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Autore: Dryas    12/05/2017    1 recensioni
Quando il passato riemerge e ti sorprende è davvero difficile ignorarlo, lei ne era la prova vivente.
Tenten non conosce le sue origini e non immagina che dietro a quel mistero si celano segreti che Konoha ha tenuto nascosti per troppo tempo. E mentre questi riemergono, il team Gai si frantuma sotto lo sguardo di un prigioniero, Dust, un uomo normale che possiede un'arma in grado di uccidere un ninja e che sembra conoscere Tenten. L'amicizia e la fiducia che lega Neji, Lee e Tenten sarà messa alla prova e arriverà a rompersi in una Terra lontana distrutta dalla guerra.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Rock Lee, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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REFLEX




Who you were
Was so beautiful
Remember who, who you were


Muse, Screenager






Tenten scorse un lampo verde coglierla di sorpresa alla sua sinistra. Non era preparata a un suo attacco e il colpo che ricevette la lasciò a terra tramortita. Sapeva come difendersi da Neji, ma non aveva la forza fisica per tenere testa a Lee. Cadde trascinandosi a terra per alcuni metri.
-Sei così presuntuosa da non utilizzare nemmeno una copia?!- lo sentì sbraitare, mentre la vista stentava a tornare nitida. Un movimento sbagliato rischiò di farle fare una fine ben peggiore; sentì la terra mancarle sotto i piedi quando il suo fianco si spostò dal bordo al vuoto del precipizio. Non morì sulle rocce solo perché Lee l’afferrò e la sollevò da terra un attimo prima che fosse troppo tardi.
Mentre guardava il viso sfigurato del ninja più buono che avesse mai conosciuto, la pelle attorno al suo occhio destro continuava a pulsare. La guancia bruciava e fitte di dolore martellanti precedevano il gonfiore che si sarebbe trasformato in livido. Un rivolo di sangue raffreddava il suo volto ferito.
-Ciao, Lee … -
-Ciao Lee?! E’ tutto quello che sai dire?!- le urlò in faccia. I pugni chiusi appena sotto il suo collo si strinsero, le braccia salde a sollevarla si tesero. La fatica non era reggere il suo peso, ma trattenersi, e per farlo portò il petto minaccioso in avanti. Fu lì che Tenten appoggiò la sua arma.
-Mi hai colta di sorpresa- rispose. Prese fiato, mentre Lee prendeva coscienza di essere minacciato. Non vedeva quell’arma da cinque anni, e non fu stupito di trovarla tra le mani di Tenten. Fin dal primo istante aveva capito che la sua curiosità l’avrebbe portata a farla diventare il suo cavallo di battaglia. Un colpo solo e avrebbe potuto uccidere anche il più potente dei nemici. Un colpo solo e avrebbe potuto uccidere lui.
Tornò a guardarla con rabbia.
-Ne saresti davvero capace?- la provocò.
-Io non credevo che tu lo fossi- replicò stizzita. Di fronte a quell’accusa la lasciò cadere a terra e si allontanò. Tenten fermò la caduta con le ginocchia e con i palmi delle mani, appoggiandosi pesantemente sulla terra ruvida. Il colpo alla testa non aveva ancora esaurito i suoi effetti. Chiuse gli occhi: le sembrava di essere su una barca in mezzo al mare. Prese profondi respiri e pian piano il malore si attenuò.
Quando tornò ad alzare lo sguardo, Lee le dava ancora le spalle, ma Neji, accanto a lui, sembrava pronto a finire ciò che l’amico aveva lasciato a metà.
Si rialzò lentamente e rimise l’arma nel fodero sulla coscia. Il vento della valle alle sue spalle le scompigliò i capelli tenuti legati solo da un sottile laccio. L’umidità fresca del fiume e della notte portò sollievo al suo viso gonfio, unico segno fisico di quella lotta ancora trattenuta.
-Mi dispiace- disse alla fine. –Era l’unico modo.-
-Mi hai usato- replicò Neji. Lo sguardo spettrale dello Hyuga si tinse di una sfumatura innaturale, perlata. La minaccia che si fa azione.
-E tu mi hai sottovalutata. Mi credi davvero così stupida da fare incursione in un villaggio ninja senza prima informarmi? Eravamo a scuola insieme, mi pare.-
Lee si voltò di scatto. I suoi occhi, che in confronto a quelli di Neji non avevano niente di speciale, per una volta riuscirono a superarono quelli di clan Hyuga in quanto a freddezza. Lo stesso Neji si voltò ad osservare la sua reazione inaspettata.
-Un villaggio ninja?- sibilò. Tenten non rispose, ma raddrizzò il capo e alzò il mento. Era pronta a tenergli testa. –Tu sei cresciuta a Konoha, hai combattuto per Konoha. Lì c’è la tua casa, la tua famiglia, noi! Come puoi parlarne in questo modo?!-
Tenten non mosse un muscolo. Ascoltò l’accusa di Lee senza battere ciglio né apparire in qualche modo ferita dalle sue parole.
-Konoha non è più niente per me- rispose atona. Le dita di Lee tornarono a stringersi in due pugni rabbiosi.
-Quindi noi non siamo più niente per te?- la sfidò.
-E’ questo il problema Lee? Voi?- tuonò, e per la prima volta si scompose. –Ho fatto un enorme sbaglio a pensare che poteste capire.-
Dopo un ultimo sguardo di disprezzo voltò loro le spalle e si diresse verso il ponte. La sua mano era di nuovo scesa lungo la coscia, segno che non si fidava più. Lee fu sul punto di reagire, ma Neji lo fermò mettendogli un braccio davanti.
-Aspetta un attimo- tuonò. –Quella che se n’è andata senza dire una parola sei tu. Per quello che ne sappiamo la tua è solamente un’altra pietosa messinscena per tenerci buoni mentre i tuoi scappano. Non sarebbe la prima volta che giochi questa carta, oggi.-
Tenten fermò il suo avanzare e lo guardò. Neji non era fatto per rimanere nascosto dietro una maschera. Era il genio di Konoha, il prodigio del clan Hyuga, e il volto sardonico da ANBU stonava con la sua maestosità, rimpiccioliva la forza della sua sola presenza, annullava l’espressività del suo volto.
-Non prenderti gioco di me- gli disse. –Tu, che mi conosci meglio di chiunque altro.-
La nota di dolore che sfumò le sue parole confuse lo Hyuga, che arretrò dalla sua posizione d’attacco. Lee prese subito il suo posto, dandogli il tempo di riflettere se crederle o abbandonare per sempre l’idea di riaverla indietro con sé.
-Perché te ne sei andata!- sbraitò. –E’ una domanda tanto difficile?!-
Tenten sembrò confusa, ma presto dovette tornare reattiva. Anche Neji se ne accorse e si mosse impercettibilmente, quel tanto che bastava per individuare i ninja che si stavano avvicinando.
-Gli ANBU- disse a Lee, che attendeva una risposta. Tenten tornò a dirigersi verso il ponte, ma il suo improvviso allontanamento non passò inosservato. Lee le urlò di fermarsi. Non lo ascoltò. Lo sentì iniziare a correre nel momento in cui raggiunse la prima tavola di legno. Poi si voltò a guardarli.
-Addio- disse loro, e con dei colpi netti recise le corte che sostenevano il ponte. Iniziò a cadere, osservando un Lee che impotente fermava i piedi un attimo prima del precipizio, mentre lei concentrava il chakra nelle mani e nei piedi e sfruttava gli istanti che precedevano lo schianto del ponte contro la parete per risalirlo. Gli ANBU erano appena usciti dalla foresta, non aveva più tempo. Prima non era una nemica di Konoha, ma avendo fatto evadere Dust lo era diventata. Il Paese per cui aveva dato la vita ora stava cercando di prendersi la sua, ma non si sarebbe arresa tanto facilmente. Prima che trovassero un altro modo per attraversare la valle del fiume sarebbe sparita nella vastità di una terra che nessuno a Konoha conosceva. Strinse le mani sulle corde che aveva appena tagliato, e si voltò indietro un’ultima volta. Il sole appena sorto l’accecava e l’ultima immagine del suo passato non erano che dei contorni sfumati.
Un timore improvviso rischiò di farle perdere la concentrazione quando un’ombra coprì il sole. Da macchia informe si trasformò in una sagoma che ben conosceva e l’urlo di Lee confermò i suoi sospetti. Neji era saltato dal precipizio e stava andando verso di lei. L’impatto fu talmente violento che il contraccolpo fece ondeggiare bruscamente il ponte e rischiò di perdere la presa. Neji era riuscito ad aggrapparsi e imitandola usava il chakra per non cadere. Un secondo contraccolpo spostò di nuovo tutto il peso. L’arrivo di Lee fece rompere le prime assi di legno, che iniziarono a cadere a catena, finché tutti e tre si ritrovarono senza un valido sostegno.
Stavano cadendo nel vuoto. Tenten cercò di aggrapparsi alla parete, ma era troppo veloce. Persino con il chakra la pelle delle mani si consumava e quando una delle sporgenze le colpì il capo divenne talmente debole da non riuscire a fare più nulla per fermare la caduta. Piovvero in acqua cercando fare di del loro meglio per attutire il colpo. L’acqua era gelida, la corrente impetuosa. Il fiume era troppo vorticoso e imprevedibile per pensare di cavarsela usando solo il chakra. Così si lasciarono trascinare.
Anche se ancora stordita, Tenten riuscì a individuare Neji e Lee alle sue spalle. Cercò di rimanere a galla e di non finire sott’acqua, finché i suoi muscoli ebbero forza sufficiente per contrastare la corrente. Nuotò verso riva, aggrappandosi alle pietre dove riusciva e pregando che i suoi inseguitori non fossero altrettanto pronti. Non lo furono, vide il fiume trascinarli con sé, anche se si erano accorti della sua fuga e stavano cercando di raggiungerla.
Li perse di vista. Doveva usare le poche energie che le rimanevano per non affogare. Aveva consumato tutta l’energia per rimanere a galla nel turbinio del fiume e ora non riusciva a richiamarne neanche un briciolo. Si lasciò cadere stremata sulla spiaggia melmosa. I sassi erano incastonati in una sabbia nera e molle. Il lembo di terra in cui era approdata non era che un piccolo ritaglio nell’ansa del fiume, troppo piccolo per permettere anche solo alla vegetazione di crescere. Era sopravvissuta, ma anche da sdraiata poteva capire che non era ancora finita. La parete che si alzava verso il cielo suggeriva che avrebbe dovuto fare ancora uno sforzo per ritenersi salva, ma non appena si sollevò vide il mondo girare, e Neji e Lee che si aggrappavano a un tronco divelto per uscire dall’acqua. Placata la vertigine cercò di valutare la situazione. Neji stava già correndo verso di lei, ancora pieno di energia.  Aveva poco tempo e poche possibilità per fuggire. Cercò di arrampicarsi sulla parete, ma la roccia era friabile e le si frantumava tra le dita. Sentì i passi di Neji avvicinarsi. Quando per la terza volta crollò a terra si arrese e rimase con le spalle contro la parete.
Fu allora che incontrò lo sguardo niveo di Neji, e capì che questa volta non si sarebbe fermato. Il byakugan era attivo, il suo juken pronto a colpire. Le mancò il respiro per un attimo: era quello allora che provavano i suoi nemici vedendoselo venire incontro. Si era sempre chiesta perché tutti temessero Neji più di chiunque altro nel clan Hyuga, ma fino a quel momento non si era mai trovata dall’altra parte e non poteva capire quanto la sua figura potesse apparire minacciosa. Una paura ancestrale le ribollì nello stomaco. Era come vedersi venire incontro una tigre pronta a sbranarla.  Estrasse la pistola e gliela punto contro, ma con suono metallico le sfuggì dalla presa. Voltò la testa: Lee stringeva già tra le mani il prossimo kunai.
Senza la sua arma, la sua unica possibilità di salvezza, non aveva alcuna chance contro Neji. Mancavano pochi metri, poi avrebbe attaccato. Era una scena già vista, nelle migliaia di allenamenti che avevano condotto insieme. Ma questa volta non si sarebbe fermato, avrebbe colpito lì dove nessuno tranne lui poteva vedere.
Trattenne il fiato in attesa di sentire il dolore che da punta di spillo si sarebbe irradiato a tutto il suo corpo. Neji caricò il braccio e si preparò a colpire. Poi ci fu buio. Buio e un respiro caldo che le sfiorava la fronte. Ebbe paura quando riconobbe chi aveva avuto il coraggio di intromettersi tra lei e Neji. Le sue spalle larghe le facevano da scudo, le mani appoggiate alla parte per non crollarle addosso una volta che sarebbe stato colpito. Dust la nascose alla vista del suo nemico, rendendosi totalmente vulnerabile ed esposto.
Tenten aspettò di sentire il colpo che avrebbe ucciso anche una parte di lei. Sapeva che Neji poteva farlo anche senza mirare direttamente al suo cuore, che ancora batteva frenetico vicino al suo viso, a attese con la paura a strozzarle la gola che quel suono sparisse, ma invece che fermarsi, lo sentì rallentare. Le spalle di Dust si rilassarono, il suo respirò si calmò. Tenten appoggiò la fronte al suo petto e si aggrappò con le mani alla sua maglia. Neji stava per cancellare quel suono dalla faccia della terra, ma si era fermato: il suo palmo sfiorava la schiena di quel soldato senza chakra che aveva invocato il Kangei e che lui stesso aveva condotto a Konoha. Quel soldato che aveva risparmiato, e che in cambio aveva portato via Tenten, e che ora si stava sacrificando per lei.
Non ebbe il tempo di pensare alla prossima mossa. Decine di armi erano puntate su di lui e su Lee. Il gruppo che aveva fatto evadere Dust era tornato indietro, e lui non se n’era accorto. Erano tornati tutti per Tenten.
Dust liberò un braccio e si voltò indietro. Il suo sguardo dimezzato osservò la situazione che si era creata senza ombra di soddisfazione. Ora erano loro ad avere il controllo degli eventi. E quando la sua mente avrebbe finito di pensare, sarebbe bastato un solo gesto del capo per decidere il loro destino.
E Neji sapeva quale sarebbe stato.






D
ryas









   
 
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