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Autore: Tori    07/06/2009    1 recensioni
«Di che colore è la tua pelle?». Lui rimane un secondo in silenzio. «Scura, abbronzata» Di sicuro vede l’espressione ironica sul mio viso, perché subito aggiunge: «Come… Come il caffellatte». Gli ho sempre detto che associo i colori alle cose, non potendo distinguerli. «E i capelli? Come sono?». «Castani, cioè… Color castagna». Mentre seguo le rughe che congiungono il naso agli angoli della bocca, gli chiedo ancora: «I tuoi occhi?». «Verdi, come le foglie delle querce».
Genere: Malinconico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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6. In Lucem
Aspetto. Aspetto per tre anni esatti. Manca solo un’ora a mezzogiorno.
Sono dove i miei occhi sono più vicini a lei: su una quercia che lei non cercherebbe se non volesse rivedermi.
«Stai pregando che venga, Anecomai?» Hermes è accanto a me: sarà lui a distruggermi, se Theoria non si presentasse. L’ho voluto io.
«Sì, sto pregando. Prego che venga. Prego che non venga…».

Prendo quel foglio di carta dalla tasca dei jeans. L’ho esplorato così spesso con le dita che ormai comincio a temere si sbricioli. Ho gli occhi persi nel vuoto, come al solito.
Sto dritta davanti allo specchio della mia camera.
Ho vent’anni, mi sono diplomata con il massimo dei voti e sto cercando lavoro.
Ho conosciuto un ragazzo, il mese scorso: si chiama Ethan ed è esattamente tutto quello che una ragazza, e una ragazza cieca, possa mai desiderare.
Nonostante tutto non me la cavo per niente male.
Non ho dimenticato Anecomai. Non potrei mai.
Oggi è il giorno che ho atteso per tre anni di lotte.
Perché è questo ciò che ho fatto: ho lottato con me stessa, con il mondo, con la mia vista che non c’è, con la vita e con la morte. Ho contato troppo su Anecomai in passato.
Ora sono contenta che molte più cose di quelle che immaginavo dipendano solo da me.
Sfioro la camicetta con l’avambraccio nudo mentre rimetto al sicuro il pezzo di carta.
Leslie è stata la mia vista per tre anni.
È lei che mi ha sostenuto e mi ha lasciato cadere quando mi serviva toccare il terreno per capire di potermi rialzare da sola. È lei che mi fa da sorella. È lei che ride con me e che mi asciuga le lacrime. È lei la forza che io adesso possiedo. Farei qualunque cosa per lei. Lei mi ha insegnato che non sono debole. Mi ha insegnato che l’unico modo per vivere come vorrei è provare a vivere con tutte le mie forze.
È lei che ha trovato gli occhi di Anecomai. Anecomai aveva detto di cercare i suoi occhi dove erano più vicini ai miei. Quando gli feci quella domanda senza senso sui colori, lui mi disse che il colore delle sue iridi era quello delle foglie di quercia. E qui intorno, solo platani. La quercia più vicina è un enorme esemplare in mezzo ai campi, dove si incontrano strade sterrate.
«Ely? Dobbiamo andare, è tardissimo!».
Mi fiondo fuori dalla stanza: è bello avere memoria di ogni centimetro della casa…
«Con calma, pazzoide!» Ethan mi vede sfrecciare fuori dalla porta d’ingresso e mi segue per aprirmi la portiera della sua macchina «Non vorrai mica perdere l’appuntamento per uno stupido bernoccolo».
Lui mi crede. Leslie mi crede. Sono gli unici cui ho raccontato di Anecomai.
«Dunque si parte» Ethan è al volante «Prossima tappa…».
«Ethan, abbiamo nemmeno mezz’ora» comincio a essere in ansia.
Probabilmente mi sta guardando interrogativo, ma Leslie continua la frase per me:
«…quindi sei autorizzato a guidare come un pazzo, basta che ti sbrighi!».
Mette in moto. Conoscendo la sua abilità, saremo già intorno ai centoventi…

«E se non viene?» Hermes non mi è molto d’aiuto.
Fremo per l’agitazione già di mio, non è necessario che lui mi ricordi quanto effimera sia questa mia speranza. Zuccherosa speranza.
«Verrà» gli rispondo. Se stringo un po’ di più i pugni mi trapasso i palmi con le dita.
«E se viene?».
Non gli rispondo.
Questo sole è davvero stupendo. Non ne ricordo uno più bello, più luminoso, più…
«Ehi, lo senti anche tu?».
Macchina, a circa una decina di kilometri da qui.
«Sì».
Scatto in piedi e mi arrampico in pochi secondi sui rami più alti: in effetti, c’è una macchina che si dirige a velocità sostenuta da questa parte. A mezzogiorno chi deve venire in mezzo alla campagna, con questo sole a picco?
«È lei?».
Mi lascio cadere e raggiungo nuovamente Hermes.

Scendiamo di corsa dall’automobile.
Secondo la mia sorella adottiva, mancano due o tre minuti a mezzogiorno.
«Corri!».
«Sì, certo, Leslie! Una cieca che corre in un luogo in cui non è mai stata prim-».
Ethan mi prende di peso e mi porta velocemente sotto l’albero che mi avevano descritto il mese scorso, quando non avevo più fiducia di trovarlo.
«Eccoci!» Ethan ansima un tantino.
Io non resisto e comincio immediatamente a cercare la corteccia della grande quercia con le dita e quando la trovo, tasto dappertutto.
Quasi mi viene da piangere: non c’è. Lungo il perimetro Anecomai non c’è.
«Ehm… Ely?».
«Non è qui… Non è qui!».
Mi arrendo. Cado in ginocchio.
Ethan si siede accanto a me e cerca di tirarmi su: forse l’hanno ucciso, forse abbiamo sbagliato i nostri calcoli, forse è meglio non incontrarci ancora, forse…
«Oh, cielo…» Leslie, a quel che sento, dev’essere abbastanza stupita. E per quel che non sento, anche Ethan deve essere un po’ sorpreso.
«Forse non devi arrenderti, Theoria».
Questa voce…!
Scatto in piedi e faccio cadere il mio ragazzo di lato.
«Anecomai…».
Stendo il braccio davanti a me, all’altezza del suo viso…
«Ciao, Theoria».
Sentire la sua pelle calda sotto le dita è una sensazione troppo familiare, quasi mi terrorizza.
Eppure il suo abbraccio mi avvolge, le sue lacrime incandescenti segnano anche il mio viso.
«Tre anni e non sei cambiato affatto» piango forte.
«L’importante è che sia cambiata tu» mi accarezza i capelli «Hermes?».
Un’altra entità si materializza davanti a noi, sento lo sbuffo d’aria e Leslie sobbalzare.
Il nuovo venuto cerca la mia mano, ed io il suo viso.
«Piacere, Theoria» ha una voce profonda, affettuosa «Io sono… Il precettore di Anecomai. Sono lieto di fare la tua conoscenza».
Ma non ho il tempo di rispondere, perché è tardi.
«Theoria, è ora di liberare la tua Luce» Hermes è impaziente.
«Mi dispiace di non poter restare ancora del tempo con te» Anecomai mi dà un bacio sulla guancia «Ma sei tornata viva nella mia testa. E il trucco della cascata non reggerà ancora a lungo, purtroppo».
Non m’importa.
«Cosa devo fare?» Gli accarezzo delicatamente i palmi delle mani, godendo per ancora pochi secondi di quel caldo sui polpastrelli.
«Devi solo indovinare una cosa» mi prende le dita e se le posa sulle guance.
«Cosa?».
«Il mio nome».
Sono grata a Leslie e a Ethan per il loro silenzio.
«E il tuo nome è scritto sul tuo viso?».
Lui annuisce sorridendo.
«Ascolta ciò che ti batte dentro e non averne mai paura».
«Come faccio?».
«Come hai sempre fatto».
«E Hermes?».
«So cavarmela benissimo da sola, ragazzina» l’ironica amarezza nella sua voce indica una triste realtà, che lui non desidera cambiare.
Allora comincio.
Cerco lettere sulle sue palpebre, su ogni centimetro della sua calda pelle perfetta.
Aspetto un’ispirazione. Per una volta nella mia vita, so che se ci credo, accadrà.
Ascolto il debole vento che si alza e ci avvolge.
Sento Anecomai tremare sotto i polpastrelli.
Percepisco le parole di questa immobile quercia, che sussurra e biascica come se liberasse le sue prime parole, dopo secoli di vita.
Sono parole di forza e costanza, di amore e di affetto, di caldo e di coraggio.
Nella mia testa una dolce litania risuona come il gocciolio del miele tiepido, una ninna nanna… È faticoso capire quei sibili affettuosi…
Ethan, Ethan… Mio piccolo, tenero Ethan…
«Il tuo nome è» non ci credo «Ethan».
Sotto le mie dita, si schiude il suo sorriso.
«Noi dimentichiamo e ci distanziamo dalla nostra identità mortale, che non potremmo mai più recuperare. Così dimentichiamo la nostra vita di vivi e ci accontentiamo di questa insensibile esistenza. Solo una Luce può strapparci al nostro buio, solo una Luce può renderci visibili di giorno e mostrarci ad altri mortali. Theoria, se prima non ne eravamo sicuri, ora è inequiv-» ma la spiegazione commossa di Hermes s’interruppe di colpo.
«Anecomai!» Leslie ha gridato
Lo sento raffreddarsi sempre di più, ma non è un freddo sterile o un gelo crudele a correre sulla sua pelle: Anecomai è fresco come la rugiada del primo mattino.
E io so che sorgerà come un nuovo fiore, ovunque andrà. Anche lui lo sa.
«Theoria» mi bacia sulla fronte per un’ultima volta «Ora la tua Luce mi condurrà dall’altro lato, per così dire».
Piange a dirotto, come me.
«Prima di andare, però, sento di avere il tempo di regalarti qualcosa, Elissa» Può chiamarmi col mio nome adesso «Potrei… Potrei diventare i tuoi occhi, se lo vuoi».
«No» abbraccio il suo corpo di fantasma «No. Sii la parte di cuore che ho ignorato troppo spesso. Sii la mia forza e il mio coraggio, ti prego. Sii il mio amore e le mie lacrime. So che se vedessi il sole, mi dimenticherei del tuo volto».
Mi stringe nel suo più forte tocco.
«Ti voglio bene, Elissa».
«Anch’io, Ethan».

Un anno dopo.

«Sbrigati, Elissa!» Ethan sta quasi urlando «Vuoi fare tardi?».
«Forse» porto fra le braccia un’enorme scatola «Dammi una mano».
Mettiamo lo scatolone sul sedile posteriore: stiamo tornando alla quercia, ma c’è una cosa che voglio tenere con me durante il viaggio.
«Non hai paura che possa rovinarsi?» questa scultura gli piace tanto che è sempre in pena quando la tengo fra le mani «Io ne avrei molta, insomma, rappresenta…».
«Non dimenticherò Anecomai solo perché metterò il suo mezzo busto alle radici di quella quercia» gli scocco un bacio sull’orecchio, perché non capisco mai bene dov’è la guancia.
Ad Anecomai avevo detto che avrei realizzato questa benedetta scultura in creta.
Questo sarà solo un altro mio, piccolo regalo per lui…

Miei cari lettori e amici, è finita. È la storia più breve che abbia mai scritto o immaginato e non so nemmeno se abbia conservato nella stesura il significato che ha per me. Finisce relativamente bene, alla fine e di questo sono contenta. Spero che anche voi lo siate e che un po' di Elissa e un po' di Anecomai vi siano entrati nel cuore.
Ringrazio Dielle, Il Tonno, Caelicola_in_terris, Meiss, e roseinblack. Ringrazio anche tutti quelli che hanno seguito ma non commentato, insieme a quelli che mi hanno seguito e/o messo la storia fra i preferiti. Sappiate che, nonostante la freddezza un po' triste e asettica di questo vostro silenzio, sono contenta che la storia vi sia parsa interessante ^^ Per quelli che hanno commentato (a parte la Sbennumi, che appena rivedo strozzo *hehe* - Scherzo! :P) un doppio grazie :*

Alla prossima storia… Sperando che sia presto *ehm*

L'insalatosa Verd ^^
  
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