°°°Loneliness°°°
CAPITOLO3: Potresti
salvarmi?
Frase di presentazione
_non posso fare a meno di essere sincera_
Chibiko osservò la
caramella.
Poi il ragazzo davanti a
lei.
E di nuovo la caramella.
Era in una cartina rosa
confetto, e sopra disegnato aveva una fragola sorridente che ti faceva l’ok con
il dito. La bambina strinse il pugno, indecisa.
Le caramelle alla fragola
erano le sue preferite.
Guardò il rosso che ancora
le sorrideva, con la mano sporta in avanti per darle il dolce. Era sereno, si
vedeva che, se avesse dovuto, sarebbe stato in quella posizione anche per tutto
il giorno.
E lei voleva quella
stupida caramella.
Dio, quanto la
desiderava!
Storse la bocca,
decidendo.
“se mi dai la caramella,
cosa vuoi in cambio?”
Il ragazzo aprì gli occhi,
vittorioso. Chibiko sbuffò. Uomini! Credono sempre di averla vinta.
“ voglio che fai una
piccola cosa per me…”
Lui si appoggiò
candidamente sulla spalliera della panchina con i gomiti. Chibiko si sporse
all’indietro, mentre uno strano tic nervoso le torturava l’occhio destro.
“senti un po’… tu…! L’educazione non te l’hanno
insegnata?? Chi diavolo sei?!”
Scoppiò la bambina. Ma chi
si credeva di essere? Un Re?!
“hai ragione, scusa! Mi
chiamo Apollo, sono figlio di Gen Fudo, un magnate di successo, e sono l’unico
erede della dinastia Fudo! E tu?”
Il tic nervoso aumentò.
“complimenti per
l’etichetta!” sbuffò scocciata, abbassando la testa e sistemandosi con la mano
la frangetta. Aprì un occhio, fissandolo.
“io sono Chibiko” disse,
senza troppe cerimonie.
“bene Chibiko, ora non è
che mi faresti quella cosa di cui
parlavamo prima?”
Lo guardò, sospettosa.
“spiega un po’…”
Apollo alzò la testa,
accennando con il capo un punto in mezzo al parco.
“vai là e fatti male!”
La bambina quasi cadde
dalla panchina per lo stupore. Insomma, si era aspettata qualcosa di un po’
più… diciamo… spinto, ecco.
Ci pensò. Magari gli
piaceva violento…
–sei troppo maliziosa,
sicura di avere solo 7 anni?- Otoha lo dice sempre, ed ha maledettamente
ragione.
“perché dovrei farmi male?”
Il ragazzo cambiò
direzione di sguardo, accennando a un gruppetto di studentesse più in la.
“perché quelle correranno
ad aiutarti, e io le conoscerò. Ah, giusto, fingi di essere mia sorella!”
Chibiko alzò un
sopracciglio, osservando il viso sorridente del ragazzo.
Questo dice stronzate, e lo fa pure convinto!
La bambina diede un
leggero schiaffo alla mano di Apollo, da sotto. La caramella volò in alto e lei
la prese al volo.
“e va bene!” disse,
avvicinandosi la caramella al viso, sorridente.
Scese dalla panchina con
un salto, per poi correre ridendo come se stesse giocando. Cadde
all’improvviso, tanto bene da far credere anche ad Apollo che non fosse uno
scherzo.
Le studentesse,
spaventante, andarono subito da lei per accertarsi delle sue condizioni.
Il ragazzo sorrise.
Però, che attrice! Pensò, mentre si avvicinava alla piccola. Assunse
un aria preoccupata.
“Chibi, tutto bene?”
Chiese, con fare
apprensivo. Chibiko spostò lievemente le mani che le coprivano gli occhi
asciutti.
“fratellone, mi fa tanto
male la caviglia”
Le ragazze osservavano la
scena, intenerite. Quanto era dolce quel ragazzo!
Apollo voltò lo sguardo
sulle giovani, presentandosi. Prese la piccola sulla schiena, mentre questa gli
allacciava le manine intorno al collo.
“sei sicuro che starà
bene?”
Domandò una di queste, con
i capelli marroni e i codini. Lui sorrise.
“beh, se siete preoccupate
per lei, lasciatemi i vostri numeri di cellulare, cosi poi vi chiamo per
informarvi”
“sei stata grande!”
Esclamò, assicurandosi che
non ci fossero macchine prima di passare. Chibiko sorrise, vanitosa.
“è ovvio!” disse,
spostando con un gesto del capo una ciocca di capelli fastidiosa “ ma sei
sicuro che poi te la danno?”
Apollo quasi inciampò.
“e tu sei sicura di essere
una bambina?!”
Chibiko sorrise.
“al 100%! 7 anni fatti e
sputati!”
Lui sorrise, scuotendo la
testa.
Era proprio strana quella
mocciosa.
L’aveva vista su quella
panchina, da sola, a fissare il resto della gente con uno sguardo
indecifrabile. Gli era parsa forte, ma nello stesso tempo fragile.
Certo, non si aspettava
che lo avrebbe davvero aiutato.
Era troppo… matura. Sembrava conoscere perfettamente
come gira il mondo.
“e la mamma non ti dice
niente quando te ne esci con queste frasi?”
Io non ce l’ho una mamma.
Chibiko strinse di più le
mani intorno al collo di Apollo.
“mamma, perché papà ti ha picchiato?”
La madre sgranò gli occhi, mentre
serviva la colazione alla figlia.
“guarda che papà non mi ha fatto
niente!”
Chibiko la fissò.
“allora quando fate le porcate puoi
evitare di urlare cosi forte? Stanotte non ho chiuso occhio!”
Emiko arrossì vistosamente, mentre
dava un lieve coppetto alla bambina.
“Chibiko, non si dicono queste cose!”
“si, mi sgrida. Ma tanto
io non l’ascolto…”
Sussurrò, cercando di non
svelargli la verità.
Apollo, io non ho la mamma. E toccherei il cielo
con un dito, se potesse davvero impedirmi di dire certe cose.
“allora, Chibiko, dove ti
porto? Ehi, Chibiko?!”
Il ragazzo voltò
leggermente la testa, guardando la bambina dormire appoggiata alla sua spalla,
con la guancia bagnata.
Apollo scosse la testa.
Per fortuna, almeno nel
sonno piange.
°°°
Si svegliò di soprassalto,
alzandosi a sedere. La prima cosa che vide furono le lenzuola di raso rosso,
che la coprivano fino al ginocchio. Osservò la stanza intorno a sé, scoprendo
che era l’esatto opposto della sua.
Le girava leggermente la
testa, sicuramente a causa della brusca svegliata.
Ributtò la testa sul
cuscino, ricordandosi tutti gli avvenimenti della giornata. Che diavolo ci
faceva li?
“ben sveglia, lady”
Chibiko si voltò di
scatto, sentendo quella voce sconosciuta.
Lady?!
La ragazza, non doveva
avere più di 20 anni, le si avvicinò veloce. Non sorrideva, e lo sguardo era di
ghiaccio.
Come una di quelle bambole
che papà le portava dopo i suoi viaggi.
Fredda e perfetta.
“lady…”
“lord!”
Per la prima volta la
donna sembrò cambiare espressione. Era stupita. La bambina le fece un mezzo
sorrisetto.
“voglio che mi chiami
lord, se proprio devi usare questi epiteti…”
Abbassò lo sguardo per
nascondere gli occhi lucidi e il viso fattosi più rosso.
Non poteva assolutamente
piangere.
Non doveva!
“mmm… no, secondo me ti sta meglio
quello giallo!”
Chibiko sbuffò.
Erano ore che provava vestiti su
vestiti… e solo per una stupida festa!
“mammaaaa… io ho fame!”
La madre la guardò, scocciata.
“uffa Chibiko! Un po’ di pazienza!”
La bambina sbuffò.
“ma io mi annoio!”
“questa è una cerimonia importante,
piccola! Devi essere al massimo dello splendore…
Una vera lady!”
Chibiko alzò un sopracciglio.
“uffa… e va bene…”
Si arrese.
Emiko sorrise, intenerita.
“ma che brava, la mia piccola e
adorabile lady”
“ehm… lord, il signorino Apollo ha detto di raggiungerlo nella sua stanza
padronale appena sveglia”
Fredda, fredda, fredda.
Chibiko aveva i brividi. Sbuffò.
“va bene, portami da lui”
°°°
Apollo appoggiò i gomiti
sul tavolo di acero, annoiato. Odiava quei compiti dannati, la chimica proprio
non gli entrava in testa!
Chiuse il quaderno con
forza, rinunciandoci.
Tanto lui il futuro
assicurato già ce lo aveva. Alzò gli occhi verso il soffitto.
Anche se, infondo, era
proprio perché aveva già una strada delineata che si impegnava tanto a scuola.
Un lieve bussare alla
porta lo colse impreparato. Si voltò di scatto, trovandosi una bambina
letteralmente incazzata sullo stipite della porta.
La cameriera se ne andò,
lasciandoli soli.
Apollo, fece un mezzo
sorrisetto preoccupato, pensando che incazzata
non esprimeva neanche un mezzo di quello che Chibiko era in quel momento.
Indossava un vestitino
nero, in velluto e pizzo, pieno di fronzoli. I capelli corti legati in due
codine dietro la testa, con dei fiocchetti dello stesso colore.
Ma quello che fece più
paura al ragazzo erano le scarpette in vernice nera, che sbattevano prepotenti
sul pavimento in marmo, quasi a volerlo rompere.
“ti do 5 secondi per
spiegarmi il motivo di questo… coso!
Se no ti riempio di botte!”
Minacciò Chibiko,
indicando l’abito, con un fare che per nulla sia adattava a quell’abbigliamento
da brava signorina.
“ecco…vedi…”
“uno!”
Apollo iniziò a sudare
freddo.
“due!”
“si, insomma, è perché…”
“tre!”
“il vestito è per…”
“quattro!”
“il vestito è per un fatto
mio personale!”
La bambina alzò un
sopracciglio, mentre il ragazzo abbassava la testa, come a chiedere scusa.
Sempre a raccogliere randagi, eh?
All’improvviso, nella sua
testa, tornò prepotente da voce di suo padre.
Si morse il labbro,
nascondendo la rabbia dietro un espressione gentile.
“ti sta bene, il nero ti
dona”
Chibiko notò la voce
fattasi più bassa e la testa che non accennava ad alzarsi. C’era qualcosa che
non andava e questo lei lo sapeva bene.
Aveva visto troppe volte
sorrisi come quello che adesso le porgeva lui per non capire.
Stava fingendo.
E pure spudoratamente!
Chibiko strinse a se l’orsacchiotto.
“papà, dov’è la mamma?”
L’uomo alzò lo sguardo su la piccola,
con le lacrime che non si vergognava a nascondere.
“amore, la mamma è andata… in un
posto migliore!”
Disse, cercando di convincersi delle
sue stesse parole.
Le fece un sorriso, che tutto riuscì
tranne che rincuorare la bambina.
“SEI UN BUGIARDO!”
Scoppiò lei, stringendo il piccolo
pugno sinistro sulla vestaglia da notte.
Il padre la fissò, stravolto.
“la mamma ha detto che il posto più
bello del mondo è dove ci sono io e dove ci sei tu!”
Chibiko sorrise triste,
alzando lo sguardo.
“smettila con quei sorrisi
falsi, non mi inganni”
Apollo spalancò gli occhi,
sorpreso.
“piuttosto… vorrei
conoscere i tuoi”
“perché?”
La bambina inclinò la
testa.
“perché ci sono due motivi
per far vestire cosi una bambina, senza un occasione particolare: o sei un
maniaco, o vuoi fare bella figura con qualcuno”
Apollo sorrise, pensando a
come fosse intelligente.
Ma allora sei proprio stupido! Cos’è, vuoi
umiliarmi?! Neanche uno smoking cosi ti rende decente! Animale! Selvaggio!
Il ragazzo strizzò gli
occhi.
Basta, basta!
Papà, leva la tua inutile
voce dalla mia testa.
“senti, Chibiko… il tuo
papà ti voleva bene?”
Io non ti riconosco come mio figlio. Avrai i miei
soldi, il mio nome, la mia casa. Ma non sarai mai mio figlio! Inutile demonio!
°°°
To be continue…
Si, lo so. Esattamente
come l’altro: inconcludente. E poi incasinato, non si capisce niente. Anche io
che l’ho scritto non riesco a seguire il filo del discorso! Ma vabbè, spero
avrete pietà di questa povera scrittrice incompetente.
Comunque tra un po’ ogni
cosa dovrebbe sciogliersi.
Tutti i nodi vengono al
pettine.
Volevo anche dire che alla
fine inserirò 4 (eureka…) capitoli extra, che serviranno a rendere tutto un
pochetto più chiaro!
Beh, non so se l’idea vi
piace o meno, è che mi sono accorta che se non si fa “un passo indietro”,
diventa un rimasuglio di parole senza senso -.-!
L’angolo dei ringraziamenti.
La
Sognatrice: ehm… avrei voglia di nascondermi per l’orrore che
ho scritto stavolta -.-”!
Comunque Chibiko l’ha
accettata la caramella alla fine!^^
Bimba maliziosa, io lo
dico sempre…
Grazie per “altro grande capitolo”
(l’ho riletto 27 volte prima di capacitarmi che si, c’è proprio scritto cosi),
sono molto imbarazzata perché è veramente un onore per me!
Le tue storie sono davvero
la Bibbia dal mio punto di vista, infondo sono cresciuta a pane e storie de La
Sognatrice! (al tempo Dreamer21).
Spero commenterai anche
questo capitolo anche se veramente brutto.
Himi87: è vero... Chibiko fa
venire molta tenerezza. Somiglia tanto a quei peluche tutti pelosi e morbidosi,
che vorresti tenere sempre tra le braccia. Vuole fare la dura, ma troverà pane
per i suoi denti! ^^
Non immaginate neanche in
che casino la sto andando a mettere!
Ti ringrazio per i tuoi
complimenti, è sempre un piacere leggerli. Come le tue storie, che sono davvero
meravigliose!
Lo so che è orribile come
capitolo, ma spero che lo commenterai!
MiCin:
ihih non sai quanto ho riso quando ho letto il tuo commento!
Si, le conosco tutte le
tue storie! Complimenti, una più bella dell’altra!
Beh… Apollo un pedofilo
non potevo proprio farlo, va contro tutti i miei ideali su di lui!!
Ehm… mi inginocchio
chiedendo venia per la mostruosità che mi è uscita stavolta, ma covo la
speranza che mi dirai cosa ne pensi anche di questo…come chiamarlo… coso!
Laicachan: oh, my god! (si scrive cosi?)
Un altro pilastro della
sezione di Aquarion…!
Se sentite un ticchettio,
sono i miei denti che tremano!
Beh, comunque non ti
preoccupare per l’altro capitolo, anzi! Ti ringrazio infinitamente per le tue
parole. È vero, Chibiko è ignorata dai più! E allora perché non sfruttarla? ^^
No, vabbè, tanto tutte le
strade portano a Roma (si capisce quello che intendo?)
Spero commenterai anche
questo chappy, pure se scritto con i piedi.
e…continua cosi, che fai
delle storie stupende!
Ringrazio anche chi ha
semplicemente letto!
Ditemi cosa ne pensate di
questo capitolo, please!
Per averla messa tra i preferiti, grazie a:
La Sognatrice
MiCin
Al prossimo capitolo,
bacioni, keik0!