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Autore: praimfaya    05/06/2017    1 recensioni
Suits&Darvey!TRIBUTE / Dal capitolo II: La pelle di Hermione era chiara, liscia, piacevole al tatto.
La immaginava bollente, anche, su quella porzione di gambe tuffatasi sotto i lembi della gonna corta, la cui licenziosità era altresì accentuata dal fatto che la stessa, nel corso della serata, si era più volte sollevata sui fianchi della giovane, che esasperata aveva infine smesso di rimetterla al proprio posto.
“ Dovresti smetterla ”, lo rimproverò lei con voce assurdamente calma.
Restava perfetta e composta, più o meno, nonostante avessero tenuto i calici sollevati per tutta la sera. Draco si chiese come potesse reggere l’alcool tanto meglio di lui.
“ Di fare che? ”, la provocò. Falso innocente.
Eppure sapeva che lei era a conoscenza di ogni cosa, So-tutto-io, e dunque era anche a conoscenza della clamorosa attrazione che sentiva in quel momento.
“ Di guardarmi così ”.
Non rispose, ma lo sguardo che le lanciò la fece tremare.
Hermione scosse la testa con fermezza, nonostante sentisse le gambe cedere e volesse solamente scappare da lì, da lui. Gli regalò un sorriso imprevedibilmente saggio, annullò la distanza che li separava e avvicinò il viso al suo.
“ Non resto coinvolta con le persone con cui lavoro ”.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Greenback Boogie


II
I Need a Dollar ”

Well I don’t know
if I’m walking on solid ground
‘Cause everything around me is falling down
All I want – is for someone – to help me
What in the world am I gonna do tomorrow
Is there someone whose dollars
that I can borrow,
who can help me take away my sorrow
( . . . ) If God has plans for me
I hope it ain’t written in stone, hey hey
Because I’ve been working myself
down to the bone and
I swear on grandpas grave
I’ll be paid when I come home
[3]








Il tramonto avvolse Londra alle diciassette e quarantacinque.
Draco era l’ultimo ad essere rimasto in ufficio, quella sera, e non se la passava granché bene.
Preoccupato per il futuro dello studio e, al contempo, assorbito corpo e mente in uno dei casi
più difficili da quando aveva iniziato a esercitare la professione di legismago, egli sedeva alla propria scrivania e tutta la sua apprensione traspariva dal linguaggio, nervoso, del corpo. La cravatta giaceva abbandonata sul tavolo, riversa sul calamaio, macchiata d’inchiostro. Aveva slacciato i primi quattro bottoni della camicia bianca su misura, arrotolato le maniche sugli avambracci. Era solo, ora, poteva permettersi di scoprir
lo. Il marchio nero svettava sulla pelle candida dell’avambraccio sinistro, e la precisione dei suoi contorni creava un drammatico contrasto con la grana irregolare dell’epidermide. Il mago gli gettò uno sguardo esasperato, mordendosi le labbra. Quindici anni dopo, alcuni incubi erano ancora con lui.
“ Blaise mi ha parlato del tuo stacanovismo ”.
Alcuni incubi era giunto il momento di affrontarli.
“ Daphne ”.
La maggiore delle sorelle Greengrass lo guardava con un misto di affetto e preoccupazione, appoggiata allo stipite della porta. La curva del suo corpo seguiva quella del legno come se vi appartenesse, ed era accentuata dal vestito verde scuro. Ella aveva le braccia incrociate sotto il seno generoso, nel cui incavo si perdeva una lunga collana d’oro. Un regalo di
Neville.
“ Posso fare qualcosa per te? ”
Superato lo sbigottimento iniziale, Draco si era ricomposto e ora la fissava, incredulo e al contempo
coinvolto. Una forte amicizia li aveva legati per i primi cinque anni a Hogwarts, Greengrass e Malfoy contro il resto del mondo.
Si erano voluti bene, prima che lui rovinasse tutto.
“ Ho bisogno di un parere legale ”, ammise la strega. “ Posso entrare? ”
“ Accomodati. Ti prego di scusare il disordine ”, l’uomo indicò la scrivania con un gesto della mano, “ È stata una giornata impegnativa ”.
Daphne superò con poche falcate la distanza che li separava, complici le lunghe gambe, e si sedette di fronte a lui. Posò la borsa accanto a lei, sul tappeto, poi incrociò le mani sul bordo di legno del tavolo.
“ Sono qui perché sei l’unico avvocato che ha una possibilità di aiutarmi”, confessò. Abbassò appena lo sguardo, inspirò profondamente e infine puntò gli occhi nei suoi, come rinvigorita.
“ Qualche mese fa lavoravo a una crema particolare, con potentissimi effetti anti-età ”.
Ella lavorava per un’importante azienda cosmetica, la quale era piuttosto giovane, fondata appena due anni dopo la fine della guerra, ma possedeva già una buona parte del mercato che la interessava. “ La formula aveva qualcosa che non mi convinceva,
era come se il mio calderone stesse cercando di inviarmi un messaggio: un ingrediente doveva essere sostituito. Chiesi al mio supervisore, Patricia, del tempo in più per perfezionare la pozione ”.
Si era ora alzata, incapace di conservare il contegno che da sempre l’aveva contraddistinta. La donna era spaventata, angosciata, aveva un estremo bisogno di una via d’uscita.
Fu esattamente ciò che vi lesse Draco quando lei gli si avvicinò e gli afferrò una mano.
“ Lei era bene informata sul mio lavoro, essendo appunto il mio supervisore, ma sul momento non mi stranii del fatto che mi diede appena tre giorni per un svolgere un compito tanto delicato. Provai di tutto, ma niente sostituiva degnamente il succo di Horklump. Inizialmente lo avevo provato solo per non togliermi alcuna possibilità, è così che mi piace lavorare. Il succo di Horklump è un erbicida, avevo le mie perplessità sull’utilizzo in un prodotto per la cura della persona ”.
La ascoltava con attenzione, senza perdere un dettaglio, eppure non capiva ove nascesse tante preoccupazione. Daphne Greengrass aveva gli occhi lucidi, e lui non sapeva come rimediarvi.
“ Quando ho esposto queste mie perplessità a Patricia, lei mi ha ringraziato e mi ha detto che avrebbe tenuto in considerazione il mio giudizio, poi mi ha congedato. La settimana dopo sono iniziati i test di laboratori, il lancio è stato programmato in tutta fretta. Mi hanno dato una promozione e un aumento, un laboratorio tutto mio ”.
“ È fantastico, no? ”, si fece scappare lui. Era
confuso.
“ Il mio nuovo incarico prevedeva tantissimo lavoro in più, e tutto lontano da quei maledetti test. Peccato che fossi curiosa, la pozione da cui veniva estratto il siero per creare la crema, dopotutto, è una mia creazione. Una sera mi attardai rispetto al normale orario, aspettai che tutti fossero andati via e sgattaiolai nell’ufficio di Patricia. Quando trovai i risultati degli ultimi esami, io… beh, per un istante ho creduto di morire ”, singhiozzò.
“ Le donne su cui hanno testato quella
robaccia si sono ammalate, Draco. Alcune di loro piuttosto gravemente ”.
L’avvocato inspirò profondamente, colpito dal sentimento che Daphne, come aveva dimostrato, riponeva in quell’assurda vicenda. La
Goold Cosmetics l’avrebbe pagata.
“ Accetto l’incarico ”.
Fin’ora costrette in una morsa tesa, le labbra della strega si rilassarono in un dolce sorriso.
Ella non poteva, tuttavia, fargli compiere un tale salto nel vuoto, poiché il suo racconto non era ancora terminato.
“ C’è di più. La mattina dopo, appena arrivata in ufficio, sono subito andata dal mio capo ”.
Josephine Goold era fondatrice, dirigente e azionista maggioritario dell’azienda.
“ L’ho sempre ritenuta una donna giusta,
onesta , si giustificò. “ Fino a oggi, almeno ”.
“ Mi aveva promesso che avrebbe risolto la faccenda e punito ogni singolo autore di quel
crimine, testuali parole. Fra una settimana ci sarà il lancio della Magik Skin e questo pomeriggio, nel mio laboratorio, sono state consegnate delle Violette Dinamitarde. Merlino ha voluto che in quel momento mi fossi presa una pausa caffè ”.
Draco si alzò e istintivamente la strinse fra le braccia, come per volersi accertare del fatto che il racconto si fosse concluso esattamente come era stato narrato, nonostante la di lei presenza.
Le ultime frasi erano state udite dal giovane con insospettabile angoscia.
“Ho perso tutto, Draco. Tutto il mio lavoro e tutte le mie prove ”.






In attesa della lunga, lunghissima serata che lo attendeva, Draco si era concesso una lunga doccia ristoratrice, poi si era vestito, diretto a un ristorante poco lontano, dove avrebbe ritirato la cena che aveva ordinato per sé e per i suoi ospiti. Daphne aveva ricevuto una minaccia di morte
per direttissima, e ciò gli faceva pensare che, dopotutto, ogni paranoia, cautela e precauzione erano da prendersi.
La
paranoia lo aveva spinto a sospettare che la strega potesse essere seguita.
La
cautela gli aveva suggerito di non rendere sospettabile la sua visita in uno studio legale.
Organizzare una cena nella propria casa, per quella sera, era un’ingegnosa
precauzione.
Una sorta di rimpatriata fra Serpeverde – più
consorte nel caso di Theodore Nott e Luna Lovegood.
Avrebbe sentito la mancanza di Hermione.
Quella sera la donna aveva da fare,
una cena dai Potter – Weasley, ma Draco si rese conto con sbalordente lucidità di come, in ogni caso, probabilmente non la avrebbe invitata comunque. La loro amicizia era fondamentale per entrambi, eppure il loro rapporto era, e sarebbe rimasto, rigidamente circoscritto all’ambito professionale.
La Granger lo aveva messo in chiaro da subito.

La pelle di Hermione era chiara, liscia, piacevole al tatto.
La immaginava bollente, anche, su quella porzione di gambe tuffatasi sotto i lembi della gonna corta, la cui licenziosità era altresì accentuata dal fatto che la stessa, nel corso della serata, si era più volte sollevata sui fianchi della giovane, che esasperata aveva infine smesso di rimetterla al proprio posto.
“ Dovresti smetterla ”, lo rimproverò lei con voce assurdamente calma.
Restava perfetta e composta, più o meno, nonostante avessero tenuto i calici sollevati per tutta la sera. Draco si chiese come potesse reggere l’alcool tanto meglio di lui.
“ Di fare che? ”, la provocò con uno sguardo innocente.
Eppure sapeva che lei era a conoscenza di ogni cosa, So-tutto-io, e dunque era anche a conoscenza della clamorosa attrazione che sentiva in quel momento.
“ Di guardarmi così ”.
Non rispose, ma lo sguardo che le lanciò la fece tremare.
Hermione scosse la testa con fermezza, nonostante sentisse le gambe cedere e volesse solamente scappare da lì, da lui. Gli regalò un sorriso imprevedibilmente saggio, annullò la distanza che li sperava e avvicinò il viso suo.
“ Non resto coinvolta con le persone con cui lavoro ”.
Posò le labbra rosse sulla sua guancia, vicinissimo alla bocca, troppo ubriaca per non essere tentatrice. Ivi posò un bacio con intento e significato diversi. Un’inaspettata dolcezza si accompagnava a una malinconia tanto struggente che Draco ne rimase spaventato. Temeva si trattasse di un addio.
“ Ci vediamo domani mattina in ufficio. Ancora congratulazioni per la vittoria ”.




Il ristorante
Luigi’s era uno dei più rinomati del quartiere e Draco vi si recava sempre piacevolmente. Era uno dei suoi posti preferiti. Quella sera, tuttavia, ancora fresco di certi ricordi, vi entrò con una scintilla di stizza che, una volta trovatosi, per giunta, ad aspettare per via di un ritardo, divampò in un vero e proprio incendio.
Seduto su un divanetto, riconobbe nella poltrona poco distante la figura di Shirley Platt.
La donna parlava sottovoce, un registratore babbano stretto al petto. La strega aveva infatti scoperto la magia all’età di undici anni, quando l’austera Minerva McGranitt aveva bussato alla sua porta con un invito a studiare alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Era sua abitudine pensare a voce alta, la aiutava a riorganizzare le idee, e ancor di più aiutava potervi tornare sopra, grazie al prezioso lavoro di ascolto e trascrizione che ogni giorno imponeva a uno dei giovani associati dello studio, il cui gruppo era sotto la sua responsabilità – e
tirrania.
“ Buonasera, Shirley ”, archiviò il macchinario.
Lei sollevò il capo e interruppe il proprio
flusso di coscienza, per poi sbuffare irritata.
Si era diretta da
Luigi’s senza trucco, vestita da casa, mentre di fronte a lei stava Draco Malfoy perfettamente vestito e perfettamente a proprio agio.
“ M-Malfoy ”, balbettò.
La balbuzie della donna non era una condizione permanente, ma psicologica, legata alle situazioni di forte stress emotivo. Suo pupillo e dunque suo
amanuense alla Beirne&Gibson Associates, David Patterson imprecava a voce un po’ più alta del solito quando Shirley era nervosa. Capire cosa dicesse e metterlo su carta si rivelava esasperante.
Dopo averla appena salutata, l’uomo la ignorò.
Draco aspettava da ormai dieci minuti quando un cameriere lo chiamò per consegnargli le buste con il suo ordine. Egli si alzò in religioso silenzio, andò da lui e frattanto mise la mano nella tasca della giacca, per prendere i galeoni necessari per pagare.
Prima di uscire, ricordò le parole di Monica Gibson.
Finché non diventa peccato, cerchiamo di portare dalla nostra l’ago della bilancia ”.
Si morse nervoso il labbro inferiore, indeciso sul da farsi. Il mago tornò sui propri passi in prossimità della porta, e raggiunse Shirley.
“ Questa sera invito un paio di amici a casa per la cena, abbiamo appuntamento alle nove.
Puoi venire, se ti va ”.
A Draco costò una fatica immane pronunciare quelle parole, ma in parte fu ripagato dalla bizzarra reazione di lei, che invece di inacidirsi come di consueto quando era lui a rivolgerle la parola, sembrava invece sul punto di commuoversi.
“ A-a dopo,
Draco .




Gli ultimi ad arrivare furono i coniugi Zabini – Greengrass. Blaise e Asteria avevano i volti distesi e gli sguardi felici come nessuno li aveva visti da tempo.
Poco prima era giunta Daphne, ironicamente vestita di nero. Accanto a lei, come sempre, d’altronde, dal principio della loro storia insieme, Neville Paciock. L’uomo si presentava oggi molto diverso dal timido, goffo ragazzino di cui tutti gli invitati a quella cena avevano riso. Dopo essersi distinto per coraggio, forza d’animo e
spirito durante la guerra, l’ex Grifondoro si era iscritto all’Università. Aveva studiato Erbologia, preso persino un paio di dottorati, e poi si era dato alla divulgazione scientifica, collaborando con diverse casi editrici per l’edizione e la redazione di diversi testi.
Si erano già accomodati in salotto Luna e Theodore, il quale, poiché la principessa di papà era stata affidata alle cure della loro elfa domestica, aveva passato più della metà del tempo trascorso a casa Malfoy con la testa dentro al camino, a chiedere notizie di Eureka.
Draco accolse gli ultimi arrivati con un sorriso aperto e fare sbrigativo.
“ Siete in ritardo,
di nuovo , li rimproverò prima di farsi dare i loro soprabiti e appenderli.
“ L’ufficio stampa non voleva darmi tregua ”, spiegò Blaise.
Con uno sguardo più attento il biondo poté dedurre che l’uomo doveva aver avuto una giornata, e forse una settimana, davvero pesanti, come testimoniavano le profonde occhiaie che segnavano il bel viso scuro.
Li indirizzò verso il salotto, che raggiunsero senza alcun problema poiché ospiti molte volte, in precedenza, dell’abitazione.
Draco tagliò invece per la cucina, così da prendere gli antipasti e, finalmente, dare inizio alla stramaledetta cena. L’indomani avrebbe avuto una giornata stressante e, di sicuro, avrebbe rimpianto il caos che tanti ospiti avrebbero creato.
Si sarebbe fatto prestare l’elfo di qualcuno.
Quando finalmente tutti furono seduti a tavola erano ormai le undici di sera.






“ Ottima cena, Draco.
Un po’ fredda, mormorò Asteria a disagio.
“ Le lasagne erano squisite ”, concesse, più gentile, sua sorella.
“ Ho letto il tuo ultimo articolo, Theodore, è davvero bello ”, si complimentò Neville con l’uomo seduto di fronte. L’erede dei Nott era infatti un giornalista.
Dopo la guerra, senza una famiglia e senza più un
nome, l’ex Serpeverde aveva intrapreso studi letterari, per poi dedicarsi al giornalismo. Una volta finita l’Università, tuttavia, nessuno aveva voluto assumerlo, dei giornali di punta, sicuramente più adatti al talento e alle capacità del giovane. Lo aveva assunto Il Cavillo, che nove anni più tardi poteva attribuirgli gran parte dell’inaspettato successo. Il resto del merito andava certamente a Luna, che si era dedicata anima e corpo all’attività di famiglia.
Theodore la guardò di sottecchi, dove si era seduta con il resto delle altre donne dopo il dolce. Erano tutte prese da un segreto assolutamente inconfessabile a loro uomini, e lui doveva accontentarsi di guardarla da lontano. Quella donna gli era
indispensabile.
“ È stato fantastico ”, si complimentò, come chiamata in causa dai di lui pensieri.
Una volta presi i caffè e gli amari gli invitati si erano spostati in salotto e avevano occupato gli immensi divani. Draco aveva gioito dell’inaspettata fortuna, quando Luna aveva annunciato di doversi recare in giardino perché aveva la sensazione che fosse in atto
la danza delle fate. Asteria la seguì, un po’ per controllare che non si facesse male come suo solito e un po’ perché, nell’eventualità in cui avesse avuto davvero luogo, non voleva perdersi lo spettacolo. Theodore e Blaise seguirono le consorti, approfittando dell’occasione per fumare un sigaro magico. Sempre fortuna volle che Shirley chiedesse di andare in bagno.
“ Sali le scale e vai in fondo al corridoio, la porta a destra ”, le spiegò.
Draco si sentiva
troppo fortunato.
Aveva poi portato Neville e Daphne nella propria camera da letto, al piano superiore, così da poter parlare in assoluta segretezza.
Aveva atteso pazientemente alla finestra che la donna illustrasse la situazione al proprio marito. Guardava il proprio giardino, ove il resto della compagnia sembrava aver trasferito la serata nonostante il freddo.
Si era in seguito allertato per via di un rumore, ma niente di strano era successo ed esso non si era ripetuto. Come Blaise, forse anche lui aveva bisogno di riposo.
Riprese la sua postazione originale quando finalmente era arrivato il suo turno di far capolino nella conversazione. Raggiungendoli notò vagamente l’armadio chiuso male, ripromettendosi di rimediare prima di lasciare la stanza.
“ La situazione è critica ”.
Sul viso di Neville scorrevano emozioni contrastanti. Paura per Daphne, certamente, ma anche rabbia, odio,
livore nei confronti di chi voleva farle del male.
“ Per prima cosa dobbiamo trovare nuove prove ”, asserì Draco.
“ Patricia non mi farà mai avvicinare a lei, diventa ogni giorno più circospetta e sospettosa nei miei confronti ”, mugugnò Daphne, per niente confortato, rispetto a quel pomeriggio, rispetto allo scenario. Perlomeno, si consolò, ora Neville era accanto a lei.
Subito un nuovo timore si sommò agli altri, tuttavia sovrastandoli.
E se avessero fatto del male a lui? Ebbe la tentazione di essere codarda, di lasciar perdere e dimenticare, ma poi ricordò chi era l’uomo che aveva sposato, ed essa cessò di esistere.
“ Non c’è alcun problema.
È Josephine Goold che voglio incastrare.



È Josephine Goold che voglio incastrare.
Shirley Platt premette il tasto di pausa e sospirò. Appena rientrata a casa si era subito messa all’opera, e aveva già sentito l’intera registrazione, di circa venticinque minuti, almeno sei volte. Nascosta dentro l’armadio, l’ex Tassorosso aveva udito e registrato ogni cosa.
Non era riuscita a trattenersi, all’idea di vedere da vicino la camera da letto di Draco Malfoy. Il posto in cui dormiva, in cui faceva l’amore. Era arrossita.
Tuttavia il suo tour delle meraviglia non aveva potuto avere luogo, perché poco dopo il suo ingresso nella stanza aveva sentito delle voci in prossimità della porta e, dunque, aveva fatto l’unica mossa che aveva una possibilità di riuscita. Si era nascosta dentro l’armadio e quella era stata la parte migliore della serata, che aveva passato a sentirsi a disagio.
Gli amici di Malfoy era molto educati, alcuni persino simpatici, alcuni decisamente strani, ma ella vedeva con loro ben pochi punti in comune e, in tutta onestà, neppure era intenzionata a esplorarli. Era lì semplicemente perché il suo rivale storico l’aveva invitata e, giacché lottava per avere la sua stima sin dal suo primo giorno alla
Beirne&Associates, che era stato il primo giorno di entrambi, aveva pensato che frequentarlo in un ambito diverso da quello lavorativo fosse una buona idea.
Era giunta alla conclusione che
forse si era sbagliata quando ormai aveva passato più di quaranta minuti in mezzo metro quadrato, con la testa e il collo pungolati dalle grucce.
Quando i tre avevano lasciato la stanza, Shirley era subito venuta fuori dall’armadio, poi aveva rapidamente cercato di ideare un piano d’azione. Guardò fuori dalla finestra e si illuminò. Tirò fuori la bacchetta e si concentrò, smaterializzandosi nel lato del giardino in cui non si trovava nessuno. Aveva dunque preso il cellulare dalla tasca dei pantaloni, ricongiungendosi al resto della ciurma e spiegando, con una certa fatica, che grazie al dispositivo nelle sue mani sue madre si era potuta mettere in contatto con lei,
bugia, e che dunque doveva assolutamente scappare, ma ringraziava dell’ospitalità e della compagnia.
In realtà troppi pensieri affollavano la sua mente e, soprattutto, non ne poteva davvero più.
Andò a letto e decise che avrebbe continuato ad indagare l'indomani mattina.



[3] I Need a Dollar, Aloe Blacc.




qualche pensiero.
Hello!
A pochi giorni dalla pubblicazione di prologo & primo capitolo, eccomi di nuovo qui!
Gli aggiornamenti non saranno,
ahimè, sempre così frequenti, ma non sono proprio riuscita a contenere l'entusiasmo.
Altri personaggi sono stati presentati, alcuni più fondamentali e altri meno, e la matassa che Draco cercherà di sbrogliare lungo l'arco dell'intera fanfiction diventa sempre più fitta e intricata. In questo capitolo uno scorcio delle dinamiche fra gli ex Serpeverde (e non solo), nel prossimo l'annunciata cena a casa di Harry Potter, che ci darà modo di esplorare quelle fra ex Grifondoro (e non solo): non sono soddisfatta delle coppie create nella storia originale, quindi in questa ho deciso di inserirne alcune che shippo da sempre, come Draco/Hermione o Harry/Ginny (l'unica canon, probabilmente), e altre a cui ho pensato da poco e sulle quali ritengo valga la pena scommettere, come Thedore/Luna.
La figura di Shirley è
largamente ispirata a quella che le corrisponde nella serie tv cui si ispira l'intera storia, Louis Litt. Se tra i lettori c'è qualche fan di Suits e di questo personaggio, mi piacerebbe mi faceste sapere quali sono stati i vostri momenti preferiti, vorrei adattarne qualcuno e inserirlo!

Per ora direi che non c'è altro, spero il capitolo sia stato di vostro gradimento!
Alla prossima,
praimfaya

   
 
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