlare tutta la notte. Mi raccontò dei suoi genitori e della sua vita prima che fosse andata a stare da Raine."

Squall abbassò lo sguardo, rammaricato. "Non ho mai pensato ai suoi veri genitori. Lei non ne parlava mai."

"Lo so. Squall, l'ha fatto per una ragione. Voi bambini ne avevate passate tante. Lei, che era la più grande, si era presa davvero a cuore il suo ruolo di sorella maggiore, e non voleva che nessuno pensasse a quello che aveva dovuto passare lei... a come era finita lì... a tutta la storia che voi non sapevate."

"I suoi genitori... furono uccisi dal governo di Esthar."

"Sì. Di loro, lei ricordava solo frammenti; e alcuni ricordi si mescolavano anche alle menzogne dell'esercito di Adele. Non poteva separare i fatti dalle invenzioni... ed era questo il futuro che io temevo che Allison potesse avere. Però lei sapeva che i suoi genitori le avevano voluto bene, e su questo non aveva mai avuto alcun dubbio. I suoi genitori si chiamavano Aaron ed Allison... "

"Avrei dovuto saperlo." Rivolse uno sguardo profondo a sua figlia, rimpiangendo tutte le cose che non aveva mai appreso. Tutte le cose di cui non si era mai curato.

"Non ti preoccupare, Squall, lei sapeva quanto contava per te. Promisi a me stessa che se mai avessi... avessimo... avuto dei figli, si sarebbero chiamati in onore dei genitori di Ellione. E poi, quando conobbi Alex, e seppi che era la sorellastra di Ellione... il nome Allison era proprio perfetto."

"Lei era la madre sia di Ellione che di Alexandra."

"Proprio così, Squall, è stato come se il destino ci avesse fatte incontrare... avevo già deciso di chiamare mia figlia con il nome della madre di chi poi si sarebbe presa cura di lei... una persona di cui all'epoca nessuno di noi sapeva niente. Allison era davvero fatta per riunirci tutti... "

*~*~*~*~*

"Come sarebbe a dire Esthar?" scattò l'uomo, fuori di sé.

"Mi dispiace... non pensavo che sarebbero scappati." Lei sembrava spaventata, impaurita per come avrebbe reagito l'uomo.

"Le cose non sarebbero mai dovute arrivare fino a questo punto. A quest'ora lei doveva già essere stata catturata. Non me ne frega niente di come farai; prendi quella dannata bambina se devi... "

"La Strega è troppo ben protetta, ma per la bambina forse Squall potrebbe allentare la guardia. Se fosse messo di fronte ad una scelta..."

"È questo che mi piace di te," replicò lui. "Quando tutta questa storia finirà, staremo insieme... sai benissimo quello che provo per te. Senza il tuo aiuto tutto questo non sarebbe stato possibile."

"Anch'io ti amo, ti amo più di quanto tu possa sapere. Non vedo l'ora di diventare ufficialmente la first lady di Galbadia."

"Anch'io non vedo l'ora, cara."

Posò il ricevitore sul comodino e tornò a voltarsi verso la donna distesa accanto a lui.

"Chi era?" domandò lei.

"Nessuno d'importante," rispose. "Solo una persona nel posto giusto al momento giusto."

*****
Note delle traduttrici: insieme a questo capitolo è stata pubblicata la revisione e a tratti completa ritraduzione dei capitoli 15, 16, 17 e 18, ad opera di Alessia Heartilly.
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Citazione di apertura: aforisma di Nietzsche.
Le montagne della verità
non si scalano mai invano:
o si raggiunge un punto più alto oggi,
o ci si allena
per essere in grado di scalare più in alto domani.
- Alessia Heartilly

   
 
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