Capitolo
13
Christopher
alzò lo sguardo dalla partita a Sparaschiocco che aveva in
corso con James,
attirato dal rumore dei passi che echeggiavano lungo il corridoio in
marmo
della sala ricreativa.
Jackson
e Jamie entrarono poco dopo, uno dagli occhi leggermente infossati e
l’altra
con un cipiglio teso.
Nessuno
dei due aveva una bella cera, constatò, e dubitava che le
cose sarebbero
cambiate fino a che il consiglio non avesse preso una decisione.
Quell’attesa
snervante li stava uccidendo.
James ruppe
il silenzio imbarazzato, stampandosi sul volto il suo solito sorriso
irriverente.
- Da
quanto non dormi, Jax? Hai una faccia più spaventosa di
quella di Abby il
lunedì mattina. –
La
diretta interessata lanciò un cuscino contro
l’amico colpendolo in pieno volto.
- Al
momento dormire è il mio ultimo pensiero. –
-
Dovrebbe essere il tuo primo -, lo rimbeccò Alaska, -
perché non aiuterai Kat
in alcun modo se continui ad andare in giro come uno zombie. –
JJ
sospirò, ravviandosi i capelli.
- Ho
provato a farglielo capire, ma continua a pensare di essere Highlander.
–
Christopher
e Jackson inarcarono il sopracciglio nello stesso istante, perplessi.
- Chi?
–
- Highlander
è un … ah, lasciate perdere, non è
importante. Quello che conta è che Jax deve
riposarsi, è completamente inutile se non si regge in piedi.
–
- Non …
-
Alaska
lo folgorò con un’occhiataccia.
- Non
ci importa cosa vuoi o meno, Van der bilt. Devi dormire o giuro su
Merlino e
Morgana che ti infilerò una delle mie pozioni soporifere
dritta in gola. –
- E se
dice che lo farà puoi stare certo che sarà
così – convenne Christopher.
Non lo
diceva tanto per dire; la sua ragazza, seppur minuta e tendenzialmente
dolce e
amichevole, tendeva a diventare determinata in modo inquietante quando
si
trattava di portare avanti qualcosa in cui credeva.
Alzò le
mani in segno di resa. – D’accordo,
d’accordo, dormirò. –
Si
lasciò ricadere sulla poltrona rimasta libera,
acciambellandosi.
Chiuse
gli occhi quasi all’istante perché, a dispetto di
quanto si ostinava a sostenere,
sentiva davvero il bisogno di farsi una dormita.
Entrò
nel mondo dei sogni cullato dal vociare dei suoi amici in sottofondo.
*
Allungò
il passo, cercando di starle dietro mentre sfrecciava risoluta verso la
zona
mensa.
Sonya
le aveva categoricamente vietato di farsi vedere nuovamente da lei o
Alphard
prima di aver messo qualcosa sotto ai denti.
Poi
avrebbe avuto inizio la caccia.
- Cosa
ha fatto mio padre? – ripetè, incredulo.
Non avrebbe
mai pensato che si sarebbe esposto in quel modo contro Nathaniel, che
per anni
era stato il suo migliore amico, e invece lo aveva sorpreso.
- Mi ha
dato il suo appoggio e ha comprato il voto di quel vecchio viscido.
Senza di
lui non avremmo mai avuto il via libera a intervenire. –
La cosa
era sempre più sorprendente ogni volta che lo sentiva.
- Deve
avere un guadagno. –
Ruby si
voltò verso di lui, accigliandosi.
- È
così difficile per te credere che tuo padre abbia
semplicemente voluto fare la
cosa giusta? –
Emise
un’aspra risata.
- Baron
Ryle che fa la cosa giusta lasciandosi guidare solo dal suo buon cuore?
È
impossibile. Deve aver realizzato che ha più
possibilità di ottenere qualcosa
dall’aiutarci piuttosto che dallo schierarsi al fianco di
Nathaniel e della sua
Mano nera. –
-
Immagino che lo scopriremo presto. Non credo che Alphard ci
metterà molto a
trovarlo. –
Concordava
pienamente con lei.
Nessuno
riusciva a trovare qualcuno con tanta rapidità come la
squadra d’elité degli
Auror, specialmente se erano fortemente spinti a dare il meglio.
E non
c’era alcun dubbio sul fatto che Alphard fosse stato molto
convincente
nell’esporre la priorità di quella missione a
tutti i suoi uomini.
-
Quindi farai meglio a mangiare qualcosa. Non puoi combattere a stomaco
vuoto. –
Anzi,
per la verità sperava che Ruby insistesse per fare di testa
sua e venisse
esclusa dall’azione.
L’idea
di vederla rischiare la sua pelle non gli andava affatto giù.
- Va
bene, mangerò qualcosa e poi sarò pronta per
stare in prima linea. –
- Non
necessariamente in prima, andrebbe bene anche in seconda o in terza
… -
bofonchiò.
La vide
sgranare gli occhi, sorpresa.
- Non
vuoi che combatta … perché? –
-
Abbiamo decine di Auror super addestrati -, si strinse nelle spalle, -
non
serve che tu ti esponga troppo. È inutilmente pericoloso.
–
- Stai
cercando di dirmi che non vuoi che corra rischi? –
- Sto
cercando di dirti che se ti succedesse qualcosa io … -
Si
morse la lingua.
Che
accidenti stava per dirle?
Eppure
Ruby non sembrava sul punto di prenderlo in giro, ma lo fissava in
attesa che
continuasse la frase.
- Tu? –
- Io ne
sarei dispiaciuto. –
- Ne
saresti dispiaciuto -, ripetè con tono improvvisamente
gelido, - Fantastico,
che grande rivelazione. Non scioglierti troppo, mi raccomando, Ryle.
–
Bene.
Era
riuscito a farla arrabbiare anche mentre cercava di dire qualcosa di
dolce.
Riuscire
a spiegarsi con lei era qualcosa di incredibilmente difficile
… e dire che non
era mai stato il tipo di persona che aveva difficoltà
nell’esporre le sue idee.
Al
diavolo, tanto valeva chiarire definitivamente come la pensava, non
avrebbe
certo potuto fare più danni.
- Non
sarei solo dispiaciuto. Ne sarei devastato, d’accordo?
–
- Come
sei melodrammatico, Ryle … -
La
interruppe chinandosi su di lei, posando le labbra sulle sue.
Chiuse
gli occhi in attesa della sua reazione, certo che uno schiaffo
l’avrebbe
colpito in pieno.
Eppure
Ruby era lì, ferma, e non accennava a interrompere il
contatto tra di loro.
Fu la
sua mancanza di rabbia e indignazione a spingerlo ad approfondire quel
contatto.
Sentì
le labbra stirarsi in un sorriso compiaciuto quando avvertì
che la ragazza
stava ricambiando il bacio e aveva affondato le dita affusolate tra le
corte
ciocche scompigliate.
*
Camille
sbuffò, continuando a esaminare gli incartamenti.
Gli
Auror di Alphard avevano pattugliato l’intera zona attorno
alla dimora
ufficiale di Nathaniel per tutte le ultime otto ore eppure non avevano
trovato
nulla.
Era
stato allora che Sonya si era rivolta a lei, chiedendole se avesse
voglia di
provare a dare loro una mano.
Un
punto di vista nuovo e privo di pregiudizi avrebbe potuto essere
d’aiuto, le
aveva detto, e lei si era resa immediatamente disponibile.
L’idea
di potersi rendere utile la faceva sentire meglio.
Eppure erano
due ore abbondanti che rileggeva quei documenti senza riuscire a
cavarne un
ragno dal buco.
Il
cognome Wilson compariva di tanto in tanto, ma legato solo a
proprietà del
tutto legali e ben registrate, nulla in cui Nathaniel si sarebbe mai
arrischiato a nascondere un ostaggio.
- Come
procede? –
Trasalì
ritrovandosi davanti Alaska con una tazza di fumante caffè
stretta tra le mani.
- Male.
Non riesco a trovare un posto in cui potrebbe averla nascosta.
–
-
Dovresti provare a riposarti, stressarti non porta a nulla e rischia di
farti
sfuggire di vista anche quello che è palese. –
Aveva
ragione.
Con le
indagini funzionava lo stesso principio dello studio: il cervello non
andava
sovraccaricato d’informazioni perché dava
inevitabilmente inizio a un processo
di esclusione dei dati più vecchi in favore di quelli
recenti.
Rischiava
di perdersi davvero qualche pezzo per strada e non poteva permetterselo.
Accettò
la tazza e sorseggiò la bollente bevanda.
Una
scarica di caffeina era proprio quello di cui aveva bisogno.
-
Questo cos’è? –
Seguì
lo sguardo dell’amica finendo con il posarlo su un vecchio
articolo di
giornale.
Era
datato agosto di vent’anni prima e riportava
l’immagine di un Nathaniel più
giovane che teneva per mano una ragazza dai capelli castano rossicci
che
assomigliava incredibilmente a una versione più grande di
Ruby.
Sorridevano
all’indirizzo del fotografo e la mano di lei si muoveva
mettendo in mostra un
gigantesco anello di diamanti e rubini.
Il
titolo riportava: “Nathaniel Wilson
prossimo
alle nozze con Amalya Carson.”
- L’annuncio
di fidanzamento di Nathaniel! –
C’era
qualcosa che non le tornava.
Ruby e
suo fratello facevano di cognome Cassel … non Wilson
né Carson.
Aveva
pensato che avessero preso il cognome materno, ma evidentemente non era
così.
Che
entrambi fossero stati adottati?
- So a
cosa stai pensando -, saltò su Alaska, - e
c’è una sola persona che può
rispondere a questa domanda. Vado a chiamarla. –
*
-
Ti
assomiglia davvero tantissimo – considerò Alastair
osservando la donna
ritratta.
L’unica
differenza erano gli occhi: quelli di Amalya Carsen erano castani
mentre Ruby
aveva la stessa sfumatura grigio perla di quelli paterni.
Camille
annuì.
-
Esattamente quello che ho pensato io, quindi immagino che né
tu né tuo fratello
siate stati adottati. –
Ruby si
riscosse dai suoi pensieri e smise di osservare la foto.
Sembravano
così giovani, così felici e innamorati.
Eppure
tutto era finito con il naufragare.
-
Purtroppo no, siamo entrambi suoi figli biologici. Perché,
cos’è che non ti
torna? –
- Il
cognome … non è né quello di Nathaniel
né quello di Amalya. Da dove è uscito
fuori Cassel? –
Si
strinse nelle spalle, abbozzando un sorrisetto divertito.
- Non
dirmi che tra tutte queste schede non c’è un
certificato di nascita di
Nathaniel. –
Scosse
la testa.
Era
vero, non ci aveva pensato e probabilmente era stato un errore stupido.
Aveva
preferito concentrarsi sugli ultimi vent’anni piuttosto che
ripercorrere l’intera
storia della sua vita.
- Non
ci ho nemmeno pensato a chiederne uno. –
- E
sono certa che era proprio quello in cui sperava -, mormorò,
- ma purtroppo per
lui conosco molto bene questa storia. Cassel è il cognome
dei genitori naturali
di Nathaniel, quelli con cui ha vissuto per i suoi primi dieci anni di
vita, e
suppongo che usandolo riuscirai a trovare qualche vecchia
proprietà sparsa
nelle campagne. –
- Mi
metto subito al lavoro. –
Restrinse
il campo di ricerca e continuò a scartabellare
finchè non lo trovò: Cassel
Armand.
Aveva
intestata una vecchia proprietà nelle campagne inglesi.
Incrociò
le ricerche con i dati che gli Auror possedevano su Armand Cassel.
Ne
venne fuori che era morto quindici anni prima e che la
proprietà era passata a
suo nipote: Gabriel Cassel.
- Alphard,
Sonya! Ce l’ho, li ho trovati! –
Spazio
autrice:
Salve!
So che il capitolo è corto, ma era una sorta di capitolo di
passaggio tra questo e il quattordicesimo perciò ho
preferito non allungare
troppo “il brodo” rischiando di inserire cose
superflue.
Dunque, dopo la Chriska (?) finalmente anche la Ralistair
(?) è diventata Canon. Lo so che i nomi di queste due ship
sono tremendi, ma al
momento non me ne vengono in mente altri … se avete dei nomi
più carini in
mente fatemelo sapere ;)
Ah, infine ho una piccola domanda per voi:
-
il vostro OC parteciperà alla missione di recupero di
Katherine?
Detto
ciò vi lascio e ci sentiamo al prossimo capitolo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary