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Autore: LadyVaderFrancy    10/05/2017    5 recensioni
La storia ha inizio l’estate dopo la morte di Silente, Harry è tornato a Privet Drive. Sta aspettando che qualcuno dell'Ordine della Fenice venga a recuperarlo per poi portarlo dagli Weasley, secondo le istruzioni ricevute via gufo direttamente da Malocchio. I giorni sembrano non passare mai e la vicinanza con i suoi odiosi parenti lo rende ancora più infelice, dunque si ritrova molto spesso a riflettere sulla sua vita e sul suo passato... tutto sembra già deciso, ma come tutti sappiamo la magia a volte opera in modi misteriosi. Se volete scoprire cosa è successo al ragazzo che è sopravvissuto date una sbirciatina.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 12  Fratelli

Erano passate due settimane da quando aveva consegnato il saggio a... Severus. Per Godric, quel nome rotolava fuori dalla sua mente e dalle sue labbra, ancora con estrema difficoltà! Una cosa del tutto assurda a pensarci, visto che pronunciava il nome di Voldemort, senza fare una piega!
Dopo quella notte, la parola confusione aveva raggiunto un nuovo significato. Una soglia al quanto invalicabile, perché lo stadio successivo era comunemente denominato follia. La sua mente era continuamente affollata da un milione di pensieri e sentimenti del tutto contrastanti. Voleva tornare a casa per sapere cosa fosse accaduto nel suo mondo e ai suoi amici, ma una parte di lui voleva rimanere dove si trovava.
Anche in questa realtà c’erano un Ron, una Hermione ed un Silente e poi c’era il piccolo Harry per la quale provava un affetto fraterno davvero sconfinato e infine c’era Piton… anzi no, Severus. Un uomo severo, rigido, maniaco del controllo, ma capace di amare così profondamente tanto da essere pronto a stravolgere l’asse temporale, per di proteggere coloro che erano degni del suo affetto. Le ultime settimane lo avevano costretto ad ammettere, che anche se i suoi modi erano bruschi e le sua lingua tagliente, spesso il suo punto di vista delle cose, era esatto. Per questo le parole del pozionista, continuavano a vorticargli nella mente come una condanna. A volte non fare qualcosa, può salvare la tua vita o quella di chi ti circonda…

Se solo avessi fatto così in passato, forse Sirius sarebbe ancora vivo. Tirò le ginocchia al petto, si sentiva triste, vulnerabile e il suo senso di colpa aveva raggiunto livelli epici. Fu il piccolo Harry a strapparlo da quei pensieri opprimenti. “Jamie?!... Jamie, dai dobbiamo andare. Abbiamo incantesimi tra dieci minuti.”


“Ah sì giusto, scusa. Mi sono perso nei miei pensieri” afferrò i libri e poi insieme scesero nella sala comune.

Ron ed Hermione erano in fondo alle scale.  “Era ora! Dobbiamo sbrigarci o arriveremo tardi!” li riprese la Riccia.

Mentre correvano per i corridoi, nel tentativo di  recuperare il ritardo, sfortunatamente si scontrarono con Malfoy e la sua cricca.

“Oh ma guarda chi si vede. Lo sfregiato e la sua banda di sfigati!” lo sbeffeggiò il biondino.

“Ignoriamoli” sussurrò Hermione, che si trovava proprio alle spalle dei due moretti.

Ma Harry era di tutt’altro avviso. Tanto è vero che con un tono piuttosto belligerante rispose. “Senti chi parla”

“Harry, ti ricordo che sei ancora in punizione… “ sussurrò Hermione alle sue spalle, sperando di mettere fine a quello che si prospettava un imminente scontro.

Purtroppo per lei, nemmeno Ron sembrava disposto ad ignorare il Serpeverde. “Malfoy levati dai piedi!” sputò il rosso con tutta l’intenzione di spalleggiare il suo amico.

Harry detestava profondamente Draco Malfoy. Il Serpeverde era sempre così: irritante, maleducato, viziato, strafottente, ma la cosa che odiava di più in assoluto, era il comportamento accondiscendente che suo padre gli riservava!  Piccolo Grifondoro sapeva, che quelle azioni erano necessarie per mantenere le apparenze, ma questa consapevolezza non le rendeva più facili da sopportare o … lo faceva sentire meno geloso. Si, perché per quanto si fosse sforzato di negarlo a se stesso, questa alla fine era la verità, Harry James Potter era geloso di Draco spocchioso serpente malefico Malfoy.
Quando suo padre lo rimproverava ingiustamente di fronte al “Principino Serpeverde”, gli saliva il sangue alla testa, perché quel cretino sfoggiava, quel suo stupido ghigno canzonatorio, beandosi della consapevolezza che suo padre lo avrebbe favorito.
Anche adesso aveva quella stupida faccia compiaciuta. Ah come voleva cancellargli quell’espressione dalla faccia a suon di maledizione o… pugni! Così afferrò la bacchetta, e senza pensare a nulla gliela puntò dritta in faccia. Il biondo alzò un sopracciglio “Davvero, Potter?”

Jamie si mise tra i due ragazzi, e guardando il viso adirato di Harry lo spinse dolcemente indietro. “Mettila via, non ne vale la pena”

“Ma Jamie, lui è...”

“Lo so bene quello che è. Ma davvero non merita un secondo del nostro tempo. Mettila via prima che qualcuno ci veda!”

Malfoy guardò Tiger e Goyle “Avete sentito? Potty prende ordini da Piton Jr! Oh oh oh Potty, come ti senti ad essere retrocesso da eroe a fantoccio?”

Harry strinse con rabbia la sua bacchetta. Merlino, voleva maledirlo più di qualunque cosa! Stava per rialzare la stecca, ma fu interrotto.

“Ohhh eccoti, mio caro Harry!”

Malfoy e gli altri Serpeverde fecero un passo indietro ridendo e bisbigliando … Si mio caro Harry

Oh no… e adesso che vuole?

Allock si avvicinò al quartetto di Grifondoro. “Avrei bisogno del tuo aiuto per rispondere ai miei numerosi fans.”

Neanche morto pensò tra se e se, ma invece rispose “Ehm, mi dispiace professore, ma sono piuttosto impegnato, sa i compiti, il Quidditch e… le detenzioni con il professor Piton”.

“Oh suvvia non devi preoccuparti di Severus, mio caro Harry. Parlerò io con lui! Vedrai che non appena gli chiederò questo piccolo favore, sarà più che lieto di accontentarmi. Vedi noi siamo grandi amici”.

I quattro Grifondoro si guardarono dapprima inorriditi e poi quasi scoppiarono a ridere, solo al pensiero di quello che avrebbe risposto il pozionista in merito a questa affermazione. I tre Serpeverde consci del fatto che la loro occasione di infastidire i leoni era sfumata, si allontanarono in sordina.

“Ehm… professore, ci scusi ma dobbiamo andare abbiamo incantesimi” disse Hermione.

“Oh ma certamente ragazzi, andate pure e… mio caro Harry non ti preoccupare per le detenzioni, parlerò io con Severus!”

Il moretto alzò gli occhi al cielo e bofonchiando a bassa voce disse “Mio padre lo uccide stavolta. Possibile che sia talmente stupido, da non accorgersi che lo detesta?”

Jamie rise “Oh darei qualunque cosa per vedere la scena”

“Smettetela voi due! Muoviamoci” li riprese la riccia. Ed infine tutti e quattro i ragazzi si diressero verso l’aula di incantesimi.
                                                                             
                                                                       ***

La giornata nel complesso era stata pesante e noiosa. Jamie avrebbe voluto semplicemente buttarsi sul suo letto ma avevano detenzione, anche stasera come tutte le sere.
Sospirò.

“Jamie, che c’è?” chiese Harry, mentre si trovavano a pochi passi dell’ufficio del mago vestito di nero.

“Sono solo stanco”.

Il moretto stava per rispondergli, che si sentiva allo stesso modo, quando da un ritratto a pochi passi dall’angolo da cui erano arrivati, sentirono un gruppo di Serpeverde urlare eccitati

“Ma sei sicuro Blaise?”

“Certo, è successo poco fa. Me lo ha detto Flint”

“Sono proprio contenta! Non vedo l’ora di vedere la faccia di Draco quando lo scoprirà. Sarà al settimo cielo!”

I due Grifondoro si guardarono. Avrebbero voluto seguire i ragazzi di nascosto, per capire che stava succedendo. Tutta quell’euforia era sospetta.

“Dobbiamo sapere che è successo” bisbigliò Jamie.

Harry lo afferrò per il cappello della toga “NO! Sei impazzito? Papà ci sta aspettando”

“Ehi… va bene, non serve che mi soffochi”.

Stavano per bussare, quando la porta si spalancò bruscamente. “Ah eccovi quì finalmente!
Siete in ritardo! Sconterete la detenzione di stasera sabato mattina. Ora tornate alla torre.”

Harry spalancò gli occhi “Papà, ma sono solo due minuti! ”

“Ora, non ho tempo per sentire le vostre lamentele. Devo vedere immediatamente il preside, quindi tornate subito alla torre, nessuna deviazione.”

“Ma…”

“Harry la torre, subito!” ringhiò l’uomo, mentre incombeva sui due moretti.

“Va bene, professore. Ci andiamo subito” rispose Jamie, che non aveva la minia intenzione di sfidare un Severus Piton già infuriato.

Il pozionista gli lanciò un ultimo sguardo truce, come a voler rafforzare le sue parole e poi senza aggiungere altro, si allontanò.
Mentre percorrevano a ritroso la strada verso la torre, i due ragazzi di accorsero che il castello era stranamente silenzioso, troppo silenzioso. Mancavano quasi tre ore al coprifuoco, quindi era praticamente impossibile che tutti gli studenti fossero già nelle loro sale comuni.

“Deve essere successo qualcosa di brutto” mormorò Jamie.

“Allora sbrighiamoci” lo esortò Harry.

I due corsero a perdifiato fino alla torre. E una volta messo piede nel loro territorio, rimasero entrambi sconcertati.

Regnava il Caos. Sì, caos era l’unica parola, che poteva descrivere la scena alla quale stavano assistendo. La sala comune di Grifondoro era un coro indistinto di urla, pianti e borbottii.

“Ma che diavolo …”

“Guarda” soffocò fuori Harry, vedendo Hermione seduta sul divano in lacrime.
I due corsero al fianco della loro amica. “Mione?!”

La riccial alzò lo sguardo e senza dire nulla, si lanciò tra le braccia di Harry.

“Mione… mi-mi dici…cosa…”

La ragazza lo strinse più forte e tra i singhiozzi riuscì a biascicare “E’ successo vicino alle cucine…”

Un sospetto orribile balenò nella sua mente. Non aveva visto nessuna testa rossa, da quando erano entrati. Il sangue gli si gelò nelle vene.  “Mione, dov’è Ron?”

“In infermeria… nessuno sa, se lui è ancora…Oh Harry” e riprese a piangere.

“NO!” urlò il moretto in preda al panico. Non può essere, Ron è il mio migliore amico.

In quello una voce alle loro spalle riecheggiò nell’aria. “Per favore ragazzi fate silenzio! “
Tutti gli studenti si voltarono. La professoressa McGrannit era sulla soglia della sala comune. Il suo viso rugoso lasciava trasparire un’espressione triste e solenne. “Dato il vostro stato emotivo, devo dedurre che abbiate già appreso la spiacevole notizia…” Vedendo molti dei suoi alunni annuire con vigore, si mise una mano sul petto e poi riprese a parlare “Mi duole annunciare, che le voci che circolano purtroppo sono vere, il Sig. Weasley è stato pietrificato”.

Un sospiro di sollievo si levò dalle labbra di molti, perché alternativa all’essere pietrificato era di gran lunga peggiore. In ogni caso non c’era gran che da rallegrarsi, Ron sarebbe rimasto in infermeria per parecchio, in attesa di poter ingerire l’antidoto.
Quella sera un atmosfera desolata, spinse i leoni a ritirarsi nei rispettivi dormitori prima del solito, anche se in molti non trovarono riposo. Uno di questi fu proprio Jamie.
Come è possibile che sia successo a Ron! Perché le cose sono cambiate così tanto? Per le mutande di Merlino, se non scopriamo dov’è l’ingresso della camera, qualcuno ci lascerà le penne. Domani devo assolutamente parlare con… Severus.
O almeno quelli erano i suoi buoni propositi. Due ore più tardi, ormai stanco di rigirarsi nel letto, decise di scendere nella sala comune.  Lì con sua grande sorpresa trovò il piccolo Harry, che fissava le ceneri del camino.

“Harry?”

Il bambino di voltò. “Ehi… ciao. Neanche tu riuscivi a dormire?”

“Infatti” rispose Jamie mentre si sedeva accanto al suo fratellino onorario.

“Questa cosa è successa anche nel tuo mondo?”

“NO, non a Ron” rispose esitante. Non voleva aggravare il bambino con altre preoccupazioni, ma il fatto che il rosso fosse stato attaccato non escludeva che anche altri lo fossero. Così suo malgrado aggiunse “Nel mio tempo è successo ad Hermione… ma non significa che la cosa si ripeterà anche qui. Le cose a volte sono diverse e questo non mi piace per niente”.
I  due rimasero in silenzio a lungo.

“Dobbiamo fare qualcosa!” disse con determinazione Harry.

“Lo so... e lo vorrei. Io ci ho provato, ma sembra che sia tutto inutile!”

“Pensi che succederà anche a…Mione?”

“Spero di no, ma sarà meglio tenere un occhio su di lei.” Gli fece l’occhiolino cercando di smorzare la tensione, poi gli mise una mano sulla spalla, ed Harry si accoccolò accanto a lui.
 
                                                               ***
 
Il mattino seguente verso le prime luci dell’alba i due Grifondoro si svegliarono piuttosto intorpiditi, dopo aver trascorso l’intera nottata sul divano bitorzoluto della loro sala comune.

“Oh, non è stata una grande idea dormire qui” disse Jamie massaggiandosi il collo.

“Brrr… fa anche freddo” rispose Harry tutto intirizzito e subito dopo emise due o tre starnuti.

“Che ne pensi di una bella doccia calda, tutta per noi?”

“Ottimo!” rispose Harry.

Con calma tutti e due tornarono al piano di sopra, afferrarono dei vestiti puliti e poi si diressero in bagno.

All’ennesimo starnuto Jamie mise la testa fuori dalla sua doccia. “Credo sarai costretto a passare da madama Chips, penso che ti sei beccato un bel raffreddore”.

Harry per tutta risposta gli fece una pernacchia e gli rispose che era perfettamente in salute.
Jamie lo osservò era così ridicolo: aveva la testa piena di schiuma, gli occhi mezzi chiusi a causa del sapone. Le smorfie che stava facendo, lo facevano sembrare ancora più giovane della sua età. “Fai come vuoi. Oppure potresti chiedere a tuo padre, di certo avrà…”

“MA SEI MATTO!” urlò inorridito il piccolo Grifondoro, mentre afferrava il suo accappatoio.

Jamie lo guardò sorpreso, chiedendosi cosa avesse detto di sbagliato.

“Ah giusto, tu-tu non lo hai mai visto quando sono malato, è … orribile. Mi fa ingurgitare un mucchio di pozioni schifose, penso le faccia più cattive del solito, apposta per quando sono malato. Mi fa mangiare tutte cose senza sapore, tipo brodini e verdure e lui lo sa che le odio! E-e poi … viene in camera mia borbottando tutto il tempo, cammina avanti e indietro sventolando la sua bacchetta sulla mia testa… e quando vede i risultati ringhia e sibila cose in latino che nemmeno capisco!  Mi fa stare coperto anche se ho caldo, l’ultima volta ha lanciato un incantesimo per obbligarmi a non scoprirmi, e non mi fa alzare dal letto nemmeno per andare in bagno, e…”

Una risata fragorosa interruppe il suo accorato discorso. “Beh, perché ridi?” sbottò il moretto incrociando le braccia al petto.

Jamie si asciugò gli occhi, sembrava la descrizione della signora Wesley solo con il mantello. A quel punto inevitabilmente aveva immaginato Piton con i capelli rossi ed i bigodini in testa, che incombeva sul povero Harry. “Sì, sì scusa hai ragione… Ahahahahah”

“Sei uno scemo! Non rideresti in quella maniera, se ti fossi ritrovato nella mia situazione” sibilò.

Il resto della mattinata trascorse piuttosto in sordina.

Jamie era impaziente di incontrare Piton, per poter scoprire se qualcuno all’interno della scuola, stava cercando la camera, il diario o il basilisco.  Harry invece sperava di non incontrarlo, dato che si sentiva sempre più stanco e malaticcio.

All’ennesimo starnuto Hermione sbottò “Lo sai che è inevitabile, vero Harry?”

“Cosa?” sibilò accigliato il moretto.

“E’ evidente che sei malato e il professor Piton se ne accorgerà alla prima occhiata.”

Il ragazzo rabbrividì alla sola idea di vederlo aleggiare intorno a lui. “Sto bene!” sbottò con l’ultimo briciolo di energie che possedeva.

“No, non stai bene! Hai gli occhi lucidi e non fai che starnutire. Se ci fossi andato stamattina, adesso non saresti ridotto così. E’ assurdo che tu faccia tutte queste storie per un paio di pozioni!” lo riprese la riccia mentre chiudeva il suo libro in maniera un po’ troppo energica.
Stanco di ribattere con la sua amica e con un forte mal di testa in aumento mugugnò “E va bene, hai vinto… ci vado”.

Jamie prese la palla al balzo e tirandolo in piedi prima che potesse cambiare idea disse “Andiamo ti accompagno”.


Angolino dello Scribacchino:

Miei cari lettori, eccomi quì con un nuovo capitolo. Vorrei iniziare, ringraziando: Iaco, MorganaAltea, Anci03HP, ma soprattutto: Az91, MissGold, Dragonfly92 e LaylaSnape, perchè  grazie ai loro commenti e al loro sostegno, che sto portando avanti questo progetto. 
Testa di leone è un FF molto complessa, con una trama davvero elaborata almeno in orgine... da quando ho iniziato è cambiata talmente tante volte, che non so nemmeno più quale versione intendo scrivere, ahahah mannaggia a me e ai 300 finali che ho in mente.

Comunque vi sto dicendo tutto questo, perchè anche su altre piattaforme, ho ricevuto richieste di proseguire, e quindi mi sentivo in dovere di tranquillizzarvi...
Testa di leone non restarà incompiuta. 

Bene ora vi saluto, fatemi sapere cosa ne pensate...
Con il prossimo, ci avviamo verso la chiusura della prima parte della storia... poi ci saranno gli n seguiti... Merlino ci salvi tutti!!!! Aiutooooooo!!!

Un abbraccio la vostra LadyV
 
   
 
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