Ciao carissime,
eccoci arrivate ad un
nuovo aggiornamento della storia.
Credo di dovervi
informare, come penso
abbiate immaginato, che la storia sta per volgere al termine.
Mancano pochi
capitoli, forse tre o
quattro o anche meno.
Nel frattempo
sto iniziando un'altra
Dramione per portarmi avanti ma credetemi se vi dico, che sono in alto
mare.
Comunque basta
chiacchiere; vi lascio
alla lettura del capitolo e ringraziandovi immancabilmente per il
vostro
affetto, vi do appuntamento a sabato prossimo.
Baci Lorian
Capitolo 13 -
Chiarimenti necessari
La notizia della
punizione data a
Ronald aveva fatto il giro del castello, più velocemente di
un Avada kedavra.
Si erano formate
due fazioni ben
distinte: una che dava ragione al rosso e che continuava a perseverare,
anche
se in silenzio, nell'odio e nel rancore e l'altra che invece, lo
condannava
apertamente ridacchiando e prendendolo in giro.
Lavanda non
aveva fatto altro che
piagnucolare a destra e a sinistra, continuando a dire che lui non
aveva fatto
niente e che era stato provocato da quel mostro di Malfoy.
Ovviamente la
maggior parte delle
persone non le aveva creduto, perché sapevano bene quanto la
ragazza fosse
melodrammatica.
Ron aveva
strepitato in lungo e in
largo, precisando che non era giusto che lui si beccasse una punizione
del
genere e che se c'era uno che avrebbe dovuto eseguirla, quello era di
sicuro il
biondo maledetto.
Gli alunni della
scuola sapevano che
la preside non era una che elargiva castighi senza motivo e credevano
che se
lui se la era beccata, probabilmente aveva fatto quello di cui era
accusato.
Ciononostante,
avevano evitato di
esprimere giudizi gratuiti per via del terrore di commettere qualche
cavolata,
che li avrebbe portarti a subire una condanna simile.
Sapete come si
dice, Mors tua vita mea.
I magnifici sei,
erano gli unici del
tutto impassibili; loro camminavano per i corridoi, senza dare agli
altri il
minimo spunto per capire cosa ne pensassero.
Luna era stata
la sola ad essere
apertamente interrogata o per meglio dire sottoposta ad una tortura
continua di
domande, supposizioni e accuse, provenienti da tre case su quattro.
Ovviamente
Serpeverde, si era ben
guardata dal porre la qualsivoglia domanda alla bionda,
perché mai loro
altezzosi principi e vanitose principesse, si sarebbero abbassati a
rivolgere
la parola a chi non credevano loro pari.
Ovviamente Luna
non se ne era fatta
un cruccio e per quanto riguardava le altre casate, si era limitata ad
alzare
le spalle, ad annuire, a negare o a ridacchiare a seconda della
supposizione o
castroneria che le era stata rivolta.
Harry e Ginny
avevano cominciato a
stufarsi di questa incresciosa situazione e dell'ostracismo che Ron
aveva
continuato a manifestare, nonostante fosse ormai palese che era rimasto
praticamente l'unico, a combattere una battaglia già persa
in partenza.
La cosa che li
aveva fatti inquietare
in particolar modo, era il pensiero che tutto quel bailamme fosse stato
montato
da Ronald, solo per la rabbia dovuta al fatto che Hermione avesse
scelto il
loro peggio nemico.
Il rosso non
aveva mai ritenuto
necessaria la possibilità di dichiararsi alla ragazza,
ritenendola una casta e
pura quindi va da se che per divertirsi, avesse orientato le sue mire
su
Lavanda che era decisamente più disponibile in quel senso.
Che la Brown ne
fosse innamorata, non
era un problema che lo riguardava; al momento in cui avrebbe deciso di
liberarsene, l'avrebbe fatto senza porsi il minimo problema.
Era cosa nota a
tutti infatti, la
convinzione che un giorno avrebbe sposato Hermione e che lei gli
apparteneva
quindi era quasi scandaloso per lui, il fatto che la giovane avesse
scelto
Draco.
Se poi avesse
solo immaginato che i
due avevano già consumato, si sarebbe scatenata la terza
guerra magica.
Gli unici che se
ne erano fregati di
tutta quella situazione, erano proprio loro: Draco e Hermione.
I due ragazzi
non facevano caso a ciò
che stava succedendo, non gli interessava se Ronald si era beccato una
punizione.
L'idiota se
l'era meritata e ora era
giusto, che pagasse le conseguenze delle sue intemperanze.
No, l'unica cosa
che stazionava fissa
nei loro cervelli era la necessità, quasi fisiologica di
chiarire tutto ciò che
era successo tra di loro.
Chiarire e poi
iniziare a vivere
finalmente senza strascichi.
Così,
dopo aver avvisato Blaise per
non farlo preoccupare di nuovo, avevano deciso di saltare la cena e si
erano
diretti nella stanza di Draco, alla torre Nord.
Giunti
lì, il biondo aveva sigillato
l'uscio e imperturbato l'ambiente poi aveva invitato la ragazza ad
accomodarsi.
Hermione
dapprima titubante, aveva
poi acquistato più sicurezza e con il passo deciso si era
diretta verso il
letto del ragazzo, ci era salita a carponi poi si era tolta le scarpe e
si era
seduta vicino ai cuscini.
Aveva incrociato
le gambe e con le braccia
conserte, si era appoggiata alla spalliera del letto poi aveva atteso che lui la
raggiungesse.
Draco l'aveva
guardata e si era
sentito orgoglioso e fortunato: aveva una leonessa seduta sul suo letto
e non a
tutti capitava una sorte così bella.
Con un
sorrisetto sghembo impresso
sulle labbra, l'aveva raggiunta poi si era seduto sul letto e le aveva
afferrato la mano.
Guardandola
negli occhi, le aveva
detto: " Ora io e te, parliamo!".
La ragazza aveva
annuito decisa e
aveva mormorato: " Anche io voglio farlo, così almeno poi
potremo partire
da zero lasciandoci alle spalle tutti i dubbi.
Diventeremo
più forti e non
permetteremo a nessuno di separarci!".
Draco aveva
irrigidito la mascella
poi aveva quasi sibilato: " Puoi scommetterci la testa che non lo
permetterò, tesoro!
Tu sei mia,
Hermione e questa è una
cosa incontrovertibile!".
Poi dopo aver
fatto un lungo respiro,
il ragazzo le aveva chiesto: " Ti sei sentita in imbarazzo stamattina?".
Lei era
leggermente arrossita e aveva
risposto: " Devo ammettere che mi ha spiazzato, perché in un
primo momento
pensavo fosse un sogno.
Sentivo la tua
voce che mi chiamava e
quando ho aperto gli occhi e ti ho visto al mio fianco nudo, tutto
è diventato
chiaro.
Mi sono passate
davanti agli occhi
tutte le immagini di ciò che avevamo condiviso ma poi i miei
occhi sono scesi
sull'orologio e quando ho visto l'ora, mi è preso il panico.
Insomma... ormai
mi conosci; sai che
per me la scuola è importante.
Non vorrei mai
perdere le lezioni,
così come non desidero ricevere dai professori rimbrotti e
castighi.
Per via della
guerra ho già perso un
anno, come tutti del resto!
Sai che io,
Harry e... Ronald siamo
partiti alla ricerca degli Horcrux e nonostante sapessi che quello
che stavo
facendo era importante, la
scuola mi mancava!".
Draco aveva
storto la bocca poi aveva
risposto: " Non ti sei persa niente! Hogwarts nelle mani dei Carrow era
uno schifo e probabilmente, fanatici com'erano non ti avrebbero nemmeno
fatta
entrare.
Io per primo
desideravo andarmene,
nonostante non venissi mai toccato da quei mostri.
In
realtà ero diviso tra due fuochi,
perché qui c'erano quei deficienti che comandavano come se
il castello gli
appartenesse mentre a casa mia, c'era quel pelato senza naso che
spadroneggiava!".
Hermione aveva
annuito, consapevole
della verità che c'era nelle parole di Draco poi aveva
ripreso a parlare:
" Ora sono qui e sto recuperando l'anno che ho perso.
Voglio
affrontare la vita a testa
alta, senza avere né rimorsi né rimpianti.
Hogwarts mi
mancherà sempre, perché è
stata la mia casa per otto anni ma potrò tornarci quando
voglio.
Tra ventisette
giorni ci saranno gli
esami e voglio passarli senza problemi.
Desidero uscire
da Hogwarts con te
mano nella mano, affrontando a viso aperto tutto quello che il destino
ci ha
riservato!".
Poi l'aveva
guardato e gli aveva
chiesto: " E tu invece, che cosa hai provato, stamattina?".
Il ragazzo aveva
ghignato poi aveva
risposto: " Per quanto mi riguarda, sai bene che l'imbarazzo non mi
appartiene.
Se devo essere
sincero, la prima
sensazione che mi aveva colto è stata la confusione.
Non capivo cosa
fosse successo per
convincermi ad addormentarmi sulla Torre di Astronomia poi il mio
pensiero è
andato a Blaise e l'ho immaginato nervoso e preoccupato, per il fatto
di non
sapere dov'ero.
Successivamente
mi sei venuta in
mente tu e ti ho immaginata furiosa con me, perché
nonostante il clima sia un
po' più disteso, c'è ancora qualcuno che mi
farebbe volentieri la pelle.
Poi mi sono
mosso e ho sentito il
calore di un corpo accanto al mio.
Mi sono girato
di scatto e ho
riconosciuto i tuoi capelli che in quel momento ti coprivano il viso e
tutto
quello che è accaduto, mi è esploso nel cervello.
In quel
frangente l'unica sensazione
che provavo era la paura!".
Hermione aveva
inarcato un sopraciglio
poi gli aveva domandato: " In che senso hai provato paura?".
Il ragazzo aveva
scosso le spalle poi
aveva risposto: " Avevo il timore che tu ti pentissi e che mi cacciassi
via.
Ero basito,
perché non mi era mai
capitato di sentirmi così.
Con le mie altre
esperienze, non mi
facevo remore a cacciare la lei di turno ma con te, invece sentivo che
non
avrei mai voluto staccarmi.
Ho incrociato
metaforicamente le dita
e credo di aver pregato ogni divinità che mi sia venuta in
mente poi ti ho
svegliata.
Mi aspettavo
pianti, recriminazioni,
freddezza o altro e invece per Salazar, l'unica cosa che mi hai detto
era di
sbrigarmi perché eravamo in ritardo.
Non sapevo se
ridere o piangere; ero
letteralmente scioccato e ho anche pensato che fosse una specie di
reazione strana.
Hermione, tu sei
la donna che amo e
sapere che ora mi appartieni anche fisicamente e non solo con il cuore,
non ha
prezzo.
Ti ho
già detto che desidererei che
diventassi mia moglie.
So che tutto
questo non dovrà per
forza avvenire domani ma voglio che anche agli occhi degli altri, tu
sia mia.
Nessuno
dovrà mettersi in mezzo tra
di noi, perché non lo permetterò!".
Hermione lo
aveva accarezzato poi gli
aveva detto: " Ti ho già detto quello che penso.
Anche io voglio
essere tua moglie!
Non devo
nascondermi e desidero che
tutti sappiano che io e te siamo innamorati.
Però
è bene mettere in chiaro subito
una cosa: non voglio un matrimonio sfarzoso o pacchiano.
Mi piacerebbe
che fosse una cerimonia
semplice tenuta all'aperto, in mezzo al verde magari in un mese caldo!".
Draco aveva
annuito poi le aveva
risposto: " Sono d'accordo con te e stavo pensando una cosa.
So che non hai
un bel ricordo del
Manor, perché quello che hai vissuto lì non si
può dimenticare!".
Mentre diceva
quelle parole, con un
dito le aveva accarezzato la scritta che Bellatrix le aveva inciso sul
braccio
poi aveva continuato, mormorando: " Volevo però informarti
che tante cose
sono cambiate.
Dopo l'arresto
di Lucius, ne sono
diventato il proprietario perché il Manor passa di padre in
figlio e anche se
lui non era morto, tutti sapevano che da Azkaban non sarebbe
più uscito.
Quindi con il
consenso di mia madre
ho fatto diverse modifiche: innanzitutto ho eliminato materialmente
alcune
stanze, prima tra tutte quella dove sei stata torturata e poi la sala
da pranzo
dove è stata uccisa la professoressa Burbage e quella dove
dormiva quel mostro
che di casa mia, si sentiva il padrone.
Ho riqualificato
le segrete,
trasformandole in una grande e spaziosa cantina, ottima per conservare
cibi e
vini.
Ho contattato
gli Spezzaincantesimi
migliori per far ripulire il Manor, ho chiuso passaggi segreti e
trabocchetti e
ho eliminato i quadri più cattivi dai muri.
Ho cambiato
colore alle pareti,
prediligendoli chiari e anche il pavimento è stato
modificato: prima era di
pietra grezza ora invece è tutto di marmo grigio e lucido.
I mobili sono
stati bruciati e non ho
voluto lasciare nulla di ciò che c'era prima.
Io e mia madre
abbiamo liberato tutti
gli elfi del Manor poi li abbiamo assunti, con regolare stipendio e con
tutti i
diritti!".
Hermione aveva
spalancato la bocca
scioccata, sentendo l'ultima affermazione del ragazzo e lui, dopo aver
ghignato
aveva detto: " Non hai idea di quanto è stato difficile.
Non riuscivano a
capire che non li
stavamo cacciando via.
Un elfo
domestico viene allevato con
lo scopo di servire i propri padroni e difficilmente si lamenta.
Per loro il
fatto che li stavamo
liberando era un dolore e un'offesa enorme, perché si erano
convinti che non
eravamo contenti del loro operato.
Solo quando gli
abbiamo spiegato che
non sarebbe cambiato nulla, a parte una divisa linda e pulita, si sono
tranquillizzati.
Mia madre poi si
è occupata del
giardino che è tornato bellissimo.
E' pieno di
fiori colorati e
profumati e c'è anche un hortus
conclusus pieno di piante ed erbe
medicinali.
Ho
creato anche una bellissima piscina contornata da tanti alberi.
Non
ti
chiedo di andare a vivere lì, perché
sarà una decisione che prenderai tu ma mi
piacerebbe, che la cerimonia si svolgesse nel parco.
In
linea
di massima avresti il tuo matrimonio all'aperto e non dovresti
impazzire per
cercare la location.
In
questo modo potresti concentrarti su tutto il resto, sai il vestito,
gli
inviti, gli addobbi eccetera!".
Hermione aveva
sorriso e lui
rincuorato aveva continuato, dicendo: " La settimana scorsa mia madre
mi
ha scritto per chiedermi un favore.
Come sai
già si è avvicinata molto a
mia zia Andromeda, cancellando di fatto anni di lotte e di odio. Mi ha
chiesto cosa ne pensassi del fatto
che la voleva invitare a vivere lì con il nipote.
Ammetto che in
un primo momento ero
dubbioso ma non per il fatto che qualcun'altro vivesse lì ma
perché proprio al
Manor, era stato ucciso suo marito.
Bellatrix in
persona l'aveva fatto ed
era anche orgogliosa di questa mostruosità,
perché se l'era ripromesso quando
mia zia era scappata di casa con lui.
Non ho bisogno
di dirti che quella
era un'invasata e malata di mente, perché l'hai conosciuta
purtroppo.
Io non sapevo
neppure chi fosse
quell'uomo; ero al corrente che era prigioniero nelle segrete ma non
conoscevo
il suo nome.
Poi un giorno
quella bastarda, aveva
ordinato agli elfi di portarlo al nostro cospetto e davanti a noi era
apparso un
uomo magro ed emaciato.
Non so
perché ma i suoi occhi si
erano fissati nei miei e io ne ero stato quasi affascinato.
Era tranquillo,
come se tutto quello
fosse solo uno stupido scherzo, come se non si trovasse in catene di
fronte ai
suoi aguzzini.
Mi sono sentito
male per lui e mi
sono vergognato, perché quella non era la vita che
immaginavo.
Eravamo
prigionieri in casa nostra,
né più né meno di quell'uomo.
L'unica cosa che
ci differenziava,
era la mancanza di catene.
Anche io, avevo
avuto la mia buona
dose di cruciatus e frustate per il fallimento della missione che quel
mostro
mi aveva assegnato e a compiere la punizione, era stata una fiera ed
orgogliosa
Bellatrix.
Mi aveva
frustato con gioia e mentre
mi cruciava rideva come una matta, sentendo le mie urla.
Non ti nascondo
il fatto che non ho
versato una sola lacrima per la sua morte, perché la odiavo
con tutto me
stesso.
Quindi come ti
ho detto, non ero così
diverso da quell'uomo che continuava a fissarmi, come se nella stanza
ci fossi
solo io.
Quella fanatica
maledetta si era
girata verso di me e mi aveva ordinato di ucciderlo ma io non
volevo diventare
un assassino.
Ero terrorizzato
e in quel momento
quell'uomo si era girato verso mia zia e aveva detto: " Cosa
c'è signora
Black, non è forse in grado di farlo lei?".
Bellatrix
l'aveva fissato con un odio
immane e gli aveva scagliato addosso una cruciatus dietro l'altra.
Salazar, mi
sento le sue urla dentro
le orecchie ancora adesso!".
Sulla guancia di
Hermione era scesa
una lacrima e Draco l'aveva fissata come ipnotizzato prima di
continuare:
" All'improvviso quella tortura era finita e quella bastarda si era
girata
verso di noi chiedendoci se sapevamo chi fosse quell'uomo.
Tutti avevamo
scosso la testa e lei
orgogliosa aveva detto: " Questo scarto di uomo è Theodore
Tonks, il
Sanguesporco che si è sposato con nostra sorella!" e io e
mia madre, che
non ne sapeva nulla avevamo spalancato la bocca scioccati.
Quanto a mio
padre, la cosa pareva
lasciarlo indifferente.
Intanto
quell'uomo aveva sputato del
sangue sul pavimento poi si era girato verso di me e a fatica aveva
detto:
" Ti prego, dille che l'ho sempre amata, con tutto il mio cuore e che
così
sarà per sempre" e io ho capito subito che si riferiva a mia
zia.
Non so
perché ma avevo annuito, per
fargli capire che avrei riferito il messaggio.
Lui aveva
sorriso poi si era girato
verso Bellatrix e aveva ghignato, facendola infuriare.
Il lampo verde
che gli rubò la vita
ce l'ho ancora impresso negli occhi e l'espressione sul suo viso me la
sono
sognata tutte le notti.
Era sorridente e
sereno e credo che
fosse in pace con se stesso.
Quando era
finita la battaglia mentre
eravamo in Sala Grande ad attendere il nostro destino, ho visto il
corpo del
professor Lupin e di sua moglie Ninfadora.
Era mia cugina
ma io, dall'alto della
mia supponenza non le avevo mai parlato.
Poi Madama Chips
li aveva coperti
pietosamente con un telo e aveva detto: " Povero bambino, non
saprà mai
quanto erano speciali i suoi genitori" e io mi sono sentito lacerare
qualcosa dentro.
Io e mia madre
fummo assolti, perché
secondo il Wizengamot anche se avevo il Marchio impresso nel braccio,
non ero
mai stato veramente un Mangiamorte.
Quanto a mia
madre, era stata
agevolata dal fatto che aveva salvato Harry nella foresta e anche
perché non
aveva il marchio!".
Hermione aveva
sgranato gli occhi poi
aveva detto: " Non era stata marchiata?".
Draco aveva
scosso la testa poi aveva
risposto: " No, perché quel pazzo misogino di Voldemort si
circondava di
gente folle come lui e le uniche donne che avevano ricevuto il marchio,
erano
Bellatrix e Alecto Carrow.
Mia madre era
costretta a partecipare
alle riunioni ma i suoi studi di medimagia, la rendevano utile
principalmente
per quello.
Io mi ero
ripromesso di recapitare il
messaggio di mio zio ma come sai già ero e sono un vigliacco
e sono passati
diversi giorni prima che ci riuscissi.
Bussai alla sua
porta tre mesi dopo
la fine della guerra e lei mi aprì con suo nipote tra le
braccia.
Mi riconobbe
subito, sgranò gli occhi
e io ho a fatica le riferì quello che era successo e il
messaggio di suo
marito.
Le sue lacrime
composte non le
scorderò mai.
Dopo qualche
minuto mi ringraziò e in
silenzio chiuse la porta davanti a me.
Io tornai al
Manor certo di aver
fatto almeno una cosa buona, anche se pur piccola e vana!".
Hermione gli
aveva preso la mano e
scuotendo la testa aveva detto: " Non è stata inutile, Draco!
Può
sembrarti strano ma in certi
momenti sapere che la persona che hai amato e che ancora ami, ti ha
pensato in
punto di morte, ti può aiutare a mitigare il dolore che
senti!".
Draco aveva
annuito poi aveva detto:
" Comunque anche se come ti dicevo, all'inizio ero dubbioso alla fine
le
ho scritto che ero d'accordo.
A stretto giro
di gufo mi ha fatto
sapere che la zia aveva accettato e mia madre mi ha chiesto il
consenso, per
creare in giardino un parco giochi per Teddy.
Quando ho letto
quelle parole, ho
immaginato i nostri figli giocarci e le ho detto subito di si.
Non ti dico
questo per convincerti a
vivere lì, perché come ti ho già detto
quella sarà solo una tua scelta.
Le decisioni le
prenderemo insieme e
tutto quello che avverrà sarà per nostra piena
volontà.
Sai
già che voglio partire; desidero
vedere cose che non ho mai visto e fare tutto quello che non mai fatto
e
ovviamente voglio farlo con te.
Al nostro
ritorno potremmo pensare ad
una nuova scuola da frequentare.
Io voglio fare
il pozionista, perché
amo fare quelli che la maggior parte delle persone chiama intrugli.
E tu invece cosa
vorresti fare da
grande?".
Hermione aveva
sorriso poi aveva
detto: " All'inizio volevo fare la scuola di Auror ma dopo ho cambiato
idea.
Non voglio
più combattere né
rischiare la vita; quando tu fosti ferito, Madama Chips mi mise una
pulce
nell'orecchio, come dicono i babbani.
Mi disse che
sarei stata un'ottima
Medimaga, perché ero portata e me ne sono convinta anche io,
perché voglio
aiutare chi soffre!".
Draco aveva
ridacchiato e Hermione lo
aveva guardato, inarcando un sopraciglio.
Lui aveva scosso
la testa e aveva
detto: " Non ti sto prendendo in giro, tesoro!
So che
diventerai una meravigliosa
medimaga, perché hai un animo buono e caritatevole e sei
assolutamente portata
per quello.
In
realtà stavo ridacchiando, perché
pensavo al fatto che saremo di nuovo compagni di scuola, dato che
entrambi i
nostri corsi di studi si fanno nella stessa scuola!".
Hermione aveva
ridacchiato poi aveva
detto: " Beh ne sono onorata, signor Malfoy e inoltre sono anche
più
tranquilla e così potrò tenerti sotto controllo!".
Stavolta quello
confuso era il
ragazzo e lei ghignando aveva detto: " Devo pur marcare il mio
territorio.
Tu sei mio e non
permetterò a nessuna
di provarci con il mio fidanzato!".
Draco aveva
ghignato poi aveva detto:
" In realtà, io spero che quando inizieremo la scuola tu non
sia più la
mia fidanzata ma bensì mia moglie!".
Hermione aveva
sorriso poi aveva
detto: " Vedremo, comunque sappi che ti terrò lo stesso
sotto stretta
sorveglianza.
Non sarebbe un
piccolo cerchietto al
dito né una firma su un documento, a tenere a bada galline e
oche!".
Draco era
scoppiato a ridere e aveva
preso a baciarla e da lì a ritrovarsi senza vestiti, il
passo era stato davvero
breve.
Quando il
ragazzo era entrato dentro
di lei, Hermione si era irrigidita pensando di provare ancora dolore ma
si era
resa conto che questo non era accaduto.
Ancora una volta
non aveva raggiunto
la vera estasi ma non le era importato, perché sapeva che
presto sarebbe
successo e loro avevano tutto il tempo del mondo.