“Di guerrieri del genere ne ho visti molti” ragionava Kraus mentre preparava il prossimo allenamento per i suoi allievi “ma questi devono avere qualcosa di speciale!”. Ormai erano trentanni che si occupava d’insegnare l’ “arte della sopravvivenza” ai ragazzi che si presentavano al suo dojo. Ma questo era il primo gruppo che aveva seguito sin da quando erano piccoli: li aveva trovati un giorno ad azzufarsi davanti alla sua dimora ed era venuto a sapere che non avevano nessuno che si prendesse cura di loro. Alcuni erano orfani, altri avevano i genitori risiedenti fuori città e allora non ci pensò due volte e decise di prenderli sotto la sua protezione. Non pretendeva niente,nessuna paga e nessuna ricompensa per i suoi insegnamenti che finché avessero voluto, avrebbero potuto continuare a seguire. Quel gruppo col passare del tempo divenne sempre più affiatato, nacquero delle vere e proprie amicizie, con i cinque che si sentivano quasi dei fratelli ognuno con la propria indole:come ad esempio Baruk, il mezzorco, desideroso di capovolgere le regole di qualsiasi cosa alla quale prendesse parte convinto che solo cosi’ si potesse migliorare il mondo.
“Buongiorno ragazzi,oggi vi ho chiamato qui per un allenamento speciale: preparatevi ed iniziamo!” Ormai erano passati più di 10 anni e Kraus pensava fossero pronti all’ultima fase del percorso di allenamenti da lui programmati. Non accennò altro ed entrò in una porta che stava dietro le sue spalle. Il gruppo era carico ed entusiasta come ogni volta che dovevano affrontare uno scontro perché sapevano che dietro le parole del loro maestro ci stava un duello. Mentre Baruk lustrò la sua ascia finché non riusci’ ad ammirare la sua folta chioma, il resto del gruppo si raccomando con lui per evitare che agendo d’istinto provocasse danni.
Entrarono nella stanza B dove già li aspettava il maestro: da una terrazzina sopraelevata li guardava sorridendo ed incitandoli a combattere contro quei 5 gnoll che si trovavano davanti. Le creature avevano la pelle ruvida di un verde scuro che li faceva sembrare degli orchi in miniatura, dalla bocca allungata come quella di un coccodrillo uscivano denti simili a zanne di cinghiale, tenevano con una mano una lancia di metallo ancora chiara che mostrava il fatto che non le avessero mai utilizzate prima e indossavano delle armature a piastre borchiate in cuoio. L’unica differenza che permetteva di distinguere tra loro i cinque era il colore degli occhi e, per i più attenti, un codice a cifre inciso sulla spalla destra sotto la corazza.
“Bene! Sarà uno scontro facile con me nelle retrovie!” esclamò Korveras iniziando a scagliare frecce affiancandosi a Eradast che in silenzio si era già dato da fare.
“Colpite la loro retrovia: la prima linea la sfondiamo noi!” urlò Tanakien incitando Baruk e il nano Oscar ad aiutarlo.
Iniziarono a combattere pensando di poter fare fuori quelle creature in poco tempo: Kraus li vide sfoderare colpi su colpi, ma proprio come pensava quei soldati sembravano non avere consistenza fisica per la rapidità con la quale schivavano ogni singolo colpo.
Il nano, invece, fu presto ferito da un rapido attacco di una delle creature, ma riusci’ a controbattere e a colpire lo gnoll davanti a lui. In quell’istante, tre dei cinque si scagliarono pieni di ira su di lui e lo mandarono a terra. Eradast vide il suo amico in difficoltà ed approfittando del momento di disattenzione avversario iniziò a scagliare frecce su frecce come spinto da un qualcosa di sovrumano e prima uno, poi due,tre e quattro colpi finirono dritti nel petto dei nemici. Questi lasciarono il nano in fin di vita e, come se non fosse successo niente, si tolsero le frecce dal petto e continuarono a combattere.
“Cosa?-penso Eradast- di che materiale è fatta quell’armatura per aver loro evitato la morte?”
Baruk, visto cosa era successo al suo compagno, emise un urlo che giurava vendetta ed con la sua ascia colpi la creatura davanti a sé nel punto preciso in cui la testa si collega al corpo causando cosi’ la sua morte.
Tanakien cercò di fare lo stesso ma due nemici lo bloccavano in uno scontro al quanto arduo per essere terminato con un colpo del genere.Korveras guardò la sua faretra e vide che gli erano rimasti solamente tre dardi. Decise di scagliarli tutti sullo stesso bersaglio per tentare un uccisione quasi certa. Il primo colpo tagliò l’aria in un modo così perfetto da provocare un sibilio che fece avvertire il colpo al nemico che riuscì a scansarsi in tempo, ma il secondo ed il terzo lo colpirono prima alla spalla e poi al cuore. Lo gnoll cadde a terra in un rumoroso boato. Il guerriero del gruppo si fece forza e riuscì ad uccidere uno dei nemici con il quale stava combattendo, ma l’altro lo trafisse al fianco costringendolo ad accasciarsi a terra. La situazione era al quanto problematica: erano rimasti solamente due creature, ma entrambi gli arcieri avevano terminato i colpi e Baruk da solo non avrebbe potuto fare molto. Improvvisamente il mezzorco cadde a terra e i suoi due compagni si guardarono con terrore per cercare di capire cosa stesse succedendo.