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Autore: atzuki97_drarry    23/04/2017    1 recensioni
[DRARRY] [Accenni ROMIONE]
E' il sesto anno per Harry Potter alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è tempo di verità, altri misteri e nuovi amori.
Harry dovrà ricredersi su tutto ciò che ha creduto fino a quel momento, sopratutto su tutto ciò che riguarda lo studente da lui più odiato, Draco Malfoy. Cosa accadrebbe se tutto ciò che è stato narrato non fosse andato esattamente come è stato detto? E se l'ossessione del giovane Potter non dipendesse solo dai propri sospetti come lui stesso crede? E se la pressione straziante di Draco non riguardasse solo il compito a lui assegnato?
(Premetto che questa è la mia prima Fanfiction su Harry Potter, spero di aver fatto il possibile per far uscire qualcosa di decente, la Fanfiction riporterà alcune piccole parti (quelle che riterrò più essenziali per lo sviluppo della FF) così come scritte nel libro o leggermente modificate, mentre tutto il resto ovviamente è nato dalla mia mente malata di Drarry. Spero che questa storia sia di vostro gradimento.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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La giornata era cominciata bene tutto sommato, Harry stava decisamente consolidando la sua relazione con Draco, e grazie a quest'ultimo era riuscito a non deludere il prof di pozioni. Il problema arrivava la sera.
Lumacorno era solito circondarsi di gente importante nelle feste che organizzava durante l'anno, la maggior parte cadevano intorno le festività o eventi speciali. In questo caso Horace coglieva la pluffa in balzo: Natale si avvicinava e organizzando una festa lussuosissima avrebbe sia fatto nuove conoscenti di possibili giovani promesse e al tempo stesso aumentato il suo rango notorietà, mantenendo però un clima gioioso di amore e unità.
Dove stava il problema? 
Lumacorno non si limita ad apprezzare le doti, ma ama esporle. Potreste mai immaginare qualcosa di più imbarazzante di Harry Potter e Draco Malfoy sul podio a spiegare a tutti gli invitati come siano riusciti insieme amorevolmente a creare il filtro d'amore perfetto? Bene, Harry no di certo.
Ad ogni modo, mancava ancora qualche ora all'inizio della serata e l'unico tormento che Harry doveva per ora tener conto era Divinazione. Spesso si chiedeva perché non avesse abbandonato la materia allo stesso modo di Hermione, è vero che gli serviva per diventare Auror in futuro, ma ormai dopo decine di lezioni era fermamente convinto che la professoressa Cooman non ne azzeccasse una e che le sue lezioni fossero solo una perdita di tempo. Però nonostante ciò, Harry in fondo era da sempre stato curioso e affascinato da ciò che il futuro potesse rivelargli, anche se quello spesso oramai rimarcava il nome di Voldemort.

Era la prima lezione della giornata e Ron ed Harry si alzarono di buon ora per arrivare in tempo e non essere travolti dall'onda paranoica della professoressa, quando arrivati, notarono che era stato del tutto inutile, e lo stomaco di Harry si lamentò della colazione fatta in fretta e in furia. Tutti i posti in aula tranne i loro erano già occupati da Grifondoro e Corvonero. Tra di loro c'era chi sapeva apprezzare molto le doti della professoressa Cooman, tipi come Luna Lovegood la cui stramberia non poteva che andare a braccetto con quella dell'insegnante. 
Ron ed Harry occuparono immediatamente i loro posti, sopra i rispettivi tavoli uno strano sacchetto di velluto rosso e un piccolo libro rilegato in pelle li attendevano. Si guardarono intorno e Harry dovette ricredersi su quel che aveva appena pensato sui corvonero, mentre Harry non si sarebbe fatto scrupoli ad immaginare Luna seduta per terra a gambe incrociate , con la testa già immersa nel sacchetto a sussurrare beata a qualunque cosa ci fosse al suo interno, lo stesso non poteva dire sui Corvonero del loro anno, che non sembravano per niente mostrare la stessa bizzarria della loro amica, erano tutti fin troppo seri e tesi nel fissare il sacchetto, analizzarlo e chiedersi cosa ci fosse dentro.
-Qualcosa mi dice che questa sarà una lunga giornata- commentò Ron fissando la professoressa Cooman che seduta sulla cattedra aveva atteso il loro arrivo in silenzio.
-Sarò ancora in tempo per cambiare lezione? Magari Hermione si sente sola ad antiche rune - rispose Harry scherzoso.
-Dopo la Lezione di Lumacorno le ho parlato-gli sussurrò Ron in risposta ignorando la battuta.
Harry lo guardò serio -Parlato di cosa?-
-Pansy Parkinson- disse in tono deciso -era tremendamente strana. Hermione dice che durante la sfida era fin troppo accanita per la vittoria, dopo invece come abbiamo visto tutti, ha ammesso la sconfitta come se nulla fosse -
-Forse aveva semplicemente paura che Lumacorno dichiarasse fallimentare la sua pozione rispetto a quella di Hermione e magari così facendo il suo orgoglio non ne h risentito-
-Sveglia! E' esattamente questo il punto. L'orgoglio non avrebbe mai e poi mai fatto agire in quel modo, e una come lei di velenoso orgoglio ne ha da vendere -
Harry scrollò le spalle e prese il suo sacchetto dall'estremità della cordicella di chiusura. Proprio in quel momento la Cooman balzò in piedi e iniziò la sua lezione.
-Buongiorno a tutti ragazzi!- urlò battendo le mani. -Oggi parleremo di Divinazione per mezzo degli astragali- fece segno con la mano di aprire velocemente i nostri sacchetti. Molti Corvonero alla vista degli ossicini sorrisero, altri guardavano incuriositi, ma quasi tutti tra Grifondoro e corvonero tirarono un sospiro di sollievo. Forse si aspettavano qualcosa di poco rassicurante o assurdo, in ogni caso Harry non aveva idea di cosa fossero.
-Come ben sapete, come meglio potranno sapere i nati babbani e i mezzosangue, quella degli astragali divinatori è una pratica che molto comunemente utilizzano le cartomanti babbane per attirare il proprio pubblico utilizzando al loro scopo semi-verità-
-Siamo sicuri che non sia anche lei una di loro?- disse a voce bassa un ragazzo Grifondoro rivolto al suo compagno di banco, la Cooman fece finta di non sentirli o semplicemente li ignorò e proseguì.
-Durante questa lezione praticheremo quest'antica arte, originaria dal periodo della grande caccia alle streghe, esse utilizzavano gli astragali per conoscere il loro futuro o concedersi la risposta alle loro domande. Le cartomanti babbane usano dei semplici dadi di plastica, noi invece useremo gli ossicini della caviglia della pecora, dipinti con colori sgargianti, questo ci permette una divinazione più precisa.
Una ragazza Corvonero alzò la mano e in meno di un secondo la professoressa le rivolse tutta l'attenzione. -Ma come fanno delle ossa a rispondere alle nostre domande?-
-E' qui che entra in gioco il libro sul vostro banco. Normalmente dovremmo sussurrare agli ossicini il nostro desiderio o la nostra domanda e attendere la risposta che sta nelle diverse posizioni finali degli astragali dopo il lancio, le diverse combinazioni verranno poi interpretate secondo degli schemi presenti sul libro, ovviamente i maghi e le streghe che padroneggiano quest'arte non ne fanno uso, ma per una prima lezione direi che sia essenziale.-
-Credo di iniziare a capire, sembra facile- disse Ron.
-Ma... - Continuò la Cooman.
-Perché deve esserci sempre un "Ma"?- brontolò il ragazzo.
-Io vorrei aumentare ancor di più l'efficacia della pratica
utilizzando il dono a noi concesso: la magia. Quella magia innata che abbiamo imparato a controllare da bambini, quella libera da vincoli materiali e ordinari, quindi mettete da parte le bacchette e prendete i vostri astragali in mano, osservateli, concentratevi e incanalate tutto il vostro volere su di essi. Più forte è il desiderio e più la risposta sarà efficace e immediata.
L'espressione di Ron vacillava tra l'essere riluttante e l'interessamento, guardava i suoi ossicini con sguardo fermo e risoluto e Harry si chiese cosa avesse di tanto importante da chiedere. Si guardò intorno, un ragazzo teneva il palmo aperto con gli ossicini davanti al viso, la sua espressione ricordava un bambino di fronte a una torta di compleanno, gli occhi chiusi nell'esprimere un desiderio e un sorriso accennato; in pochi secondi gli ossicini si issarono dalla mano e atterrarono rotolando sul tavolo, la professoressa Cooman si sporse a vedere il risultato -Molto bene!- Batté le mani prima di chinarsi sul libro del ragazzo per poi sussurrargli la predizione.
Harry ritornò con lo sguardo al suo sacchetto ed estrasse il contenuto: ossa diversamente colorate su tutte le facce, concave o confesse conferivano un risultato differente. Si rigirò gli astragali tra le dita, usare la magia senza bacchetta lo innervosiva perché gli tornava in mente tutte le volte che in casa Dursley aveva combinato qualche guaio solo per il semplice fatto di non sapersi controllare. E se un ossicino sarebbe schizzato dritto dentro il naso della Cooman? Come l'avrebbe presa? Forse predicendogli altri 200 anni di imminente morte certa.
Guardò il piccolo libriccino in pelle, la Cooman aveva severamente vietato di sbirciare prima del dovuto i vari schemi di risposta, per non influenzare il lancio. Iniziò a pensare a tutte le cose che avrebbe potuto chiedere, ad esempio se sarebbe stato fortunato nella ricerca di tutti gli Horcrux o sulla sconfitta del signore oscuro, ma aveva la sensazione che quelle quattro ossa non avrebbero avuto la risposta. Cercò di pensare più in piccolo e vicino nel tempo, pensò a Draco, lo vide seguire Pansy a fine lezione, trattenersi nella stanza delle cose nascoste, piangere in bagno, dire ai suoi amici sull'Hogwarts express che non avrebbe frequentato l'anno successivo. Si chiese se si potesse fidare davvero del marchio sulla pelle, o come si sarebbe comportato alla festa di Lumacorno.
Fu più semplice di quel pensava, senza rendersene conto gli ossicini erano rotolati giù dalla mano e si disposero sul tavolo in uno schema complesso: sue astragali gialli e concavi ne affiancavano uno viola, anch'esso concavo, mentre l'unico convesso era azzurro e stava più lontano dagli altri. Senza perdere tempo, confuso, Harry cercò tale schema nel libro non ancora del tutto sicuro nemmeno di quello che aveva chiesto, ma era tremendamente curioso di scoprirlo. Sfogliò le pagine attentamente finché non trovò lo schema giusto. 
"E' in arrivo un'allettante attenzione. Poiché le persone coinvolte non sono affidabili"
-Che significa?- si intromise Ron sbirciando lo schema che indicava Harry con un dito sulla carta.
-Io... Non ne sono sicuro. Tu che hai chiesto?- chiese Harry a sua volta dirottando il discorso, nella sua mente l'immagine di Draco degli anni passati e dei momenti recenti si fondevano ed entravano in contrasto, formando ad Harry un pesante peso sullo stomaco.
-Prima ho provato a chiedere se Pansy avesse in mente qualcosa, ma quei cosi non hanno voluto darmi ascolto- disse guardando gli astragali in cagnesco -Poi... Qualcosa di più personale- arrossì.
-Hermione?-
-Si- ammise.
Harry guardò gli astragali di Ron, erano tutti convessi di un rosso sgargiante.
-Cosa dice il libro?- chiese incuriosito.
"L'orgoglio di qualcuno impedirà di risolvere screzi con alcuni amici. E' consigliabile essere più accondiscendenti-
-Screzi?- ripeté Harry corrugando la fronte.
-Già- sospirò Ron con aria rassegnata -Non ho neanche idea di che significhi-
-Dissensi, diverbi-Precisò Harry, chiedendosi cosa ne avrebbe pensato Hermione sul suo intervento, magari l'avrebbe battuto sul tempo dando perfino del bamboccione a Ron. -Non capisco, hai litigato con qualcuno? Hermione?-
-No, non mi pare - rispose Ron rivolgendo nuovamente lo sguardo al libro, poi scrollò le spalle -Bah, non darei poi tanta importanza a queste stupidaggini, ricordiamo quante volta la Cooman ha predetto la tua morte.-
-Si, grazie Ron. Non me lo ricordare.-
La professoressa Cooman si avvicinò al tavolo dei ragazzi, quasi essersi sentita nominare, e con la sua solita aria stramba si agitò per sistemarsi di fronte agli astragali di entrambi. Prima guardò Ron, si sistemò i suoi grossi occhiali sul naso e si tuffò nella lettura. Lui la guardò teso, probabilmente terrorizzato più dai suoi modi di fare che dalle sue predizioni strampalate, ma quando lei lo guardò con un raccapricciante sorriso amorevole si agitò anche su ciò che avrebbe potuto dire.
-Oh, mio caro- disse con voce velata di dispiacere, Harry e Ron si scambiarono uno sguardo prevenuto - Il troppo orgoglio non è mai una scelta saggia, Pensaci.- detto questo passò ad Harry, si avvicinò e lesse il suo risultato.
-Non c'è da stupirsi- sussurrò alle pagine -al prescelto spettano ardui compiti, fidarsi è un bene? E' meglio agire da solo per il suo oscuro destino, o trascinare gli altri con sé? Presto... tutto avverrà molto presto-
-Brividi- disse Ron scaldandosi le braccia, Harry non capiva se fosse sarcastico o meno.


Il resto delle lezioni passarono abbastanza velocemente, perfino Storia della magia passò rapida, questo perché le lezione furono interrotte dopo pranzo per l'avvicinamento delle vacanze.
La sala grande era stata ornata anche quest'anno da Hagrid e i fantasmi di Hogwarts, luci, festoni e fiocchi di neve fluttuanti erano sparsi per tutta la sala. Sui tavoli numerose candele colorate trasmettevano la sensazione di calore tipica del Natale.
Durante le lezioni Harry e Ron avevano parlato di cosa potessero significare le predizioni degli astrgali, così decisero di dover dire ad Hermione che Harry sapeva già tutto di loro, così da non cadere in qualche guaio causato da "screzi" insensati. Se sempre la predizione si riferisse a questo, ma meglio prevenire che curare.
-Herm, ho qualcosa da dirti- disse Harry non appena il trio si sedette al tavolo Grifondoro. -So che tu e Ron state insieme e sono felicissimo di questo- disse con estrema disinvoltura.
-Ronald!- strillò invece lei, rivolta al suo ragazzo. Lui la guardò terrorizzato e Harry si mise a ridere.
-Non è stato lui a dirmelo Hermione, vi ho visti da Madama Piediburro qualche tempo fa e ho costretto Ron a sputare il rospo-
-Oh, Harry mi dispiace non avertelo detto subito ma sembravi avere così tante cose per la testa che noi...-
-Tranquilla Herm, mi ha già spiegato tutto Ron. Direi che è già passato un bel po' per considerarvi ufficialmente fidanzati non è così?-
Ron era già arrossito al suo solito e guardava Hermione attendendo una risposta. 
-Si, direi di si- disse lei al settimo cielo. Harry si sporse per abbracciare i suoi amici, ne aveva un gran bisogno e fu decisamente confortante darlo e riceverlo per una notizia tanto lieta.

La giornata passò in fretta.
La festa si sarebbe tenuta nell'ufficio di Lumacorno, in questo momento tutti i professori e i ragazzi invitati alla festa erano intenti a sistemarsi per bene, specialmente quest'ultimi per apparire al meglio per il proprio accompagnatore, Hermione e Ron avevano provato più volte a chiedere ad Harry di invitare qualcuno, ma lui non ne aveva l'intenzione, aveva sperato che il suo accompagnatore indiretto sarebbe arrivato solo come lui.
Aveva pensato a Theodore Nott e a Blaise Zabini e un po' li invidiava, essendo entrambi Serpeverde potevano benissimo presentarsi senza accompagnatrici e stare insieme per tutta la serata senza che nessuno si facesse troppe domande; quasi si pentì che durante lo smistamento del cappello parlante avesse implorato di non essere smistato in quella casa.


Arrivò nella sua camera in men che non si dica, immerso nelle sue fantasticherie di una probabile vita da Serpeverde, rise tra sé e sé ricordando un accenno di Draco a riguardo.
Subito andò a scegliere dall'armadio l'abito che avrebbe indossato (una giacca sportiva nera su una semplice camicia bianca e pantaloni abbinati) e si precipitò in bagno per una doccia veloce. Quando ebbe finito anche di vestirsi e provare invano a sistemare la chioma ribelle, uscì dal dormitorio pronto per andare alla festa.

L'ufficio di Lumacorno non si presentava per niente come Harry ricordava.
Innanzi tutto era decisamente più grande, il triplo o forse il quadruplo. Le pareti erano addobbati con eleganti festoni natalizi verdi-argentati così come i tavoli riuniti a un lato della sala. Il lato opposto era dedicato al relax, divanetti e autonomi bar magici erano disposti a disposizione degli invitati, mentre il centro della sala era dedicato alla zona ballo. 
Lumacorno lo attendeva allegro con il suo solito bicchiere di whisky incendiario tra le mani.
-Harry, ragazzo mio! Vieni, entra- lo invitò con un gesto ad avvicinarsi. -Sei solo?- chiese imbronciato -nessuna bella fanciulla da invitare?-
-Vorrei che smetteste di ricordarmelo -disse Harry rivolto a se stesso.
-Come Harry? Puoi ripetere?- Lumacorno si sporse per sentire meglio scoprendo dietro di lui un gruppo di professori che parlottavano allegramente. Blaise e Theodore stavano seduti a loro fianco in un soffice divano verde acceso.
-Non sono il solo senza partner- riprese Harry -Anche Blaise e Theodore sembrano essere venuti da soli- disse sperando si sembrare convincente.
-Oh, ma davvero?- sorrise il professore. Nei suoi occhi Harry notò una sorta di scintilla divertita.
-Già- rispose Harry.
-Bene, bene Harry. Và a divertirti prima del banchetto della cena-
Harry fu felice di essersi liberato per un po' il vecchio professore, ma questo lo spinse a immergersi nella folla di invitati non sapendo esattamente dove andare, cercò i suoi amici con lo sguardo ma non li vide, postò l'attenzione nuovamente sul divano in cui Blaise e Nott sembravano godersi la serata e decise di dirigersi verso di loro, non sapeva esattamente cosa lo spingeva a farlo, forse la presenza di tanti studenti a lui sconosciuti, forse perché la coppia ormai sapeva fin troppo sul suo conto o semplicemente perché sentiva che al momento erano gli unici con cui poteva parlare.
-Ragazzi... - salutò Harry a disagio una volta raggiunti.
Nott che era preso dal raccontare qualcosa si interruppe guardandolo stizzito, Blaise invece gli rivolse un elegante sorriso. -Potter- salutò - Cerchi Draco?- un angolo della bocca gli si incurvò verso l'alto.
-No, io... Si- rispose.
-Arriverà- lo rassicurò -Vedrai, sarà uno schianto -.
Nott tossì infastidito, Blaise sembrava soddisfatto. -Theo, sai già cosa penso di Draco- ridacchiò.
Ma prima che Theodore potesse rispondere, Harry li interruppe. Non voleva sapere cosa gli altri ragazzi pensavano di Draco.
-Ehm, per curiosità, Draco vi ha detto qualcosa su...-
-Di voi due? Non c'è stato bisogno- rispose Blaise scuotendo le spalle -Una cosa che dovresti sapere su noi Serpeverde è che non diamo troppo peso alle scelte dei nostri amici, soprattutto se sono scelte personali, non ne facciamo un dramma ne ci impicciamo troppo. Se Draco vorrà parlare di qualcosa di personale avrà mente, cuore e orecchie tutte per sé, ma se non sarà lui ad aprirsi non saremo noi ad assillarlo. Dare tempo al tempo è qualcosa di importante. Qualcosa che voi Grifondoro dovreste imparare -
-"A Serpeverde troverete gli amici migliori", eh?- citò Harry in risposta.
-Esattamente - rispose fiero Blaise.
Harry sorrise, come dargli torto? Pensò Harry, anche agendo di cuore non sempre l'impulsività ripagava. Ma questa sembrava una lezione che quasi nessun Grifondoro voleva imparare e lui non era di certo l'eccezione alla regola -Quindi non ne ha fatto proprio parola?-
-Ha solamente comunicato che vi frequentate -
Harry doveva aver assunto un'aria turbata perché Blaise gli si rivolse in tono caldo e confidenziale, quasi amichevole -Non prenderla a male, ultimamente Draco non parla molto quasi di nulla, solo Merlino sa quello che gli frulla nella testa in questo periodo- La cosa non lo sorprese più di tanto, aveva visto Draco inerme con l'incertezza assoluta negli occhi, lui sapeva cosa lo turbava, Draco stesso lo aveva condiviso con lui e nessun altro. Il pensiero lo confortò un po', ma si sarebbe aspettato qualcosa in più dai suoi migliori amici. Certo, chi era lui per giudicare? Nemmeno Harry aveva detto nulla ai suoi amici più fidati, eppure quella gli sembrava tutt'altra situazione.
-E per voi, insomma, va bene? Non siete sorpresi?-
Ancora una volta Blaise scrollò le spalle -No, non direi. Anzi non hai idea da quanto dannato tempo aspettavo questo momento, sono anni che sopporto le sue chiacchiere su di te. "Potter ha fatto questo, Potter ha fatto quello, maledetto Potter, avete visto Potter?"-
-Come?- chiese Harry, credendo di aver capito male.
-Guarda chi c'è - fischiò Nott interrompendoli. Harry sentì balzargli il cuore in gola girandosi verso la porta d'ingresso.
Draco Malfoy era incantevole, se Harry nutriva ancora qualche dubbio sulla sua assoluta omosessualità ora non ne restava neanche un briciolo. Una camicia di seta nera aderiva perfettamente al suo petto leggermente scoperto, un motivo di eleganti ghirigori argentati ornavano la zona del colletto, questo morbido accarezzava la pelle sul suo collo e rimarcava gli spigolosi zigomi esaltando al meglio la linea della mascella. I pantaloni eleganti fasciavano perfettamente i muscoli delle gambe e mettevano in mostra scarpe lussuose ed eleganti. A completare il look, una giacca color cenere tenuta in spalla con una mano. I suoi capelli rappresentavano la perfezione, il gel per capelli lasciava sfuggire qualche ciocca ribelle che ricadeva sulla fronte rendendolo decisamente sexy e accattivante.
Accanto a lui... Pansy. Indossava un vestito verde petrolio attillato, lasciava libera fantasia a gran parte del suo corpo. Il copri spalle di pizzo bianco ricopriva un lungo scollo sulla schiena, era abbinato alla borsetta ricoperta di perline che cadevano a imitazione dei fiocchi di neve brillanti. Alti tacchi facevano arrivare il suo sguardo dritto in quello di Draco.
-E' lei la sua accompagnatrice?- chiese ai due ragazzi dopo qualche minuto di silenzio speso a digerire parecchie cose.
-Che ti aspettavi?- rispose semplicemente Nott.
Proprio in quel momento arrivarono anche gli ultimi arrivati alla festa.
Ron e Hermione entrarono tenendosi per mano splendenti come non mai, aver parlato della loro relazione a qualcuno esterno a loro deve aver fatto bene ad entrambi.
Hermione indossava un vestito decisamente meno vistoso di quello indossato al ballo del ceppo, ma ugualmente elegante: un leggero e morbido abito color pesca stretto in vita, scollo a V impreziosito di brillanti, scarpe abbinate e pocchette argentata. Capigliatura perfetta tra intrecci di petali e perline. Ron invece indossava l'abito che avrebbe dovuto indossare al matrimonio di Bill e Fleur: una lunga giacca in stile vittoriano, un panciotto rosa con motivi floreali rosa e al di sotto una camicia bianca. I pantaloni neri erano abbinati alla giacca, così come le scarpe.
Non appena Lumacorno diede loro il benvenuto, si misero subito alla ricerca di Harry. Quest'ultimo si ricordò della domanda di Nott -Nulla- risposa prima di allontanarsi per ­raggiungere i suoi amici.
-Harry!- salutarono all'unisono Hermione e Ron non appena lo videro arrivare. 
-Herm, sei bellissima- si complimentò Harry con l'amica, Ron gli lanciò un'occhiata fintamente offesa -Oh, Ron, anche tu sei meraviglioso- ridacchiò Harry.
-La musica è incantevole - disse Hermione tendendo le orecchie nella sala -Balliamo?-
-Tu scherzi- le rispose Ron -Se non vuoi ritrovarti zoppicante e in imbarazzo, io passo.-
-Harry?- domando lei. Harry prestò l'attenzione alla zona ballo, già diverse coppie stavano danzando allegramente, facendo tornare a galla il ricordo del ballo del ceppo, stressante, ma con Hermione sarebbe stato diverso.
-Certamente - le rispose inscenando un piccolo inchino porgendole la mano -Ronald, ti rubo la fanciulla per qualche istante - 
-Oh, ma smettetela- commentò Hermione ridendo, i due ragazzi si unirono a lei, dopo di che Ron li lasciò per far visita al banchetto di magici stuzzichini stracolmo di gente affamata, mentre la coppia di amici si incamminava verso il centro della pista.
Iniziarono a volteggiare e danzare a ritmo di musica allegra finché questa non cambiò in una sorta di lento, Harry si sentiva bene, spensierato. Mentre ballavano in perfetta sincronia parlottavano del più e del meno, Ron dal l'altro lato della pista li salutava con un enorme piatto pieno di cibo tra le mani, al suo fianco anche Draco Malfoy e Pansy Parkinson si preparavano ad entrare in pista.
L'affascinante Serpeverde teneva i suoi profondi occhi grigi puntati nella loro direzione, Pansy invece afferrandolo per un braccio, come una sottospecie di brutto koala, lo spronava ad entrare in pista.
Hermione sembrava non prestargli troppa attenzione, teneva il capo poggiato sulla spalla dell'amico continuando a parlare di come sentisse un peso in meno sullo stomaco ora che anche Harry sapeva di lei e Ron.
I due Serpeverde entrarono in pista, Pansy sembrava davvero felice e per quanto Harry la odiasse doveva ammettere che un po' gli dispiaceva, stare dietro a qualcuno con la consapevolezza che non ti avrebbe mai ricambiato non doveva essere facile. Il Grifondoro cercò per gran parte della canzone di non guardare nella loro direzione, al contrario di Draco che senza curarsi della sua partner continuava a lanciare occhiate enigmatiche verso di loro. Non sapeva bene perché non volesse sostenere il suo sguardo, nonostante lo avesse atteso con tanta impazienza, forse infondo lo irritava che non fosse venuto solo alla festa come aveva fatto Harry o forse perché era accompagnato proprio dalla Parkinson che gli scodinzolava sempre dietro e sapeva quanto lo irritasse.
Quando la canzone finì Hermione smise di parlare e alzò nuovamente la testa sorridente, Harry le sorrise distratto e attenzionò la coppia Serpeverde; Draco si era chinato a sussurrare all'orecchio di Pansy prima di uscire dalla pista e dirigersi verso il bagno.
-Scusa Herm, ho un estremo bisogno di andare al bagno. Credo che Ron ti stia aspettando- indicò l'amico seduto ad un tavolo poco lontano -Torno subito- disse e corse via.

Varcata la soglia del bagno maschile, Draco Malfoy lo attendeva a braccia conserte.
-Sapevo che mi avresti seguito-disse serio senza farsi sfuggire un espressione soddisfatta.
Harry fece qualche passo controllando se ci fosse qualcuno ad ascoltarli. -Non c'è nessuno - lo rassicurò Draco. -Sbaglio, o stai cercando di ignorarmi?-
-Cosa te lo fa pensare?- rispose Harry.
-Vediamo, di là ridevi e scherzavi con i tuoi amici, ma non appena il tuo sguardo cadeva su di me sembravi davvero incazzato nero e ti voltavi dal lato opposto, adesso invece ti metti a controllare un fetido bagno, quando la prima cosa che avrebbe fatto Harry Potter era assalirmi di domande a vista-
-Non sono incazzato con te - rispose Harry.
-Ah no?- rispose Draco con il tono di chi ci credeva poco.
-Perché sei venuto al ballo con Pansy?- chiese Harry senza guardarlo. Draco lo squadrò attentamente prima di esplodere in una risata frustrata.
-E' seriamente questo il tuo problema? Pansy?- sbottò incredulo -Ti ho già detto che non c'è nessun pericolo con lei-
Harry restò in silenzio.
Draco si passò una mano tra i capelli, gesto che ripeteva ogniqualvolta che si stressava -Non è solo questo non è vero?-
Ad Harry tornarono in mente le parole di Blaise, parole che lo avevano turbato ma che non avrebbe esposto, non voleva che Draco se la prendesse con Blaise per nulla.
Draco sbuffò -Se devo parlare da solo è meglio che torni dalla tua accompagnatrice, non ti faccio perdere altro tempo-
Harry non si mosse, puntò dritto lo sguardo negli occhi del ragazzo, gli rivolse uno sguardo intenso e pieno di diversi stati d'animo, primo tra tutti il rancore. Draco perse tutta la sua aria irritata e lo guardò stupito -Tu... non hai una accompagnatrice?- disse tra il confuso e l'incredulo.
-No- rispose duro Harry. -E vuoi sapere il motivo?- sta volta fu Draco ad essersi ammutolito.
-Pensavo che anche tu come me non sentissi la necessità di portare qualcun altro con sé in quelle vesti, ci speravo almeno. Mi sarei sentito male ad invitare qualcuno al ballo che non fossi stato tu!-
Harry non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato che si ritrovò Draco incollato alle sue labbra, resto basito per la sorpresa e per la forza del sentimento che Draco stava mettendo in quel gesto, ma lo respinse. Era troppo irritato per farsi trasportare ancora una volta.
-Che stai facendo?- gli urlò scostandolo.
-Sei un idiota- rispose lui -Perché pensi che sia venuto qui proprio con Pansy?- le sue mani non avevano smesso di sostenere il viso di Harry nonostante fosse stato respinto da quest'ultimo che lo guardava corrugato. -Lei è mia amica, l'unica ragazza consapevole che tale amicizia non si trasformerà in altro, è per questo che ho scelto lei e non qualcun'altra. Non potevo permettere che chiunque altro si facesse le stesse illusioni che si fece lei qualche tempo fa-
-Potevi benissimo venire da solo, non credi?-
-Non è così semplice, tu, non capisci. A volte è stressante l'attenzione che si riceve dai propri compagni di casa per certe stupidaggini, le reputazioni sono un punto fondamentale qui a Serpeverde-
-Ma non è giusto. Lei è innamorata di te - constatò Harry.
-Certo che no, è solo ossessionata da tutta la faccenda della stirpe perfetta e tutto il resto, mio padre la adora.-
L'ultima parte fu una pugnalata al cuore per Harry, ma Draco la pronunciò con estrema indifferenza e fu questo a spingerlo a parlarne ancora -Dovresti parlarle, una volta per tutte-
Draco sospirò -Come vuoi- Harry sorrise e gli stampò un bacio sulla guancia, senza dire nulla Draco lo afferrò per una mano e lo trascinò all'interno del primo bagno a portata di mano, chiuse a chiave la porta e si fiondò nuovamente sulle labbra di Harry. Lui sta volta non si tirò di certo indietro, si aggrappò alle spalle del biondo per godere al massimo delle sensazione lasciate dal bacio. Quando Draco passò a sfiorare il collo di Harry con le labbra, quest'ultimo sentì come una scossa di piacere lungo la schiena, buttò la testa all'indietro per dare più spazio al Serpeverde che prese a baciargli avidamente la pelle scendendo verso la clavicola, alternando i baci a dei morsi di possessione. Harry cercava di trattenere i gemiti mordendosi le labbra, non aveva mai provato sensazioni simili prima d'ora, ma sapeva che il bello doveva ancora arrivare. Approfittò dell'apertura della camicia di Draco per infilargli una mano, sfiorando il caldo torace, Draco sorrise compiaciuto sulla sua pelle capendo dove il ragazzo voleva andare a parare, ma prima che potesse fare altro un rumore assordante li bloccò lì sul posto, qualcuno stava bussando alla porta.
-Ragazzi, so che siete lì, Lumacorno vi sta cercando per il suo discorso pre-cena, muovetevi, inizierà tra poco- 
Era la voce di Blaise, sembrava ostentare abbastanza premura. Harry e Draco furono costretti a separarsi a malincuore, probabilmente già molti avevano notato la loro assenza.
-Resterà il segno­­­- disse Draco ammirando il suo operato. Harry si tocco il collo, era ancora umido della saliva di Draco 
-Dovrei camuffarlo con la magia- disse Harry.
-Non voglio che lo nascondi- si imbronciò Draco, poi realizzò di trovarsi chiuso in un bagno che era un porcile, semplicemente per il fatto di non essere visti insieme. -Ok, va bene, fai la tua magia e usciamo da qui-

Tornarono in sala separati, Draco quasi immediatamente insieme a Blaise, Harry dopo qualche minuto, da solo.
Gli invitati stavano già iniziando a sistemarsi ai loro posti nei diversi tavoli presenti in sala, al centro si trovava quello più grande dove professori e membri stretti del Lumaclub si sarebbero seduti, Hermione e Ron avevano già preso posto, la sedia accanto a Ron era occupata dalla borsetta argentata di Hermione, usata come segnaposto per Harry.
-Eccolo!- disse Hermione vedendolo dirigersi verso il tavolo.
-Amico, credevo che un Basilisco ti avesse attaccato e che saresti diventato la Mirtilla malcontenta del bagno di Lumacorno-
-Scusate, era un'urgenza- disse imbarazzato.
-Mi dispiace per il posto che ti abbiamo preso, ma era l'unico rimasto- Harry che si era già seduto sembrava non capire, si girò, e vide che seduta al suo fianco si trovava Pansy. Portava addosso l'odore di gel per capelli di Draco, e questo lo infastidiva parecchio. Il posto accanto a lei era ancora libero, Draco stava probabilmente perdendo altro tempo insieme a Blaise e Nott.

Lumacorno chiamò l'attenzione di tutti gli studenti ancora in piedi battendo una forchetta da dessert su un bicchiere di vetro facendo risuonare un forte tintinnio in tutta la sala.
Appena tutti presero posto iniziò il suo discorso -Buonasera, ragazzi miei, prima di tutto vorrei ringraziarvi per essere venuti. Tra pochi giorni avranno inizio le vacanze natalizie, alcuni di voi saranno felici di far visita ai propri cari, altri preferiranno passare questo tempo qui ad Hogwarts. Per tutti coloro che rimarranno sarei entusiasta nel invitarvi nel mio ufficio ogniqualvolta che lo desideriate per parlare della straordinaria arte delle pozioni o semplicemente chiacchierare del più e del meno. Devo ammettere di essere entusiasta nel ricoprire nuovamente il ruolo di insegnante all'interno di Hogwarts, i talenti che ho potuto riscontrare quest'anno sono perle rare e sono felice di premiarli ogni volta che se ne presenta l'occasione. In questo caso parlo di questi ragazzi speciali seduti di fronte a me che hanno saputo riproporre senza troppe difficoltà un perfetto filtro d'amore - indicò gli studenti in questione - non credete che cada a pennello in periodo di festa? L'amore è un sentimento bellissimo ragazzi miei, che non va trattato con fumanti pozioni, in questo periodo di festa vogliamoci più bene. Citando un famoso filosofo e drammaturgo conosciuto dai babbani "Vi indicherò un filtro amoroso senza veleni, senza erbe, senza formule magiche se vuoi essere amato ama." Buon natale!- detto questo si mise a sedere e diede inizio alla cena, accanto a me sentii il tavolo tremare. Pansy Parkinson si era alzata in fretta e furia rovesciando il bicchiere di idromele di Draco con la borsetta, l'odore di gel si fece più insistente nell'aria. Draco si alzò per seguirla ma Harry lo bloccò realizzando qualcosa che avrebbe dovuto aver realizzato prima, Ron aveva ragione, Pansy stava tramando qualcosa e non l'avrebbe passata liscia.
La inseguii, era già sparita dalla sua visuale, l'unico modo per trovarla era seguire l'odore.
La chiamò, per le scale e i corridoi, le tracce andavano a sentirsi sempre di meno, finché non passò nel giardino che portava all'aula di pozioni. Lo stava attraversando con difficoltà, sostenendosi a malapena con gli alti tacchi in quella terra umida e piena di erbacce.
-Pansy!- chiamò Harry.
Non appena sentì il suo nome Pansy si agitò e inciampò, la bottiglietta di Amortentia che teneva dentro la borsetta cadde fuori e si ruppe a mille pezzi bagnando alcuni fiori.
Harry la osservò inerme, un flashback si fece prepotente nella sua mente: Draco che gettava la bottiglia di filtro d'amore giù dal dirupo, facendo marcire tutti i fiori.


-Mi ha mentito- disse in fine a sé stesso. 
  
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