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Autore: Jadis_    20/05/2017    1 recensioni
Due mondi stanno per incontrarsi: l'arrivo di una ragazza tra le mura di Hogwarts scombussolerà tutto il mondo magico.
Dal testo:
"La tempesta si stava calmando, permettendole di vedere meglio il sentiero, ma allo stesso tempo condannandola allo scoperto. Il cavallo cedette di schianto, facendola volare dalla sella, e mandandola con la faccia nella neve gelida: si era rotto una zampa. "Maledizione!" urlò, battendo i pugni per terra. Si rimise in piedi e si scrollò di dosso la neve, ma ormai parte dei vestiti era bagnata. "
Crossover tra "Le Cronache di Narnia " e "Harry Potter"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Doppiogioco
 


Voldemort si trovava in un luogo imprecisato nei pressi delle campagne inglesi. Odiava quegli incontri così segreti, ma era di vitale importanza riferire ciò che aveva scoperto a quella donna. Attese paziente per più di mezz'ora.

"Madre e figlia hanno qualcosa in comune: la puntualità inesistente" pensò, seduto su di una vecchia panchina a cui mancavano delle assi; la sua pazienza stava per esaurirsi.

"Perdona il ritardo, ma tenere a bada quella ficcanaso di Anna è un'impresa ardua persino per me. Cosa c'è di così urgente?" disse una voce a qualche passo da lui. 

Il Signore Oscuro osservò la donna apparsa quasi dal nulla: era vestita di bianco, i capelli biondo platino accuratamente legati in uno chignon, due iridi azzurre che lo fissavano con sufficienza e, al collo, un ciondolo a forma di cristallo di neve. 

"Quello che sto per dirti non credo ti piacerà."

"Vieni al sodo."

"Ha una figlia."

"Jadis? Stai scherzando?!"

"No, tua figlia ha un erede, e ti assicuro che per entrambi è un bel problema: ha il dono di sua madre."

"Questo complica le cose. Dov'è questa ragazzina?"

"In un posto dove né tu né io possiamo mettere piede."

"Hogwarts... Trova il modo di portarla da me, altrimenti non manterrò la mia promessa!"

"Ho comunque quella di tua figlia."

"Non ti fidar troppo di Jadis: le persone non cambiano così repentinamente" disse la donna, prima di sparire in una coltre di fumo bianco.
 

 

Erano le due di notte, e Alexandra stava per entrare in un luogo a cui solo determinati studenti potevano accedere. Percorse il lungo corridoio buio del quinto piano, badando bene a non far alcun rumore e muovendosi lentamente nell'ombra, con l'unica luce della luna a farle da guida. Aveva un misto di tensione e adrenalina in corpo, come la notte in cui era riuscita a scappare dal castello di sua madre. Un rumore di passi attirò la sua attenzione: qualcuno si stava avvicinando. Vide una luce in lontananza e rimase in silenzio ad ascoltare i rumori. Passi decisi e lunghi, il respiro leggermente affannato, lo strusciare di qualcosa a terra, probabilmente una veste... "Piton!" esclamò mentalmente, e si appiattì ancora di più contro l'angolo del muro, mentre l'uovo era accuratamente posato sotto il piccolo tavolino a qualche passo da lei. L'attesa era snervante, tra il respiro bloccato, il cuore a mille e il rumore dei passi sempre più vicini. Il professore passò senza accorgersi minimamente della sua presenza; Alexandra aspettò che fosse quasi del tutto scomparso alla sua vista prima di staccarsi dal muro e riprendere l'uovo in mano. Come indicatole da Cedric, trovò l'accesso al bagno alla quarta porta a sinistra dopo la statua di Boris il Basito. Deglutì, prima di pronunciar la parola d'ordine.

"Frescopino" disse a bassa voce, guardandosi le spalle: Piton sarebbe potuto ricomparire da un momento all'altro. 

La porta si aprì dolcemente senza emettere il minimo rumore, e Alexandra entrò. La Grifondoro rimase a bocca aperta: l'enorme stanza era illuminata dalla tenue luce di un enorme candeliere, mentre l'intero bagno, compresa l'enorme vasca al centro, era tutto in marmo bianco. Un centinaio di rubinetti d'oro erano ai bordi della piscina. Da essi sgorgavano diversi tipi di bagnoschiuma. Inoltre, all'estremità sud della vasca, vi era anche un trampolino. Tende di lino ricoprivano le finestre dalle quali si intravedeva leggermente la luna piena, mentre una pila di asciugamani era posta sopra una panca in legno addossata al muro. In tutto quello spazio c 'era un solo e unico quadro raffigurante una sirena dormiente.
La ragazza cominciò a spogliarsi, e poi lentamente si immerse nell'acqua calda di quella splendida vasca. Per un attimo dimenticò tutto: la sua vita, sua madre e il Torneo, ma la realtà venne presto a bussare alla sua mente. 
Prese l'uovo d'oro e si immerse con esso sott'acqua. Una volta aperto, quello che la prima volta non era stato altro che un grido disumano si era trasformato nel canto melodioso e incantatore delle sirene:

"Vieni dove noi cantiamo,
e cerca ciò che ti abbiamo
portato via: è un qualcosa a te caro.
Un'ora di tempo tu avrai
o quel che è tuo mai più rivedrai."


Ascoltò quelle parole più volte, ma il significato di quella canzone continuava a rimanere un enigma. Decise di asciugarsi e di andarsene, prima che potesse in qualche modo essere scoperta da qualcuno.
 

 

"Abbiamo un problema" esordì sua l'anziana donna.

Hilda, ancora inginocchiata, alzò la testa.

"Che tipo di problema?"

"Tua sorella ha una figlia."

"Cosa?!"

"Sì, Voldemort me lo ha appena riferito. Spero che almeno tu mi porti buone notizie."

"Purtroppo metà delle mie truppe è stata debellata..."

"Com'è potuto accadere?! Ti ho affidato i migliori uomini che avevo!"

Hilda riabbassò il capo.

"Madre mia sorella ci ha scovato e ha mandato il suo drago: Narnia è troppo ben protetta."

"Non m'interessa! Trova il modo per entrare, e se non avrò tua sorella ai miei piedi, sai cosa ti aspetta."

"Sì, madre."

"Ora va', prendi dei rinforzi e trova il modo di entrare in quella dannata terra!"
 

 

Aveva saltato la colazione, ma non le importava. Si alzò dal letto e guardò fuori dalla finestra la piatta calma del Lago Nero. Rimase immobile; poi, d'improvviso, si portò una mano in fronte. "Ma certo! 'Vieni dove noi cantiamo'... Che stupida che sono! Ci sarei dovuta arrivare subito!" esclamò; tanto a quell'ora non c'era nessuno che potesse sentirla, poiché il dormitorio era deserto. Si preparò velocemente e scese per il pranzo, sperando di trovare gli altri già nella Sala Grande.
Ron e Harry erano seduti al tavolo dei Grifondoro, ma di Hermione non vi era traccia.

"Salve, ragazzi!" disse, accomodandosi accanto al Prescelto. 

"Ciao! Allora, hai risolto il mistero dell'uovo?" le chiese subito il Grifondoro.

"Risolto!"

"E noi potremmo saperlo?" domandò Ron.

"Volevo aspettare Hermione, ma non fa niente, glielo riferirò dopo. A quanto pare, la seconda prova si svolgerà nel Lago Nero. Il messaggio dell'uovo diceva che le sirene mi hanno portato via qualcosa a me caro, e che dovrò riprenderlo entro un'ora, altrimenti rimarrà loro per sempre."

"E come farai a respirare un'ora sott'acqua?"

"Per quello, Harry, penso di avere già una probabile soluzione." 

Hermione entrò a passo spedito nella Sala Grande con un tomo enorme sotto braccio. Arrivò dai tre e buttò il mastodontico libro davanti alla Grifondoro, che la guardò perplessa.

"Ma dove cavolo eri finita?" le chiese Harry.

"Cercavo una lettura leggera, quando mi sono imbattuta in questo libro. Alexandra, aprilo a pagina 394."

"E quella tu la chiami lettura leggera?" disse ironico Ron.

"Io almeno non ho votacci" rispose a tono Hermione.

Alexandra aprì il libro alla pagina indicatale dall'amica e rimase di stucco:  vi era riportato l'albero genealogico della sua famiglia. 

"Vedo che non ne eri a conoscenza."

"Mia madre non mi ha mai detto di avere una sorella, e soprattutto mi ha sempre detto che sua madre era morta quando era nata lei, ma qui non c'è nessuna data di morte sotto la sua fotografia. Devo saperne di più" disse, alzandosi dal tavolo.

"Dove vai?" le domandò Harry.

"Ovvio, in biblioteca. Hermione, vieni con me?"

"Sì, certo!"

Le due ragazze uscirono dalla Sala Grande.

"Harry, ma non dovevi chiederle quella cosa?"

"Sì, ma... non ne ho avuto il coraggio..."
 
 
 
 
















Note dell'Autrice: 

Salve a tutti! Ahimé, non ho potuto aggiornare mercoledì, scusatemi. Allora non vi aspettavate un colpo di scena del genere, vero? Be' io amo stupirvi. Ho lasciato un piccolo indizio nel capitolo per farvi capire chi sia la nonna di Alexandra, per quanto riguarda la zia mi sono ispirata a un personaggio dei " Cavalieri dello Zodiaco" e infatti le ho dato anche lo stesso nome. Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)

Un bacio e alla prossima <3
   
 
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