Capitolo
XVII
Wish
I had an Angel
I wish I had an angel for one
moment of love
I wish I had your angel
tonight
Deep into a dying day
I took a step outside an
innocent heart
Prepare to hate me fall when I
may
This night will hurt you like
never before
Old loves they die hard
Old lies they die harder
I wish I had an angel
For one moment of love
I wish I had your angel
Your Virgin Mary undone
I’m in love with my lust
Burning angelwings to dust
I wish I had an angel tonight
I’m going down so
frail’n’cruel
Drunken disguise changes all
the rules
Old loves they die hard
Old lies they die harder
Greatest thrill
Not to kill
But to have the prize of the
night
Hypocrite
Wannabe friend
13th disciple who
betrayed me for nothing!
Last dance, first kiss
Your touch my bliss
Beauty always comes with dark
thoughts
Quella canzone gliel’aveva
consigliata Aliack e dopo averlo fatto si era chiuso in camera a deprimersi
come faceva tutti i giorni. Era bella, doveva ammetterlo e sapeva anche perché
lui l’ascoltava: per lui Miriam era un angelo. Sentì una voce femminile
provenire dalla stanza e capì che la stava ascoltando, dopo sarebbe andato da
lui per non lasciarlo solo, ormai stava oltrepassando il limite, in quello
stato non avrebbe mai potuto salvare Miriam.
- Fred, che stai facendo?
Si voltò verso il fratello
e rispose: - Pensavo: perché dopo non andiamo da Aliack?
- Ti ricordi cos’è successo
l’ultima volta che siamo andati da lui?
Certo che se lo ricordava,
li aveva cacciati fuori e aveva lanciato una fattura alla porta per non farli
entrare.
- Sì, ma sento che questa
volta sarà diverso.
George se ne andò
sbuffando, mentre lui rimase davanti alla porta aspettando che finisse la
canzone. Sentì la voce maschile e capì che era finita.
Bussò intonando un
motivetto e sentì qualche scatolone cadere… forse era stata una cattiva idea
mettere delle consegne nella camera di Aliack.
Vide aprirsi uno spiraglio
e sentì qualche altro scatolone cadere. – Quanti ne sono caduti?
- Cinque o sei. – sentì
Aliack dire dall’altra parte – Aspetta che li tolgo e ti apro.
Sembrava allegro,
probabilmente quella canzone lo metteva di buonumore.
- Fatto. – la porta si aprì
completamente – Allora, che ti serve?
- Volevo parlare con te.
- Se sei qui per parlare di
Miriam puoi anche andartene. – come faceva ad avere un sorriso a 32 denti
mentre diceva quella frase?
- Non sono qui per parlare
di lei.
Lo notò spalancare gli
occhi all’inverosimile, lo credeva capace di parlare sempre degli stessi
argomenti? Gli avrebbe dimostrato il contrario… il problema era che non sapeva
di che parlare.
- Allora perché?
- Volevo sfidarti.
- A cosa?
- Agli scacchi magici. –
voleva dire a Quidditch, ma sapeva fin troppo bene che lui non avrebbe mai
preso in mano una scopa; ad Hogwarts aveva accennato ad una promessa, ma non
aveva mai scoperto niente in merito, doveva indagare.
- Va bene.
Scesero nel negozio e
recuperarono una scacchiera da dietro al bancone e si sedettero su un piccolo
tavolino.
- Inizio io, okay? – chiese
guardandolo beffardo.
- Fai pure. – rispose
spavaldo Aliack. Com’era possibile che la persona davanti a lui si stesse
deprimendo? A lui sembrava spavaldo come sempre… strano…
Iniziò muovendo un pedone e
Aliack fece la stessa mossa. Ne mosse un altro e anche lui fece uguale; dopo
venti minuti di gioco Aliack l’aveva battuto facendo esattamente le sue stesse
mosse, solo che alla fine l’aveva anticipato facendo scacco matto.
- Non vale!
- Perché?
- Hai copiato le mie mosse!
– si lamentò.
- È vietato farlo?
- No, ma…
- Allora ho vinto
onestamente. – non era allegro, per niente, era di pessimo umore, come aveva
fatto a non capirlo prima?
- Torno in camera, se non
hai un motivo serio, non disturbarmi.
Non rispose, aveva visto il
suo sguardo di ghiaccio e ne era rimasto… agghiacciato… ma quello era davvero
Aliack? In quei giorni gli aveva fatto numerose minacce di morte, ma aveva
sempre riso, perché solo adesso aveva avuto paura?
Andò silenziosamente verso
la sua camera e appoggiò l’orecchio alla porta… niente, perché avevano usato le
porte insonorizzate? Frugò in tasca alla ricerca di qualcosa di utile e trovò
le Orecchie Oblunghe, quelle capitavano giusto a fagiolo.
Ne srotolò un paio, un
orecchio lo fece passare sotto la porta, mentre l’altro se lo mise
all’orecchio. Dopo qualche istante sentì nuovamente la canzone “Wish I had an Angel” e Aliack cantarla, non gliel’avrebbe mai detto,
ma aveva una bella voce. Appena finì la canzone sentì qualche scatola cadere e
capì che si era alzato, certo che era impacciato, ogni volta che si muoveva
cadeva qualcosa… neanche questo gliel’avrebbe mai detto; sentì un ticchettio
provenire dalla finestra e capì che il suo falco era rientrato.
- Come mai ci hai messo
tanto? Una lettera? Da parte di Zecks? – udì un suono acuto, probabilmente
quella era la risposta dell’animale e dallo stridulo decise di prenderla per un
sì. – Vediamo un pò…
Caro Aliack
– oddio, no, perché stava leggendo ad alta voce? Va bene origliare, ma
ascoltando il contenuto della lettera infrangeva la sua privacy… dopo qualche
istante d’incertezze decise di rimanere a sentire.
- sono contento che tu abbia deciso di smetterla con tutti quei giri di
parole, avevo voglia di liberarmi di tutto ciò che penso da molto tempo, avrei
potuto farlo con Nerix, ma non volevo farla preoccupare, dopotutto è già
abbastanza distrutta per la perdita di Miriam e… dei suoi genitori. Voldemort
ha attaccato la città dove vivevano e tutta la famiglia Myne è stata uccisa,
sono rimasti solo lei e il fratello. O cavoli! Comunque, non mi ricordo se ti ho mai detto come consideravo Miriam,
vabbè, per me era come una sorella, per questo sapevo perfettamente che tu non
la consideravi così, l’avevo capito da come la guardavi, quelli non erano gli
occhi di un fratello… una volta mi hai raccontato ciò che ti aveva detto Piton
dopo che Voldemort aveva preso Miriam, ho pensato molto a quelle parole e per
quanto sappia perfettamente che questo sia il momento peggiore per dirtelo, io
sono d’accordo con lui: se Miriam fosse stata in forma avrebbe potuto farcela,
se tu non l’avessi ferita profondamente lei sarebbe ancora qui, se tu non
avessi fatto l’idiota con Nerix ora lei starebbe ridendo con noi, ma questo non
è successo, di chi è la colpa?
Zecks
Non ci credeva, gli
sembrava assurdo che Zecks avesse davvero scritto quelle cose al suo migliore
amico, gli sembrava assurdo… Sentì Aliack maneggiare qualche scatolone e poi lo
sentì bisbigliare: - Riflecto Zecks.
Un piccolo botto e poi la
voce di Zecks: - Aliack, come mai mi hai fatto venire?
- Per te io non ho pensato
a quelle parole? Per te da cosa nasceva il mio senso di colpa? Non solo dal
fatto che se avessi corso più velocemente ce l’avrei fatta o se avessi infranto
quella maledetta promessa l’avrei salvata, ma anche da quelle parole, da quelle
infide parole. Per te io non penso ogni
giorno a quello che ha detto Piton? Non pensi che io sappia perfettamente che è
per colpa mia se lei non era al massimo delle sue forze?
Non doveva ascoltare, lo
sapeva, era stata una pessima decisione, se lo sentiva.
- Finito il tuo teatrino?
- Cosa?
- È troppo comodo pentirti
adesso, dovevi pensare meglio alle tue azioni, dovevi capire prima i tuoi
sentimenti, ormai è troppo tardi! Per colpa tua lei sta soffrendo, entrambi non
abbiamo la più pallida idea di quello che sta patendo Miriam in questo momento.
- Io sì.
- Perché sei solidale con
lei? Oppure perché l’amore ti lega a lei?
Sentì una miriade di
scatoloni cadere e poi Zecks imprecare: gli aveva dato un pugno.
- Ascoltami senza fare
l’idiota. Stanotte ho utilizzato inconsciamente un incantesimo, si chiama la
Maschera del Sonno, ne sai qualcosa?
- So solo che si fa in due
e serve affinché l’anima di uno vada nel luogo dove si trova l’altro. Come fai
a essere sicuro che non fosse un sogno?
- Perché se fosse stato un
sogno non avrei visto Voldemort e i Dissennatori.
- Cos’hai visto?
- Miriam è in una cella,
legata con delle catene e in mezzo a un lago di sangue, il suo corpo è
distrutto, ma la psiche è intatta. Quando sono arrivato Voldemort le ha chiesto
se avesse cambiato idea e lei ha detto di no…
- Su che cosa?
- Non l’ha detto, però
penso si riferisca al tornare a servirlo. Dopo aver rifiutato sono arrivati dei
Dissennatori, non avevano intenzione di darle il loro bacio, volevano solo
farla soffrire, credo che succeda tutti i giorni da quando l’ha catturata.
- Devi riuscire ad utilizzare
nuovamente quell’incantesimo.
- Non è così facile. Miriam
mi ha spiegato che uno deve dormire ed entrambi devono pensare intensamente
all’altro.
- Devi addormentarti
pensando a lei, il problema è che ora che sai della Maschera del Sonno ti viene
da pensare all’incantesimo invece di pensare a lei. Ho capito… farò delle
ricerche e ti dirò cos’ho scoperto.
- Grazie, ciao.
- Ciao.
Com’era possibile che
finisse così? sembrava che dovessero uccidersi o che avessero voglia di
litigare… probabilmente il pensiero di Miriam doveva aver placato i loro animi.
Arrotolò silenziosamente le
Orecchie Oblunghe e sgattaiolò lontano dalla stanza di Aliack senza fare il
minimo rumore, aveva preso una decisione: avrebbe scoperto qualcosa in merito
alla Maschera del Sonno e l’avrebbe riferito ad Aliack, ma per farlo, doveva
abbandonare il lavoro… sicuramente il fratello avrebbe capito.
- George, dove sei?
- Sono nel magazzino.
Corse verso il magazzino,
chiuse la porta a chiave e si voltò verso il gemello.
- Tutto bene?
- Sì. Mi serve qualche
giorno di ferie.
- E perché?
- Poi ti spiego, allora, ce
la fai a tenere il negozio da solo?
- Nessun problema, al
massimo faccio lavorare di più Aliack.
- Ok, grazie. Allora io
vado.
Si avviò verso la porta e
l’aprì con molta calma, non doveva fare rumore, per nessun motivo Aliack doveva
sospettare qualcosa. Si diresse verso l’attacca panni e recuperò le sue cose:
ora poteva andare alla Tana.
Guardò verso la stanza di
Aliack, doveva salutarlo, se non l’avesse fatto gli sarebbe sembrato di
fuggire. Salì le scale e bussò alla porta; a differenza di due ore prima non
caddero scatoloni e la porta si aprì quasi subito.
- Fred… che vuoi stavolta?
- Volevo salutarti.
- Perché?
- Devo andare a fare un
viaggio d’affari, rimarrò via per qualche giorno, comportati bene.
- Sono diventato il tuo
cagnolino?
Fece un sorriso malvagio. –
Ovvio. – sapeva di poterlo dire, sapeva che Aliack non gli avrebbe fatto niente
visto che era il suo capo.
- Va bene, padrone, -
l’aveva marcata anche troppo quella parola, così sembrava un padrone cattivo –
volevo dirvi che non avete il permesso di origliare alla mia porta.
Come faceva a saperlo? –
Origliare?
Lo vide raccogliere un
orecchio da terra, bruttissimo segno, quello era un pezzo delle Orecchie
Oblunghe. Mise una mano in tasca e sentì che mancava effettivamente un
frammento. – Ehm…
- Ti perdono giusto perché
mi sono svegliato bene, ma non farlo mai più… cos’hai sentito?
- Solo quando tu e Zecks vi
siete salutati.
- Fred, cos’hai sentito?
Doveva dire la verità? Per
forza, Aliack era capace di usare la legilimanzia. – Ho sentito tutto, da
quando hai iniziato ad ascoltare quella canzone fino a quando se n’è andato
Zecks.
- Il tuo viaggio d’affari
non c’entra niente con quello che hai sentito, vero?
- Certo che no.
- Lo spero. Senti… mi hai
sentito cantare?
Stava per scoppiare a
ridere, era diventato rosso, non ci credeva… - Sì.
- Non dirlo a nessuno,
chiaro?
- Perché?
- Consiglio d’amico, tutto
qui. – perché quando Aliack minacciava sorrideva come se niente fosse? – Senti,
vai alla Tana, per caso?
- Forse passo di lì,
perché?
- Potresti dare a un membro
dell’ordine questo foglio e chiedere se possono portarlo nella casa dei Black?
Prese il foglio e chiese: -
Non puoi farlo tu?
- Ho già provato, ma non
riesco ad entrare in quella casa ora che Sirius è morto.
- Capito, allora vado,
ciao.
- Ciao.
Uscì dal negozio e aprì
immediatamente il foglio, era troppo curioso per non farlo, vide scritto il
testo di “Wish I had an Angel” e dopo qualche istante
partì anche la musica. Perché voleva che quel foglio fosse portato in quel
logoro posto? Lo mise controluce per vedere se ci fosse scritto qualcosa con
l’inchiostro simpatico, ma vide solo una zona più scura delle altre che aveva
una perfetta forma quadrata. Scosse un pò la carta e il quadrato cadde a terra:
un altro foglio. Lo aprì e vide la foto di Sirius e sotto di essa una scritta:
A mio fratello Sirius,
affinché anche nell’aldilà si ricordi di me…
Sirius, ho passato pochi anni con te, ma quelli sono
stati alcuni degli anni più belli della mia vita e ripensare a quei momenti
infonde una grande luce nel mio cuore, ormai oscurato dal troppo soffrire.
Aliack
Lo sapeva, non avrebbe
dovuto leggerla, doveva controllare la sua curiosità, gliel’aveva sempre detto
la mamma. Riprese il foglio con la canzone e appoggiò l’altro foglio sopra e
quello magicamente entrò dentro, come se nessuno l’avesse mai toccato. La
canzone ripartì e lui sentì per tutto il viaggio alla Tana quella canzone.
Sapeva perché Aliack l’ascoltava, perché per lui Miriam era un angelo e
perché in quel momento il suo cuore era
oscurato dalla sofferenza, voleva solo riavere il suo angelo per ritrovare la
sua serenità. Lesse l’ultima frase “Beauty always comes with dark thoughts” una volta Aliack aveva detto che Miriam era la
reincarnazione di una dea, ma una dea triste, e che lui voleva donarle
felicità, era diventato quello il suo scopo da quando l’aveva conosciuta…
La canzone è -Wish I had an angel- dei Nightwish. Colgo questo momento per informarvi
che io e l’autrice anxieroxiemuxie-chan abbiamo creato un forum
happytimeless.forumcommunity.net