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Autore: Nina Ninetta    12/05/2017    3 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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9.


 
Hermione Granger era emozionata.
Luna Lovegood l'aveva beccata ad incantare i capelli per lisciarli, mentre alcune maglie e un paio di jeans giacevano sul letto ancora sfatto.
«Ti stai facendo bella per Draco?»
Alla giovane Grifondoro quasi le cadde la bacchetta di mano, era arrossita fin sulla punta dei capelli, un ricciolo lisciato s'increspò di nuovo:
«Certo che no! Come ti vengono idee così assurde» Hermione tornò ad interessarsi ai suoi capelli, il rossore ancora evidente. Luna prese la sua bacchetta e aiutò l'amica nell'impresa di tenere buoni i riccioli «Oggi Ginny ci accompagnerà da Harry»
«Quindi ti stai facendo bella per lui?»
«Non lo vedo dal giorno della battaglia, vorrei solo essere presentabile» la Granger abbozzò un sorriso incerto, era così emozionata al pensiero che fra qualche attimo avrebbe rincontrato Harry Potter. Il suo Harry ...
Luna fece un passo indietro, finalmente era riuscita a lisciare i capelli e ad ondulare due ciocche ai lati del viso:
«Lui si aspetta di incontrare la Hermione che conosce e che ha imparato a volere bene per quello che è» Luna si spostò verso il letto, osservando gli abiti che vi erano distesi «Indossa quello nero» aggiunse poi, riferendosi al maglioncino scuro «A lui piace il nero»
«A lui chi?» la Granger s'irrigidì, chissà perché aveva la sensazione che non stessero più parlando di Harry Potter. Luna uscì dalla stanza, i suoi passi erano silenziosi come se lievitasse.
 
Trascorsero diversi minuti. Molti minuti. Ginny chiacchierava con Dean sul programma di quel giorno, lui e Zabini avrebbero dovuto intercettare i gufi che facevano la spola da un Mangiamorte all'altro, mentre in sua assenza il comando era affidato a Neville Paciock, per ogni evenienza dovevano fare riferimento a lui. Draco contava il perimetro della stanza, con le mani in tasca andava avanti e indietro, avanti e indietro, bofonchiando parole prive di senso. Un po' era nervoso al pensiero di incontrare Harry Potter, non riusciva a ricordare l'ultima volta che si erano guardati negli occhi. Che fosse stato davanti al portone di Hogwarts, quando Narcissa e Lucius l'avevano trascinato via dalla battaglia? O forse era accaduto fuori dalla Camera delle Necessità, dopo che Potter l'aveva portato in salvo, una vita fa? I ricordi si confondevano, in ogni caso sembrava che ci fosse sempre qualcuno a parargli il culo, in questo senso non era poi tanto diverso da quel bamboccio di Weasley, si disse.
«Lovegood, dove diamine è finita Granger?» sbottò, l'attesa lo stava snervando.
«Si stava facendo bella» fu la risposta misteriosa della ragazza bionda, stava incantando panini per Dean e Blaise.
«Cheee?»
Hermione fece capolino nella stanza, i capelli erano tornati ricci, cespugliosi e ispidi. Aveva anche deciso di seguire il consiglio di Luna sul colore da indossare, insieme a un paio di jeans che doveva tenere su con la cintura.
«Scusate il ritardo» affermò, facendo l'occhiolino a Luna che alzò entrambi i pollici.
«Finalmente! Ricordi l'indirizzo della casa babbana di Harry?» le chiese Ginny
«Harry è a Privet Drive?» Hermione non poteva crederci, come aveva fatto a non pensarci prima? Ma certo, la casa dei suoi zii, dove aveva vissuto fino ai diciassette anni, protetto dall'incantesimo di sua madre.
«Esatto» Ginny Weasley si rivolse poi a Draco «C'è solo un problema» gli disse «Harry ha evocato un incantesimo anti-Mangiamorte, quindi tu non puoi venire»
«Come? Io non posso ... non scherziamo, eh!»
«Non sto scherzando infatti. Tu rimani qui» ribadì la giovane Weasley
«Ehi, io non prendo ordini da nessuno! Figuriamoci dalla figlia di au-wei» la lingua di Draco si incollò al palato, mentre Hermione gli passava davanti scoccandogli un'occhiataccia, la bacchetta in bella mostra, e lui capì che gli aveva lanciato contro un incantesimo non verbale. La osservò avvicinarsi a Ginny, parlarle a voce così bassa che nessuno riuscì a comprendere una parola di quello che le due ragazze si stavano dicendo, le vedeva solo scuotere la testa, puntarsi gli indici contro e infine la Weasley sembrò cedere. Quest'ultima si Smaterializzò ed Hermione tornò da Draco, sciogliendogli la lingua con un movimento sinuoso della bacchetta. Lui tossì:
«Granger, dannazione, stavo soffocando» altri colpetti di tosse «Dov'è andata quella-»
«Ginny Weasley» Hermione lo rimproverò ancora una volta con gli occhi «È andata da Harry a chiedergli di ritirare per qualche minuto gli incantesimi di difesa. Abbiamo poco tempo per raggiungerla, se i Mangiamorte scoprissero il suo nascondiglio non potrei mai perdonarmelo» la ragazza volse un saluto veloce a Neville, Dean e Luna, ignorando di proposito i due Serpeverde «Andiamo» concluse poi, rivolta a Draco.
«Ehi Malfoy» lo chiamò Pansy «Afferrati al cespuglio che si ritrova al posto dei capelli» sghignazzò con il fidanzato Blaise
«Ehi Parkinson» Draco accennò un sorriso di scherno «Dovresti proprio chiudere il becco più spesso, sai?!» guardò Hermione dall'alto «Bella maglia Granger» e le prese la mano. Un attimo dopo una forza bruta li afferrò per la pancia e li scaraventò a Privet Drive.
 
Se fossero arrivati troppo tardi ed Harry avesse riattivato le protezioni intorno alla casa, Draco Malfoy sarebbe morto sul colpo. Se intanto Lord Voldemort avesse percepito la presenza di Harry e avesse inviato il suo esercito, la speranza di una seconda chance sarebbe sfumata ancor prima che prendesse forma.
Hermione si ritrovò nella cucina - dallo stile tipicamente babbano nel quale era cresciuta - mano nella mano con il nemico di un tempo Draco Malfoy, un tantino scombussolata dalla
Smaterializzazione.
«Hermione!»
La voce di Harry le giunse chiara e nitida alle orecchie, si voltò indietro un attimo prima che lui l'abbracciasse così forte da sollevarla da terra. Non si rese neanche conto di lasciar scivolare la propria mano da quella di Draco. L'uno nelle braccia dell'altro rotearono su sé stessi, saltellarono dalla gioia, si guardarono negli occhi e si riabbracciarono ancora e ancora, urlando euforici di essere entrambi vivi e di nuovo insieme. Hermione piangeva di felicità e insieme sorrideva, Harry non smetteva più di ridere e di baciare il viso della compagna ritrovata.
Draco notò Ginny accomodata sul divano, le gambe accavallate mentre sfogliava una rivista evidentemente babbana, poiché le foto non erano animate. Si sentiva a disagio di fronte a così tanto... Grifondoro. Era come se il trio si fosse ricomposto: Potter-Granger-Weasley (anche se quest'ultimo membro non era quello originale), e lui il bulletto biondo di sempre. Adesso Hermione aveva cominciato a sciorinare velocemente tutto ciò che aveva affrontato. Non sapendo bene cosa fare, rammentò la sua presenza con un colpetto di tosse, ottenendo l'effetto desiderato. Harry alzò lo sguardo su di lui, gli occhiali mandarono un riverbero. Hermione sembrò ricordarsi del giovane Serpeverde e improvvisamente si fece piccola piccola fra due fuochi:
«Malfoy»
«Potter».
 
Harry ascoltò senza controbattere l'esposizione del piano di Hermione. Non era un ottimo programma il suo, faceva acqua da tutte le parti e sembrava abbastanza suicida, ma doveva ammettere che lui non ne aveva uno migliore. Anzi, non ne aveva proprio. Da due anni si era nascosto al mondo intero, isolandosi nella sua casa di Privet Drive, mentre lì fuori la gente moriva, i suoi amici soccombevano o venivano torturati. Di fronte alle vicissitudini dell'amica Harry si era sentito meschino. Dove era lui mentre Bellatrix Lestrange la torturava senza pietà? Dov'è lui mentre Ron giace ad Hogwarts circondato da Dissennatori e Mangiamorte? Si era chiuso nella sua bambagia sicura e aveva atteso qualcosa che non sapeva neanche lui.
«Che ne pensi Harry?» gli stava chiedendo Hermione e allora comprese. Aveva atteso il suo ritorno, perché senza quella ragazza troppo chiacchierona e incredibilmente capace né lui, né Ron sarebbero andati lontano.
«Penso che sia folle!» intervenne Ginny che per tutto il tempo aveva finto di essere interessata al gossip britannico «Intrufolarsi ad Hogwarst, liberare Ron, uccidere Voi-Sapete-Chi... ci farebbero fuori in un nano secondo»
«Ginny ha ragione» disse Harry ed Hermione si rabbuiò.
La brillante Grifondoro era in piedi davanti alla coppia che se ne stava seduta sul divano, Ginny vi era praticamente sprofondata dentro; alle sue spalle Draco era rimasto muto per tutto il tempo, con le mani infilate nelle tasche del pantalone scuro e la schiena contro il bordo di marmo del focolare:
«Voi cosa proponete?» lo sentì dire Hermione, il tono seccato, e quando non arrivò alcuna risposta Draco continuò l'affondo «Come pensavo. Esercito di Silente» ghignò «Mi sembrate un branco di teppistelli che giocano a fare dei dispetti a chi vi sta antipatico. Voi-Sapete-Chi va fermato!»
«Disse il Mangiamorte» Ginny Weasley sostenne lo sguardo glaciale di Malfoy, i due sembravano studiarsi come cane e gatto. Hermione si portò una mano sulla fronte, litigare era l'ultima cosa di cui avevano bisogno, quindi si rivolse ad Harry fino a quel momento spettatore:
«Harry, mi piacerebbe conoscere il tuo parere»
«Si Potter, illuminaci» la Granger raggelò con un'occhiataccia Draco alle sue spalle.
Harry si alzò, infilò la mano destra nella rispettiva tasca e ne tirò fuori una pergamena ingiallita. Hermione la riconobbe all'istante, si trattava della Mappa del Malandrino.
«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni» disse Potter colpendola con la punta della bacchetta. Draco ebbe un fremito: quella era la sua bacchetta!
Sulla Mappa, dapprima vuota, iniziarono a diradarsi linee d'inchiostro nero, unendosi e allungandosi disegnarono i corridoi della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, mostrando eventuali passaggi segreti. Il giovane Malfoy rimase a bocca aperta, era la prima volta che la vedeva e non sapeva neanche a cosa servisse precisamente. I quattro ragazzi si affacciarono sulla vecchia pergamena, Harry puntò il dito su alcuni punti
 «Questi passaggi sono stati sigillati» spiegò, ma il volto di Hermione era rigato di lacrime.
Quando la Mappa si era aperta davanti a lei, i suoi occhi avevano cercato e trovato il puntino che citava: Ronald Bilius Weasley. Lucius Malfoy non le aveva mentito: Ron era incarcerato nei sotterranei del castello. Perlomeno aveva la certezza che fosse ancora vivo.
«Hermione» bisbigliò il suo amico Harry, carezzandole la schiena. Draco non poté fare a meno di notare la confidenza - a tratti intima - che correva tra i due Grifondoro.
«Oh Harry ti prego» Hermione lo scongiurò con occhi lacrimanti «Ti prego, dobbiamo salvare Ron» spostò lo sguardo su Ginny «Non possiamo abbandonarlo»
«Credi che non lo sappia?» proruppe quest'ultima «Ron è mio fratello, credi che non pensi a lui ogni minuto di ogni giorno?»
«Cosa?» urlò d'un tratto Draco che afferrò la Mappa e mostrò a Harry due puntini non lontani da quello di Ron «Che significa?»
Harry ed Hermione lessero i nomi che il Serpeverde stava indicando: Lucius Malfoy e Narcissa Black. La ragazza si coprì la bocca con una mano, Harry si schiarì la voce:
«I tuoi genitori sono stati fatti prigionieri da un bel po'»
«Oh beh, saranno stati contenti di tornare nelle stanze di Serpeverde» ghignò Ginny con aria di scherno
«Ripetilo se hai il coraggio, brutta-» Draco aveva estratto la bacchetta e di conseguenza la Weasley lo imitò
«Malfoy, per tutti i troll, metti via quella bacchetta» Hermione tentò di placarlo, Harry intanto teneva la sua mano sospesa, pronto ad afferrare la propria arma ad ogni momento
«Ho perso due fratelli, sai quanto me ne fotte dei tuoi cari mamma e papà Mangiamorte dei miei stivali!» Ginny fece un passo avanti, Harry la trattenne, la voce le si incrinò, era sull'orlo delle lacrime «E uno è morto a causa tua!»
«Mia?» Draco scosse il capo, confuso «Non ricordo di aver mai ammazzato un Weasley, anche se...»
«Stupef-»
«Expelliarmus!» Harry disarmò Ginny che sembrò molto stupita dal suo gesto, quasi offesa «Scusami» le disse e la ragazza scoppiò in un pianto disperato, aggrappandosi al suo amore «Va tutto bene. Andrà tutto bene».
Hermione chinò il capo, adesso era facile comprendere il cambiamento della sorella di Ron, la sua famiglia perfetta era stata massacrata e non sarebbe più tornata unita come un tempo, qualcuno sarebbe sempre mancato all'appello. Draco abbassò la guardia, tornando a guardare i due puntini sulla Mappa che indicavano la posizione dei suoi genitori. Era chiaro che dopo la sua fuga da Villa Malfoy, Voldemort li aveva voluti punire, o forse era stata la stessa Bellatrix a tradirli. Sentì l'antica rabbia tornare a galla: avrebbe fatto irruzione ad Hogwarts, con o senza Harry Potter.
 
Studiarono la Mappa in silenzio per diversi minuti, tutti e quattro accomodati sul divano, Harry e Ginny da una parte a tenersi per mano, lei con la testa sulla spalla di lui. Hermione e Draco dal lato opposto del sofà. Gli unici nomi riportati sulla Mappa erano quelli dei prigionieri, dei Mangiamorte che apparivano e sparivano a piacimento, di Tom Riddle. I Dissennatori erano evidenziati come punti privi di nome e sembravano aleggiare nell'aria tutt'intorno. La prima ad interrompere la meditazione fu Hermione, probabilmente era stata anche l'unica a continuare ad architettare un piano decente:
«Harry, hai detto che i passaggi segreti sono stati tutti chiusi»
«Si, è così» improvvisamente si ridestarono dal torpore
«Però i Mangiamorte riescono a Smaterializzarsi, ciò significa che non ci sono difese»
«A quanto pare» annuì Harry
«Hai ancora il Mantello dell'Invisibilità?»
«Ovviamente»
«Credo di avere un'idea» sorrise Hermione.
  
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