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Autore: Robix    14/04/2005    17 recensioni
L’incontro fu casuale, l’aiuto inaspettato, la fuga obbligatoria e la convivenza decisamente forzata… anche se a pensarci bene, a volte, non tutti i mali vengono per nuocere!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2°: “Spogliati!”

 

“Sei in ritardo!” disse una voce fredda come il ghiaccio quando Draco si avvicinò ad uno dei tavoli, nascosti nella penombra, nel lato ovest del famigerato “Testa di porco”

“Nevica!” rispose il giovane sprezzante spolverando il proprio mantello dai numerosi fiocchi di neve e ghiaccio che vi erano rimasti attaccati.

“L'hai portato?”

“No!”

Due paia d'occhi si voltarono furenti nella sua direzione mentre il giovane si sedeva di fronte ai due incappucciati.

“Spero tu abbia un buon motivo per non averlo portato con te!” sibilò uno dei due.

“Più che valido, voglio sentire mio padre ordinarmi di consegnarvelo, altrimenti non se ne parla!”

“Stai scherzando con il fuoco giovane Malfoy, non dovresti!”

“E voi non dovreste osare minacciarmi!” rispose a tono il biondino che puntò la bacchetta sul secondo uomo aggiungendo “Posala, non sopporto quando mi si punta un'arma contro!”

“Muoviti Steven, fai come ha detto!” ordinò l'altro “Sono sicuro che Draco non vuole creare alcun problema!”

Il ragazzo lasciò cadere quell'ultima affermazione e disse “Ciò che volete, appartiene alla mia famiglia da sempre, non mi risulta che mio padre voglia separarsene e prima di dar via qualcosa di suo, ed incappare nelle sue ire, voglio che me lo dica personalmente”

“A noi risulta che te l'abbia già detto, sai benissimo quanto possa esserci utile quel…” sibilò stizzito il secondo incappucciato sbattendo un pugno sul tavolo ma venendo interrotto dallo studente che serafico lo interruppe “Lo so, ma proprio per il potere che scatenerebbe possederlo, voglio essere sicuro che sia giusto darlo a voi!”

“E a chi vorresti darlo sciocco ragazzo?” insorse il primo mangiamorte togliendosi il cappuccio “Non sai contro chi ti stai mettendo!”

“Potrei tenerlo per me, oppure distruggerlo, di certo prima di consegnarlo a voi, voglio pensarci bene”

“COSA? STAI SCHERZANDO? NON PUOI DISTRUGGERLO?” chiese rabbioso McNair che a fatica riuscì a contenere il proprio tono di voce.

“Mi stai forse sfidando?” domandò Draco vedendolo abbassarsi il cappuccio seccato “Non immagini quanto posso essere determinato se mi metto in testa qualcosa”

“Non parleresti così se tuo padre non fosse rinchiuso in quella prigione!” sibilò cattivo Giulius Parkinson.

“Non saremmo qui a parlarne se lui fosse libero, perché non vi avrebbe mai dato ciò che tanto bramate!” lo freddò il serpeverde.

“Sei un piccolo, stolto, arrogante, che si vuole immischiare in giochi più grandi di lui!”

“Può darsi, ma fino a prova contraria, se volete qualcosa dei Malfoy è a me ora che dovete chiederla! E se non voglio darvela, spiacente dovete rassegnarvi!”

“Tu, bastardello, puzzi ancora di latte e…” ma McNair s'interruppe perché la porta del mal frequentato locale si aprì nuovamente, rivelando una figura infreddolita che nella tormenta aveva perso l'orientamento finendo dalla parte opposta di quella in cui avrebbe voluto andare. Hermione richiuse svelta la spessa porta di quercia, ansimante si voltò e notò gli sguardi poco raccomandabili che la circondavano.

“Dove cavolo sono finita?” si chiese realizzando all'istante che quella non era la locanda di Madama Rosmerta “E adesso che faccio?” pensò mentre, dopo aver raccimolato quel poco di coraggio che ancora non era evaporato, si avvicinò al bancone chiedendo timorosa “Salve, mi scusi, potrei avere una tazza di thè per favore?”

Il barista ghignò compiaciuto e chiese viscidamente “Che ci fa un bel visino come il tuo da queste parti tesoro?”

Un brivido poco piacevole strisciò lungo tutta la colonna vertebrale della bella caposcuola che cercando di nascondere il suo terrore replicò “Fuori infuria la tempesta… ma se è un problema, se siete pieni, io andrei!”

“Pieni? ah ah ah” rise sadico il ragazzo del bar il quale, sbattendo una tazza incrostata contenente acqua sporca fumante davanti al viso della giovane, aggiunse “Pieni si, di ladri, assassini, puttane e… studentesse”

“Senta, la ringrazio dell'ospitalità ma… ma devo proprio andare!” mormorò Hermione che pietrificata schioccò un'occhiata schifata a quella putrida coppa, molto più simile ad una scodella che probabilmente era stata lavata l'ultima volta un mese prima.

“Scherzi tesoruccio? Non capita spesso di vedere un bel bocconcino come te quaggiù, di solito mi fanno compagnia solo rozzi ubriaconi e vecchie streghe di dubbio gusto, insisto devi proprio rimanere”

La grifondoro rabbrividì, quel barista aveva uno sguardo che non le piaceva per niente, senza contare che sentiva su di se anche quello impertinente e voglioso degli altri avventori. Sempre più convinta che quella era stata la decisione più sbagliata di tutta quella maledettissima giornata, si alzò e balbettando un timoroso “Accidenti com'è tardi, scusi devo proprio tornare a scuola!” fece per avvicinarsi alla porta ma qualcuno l'afferrò per le spalle dicendole “Dove credi di andare bella? Non si rifiuta mai l'ospitalità di un uomo più grande di te”

“La prego… devo andare… devo…” balbettò spaventata.

“Andiamo dove vuoi bambina, ma andiamoci insieme!” mormorò un mago butterato sulla trentina avvicinandosi ulteriormente.

“Aiuto, non voglio, io devo… la prego mi lasci, mi stanno aspettando, la scongiuro!” replicò Hermione aumentando il tono di voce sino a gridare un terrorizzato “NO!” quando sentì l'essere di fronte a lei sfiorarle una guancia con la mano. Schifata dal tocco ma soprattutto dall'alito pestilenziale dell'uomo, la bella grifondoro chiuse gli occhi mugugnando un supplichevole “La prego no!” e fece per spostarsi venendo però bloccata dal mago.

“Ti piacerà piccola… ci so fare sai?” ansimò il molestatore che supportato da incitamenti e risa dei compagni vicini, fece per baciarla venendo però interrotto da una voce alle sue spalle che intimò decisa “Se ti muovi di mezzo millimetro, sei morto!”

“Vattene, non vedi che mi sto divertendo!” osò dire l'uomo ormai a meno di una spanna dalle labbra della ragazza la quale, tremante, ringraziò tutti i santi che conosceva che quello sconosciuto incappucciato fosse intervenuto in suo aiuto.

“Forse non mi sono spiegato bene…” ripetè la voce premendo la propria bacchetta sulla schiena del mago “Se una ragazza dice no, vuole dire che non gradisce le tue attenzioni! Pertanto non farmelo ripetere una terza volta, allontanati da lei!”

“Si può sapere chi cazzo sei?” imprecò l'altro.

“Ho detto lasciala andare!” ripetè serafica la voce scandendo ogni singola parola.

“E se non ne avessi vogl…” iniziò a dire l'altro che una volta faccia a faccia con il suo rivale perse la spavalderia nel vedergli muovere la bacchetta con grande maestria e replicò “Va bene bello, calmati, non le ho fatto nulla… eccotela è tutta tua!”

La figura fece cenno ad Hermione di avvicinarsi e lei ubbidì immediatamente. Tremava come una foglia e quando riconobbe i lineamenti di Draco, nascosti dal cappuccio, non potè fare a meno di abbracciarlo e sussurrargli tra i singhiozzi un riconoscente “Grazie”

“Si può sapere chi sei?” chiese l'uomo inviperito dall'affronto subito.

“Vuoi davvero saperlo?!” esclamò il ragazzo che rivolgendosi al barista disse “Perché non offri a questo signore ed ai suoi amici un giro di whisky incendiario, sono miei ospiti!”

Bob, così si chiamava l'essere ripugnante che serviva al bancone, sorrise e cominciò a servire il gruppo di maghi che presto si scordarono di Hermione e ricominciarono a bere insultandosi a vicenda.

“Stai bene?” domandò il serpeverde che ancora aveva la ragazza attaccata al suo torace la quale, in lacrime, scosse la testa lentamente.

“Ascoltami Granger, non è ancora finita”

“Co... cosa?” balbettò lei.

“Non posso farti uscire di qua da sola, ti seguirebbero sicuramente e non posso allontanarmi con te ora per scortarti, devi venire al tavolo con me” sussurrò il biondo serio ma lasciandosi sfuggire un tono premuroso, atipico per un Malfoy.

“Ma, ho paura non… non voglio stare qui!” rispose la mora asciugandosi le lacrime.

“Poi mi spiegherai che diavolo ci sei venuta a fare in questo posto, ora fai come ti dico, siediti e taci” replicò lui ritornando freddo come suo solito.

Offesa Hermione ribattè nel peggiore dei modi “Malfoy, pioveranno vacche quando farò quello che tu mi ordinerai di fare… non ho bisogno del tuo aiuto, posso fare benissimo a meno di te!”

Draco furente la afferrò e spostandola dallo sguardo indagatorio dei due mangiamorte sibilò deciso “Non è un ordine stupida grifondoro, è un consiglio, io ci tengo a vivere e se ci tieni anche tu e desideri tornare dai tuoi amichetti, siediti accanto a me e stai zitta, qualsiasi cosa sentirai o vedrai devi cercare di non tradire le tue emozioni”

“Mi stai spaventando!” mormorò lei che lo sentì rispondere “E' quello che voglio, ora andiamo e per l'amor del cielo non contraddirmi e non dire che sei una mezzosangue!” detto questo Draco trasfigurò il simbolo dei grifondoro ricamato sul mantello della ragazza, l'afferrò per mano e la condusse al suo tavolo.

“Era ora, dove diavolo eri sparito?” chiese duro McNair.

“Affari personali, dicevamo?” replicò freddo il giovane che vide Parkinson scrutare Hermione con insistenza e poi chiedere “Chi è?”

“Una mia compagna di casa!”

“Come si chiama?” domandò poi notando il marchio dei serpeverde ricamato sul mantello di lei.

“Hermione Kruger!”

A quelle parole la ragazza sussultò lievemente ma non disse nulla, si limitò a fissare le venature del loro tavolo che mai avrebbe creduto essere tanto affascinanti.

“Che cosa ci fa qui?”

“Cercava un riparo dalla tormenta!”

“Oppure cercava te!”

“No, cercava solo un riparo! Ma se anche fosse, non ci trovo nulla di così strano!” rispose freddamente il giovane.

“E' un po' troppo silenziosa per i miei gusti!” disse malignamente McNair “Cos'è il gatto le ha mangiato la lingua, perché non parla?!”

“E' timida, impacciata e balbetta… ora se non vi dispiace non ho tutto questo tempo da perdere, rimaniamo come ci siamo detti!”

“Stronzo!” pensò la grifondoro nel sentirlo riferirsi a lei in quel modo poco gentile.

“Malfoy non cercare di fregarci, tuo padre era un fedele e leale compagno, una persona degna di stima e rispetto, tu te li devi ancora guadagnare. Sono certo che Lucius non vorrebbe che deludessi i suoi amici”

“Mio padre è ad Azkaban, l'unico che non devo deludere è me stesso” replicò il biondo che senti Hermione stringergli la gamba preoccupata.

“Deludici una volta e non ci sarà la seconda!” esclamò Parkinson che agitando il braccio scoprì il marchio oscuro.

Una scarpata in faccia sarebbe stata forse meno dolorosa e dura da sopportare. La giovane caposcuola sentì i brividi di terrore salirle per la schiena, percepì la pelle d'oca dovuta alla paura rizzarle i peli delle braccia, mentre il suo cuore accelerava tremendamente i battiti e il respiro si faceva più affannoso. Si trovava in un locale malfamato, ricettacolo dei balordi più balordi di tutta Hogsmeade in compagnia di due spietati mangiamorte e di Draco Malfoy, che a confronto di tutti gli altri, sembrava un angelo. Senza contare che un gruppo di maghi ubriachi aveva appena cercato di farle la festa… cosa poteva esserci di peggio? Una mezza idea le venne quando udì uno dei due assassini dire “Voglio quel libro Draco e lo voglio entro sabato prossimo!”

“Mi sembrava di essere stato chiaro al riguardo!”

“Non provocarli idiota, dagli quel cavolo di libro e stai zitto” gli disse mentalmente la Granger sempre più in ansia.

“Cristallino! ma mai tanto chiaro quanto noi, se tieni alla tua vita ed a quella dei tuoi amici” sussurrò il mangiamorte sollevando il viso di Hermione che sgranò gli occhi nell'udire quelle parole “Portaci quel libro entro la prossima luna piena!”

Draco non poté ribattere nulla che i due uomini si smaterializzarono con un sonoro pof e sparirono all'improvviso.

“Andiamo!” ordinò il serpeverde alzandosi di scatto il quale, afferrata la ragazza per mano, pagò e uscì svelto dalla locanda.

“Mangiamorte, quelli erano mangiamorte!” quasi urlò Hermione nella tormenta.

“Però che perspicacia Granger, come hai fatto a capirlo?”

“Lasciami, che diavolo ci facevi con loro?” gridò più forte strattonando la presa del biondo che seccato, trascinandola in un vicolo stretto e sbattendola contro il muro di una casa, sbraitò a sua volta “Muoviti, non è sicuro restare qui! Potrebbero tornare”

“Perché dovrebbero?”

“Se non hanno bevuto la balla di mio padre siamo nella merda, lo capisci? Dobbiamo tornare in fretta e furia ad Hogwarts!”

“Quale balla?”

“Ti prego Granger, non qui e non ora!”

“Possibile che dove ci sia tu, ci debbano essere sempre guai e casini?” chiese la grifondoro, la quale lanciata verso una delle sue ramanzine migliori, non lo udì pregarla di fare qualcosa “Sei sempre il solito Malfoy, dovevo immaginarmelo!”

“Cosa?” sibilò risentito lui che immaginava benissimo a cosa si stesse riferendo la bella moretta.

Hermione lo fulminò con lo sguardo ma poco prima di rincarare la dose di frecciatine impallidì e disse “Credo che non l'abbiano bevuta, guarda!”

Il cercatore si voltò notando Parkinson e McNair cercarli con le bacchette sguainate.

“Merda, corri scappiamo!”

“Dove? Dove vuoi andare?”

“Dobbiamo trovare un posto per nasconderci o siamo morti!”

“Scherzi?”

“Mi vedi ridere Granger? Ho detto muoviti stupida mezzosangue”

“Non chiamarmi così lurido bastardo, è tutta colpa tua se sono in questo casino”

“Nessuno ti ha detto di venire in quella locanda!”

“Forse non te ne sei accorto ma non si vede un accidenti con questa tormenta… ho perso l'orientamento”

“Che tempismo!” gridò sarcastico Draco che vide la stamberga strillante e realizzò che si trovavano dall'altra parte del paese e per tornare a scuola avrebbero dovuto ripassare davanti ai due mangiamorte “Siamo alla fine di Hogsmeade, siamo alla Stamberga… siamo fottuti!”

“Nascondiamoci li dentro!” propose la ragazza indicando la casa stregata.

“Scordatelo, non ci entro la dentro!” replicò il serpeverde tirandola dietro una catasta di legno appena in tempo per sfuggire allo sguardo di McNair, che non vedendoli li superò.

“Dio moriremo, ancora prima di arrivarci!”

“Ti ho detto che la dentro…”

“Oh finiscila Malfoy, affronti due mangiamorte e ti caghi addosso ad entrare in una vecchia casa? Non farmi ridere per favore, sono tutte stronzate, non esiste nessun fantasma… il problema è come raggiungerla!?”

Il biondino fissò la mora con assoluto disprezzo poi serafico esclamò “Il laghetto”

“Scordatelo, non è abbastanza duro il ghiaccio, rischiamo di caderci dentro!”

“Preferisci restare qui?” domandò lui stizzito.

“No ma…”

“Allora sdraiati e seguimi!” La freddò strisciando nella tormenta, che fortunatamente nascose quasi subito i segni visibili del loro passaggio, fino a consentir loro di raggiungere la sponda del piccolo laghetto.

“Ma… Malfoy, sto cong… gelando!” balbettò Hermione.

“Man…ca po… poco!” rispose lui intirizzito tanto quanto lei “Vieni!” disse porgendole una mano per aiutarla a camminare sul sottile manto gelato.

Quando i piedi di Hermione toccarono la superficie ghiacciata del lago, si udì uno spiacevole scricchiolio che non preannunciava nulla di buono. I due ragazzi si guardarono come potevano farlo travolti dalla bufera e concordarono che fosse meglio togliersi in fretta da quella precaria situazione. Un altro tetro crepitio li fece trasalire e bloccare, stavano andando molto lentamente ma forse, comunque toppo veloce perché il sottile ghiaccio reggesse entrambi.

“ Sono qui, ne sono certo !” urlò Parkinson ad un paio di metri sulla sinistra sopra le loro teste.

“ Non vedo niente !” gridò di rimando McNair avvicinandosi troppo al bordo del laghetto causando un piccolo crollo di neve proprio sulla testa dei due ragazzi i quali, immobili, guardarono verso l'alto con le bacchette in mano e pronti a difendersi.

“Non ti muovere!” sussurrò Draco nascondendola sotto di sé per farle da scudo.

“Ci uccideranno?” Balbettò lei stringendosi al suo corpo e tirandolo a se in modo da nasconderlo il più possibile alla vista dei due uomini che ora erano proprio sopra di loro.

“Andra bene!” bisbigliò Malfoy “Restiamo zitti e buoni!”

Hermione annuì e lo abbracciò.

“Andiamocene, se sono qui moriranno assiderati, se invece sopravvivono devono comunque passare davanti a noi per tornare ad Hogwarts, torniamo alla locanda e aspettiamoli!” propose Giulius la cui voce si perse nel turbinio di neve man mano che lui e l'amico si allontanavano dai due ragazzi i quali, tirato un sospiro di sollievo, ricominciarono a strisciare lungo il bordo del laghetto. Hermione scivolò a causa del forte vento un paio di volte ma Draco l'afferrò trattenendola saldamente, aiutandola poi a rimettersi in piedi. Se non ci fosse stata tanta neve ad impedire la visuale, sarebbe stato alquanto singolare vedere una grifondoro ed un serpeverde strisciare adesi al margine del lago mano nella mano.

“Ci siamo!” urlò il biondino una volta raggiunta l'altra sponda.

“Andiamo sali!” le disse senza però ricevere alcuna risposta “Granger, che diavolo aspetti?” domandò voltandosi a guardarla, notando che tremante indicava i suoi piedi.

“Dammi la mano Granger!” le disse lui mentre il piede destro della bella caposcuola sprofondava nell'acqua fredda.

“Stò… stò sprofondando!” balbettò terrorizzata.

“DAMMI LA MANO GRANGER” le urlò nuovamente riuscendo finalmente ad afferrarla ed a strattonarla con un colpo di reni, degno del miglior cercatore della lega, sino sulla riva del lago. Peccato che il gesto lo sbilanciò facendolo rovinosamente cadere in avanti dritto contro la parte di ghiaccio che si stava frantumando. Draco sprofondò nell'acqua ghiacciata, la sensazione che provò fu pari a sentire migliaia di spilli conficcarsi nella pelle, un dolore indicibile gli attraversò il corpo intero e quasi svenne sentendo il freddo pungente impadronirsi di ogni centimetro di se stesso.

“DRACOOOO!” urlò Hermione terrificata non vedendolo riaffiorare dal gelo dello specchio dell'acqua.

“Signore aiuto” pensò il giovane che ricordandosi delle lezioni del professor Lupin, evitò d'ingerire acqua ghiacciata e trattenne il fiato, non riusciva ad orientarsi in quel buio, ma quando parte delle bolle d'ossigeno che fuoriuscirono dal suo naso salirono verso l'alto, le seguì e trovò la via.

Quando Hermione lo vide emergere dal buco nel ghiaccio ringraziò Dio e anche se a fatica, riuscì ad aiutarlo ad issarsi fuori dal lago. Il bel serpeverde tremò vistosamente e solo grazie ad un semplice ma alquanto ingegnoso incantesimo di levitazione della moretta riuscì ad arrivare alla stamberga strillante.

“Entra svelto, ho sentito delle voci!” disse Hermione, crta che la luce generata dal suo incantesimo non fosse passata inosservata “Arrivano!” aggiunse vedendolo accasciarsi al suolo senza forze “No Malfoy, forza appoggiati a me, dobbiamo sparire stanno tornando!” rincarò lei sentendo le voci dei due mangiamorte farsi più vicine.

“Non... ce… la... fac... cio” balbettò tremante il biondo cadendo nuovamente a terra.

Disperata Hermione recitò un incantesimo che le consentì di trascinare il serpeverde sino all'interno della vecchia casa che, polverosa più che mai e pericolante in più punti, gli fornì un riparo dove potersi nascondere.

“Non… usa..re p..più… la ma… magia” tartagliò Draco ormai livido dal freddo “Po.. po.. treb… be… ro ve… der… ti!”

“Malfoy stai avendo una crisi ipotermica, sai cos'è?” chiese fuori di sé la giovane che vedendolo annuire gridò “ALLORA SAI CHE devo riscaldare il tuo corpo prima che la temperatura scenda sotto i trentacinque gradi centigradi… OPPURE MORIRAI!”

“N ien…te ma.. magia Gran…ger !”

“S tupido idiota, lo sai che…” disse con le lacrime agli occhi trascinandolo verso la camera da letto “Da questa quota in poi l'organismo comincia a vedere compromesse le sue attività” spiegò la giovane strega in piena crisi isterica.

Il biondino annuì e cadde nuovamente a terra ma ansimò ancora una volta “No… ma…gia, un… mo.. mor…to ba…sta!”

Hermione lanciò la bacchetta contro la parete e disperata fece l'unica cosa che le venne in mente, iniziò a spogliarsi. Sfilò il suo mantello che all'interno era caldo e asciutto e lo stese svelta sul letto più volte usato come giaciglio dal professor Lupin durante le sue notti licantrope. Dopodiché decisa si avvicinò al ragazzo il quale, basito, la stava osservando benchè la vista pian piano gli si stava offuscando e risoluta esclamò “Non ti lascerò morire, brutto egoista, avanti spogliati!”

“Co… cosa?” balbettò lui.

“HO DETTO SPOGLIATI!” ordinò decisa la ragazza che vedendolo ancora immobile sbuffò e iniziò a farlo lei.

Draco non potè far altro che assecondare i movimenti delle mani di Hermione che in men che non si dica gettarono i suoi indumenti fradici a terra e lo aiutarono a stendersi sul suo mantello asciutto. Le labbra del ragazzo erano viola, le sue mani e i suoi piedi avevano già perso la sensibilità e lui stava perdendo conoscenza.

“Parlami Malfoy!” gli intimò mentre, rincuorando se stessa che il cercatore fosse troppo in fin di vita per realizzare che l'avrebbe vista in biancheria intima, si spogliò, coprì i piedi del giovane con i propri calzettoni di lana, gli asciugò un po' la testa con il proprio maglione lasciandoglielo poi infilato per coprirgliela e si sdraiò su di lui per riscaldarlo.

Il contatto con quel corpo ghiacciato la fece rabbrividire, ma sapeva che senza usare la magia quello era l'unico modo per poterlo riscaldare e farsì che la sua temperatura interna non scendesse sotto i trentacinque gradi. Cominciando a sfregargli le braccia e le mani dolcemente la bella grifondoro cercò di far parlare l'erede di casa Malfoy che sembrava non voler accennare alcun miglioramento.

“Avanti bastardo di un serpeverde, non puoi morire, non ora e non con me sdraiata su di te!”

Una risata sommessa le fece sollevare lo sguardo, Draco aveva riaperto i suoi fantastici occhi grigi e la stava fissando.

“Ben tornato, forza dimmi come ti senti?”

“Non… non sento… non sento le mani e i piedi!” balbettò il caposcuola verde argento.

“Primi sintomi, vasocostrizione periferica, sai cos'è?”

Draco annuì ma disse “Dim…melo tu!”

Senza smettere un secondo di massaggiargli il più lentamente possibile le braccia, le mani e il petto Hermione rispose “Riduzione dell'afflusso del sangue alla periferia del corpo, così da aumentare l'afflusso di sangue caldo ai visceri per cercare di mantenere stabile la temperatura!”

“Ma che bra… va!” ansimò il biondo “Le… sai pro… prio tut…te!”

“Che altro senti, dimmelo?”

“Sono stan… co, ho son… no!”

“Non puoi dormire, parlami avanti, per Dio… PARLAMI!” disse scuotendolo con un po' più di forza e obbligandolo a riaprire gli occhi.

“Il cuore… mi batte for…te!” sussurrò il cercatore “Non sarà a…mo…re?” domandò sarcastico facendo un debole sorriso tremante.

“Vedo che non hai perso la tua vena esilarante Malfoy, spiacente di deluderti ma dovresti sapere che la stimolazione del sistema simpatico provvede ad aumentare la frequenza cardiaca, così da aumentare la circolazione sanguigna… terzo paragrafo, capitolo cinque del…”

“Lo so… grazie!” la interruppe lui che finalmente aveva cominciato a rallentare il balbettio e aveva iniziato a gestire i tremori del proprio corpo.
  
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