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Autore: sixi    08/06/2009    1 recensioni
un mangiamorte che tenta di scappare dal suo destino e un ragazzo che l'aiuta a conoscere le meraviglie del mondo esterno, una vita basata su un'eterna fuga, cosa succederà? (se vi ho incuriosito leggete la loro storia)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVII

Capitolo XVII

Wish I had an Angel

 

I wish I had an angel for one moment of love

I wish I had your angel tonight

 

Deep into a dying day

I took a step outside an innocent heart

Prepare to hate me fall when I may

This night will hurt you like never before

 

Old loves they die hard

Old lies they die harder

 

I wish I had an angel

For one moment of love

I wish I had your angel

Your Virgin Mary undone

I’m in love with my lust

Burning angelwings to dust

I wish I had an angel tonight

 

I’m going down so frail’n’cruel

Drunken disguise changes all the rules

 

Old loves they die hard

Old lies they die harder

 

Greatest thrill

Not to kill

But to have the prize of the night

Hypocrite

Wannabe friend

13th disciple who betrayed me for nothing!

Last dance, first kiss

Your touch my bliss

Beauty always comes with dark thoughts

 

 

Quella canzone gliel’aveva consigliata Aliack e dopo averlo fatto si era chiuso in camera a deprimersi come faceva tutti i giorni. Era bella, doveva ammetterlo e sapeva anche perché lui l’ascoltava: per lui Miriam era un angelo. Sentì una voce femminile provenire dalla stanza e capì che la stava ascoltando, dopo sarebbe andato da lui per non lasciarlo solo, ormai stava oltrepassando il limite, in quello stato non avrebbe mai potuto salvare Miriam.

- Fred, che stai facendo?

Si voltò verso il fratello e rispose: - Pensavo: perché dopo non andiamo da Aliack?

- Ti ricordi cos’è successo l’ultima volta che siamo andati da lui?

Certo che se lo ricordava, li aveva cacciati fuori e aveva lanciato una fattura alla porta per non farli entrare.

- Sì, ma sento che questa volta sarà diverso.

George se ne andò sbuffando, mentre lui rimase davanti alla porta aspettando che finisse la canzone. Sentì la voce maschile e capì che era finita.

Bussò intonando un motivetto e sentì qualche scatolone cadere… forse era stata una cattiva idea mettere delle consegne nella camera di Aliack.

Vide aprirsi uno spiraglio e sentì qualche altro scatolone cadere. – Quanti ne sono caduti?

- Cinque o sei. – sentì Aliack dire dall’altra parte – Aspetta che li tolgo e ti apro.

Sembrava allegro, probabilmente quella canzone lo metteva di buonumore.

- Fatto. – la porta si aprì completamente – Allora, che ti serve?

- Volevo parlare con te.

- Se sei qui per parlare di Miriam puoi anche andartene. – come faceva ad avere un sorriso a 32 denti mentre diceva quella frase?

- Non sono qui per parlare di lei.

Lo notò spalancare gli occhi all’inverosimile, lo credeva capace di parlare sempre degli stessi argomenti? Gli avrebbe dimostrato il contrario… il problema era che non sapeva di che parlare.

- Allora perché?

- Volevo sfidarti.

- A cosa?

- Agli scacchi magici. – voleva dire a Quidditch, ma sapeva fin troppo bene che lui non avrebbe mai preso in mano una scopa; ad Hogwarts aveva accennato ad una promessa, ma non aveva mai scoperto niente in merito, doveva indagare.

- Va bene.

Scesero nel negozio e recuperarono una scacchiera da dietro al bancone e si sedettero su un piccolo tavolino.

- Inizio io, okay? – chiese guardandolo beffardo.

- Fai pure. – rispose spavaldo Aliack. Com’era possibile che la persona davanti a lui si stesse deprimendo? A lui sembrava spavaldo come sempre… strano…

Iniziò muovendo un pedone e Aliack fece la stessa mossa. Ne mosse un altro e anche lui fece uguale; dopo venti minuti di gioco Aliack l’aveva battuto facendo esattamente le sue stesse mosse, solo che alla fine l’aveva anticipato facendo scacco matto.

- Non vale!

- Perché?

- Hai copiato le mie mosse! – si lamentò.

- È vietato farlo?

- No, ma…

- Allora ho vinto onestamente. – non era allegro, per niente, era di pessimo umore, come aveva fatto a non capirlo prima?

- Torno in camera, se non hai un motivo serio, non disturbarmi.

Non rispose, aveva visto il suo sguardo di ghiaccio e ne era rimasto… agghiacciato… ma quello era davvero Aliack? In quei giorni gli aveva fatto numerose minacce di morte, ma aveva sempre riso, perché solo adesso aveva avuto paura?

Andò silenziosamente verso la sua camera e appoggiò l’orecchio alla porta… niente, perché avevano usato le porte insonorizzate? Frugò in tasca alla ricerca di qualcosa di utile e trovò le Orecchie Oblunghe, quelle capitavano giusto a fagiolo.

Ne srotolò un paio, un orecchio lo fece passare sotto la porta, mentre l’altro se lo mise all’orecchio. Dopo qualche istante sentì nuovamente la canzone “Wish I had an Angel” e Aliack cantarla, non gliel’avrebbe mai detto, ma aveva una bella voce. Appena finì la canzone sentì qualche scatola cadere e capì che si era alzato, certo che era impacciato, ogni volta che si muoveva cadeva qualcosa… neanche questo gliel’avrebbe mai detto; sentì un ticchettio provenire dalla finestra e capì che il suo falco era rientrato.

- Come mai ci hai messo tanto? Una lettera? Da parte di Zecks? – udì un suono acuto, probabilmente quella era la risposta dell’animale e dallo stridulo decise di prenderla per un sì. – Vediamo un pò…

Caro Aliack – oddio, no, perché stava leggendo ad alta voce? Va bene origliare, ma ascoltando il contenuto della lettera infrangeva la sua privacy… dopo qualche istante d’incertezze decise di rimanere a sentire.

- sono contento che tu abbia deciso di smetterla con tutti quei giri di parole, avevo voglia di liberarmi di tutto ciò che penso da molto tempo, avrei potuto farlo con Nerix, ma non volevo farla preoccupare, dopotutto è già abbastanza distrutta per la perdita di Miriam e… dei suoi genitori. Voldemort ha attaccato la città dove vivevano e tutta la famiglia Myne è stata uccisa, sono rimasti solo lei e il fratello. O cavoli! Comunque, non mi ricordo se ti ho mai detto come consideravo Miriam, vabbè, per me era come una sorella, per questo sapevo perfettamente che tu non la consideravi così, l’avevo capito da come la guardavi, quelli non erano gli occhi di un fratello… una volta mi hai raccontato ciò che ti aveva detto Piton dopo che Voldemort aveva preso Miriam, ho pensato molto a quelle parole e per quanto sappia perfettamente che questo sia il momento peggiore per dirtelo, io sono d’accordo con lui: se Miriam fosse stata in forma avrebbe potuto farcela, se tu non l’avessi ferita profondamente lei sarebbe ancora qui, se tu non avessi fatto l’idiota con Nerix ora lei starebbe ridendo con noi, ma questo non è successo, di chi è la colpa?

Zecks

 

Non ci credeva, gli sembrava assurdo che Zecks avesse davvero scritto quelle cose al suo migliore amico, gli sembrava assurdo… Sentì Aliack maneggiare qualche scatolone e poi lo sentì bisbigliare: - Riflecto Zecks.

Un piccolo botto e poi la voce di Zecks: - Aliack, come mai mi hai fatto venire?

- Per te io non ho pensato a quelle parole? Per te da cosa nasceva il mio senso di colpa? Non solo dal fatto che se avessi corso più velocemente ce l’avrei fatta o se avessi infranto quella maledetta promessa l’avrei salvata, ma anche da quelle parole, da quelle infide parole. Per te io non  penso ogni giorno a quello che ha detto Piton? Non pensi che io sappia perfettamente che è per colpa mia se lei non era al massimo delle sue forze?

Non doveva ascoltare, lo sapeva, era stata una pessima decisione, se lo sentiva.

- Finito il tuo teatrino?

- Cosa?

- È troppo comodo pentirti adesso, dovevi pensare meglio alle tue azioni, dovevi capire prima i tuoi sentimenti, ormai è troppo tardi! Per colpa tua lei sta soffrendo, entrambi non abbiamo la più pallida idea di quello che sta patendo Miriam in questo momento.

- Io sì.

- Perché sei solidale con lei? Oppure perché l’amore ti lega a lei?

Sentì una miriade di scatoloni cadere e poi Zecks imprecare: gli aveva dato un pugno.

- Ascoltami senza fare l’idiota. Stanotte ho utilizzato inconsciamente un incantesimo, si chiama la Maschera del Sonno, ne sai qualcosa?

- So solo che si fa in due e serve affinché l’anima di uno vada nel luogo dove si trova l’altro. Come fai a essere sicuro che non fosse un sogno?

- Perché se fosse stato un sogno non avrei visto Voldemort e i Dissennatori.

- Cos’hai visto?

- Miriam è in una cella, legata con delle catene e in mezzo a un lago di sangue, il suo corpo è distrutto, ma la psiche è intatta. Quando sono arrivato Voldemort le ha chiesto se avesse cambiato idea e lei ha detto di no…

- Su che cosa?

- Non l’ha detto, però penso si riferisca al tornare a servirlo. Dopo aver rifiutato sono arrivati dei Dissennatori, non avevano intenzione di darle il loro bacio, volevano solo farla soffrire, credo che succeda tutti i giorni da quando l’ha catturata.

- Devi riuscire ad utilizzare nuovamente quell’incantesimo.

- Non è così facile. Miriam mi ha spiegato che uno deve dormire ed entrambi devono pensare intensamente all’altro.

- Devi addormentarti pensando a lei, il problema è che ora che sai della Maschera del Sonno ti viene da pensare all’incantesimo invece di pensare a lei. Ho capito… farò delle ricerche e ti dirò cos’ho scoperto.

- Grazie, ciao.

- Ciao.

Com’era possibile che finisse così? sembrava che dovessero uccidersi o che avessero voglia di litigare… probabilmente il pensiero di Miriam doveva aver placato i loro animi.

Arrotolò silenziosamente le Orecchie Oblunghe e sgattaiolò lontano dalla stanza di Aliack senza fare il minimo rumore, aveva preso una decisione: avrebbe scoperto qualcosa in merito alla Maschera del Sonno e l’avrebbe riferito ad Aliack, ma per farlo, doveva abbandonare il lavoro… sicuramente il fratello avrebbe capito.

- George, dove sei?

- Sono nel magazzino.

Corse verso il magazzino, chiuse la porta a chiave e si voltò verso il gemello.

- Tutto bene?

- Sì. Mi serve qualche giorno di ferie.

- E perché?

- Poi ti spiego, allora, ce la fai a tenere il negozio da solo?

- Nessun problema, al massimo faccio lavorare di più Aliack.

- Ok, grazie. Allora io vado.

Si avviò verso la porta e l’aprì con molta calma, non doveva fare rumore, per nessun motivo Aliack doveva sospettare qualcosa. Si diresse verso l’attacca panni e recuperò le sue cose: ora poteva andare alla Tana.

Guardò verso la stanza di Aliack, doveva salutarlo, se non l’avesse fatto gli sarebbe sembrato di fuggire. Salì le scale e bussò alla porta; a differenza di due ore prima non caddero scatoloni e la porta si aprì quasi subito.

- Fred… che vuoi stavolta?

- Volevo salutarti.

- Perché?

- Devo andare a fare un viaggio d’affari, rimarrò via per qualche giorno, comportati bene.

- Sono diventato il tuo cagnolino?

Fece un sorriso malvagio. – Ovvio. – sapeva di poterlo dire, sapeva che Aliack non gli avrebbe fatto niente visto che era il suo capo.

- Va bene, padrone, - l’aveva marcata anche troppo quella parola, così sembrava un padrone cattivo – volevo dirvi che non avete il permesso di origliare alla mia porta.

Come faceva a saperlo? – Origliare?

Lo vide raccogliere un orecchio da terra, bruttissimo segno, quello era un pezzo delle Orecchie Oblunghe. Mise una mano in tasca e sentì che mancava effettivamente un frammento. – Ehm…

- Ti perdono giusto perché mi sono svegliato bene, ma non farlo mai più… cos’hai sentito?

- Solo quando tu e Zecks vi siete salutati.

- Fred, cos’hai sentito?

Doveva dire la verità? Per forza, Aliack era capace di usare la legilimanzia. – Ho sentito tutto, da quando hai iniziato ad ascoltare quella canzone fino a quando se n’è andato Zecks.

- Il tuo viaggio d’affari non c’entra niente con quello che hai sentito, vero?

- Certo che no.

- Lo spero. Senti… mi hai sentito cantare?

Stava per scoppiare a ridere, era diventato rosso, non ci credeva… - Sì.

- Non dirlo a nessuno, chiaro?

- Perché?

- Consiglio d’amico, tutto qui. – perché quando Aliack minacciava sorrideva come se niente fosse? – Senti, vai alla Tana, per caso?

- Forse passo di lì, perché?

- Potresti dare a un membro dell’ordine questo foglio e chiedere se possono portarlo nella casa dei Black?

Prese il foglio e chiese: - Non puoi farlo tu?

- Ho già provato, ma non riesco ad entrare in quella casa ora che Sirius è morto.

- Capito, allora vado, ciao.

- Ciao.

Uscì dal negozio e aprì immediatamente il foglio, era troppo curioso per non farlo, vide scritto il testo di “Wish I had an Angel” e dopo qualche istante partì anche la musica. Perché voleva che quel foglio fosse portato in quel logoro posto? Lo mise controluce per vedere se ci fosse scritto qualcosa con l’inchiostro simpatico, ma vide solo una zona più scura delle altre che aveva una perfetta forma quadrata. Scosse un pò la carta e il quadrato cadde a terra: un altro foglio. Lo aprì e vide la foto di Sirius e sotto di essa una scritta:

A mio fratello Sirius,

affinché anche nell’aldilà si ricordi di me…

Sirius, ho passato pochi anni con te, ma quelli sono stati alcuni degli anni più belli della mia vita e ripensare a quei momenti infonde una grande luce nel mio cuore, ormai oscurato dal troppo soffrire.

Aliack

 

Lo sapeva, non avrebbe dovuto leggerla, doveva controllare la sua curiosità, gliel’aveva sempre detto la mamma. Riprese il foglio con la canzone e appoggiò l’altro foglio sopra e quello magicamente entrò dentro, come se nessuno l’avesse mai toccato. La canzone ripartì e lui sentì per tutto il viaggio alla Tana quella canzone. Sapeva perché Aliack l’ascoltava, perché per lui Miriam era un angelo e perché  in quel momento il suo cuore era oscurato dalla sofferenza, voleva solo riavere il suo angelo per ritrovare la sua serenità. Lesse l’ultima frase “Beauty always comes with dark thoughts” una volta Aliack aveva detto che Miriam era la reincarnazione di una dea, ma una dea triste, e che lui voleva donarle felicità, era diventato quello il suo scopo da quando l’aveva conosciuta…

 

 

La canzone è -Wish I had an angel- dei Nightwish. Colgo questo momento per informarvi che io e l’autrice anxieroxiemuxie-chan abbiamo creato un forum

happytimeless.forumcommunity.net

 

  
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