Greenback Boogie
II
“
I
Need a Dollar ”
Well
I don’t know
if I’m walking on solid ground
‘Cause
everything around me is falling down
All I want – is for
someone – to help me
What in the world am I gonna do
tomorrow
Is there someone whose dollars
that I can borrow,
who
can help me take away my sorrow
( . . . ) If God has plans for
me
I hope it ain’t written in stone, hey hey
Because I’ve
been working myself
down to the bone and
I swear on grandpas
grave
I’ll be paid when I come home[3]
◆
Il
tramonto avvolse Londra alle diciassette e quarantacinque.
Draco
era l’ultimo ad essere rimasto in ufficio, quella sera, e non
se la passava granché bene.
Preoccupato per il futuro dello
studio e, al contempo, assorbito corpo e mente in uno dei casi
più
difficili da quando aveva iniziato a esercitare la professione di
legismago, egli sedeva alla propria scrivania e tutta la sua
apprensione traspariva dal linguaggio, nervoso, del corpo. La
cravatta giaceva abbandonata sul tavolo, riversa sul calamaio,
macchiata d’inchiostro. Aveva slacciato i primi quattro bottoni
della camicia bianca su misura, arrotolato le maniche sugli
avambracci. Era solo, ora, poteva permettersi di scoprirlo.
Il marchio nero svettava sulla pelle candida dell’avambraccio
sinistro, e la precisione dei suoi contorni creava un drammatico
contrasto con la grana irregolare dell’epidermide. Il mago gli
gettò uno sguardo esasperato, mordendosi le labbra. Quindici
anni dopo, alcuni incubi erano ancora con lui.
“ Blaise mi
ha parlato del tuo stacanovismo ”.
Alcuni
incubi era giunto il momento di affrontarli.
“
Daphne ”.
La maggiore delle sorelle Greengrass lo guardava
con un misto di affetto e preoccupazione, appoggiata allo stipite
della porta. La curva del suo corpo seguiva quella del legno come se
vi appartenesse, ed era accentuata dal vestito verde scuro. Ella
aveva le braccia incrociate sotto il seno generoso, nel cui incavo si
perdeva una lunga collana d’oro. Un regalo di Neville.
“
Posso fare qualcosa per te? ”
Superato lo sbigottimento
iniziale, Draco si era ricomposto e ora la fissava, incredulo e al
contempo coinvolto.
Una forte amicizia li aveva legati per i primi cinque anni a
Hogwarts, Greengrass e Malfoy contro il resto del mondo.
Si
erano voluti bene, prima che lui rovinasse tutto.
“ Ho bisogno di un parere legale ”, ammise la strega.
“ Posso entrare? ”
“ Accomodati. Ti prego di
scusare il disordine ”, l’uomo indicò la scrivania
con un gesto della mano, “ È stata una giornata
impegnativa ”.
Daphne superò con poche falcate la
distanza che li separava, complici le lunghe gambe, e si sedette di
fronte a lui. Posò la borsa accanto a lei, sul tappeto, poi
incrociò le mani sul bordo di legno del tavolo.
“
Sono qui perché sei l’unico avvocato che ha una
possibilità di aiutarmi”, confessò. Abbassò
appena lo sguardo, inspirò profondamente e infine puntò
gli occhi nei suoi, come rinvigorita.
“ Qualche mese fa
lavoravo a una crema particolare, con potentissimi effetti anti-età
”.
Ella lavorava per un’importante azienda cosmetica,
la quale era piuttosto giovane, fondata appena due anni dopo la fine
della guerra, ma possedeva già una buona parte del mercato che
la interessava. “ La formula aveva qualcosa che non mi
convinceva, era
come se il mio calderone stesse cercando di inviarmi un messaggio:
un ingrediente doveva essere sostituito. Chiesi al mio supervisore,
Patricia, del tempo in più per perfezionare la pozione ”.
Si era ora alzata, incapace di conservare il contegno che da
sempre l’aveva contraddistinta. La donna era spaventata,
angosciata, aveva un estremo bisogno di una via d’uscita.
Fu
esattamente ciò che vi lesse Draco quando lei gli si avvicinò
e gli afferrò una mano.
“ Lei era bene informata sul
mio lavoro, essendo appunto il mio supervisore, ma sul momento non mi
stranii del fatto che mi diede appena tre giorni per un svolgere un
compito tanto delicato. Provai di tutto, ma niente sostituiva
degnamente il succo di Horklump. Inizialmente lo avevo provato solo
per non togliermi alcuna possibilità, è così che
mi piace lavorare. Il succo di Horklump è un erbicida, avevo
le mie perplessità sull’utilizzo in un prodotto per la
cura della persona ”.
La ascoltava con attenzione, senza
perdere un dettaglio, eppure non capiva ove nascesse tante
preoccupazione. Daphne Greengrass aveva gli occhi lucidi, e lui non
sapeva come rimediarvi.
“ Quando ho esposto queste mie
perplessità a Patricia, lei mi ha ringraziato e mi ha detto
che avrebbe tenuto in considerazione il mio giudizio, poi mi ha
congedato. La settimana dopo sono iniziati i test di laboratori, il
lancio è stato programmato in tutta fretta. Mi hanno dato una
promozione e un aumento, un laboratorio tutto mio ”.
“
È fantastico, no? ”, si fece scappare lui. Era
confuso.
“
Il mio nuovo incarico prevedeva tantissimo lavoro in più, e
tutto lontano da quei maledetti test. Peccato che fossi curiosa, la
pozione da cui veniva estratto il siero per creare la crema,
dopotutto, è una mia creazione. Una sera mi attardai rispetto
al normale orario, aspettai che tutti fossero andati via e
sgattaiolai nell’ufficio di Patricia. Quando trovai i risultati
degli ultimi esami, io… beh, per un istante ho creduto di
morire ”, singhiozzò.
“ Le donne su cui hanno
testato quella robaccia
si
sono ammalate, Draco. Alcune di loro piuttosto gravemente
”.
L’avvocato inspirò profondamente, colpito
dal sentimento che Daphne, come aveva dimostrato, riponeva in
quell’assurda vicenda. La Goold
Cosmetics l’avrebbe
pagata.
“ Accetto l’incarico ”.
Fin’ora
costrette in una morsa tesa, le labbra della strega si rilassarono in
un dolce sorriso.
Ella non poteva, tuttavia, fargli compiere un
tale salto nel vuoto, poiché il suo racconto non era ancora
terminato.
“ C’è di più. La mattina
dopo, appena arrivata in ufficio, sono subito andata dal mio capo
”.
Josephine Goold era fondatrice, dirigente e azionista
maggioritario dell’azienda.
“ L’ho sempre
ritenuta una donna giusta, onesta
”,
si giustificò. “ Fino a oggi, almeno ”.
“
Mi aveva promesso che avrebbe risolto la faccenda e punito ogni
singolo autore di quel crimine,
testuali parole. Fra una settimana ci sarà il lancio della
Magik
Skin e
questo pomeriggio, nel mio laboratorio, sono state consegnate delle
Violette
Dinamitarde.
Merlino ha voluto che in quel momento mi fossi presa una pausa caffè
”.
Draco si alzò e istintivamente la strinse fra le
braccia, come per volersi accertare del fatto che il racconto si
fosse concluso esattamente come era stato narrato, nonostante la di
lei presenza.
Le ultime frasi erano state udite dal giovane con
insospettabile angoscia.
“Ho perso tutto, Draco. Tutto il
mio lavoro e tutte le mie prove ”.
In
attesa della lunga, lunghissima serata che lo attendeva, Draco si era
concesso una lunga doccia ristoratrice, poi si era vestito, diretto a
un ristorante poco lontano, dove avrebbe ritirato la cena che aveva
ordinato per sé e per i suoi ospiti. Daphne aveva ricevuto una
minaccia di morte per
direttissima,
e ciò gli faceva pensare che, dopotutto, ogni paranoia,
cautela e precauzione erano da prendersi.
La paranoia
lo
aveva spinto a sospettare che la strega potesse essere seguita.
La
cautela
gli
aveva suggerito di non rendere sospettabile la sua visita in uno studio
legale.
Organizzare una cena nella propria casa, per quella sera,
era un’ingegnosa precauzione.
Una sorta di rimpatriata fra Serpeverde – più
consorte
nel
caso di Theodore Nott e Luna Lovegood.
Avrebbe
sentito la mancanza di Hermione.
Quella
sera la donna aveva da fare, una
cena dai Potter – Weasley,
ma Draco si rese conto con sbalordente lucidità di come, in
ogni caso, probabilmente non la avrebbe invitata comunque. La loro
amicizia era fondamentale per entrambi, eppure il loro rapporto era,
e sarebbe rimasto, rigidamente circoscritto all’ambito
professionale.
La Granger lo aveva messo in chiaro da subito.
La
pelle di Hermione era chiara, liscia, piacevole al tatto.
La
immaginava bollente, anche, su quella porzione di gambe tuffatasi
sotto i lembi della gonna corta, la cui licenziosità era
altresì accentuata dal fatto che la stessa, nel corso della
serata, si era più volte sollevata sui fianchi della giovane,
che esasperata aveva infine smesso di rimetterla al proprio posto.
“
Dovresti smetterla ”, lo rimproverò lei con voce
assurdamente calma.
Restava perfetta e composta, più o
meno, nonostante avessero tenuto i calici sollevati per tutta la
sera. Draco si chiese come potesse reggere l’alcool tanto
meglio di lui.
“ Di fare che? ”, la provocò con
uno sguardo innocente.
Eppure sapeva che lei era a conoscenza di
ogni cosa, So-tutto-io, e dunque era anche a conoscenza della
clamorosa attrazione che sentiva in quel momento.
“ Di
guardarmi così ”.
Non rispose, ma lo sguardo che le
lanciò la fece tremare.
Hermione scosse la testa con
fermezza, nonostante sentisse le gambe cedere e volesse solamente
scappare da lì, da lui. Gli regalò un sorriso
imprevedibilmente saggio, annullò la distanza che li sperava e
avvicinò il viso suo.
“ Non resto coinvolta con le
persone con cui lavoro ”.
Posò le labbra rosse sulla
sua guancia, vicinissimo alla bocca, troppo ubriaca per non essere
tentatrice. Ivi posò un bacio con intento e significato
diversi. Un’inaspettata dolcezza si accompagnava a una
malinconia tanto struggente che Draco ne rimase spaventato. Temeva si trattasse di un addio.
“ Ci vediamo domani
mattina in ufficio. Ancora congratulazioni per la vittoria ”.
Il
ristorante Luigi’s
era
uno dei più rinomati del quartiere e Draco vi si recava sempre
piacevolmente. Era uno dei suoi posti preferiti. Quella sera,
tuttavia, ancora fresco di certi ricordi, vi entrò con una
scintilla di stizza che, una volta trovatosi, per giunta, ad
aspettare per via di un ritardo,
divampò in un vero e proprio incendio.
Seduto su un
divanetto, riconobbe nella poltrona poco distante la figura di
Shirley Platt.
La donna parlava sottovoce, un registratore
babbano stretto al petto. La strega aveva infatti scoperto la magia
all’età di undici anni, quando l’austera Minerva
McGranitt aveva bussato alla sua porta con un invito a studiare alla
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Era sua abitudine
pensare a voce alta, la aiutava a riorganizzare le idee, e ancor di
più aiutava potervi tornare sopra, grazie al prezioso lavoro
di ascolto e trascrizione che ogni giorno imponeva a uno dei giovani
associati dello studio, il cui gruppo era sotto la sua responsabilità
– e tirrania.
“
Buonasera, Shirley ”, archiviò il macchinario.
Lei
sollevò il capo e interruppe il proprio flusso
di coscienza,
per poi sbuffare irritata.
Si era diretta da Luigi’s
senza
trucco, vestita da casa, mentre di fronte a lei stava Draco Malfoy
perfettamente vestito e perfettamente a proprio agio.
“
M-Malfoy ”, balbettò.
La balbuzie della donna non
era una condizione permanente, ma psicologica, legata alle situazioni
di forte stress emotivo. Suo pupillo e dunque suo amanuense
alla
Beirne&Gibson
Associates,
David Patterson imprecava a voce un po’ più alta del
solito quando Shirley era nervosa. Capire cosa dicesse e metterlo su
carta si rivelava esasperante.
Dopo averla appena salutata, l’uomo
la ignorò.
Draco aspettava da ormai dieci minuti quando un
cameriere lo chiamò per consegnargli le buste con il suo
ordine. Egli si alzò in religioso silenzio, andò da lui
e frattanto mise la mano nella tasca della giacca, per prendere i
galeoni necessari per pagare.
Prima di uscire, ricordò le
parole di Monica Gibson.
“
Finché
non diventa peccato, cerchiamo di portare dalla nostra l’ago
della bilancia ”.
Si
morse nervoso il labbro inferiore, indeciso sul da farsi. Il mago
tornò sui propri passi in prossimità della porta, e
raggiunse Shirley.
“ Questa sera invito un paio di amici a
casa per la cena, abbiamo appuntamento alle nove. Puoi
venire,
se ti va ”.
A Draco costò una fatica immane
pronunciare quelle parole, ma in parte fu ripagato dalla bizzarra
reazione di lei, che invece di inacidirsi come di consueto quando era
lui a rivolgerle la parola, sembrava invece sul punto di commuoversi.
“ A-a dopo, Draco
”.
Gli
ultimi ad arrivare furono i coniugi Zabini – Greengrass. Blaise
e Asteria avevano i volti distesi e gli sguardi felici come nessuno
li aveva visti da tempo.
Poco prima era giunta Daphne,
ironicamente vestita di nero. Accanto a lei, come sempre, d’altronde,
dal principio della loro storia insieme, Neville Paciock. L’uomo
si presentava oggi molto diverso dal timido, goffo ragazzino di cui
tutti gli invitati a quella cena avevano riso. Dopo essersi distinto
per coraggio, forza d’animo e spirito
durante
la guerra, l’ex Grifondoro si era iscritto all’Università.
Aveva studiato Erbologia, preso persino un paio di dottorati, e poi
si era dato alla divulgazione scientifica, collaborando con diverse
casi editrici per l’edizione e la redazione di diversi testi.
Si
erano già accomodati in salotto Luna e Theodore, il quale,
poiché la principessa
di papà era
stata affidata alle cure della loro elfa domestica, aveva passato più
della metà del tempo trascorso a casa Malfoy con la testa
dentro al camino, a chiedere notizie di Eureka.
Draco accolse gli
ultimi arrivati con un sorriso aperto e fare sbrigativo.
“
Siete in ritardo, di
nuovo ”,
li rimproverò prima di farsi dare i loro soprabiti e
appenderli.
“ L’ufficio stampa non voleva darmi tregua
”, spiegò Blaise.
Con uno sguardo più attento
il biondo poté dedurre che l’uomo doveva aver avuto una
giornata, e forse una settimana, davvero pesanti, come testimoniavano
le profonde occhiaie che segnavano il bel viso scuro.
Li
indirizzò verso il salotto, che raggiunsero senza alcun
problema poiché ospiti molte volte, in precedenza,
dell’abitazione.
Draco tagliò invece per la cucina,
così da prendere gli antipasti e, finalmente, dare inizio alla
stramaledetta cena. L’indomani avrebbe avuto una giornata
stressante e, di sicuro, avrebbe rimpianto il caos che tanti ospiti
avrebbero creato.
Si
sarebbe fatto prestare l’elfo di qualcuno.
Quando
finalmente tutti furono seduti a tavola erano ormai le undici di
sera.
“ Ottima cena, Draco. Un
po’ fredda ”,
mormorò Asteria a disagio.
“ Le lasagne erano
squisite ”, concesse, più gentile, sua sorella.
“
Ho letto il tuo ultimo articolo, Theodore, è davvero bello ”,
si complimentò Neville con l’uomo seduto di fronte.
L’erede dei Nott era infatti un giornalista.
Dopo la
guerra, senza una famiglia e senza più un nome,
l’ex Serpeverde aveva intrapreso studi letterari, per poi
dedicarsi al giornalismo. Una volta finita l’Università,
tuttavia, nessuno aveva voluto assumerlo, dei giornali di punta,
sicuramente più adatti al talento e alle capacità del
giovane. Lo aveva assunto Il
Cavillo,
che nove anni più tardi poteva attribuirgli gran parte
dell’inaspettato successo. Il resto del merito andava
certamente a Luna, che si era dedicata anima e corpo all’attività
di famiglia.
Theodore la guardò di sottecchi, dove si era
seduta con il resto delle altre donne dopo il dolce. Erano tutte
prese da un segreto assolutamente inconfessabile a loro uomini, e lui
doveva accontentarsi di guardarla da lontano. Quella donna gli era
indispensabile.
“
È stato fantastico ”, si complimentò, come
chiamata in causa dai di lui pensieri.
Una volta presi i caffè
e gli amari gli invitati si erano spostati in salotto e avevano
occupato gli immensi divani. Draco aveva gioito dell’inaspettata
fortuna, quando Luna aveva annunciato di doversi recare in giardino
perché aveva la sensazione che fosse in atto la
danza delle fate.
Asteria la seguì, un po’ per controllare che non si
facesse male come suo solito e un po’ perché,
nell’eventualità in cui avesse avuto davvero luogo, non
voleva perdersi lo spettacolo. Theodore e Blaise seguirono le
consorti, approfittando dell’occasione per fumare un sigaro
magico. Sempre fortuna volle che Shirley chiedesse di andare in
bagno.
“ Sali le scale e vai in fondo al corridoio, la porta
a destra ”, le spiegò.
Draco si sentiva troppo
fortunato.
Aveva
poi portato Neville e Daphne nella propria camera da letto, al piano
superiore, così da poter parlare in assoluta segretezza.
Aveva atteso pazientemente alla finestra che la donna illustrasse
la situazione al proprio marito. Guardava il proprio giardino, ove il
resto della compagnia sembrava aver trasferito la serata nonostante
il freddo.
Si era in seguito allertato per via di un rumore, ma
niente di strano era successo ed esso non si era ripetuto. Come
Blaise, forse anche lui aveva bisogno di riposo.
Riprese la sua
postazione originale quando finalmente era arrivato il suo turno di
far capolino nella conversazione. Raggiungendoli notò
vagamente l’armadio chiuso male, ripromettendosi di rimediare
prima di lasciare la stanza.
“ La situazione è
critica ”.
Sul viso di Neville scorrevano emozioni
contrastanti. Paura per Daphne, certamente, ma anche rabbia, odio,
livore
nei
confronti di chi voleva farle del male.
“ Per prima cosa
dobbiamo trovare nuove prove ”, asserì Draco.
“
Patricia non mi farà mai avvicinare a lei, diventa ogni giorno
più circospetta e sospettosa nei miei confronti ”,
mugugnò Daphne, per niente confortato, rispetto a quel
pomeriggio, rispetto allo scenario. Perlomeno, si consolò, ora
Neville era accanto a lei.
Subito un nuovo timore si sommò
agli altri, tuttavia sovrastandoli.
E
se avessero fatto del male a lui? Ebbe
la tentazione di essere codarda, di lasciar perdere e dimenticare, ma
poi ricordò chi
era
l’uomo che aveva sposato, ed essa cessò di esistere.
“
Non c’è alcun problema. È
Josephine Goold che voglio incastrare ”.
È
Josephine Goold che voglio incastrare.
Shirley
Platt premette il tasto di pausa e sospirò. Appena rientrata a
casa si era subito messa all’opera, e aveva già sentito
l’intera registrazione, di circa venticinque minuti, almeno sei
volte. Nascosta dentro l’armadio, l’ex Tassorosso aveva
udito e registrato ogni cosa.
Non era riuscita a trattenersi,
all’idea di vedere da vicino la camera da letto di Draco
Malfoy. Il posto in cui dormiva, in cui faceva l’amore. Era
arrossita.
Tuttavia il suo tour delle meraviglia non aveva potuto
avere luogo, perché poco dopo il suo ingresso nella stanza
aveva sentito delle voci in prossimità della porta e, dunque,
aveva fatto l’unica mossa che aveva una possibilità di
riuscita. Si era nascosta dentro l’armadio e quella era stata
la parte migliore della serata, che aveva passato a sentirsi a
disagio.
Gli amici di Malfoy era molto educati, alcuni persino
simpatici, alcuni decisamente strani, ma ella vedeva con loro ben
pochi punti in comune e, in tutta onestà, neppure era
intenzionata a esplorarli. Era lì semplicemente perché
il suo rivale storico l’aveva invitata e, giacché
lottava per avere la sua stima sin dal suo primo giorno alla
Beirne&Associates,
che era stato il primo giorno di entrambi, aveva pensato che
frequentarlo in un ambito diverso da quello lavorativo fosse una
buona idea.
Era giunta alla conclusione che forse
si
era sbagliata quando ormai aveva passato più di quaranta
minuti in mezzo metro quadrato, con la testa e il collo pungolati
dalle grucce.
Quando i tre avevano lasciato la stanza, Shirley era
subito venuta fuori dall’armadio, poi aveva rapidamente cercato
di ideare un piano d’azione. Guardò fuori dalla finestra
e si illuminò. Tirò fuori la bacchetta e si concentrò,
smaterializzandosi nel lato del giardino in cui non si trovava
nessuno. Aveva dunque preso il cellulare dalla tasca dei pantaloni,
ricongiungendosi al resto della ciurma e spiegando, con una certa
fatica, che grazie al dispositivo nelle sue mani sue madre si era
potuta mettere in contatto con lei, bugia,
e che dunque doveva assolutamente scappare, ma ringraziava
dell’ospitalità
e
della compagnia.
In
realtà troppi pensieri affollavano la sua mente e,
soprattutto, non ne poteva davvero più.
Andò a letto
e decise che avrebbe continuato ad indagare l'indomani mattina.
[3]
I
Need a Dollar,
Aloe Blacc.
qualche
pensiero.
Hello!
A
pochi giorni dalla pubblicazione di prologo & primo capitolo,
eccomi di nuovo qui!
Gli aggiornamenti non saranno, ahimè,
sempre così frequenti, ma non sono proprio riuscita a
contenere l'entusiasmo.
Altri personaggi sono stati presentati,
alcuni più fondamentali e altri meno, e la matassa che Draco
cercherà di sbrogliare lungo l'arco dell'intera fanfiction
diventa sempre più fitta e intricata. In questo capitolo uno
scorcio delle dinamiche fra gli ex Serpeverde (e non solo), nel
prossimo l'annunciata cena a casa di Harry Potter, che ci darà
modo di esplorare quelle fra ex Grifondoro (e non solo): non sono
soddisfatta delle coppie create nella storia originale, quindi in
questa ho deciso di inserirne alcune che shippo da sempre, come
Draco/Hermione o Harry/Ginny (l'unica canon, probabilmente), e altre
a cui ho pensato da poco e sulle quali ritengo valga la pena
scommettere, come Thedore/Luna.
La figura di Shirley è
largamente
ispirata
a quella che le corrisponde nella serie tv cui si ispira l'intera
storia, Louis Litt. Se tra i lettori c'è qualche fan di Suits
e di questo personaggio, mi piacerebbe mi faceste sapere quali sono
stati i vostri momenti preferiti, vorrei adattarne qualcuno e
inserirlo!
Per
ora direi che non c'è altro, spero il capitolo sia stato di
vostro gradimento!
Alla prossima,
praimfaya