Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: JEH1929    22/04/2017    2 recensioni
E così era stato deciso: avremmo abitato insieme.
Io mi ero gettata a capofitto nella novità senza pensare veramente cosa essa potesse veramente comportare, come mi succedeva sempre. Come al solito avevo riflettuto assai poco e così avevamo iniziato a visitare un appartamento dietro l’altro, quanto più vicini possibile all’università.
**
“Sarò la tua sabbia, la tua erba, il tuo cielo, la tua felicità. Ti amo. Tua per sempre, Sana”
E mentre stringo fra le mani il libretto e non riesco a trattenere una piccola lacrima, che mi brucia gli occhi, penso a quanto la sorte possa essere ironica e a quanto sia facile che tutto ciò che pensavi avresti posseduto per sempre possa essere perduto in un millisecondo.
**
Fanfiction su Sana e Akito e su quello che potrebbe essere loro successo dopo la fine del manga.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sono immobile davanti all’armadio da almeno mezz’ora, intenta a fissarne il contenuto senza sapere cosa indossare. Ho appena ricevuto un messaggio da Naozumi che mi comunica che è rientrato a Tokyo e che lunedì possiamo vederci, visto che domani è impegnato con un’intervista. Adesso lavora perfino la domenica.
La mia prima settimana da universitaria è finita, senza notevoli scossoni. Ho approfondito la mia amicizia con gli Ogino e finalmente anche Hiroto si è aperto un po’. Rumi mi ha detto che non lo aveva mai visto parlare tanto con una sconosciuta. Quando le ho detto che facevo un po’ questo effetto a tutti, è scoppiata a ridere.
Sono riuscita ad evitarmi qualsiasi incontro con Hayama all’interno della università, visto che a casa sembra più scontroso e irritabile del solito. Esce a fare grandi maratone, da cui ritorna più imbronciato di prima. Adesso che la temperatura si è un po’ abbassata riesco abbastanza a dormire nello sgabuzzino, anche se la situazione è comunque un po’ soffocante, ma non ho più dormito in camera con Hayama. Non penso di poter reggere nuovamente un risveglio come quello del primo giorno di università e poi lui mi tratta così freddamente in questi giorni che non avrei il coraggio neanche di affacciarmi alla sua porta.
Improvvisamente sento la porta aprirsi alle mie spalle.
- Sei ancora qui?
- Non riesco a decidere cosa mettermi.
- Una cosa vale l’altra.
Mi giro, lanciandogli un’occhiataccia. Si tampona i capelli bagnati per la doccia e indossa soltanto un asciugamano intorno alla vita. Per un attimo rimango imbambolata a guardare il suo fisico atletico.
- Ti sei incantata?
- Stupido. – borbotto, voltandomi di nuovo verso l’armadio.
Poi lo vedo, è un vestito verde, semplice, con un grande scollo sulla schiena, di quelli da indossare senza reggiseno, non che io ne abbia particolarmente bisogno. È sempre stato il vestito preferito di Akito, adorava quando me lo mettevo. Anzi no, in realtà adorava togliermelo. Arrossisco al solo ricordo, quando lo trovo a pochi centimetri dalle mie spalle.
- Che fai? – scatto, allontanandomi.
- Volevo solo prendere un paio di boxer dall’armadio che stai occupando da mezz’ora.
- Ah.
Per un secondo mi sembra che anche il suo sguardo cada sul vestito verde, lasciato lì in bella mostra, ma, prima che abbia il tempo di notare la sua espressione, lui distoglie lo sguardo, prendendo un paio di boxer a caso.
Mi riposiziono davanti all’armadio e sento che inizia a vestirsi alle mie spalle.
- È proprio necessario?
- Eh?
- È proprio necessario che ti vesta adesso?
- Andiamo, Kurata, non fare la pudica, non mi sembra che ti dispiacesse molto vedermi così fino a poco tempo fa.
Arrossisco nuovamente, ma rimango ostinatamente voltata verso l’armadio.
- Anzi, non ti dispiaceva affatto quando me li toglievo, i vestiti.
- Bene, adesso mi dispiace. – esclamo, afferrando una minigonna di jeans e un top rosso scuro e filandomela, prima che lui possa aprire nuovamente bocca.
 
Aspettavo Sana da circa mezz’ora, seduto sul divano di casa sua. Lo sguardo che Sagami mi stava lanciando rischiava di incenerirmi da un momento all’altro. Sapevo di non essere mai stato particolarmente simpatico a Sagami, ma che dopo tutti quegli anni ancora non si fosse abituato alla mia presenza non riuscivo a spiegarmelo. Ma non arrivava proprio a comprendere che la sua Sana non era più una bambina.
Sospirai. Possibile che dovesse sempre essere in ritardo?
- Dove hai intenzione di portarla? – la domanda di Sagami suonava così agguerrita che non riuscii a trattenere uno sguardo irritato nella sua direzione.
- Andiamo ad un luna-park. – risposi, cercando di mantenermi paziente.
Sagami fece per dire qualcos’altro, ma la comparsa della signora Kurata sulla soglia mi risparmiò dal dover subire ancora interrogatori.
- Akito-kun! – mi salutò cordialmente lei, mentre lo scoiattolo le saltellava dalla sua strampalata capigliatura fin sulla spalla.
La salutai a mia volta. Avevo sempre trovato la signora Kurata una persona interessante, forse era lei il motivo per cui Sana era Sana. E le ero sempre andato a genio, nonostante l’opinione negativa di Sagami.
- Sana sta arrivando. – disse.
Ed infatti qualche secondo dopo sentii qualcuno scendere le scale di corsa e Sana comparve sulla porta.
Non appena la vidi mi immobilizzai, rimanendo imbambolato di fronte a lei. Indossava un vestito verde, semplice, che le esaltava le curve dei fianchi, lasciando scoperte le sue bellissime gambe bianche e affusolate. Non si era truccata molto, ma per me era perfetta così: l’espressione radiosa e i capelli sciolti sulle spalle bastavano a renderla splendida. Quando poi si era voltata, avevo notato che la scollatura del vestito era molto bassa e le lasciava scoperta quasi tutta la schiena. Non indossava il reggiseno. Avevo faticato a trattenermi e avevo inghiottito faticosamente, continuando a fissarla.
- Ehi, Hayama, che ti prende? Andiamo? – mi aveva chiesto.
Avevo annuito a fatica, seguendola fuori dalla casa e continuando a fissare la sua pelle levigata, mentre Sagami borbottava qualcosa sull’inappropriatezza di un tale vestito.
Camminando per strada non avevo parlato. Alla fine lei si era voltata nella mia direzione e mi aveva chiesto se qualcosa non andasse, il viso a pochi centimetri dal mio. Involontariamente ero arrossito, come un ragazzino alle prime armi.
- Quel vestito…non mi dispiace…
Lei aveva sorriso, radiosa. Ormai aveva imparato a decifrare il mio vocabolario. Poi aveva fatto una giravolta su sé stessa, mostrandosi in tutta la sua bellezza.
- Davvero ti piace? Rei-kun non era convinto che andasse molto bene. Sosteneva che fosse troppo scollato.
Finalmente eravamo arrivati al luna-park e mi ero accorto che tutti gli sguardi, sia maschili, che femminili, erano calamitati dalla bellezza di Sana. Aggrottai le sopracciglia, fissando ferocemente coloro che ci circondano, sfidandoli ad avvicinarsi a lei.
- Effettivamente Sagami non aveva tutti i torti. – borbottai.
Lei scoppiò a ridere.
- Non sarai geloso?
- Semplicemente non mi va che tu abbia tutti gli occhi addosso.
Lei rise di nuovo, dandomi le spalle e mostrandomi nuovamente la sua schiena perfetta.
Mi avvicinai e le misi un braccio intorno alle spalle.
- Su, non essere possessivo.
Mi prendeva evidentemente in giro.
- Perché non ce ne andiamo di qui? – le avevo sussurrato all’orecchio.
- Ma siamo appena arrivati…
Le passai una mano sulla schiena.
- Credo proprio che non sia il caso di rimanere qui, non so quanto ancora sarei in grado di trattenermi.
Era scoppiata a ridere, colpendomi in testa e dicendomi che ero un pervertito, ma alla fine aveva deciso di seguirmi e io l’avevo portata a casa mia, visto che mio padre era in viaggio a Los Angeles e Natsumi era fuori con delle sue amiche.
Una volta in camera mia, non ero riuscito più davvero a trattenermi e le avevo tolto di dosso quel vestito il prima possibile, sussurrandole quando fosse bella.
Sì, quello era senza alcun dubbio il mio vestito preferito. Amavo quando se lo metteva, considerando poi quello che inevitabilmente seguiva. Quando lo indossava non riuscivo mai a rimanere concentrato più di tanto e finivo sempre per toglierglielo. Sì, adoravo proprio quel vestito.
 
Ho sempre odiato i tacchi alti, perciò ho optato per un paio di sandali neri bassi e semplici, al contrario di Hisae che, fasciata nel suo abito rosa, svetta su dei tacchi troppo alti per i miei gusti. Per fortuna anche Aya sembra detestare i tacchi alti almeno quanto me. Tsuyoshi indossa una camicia celeste, mentre Hayama ha stranamente deciso di indossare una camicia nera, ha sempre odiato essere formale. Gomi è andato qualche ora prima di noi per gli ultimi preparativi.
Ci incontriamo con Fuka e Takaishi davanti a casa nostra. Fuka indossa un vestito bianco con delle stampe a fiori azzurri, le sta divinamente e il suo sorriso risplende quando ci vede scendere.
- Miracolosamente non siete in ritardo. – grida, lanciandomi un’occhiatina.
- No, stranamente Sana è stata puntuale. - risponde Tsuyoshi.
- Dopo aver trascorso due ore davanti all’armadio. – sento Hayama borbottare alle mie spalle.
- Direi che dobbiamo prendere due macchine. – sentenzia Hisae.
- Macchine? Non andiamo a piedi? – Tsuyoshi ci guarda stupito.
- Non penserai mica che io cammini per tutta questa strada con i tacchi, vero? – Hisae lo fulmina.
- E poi dopo sarà troppo tardi per tornare a piedi. – si intromette Aya.
Tsuyoshi, come al solito, cede di fronte alle richieste di Aya e sospira.
- Vada per due macchine.
- Io e Takaishi abbiamo la macchina, tre persone possono venire con noi. Il resto andrà con Hayama. – dice Fuka.
Soltanto all’ultimo secondo, quando Hisae, Aya e Tsuyoshi si sistemano nell’auto di Takaishi, mi rendo conto del loro giochetto.
Gonfio le guance, indispettita, pronta a far sentire le mie proteste, ma Hayama si sta già incamminando verso la sua auto.
- Muoviti. – mi apostrofa.
E allora io lo seguo, borbottando qualcosa, me la pagheranno per questo.
 
Quando Sana si siede sul sedile del passeggero al mio fianco, la sento tesa come una corda di violino. Eppure siamo stati soli così tante volte negli ultimi tempi, abbiamo perfino dormito insieme. Non capisco perché debba farla tanto lunga.
Quando metto in moto e parto, seguendo la macchina di Takaishi, rimane in silenzio. Un silenzio imbarazzante, visto che lei parla quasi sempre. È così strano quando rimane lì, assorta e in tensione.
Non sarà per la scenetta di prima, quando mi sono spogliato in camera? Non vedo dove sia il problema. Poi però rifletto che se fosse stata lei a farlo davanti a me, non so quale sarebbe stata la mia reazione, se sarei riuscito a trattenermi. Perché, nonostante tutto e nonostante non sia più innamorato di lei, è impossibile negare che sono ancora fisicamente attratto da lei, ma solo questo, fisicamente attratto. Fine. In fondo siamo stati intimi per così tanto tempo che adesso mi sembra strano che non lo siamo più. Scuoto via questi pensieri e decido di interrompere il silenzio.
- Allora, come è andata la tua prima settimana da universitaria?
Si volta nella mia direzione e mi sembra di cogliere un lampo di sorpresa nel suo sguardo, anche se posso guardarla solo con la coda dell’occhio, come se fosse strano che io mi interessi alla sua vita.
- Bene. E tu?
È davvero molto poco comunicativa.
Non rispondo alla domanda.
- Ti sei fatta nuovi amici. – non è una domanda e noto con orrore che il tono mi è uscito leggermente troppo irritato.
- Già, Rumi e Hiroto sono davvero simpatici. Mi trovo bene con loro. – finalmente si rianima un po’, anche se il motivo mi dà leggermente fastidio.
- Quindi sono impegnati? – pongo la domanda come se non me ne importasse nulla, ma dentro ardo dalla voglia di conoscere la risposta.
Sana scoppia a ridere, anche se la sua risata è un po’ tirata.
- Sei sempre il solito, Hayama. E la risposta è no, Rumi non è impegnata. Ed ha tutta l’intenzione di divertirsi il più possibile, parole sue.
Eh? Ma che sta dicendo? Finalmente capisco… Ah, la sorella… come al solito non ha capito un tubo. Quanto potrà essere ottusa…Ma questa volta mi trattengo dal farglielo notare.
- E il fratello?
- Fidanzato.
La risposta mi fa provare un sollievo che non dovrei affatto provare.
- Hayama?
- Mm?
- È stata così difficile la nostra relazione a distanza?
Mi volto stupefatto a guardarla, per la sua strana domanda, prima di rivolgere nuovamente gli occhi verso la strada.
- Perché?
- Hiroto e la sua ragazza vivono a un paio di ore di distanza l’uno dall’altra eppure la loro relazione si sta facendo sempre più complicata…
Mi rabbuio, ovviamente.
- Per me non è stata complicata. Certo, è stato doloroso stare lontani e tutto, ma non ho mai trovato complicazioni. – aggiunge lei dopo un po’.
Sento i suoi occhi color cioccolato sulla nuca e vorrei rispondere che per me lo è stata, complicata. Anche dolorosa, certo, soprattutto dolorosa. Ma anche complicata e non nel modo che intende lei o nel modo che intendono quell’Hiroto e la sua ragazza, ma lo è stata perché avere Sana così lontana era complicato. Può sembrare un discorso contorto, ma era così. Per me, che mi ero abituato ad averla sempre vicino e a poterla sempre cercare, qualsiasi cosa succedesse, era stato davvero molto complicato vivere lontano da lei. Mi era mancato il mio punto di riferimento, l’unico punto fermo nella vita dalla mia nascita. Ma ovviamente non mi sogno neanche di dirle una cosa del genere, quindi mi limito a mugugnare qualcosa.
- Ma forse noi siamo un caso a parte. E forse eravamo soltanto dei bambini. Adesso forse sarebbe diverso.
Mi agito sul sedile. Ma cosa sta dicendo? Sarebbe diverso? Eravamo solo dei bambini? Che significa? Che adesso non riusciremo ad aspettarci come abbiamo fatto allora? Mi innervosisco inconsciamente e maledico Tsuyoshi e gli altri per il loro ridicolo trucchetto per farmi stare solo con Kurata.
Rimango in silenzio e anche Sana si limita a fissare il vuoto fuori dal finestrino, assorta di nuovo nei suoi pensieri.
Ad un tratto salta su sul sedile e si sporge nella mia direzione. Il suo profumo di gelsomino e cocco mi assale all’improvviso, mentre il suo viso, a pochi centimetri dal mio, si sporge per vedere qualcosa dal mio lato. La pelle candida delle sue spalle, lasciata scoperta dal top striminzito, attira i miei occhi, che si distraggono per un secondo dalla strada.
- Guarda, Hayama! Quello è il locale di Gomi! – esclama entusiasta, mentre ci passiamo davanti, diretti a un parcheggio.
Mi sforzo di mantenere il controllo sul volante, mentre le mani iniziano a sudarmi, senza neanche sapere perché. Inghiotto la saliva e cerco di spostare il viso dal suo, ma il profumo di cocco continua a invadermi le narici. Fino a quando superiamo il locale e allora Sana si ritira al suo posto, privandomi del suo profumo e, per un secondo, mi sento svuotato di ogni energia e vorrei soltanto poterlo sentire di nuovo così vicino. Ma poi mi scuoto. La serata sarà molto lunga e difficile, se questo è l’inizio. E questo inizio non è stato buono.
 
Davanti al locale di Gomi, svetta un festone con su scritto: “Inaugurazione”.
Gomi appare sulla porta, euforico, e ci invita ad entrare.
La conversazione con Hayama mi ha un po’ scosso, ma cerco di non pensarci, mentre varco il locale del mio amico. Adesso voglio solo lasciarmi il passato alle spalle.
All’interno risuona la musica, a volume troppo alto per i miei gusti. I tavoli sono disposti ai lati della sala, piccoli tavolini di legno chiaro circondati da poltroncine rosse. Appesi alle pareti ci sono immagini di cantanti occidentali e numerosi kanji disegnati spiccano in rosso sulle pareti color crema. Al centro c’è una pista da ballo, occupata già da un gran numero di persone. Rimango piacevolmente stupita dall’atmosfera, non credevo che Gomi potesse creare un locale così di classe. Poi lanciando un’occhiata nella loro direzione, mi rendo conto che probabilmente è stata Hisae a disporre tutti gli arredamenti.
Gomi ci conduce a un tavolo, dicendoci che ha riservato il migliore apposta per noi e ci offre da bere. Prima che abbia il tempo di bere anche un solo sorso del mio drink, Hisae si alza, trascinandomi sulla pista da ballo, insieme a una Fuka divertita e a una recalcitrante Aya. La pista è piuttosto spaziosa e per adesso, non essendo ancora molto tardi, riusciamo a ballare bene senza scontrarci con gli altri ballerini. Alla fine anche Takaishi si alza e viene a ballare con la sua ragazza. Aya si sforza di muoversi un po’, non ha mai amato ballare, mentre io e Hisae ci agitiamo intorno a lei. Alla fine Aya si defila, andando a sedersi accanto a Tsuyoshi, rimasto solo con il suo drink. Hayama è sparito, mi guardo intorno per rintracciarlo e finalmente lo vedo seduto al bancone, sta parlando con una ragazza. Distolgo gli occhi e mi metto a ballare freneticamente, adesso non devo assolutamente pensare al passato. Chiudo gli occhi e seguo il ritmo trascinante della musica, lasciandomi andare completamente. Peccato che, quando riapro gli occhi, la pista sia notevolmente più piena di prima e io non riesca a scorgere Hisae, Fuka e Takaishi da nessuna parte. Incurante, continuo a ballare, fino a quando sento due mani poggiarsi sui miei fianchi. Per un attimo penso che sia Hayama, ma poi mi rendo conto che non si tratta affatto di lui. Mi allontano dal mio assalitore, sposandomi da un altro lato della pista. Ma qualche secondo dopo le stesse mani si fanno largo fino alla mia vita. Mi volto, corrucciata e mi ritrovo davanti un ragazzo enorme, che mi sovrasta di una buona testa, anche se non è alto come Hiroto, con due spalle gigantesche. Mi sorride invitante. Gli urlo di lasciarmi andare, ma lui non sembra afferrare quello che gli dico. Allora mi avvicino al suo orecchio per dirgli di mollarmi, ma lui fraintende il mio gesto e si tende nella mia direzione per baciarmi. Nel momento in cui le sue labbra si posano sulle mie, senza che abbia la possibilità di spostarmi, vista la grandezza delle sue braccia, vengo bruscamente strappata via.
- Ehi, ma cosa...? – ha il tempo di dire il gigante, prima che un pugno lo stenda a terra.
Mi volto in direzione del suo assalitore e riconosco Hayama, i tratti alterati dalla rabbia. Sta per gettarsi nuovamente contro il ragazzo, ma io, cogliendo lo sguardo preoccupato di Gomi vicino al bancone e vedendo che le persone intorno stanno smettendo di ballare, mi frappongo, afferrando Akito per un braccio. Lui si ferma immediatamente, giusto prima di colpirmi. Il mio “assalitore” si alza e con una strana occhiata si allontana.
- Il tuo ragazzo è pazzo. – mi urla dietro. Hayama sta per tornare a colpirlo, ma io lo prendo per un braccio e lo trascino fuori dalla pista e poi dal locale.
Soltanto quando l’aria fresca della sera ci investe, mi rendo conto di quanto caldo ci fosse all’interno e, stordita, mollo il suo braccio.
- Che cazzo avevi intenzione di fare? – la voce troppo alta di almeno un’ottava di Hayama mi riscuote.
Lo guardo sbigottita, dovrei essere io a fargli quella domanda.
- Sei diventata matta oppure sei solo diventata completamente scema?
Finalmente mi riscuoto.
- No, la domanda è che cazzo avevi intenzione di fare tu!? – adesso urlo anche io.
Lui si blocca, non aspettandosi questa reazione.
- Cosa ti dà diritto di picchiare le persone che mi baciano? Non sei più il mio ragazzo!
Il fatto che non desiderassi quel bacio e che gli sia grata di avermi tolto da quella situazione è solo un piccolo fatto irrilevante.
- Cosa?
- Non c’è niente che ti dia il diritto di essere geloso!
- Geloso? Ma tu sei ubriaca, Kurata, se pensi che io sia geloso!
- Certo e allora hai quasi fatto a pezzi un ragazzo soltanto perché respirava la tua stessa aria e guarda caso era proprio quello che mi stava baciando.
- Mi era sembrato di capire che le sue intenzioni non ti fossero gradite.
Infatti non lo erano.
- E che fai? Mi tieni anche d’occhio? Mi sorvegli?
- Pensavo davvero che fossi meno stupida e meno ottusa, invece non finisci mai di stupirmi.
- Ma come ti permetti? Non ti devi intromettere nella mia vita, chiaro? Non più! Tu non hai alcun diritto di criticare me dopo tutto quello che hai fatto. Ti voglio fuori dalla mia vita! Non mi importa più nulla di te!
Non so perché sto urlando queste parole, è ovvio che non le penso, anche se mi ha fatto davvero arrabbiare, e sicuramente anche lui capirà che non è la verità…
Prima che abbia il tempo di aggiungere qualcos’altro, lui si volta e rientra nel locale. Faccio un paio di respiri profondi e rientro a mia volta, andando a sedermi accanto ai miei amici, prima che qualcuno possa notarmi nuovamente.
- Sana-chan, eri sparita, non riuscivamo più a trovarti. Tutto bene? – mi chiede Hisae.
Annuisco poco convinta. Aya e Fuka se ne accorgono e mi vengono vicine.
- Che è successo? – mi chiede Aya.
- Ho litigato con Hayama.
- Tanto per cambiare…
- Abbiamo visto Akito-kun saltare su dal suo posto vicino al bancone e buttarsi nella mischia, poi c’è stato scompiglio ed eravate scomparsi. – dice Aya.
- Ha quasi picchiato un ragazzo che mi stava baciando con la forza.
- E allora per quale diavolo di motivo avete litigato se ti stava difendendo?
- Perché lui non sa che mi stava baciando contro la mia volontà. Si è soltanto intromesso…
Vedo Fuka scuotere la testa.
- Ma quando ci arriverete?
- Dove?
- A capire che siete ancora innamorati l’uno dell’altra.
- Ma noi non siamo affatto innamorati. Io lo detesto e lui fa così soltanto perché odia che si tocchi qualcosa che è suo o, nel mio caso, è stato suo. Sapete quanto sa essere possessivo qualche volta.
- Certo e allora la tua faccia quando hai visto Nori l’altra sera? – interviene Aya.
- Era ovvio che sarei rimasta sconvolta, portarla a casa in quel modo, dove vivo anche io. Non è questione di gelosia, ma di rispetto. E Hayama non ha alcun rispetto nei miei confronti. – rispondo, scolando tutto d’un fiato il mio drink. Non ho mai retto troppo bene l’alcol, ma adesso ne ho proprio bisogno.
- Senza speranza…

**
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, coloro che mi seguono, coloro che hanno messo la mia storia fra le preferite (mi sento onorata) e anche i lettori silenziosi!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: JEH1929