Quasi tutta la verità
Aveva perso la sua copertura, ma ci aveva guadagnato un bel drago. L'Ungaro Spinato, infatti, non era stato rimandato indietro insieme agli altri, ma era rimasto a Hogwarts sotto le cure amorevoli di Hagrid. Inutili furono le proteste di molti insegnati e dei presidi delle altre due scuole, per non parlare poi di quelle di un certo Lucius Malfoy, tutte liquidate, comunque, da Silente. Alexandra, però, non riusciva più a vivere all'interno delle mura del castello, ormai. Aveva gli sguardi di tutta la scuola puntati contro; probabilmente la consideravano un mostro, e come poteva dar loro torto? Sospirò, mentre da sola percorreva la strada verso la piccola radura dove si allenava con la spada; tanto, ormai, non le serviva più nascondere chi realmente era. Appena arrivata, sguainò la lama e gettò il fodero a terra. Fece movimenti lenti e fluidi, ripetendo un rituale che seguiva da tempo immemore, beandosi di quel silenzio.
"Insegneresti anche a me?" le chiese una voce familiare.
La Grifondoro si sorprese nel vedere Harry a pochi passi da lei.
"Che ci fai qui?"
"Nulla, ero solo preoccupato per te."
"Pensavo che..."
" Credo che tu abbia avuto le tue ragioni per mentire."
"Non puoi nemmeno immaginarle."
"Allora, mi insegni?"
"Va bene, però ci serve un'altra spada."
"Nessun problema, il castello ne è pieno" disse sorridendo Harry, tirando fuori da sotto il mantello una lama.
"Bene, allora iniziamo!"
Hermione era chiusa in biblioteca da ore e aveva convinto Ron ad andare con lei, ma quest'ultimo si era addormentato su un tomo grande il doppio di lui.
"Eureka!" esclamò improvvisamente la Grifondoro.
Ron sobbalzò sulla sedia.
"Per la barba di Merlino, che succede? Mi hai fatto prendere un colpo!"
"Ho risolto il mio dubbio, e se non ti fossi addormentato avrei fatto anche prima!"
"Non puoi pretendere che uno come me non si addormenti in una biblioteca."
"Tu, in genere, ti addormenti su qualunque tipo di libro."
"Appunto, quindi figurati dentro una biblioteca."
"Sei un caso disperato..." sospirò Hermione.
"Da quanto sai combattere?"
"Avevo sei anni, quando ho iniziato. La stai di nuovo tenendo male" rispose Alexandra, per poi avvicinarsi a Harry e risistemare la posizione delle mani di quest'ultimo sull'elsa della spada.
"Devi tenerla così, o rischi che il tuo avversario te la tolga al primo colpo."
" È stata tua madre ad insegnarti a tirar di spada?"
"Sì, e non solo, ma non voglio parlarne."
"Come posso aiutarti, se tu non mi spieghi che ci fai qui, e non mi dici chi sei realmente?"
"Io non voglio l'aiuto di nessuno!"
"Lara..."
"Non chiamarmi così!"
"E come dovrei chiamarti?!"
"Alexandra, questo è il mio vero nome!"
"Io voglio solo aiutarti... Quando vorrai dirmi la verità, sai dove trovarmi" disse Harry, abbandonando la spada a terra per poi andarsene.
"Mia figlia è qui da più di un mese e io vengo a saperlo solo ora?!" gridò Sirius Black.
"Ho potuto avvisarti solo ora, lo sai che non posso correre rischi" rispose pacatamente Silente.
"Com'è? Come sta? Sa di me?"
"Assomiglia molto a sua madre, sta bene e non gli ho ancora parlato di te."
"Immaginavo che assomigliasse tutta a sua madre!"
"Il problema, però, Sirius, è proprio sua madre."
"Con tutto il rispetto, non credo a una sola parola di quello che mi avete detto: Jadis non farebbe mai una cosa del genere, ci deve essere qualcosa sotto."
"Lo penso anch'io, ma nemmeno Aslan sa di cosa si tratti."
"La potrò vedere?"
"Si, ma prima dovesti spiegare la faccenda anche a Harry."
"Lo farò."
Aveva rinfoderato la spada poco dopo che il ragazzo se ne era andato. Lo aveva trattato davvero male e se ne sentiva profondamente in colpa: Harry era l'unica persona dentro quelle mura che potesse davvero capire a fondo la sua storia. Prese la lama che il ragazzo aveva buttato a terra e si avviò verso il dormitorio, sperando di trovare il Prescelto lì. Percorse i vari corridoi fino ad arrivare davanti al quadro della Signora Grassa.
"Parola d'ordine?"
"Guazzabuglio."
La donna annuì e le diede il permesso di entrare nella sala comune. Harry era lì, seduto sul divano di fronte al camino.
"Possiamo parlare?" chiese la Grifondoro.
"Uhm... Sì, certo" rispose il ragazzo, colto alla sprovvista.
"Volevo chiederti scusa. È solo che... insomma... non sono abituata a ricevere aiuto."
"Me ne sono reso conto."
"Vuoi ancora sapere la mia storia?"
"Certo, io la mia te l'ho già raccontata."
"Allora, prima, devi guardare questo" rispose la ragazza, tirando fuori dalla tasca il pezzo di pergamena uscito dal Calice di Fuoco quella dannata sera. Harry lesse attentamente il nome scritto sopra a quel foglio ingiallito.
"Sei una Black!" esclamò incredulo.
"A quanto pare si, ma non so chi sia mio padre."
"Io un Black lo conosco."
"Davvero?"
"Sì, il mio padrino Sirius."
"Magari potrà aiutarmi. Mia madre non ha mai voluto raccontarmi di mio padre."
"Mi dispiace..."
"No, non devi; in fondo, da lei non potrò mai aspettarmi nulla di buono."
"È così terribile tua madre?"
"Nel posto dal quale provengo la chiamano La Strega Bianca, ma non è un soprannome di bontà. Lei possiede poteri enormi, soprattutto legati al gelo, grazie ai quali ha assoggettato al suo volere un'intera terra: Narnia, la mia unica casa. Ho avuto una vita difficile, non ho mai visto la primavera da quando sono al mondo, e all'età di sei anni è iniziato il vero inferno. Ero un burattino nelle sue mani, e ogni volta che mi ribellavo finivo nelle celle del palazzo da lei costruito. Sono riuscita a scappare, ma senza l'aiuto di Aslan probabilmente non ce l'avrei mai fatta, e mia madre, in tutta risposta, ha dato l'ordine a Voldemort di uccidermi. Ecco perché non ho detto la verità a nessuno."
"Quindi le voci sul ritorno del Signore Oscuro sono vere? E Aslan chi è?"
"Ahimè, sì. Aslan è il Grande Leone, il vero e unico sovrano di Narnia e colui che l'ha creata."
"Capisco, ma io posso aiutarti: conosco molto bene Voldemort."
"Lo so, Harry, ma non voglio metterti in mezzo..."
"Io in mezzo ci sono comunque. Credimi, Voldemort, una volta completata la missione, verrà a prendere la mia testa."
"Be', ora sai tutta la verità, e se vorrai aiutarmi ne sarò più che lieta."
Il ragazzo le sorrise. "Vedrai, vinceremo noi questa battaglia".
Note dell'Autrice:
Salve a tutti! Questa settimana riesco ad aggiornare prima del previsto e penso che per mercoledì il prossimo capitolo sarà online, ma non vi assicuro nulla. Come avrete letto abbiamo un Sirius Black infuriato e incredulo su quanto raccontatogli da Silente e Alexandra be'...lei si sfoga come può. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Un bacio e alla prossima <3