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Autore: giovannicane05    27/05/2017    0 recensioni
John Mullet ha perso la memoria, ma un suo vecchio diario gli rivelerà tutto.
Il protagonista va a scuola con Harry Potter è avrà un ruolo cruciale nella morte di Voldemort, ma lo terrà segreto.
Dal testo "ti chiami John Mullet, sei nato il 20 giugno 1980; e sei un mago"
Ispirato a Harry Potter di JK Rowling e a Memorarum di Caleel
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 3

 

Diagon Alley

 

 

Quella mattina la sveglia suonò come sempre alle sette, io mi alzai, pregustando il sapore della giornata che mi attendeva.

Indossai una comune veste da mago viola e un cappello a punta in tinta unita; dopodiché presi il foglio con il necessario per la scuola (ricevuto il giorno prima) e lo infilai in uno zaino (che una volta ritirati avrei usato per trasportare i soldi).

Scesi in cucina a fare colazione; quando avevo quasi finito mio padre mi disse:

- Dove vai di bello oggi? -
- A Diagon Alley a comprare il necessario per la scuola, ti stavo per cercare, ho bisogno dell’autorizzazione per entrare alla Gringott - risposi io

Lui sorrise; prese una pergamena e scrisse:

Io, Tom Mullet autorizzo mio figlio, 

John Mullet a entrare nella mia camera

blindata alla Gringott (13) senza la chiave.

Tom Mullet

 

- Grazie papà

Alle 10:28 mia madre mi accompagnò in salotto, prese la sua bacchetta, la puntò contro il focolare vuoto e mormorò:                                                                                                                         - Incendio -  subito nel focolare apparve un fuoco scoppiettante; mi salutò e tornò in cucina, io aprii un barattolo che si trovava sulla credenza, presi una manciata di polvere volante, la gettai nel fuoco, che divenne all’istante color smeraldo; entrai nelle fiamme e urlai:

- Paiolo Magico! - 

Chiusi gli occhi, ci fu un risucchio e poco dopo caddi a testa in giù sul pavimento di uno squallido bar; ebbi appena il tempo di spostarmi quando nel camino riapparvero le fiamme verde smeraldo, poco dopo cadde a carponi sul pavimento il mio amico Conan.

- Fatto buon viaggio? - mi chiese
- Come al solito; la Metropolvere è veloce, ma non comoda - gli risposi
- Al ritorno, visto che abbiamo i bagagli, prendiamo il Nottetempo? -
- Va bene -

Dopo questa breve discussione andammo da Tom il barista e io gli dissi che, non avendo bacchette, avevamo bisogno del suo aiuto per accedere a Diagon Alley; lui ci accompagnò nel cortile sul retro, picchiettò con la bacchetta su un certo mattone e all’istante apparve un piccolo buco, che poi diventò enorme, varcammo la soglia ed entrammo a Diagon Alley.

- Per prima cosa la Gringott - dissi a Conan
- Eh già, non andiamo da nessuna parte senza oro - mi rispose.

Arrivammo davanti alla Gringott; un edificio di marmo bianco, due folletti stavano a lato di un portale di bronzo; al nostro passaggio si inchinarono e ci lasciarono passare, ci ritrovammo davanti a un’altra porta, questa volta d’argento. Entrammo in un salone di marmo, in cui un centinaio di folletti erano occupati in diverse faccende come pesare oro e gioielli, cambiare i soldi e accompagnare i visitatori alle camere blindate.

Ci avvicinammo al bancone e io chiesi a un folletto libero (che si chiamava Bongi) di visitare le nostre camere blindate, lui ci guidò verso una porta e la tenne aperta, la oltrepassammo e sbucammo su un corridoio di pietra, Bongi fischiò e un carrello arrivo sferragliando. Salimmo a bordo e partimmo; attraversammo laghi, corridoi e scendemmo in profondità, chilometri sotto Londra; poi cominciammo a rallentare..e ci fermammo; Bongi scese e disse:

- Camera blindata 956, Octopus; prendere la lanterna e passarmi la chiave o autorizzazione -

Conan prese la lanterna e la accese, poi infilò la mano in tasca, estrasse una busta e la diede a Bongi. Il folletto la aprì, la approvò, allungo un dito e toccò la serratura, dopodiché si ritrasse e la ridiede a Conan; la porta si aprì cigolando, rivelando cumuli d’oro, mucchi d’argento e gruppetti di bronzo; Conan ne prese un po’ e li infilò nella sua borsa; risalimmo sul carrello e scendemmo ancora più in profondità, per poi fermarci.

- Camera blindata 13, Mullet; prendere la lanterna e passarmi la chiave o autorizzazione -

Io presi la lanterna e la accesi, poi infilai la mano nello zaino, presi la mia autorizzazione e la diedi a Bongi. Il folletto la aprì, la approvò, allungo un dito e toccò la serratura, dopodiché si ritrasse e me la ridiede; la porta si aprì cigolando, rivelando gioielli, spade, armature e coppe forgiate dai folletti, diamanti, smeraldi, rubini, montagne d’oro, cumuli d’argento e mucchi di bronzo; quando ebbi riempito lo zaino di soldi, risalimmo sul carrello e ci ritrovammo di nuovo nell’atrio di marmo.

- Da dove cominciamo? - mi chiese Conan
- Andiamo a prendere i bauli e le borse. - gli dissi
- Va bene, ma quando abbiamo finito prendiamo un salottino al Paiolo Magico. -
- Perché?
- Quando avremmo finito sarà ora di pranzo, mangiamo lì e poi torniamo a casa. -
- Giusto, facciamo già anche i bauli, così è già tutto pronto per il 1º Settembre.
- Allora dovremmo fare un po’ di avanti e indietro, dov’è l’ufficio postale? Dobbiamo riservare il salotto.
- Laggiù, allora come seconda cosa dovremmo comprare le bacchette; il barista non ha tempo per aprirci e chiuderci il passaggio segreto tutte le volte - gli ricordai
- Ok - acconsentì lui

Ci ritrovammo davanti alla sede delle “Poste magiche internazionali”, entrammo e io pagai 5 zellini per una “consegna da lettera leggera distanza massima un isolato”. Il cassiere mi porse un gufino a cui io legai una nota scritta li per lì, che inviai a Tom del Paiolo Magico per riservare il salottino

Fatto ciò, comprammo bauli e borse; dopodiché ci incamminammo verso un negozio angusto e sporco. Un’insegna sopra la porta diceva: Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C. 

Entrammo, e io mi sedetti su una sedia posta in un angolo; un uomo anziano con occhi grandi e scoloriti si avvicinò e disse:

- Buongiorno
- Buongiorno - rispose Conan
- Buongiorno - dissi io
- Posso indovinare? - disse Olivander - John Mullet e Conan Octopus? -
- Esatto - dissi io
- Assomigliate ai vostri genitori. Chi comincia? - chiese tirando fuori dalla tasca un lungo metro a nastro con le tacche d’argento
- Inizio io - disse Conan
- Qual è il braccio con cui usa la bacchetta? - chiese
- Il sinistro - rispose Conan.

Il metro iniziò a misurare ogni parte di Conan autonomamente; Olivander roteò in mezzo alla miriade di scaffali e ogni volta che il metro misurava qualche parte di Conan estraeva una scatola.

- Può bastare - disse e il metro si affloscio a terra

Prese una delle scatole impolverate che aveva messo sulla scrivania e la aprì: - Dodici pollici, faggio, piuma di coda di fenice, abbastanza flessibile - Conan la prese e la agitò, non ebbe nemmeno il tempo di alzarla che Olivander gliela strappò di mano; - 15 pollici, legno di abete, peli di unicorno, abbastanza rigida - disse porgendogliela - l’ho costruita solo ieri sera - Conan la prese Sferzò l’aria e la riempì di scintille bianche, Olivander batté le mani - Eccellente - disse mentre la riponeva nella scatola. La avvolse in carta da pacchi e rimise le altre bacchette negli scaffali - 7 galeoni - Conan infilò la mano nella tracolla e prese 7 monete d’oro, le porse a Olivander che lo ringraziò e gli porse la scatola. 

- E ora tocca a lei sig. Mullet - disse Olivander io mi alzai e immediatamente il metro iniziò a misurarmi ogni parte del corpo mentre Olivander tirava giù scatole dagli scaffali - Può bastare così - ordinò Olivander per la seconda volta, il metro si affloscio a terra. - 15 pollici, legno di faggio, piume di coda di fenice, piuttosto flessibile - disse tutto di un fiato porgendomi una bacchetta, la agitai e lui me la prese di mano - 9 pollici, legno di acero, corda di cuore di drago, sufficientemente rigida - non ebbi il tempo di alzarla che Olivander me la strappò di mano; ne provai altre 15 finché le bacchette sulla scrivania di Olivander si furono esaurite; mi venne il batticuore, Conan mi guardò preoccupato; ma Olivander rise - Lasci che le spieghi qualcosa sul mondo delle bacchette; una magia sconosciuta molto simile alla divinazione riesce a prevedere se il mago adotterà una bacchetta già usata o se ne comprerà una nuova, inoltre in quest’ultima occasione prevede anche il posto in cui un mago o una strega acquisterà la propria bacchetta, questo avviene alla nascita e qualora la bacchetta venisse distrutta o rubata, ogni fabbricante di bacchette ogni notte produce circa 15 bacchette; dopodiché all’arrivo del cliente un metro magico procede a fare delle misurazioni e a ogni misurazione il fabbricante di bacchette istintivamente tira giù una specifica scatola, quando il fabbricante non ha più istinto il metro si affloscia e il cliente prova le bacchette; qualche volta però le bacchette provate non combaciano con il cliente, questo vuol dire che il fabbricante non ha ancora costruito la bacchetta perfetta, e va fabbricata sul momento. Conan, si girò, e mi guardò i ammirazione mentre io comprendevo che sarei stato uno dei pochi maghi nel mondo ad assistere alla creazione della propria bacchetta.
Olivander mi fece un cenno, e io lo seguì, dietro il bancone, e varcai una porta di mogano; mi trovai in uno stretto corridoio, davanti a me c’era una scala a chiocciola, presumibilmente dove viveva Olivander, verso metà corridoio Olivander attraversò una porta con su scritto “Vietato l’accesso” e la tenne aperta per farci entrare.

 
   
 
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