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Autore: MonAnge    08/05/2017    2 recensioni
SEI PRONTA A DARE LA VITA PER AMORE?
E se fossi destinata a perdere il ragazzo che ami, e a riperderlo ancora e ancora e ancora?
Dal testo
Appena andarono fuori, oltrepassarono il cancello, Nami si accorse di quanto era grande la casa. Era quasi come una villa.
Al centro c’era una fontana, all’interno della quale una bellissima statua: due figure allacciate- un affascinante angelo che guardava una donna tra le sue braccia. E poi le venne in mente il nomignolo che Sanji le aveva dato. Mon ange. Il mio angelo.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Nami
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11 - È morto?


-“Sono Nami..Sono.. un’amica di Sanji..”

-“Non è in casa.”

-“Devo parlargli. Può aiutarmi? La prego.”

Poi la voce scomparve e si sentì un clic provenire dal cancello e vide un uomo uscire dal portone.

Aveva dei capelli neri e sembrava avere comunque una certa età. Dal modo in cui era vestito sembrava appartenere alla vecchia aristocrazia e il palazzo pareva​ essere suo.

-“Dunque è venuta qui per vedere Sanji..”- disse con una voce gelida.

-“Si, monsieur.”

-“Be’, come ho già detto lui non è qui.”

-“Sa quando tornerà?”

-“Tra qualche giorno, penso.”

L’uomo stava per rientrare in casa che la rossa esclamò:

-“Potrei almeno...lasciarli un biglietto?”

-“D’accordo. Mi segua.”

Entrammo in una stanza abbastanza ampia e lui le indicò una sedia e una scrivania.

-“Grazie.”

-“Gradirebbe un tè?”

-“Si, merci beaucoup.”- accettò pensando di poter guadagnare un po’ di tempo.

-“Jeanne le preparerà il suo tè e la accompagnerà fuori. Au revoir, mademoiselle.”

La rossa sospirò di sollievo.

Tirò fuori dalla borsa una penna e un foglio di carta e cominciò a scrivere.

 
Sanji, 
Sto cominciando a capire cosa intendevi quando hai detto che le cose non sono sempre come sembrano. Ho visto la tua foto nelle pagine dei necrologi del 1968. E poi subito dopo ho incontrato Zoro. Vivo.
Non riesco neppure a immaginare tutto questo, ma voglio scusarmi per le cattiverie che ti ho detto...dopo che tu mi hai trattato con tanta gentilezza.
Ti ho detto che non volevo vederti mai più.
Non è vero.
Aiutami a capire cosa sta succedendo.
Ora tocca a te.
Nami.



Ripiegò il foglio e aspettó. Jeanne non arrivava. Diventò sempre più nervosa e fissò i minuti passare sull’orologio.

Alla fine si alzò dalla sedia e si diresse all'ingresso. La casa era silenziosa.

-“Jeanne?” -la chiamò a bassa voce.

Nessuna risposta.

Decise di lasciare il biglietto nella cassetta delle lettere.

Notò una porta socchiusa, dalla quale proveniva una luce calda.
Si avvicinò ed entrò, pensando che potesse essere la camera di Jeanne.

Era guidata dal suo istinto perché la parte razionale del suo cervello aveva ormai perso la battaglia.
Aveva una grande voglia di soddisfare la sua curiosità.
Alla sua destra c'era un caminetto e affianco dei scaffali pieni di libri.

In un angolo c'era un grosso letto a baldacchino.
Attraverso la stoffa leggera si intravedeva la forma di un uomo disteso.
Nami si avvicinò e il suo cuore mancò un battito.
Non osava neanche respirare.

Era Sanji.

Giaceva sopra le coperte con le braccia lungo i fianchi. Ma più che addormentato sembrava...morto.

Gli toccò il braccio. Era freddo e rigido come quello del manichino di un negozio.

Si ritrasse spaventata, esclamando :
-“Sanji?!”- lui non si mosse -“ Oh, Mio Dio” mormorò.

Indietreggiò fino a sbattere contro il caminetto di marmo e lanciò un grido di terrore.
In quel momento la porta si spalancò e al centro della stanza si accese una luce.

Sulla soglia c'era Zoro.

-“Le jeux sont faits, Sanji” -mormorò lui.


-“Z-zoro.. lui-lui è morto?” - riuscì a malapena pronunciare Nami.

Lui si voltò verso la rossa, la prese per il braccio e la condusse verso la porta.

-“No, non è morto. Sta bene.” -disse tirandola verso il corridoio.

Lei ritrasse la mano.

-“Ascoltami. I-io l'ho toccato..la sua pelle è fredda come il marmo. È morto.”

-“Nami”- ribatté in modo irritato -“non posso parlarti di questa cosa in questo momento. Devi venire con me” 

Le prese con gentilezza il polso e la guidò verso il corridoio.

-“Dove mi stai portando?”

-“Dove dovrei portarla? - si domandò e sembrava conoscere già la risposta.

Nami sgranò gli occhi. Zoro era pazzo. Avrà subito dei danni cerebrali dopo l’incidente. O forse è un assassino che aveva ammazzato Sanji e ora la sta portando da qualche parte per fare lo stesso con lei.
Nami era terrorizzata.

-“Ti porto nella camera di Robin”- disse rispondendo alla propria domanda.

-“Non sto cercando​ di spaventarla!”- esclamò Zoro.

-“Senti Nami, so che hai avuto uno shock là dentro, ma è tutta colpa tua se sei entrata in quella stanza. Ora ti porterò in un posto dove potrai calmarti. Non ti farò del male.”

-“Posso... semplicemente andarmene?”

-“No.” 

Sentì una lacrima scenderle lungo la guancia. Non riusciva a trattenersi: era troppo confusa e spaventata per potersi calmare. Tremava.

Zoro la fissò.

-“Che c'è adesso?” -chiese la ragazza evitando il suo sguardo.

-“Nami? Nami.. ti ho terrorizzata. Non volevo.”- esclamò indietreggiando. -“Ho sbagliato tutto!”

E l’ultima cosa che voleva la rossa è sembrare fragile e indifesa.

Sta’ attenta, potrebbe trattarsi solo di una sceneggiata -si disse.

-“Okay, fammi spiegare...per quanto posso. Non ti farò del male, lo giuro. E ti prometto che Sanji starà bene. Non è come sembra. Ma devo parlare con gli altri prima di lasciarti andare via.”

Non è come sembra- le stesse parole del biondo dell’altra volta- pensò.

Annuì. Anche se vorrebbe scappare, non riuscirebbe mai a superare quel cancello.

Zoro sembrava ora quasi dispiaciuto e sconvolto.

-“Lo so, sono un cretino. Per favore seguimi Nami.”

Lo seguí..non aveva altre scelte.

Salirono al secondo piano e la guidò verso una stanza. Aprì la porta e accese la luce. Rimase fuori mentre Nami entrava dentro.

-“Mettiti comoda. Potrebbe volerci un po’ di tempo.”- la avvertí, chiuse la porta e si sentì scattare la serratura.

-“Ehii”- esclamò Nami avvicinandosi alla porta e cercando di abbassare la maniglia. Era decisamente chiusa a chiave.

-“Ho dovuto farlo! Non potevo lasciarla girare per la casa!”- si sentì di nuovo Zoro che parlava da solo.

Niente male come prigione- pensò la ragazza guardandosi intorno.

Le pareti erano di diverse tonalità di rosa e la stanza era arredata con graziosi mobili laccati in tinte pastello. Si sedette su un divanetto e dopo un po’ si addormentò.

Quando si svegliò dovrebbero già essere passate diverse ore. Dalla finestra intravide il sole che stava sorgendo. Ha passato la notte in quella camera. E adesso è l’alba.
Per un secondo non capì dove si trovava ma poi si ricordò di ogni cosa.

-“Sei sveglia?” - chiese una voce dall’altra parte della stanza.

Era la ragazza che aveva conosciuto l’altra volta…

-“R-Robin!- esclamò Nami ad un tratto correndo verso di lei.

-“Benvenuta nella mia stanza.”

-“Robin….S-Sanji è morto!! E quel pazzo di Zoro mi ha rinchiuso qui! 

-“Non preoccuparti Nami.”

-“Cosa gli è successo?” - gridò cadendo sulle ginocchia per la mancanza di forza.

Quante cose incredibile e strane le erano capitate questi giorni. Tutto sembrava irreale da quando ha incontrato Sanji.

-“Una domanda da un milione di euro… E purtroppo l’unica a cui mi hanno fatto giurare di non rispondere. A quanto pare i ragazzi non si fidano di me.. comunque mi hanno chiesto di rimanere qui con te nel caso avessi deciso di scappare..”

-“Ma non ho intenzione di scappare.” - disse strofinandosi la fronte. - “cioè non credo” 

-“Okay non preoccuparti..”- mormorò sedendosi sul divano.

-“Ma non posso andarmene..?”

-“Hai visto quello che non dovevi vedere. E ora dobbiamo decidere come affrontare la situazione. Dobbiamo limitare…. i danni, ecco.”

-“Ma … i miei genitori !!” - si preoccupò Nami.

-“ È tutto a posto. Abbiami mandati un messaggio dal tuo telefono e abbiamo detto che avresti passato la notte da una tua amica.”

-“Mi farete del male?”

Robin si avvicinò alla rossa e posò le sue dita sul braccio di lei. Nami sentì una strana corrente di pace e tranquillità attraversarla. C'era qualcosa di stano nel suo tocco. Era come se lo avesse già sentito da qualche parte.

Robin non rispose.

Sentirono bussare la porta.

-“È ora” - disse la ragazza.

Si alzarono e si avviarono verso la porta.
Notò che sulle pareti delle mura c'era una strana collezione di fotografie...simile a quella che aveva visto nella stanza di Sanji. C'erano sia uomini che donne ma sembravano non accorgersi che qualcuno gli stavano scattando una foto.

-“Chi sono tutte queste persone?” - chiese.

Seguì il suo sguardo e prima di uscire disse:

-“Nami… forse non posso prendermi il merito di aver salvato la tua vita, ma quella di altre persone sì.

 

Angolo delle autrici

 Scusate.... Lo sappiamo, lo sappiamo. Siamo imperdonabili.  Il capitolo era rimasto mezzo pronto da un mese... oggi l'abbiamo finito e l'abbiamo pubblicato. Ci dispiace veramente tanto di aver fatto una pausa così lunga.... ma tra la preparazione per gli esami, verifiche, partenze in Spagna...non abbiamo avuto tempo.
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e a....... non si sa....(((
Cerceremo di trovare il tempo e pubblicare il più presto.
Alla prossima!! <3
   
 
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