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Autore: cin75    28/04/2017    5 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie, di pezzi di vita, di tanti "diversi" Jared e Jensen. A volte saranno storie tristi, a volte comiche, a volte romantiche. Saranno quello che mi ispirerà il mio animo nel momento in cui le scrivo. Quindi sperate sempre che io sia felice!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Jensen si infilò a letto con un sorriso a trentadue denti. Con un gesto veloce si sfilò il pantalone del pigiama e i boxer e li gettò sulla sedia nell’angolo della camera da letto.

Quello che stava per succedere era il giusto e meraviglioso compimento di una più che splendida giornata.

Stava per fare sesso.

No! Non sesso.

Stava per fare l’amore.

Con Jared. Il suo Jared.

Con quel ragazzo meraviglioso e incredibile che aveva conosciuto la bellezza di sei anni prima. Di cui , era sicuro, si fosse innamorato prima che l’altro potesse dire “Piacere , Jared!”. Il ragazzo che aveva letteralmente assillato perché gli desse una possibilità come ragazzo prima, compagno poi, fidanzato ancora dopo e poi ancora, dopo aver preso un grosso respiro, a cui aveva chiesto di sposarlo, sperando con tutta la fibra del suo essere che Jared dicesse di si.

E Jared lo disse e un attimo dopo lo aveva baciato con un trasporto tale che Jensen, alla fine di quel bacio, aveva avuto quasi difficoltà a respirare regolarmente, a causa delle emozioni che aveva scatenato quel bacio. Dell’amore di cui era portatore. Della promessa che aveva sugellato.

E oggi, era il loro primo anniversario di matrimonio.


 

Avevano festeggiato in locale con i loro amici più cari, anche se Jensen avrebbe preferito di certo qualcosa di più romantico e che includesse solo la loro presenza. Ma Jared era così. Amava condividere i momenti più felici della sua vita con le persone a lui più care e a Jensen non dispiaceva affatto assecondarlo in questi suoi aspetti così conviviali.

Poi doveva ammettere che essere festeggiati da amici come Misha, Rob, Rich, Felicia e tutti gli altri della loro comitiva era davvero qualcosa a cui non si poteva rinunciare.

E ora era lì, in quel letto. Agitato e felice della più eccitante aspettativa.

Jared era in bagno e da lì a poco sarebbe andato da lui e avrebbero concluso alla grande i loro festeggiamenti. Solo loro. Alla loro maniera. Con tutto l’amore e la passione che ogni volta riuscivano a dimostrarsi.

Sentì la porta del bagno scattare e istintivamente si sistemò al centro del letto, aprendo appena il lenzuolo dal lato del compagno.

Finalmente Jared venne fuori e lo sguardo entusiasta di Jensen, in un attimo divenne, una sorta di sorriso stentato e tirato.

Aveva regalato a Jared un ciondolo con un pendente discreto su cui c’era inciso una semplice “J” accompagnato con un biglietto su cui c’era scritto

Il mio nome, il tuo nome. Noi due insieme. Per sempre!

Ti amo, J.”


 

Jared aveva sorriso quando aveva aperto lo scatolino e aveva visto il prezioso dono. Lo aveva baciato e poi aveva sussurrato a Jensen, con quella sua voce bassa e calda e sensuale e suadente: “Stasera, quando saremo solo io e te, indosserò solo questo e potrai avermi tutta la notte!” e poi gli aveva sorriso malizioso e soddisfatto quando aveva visto Jensen deglutire di desiderio e urgenza che quella festa finisse il più presto possibile.


 

E invece, ora, Jared, era sì, davanti a lui. Ma indossava la sua vecchia tuta con cui dormiva di solito e soprattutto un’assurda maglietta su cui c’era scritto un ben poco beneaugurante “Siamo chiusi!”

Aveva lo sguardo decisamente poco sensuale e decisamente …arrabbiato?


Jensen si mise a sedere dritto al centro del letto e cercò di capire che cosa era cambiato nell’arco di poche ore.

“Jared ma cosa…” stava per dire quando il giovane lo anticipò.

“Cosa? Ti aspettavi un fine serata diverso?!” disse con sarcasmo accentuato.

“Beh! In effetti avevo in mente decisamente altro!”

“So benissimo che cosa avevi in mente, che cosa ti aspettavi. Ma, beh!! Mi dispiace. Per te, la serata è finita qui, amico! Ma puoi sempre usare la doccia fredda, se proprio ti serve!” disse mentre si sedeva dalla sua parte del letto e si preparava a dormire.

Jensen per un attimo restò sconcertato. Ma che diavolo era successo?

“Un attimo…un attimo…Jared?!”

“Buonanotte , Jensen!”

“Ok! Ti darò la buonanotte, come vuoi, finirà così. Ma per l’amore di Dio, mi dici che cosa è successo?” fece deciso a capire qualcosa. Mise la mano sulla spalla del marito e fece pressione così da farlo voltare verso di lui. “Io vorrei…”

“Lo so che cosa vorresti. Ma non avrai niente da me stanotte. E per altre molte notti ancora, credimi!”

“Ok! Ora basta. Non mi frega niente di stanotte, di quello che mi aspettavo, di quello che mi avevi promesso. Non mi frega del sesso o di tutto il resto. Voglio solo che tu adesso mi parli e mi spieghi perché hai la faccia di uno che vuole commettere un uxoricidio!” sbottò deciso.

“Oh!! Credimi. Io…io…”

“Ma che diavolo è successo?!” esclamò frustrato Jensen, a quel punto, dopo quella mal celata esitazione del giovane.

“Chiedilo a John il barista che non faceva che offrirti da bere, o a Ted il cameriere che ha dimenticato una mancia su un tavolo pur di portarti la tua birra. O..o sì, puoi chiederlo perfino a Jenny, la responsabile di sala, che ha lasciato il suo posto per portarti lo smacchiatore e quasi le si smontavano i fianchi mentre ti sculettava intorno!” sbottò finalmente Jared, mentre scostava con astio la mano di Jensen dalla sua, gli dava le spalle e dopo essersi tirato addosso le lenzuola, sistemava con nervosismo la testa sul proprio cuscino.

Jensen per un attimo rimase senza parole. Sconcertato da una tale situazione. Confuso da quelle parole o accuse o che cosa diavolo erano quelle assurdità che aveva appena sentito!

“John…Ted..Jenny..” ripetè a bassa voce. Ma cosa?

Poi collegò i gesti dei ragazzi nei suoi confronti e comprese quello che agli di Jared erano potuti sembrare.

“Jared..” lo richiamò con voce calma, sentendosi comunque intenerito da quella manifestazione di gelosia e volendo cercare di sistemare la cosa e non tramutarla in una furiosa lite inutile. “Hai frainteso, piccolo!”

Jared si voltò di scatto verso di lui, sedendosi velocemente così da stare alla sua altezza, poiché Jensen era ancora seduto al centro del letto.

“Non osare chiamarmi Piccolo e no. Non ho frainteso. So quello che ho visto e non sono stupido!” lo avvertì e poi puntandogli l’indice al centro del petto, continuò. “Se dovevi arrivare a questo, potevi avere almeno il buon gusto di farlo in un giorno diverso dal nostro primo anniversario di matrimonio, Ackles!” e spinse appena con il dito sul torace del compagno che non riusciva a smettere di guardare e adorare e amare quella furia che gli vedeva dipinta sul volto.

“John, Ted e Jenny sono i TJ2!” gli riferì con calma.

Jared per un attimo restò basito. “Chi?!” chiese confuso e ancora furioso.

 “I TJ2. Sono una band che io curo da un po’ di tempo dato che essere impresario musicale è il mio lavoro. Una settimana fa li ho fatti avere il loro primo contratto con tanto di royalties e tra un paio di mesi, avranno il loro primo tour come band di apertura concerti.”

“Cosa..cosa…”

“Jenny e Ted sono sposati. John è il fratello di Jenny. E a questo punto credo di doverti anche dire che credo proprio che quello che hai visto siano stati semplici segni di gratitudine per quello che ho fatto, Padalecki!” concluse la sua “ammissione di colpa”, Jensen.


 

Jared rimase interdetto. Arrossì vistosamente quando si rese conto dell’enorme gaffe che aveva commesso, soprattutto tenendo conto del fatto che sapeva capire bene quando Jensen gli mentiva. E per l’amor di Dio, Jensen in quel momento era la personificazione della sincerità.

E allora?

Che diamine gli era venuto in mente di accusarlo in quel modo senza nemmeno pensare prima di chiedere spiegazioni e poi di accusarlo?

“Oddio…io…io..” oramai in colpa. “Mi dispiace, Jensen. Mi…mi dispiace!” disse ancora, sinceramente mortificato e mentre con quella stessa mortificazione cercava una via di uscita dal loro letto.

Ma Jensen, per nulla arrabbiato, anzi al contrario, onorato di quella gelosia nei suoi confronti, trattenne il giovane e con un gesto deciso ma gentile, lo costrinse spalle al materasso e un attimo dopo lo teneva dolcemente prigioniero sotto di lui.

“Ora , tu, mi stai, a sentire. Intesi?!” gli disse con docile decisione.

Jared ancora avvilito per quella sua madornale svista, annuì soltanto.

Jensen, allora, con movimento leggero sistemò la frangia che ricadeva sulla fronte di Jared, lasciandogli così il bel viso scoperto.

“Ecco, il mio bellissimo e gelosissimo marito!” affermò soddisfatto di quello che vedeva.

“Jensen, mi…mi…”

Ma Jensen lo baciò piano. Piano saggiò le labbra sottili del ragazzo, gustandone a pieno il sapore così afrodisiaco.

“Smettila di dire che ti dispiace. Non sono arrabbiato. Un po’ deluso, sì, perché non mi hai parlato chiaramente dall’inizio invece di inveire contro di me in quel modo, ma amore mio, no, non sono arrabbiato con te.” e lo baciò ancora.

“Ma io..”

“Io ti amo!” fece all’improvviso Jensen, fermando ogni possibile giustificazione del giovane. “Vedi?, Vedi che mi fai , Jared?” domandò retorico all’altro. “Io lo stavo solo pensando e invece la mia bocca non ha resistito e ha dovuto dirlo. Io ti amo. Oddio, vedi? Di nuovo. E ti amo e ancora, ti amo.”

“Jensen..” sussurrò Jared , ormai, al limite dell’emozione che stava provando in quel momento.

“Amo tutto di te. Ti amo ogni giorno, ti amo ogni notte. Provo a ripetermi che non devo dirtelo così spesso perché potrei stancarti, ma è dura. Non ci riesco e quindi…Ti amo, ti amo così tanto che ti sento dentro di me , sempre e sempre e sempre. Sei come una malattia da cui non voglio guarire e di cui spero non trovino mai la cura. Non mi interessa che non mi fa respirare per quanto ti amo, che quando sei lontano non mi va di mangiare , di dormire, di lavorare. Ma poi so che devo farlo perché, paradossalmente , l’amore che nutro per te mi spinge a vivere , perché vivere significa amarti ancora. Amarti di più. Perciò ti amo, Jared. E non esiste che io possa amare un altro o solo pensare di essere capace di amare qualcuno che non sia tu.”

Jensen disse queste parole con un tale trasporto che Jared non riuscì ad infilare una sola sillaba e questo gli permise di ascoltare tutto. Di imprimersi nella mente quella meravigliosa dichiarazione d’amore che Jensen gli aveva appena fatto.

Il giovane alzò una mano verso il viso innamorato che lo stava guardando e piano gli carezzò dolcemente il profilo leggermente contratto ma sempre dolce.

“Cosa pensi io possa mai dire dopo quello che mi hai appena detto!?” chiese con voce gentile. “Non mi permetterai di chiederti ancora scusa…”

“No, non lo farò!” gli diede ragione Jensen e Jared sorrise.

“Ma dirti solo che ti amo anche io sembra così ….miserabile!”

“Tu mi ami, Jared?!” chiese , allora, Jensen, come se stesse chiedendo conferma di un qualcosa che si sa già esista.

“Io vivo per amarti, Jensen. Dio!, come ti amo!”


 



Dio, come ti amo!
Non è possibile avere tra le braccia tanta felicità.
Baciare le tue labbra che odorano di vento.
Noi due innamorati come nessuno al mondo.
Dio!, come ti amo”

(Dio, come ti amo. D. Modugno)

   
 
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