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Autore: hey_youngblood    06/05/2017    6 recensioni
[Nephilim!AU]
2182. Gli umani sono segretamente in guerra con una specie da loro considerata superiore , i Nephilim.
Yuuri. Apprendista in una struttura che detiene queste creature, finirà per disertare le idee del padre e stringere un legame con uno di loro, Victor.
Otabek e Yuri fanno parte di un gruppo terroristico che mira a distruggere tutte le strutture in cui vengono rinchiusi tutti quella della loro specie. Durante una missione verranno catturati e imprigionati con gli altri nella sede principale dell'azienda che compie queste oscenità.
Dal testo:
“Sei la prima persona che prova bellezza osservandomi, da quando sono rinchiuso qui dentro.” Quelle parole uscirono in un sussurro dalle labbra che aveva sfiorato un momento prima. Yuuri lasciò la presa sul suo viso e scattò indietro d’istinto. Victor, ormai sveglio, lo osservava con occhi socchiusi, mentre sentiva la sonnolenza causata dal sedativo cercare di riportarlo nel sonno. “Ti prego, non avere paura di me.”
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 
“Okay. Ormai è tutto pronto. Ricordati il piano. Al mio tre-“
“Accendo la miccia e scappo.” Concluse l’altro al posto suo. “Sarà la ventesima volta che me lo ripeti, ho capito. Non sono stupido.” Il biondo strinse le braccia al petto, mentre metteva su un espressione offesa. Yuri ormai aveva sedici anni, e tutti continuavano a trattarlo come se fosse un bambino.
L’altro finì di nascondere il marchingegno tra le travi del pavimento e si alzò, avvicinandosi a Yuri con un’espressione di affetto. “So che non sei stupido. Ma a volte tendi a perdere il controllo e a fare come ti pare, e non ce lo possiamo permettere stavolta.” Si avvicinò a Yuri lentamente e gli mise una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio, in un momento di dolcezza. Yuri lo guardò sgranando di poco gli occhi, sorpreso da quel gesto, ma non si tirò indietro.
Yuri aveva sempre ammirato e seguito le orme di Otabek, da quando Adrian, il fratello di quest’ultimo, lo aveva salvato anni prima dalla vita di strada e lo aveva portato nella loro comunità, dove vivevano lontano dagli umani e in pace con il mondo. Adrian aveva visto in lui qualcosa che lo accomunava agli altri membri della comunità, e lo aveva portato lì per proteggerlo dagli umani. A quanto pare, vi era una specie di guerra in corso e quella comunità era uno dei posti più sicuri dove crescere, per uno come lui. Otabek, di soli quattro anni più grande, si era preso cura di lui come un fratello maggiore ed un amico, e Yuri gliene era infinitamente grato. Almeno fino a quando non era stato catturato qualche mese prima, quando durante una missione andata male gli agenti lo avevano sedato e rinchiuso in una di quelle strutture dove facevano esperimenti su quelli come loro.
Otabek si rese conto di ciò che stava facendo e della reazione dell’altro, quindi fece ricadere la mano e tornò al piano. “Devi essere molto veloce, perché la bomba conterà solo fino a 15 secondi prima di esplodere, e tu dovrai necessariamente essere fuori dall’edificio per quel tempo.” Yuri lo ascoltava con completa attenzione, ne andava della propria vita e di quella dell’altro, quindi doveva essere tutto perfetto per quando il momento sarebbe arrivato. “Una volta fuori, corri fino alla porta Est della città, e aspettami dietro le vecchie mura. Da lì avrai una visione perfetta dell’edificio e saprai in anticipo se ho fallito nella mia parte del piano o no. Se entro 10 minuti non mi vedi arrivare, vattene. Torna alla comunità, e non guardarti indietro-“
“Io non ti lascio da solo!” sbottò l’altro scuotendo energicamente la testa. Non di nuovo, avrebbe voluto aggiungere. Otabek lo guardò con affetto, era felice che Yuri provasse quel tipo di sentimenti per lui, ma non poteva permettere che, nel caso di una malriuscita del piano, gli umani prendessero entrambi. Otabek aveva pianificato tutto in modo che, nel caso andasse a finire male, sarebbe stato lui quello catturato, e non Yuri. Yuri era troppo giovane, e doveva ancora sviluppare completamente le ali. I suoi poteri avevano già cominciato a manifestarsi sporadicamente, e non era ancora in grado di controllarli. No, Otabek si sarebbe sacrificato per lui. “Non ci pensare neanche, io non me ne vado finché non ti vedo arrivare. Se dobbiamo essere catturati, verremo catturati insieme.” Continuò il biondo.
Otabek si intenerì davanti a quella confessione, ma ne fu anche molto terrorizzato. Non era ciò che sarebbe dovuto succedere. Yuri sarebbe dovuto tornare alla comunità per avvertirli della sua cattura, e avrebbe dovuto restare al sicuro finché Adrian e gli altri non avessero trovato un piano per liberarlo. “No. Te lo proibisco. Ti proibisco di aspettarmi più del tempo stabilito.”
“Ma-“ provò l’altro.
“No. Niente ma, ti sto parlando come capo tuo e di questa missione. Se non te ne vai entro il tempo stabilito, verrai escluso dalla comunità. Ho già riferito questa condizione ad Adrian, quindi vedi di non infrangerla.” Otabek non aveva realmente avvertito il fratello di quella condizione, ma si ritrovò alle strette dopo la constatazione del biondo, e quindi decise di giocare sulla cosa a cui quest’ultimo più teneva: la comunità. Era stata una mossa scaltra, la sua, ma anche l’unica possibile per la salvaguardia del ragazzo a cui teneva di più al mondo.
Yuri si zittì all’istante, e si allontanò di qualche passo, destabilizzato dal tono risoluto dell’amico. Alla fine annuì, seppur contrariato, e lasciò che l’altro si allontanò verso la propria postazione. “Otabek” lo richiamò prima che questo scomparisse totalmente nel buio. Otabek, che stava per uscire dalla porta laterale dell’edificio, si fermò e si girò verso Yuri, la cui posizione era illuminata parzialmente da un fascio di luce di luna proveniente da dei finestroni posti in alto.
“Che c’è, Yuri?” Otabek vide il biondo lasciare la propria posizione e raggiungerlo a corsa, e confuso lo osservò mentre velocemente gli si avvicinava. Yuri corse verso l’amico e gli si gettò addosso, gli afferrò il viso con entrambe le mani e posò le proprie labbra sulle sue. Otabek rimase in un primo momento sconvolto, prima di ricambiare quel bacio improvviso. Afferrò entrambi i fianchi del biondo e fece scontrare le lingue in un istinto d’urgenza. Il bacio si fece disperato, poi Yuri si staccò di malavoglia e osservò l’altro negli occhi. Entrambi ansimavano per la poca aria che si erano permessi di prendere durante quell’attacco di disperata passione. “Volevo renderti consapevole, nel caso uno di noi non ce la facesse, di nuovo.” Poi si scostò dal tocco di Otabek e tornò rapidamente nella sua posizione.
Otabek, ancora parzialmente stordito, cercò di riprendersi il più velocemente possibile e indeciso uscì dall’edificio. Avrebbe voluto annullare tutto il piano, e tornare con Yuri alla comunità prima che qualcuno li scoprisse. Avrebbe voluto avere la possibilità di non perdere così tanto in una sera, in caso di malriuscita. Avrebbe voluto rinchiudersi con Yuri in una stanza, e dimostrargli tutto quell’amore che provava per lui e che, ora, sapeva che Yuri ricambiava. Ma era troppo tardi, Yuri avrebbe dovuto accendere la miccia in pochi minuti, e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse in suo potere per tornare da lui entro il tempo prestabilito.
 
Yuri accese la miccia e, come da piano, uscì dall’edificio nella metà del tempo del countdown. Corse fino alla porta Est della città e, mentre cercava di riprendere fiato, vide l’edificio accendersi nella notte e crollare davanti ai suoi occhi. Si nascose dietro le mura, mentre regolarizzava il respiro e sperava con tutte le sue forze che Otabek arrivasse in tempo. Yuri aveva voluto fargli sapere che lui lo considerava più di un amico, che il loro legame era più forte di un semplice amore fraterno. Yuri sentiva passione, desiderio, incertezza, paura, caos e non poteva permettere che una probabile nuova divisione gli impedisse di confessare i propri sentimenti. Aveva già rischiato troppo una volta.
Sette minuti dopo l’esplosione, sentì qualcuno correre trafelato verso la sua direzione e si affacciò oltre le mura, verso il passaggio che costituiva la porta Est della città. Riconobbe nel buio Otabek correre verso di lui. Anche l’altro lo aveva riconosciuto e con un gesto d’urgenza gli fece un cenno che doveva significare “nasconditi!”, ma Yuri non lo capì, e ormai, pensò Otabek, era troppo tardi, perché aveva due agenti alle calcagna che con molta probabilità avevano notato il cenno che aveva fatto, e magari avevano anche visto Yuri. Yuri doveva scappare se non voleva essere catturato, e Otabek lo stesso.
“Corri!” gli gridò allora Otabek, e Yuri uscì completamente dal nascondiglio e cominciò a correre il più veloce possibile. Otabek gli arrivò di fianco e lo superò di poco, in modo da poter indicargli la strada da percorrere. Otabek aveva perlustrato quei sentieri, perché dopo aver oltrepassato le mura della città, ci si ritrovava persi tra i boschi, migliaia di volte, e li aveva imparati a memoria, così adesso lui e Yuri potevano avere un qualche tipo di vantaggio su quei due agenti di città che magari in quei boschi ci erano passati distrattamente al massimo un paio di volte nella vita.
Girò improvvisamente a destra e Yuri lo seguì, rimasto indietro di pochi passi, poi continuarono a correre sentendo i passi dei due agenti sempre più lontani. Arrivarono ad un ponte in pietra che era lì da forse un millennio, e Otabek, dopo aver constatato che i due agenti non li avevano più alle costole, aprì le ali e spiccò in volo. La luce della luna rifletteva la sua immagine in modo tetro sulla superficie del fiume sotto di loro.
“Yuri, puoi farcela!” gridò. Yuri lo osservò stendere le ali e alzarsi in volo, ma anche se ci provò con tutte le sue forze, non riuscì a fare lo stesso. Non gli erano ancora sviluppate del tutto e, comunque, non erano ancora abbastanza forti per sostenerlo in volo.
“Non ce la faccio! Non ce la faccio!” Quando sentì in lontananza delle voci e dei passi avvicinarsi rapidamente, andò nel panico. Osservò l’acqua scura sotto di sé, e ipotizzò che fosse abbastanza alta per cui, buttandosi da quell’altezza, non si sarebbe ucciso. Si mise in piedi in bilico sulla ringhiera in pietra e, mentre le voci ed i passi si avvicinavano, chiuse gli occhi e iniziò a contare.
Otabek lo osservava e, quando capì cosa il biondo aveva intenzione di fare, planò a tutta velocità su di lui e lo spinse indietro, facendo cadere entrambi al centro della pavimentazione in pietra del ponte.
“Perché lo hai fatto?!” sbottò Yuri dopo essersi ripreso dallo shock. “Ce l’avrei fatta! Saremmo riusciti a scappare, perché mi hai fermato?”Otabek sospirò mentre sentiva che gli agenti si erano moltiplicati e ormai li stavano accerchiando. Yuri non sarebbe riuscito a scappare, a meno che non fosse riuscito ad aprire le ali e spiccare il volo, ma sapeva lui stesso che non ci sarebbe riuscito. Era ancora troppo giovane perché le ali gli si fossero sviluppate completamente, e la situazione di pochi minuti prima glielo aveva confermato.
“Perché l’altezza dell’acqua in questo punto è di a malapena un metro. Ti saresti ucciso.” Mormorò prima che due agenti lo afferrassero e lo incatenassero. Yuri osservò mentre almeno cinque agenti portavano via l’amico, prima che quelli restanti lo accerchiassero. Un bruciore su una spalla lo fece scuotere, prima di sentirsi sempre più stanco. La vista cominciò a traballare, poi a non mettere più a fuoco, a girare, per poi diventare tutto nero.

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Ehilà! 
Sto provando ancora a scrivere una fanfiction, e spero con tutto il cuore che riuscirò a portarla a termine. Ho molte idee, alcuni capitoli sono già pronti ma volevo vedere l'interessamento per questa storia prima. 
Volevo avvertirvi che il rating che ho messo (arancione) non è quello definitivo, in quanto potrebbe cambiare in rosso o giallo. 
Alcune info di background non erano mie, e dato che la mente originale di queste idee non mi risponde, ho deciso di apportare qualche modifica a nomi e storie dei personaggi, in modo che non avessi problemi.
Spero in tante recensioni, costruttive e non, che sono sempre apprezzate, e in un interesse generale abbastanza discreto per la storia.
Che dire, alla prossima! 
Un bacio, 
Carlotta.
  
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