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Autore: Irizar Elwell    03/06/2017    1 recensioni
Christine, per gli amici Chris, una normalissima ragazza di 17 anni, si trasferisce a Dallas da sua sorella maggiore Sam, incinta di 6 mesi lasciando la sua adorata Shelbyville, il suo storico ragazzo Ben e la sua migliore amica di sempre Megan. Arrivata a Dallas incontrerà non poche difficoltà per farsi spazio fra i pregiudizi dei ragazzi della nuova città, dove incontrerà anche dei nuovi amici. Tutto sembra procede più o meno in modo abbastanza normale, ma la conoscenza di uno strano ragazzo dai profondi occhi grigi e i misteriosi fenomeni che ruotano attorno a lui sconvolgeranno del tutto la sua esistenza
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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dove sono?”


chiedo ancor prima di aprire gli occhi.

So, che tutto quello che è successo purtroppo non è un sogno.

I miei amici sono morti. Mia sorella Sam è morta. Nigel è morto.

Non so dove sia finita Michelle, ma spero sia riuscita a scappare con Annabell e Pacey, la sua caparbietà potrebbe averle salvato la vita.


Al sicuro.


Risponde echeggiando nella mia testa, la voce femminile.


chi sei?”


perdo i sensi di nuovo.


signorina Christine, riesce a sentirmi?”


solo due persone si sono rivolte a me usando questo suffisso.

Devora e Davis! Sono a casa di Nigel.


Provo a mettermi seduta mentre le vertigini mi assalgono. I due spettri sono accanto a me, sono sicura che sanno.


cosa è successo?”


Davis mi guarda impassibile, è Devora a prendere la parola.

la città è in proscrizione, tutti stanno cercano di capire cosa possa essere successo e i pochi superstiti”


fa un respiro profondo, anche se non ne ha bisogno.


cercano di vivere nel modo più normale la propria vita o quel che ne resta.”



lei è ancora in pericolo signorina, i Lu sì ci rendono invisibili agli occhi del nemico per il momento, ma non possiamo rischiare”


prende la parola Davis.

Abbasso lo sguardo, sì, credo di capire perfettamente a cosa si riferisce.


cosa posso fare? Dovete aiutarmi a capire. Deve esserci un modo per evitare tutto questo!”


loro si zittiscono e con dimenticanza escono dalla stanza.


ora dovreste riposare signorina, ne avete bisogno”


mormora severo il maggiordomo prima di chiudere non molto delicatamente la porta.

Resto a letto per giorni, sono molto debilitata e i due spettri vogliono assicurarsi che ritorni in ottime condizioni prima di fare qualunque cosa.

Non parlano quasi mai con me, fanno quel che devono, mi portano da mangiare, controllano meticolosamente il mio stato di salute, ma non mi guardano, non mi parlano.


immagino mi imputate entrambi della morte di Nigel”


dico una sera, mentre Devora con fare materno mi rimbocca le coperte assicurandosi che io non abbia freddo.

Alla mia affermazione smette di intrallazzare con le lenzuola e mi guarda.


il signorino Nigel era come un figlio per me, da quando è nato mi sono sempre presa cura di lui. Farei qualunque cosa per farlo tornare ma io sono uno spettro, non posso nulla”


sussurra con una voce emaciata più acuta del solito.


ma esiste, non è vero? Il modo per farli tornare tutti indietro...”


le afferro istintivamente il braccio e mi meraviglio nel constatare che si fa toccare.

Mi guarda intensamente prima di annuire.


dimmi cosa devo fare”


proclamo ferma.


non posso essere io a dirvi cosa fare signorina, ma so chi può”


lo sguardo le si illumina di speranza.

Per la prima volta mi stringe le mani sorridendomi.


ora riposate”


Non riesco a dormire, non capisco cosa voleva dire Devora con quella frase. Lei non può dirmi cosa fare, ma sa chi può farlo e allora perché diamine siamo qui a non fare nulla?

Inutile continuare a rigirarmi. Decido di alzarmi e mi reco alla finestra, vedo i Lu sì svolazzare intorno al castello di Nigel cercando di tenere stabile la copertura.

Mi rendo conto solo ora che sono nella sua camera.


Sono qui.


Ancora lei. Sono completamente impazzita, sento le voci.


Guardami.


Sussurra ancora non appena sfioro la scrivania.

Guardo sul piano di marmo. Quelli che pensavo essere vecchi libri rilegati, si svelano essere dei diari. Ne sfioro uno rilegato in pelle, lo prendo tra le dita e nel sollevarlo una foto scivola sul pavimento.

La recupero chinandomi.

Il soggetto è una donna, lunghi capelli neri, un abito bianco e due occhi grigi.

Un fremito mi pervade.

Questa è la madre di Nigel?

La voce che sento... sarà lei?

Davis mi coglie fuori dai ranghi quando passa per controllare il mio stato di salute.


Davis, Devora mi ha parlato di un modo per poter riportare Nigel e tutti gli altri indietro... so che lei è un gran esperto di occultismo”


non si gioca con la vita e la morte signorina, manovrare questi equilibri potrebbe portare a delle conseguenze disastrose”


mi rimbrotta lui.


peggio di questo? L'ha detto anche lei che i Lu sì non potranno nasconderci per sempre e una volta che ci avranno trovati, tutto questo non sarà servito a nulla! Devo capire, devo capire cosa vogliono da me... e non posso farlo passando le giornate a riposare!”


urlo un po' concitata. Davis sembra avversato. Non è sicuro della sua decisione.


Baba Jaga.


Sussurra la voce.


no mia signora”


risponde impaurito Davis. Allora anche lui riesce a sentirla?


chi è Baba Jaga?”


chiedo stranita.

Una condensa argentea si forma davanti a Davis, prendendo sempre più le sembianze di un volto femminile.


Spiegateglielo, ha il diritto di sapere e di fare le scelte che ritiene più giuste.


Alita accanto allo spettro, l'essenza.

Davis mi guarda e si avvicina al letto.


la Baba Jaga è una maliarda, una strega potentissima che trascende il tempo e lo spazio. È colei che tutto sa, non molto diversa dall'oracolo, può mostrarvi la via giusta o rendervi invincibile, se la vostra missione per lei sarà degna.. “


mi sembra ottimo.


allora che aspettiamo? Dove posso trovarla?”


chiedo impaziente.


nessuno sa come trovarla. Devi superare la soglia e tentare, solo chi è puro d'animo, dicono possa trovare la strada e comunque una volta trovata, non è detto che lei voglia aiutarla. Basta la domanda o l'atteggiamento sbagliato e lei vi ucciderà all'istante.”


che intendi per superare la soglia?”


di che diavolo sta parlando Davis?

nel bosco, ad Ovest della città c'è un bosco, lei c'è già stata signorina. Ha già attraversato la soglia, anche se accidentalmente”


Un bosco a ovest?

Scavo nei ricordi e come un fulmine a ciel sereno mi si palesa davanti il bosco in cui sono fuggita dopo la festa di Halloween assieme a Marta.


ma certo!”


esclamo ricordando nitidamente la brutta esperienza vissuta in quel lungo corridoio. Allora non era solo un brutto incubo. Quel posto sarebbe la famosa soglia?

I brividi mi percorrono al sol pensiero. È se ci dovesse essere ancora quella belva dalle sembianze di una bambina? Non saprei come difendermi. Non ho altre alternative in ogni caso.


Passo tutta la notte a cercare di convincere Davis e Devora ad aiutarmi nel cercare di parlare con questa strega, e anche se all'inizio, per quanto una speranza di fondo c'era, erano comunque titubanti, ma grazie all'essenza argentea, sono riuscita a convincerli. È quasi mattina quando arriviamo nel bosco.


Come mi ha spiegato Devora in precedenza, una volta compiuto il passo, solo il mio corpo astrale potrà proseguire, mentre il mio corpo materiale si affloscerà per terra. Volubile e inerme, alla mercé dei nemici, per questo si sono offerti di proteggerlo per il tempo necessario. Mi hanno inoltre spiegato che più tempo passo lontana dal mio corpo e meno possibilità di tornare indietro ho. Una passeggiata, insomma.


Essendo legati a questo mondo Davis e Devora non possono superare la soglia, finirebbero dissolti nel nulla non appartenendo definitivamente a nessuno dei due piani, ma Elanua, l'essenza, sì e ha promesso di accompagnarmi e proteggermi per quanto la soglia glielo permetterà.


ha idea di come riuscirà ad individuare il confine?”


chiede la fantesca con fare curioso mentre aleggia al mio fianco facendosi trapassare da rami e piantine.


Devora assottiglia lo sguardo continuando a guardare un punto davanti a lei. Ci mette qualche secondo a rispondere e poi con una flebile e quasi timorosa voce, dice:


lo saprà”


Continuiamo a camminare ancora per qualche metro, fin quando Davis non si arresta davanti a noi.


ci siamo signorina, prima voi”


dice guardandomi serio e allungando la mano mi mostrala via.

Lo guardo non proprio convinta di voler proseguire.


Non possiamo farlo noi per lei”


Il suo tono e quasi dispiaciuto. Non dico nulla e avanzo sospirando. Spero di riuscire a ritrovare mia sorella e i miei amici. Spero di salvarli e riuscire a cambiare questa realtà, ma prima di tutto ciò spero di riuscire a trovare questa Baba Jaga e spero ancora più infinitamente di non farmi uccidere da lei. Persa in questi pensieri non bado al sentiero davanti a me, mi volto. Cerco la figura spettrale di Davis che da lontano mi guarda terrorizzato, protendendosi con la mano per afferrarmi e io non capisco. Che succede? Qualcosa dal suolo sembra risucchiarmi e un sussurro simile a una litania, lentamente penetra nelle mie orecchie, fin quando il duro contatto col suolo mi fa perdere i sensi.

Apro gli occhi intontita, sono esattamente nello stesso punto in cui sono caduta. Mi metto a sedere, togliendo il terriccio dai vestiti e poi mi alzo in piedi. Mi guardo attorno cercando ancora con lo sguardo la figura di Davis. Non c'è nessuno vicino a me. Dove sono finiti tutti?


stai bene?”


Elanua mi vortica attorno guardandomi un po' divertita, forse per l'espressione della mia faccia inebetita.


che succede?”


chiedo a bassa voce.


hai fatto il passo”


dice quasi serena, sorridendo.


eppure l'altra volta mi sono ritrovata nel corridoio di un ospedale, ora perché siamo qui?”


Elanua sorride ancora.


perchè, mia cara, la Baba Jaga vive nella foresta”


mi sento abbastanza stupida in questo momento. Non ho razionalizzato niente.. e come potrei se sono qui da un micro secondo?

Questi spettri pretendono un po' troppo da noi comuni mortali.

Mi metto in piedi e continuo a camminare. Penso ai miei amici. Questo mi fa andare avanti e mi da coraggio.


come farò a trovarla?”


tutto attorno a noi è sinistramente inquietante. Tutto troppo tranquillo e silenzioso.


non sento il canto degli uccelli”


Elanua mi sorride per poi sparire.

Bene. Credo di averla trovata.

Deglutisco stringendo i pugni e mi costringo ad avanzare. Ora che lo noto il cielo è terso, sembra quasi non mutare mai, le nuvole che passano sono cicliche, quasi un video che si ripete. Ma come è possibile? Continuo a camminare fin quando il sentiero non si perde nel fitto bosco che si estende immenso davanti a me. Ci entro facendo attenzione a dove metto i piedi, mani e testa. Imbecille come sono, l'ultima cosa di cui ho bisogno è farmi male mentre cerco di salvare i miei amici dalla morte. Non so come farò a trovare la sua casa, ma stando ferma non combinerò lo stesso nulla. Cammino. Cammino. Cammino. Mi sembra di essere in un loop continuo, solo alberi. Nulla di diverso e il sole rimane fermo senza essere di aiuto per orientarmi.

Sono ore ormai che cammino, senza riuscire a cavare un ragno dal buco. Inizio ad essere stanca e ad avere fame, ma in questo caso non ho pensato a prepararmi uno spuntino per la gita fuori porta. Decido di fermarmi, è inutile camminare a vuoto e di sicuro non troverò di certo una freccia con su scritte le indicazioni per trovare la casa dalle zampe di gallina. Forse è esattamente il modo sbagliato di cercarla. Non sono ne mio mondo, le cose qui sembrano succedere senza una logica.

Cerco di concentrarmi e chiudo gli occhi. Non penso a nulla, mi concentro sulle parole che compongono il suo nome: Baba Jaga. Ogni lettera, ogni suono. Lo ripeto ad alta voce, mentre le lettere del suo nome nella mia mente iniziano a bruciare. Non controllo io i miei pensieri, le immagini si formano spontaneamente nella mia mente.

Due occhi. Due occhi vitrei sembrano formarsi tra le fiamme delle lettere e improvvisamente due mani mi aggrediscono. Urlo spaventata riaprendo gli occhi. Mi guardo intorno e sono ancora nel bosco, solo una cosa è cambiata. Sto levitando. Sono sospesa a mezz'aria, letteralmente. Guardo sotto di me prima di finire violentemente per terra.

Mi alzo dolorante.


ma che cazz...”


interi arbusti, anzi che dico! Gruppi di alberi interi si spostano davanti ai miei occhi lasciando posto a un sentiero in pietra alla cui fine, mi sembra di veder del fuoco.

Un camino!

Corro entusiasta su quel sentiero, ravvedendomi subito dopo dalla frenesia. Rallento il passo fino a darmi un contegno e cauta mi avvicino sempre più Davanti a me c'è una distesa verde, un prato enorme, che rivela dopo qualche metro sulla sinistra delle zampe di gallina.

Vedendole la reazione iniziale è quella di nascondermi e trattenere con la mano piazzata davanti alla bocca un urlo. Sospiro e prendo coraggio. Mi avvicino alla casa della strega guardandola col naso all'insù. Come farò a salirci?

Improvvisamente le zampe si girano verso di me, con fare minaccioso e mi puntano. Resto impietrita. Non riesco a muovere un muscolo, mi schiacceranno, ne sono sicura. Chiudo gli occhi aspettandomi il peggio e invece non succede proprio nulla. Apro gli occhi ritrovandomi davanti all'ingresso della casa. Le zampe si sono chinate in modo tale da far poggiare i gradini di marmo sul prato. Mi alzo in piedi, mentre la porta aprendosi, cigola. Dall'oscurità che sembra viverci dentro, quattro dita ossute, pallide e con lunghe unghie argentee premono sul legno della porta tirandola all'interno. Capelli grigi e arruffati, come nuvole, compaiono accanto a quelle dita per mostrare, dopo qualche centimetro di pelle, due occhi vitrei. Eccola, è lei. È Baba Jaga.


FINE.


   
 
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