Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: NekoMiko    07/05/2017    0 recensioni
Deidara era tutto ciò che non ero io, forse il mio esatto opposto, se avessi potuto associarlo a qualcosa probabilmente lo avrei associato ad un girasole: luminoso ed allegro.
あ なたがいなくて寂しい
Avrei potuto dire che Deidara fosse il mio migliore amico, anzi forse l’unica persona che riuscì ad essere mia amica, ad abbattere il muro che avevo creato intorno a me, io ero impenetrabile, ma la sua gioia di vivere e il suo modo di vedere positivamente anche le cose più crudeli mi attirarono.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori, Altri, Deidara | Coppie: Sasori/Deidara
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Shiro

Cap. II: Paura di perderti

 

Man mano che le settimane passavano le condizioni di Deidara continuavano a peggiorare, lui non mi diceva nulla in quanto non voleva crearmi ulteriori preoccupazioni però continuava a diventare più magro e più pallido, era sempre molto esausto e non riusciva a stare più di una decina di minuti seduto sulla sedia a rotelle.

Stavo per perdere anche lui, tra noi si era creata un’amicizia profonda, era come se ci conoscessimo da una vita, invece ci conoscevamo solo da un paio di mesi.

Decisi di fare una cosa per lui, volevo farlo disegnare ancora una volta, prima che il cosiddetto “dio” lo portasse via con se.

 

-Dei, ti andrebbe di fare una cosa?- Gli chiesi alzandomi dal letto, avevo appena finito di fare la flebo giornaliera e mi diressi verso il letto di Deidara.

Alzò il volto, gli occhi erano velati di tristezza e il suo sguardo era molto stanco. –Cosa?- Mi chiese con un filo di voce, forzando un sorriso.

-Ce la fai a stare seduto per un po’?-

Deidara annuì allora io lo aiutai a mettersi seduto, subito presi il tavolino con le rotelle e sopra vi poggiai un foglio e delle matite colorate. –Voglio che disegni Dei…-

Lui mi guardò esitante e allungò la mano verso la matita non riuscendo però ad impugnarla.

-Aspetta ti aiuto io.- Gli dissi, andando al suo fianco, prendendogli la mano e aiutandolo ad impugnare la matita. –Dirigi tu la nostra mano…-

Iniziammo così a disegnare linee curve, utilizzando vari colori, rosso, giallo, arancione, sembravano delle macchie, come mi disse tempo prima, ma erano delle esplosioni di colore e di emozioni che vengono dal cuore.

 

-Sono davvero contento di aver disegnato. Grazie Sasori..- Mi disse quando finimmo di disegnare.

Attaccai quel disegno al muro di fronte ai nostri letti.

Deidara era sorridente, almeno quel giorno ero riuscito a farlo felice.

 

D’un tratto sgranò gli occhi e iniziò a respirare affannosamente, con le mani cercava aiuto, aveva le gambe tese e la testa rivolta all’indietro.

Corsi fuori dalla nostra stanza e mi misi ad urlare chiedendo aiuto e subito due infermieri, accompagnati dal dottor Kakuzu, corsero in soccorso.

Mi chiesero di aspettare fuori dalla stanza.

Aspettare senza poter fare nulla per aiutarlo, se non oggi, prima o poi se ne sarebbe andato e cosa avrei potuto fare io?

Io che adesso mi ero abituato alla sua presenza.

Io che non avrei voluto vedere nessuno morire.

Avrei potuto dire che Deidara fosse il mio migliore amico, anzi forse l’unica persona che riuscì ad essere mia amica, ad abbattere il muro che avevo creato intorno a me, io ero impenetrabile, ma la sua gioia di vivere e il suo modo di vedere positivamente anche le cose più crudeli mi attirarono.

Non potevo perderlo, non ora.

 

Mi sedetti in una delle sedie lungo il corridoio e mi misi le mani tra i capelli, chiedendomi il perché di tutto ciò.

Perché nasciamo se poi dobbiamo morire? O se, come me, dobbiamo restare chiusi in un ospedale?

Non avevo nessuno che si interessasse di me, come Deidara, mi raccontò di essere stato abbandonato quando era molto piccolo ed era cresciuto in ospedale anche se sarebbe dovuto stare in un orfanotrofio.

Era un bambino molto debole di salute e presto scoprirono che aveva un cuore debolissimo quindi non aveva mai visto la luce del sole, se non oltre le finestre dell’ospedale.

Non riuscivo ad attendere seduto in quella sedia mezza rotta allora mi alzai e iniziai a camminare avanti e indietro fin quando non vidi uscire gli infermieri dalla stanza.

Mi avvicinai a loro per chiedere delle informazioni. –Come sta Deidara?-

Entrambi si guardarono e si fecero un cenno. –Ha avuto uno scompenso cardiaco¹, ora sta riposando, cerca di non farlo alzare almeno per oggi e domani, per qualsiasi cosa suona il campanellino e correremo subito in soccorso, va bene?-

Annuì e corsi subito da Deidara, quando lo vidi era molto pallido e attaccato ad un respiratore ma stava dormendo anche se il respiro non era totalmente regolare.

Nonostante tutto il suo volto sembrava sereno, mi chiedo come si possa essere così forti da riuscire ad affrontare tutto ciò.

Sentivo in me la nascita di un nuovo sentimento nei confronti di Deidara, che fosse amore?

Era impossibile, ci conoscevamo da così poco, eppure pensare che da un momento all’altro potessi perderlo mi rendeva davvero triste, era come una lama che mi trafiggeva il cuore.

 

Era tutto così irreale per me a quel tempo Deidara, perché toccò a noi questo destino?

Perché fino alla fine pensasti a me?

 

___

¹ L'insufficienza cardiaca, o scompenso cardiaco congestizio, è una condizione o un gruppo di sintomi correlati all'incapacità del cuore di pompare quantità di sangue sufficienti per far fronte alle necessità dell'organismo –(Fonte Medtronic).

 

Siccome sono di fretta ho riletto solo una volta il testo, se qualcuno di voi nota un errore di battitura o di grammatica può segnalarmelo? Grazie.

NekoMiko

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: NekoMiko