Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Sinkarii Luna Nera    06/05/2017    4 recensioni
|Dragon Ball Super|
Siamo alla vigilia del Torneo del Potere, e tutti quanti si preparano per la più grande e importante battaglia che abbiano mai affrontato, dalla quale dipenderà il futuro del settimo Universo.
In tutto questo, Lord Beerus si ritrova all'improvviso ad avere a che fare con una sua vecchia conoscenza, che mai avrebbe immaginato di poter incontrare ancora.
Dalla storia:
[ Era davvero possibile che due esseri immortali le cui vite erano andate avanti separatamente per moltissimo tempo potessero ritrovarsi di nuovo insieme, in qualcosa che somigliava molto al punto di partenza?
Pareva di sì e, anche se lei non lo sapeva, sembrava anche che lei e Lord Beerus avessero avuto pensieri molto simili sulla questione.
“Forse era veramente destino” pensò “Forse era un cerchio che, mio malgrado, doveva chiudersi in queste poche ore che mancano alla probabile fine di tutto… in un modo o nell’altro”. ]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lord Bills, Nuovo personaggio, Whis
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Reflecting Mirrors'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3









Anise strinse gli occhi quando uscendo dalla Dimensione il sole l’accecò, ma nonostante il fastidio e la fretta non dimenticò la cosa più fondamentale.

«Bet hermetic» mormorò, sigillando la Dimensione degli Specchi.

Beerus da buona divinità non avrebbe impiegato molto a venirne fuori, lo sapeva benissimo, ma forse la presunta “chiusura ermetica” le avrebbe dato tempo di fare quel che voleva fare.

«Ha acquisito una certa abilità nel controllare la Dimensione degli Specchi, se lei è qui e Lord Beerus è ancora dentro. Complimenti» disse Whis.

La Lusan si voltò in direzione dell’angelo, e gli si avvicinò rapidamente. «Mille grazie, ma adesso fai qualcosa… ti prego!» esclamò «Non rimarrà lì dentro per molto, lo sai».

«Se pensi di chiedermi di riavvolgere il tempo ti dico subito che la risposta è no. Tre minuti sono passati» le disse subito.

«Lo so, infatti-»

«E ultimamente abbiamo avuto a che fare con viaggi nel tempo e paradossi temporali ben più del dovuto…» aggiunse Whis, pensando a tutta la vicenda di Zamasu.

«Il mio problema al momento è un altro» Anise indicò le vetrate «E sei il solo che possa darmi una mano, come hai fatto in passato».

«Come ha giustamente osservato, in passato è andata com’è andata» disse Whis, pacatamente «Ma la chance che ha avuto è sfumata, Lady Anise. Non vedo come potrei aiutarla e, se devo essere totalmente onesto, davanti a una simile coincidenza mi chiedo se sarebbe la cosa giusta».

«Sì che lo è!» la Lusan lanciò un’occhiata preoccupata ai vetri, temendo di veder sbucare fuori Beerus da un momento all’altro «E comunque va bene, non puoi riavvolgere il tempo, ma puoi dargli una botta in testa, riportarlo a casa, convincerlo che si è sognato tutto e far dire lo stesso anche a loro» indicò Goku e il resto della compagnia «Se mai Lord Beerus tirasse fuori il discorso! Whis, te lo chiedo per favore…»

«Credo che tu però debba raccontarci qualcosa, se vuoi il nostro aiuto» si intromise Bulma che, come il resto dei presenti, si sentiva piuttosto confusa riguardo tutta la questione. «Se dobbiamo mentire a un dio, mi sembra giusto sapere perché».

Anise si rese conto che Bulma non aveva tutti i torti, e sospirò nervosamente. «Siamo vecchie conoscenze, non abbiamo trascorsi eccellenti e per questo avrei preferito non incontrarlo più. Non credo di poter dire altro, aggiungere dettagli su una questione privata che riguarda anche una divinità sarebbe poco rispettoso» come lo era stato fuggire bestemmiando, ma del resto gli umani non sapevano cos’avesse detto. «Whis, allora?»

Whis scosse la testa. «No Lady Anise, non lo farò. Se io seguissi il suo suggerimento, Lord Beerus si risveglierebbe convinto di aver avuto uno dei suoi sogni profetici, e inizierebbe a cercare un qualsiasi segno che ne dimostri la correttezza…»

Probabilmente sarebbe persino stato capace di farsi portare alla tomba di Anise, e chiedergli di vedere dei resti che per ovvi motivi non c’erano. Non era proprio il caso, perché non avrebbe potuto giustificarne la scomparsa né con la naturale consunzione dovuta al tempo, né con un eventuale furto a opera di chissà chi: da indicazioni, Whis avrebbe dovuto far sì che la salma si conservasse e fosse protetta eternamente. Senza i resti, Beerus lo avrebbe costretto a cercarla in ogni dove, alla faccia del Torneo del Potere che incombeva.
Poteva sembrare sorprendente, ma tutto sommato non lo era più dei pisolini e le ingozzate di ramen che continuava imperterrito a fare mentre Goku cercava guerrieri vari.

«Convincilo a non farlo, allora!» Anise gli si avvicinò ancora di più «Lì dentro abbiamo parlato, e ho avuto la conferma che quella adottata tempo fa era l’unico maniera per tentare di metterci una pietra sopra… al di là del colpo di sfortuna tutta questa faccenda è ancora risolvibile, Whis!»

«Ehi, guarda che Lord Beerus non è poi così male» disse Goku a un certo punto «Hai detto che avete parlato, credo che se avesse voluto ucciderti lo avrebbe fatto subito dopo, o nel mentre, no? Non so cosa sia successo con lui, ma penso che si possa risolvere anche senza morti e botte in testa».

«Ho capito che non rischio di essere uccisa, non per il momento» disse la Lusan «I miei problemi sono di un altro genere, e non ho idea di come uscirne, se Whis non mi aiuta».

«Non ha idea di come uscirne perché… non può uscirne» Whis fece spallucce «Se ci pensa se ne renderà conto da sol-»

«Se non mi aiuti io glielo dico» lo interruppe Anise «Non penso che tu voglia questo. Giusto?»

Anise aveva parlato con freddezza, e Whis non aveva apprezzato quella minaccia, al punto da far scomparire il leggero sorriso che aveva di consueto.
Ecco: se non aveva impiegato troppo tempo a farsi convincere da lei ad aiutarla a fingersi morta e sparire -questo era l'oggetto del "glielo dico"- era anche perché c’erano sempre stati alcuni aspetti del suo atteggiamento che non gradiva particolarmente.
Quando però diede un’ occhiata al riflesso della Lusan e lo vide in ginocchio a terra, con le mani a coprire il viso, capì che non si era trattato di nient’altro se non dell’ennesima mossa inutile e disperata. «Lady Anise» esordì dunque, con la massima calma «Questo non gioverebbe a nessuno dei due, anzi a nessuno dei tre, e lo sa fin troppo bene. Ad ogni modo, si faccia animo» aggiunse «Tra quaranta ore magari il problema non si porrà più!»

«In che senso? È la seconda volta che sento accennare a questa faccenda delle quaranta ore…»

Whis non sapeva se Anise fosse ancora in grado di capire la lingua delle divinità -se fosse stato per lui, la Lusan non avrebbe proprio dovuto conoscerla- ma volle tentare lo stesso. «Et rep olineit. Onnas ol non irtla igl e Bulma ydal am…itallecnac onnarrev onodrep ehc isrevinu ilg. Isrevinu ilg ittut ad ireirreug atnatto art elayor elttab anu. Eretop led oenrot».

La Lusan lo guardò, perplessa e più seria di quanto già fosse, cercando di fare mente locale su quel che le aveva detto e/o su come rispondere. Quella lingua le era stata insegnata -e solo parzialmente- moltissimo tempo prima, quindi per ovvi motivi era alquanto arrugginita, ma riteneva di aver capito abbastanza: “Torneo del Potere, battle royale, universi perdenti cancellati, Bulma non sa nulla”…
Un momento.
Universi perdenti cancellati. Cancellati!
Niente prosieguo della vita in buchi piccoli come l’aldilà, niente più ricerca di una pace che dai vent’anni in poi non aveva più trovato davvero, niente più domande sui perché e i percome della vita, l’Universo e tutto quanto: solo il nulla. «Elam ìsoc eresse non» asserì dopo un po’, sbagliando perfino quella breve frase sebbene restasse comprensibile.

“Mi era sembrato che la presenza di Rubedo nel suo corpo non l’avesse portata alla follia come accadde a sua sorella Calida, ma forse sono caduto in errore” pensò Whis. Un conto era che fosse lui a preoccuparsi solo fino a un certo punto della possibile cancellazione dell’Universo 7, dal momento che si sarebbe salvato a prescindere, ma che a farlo fosse qualcuno che invece sarebbe stato coinvolto eccome era bizzarro. Ma c’era anche un’altra possibilità, per eccessiva che gli sembrasse. «Otnematneinna l’erireferp ad elat è iul id osrev oitsa ous li?»

La Lusan scosse la testa. «Erid ehc… òic noc erartne’c non iul» riuscì a formulare dopo un po’, sempre una frase stentata e con vari errori, ma intelligibile «Non so se ci siamo capiti».

«Ho compreso» annuì Whis.

«Noi no!» esclamò Bulma «Non è carino parlare lingue ignote, e sono quasi certa di aver sentito il mio nom-»

«Non è stato carino nemmeno evitare di dirmi qualcosa come, che so, “al brunch c’è un ospite importante, è il Dio della Distruzione!”» la interruppe Anise «A quest’ora sarei stata già a vari ed eventuali anni luce da qui!

«Anche tu potevi dirmi che lo conoscevi e aggiungere altri dettagli oltre al tuo nome e al fatto che hai viaggiato» ribatté Bulma.

«E invece no! Invece noooo…» la Lusan continuò a blaterare, ignorandola «Ormai è tutto inutile, tutto vano… tanto vale bere vino! E non mi curo del fegato» “ché anche quello potrebbe cessare di esistere tra quaranta ore” aggiunse mentalmente, agguantando la bottiglia che era ancora sopra il tavolo.

Chichi arricciò il naso, un po’disgustata. A un bicchiere di vino durante i pasti non diceva di no, ma era ben diverso dal voler dar fondo alla bottiglia -azione che non avrebbe risolto i problemi di quella lince antropomorfa, qualunque essi fossero- dunque prese l’iniziativa e si alzò, strappandole letteralmente la bottiglia di mano. «Di scioglilingua ne ho sentiti abbastanza» disse.

«Tu sei fortunata che ho pazienza e, soprattutto, che ho sigillato la Dimensione degli Specchi» borbottò Anise «Ma questa me la riprendo, e non riprovare a togliermela!» esclamò, riappropriandosi della bottiglia con uno scatto felino per poi crollare a sedere accanto a Whis.

A quel punto le vetrate iniziarono a tremolare, segno che la chiusura ermetica stava per cedere. Tutto sommato era durata più del previsto, ma senza l’aiuto di Whis era stato solamente un altro modo di rimandare l’inevitabile.

«Oh, a proposito: se Lord Beerus chiede, Lady Anise non è in giro da centinaia di milioni di anni, ma è resuscitata da… un lasso di tempo da definire. Vi prego di attenervi a questa versione» disse Whis, avvedendosi di quel che stava per accadere «Non ho idea di cosa potrebbe succedere, in caso contrario».

Le vetrate tremolarono ancor più violentemente, ormai Beerus era prossimo a uscire.

«Whis».

L’angelo si voltò. «Sì, Lady Anise?»

«Ti odio».

Whis fece spallucce. «Me ne farò una ragione».

Proprio in quel momento i vetri si incresparono, e Beerus uscì da essi apparentemente con immensa facilità. Nonostante la presenza di Anise, e quel che era successo tanto lì fuori quanto all’interno della Dimensione, nessuno riuscì a trovare nella sua espressione qualcosa di diverso dal solito. La sorpresa iniziale pareva del tutto passata, e al momento sembrava piuttosto tranquillo.

«Mi auguro che il cibo non si sia raffreddato troppo, o rovinato per qualche motivo» fu -incredibile ma vero- la prima cosa che disse, subito dopo aver dato un’occhiata ai presenti.

«È in perfetto stato, Lord Beerus, assaggi lei stesso!» lo invitò Whis.

Le circostanze divennero ancor più surreali quando il dio andò a sedersi con la massima calma vicino ad Anise, la cui unica reazione nel trovarsi tra Whis e la persona dalla quale era fuggita fino a poco prima fu riempire un bicchiere con dell’abbondante quantità di vino e scolarlo tutto in due sorsi.

«Hm…sì! Direi che sia a posto» commentò Beerus, dopo aver assaggiato la prima pietanza che gli era capitata a tiro «Com’è giusto che sia, io pretendo che i miei pasti siano assolutamente perfetti. Goku! Fai in modo di vincere» gli intimò, dopo un attimo di silenzio «È più che mai vitale».

«Aaaah… certo» rispose il Sayian, un po’perplesso per quella situazione.

«Provi questi, Lord Beerus! Si chiamano yakitori. Spiedini di pollo» specificò Whis «Sono una delizia!»

«Hai ragione, sembrano proprio gustosi, li assaggio subito!»

«Ci state prendendo in giro o cosa?!» sbottò infine Bulma, allibita per quegli atteggiamenti. Era assurdo che dopo quel che era successo ed era stato detto pretendessero tutti e tre di far finta di nulla. Da Whis poteva anche aspettarselo ma dagli altri due, Anise in particolare, proprio no. «Lei è fuggita come se l’avesse inseguita il diavolo, e ora…»

«“E ora” bevo, perché non c’è altro da fare» borbottò la Lusan, riempiendo di nuovo il bicchiere.

«…e cinque» commentò Vegeta.

«Il quinto?! No eh!» Lord Beerus distrusse immediatamente il bicchiere con tutto il suo contenuto «Ecco, problema risolto».

Non solo non intendeva lasciarla in pace, ma non intendeva neppure lasciarla bere. Perfetto, davvero. «Potrebbe lasciarmi almeno il diritto di bere quanto mi pare e piace, è il minimo» protestò Anise.

«Non se al quinto bicchiere una persona inizia a cantare cose a caso con la grazia di un campanaccio rotto!» ribatté il dio con estrema “gentilezza” «Dopo milioni e milioni di anni non so ancora dire chi sia peggio tra te e Whis, e Whis canta come lo farebbe una gallina mentre viene strangolata, per cui-»

«Lei è proprio un dio maleducato a volte, lo sa?!» si fece sentire l’angelo, un po’piccato.

“Maleducato ma realista” pensò Vegeta. Durante i periodi di permanenza sul pianeta di Lord Beerus purtroppo c’erano state occasioni in cui aveva avuto modo di udire in lontananza Whis canticchiare… e riteneva parte dell’allenamento anche averlo sopportato senza tapparsi le orecchie.

«Non cambiamo discorso!» Bulma tornò alla carica «C’è qualcuno che vuol degnarsi di spiegare?...»

«Che diamine, c’è poco da spiegare! Non vuole avere a che fare con lui, e se non vuole avere a che fare con lui nessuno la può costringere, non è assolutamente giusto!» esclamò Yamcha, scegliendo forse le frasi meno opportune per rientrare di botto nella conversazione una volta ripresosi dall’effetto di grattini, fughe improvvise e rivelazioni varie.

Calò un silenzio di tomba, perché sembrava di essere tornati in una situazione estremamente simile alla volta in cui Lord Beerus, travestitosi da Monaka per varie ragioni, si era arrabbiato -sempre per colpa di Yamcha; sebbene non ci fossero persone in grado di percepire il Ki delle divinità, era palese che la situazione stesse diventando pericolosa.
Al punto che nessuno fece caso al fatto che Anise fosse passata a tracannare a grandi sorsi il vino direttamente dalla bottiglia.

«Non è giusto, dici? Davvero ti stai arrogando il diritto di dire a me cosa è giusto e cosa non lo è?»

Il tono usato dall’Hakaishin non fece che confermarlo, mentre Yamcha si rendeva conto solo troppo tardi che, per quanto non fosse lui quello in torto, forse il gioco non valeva la candela, non per due grattini. «Ah, ehm, eheh, io-»

«Dacci giù di hakai tanto per cambiare, che novità!» Anise, alla quale il vino tracannato era già andato alla testa, fece un applauso «“Hakai: la cura di ogni male da centinaia di milioni di anni! Telefonate al numero in sovraimpressione, e il nostro professionista verrà da voi a illustrarvi tutte le molteplici opzioni offerte dalla ditta: distruzione di continente, distruzione di razza intera, distruzione di pianeta, o distruzione di sorella!”» si interruppe, assumendo un’aria pensierosa «Ah no aspetta, questa vale solo se siete me».

«Whis».

Non ci fu bisogno di aggiungere altro perché l’angelo colpisse un punto particolare alla base del collo di Anise, facendole perdere i sensi. Fatto questo, invece di lasciarla crollare indecorosamente sul tavolo, la fece fluttuare e poi posare sopra una sedia a sdraio lì vicina. «I Lusan non reggevano molto bene sostanze come il vino, eppure si ostinavano a berlo ugualmente… e le cose a quanto pare non sono cambiate. Sono soltanto state contagiate dalle televendite!» commentò «Uno spettacolo davvero disdicevole. Beh, direi che ora possiamo tornare a mangiare» concluse, con un sorriso del tutto fuori luogo.

«In verità, ora che ci penso bene, non mi attira nulla di quello che vedo qui» disse Lord Beerus, alzandosi e allontanandosi di qualche passo «Quindi credo che ripiegherò sul gelato che vendono al chiosco del parco. Tu resta pure dove sei» disse a Whis «…e tu, la prossima volta cerca di mettere in tavola qualcosa di più stuzzicante» aggiunse, rivolto a Bulma.

Volò via senza attendere risposta, sperando che gli umani presenti fossero sufficientemente naïve da ritenere credibile la scusa che aveva trovato per allontanarsi. Non aveva potuto dire e fare quel che avrebbe desiderato, non davanti a Goku, Vegeta e tutta la compagnia, e nemmeno di fronte a Whis, per cui aveva deciso di schiarirsi un attimo le idee da solo: nella Dimensione degli Specchi il solo pensiero sensato che avesse avuto era stato "devo uscire".
In realtà comunque quella era stata una “scusa” fino a un certo punto: buona parte della fame gli era passata, quello purtroppo era vero, ma uno spazietto per il gelato alla fragola del parco restava sempre.


“Almeno ho la sicurezza che il gelataio non fuggirà via bestemmiando” pensò.

Aveva creduto per lungo tempo che ormai quel che era successo e aveva provato allora, quando era ancora un giovane Hakaishin diciottenne che non sapeva un accidenti della vita, fosse ben sepolto sotto tutto ciò che era successo in quelle centinaia di milioni di anni che erano passate, ma quando l’aveva rivista e aveva avuto la conferma che era lei aveva avuto la sensazione di essere tornato indietro nel tempo, e di essere ridiventato il diciottenne che era stato.

“È passata un’eternità, eppure per me non è cambiato nulla!”

Così le aveva detto, parlando senza riflettere minimamente, ed era la pura verità.
Sì, aveva smesso da tempo immemorabile di recarsi alla tomba di Anise, e complice il saperla morta aveva smesso di pensare a lei quasi da altrettanto -incoraggiato e sostenuto anche da Whis-, ma averla messa da parte non significava averla cancellata.



“Giuro che non avrò mai altre che te, finché avrò vita”.
“Abbiamo solo vent'anni, e tu sei immortale”.
“Non vedo il problema, lo sarai anche tu!”
“…hm”.



Il momento che lui allora aveva ritenuto il culmine di un qualcosa di pressoché perfetto era stato, invece, quello della prima incrinatura.

Riteneva ancora valido il giuramento che le aveva fatto ai tempi, perché tale era il valore delle promesse di una divinità, ma se non intendeva lasciarsi sfuggire la seconda occasione che gli era stata data non era per quello: avrebbe reagito allo stesso modo e desiderato le stesse cose anche se non ci fosse mai stato.


Peccato che lei invece di pensare a quel che c’era stato di buono si fosse focalizzata su tutt’altro, e nemmeno la morte la resurrezione l’avevano influenzata in bene come avrebbero dovuto.

“Se avesse dimostrato di avere una diversa considerazione di me e delle mie idee sarebbe stato diverso, ma a queste condizioni…”

Come avrebbe potuto il rapporto essere diverso, se le “idee” in questione comprendevano proprio il non avere più alcun tipo di rapporto? Anise non si rendeva conto di quanto fosse insensato e folle tutto questo?! E lui, come avrebbe potuto darle spago e considerare quella follia in modo diverso?
Non intendeva gettare tutto al vento,
non l'avrebbe lasciata andare di nuovo checché potesse dirne chiunque, Anise inclusa... e il tempo stringeva. Quaranta ore -in realtà meno- erano ridicolmente poche.
Forse troppo poche per cercare di metterle in testa una volta per tutte che non aveva ucciso sua sorella Calida per il gusto di farlo -sebbene, invero, non avesse provato dispiacere- ma perché in quel momento non aveva visto alternative valide.

«E comunque Calida era una bastarda» borbottò tra sé e sé atterrando nel parco, a poca distanza dal chiosco dei gelati «Una bastarda diventata pazza».

Anzi no, non lo era “diventata”, si era rivelata per quel che secondo lui era sempre stata; vedere Anise savia E col controllo sulla Dimensione degli Specchi sembrava confermare la sua teoria sul fatto che Rubedo non avesse fatto altro che far divampare il fuoco sotto la cenere, nel caso di Calida.
Già, quello era un bel mistero: lui in teoria aveva distrutto anche Rubedo, insieme a Calida, quindi come poteva Anise avere controllo sulla Dimensione degli Specchi? La sola spiegazione era che Rubedo fosse sopravvissuto, ma non capiva come ci fosse riuscito, né come potesse essere finito dentro Anise. Per non parlare del fatto che… chi era stato a resuscitare quest’ultima, e perché?!

“Ma poi ha veramente senso che io, con la prospettiva della cancellazione di questo universo, debba arrovellarmi su certe cose? No, certo che non ce l’ha!” pensò “Risolverò la questione chiedendo a Whis, e parlando con lei quando si risveglierà. Promemoria per me: non deve esserci del vino attorno. Sono praticamente certo che al terzo bicchiere vada ancora in modalità scioglilingua, visto quel che è successo”. «Salve. Due… anzi, sette coni di gelato alla fragola, per favore!»

«Subito, signore!»

Poco dopo Lord Beerus ebbe i suoi gelati, e si allontanò tenendone due in ogni mano e tre con la coda.
Mentre si chiedeva se quelle sarebbero state tra le migliori o tra le peggiori quaranta ore della propria lunghissima vita, trattenne un sospiro.







Le frasi di Anise e Whis:

- "Torneo del Potere. Una battle royale tra ottanta guerrieri da tutti gli universi. Gli universi che perdono verranno cancellati, ma lady Bulma e gli altri non lo sanno. Tienilo per te".
- "Non essere così male". (Non è così male)
- "Il suo astio verso di lui è tale da preferire l'annientamento?"
- "Lui non c'entra con ciò...che dire". (Lui non c'entra con ciò che ho detto)



Rieccomi!
Tengo molto a ringraziare coloro che, ancora una volta, sono arrivati a leggere fin qui.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Sinkarii Luna Nera