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Autore: Crybaby    22/05/2017    1 recensioni
Introdursi sotto falsa identità in un orfanotrofio sito nel Paese dei Fiumi, per stanare e consegnare alla giustizia un pericoloso serial killer che vi ha trovato rifugio.
Insieme alle proprie insicurezze, rese ancora più opprimenti dalla recente scomparsa del maestro Asuma, saranno questi gli obiettivi della missione che Choji Akimichi si ritroverà costretto ad affrontare.
Una missione che, per lui, potrebbe essere l'ultima, e non soltanto nel caso in cui ci rimetta la vita...
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Choji Akimichi, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Choji's Last Chance

8.
 

Cinque a zero! Vittoria schiacciante!
...per la squadra avversaria. Decisamente, il calcetto due-contro-due non era il mio sport.
-Mi spiace, Nao- mugugnai -ho detto che conosco le regole, ma non ho detto che so anche giocare...
-Su, non demoralizzatevi! Rivincita!- esclamò Iwao battendo le mani -stavolta ci scambiamo i compagni, e chissà che il risultato non cambi! Choji, vieni da questa parte!
-D'accordo!
Andai nell'altra "metà campo", mentre l'amica di Iwao, Nana, si affiancava a Nao.
-E-ehi! Così non mi pare giusto!- protestò quest'ultimo -ti pare uno scontro alla pari questo, Iwao?
-Che hai da protestare? Ti da fastidio stare in coppia con lei?
-No, non è per questo! Insomma, non è ovvio? Guardatevi, tu e Choji siete... Siete...
Nao arrossì imbarazzatissimo, e prese a spostare lo sguardo da me a Iwao, come a voler cercare aiuto per trovare una parola rimastagli sulla punta della lingua.
-Forse ho capito cosa intende- dissi io per tirarlo fuori dall'imbarazzo, rivolgendomi a Iwao -noi due siamo robusti, mentre loro... No. Fisicamente, non sarebbe un confronto alla par...
Iwao mi cinse di colpo le spalle con un braccio e mi scosse vigorosamente.
-Ma è proprio questo il bello, Choji! Così hai la certezza di stare nella squadra vincente!
L'idea era allettante… ma non mi andava di vincere così spudoratamente alle spese del povero Nao. Purtroppo però dovevo farmene una ragione, avendo giurato a Isoka che non mi sarei messo nei guai. Così, un po' a disagio, annuii.
-D'accordo, Iwao. Mi hai convint...
-Perrrfetto! Siediti davanti alla nostra porta e non ti muovere!
Un'altra violenta pacca sulle spalle, e senza rendermene conto mi ritrovai sul pavimento e quasi incastrato col sedere fra le gambe del banco che fungeva da "porta", così che nessun tiro della squadra avversaria potesse andare a segno.
-Ma... è regolare?
-Certo, Choji! Ah, chi sta in porta può anche usare le mani per respingere la palla. Tre due uno... Via!
Potevi dirmelo anche prima, accidenti!
Quella partita fu se possibile ancora più ingiusta della precedente. Iwao era davvero in gamba a fronteggiare ben due avversari e fare centri, e con me a sbarrare la porta era praticamente impossibile che Nao o Nana potessero segnare. Eravamo sul punto di vincere la partita nel giro di un minuto, ma a differenza di Iwao non me la sentivo troppo di esultare: che senso ha stare nella squadra vincente se non si fa gioco di squadra?
Mi alzai in piedi, intenzionato a fare almeno un tiro in porta... ma purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) proprio in quel momento risuonò la campanella che annunciava l'ora di pranzo. Dimenticandosi della partita, facendosi largo Nao fu il primo a sgusciare fuori dall'aula, seguito da tutti gli altri.
-Quel piccoletto non è proprio capace di divertirsi- brontolò Iwao a voce alta, mentre si avviava -forse forse avrei dovuto lasciarlo uscire. Vabbé, meno male che almeno tu sei entrato nello spirito del gioco, Choji.
-Spero che Nao non ti sia diventato antipatico per questo. ...ops.
Mi tappai la bocca troppo tardi. Non ce l'avevo fatta a trattenermi.
Iwao si girò e mi lanciò uno sguardo indecifrabile... poi, però, sorrise e mi scosse una spalla come per rassicurarmi. Grazie al cielo, la mia frecciatina non lo aveva offeso!
-Ma no, lui e la sorellina sono tipi a posto, non mi danno fastidio- mi spiegò- ecco, trovo solo strano il fatto che da quando sono arrivati all'orfanotrofio non hanno mai provato a socializzare con nessuno.
-Davvero? Ma da quanto tempo sono qui?
-Beh, fammici pensare...
Iwao prese a contare con le dita, ma lasciò subito perdere.
-...non molto, comunque prima che arrivassi tu erano loro gli ultimi arrivati. Che ne dici se oggi pomeriggio giochiamo ancora? Ti farò stare in attacco!
-Davvero? Grazie!
-Perfetto! Ora sbrighiamoci o si raffredda tutto!
Anche Iwao uscì dall'aula.
Feci per seguirlo… ma, quando mi resi conto di cosa avevo appena fatto, tornai dentro e sbattei più volte la testa contro la lavagna.

Ma perché ho detto di sì? Perché? Potevo passare la giornata a proseguire l'indagine! Invece no, adesso sono costretto a trascorrere tutto il pomeriggio chiuso qui dentro per giocare a palla come un bambino! Dannazione a me!
Per la rabbia, mollai anche un calcio al pallone da basket.
Non l'avessi mai fatto.
Il pallone centrò in pieno una finestra, divelse il vetro e precipitò in cortile. Disperatamente, mi tuffai in avanti: quasi per miracolo, riuscii a riprendere la lastra di vetro con la punta delle dita e a riportarla dentro, incastrandola alla bell'e meglio nell’infisso.
Non se ne accorgerà nessuno... credo. Tornerò dopo a metterla a posto meglio!
Dopo essermi asciugato le gocce di pioggia e sudore dalla fronte lasciai l'aula e corsi di volata verso il pianterreno. Non avevo nemmeno raggiunto le scale, però, che mi ritrovai la strada sbarrata da Yori. In mano, teneva un bagnato pallone da basket.
-Tu muori proprio dalla voglia di sederti a tavola accanto a me, non è vero?

 

Durante tutta la durata del pranzo, non ci fu un solo istante in cui Yori non mi aveva staccato gli occhi di dosso.
-P-posso darti una mano, dopo?- le domandai con un filo di voce, a metà della quarta portata.
-A fare che?
-A sparecchiare, rimettere in ordine... Sai, per farmi perdonare...
-Hai quasi divelto una finestra a pallonate. L'unica cosa che puoi fare per farti perdonare è un bel niente!
Pestando i piedi a terra, Yori andò a suonare la campana.
-E adesso esci!
-Veramente, devo ancora finire di mang...
-Allora considera questo digiuno come una punizione. FUORI!
Senza alcuna fatica, Yori mi fece alzare in piedi sollevandomi per le ascelle e mi sbatté fuori dalla mensa.
-L'hai fatta proprio arrabbiare, eh?- mi disse Iwao passandomi davanti, giusto per affondare il coltello nella piaga  -tranquillo, con il torneo di calcetto di oggi passerà tutto! Tieniti in forma!
Alzai una mano per salutarlo, mentre lui e il resto della sua banda tornavano di sopra, ma quando furono spariti alla vista la chiusi a pugno e me la sbattei pesantemente sulla nuca.
Grandioso, davvero grandioso. In un colpo solo mi sono fatto invischiare nelle attività di Iwao e mi sono inimicato Yori ancora di più. ...ho bisogno di prendermi una pausa per riordinare le idee. Possibilmente, senza appisolarmi come ieri.
Così cercai un posto in cui potevo starmene da solo per un po', e lo trovai subito: i gradini dell'ingresso. Mi sedetti su quello più alto, l'unico su cui le gocce di pioggia cadevano solo parzialmente, appoggiai i gomiti sulle ginocchia e il mento sui pugni, ed alzai gli occhi al cielo chiudendomi in contemplazione.
Ora che ci penso, l'idea di dover giocare tutto il giorno con gli amici di Iwao non è così brutta. Stando a stretto contatto con loro potrò conoscerli meglio, e farmi un'idea migliore di chi fra di loro può o non può essere il killer che sto cercando. Non era forse questo il mio piano originale?
Sorrisi tra me e me.
Non sarà un pomeriggio tutto da buttare, allora! Mi sono arrabbiato per niente! Se solo ci avessi pensato prima...
Sospirai, abbassando lo sguardo sul bosco di fronte.
Mi sono ficcato proprio in un bel guaio con Yori. Se già era severa prima, adesso che le ho dato una ragione in più per tenermi d'occhio sarà impossibile proseguire l'indagine in santa pace! ...mh?
Uno strano rumore proveniente dal bosco mi svegliò dalle mie elucubrazioni. Era un rumore di passi metallici, e si stava facendo sempre più vicino.
Sta arrivando un cavallo?
Mi alzai e scrutai fra gli alberi. Non era un cavallo... Era un bue enorme, che tirava un altrettanto enorme carro alla guida del quale c'era un omone barbuto. L'uomo fermò il carro proprio davanti all'orfanotrofio, saltò giù dal dorso del suo animale ed emise un fischio: dopo pochi secondi, la Signorina Hiromi si affacciò al portone per salutarlo.
-Oh, grazie al cielo siete qui, puntuali come sempre! Con questo tempaccio ho temuto che vi perdeste! Vado a prendere i soldi!
Incuriosito, seguii la Signorina fin dentro l'atrio e la fermai prima che salisse di sopra.
-Mi scusi, chi è quell'uomo?
-Si tratta del nostro fornitore di fiducia! Viene ogni mese, allo stesso giorno e la stessa ora, a portarci tanti scatoloni pieni di cibo per sfamare tutti voi angioletti! Non sapremmo cosa fare senza di lui!
-Capisco...
Quell'ultima notizia, unita alla mia situazione attuale, mi diede un'idea per farmi riabilitare agli occhi di Yori.
-Signorina Hiromi, posso darle una mano a portare tutto dentro?
-Ma molto volentieri, caro! Sei gentilissimo! Aspettami qui, salgo a prendere i soldi per pagare e poi...
-E POI UN BEL CORNO!
Come una carica di bisonti Yori uscì dalla mensa e ci raggiunse, paonazza in volto.
Ma che razza di udito ha? , pensai, mentre mi nascondevo dietro alla Signorina Hiromi.
-Quello di scaricare la merce dal carro è sempre stato un compito mio, non accetto di essere sostituita dall'ultimo arrivato!
-Oh, ma il caro Choji non ha intenzione di sostituirti- cinguettò la Signorina Hiromi -vuole solo aiutare!
-Non mi serve l'aiuto di nessuno. men che meno il suo!...
-Cos'è questo baccano, Yori?
Tutti e tre alzammo la testa verso le scale, da cui stava scendendo la Signorina Azumi.
-Azumi cara- le spiegò la Signorina Hiromi -a Choji farebbe piacere rendersi utile, ma Yori non vuole dargliene la possibilità. Che decisione devo prendere?
-Nessuna, Hiromi. Lascia fare a me. Dunque Yori, per quale motivo saresti così ostile nei confronti dell'ultimo arrivato?
Yori prese un respiro profondo. Si mise una mano su un fianco, e l'altra me la puntò contro.
-Signorina Azumi, Choji ha...
D'istinto serrai gli occhi, convintissimo che Yori stesse per spiattellare i danni che avevo fatto.
-...Choji è incapace di capire che "no" significa "no". Se io non voglio che mi aiuti, lui non deve insistere.
Socchiusi un occhio. Avevo capito male io, oppure Yori aveva davvero mentito per coprirmi?
-Yori- disse la Signorina Azumi -comprendo le tue ragioni. Ma ti sei già dimenticata del nostro piccolo discorso di ieri? "In qualunque modo", avevo detto.
Yori si irrigidì di colpo, come se fosse appena caduta dalle nuvole. E adesso, che cosa le prendeva?
-In qualunque modo?... Ah, ma certo! Ho capito! Allora... Accetto volentieri il tuo aiuto, Choji! Aspetta solo un secondo!
Rivolgendo a tutti un sorriso tiratissimo, Yori corse a prendere un ombrello da uno sgabuzzino, tornò da me, mi prese per mano e mi accompagnò all'ingresso.
-L'ombrello lo tengo aperto io- disse a voce altissima -lascerò a te l'onore di prendere gli scatoloni dal carro e portarli dentro!
-Davvero? B-beh... ti ringrazio per la fiducia!
Uscimmo in cortile. Fu soltanto sotto la pioggia, lontano da orecchie indiscrete, che Yori gettò la maschera.
-Non è fiducia- aggiunse minacciosa -se romperai qualcosa, e sono certa che lo farai, la Signorina Azumi cambierà idea sul fatto che mi serva una mano. Ora, comincia pure senza di me, io devo chiedere una cosa al fornitore.
-D-d'accordo, ma io non ho un ombrello...
-Oh quante storie per due gocce!
Con uno spintone, Yori mi invitò a correre verso il carro. Mi fermai sul retro, ma, anche se la pioggia stava diventando sempre più fastidiosa, non entrai subito per ripararmi. La tentazione di origliare quello che Yori aveva da dire all'uomo era troppo forte.
-Ha portato quello che ho ordinato?- domandò lei.
-Come sempre, ma non ti assicuro che riuscirò ancora a procurarmene, coi tempi che corrono...
-No, non parlo di quella roba. Io intendo i prodotti per pulire...
Da quel punto in poi sia Yori che l'uomo abbassarono la voce, ma ormai avevo sentito abbastanza.
"Quella roba"? Forse sto saltando alle conclusioni troppo in fretta, ma Yori sta nascondendo qualcosa di serio. ...uh?
Salendo sul carro, che all'interno assomigliava ad uno sgabuzzino, notai una stranezza. C'erano delle impronte bagnate, e in un primo momento pensai che appartenessero al fornitore, ma quando la luce di un fulmine le illuminò mi resi conto che non una di quelle impronte usciva dal carro. Il che poteva significare una cosa sola.
Qui dentro c'è qualcuno.
Cautamente mi avvicinai agli scatoloni. Ne spostai qualcuno, e mi sporsi per guardare oltre. Avrei giurato di aver visto muoversi un'ombra, quando un sonoro colpo di tosse alle mie spalle mi fece sobbalzare.
-E allora, ti dai una mossa?- sbraitò Yori -una scatola vale l'altra per cominciare!
In quella, grazie a un secondo fulmine notai una specie di porta chiusa dall'altra parte delle casse. Forse il proprietario del carro era davvero passato di lì per lasciare quelle impronte sospette... Ma ormai non potevo più riguardarle per esserne certo, avendole cancellate io stesso camminandoci sopra.
Cominciammo così il lavoro. O meglio, solo io potevo dire di star lavorando. Mentre io ero concentrato nel trasportare le casse e gli scatoloni uno alla volta, Tutto quello che Yori doveva fare era coprirmi con l'ombrello e condurmi nel magazzino dove avrei dovuto scaricare la merce. Beh, perlomeno così ebbi l'occasione di entrare in un luogo che non avrei potuto visitare altrimenti. La cucina!
Era un locale molto ampio. Con ben quattro piani cottura -due addossati alla parete e due nel centro - mi ricordava quasi la cucina di un ristorante. Un'altra parete era interamente occupata dai lavabi e dall'altissima pila di stoviglie che Yori doveva ancora terminare di pulire, e quella visione mi fece deglutire. Se Yori doveva davvero accollarsi tutto quel lavoro ogni giorno, non me la sentivo proprio di invidiarla!
Infine, da una porta sul lato opposto a quella che conduceva alla mensa si accedeva alla cantina, dove tutte le deliziose cibarie con cui gli orfani venivano sfamati erano ordinate con cura su degli scaffali.
Portata dentro anche l'ultima cassa, in un moto di soddisfazione ed orgoglio mi schiaffai una mano sul petto ed esibii davanti a Yori un sorriso a trentadue denti.
-Ecco fatto! Ho scaricato tutta la merce, e senza aver rotto nemmeno il più piccolo barattolo! Sono stato bravo o no?
-Questo è ancora da vedere. Siediti lì e non fiatare.
E adesso che altro c'è?
Demoralizzato, mi sedetti sul bordo di un barilotto e attesi, girandomi i pollici, mentre Yori ricontrollava gli scatoloni uno per uno. Al termine dell'ispezione tornò da me, con una faccia tutt'altro che allegra.
-Diverse casse hanno il coperchio già aperto, e il cartone di altre scatole è strappato in alcuni punti. Apri la bocca.
-C-che cosa?!
-Apri la bocca e svuota le tasche, sono strasicura che tu abbia rubato qualcosa.
-C-cosa... No! Che stai dicendo? Come posso aver rubato qualcosa? E poi... Sei stata con me tutto il tempo...
-Tranne quando ti ho beccato a perdere tempo dentro al carro. Dunque, come spieghi le scatole aperte?
Mi morsi il labbro inferiore. Ero stato incastrato, e non avevo nulla per dimostrare la mia innocenza! L'unica cosa che potevo fare per salvarmi, in quel frangente, era mettermi sulla difensiva.
-N-non lo so, come spiegartelo! Ma questo non ti da il diritto di accusarmi!- esclamai alzando la voce -si può sapere perché ce l'hai così tanto con me?
-Per favore, evita di recitare la parte della vittima! Con me non attacca! E io me ne intendo di queste cose!
-In... In che senso, te ne intendi...
La porta della cantina si aprì, e fece capolino la Signorina Hiromi.
-C'è qualche problema, tesorini?
Scossi la testa e, con mio sollievo, lo fece anche Yori.
-Nessun problema, è tutto a posto. Ti ringrazio per l'aiuto, Choji. Puoi pure andare.
-D-di niente, è stato un piacere!
Feci per andarmene, ma, non appena la Signorina Hiromi si era girata dall'altra parte, Yori mi tirò a sé per la maglietta, per sibilarmi nelle orecchie un avvertimento.
-Se, all'esaurimento delle scorte, scoprirò che qualche ingrediente si è esaurito prima degli altri, allora avrò la prova che sei un ladro. Non hai scampo, Choji.

 

Uscii mestamente dalla mensa (per l'ennesima volta!) e mi misi le mani in tasca, per reprimere la tentazione di prendere a pugni qualcosa. Non solo non avevo migliorato per nulla il mio rapporto con Yori, ma per colpa di qualche misterioso ladro golosone adesso era addirittura peggiorato.
Emisi un respiro profondo, e mi calmai. Anche senza questo incidente, era difficile che le cose migliorassero. Se avevo capito bene, la Signorina Azumi aveva ordinato a Yori di tenermi d'occhio "in qualunque modo".
Tornai con la mente al giorno prima, per cercare di ricordare le esatte parole che si erano scambiate in cortile... ma ovviamente non ci riuscii: le due si erano allontanate per parlare in privato e io non ero riuscito a sentire una parola. Tutto quello che ricordavo erano alcune informazioni di scarsa importanza.
“-Tutto è sotto controllo. Tredici bambini si sono sporcati, ma ho provveduto a pulirli prima che le macchie diventassero secche. Anche oggi Rokuro ha preteso che lo seguissi per ascoltare una canzone che ha composto per me, ma non mi sono lasciata distrarre. Isoka continua a nascondersi chissà dove e si fa vedere solo durante i pasti. Non c’è altro da segnalare."

...un momento, forse non erano così poco importanti dopotutto!
E così, c'è qualcuno nell'orfanotrofio a cui lei stia simpatica al punto da dedicarle una canzone, nonostante il suo caratterino! Magari, costui ha delle informazioni che possono aiutarmi a conoscere meglio Yori, e soprattutto a capirla... Non ho idea di che faccia abbia questo Rokuro, però sono certo di dove posso trovarlo.

 

 

-LA PORTAAA!!!
Ricevetti le imprecazioni di quelli dell'aula di pittura (e modellismo) ed affrontai a testa bassa la potentissima corrente d'aria, ma alla fine riuscii ad entrare e chiudermi dentro l'aula di musica (e lettura). Il ragazzo che suonava la batteria aveva la stessa foga del giorno prima, se non di più.
-Ciao!- lo salutai, mettendo le mani intorno alla bocca per farmi sentire sopra quel fracasso -sto cercando un certo Rokuro! Per caso lo conosci...
-Sono io Rokuro! Qua la mano, amico!
Mettendosi una delle due bacchette fra i denti per non smettere di suonare, mi strinse la mano sinistra con tanto di quel vigore da farmi tremare il braccio. Lo guardai bene: doveva avere la mia età, ad occhio e croce; i suoi capelli, sparati in aria e mancanti in alcuni punti della testa, erano rossi come la larga maglietta che indossava; il suo viso era lungo, magro e scavato, ed era segnato per metà da una spaventosa bruciatura; anche di corporatura era alto e magro, anzi, scheletrico.
Nonostante il suo aspetto, però, Rokuro sprizzava energia da tutti i pori.
-Choji, giusto? Prendi una chitarra e fammi sentire qualcosa!
-Veramente, io non... D'accordo, ci provo!
Era così entusiasta che non me le sentii di contraddirlo. C'erano diverse chitarre ammucchiate per terra, ma trovai subito quella che si addiceva a me: color grigio metallico, aveva nella parte inferiore una spina per la corrente.
Se va ad elettricità, forse suona da sola. Proviamola!
Indossai la chitarra a tracolla e inserii la spina in una presa, ma non successe niente. Allora, pizzicai un po' le corde.
Un secondo più tardi, stavo pregando affinché l'udito non mi abbandonasse. Dalla chitarra era uscito un suono altissimo e mostruoso, che probabilmente avrebbe fatto da sottofondo ai miei incubi per i mesi a venire.
-YA-OOO! Questo sì che è un La!- gridò Rokuro, che al contrario di me era al settimo cielo -dai, non ti fermare! Ti accompagno con la batteria!
-Ehm... Aspetta un secondo, devo prepararmi!
Non avevo cuore di offenderlo chiedendogli se avesse dei tappi per le orecchie, ma allo stesso tempo non potevo rischiare di farmi esplodere la testa. Così, escogitai un trucco. Dopo essermi voltato dall'altra parte, mi strinsi il naso con due dita ed inspirai con forza, di modo che le mie orecchie venissero tappate dal risucchio dell'aria.
-Eggo, sono brondo!- dissi, praticamente in apnea.
-E allora diamoci dentro!
Non sentii una sola nota di quello che suonammo; più che una lezione di musica, quella tra me e Rokuro sembrava più una gara a chi torturasse peggio il proprio strumento. A furia di sfregare le corde della chitarra le mie dita erano sul punto di prendere fuoco, e come se non bastasse la mia brillante idea di trattenere il fiato mi si stava ritorcendo contro.
Mi sento mancare... No! Non posso arrendermi subito! Devo resistere! Devo... Devo...
Collassai sul pavimento, buttando fuori tutta l'aria che avevo trattenuto. Ero certo di essere diventato paonazzo.
-Piano, Choji, piano!- mi incoraggiò Rokuro, chinandosi al mio capezzale per tirarmi su -devi essere tu a suonare lo strumento, non il contrario!
-Me lo... ricorderò... la prossima volta...
-La prossima volta? Quindi tornerai ancora? YA-OOOO! Hai sentito, Supaida? Finalmente è arrivato qualcuno a cui piace la musica! Possiamo diventare un trio!
Rokuro si girò, per guardare un punto imprecisato della parete.
-Musone come al solito! Ma ti conosco, lo so che sotto sotto anche tu sei contento!
Strabuzzai gli occhi e mi sturai un orecchio con un dito, per essere sicuro di aver sentito bene.
-Con... Con chi stai parlando, Rokuro?
-Ah, giusto, non te l'ho presentato! Questo è Supaida, il mio vocalist!
Pensando che si trattasse di un qualche suo amico immaginario, agitai una mano per salutare il muro.
-Piacere di conoscerti, Sup...
-Choji, dove guardi? Supaida è lassù!
Rokuro mi indicò un angolo vicino al soffitto. Continuai a pensare che non ci fosse nessuno finché, aguzzando meglio la vista, non vidi una creaturina immobile con un corpo nero microscopico e otto lunghissime zampe.
-Supaida... sarebbe un ragno?
-Non è un ragno, lui è IL ragno! Il migliore del mondo! Lui è l'unico, in tutto l'orfanotrofio, che non scappa o si copre le orecchie quando mi metto a suonare! In fatto di musica io e lui abbiamo gli stessi gusti!
Notai come gli occhi di Rokuro brillassero, mentre ne parlava. Non l'aveva detto esplicitamente, ma era ovvio che considerasse quel ragnetto come il suo migliore amico... se non il suo unico. Il pensiero mi fece salire un groppo alla gola.
-Hai detto che Supaida è il tuo... "vocalist"?
-Esatto! Non posso dirti com'è la sua voce perché è così piccolo che non la sento nemmeno io che ho l'orecchio fino, ma sono certo che canta molto bene! E molto presto potrà anche esibirsi, non appena lei accetterà di ascoltare la canzone che ho composto...
Rokuro sospirò rumorosamente. Il sospiro di un innamorato, senza dubbio.
-Lei, chi?- domandai, nonostante sapessi già la risposta.
-Yori, la fata che mi ha rubato il cuore da quando la Signorina Azumi l'ha portata qui! Leggi, questa è la canzone che ho scritto per lei!
Da un po' tutte le tasche dei suoi pantaloni, Rokuro tirò fuori e mi passò un mucchio di foglietti piegati in quattro, su cui aveva scritto, cancellato e riscritto un sacco di versi.
-Wow, che lavoro... La ami davvero?
-Di più, la adoro!
Sorrisi tra me e me. Finalmente era arrivata l'occasione che stavo aspettando, non potevo farmela scappare per nessuna ragione al mondo.
-Dimmi, Rokuro... Che tipo è Yori? Cos'è esattamente che ti ha fatto innamor...
-A-AH! Ecco dove t'eri cacciato, Choji!
Mapporc...
Iwao era appena entrato senza nemmeno bussare.
-Di là siamo pronti per dare inizio al torneo, manchi solo tu! Te ne sei dimenticato?
Pazienza, devo avere pazienza...  -No no, niente affatto! Ho solo perso la cognizione del tempo! Adesso arrivo!
Iwao uscì com'era entrato. Se non fosse stata un'ipotesi sciocca, avrei giurato che avesse fatto apposta ad interrompermi! Mi girai verso Rokuro, facendo spallucce.
-Mi dispiace, purtroppo gliel'avevo promesso. Continueremo a parlare un'altra vol...
In quella, mi venne un'idea fulminea.
-...senti, posso prendere in prestito la canzone? Per... per vedere se posso sistemare le parole e correggere gli errori, se ce ne sono.
-Sarebbe grandioso! Prendila pure, te la affido!
Però, è stato facile...  -Grazie, Rokuro! Ne avrò la massima cura!
Così, me ne andai anch'io. Ero con un piede fuori dalla porta, quando qualcosa mi convinse a fermarmi per un altro secondo o due.
-Rokuro, senti... Noi stiamo per fare una specie di torneo di calcetto... Vieni anche tu?
-Naa, non mi è mai piaciuto lo sport. A me e Supaida piace starcene qui tranquilli.
-Piacerebbe anche a me, ma ho promesso di andare... Comunque, mi ha fatto piacere suonare con te. Sei molto simpatico!
-... g-grazie! Anche tu lo sei! Divertiti, mi raccomando!
Salutai, sorrisi e salutai ancora, richiusi la porta alle mie spalle e mi avviai inesorabilmente verso l'aula della palestra.
Divertirmi... era quello che mi auguravo anch’io.

 

 

...la volete sapere una cosa buffa? Tutto sommato, finii per divertirmi davvero. Certo, a giocare a pallone ero sempre una schiappa e le volte in cui ci scivolavo sopra erano il triplo di quelle in cui riuscivo a calciarlo, ma facendo buon viso a cattivo gioco e ridendo alle mie stesse figuracce -un’impresa a cui non ero abituato- ero riuscito pian piano ad integrarmi. Nelle pause tra una mini-partita e l'altra, ebbi modo di rompere il ghiaccio con un po' tutti i componenti del gruppo. Li trovai molto simpatici, ma il più simpatico di tutti alla fine si rivelò essere proprio lo stesso Iwao.: nel dirigere i turni del torneo di calcetto, annunciare i vincitori e incoraggiare i perdenti era un vero mattatore; dal modo in cui gli altri ragazzi lo richiamavano per farsi dare un cinque era evidente che fosse davvero benvoluto; ed io, sotto sotto, stavo cominciando ad abituarmi alle sue vigorose pacche sulle spalle.
La cena, poi, fu ad un livello totalmente diverso rispetto al giorno prima. A tavola Iwao mi aveva fatto sedere tra lui e Nana, quindi ben lontano dal bordo pericolante della panca, e tra una cucchiaiata di zuppa di pesce e una risata la serata trascorse in completa allegria.
Stavo quasi per chiedermi se qualcuno non avesse preso il posto di Iwao di nascosto, per trasformarlo in una persona così diversa dal bullo che mi era sembrato...
Ma poi capii. Nessuno, quel giorno, aveva fatto menzione di Isoka, l'unico argomento capace di far davvero arrabbiare Iwao. Ecco perché lui e i suoi amici erano sempre stati tranquilli e spensierati.
Già, Isoka. Era da quella mattina che non l’avevo più incrociato. Mentre Yori ci serviva il digestivo, con la coda dell'occhio lo vidi seduto nel suo angolo, solo e chiuso in sé stesso come sempre, e non potei fare a meno di sentirmi leggermente da schifo. Nonostante fosse stato lui stesso a farmi promettere di tenere nascosta la nostra amicizia, mi costava molta fatica riuscire a sopportare la sua condizione. Dovevo essere seduto al suo fianco a tirargli su il morale, non a ridere e scherzare in compagnia del suo peggior nemico!
Più tardi, quando ci ritrovammo tutti in fila davanti ai bagni per lavarci i denti, mi arrischiai a salutarlo con un cenno silenzioso, perlomeno per dargli una specie di buonanotte. Nessuno mi notò, per fortuna.
Io, invece, notai che dalla vita in giù Isoka era completamente bagnato fradicio. Dovevo saperne di più, e subito.
Siccome Isoka era l'ultimo della fila, con la scusa che "la natura mi stesse chiamando" mi chiusi in uno dei cubicoli, e ne uscii quando Isoka fu rimasto solo per parlarci. Quando mi vide comparire, guardando nello specchio sopra il lavandino, fece un mezzo salto per lo spavento.
-Sono soltanto io, tranquillo- gli dissi, inginocchiandomi accanto a lui e posandogli una mano sulla schiena -volevo chiederti... Cosa ti è successo?
Isoka mi fissò in modo strano. Sputò il dentifricio nel lavandino, si risciacquò la bocca, si pulì per bene, e finalmente mi rispose.
-Dopo merenda, siccome aveva finito di piovere sono tornato nel nascondiglio. Era stracolmo d’acqua. Ti sei scordato di chiudere la botola, Choji.
Il mio cuore perse un battito. Quella botola l’avevo chiusa, era la prima cosa che mi ero preoccupato di fare! Se Isoka l’aveva trovata aperta, ciò poteva significare... che qualcun altro aveva scoperto il suo nascondiglio!
Per non metterlo nel panico, decisi di addossarmi la colpa.
-Io... Io non ho parole per scusarmi. Ieri ti faccio digiunare a pranzo, e oggi ti privo del rifugio che hai costruito con tanta fatica... Sono un pessimo amico, mi dispiace!
-Ehi, Choji? È tutto a posto- mi rassicurò lui, con un abbraccio –non ce l’ho con te, perché so che non l’hai fatto apposta. E poi... forse è meglio così.
-C-che vuoi dire?
-Ora che ho trovato qualcuno che mi faccia compagnia, forse è arrivato il momento di lasciar perdere quella buca così stretta e scavarne un’altra un po’ più grande che ci contenga tutti e due. Che ne pensi?
-Io... Grazie, Isoka. Non mi merito di essere perdonato dopo il disastro che ho fatto, ma... Grazie.
-Non pensarci più, dai. Buonanotte, Choji.
-B-buonanotte.
Isoka uscì dal bagno, e io potei tirare un sospiro di sollievo. Chissà per quanto tempo ancora, però, sarei potuto stare tranquillo. Prima il carro del cibo, e ora il nascondiglio di Isoka... Non potevo dire che i due fatti fossero collegati, ma di una cosa ero certo. Qualcuno che viveva nell’orfanotrofio stava seguendo le mie mosse di nascosto. E se quel qualcuno era il Mascheratore... allora dovevo stare molto attento.

 

Uscii dal bagno un minuto dopo Isoka ed entrai nel dormitorio. Quasi tutti, come la sera prima, erano già andati nel mondo dei sogni. Indossai il pigiama, e mi lasciai cadere a peso morto sul letto. Avevo appena appoggiato la testa al cuscino...
...che il rumore di un foglio schiacciato mi fece rizzare in piedi come se fossi stato colpito da una scossa.
Il rapporto!
Senza perdere altro tempo mi tuffai sotto le coperte, accesi la torcia, presi in mano la penna e iniziai a scrivere. Come prima cosa tirai una riga sul titolo, sostituendo "primo giorno della missione" con "secondo".
Bene, e adesso? Ora che ci penso, non è che abbia fatto veri e propri passi da giganti con l'indagine. Che cosa ho scoperto, oggi, di veramente utile?
Rivisitai con il pensiero tutta la giornata. I sospetti sul misterioso individuo che mi aveva seguito erano solo sospetti, mi serviva qualcosa di concreto!
...e ce l’avevo, in effetti. Un'informazione che avevo ottenuto quel giorno mi era rimasta impressa più di altre, ed era stato Iwao a fornirmela.
“-...non molto, comunque prima che arrivassi tu erano loro gli ultimi arrivati.”
E così, Nao e Naoki erano gli ultimi ad aver trovato casa nell'orfanotrofio. Mi restava solo da scoprire esattamente quando.
Allungai un braccio verso il letto accanto al mio e picchiettai alla cieca. Dopo poco, sentii una specie di grugnito irritato.
-Scusami, Nao- bisbigliai -sei sveglio?
-...adesso sì. Che c'è, Choji?
-Ecco, volevo chiederti scusa per quello che è successo stamattina...
-Scusa per cosa? Si è trattato solo di un gioco, non è il caso di farne una tragedia.
-Lo so, però ti ho visto a disagio...
-Ripeto: non farne una tragedia. Non ero dell'umore giusto per giocare, tutto qua. Ho sentito che tu invece ti sei divertito nel pomeriggio.
-Oh, sì! Non ho segnato nemmeno un gol e stavo quasi per farne uno nella mia stessa porta, ma me la sono spassata. Certo, immagino che giocare in palestra sia anche meglio... Dimmi, è tanto grande?
-La palestra, dici? Non...
Ci fu una pausa.
-...non molto, a occhio e croce penso sia grande quanto la mensa. Ma per giocare a calcetto è l'ideale, anche perché ci sono delle porte vere... Adesso scusami, ma sto proprio crollando dal sonno. Notte, Choji.
-Buonanotte, Nao.
Tornai sotto il cuscino e riaccesi la torcia. E così Nao e Naoki erano giunti all'orfanotrofio prima che la palestra venisse sigillata. Se fossero arrivati dopo infatti, Nao non avrebbe saputo dirmi com'era fatta.
Questo non bastava per far di uno dei due il principale indiziato, ma era comunque un piccolo passo in avanti nell'indagine.
Perfetto, ora posso davvero procedere con il rapporto. "Ancora nessuna traccia del Mascheratore, ma ho avuto modo di conoscere meglio gli orfani che..."

  
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