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Autore: BuongiornoBellAnima    07/06/2009    4 recensioni
(Dall'introduzione) Il destino gioca scherzi inauditi, portandoci lontani dalla felicità. E per Sana e Akito questo sarà l'inizio della fine... Proprio quando gli occhi di lei avevano guardato attraverso gli occhi di lui. FF a più mani, tutti possono partecipare, contattatemi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La prima parte del piano stava iniziando e, per  far si che funzionasse, avevo bisogno di una persona: Naozumi Kamura! Naozumi è il secchione sfigato della mia classe, siede al primo banco davanti la cattedra e sta perennemente con la mano alzata per attirare l’attenzione del prof. Una mano che ormai conosco meglio delle mie, mano piccola con le unghie sempre tutte mangiate e contornate da pellicine, d’inverno sempre screpolate e a volte anche spaccate per il freddo, d’estate lisce come il culetto di un bambino.

Avevo scoperto che Naozumi aveva una cotta per me proprio durante un compito in classe IMPOSSIBILE, uno di quei compiti che neanche Einstein in persona sarebbe riuscito a risolvere, ma lui si. Stavano tutti lì a chiedergli una mano, ma lui faceva sfacciatamente finta di non sentire. Così mi alzai e andai da lui chiedendogli molto “cortesemente” di passare quel cazzo di compito. Lui si illuminò e mi diede il foglio. Wow! Da allora è sempre lì pronto ad aiutarmi e quella sua piccola debolezza mi sarebbe tornata.

Mi recai in classe quasi correndo e quando aprii la porta quasi credevo di aver sbagliato aula, poi però mi ricordai che Aya quella mattina mi aveva detto che oggi avremmo collaborato con un’altra classe e mi tranquillizzai. Quando, però, notai colui che si trovava proprio di fronte a me e che mi fissava con un misto di impazienza e divertimento, capii di quale sezione si trattava. CAZZO! Come aveva potuto Aya trascurare un dettaglio così importante? E infatti subito mi si fece avanti con uno sguardo colpevole.

-Oddio Sana scusami. Come ho potuto trascurare un dettaglio così importante?! Scusami davvero…-

Le tappai la bocca con una mano mentre continuavo a fissare Hayama con uno sguardo che lanciava fulmini e saette: mi stava fissando le gambe quel pervertito!

-Non preoccuparti Aya. Non sarebbe cambiato niente- mi avviai al mio banco e gli passai di proposito accanto guardandolo con sfida. Mi sedetti per un attimo accanto a Kamura e gli diedi un casto bacino sulla guancia a mo’ di saluto. Lui arrossì e io subito mi sedetti al mio posto senza dire nulla. Quello stupido stava per rovinare tutto.

Finalmente il prof. entrò in classe e ci annunciò il perché di quella collaborazione.

-Bene ragazzi, ho il piacere di annunciarvi che collaborerete alla realizzazione di un progetto, un’idea del preside. Il titolo del progetto è “Le scuola nel mondo” in pratica, ogni gruppo si occuperà di ricercare tutte le usanze della scuola di una nazione, mi spiego: chi decide di trattare dell’Italia parlerà della scuola italiana e quindi delle materie che si studiano, delle feste che si fanno, delle leggi. Alla fine il gruppo che esporrà meglio e più dettagliatamente l’argomento deciso, si presenterà ad un concorso nazionale. Siete stati divisi in coppie, avrete una settimana di tempo per cercare tutto ciò che vi serve e per studiarlo bene.-

A quel punto cominciò ad elencare le coppie e mi accorsi con orrore che avevano scelto un membro di una classe e un membro dell’altra classe. Purtroppo quello era niente, perché l’orrore che provai quando disse il nome del mio compagno di progetto fu infinito.

-Kurata e Hayama.-

Aya si girò verso di me con uno sguardo preoccupatissimo e Hayama mi guardò, invece, con una malizia fin troppo maliziosa per i miei gusti. Ero talmente arrabbiata che quando mi accorsi di ciò che stavo per fare era troppo tardi.

-MA SIETE PER CASO IMPAZZITI TUTTI QUANTI?! Perché mai io dovrei fare coppia con questa sottospecie di scimmia troppo cresciuta?!- lo urlai talmente tanto forte da procurarmi un capogiro improvviso e veloce.

-Ehy, bambina, così mi offendi…- quasi gli credetti tanto era innocente la voce che fece.

-Sono sicura che riuscirai ad andare oltre quest’offesa, Hayama e poi ti pregherei di non chiamarmi bambina, bambolina, piccola o non so cos’altro ti passi per la testa visto che io ho un nome. Mi chiamo Sana Kurata se non te l’hanno detto! E poi prof. come crede che io possa seguire una cosa del genere se sono già in punizione e devo passare tutti i miei pomeriggi chiusa in quest’inferno? E poi assegnatemi almeno un altro compagno, è già dura dover sopportare questo deficiente per tutto il pomeriggio vederlo anche la sera sareb…-

-Kurata adesso basta! Il preside ha voluto,anzi ha preteso, che voi due fosse messi insieme.  Per quanto riguarda la punizione, prendila come un modo per farti perdonare.-

Stavo per ribattere quando Aya mi fece cenno di sedermi e di rassegnarmi, non avrei potuto fare niente. Così mi sedetti, ma mi accorsi che la sedia era troppo alta, troppo morbida e allo stesso tempo dura, e fu quando due braccia mi cinsero i fianchi che mi accorsi che Hayama si era seduto sulla mia sedia e che io mi ero seduta in braccio a lui che adesso mi teneva stretta per la vita. Quello era decisamente un attentato alla mia già troppo precaria sanità mentale.

-Che cosa c’è, ti fa tanto schifo questo progetto, Sana Kurata?- disse il mio nome in un modo che avrebbero dovuto dichiarare assolutamente illegale.

-No, Hayama, mi fa schifo lavorare con te. È diverso.- cercai di essere acida il più possibile, ma stare seduta su di lui e sentire le sue mani grandi e calde sui miei fianchi non aiutava a concentrarmi come volevo.

Fortunatamente per me, la lezione durò meno del previsto.

 

Quando suonò la campanella della fine delle lezioni tirai un sospiro di sollievo, ero arrivata quasi  alla fine. Hayama era scomparso subito dopo la pausa pranzo, quindi dopo quel momento mi sentii più a mio agio. Stavo per andarmene nello sgabuzzino dove avrei trovato le scope che mi servivano per pulire, quando vidi Kamura gettare una cosa nel cestino. Diamine, stavo per dimenticare il piano! Mi avvicinai a lui e gli sorrisi:

-Ehy, Kamura, che ne dici se scendiamo insieme?- mi guardò prima sospettoso, poi acconsentì e insieme uscimmo dall’aula.

Scendemmo le scale avvolti in un silenzio molto più che imbarazzante. Guardava di fronte a lui senza abbassare lo sguardo, ma si vedeva lontano un miglio che era in difficoltà. Ne approfittai per guardarlo meglio: era alto poco più di me, ma più basso di Hayama, aveva degli occhi azzurri limpidissimi. La pelle del viso era liscia e probabilmente morbida, poche e quasi invisibili lentiggini e il pomo d’Adamo che si vedeva un po’ troppo. Alla fin fine era carino, ma sicuramente non il tipo di ragazzo che avrei cercato per divertirmi. Probabilmente per quello avrei scelto un tipo come Hayama. Ma che dico.

Eravamo fuori lo sgabuzzino e io già ero pronta a fare ciao con la manina quando proprio da lì dentro vidi uscire Hayama che aveva già preso scopa e paletta. Perfetto!!

-Grazie di tutto, Kamura. Sei stato gentilissimo.- come speravo avevo attirato l’attenzione di Hayama che adesso ci fissava curioso. Proprio quando Kamura stava chiedendomi per cosa lo stessi ringraziando mi avvicinai a lui e gli posai un piccolo bacetto sulle labbra. Fu rapido e indolore. Kamura si irrigidì, io sorrisi e Hayama continuava a fissare. Kamura mi guardò per un po’, mi sussurrò un “di niente” appena percettibile e volò via.

Mi girai verso Hayama che aveva uno sguardo strano che non riuscii ad interpretare.

-Io lo lascerei in pace…- lo disse in modo quasi pensieroso, probabilmente più a se stesso che a me. Forse non si aspettava neanche una risposta.

-Perché dovrei?- adesso la curiosa ero io!

-Tu non vorresti che io gli facessi del male-

-E sentiamo perché dovresti?- ora ero scettica.

-Perché sta toccando ciò che è mio…- geloso Hayama?

-Tanto per cominciare io non sono di nessuno. E poi Kamura è un bravo ragazzo.-

-E da quando ti piacciono i bravi ragazzi?-

-Da quando quelli cattivi non mi danno tregua!- lo vidi ghignare in modo quasi angelico e io non potei far altro che sorridere spontaneamente.

 

Quando tornai a casa notai con piacere che mia madre non c’era: non avrei sopportato di sentirla di nuovo lamentarsi per l’orario. Andai di corsa a farmi una doccia e una volta sotto il getto bollente dell’acqua ripercorsi mentalmente tutta la giornata. E fu allora che notai che quel pomeriggio in compagnia di Hayama a fare le pulizie mi ero divertita. Avevo riso e scherzato come da un po’ non succedeva. Hayama non mancava di ricordarmi con chi mi trovassi e che la situazione era “rischiosa” per me, mi lanciava occhiatine alle gambe scoperte dalla gonna e mi accorsi, con un po’ di difficoltà, che mi piaceva quando mi guardava così. Ripensai a quella giornata lunghissima per tutta la serata, durante la cena e prima di andare a letto. Ma avevo deciso: il gioco sarebbe continuato fino a che Hayama non sarebbe morto. In senso figurato si intende.

La mattina dopo mi svegliai con un ritardo mostruoso ma riuscii a raggiungere la scuola giusto un minuto prima del suono della campanella. Oggi avremo collaborato di nuovo con la sezione di Hayama. Entrai in classe e vidi che mancavano due persone: probabilmente Hayama si scocciava di seguire le lezioni quella mattina, non me ne curai, ma che Kamura era assente era molto strano. Che fosse per il bacio di ieri? Ma no! Eppure avevo uno stranissimo presentimento.

-Sana, hanno detto che oggi Hayama non si presenterà a scuola, ieri è stato coinvolto in una rissa e, non vuole che se ne parli troppo.- questa è Aya che mi aggiorna.

-Quindi oggi mi toccherà fare le pulizie da sola. Perfetto! Ma Kamura?-

-Dicono che stamattina abbia telefonato la madre a scuola e abbia detto che il figlio è stato aggredito da dei ragazzi più grandi e che non sarebbe venuto…-

mmm… Hayama coinvolto in una rissa, Kamura aggredito…le tessere combaciavano fin troppo bene per i miei gusti. Poi mi ricordai di alcune parole alle quale il pomeriggio prima non avevo dato peso. Me ne aveva dette Hayama stesso: “Non vorresti che gli facessi del male. Sta toccando ciò che è mio.”

In quel momento provai puro terrore. Scappai in sala insegnanti senza dire niente a nessuno. Fortunatamente era vuota. Bene. Presi il registro di classe. Numero 14: Kamura Naozumi. Annotai l’indirizzo e scappai via dalla scuola pregando che nessuno mi vedesse: non avevo bisogno di altri guai. In 10 minuti arrivai davanti casa di Kamura con il cuore in gola e una paura tremenda di vedere ciò che non volevo vedere. Speravo con tutte le mie forze che i miei presentimenti fossero sbagliati. Bussai al campanello e cominciai a contare, dopo 37 secondi quando stavo per bussare di nuovo la porta si aprì.

-Oh mio Dio, ma che ti ha fatto?- fissai con orrore l’occhio gonfio e viola, il labbro spaccato e il taglio sullo zigomo. Il viso pulito e bello che avevo visto ieri mi sembrava solo un lontano ricordo di fronte alla figura di Kamura pieno di lividi e tagli.

 

 

  
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