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Autore: k_Gio_    09/06/2017    3 recensioni
Verità e bugie sono alla base di tutto. Tutti camminano in sentieri semi oscuri ma qualcuno vuole far sapere la verità.
Sarà l'inizio di qualcosa di bello o l'inizio di un doloroso epilogo, starà a loro capirlo e scoprirlo.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 32

Killian le parlò di Bae e lei lo stette ad ascoltare con grande interesse.
«Gli piacciono i libri? In un ambiente del genere mi sarei aspettata che crescesse viziato e un po' snob!» scherzò lei e Killian appurò che fosse davvero una bella donna. Aveva quello sguardo magnetico che era proprio anche di Emma.
«Si gli piacciono, e la cosa ha sopreso anche me. Sono contento di come sia uscito fuori nonostante tutto.» si era accomodato di fronte a lei e le aveva messo i pancake davanti.
«Meglio così, altrimenti te ne avrei dette di tutti i colori.»
«E' comunque un po' viziato, su quello però ci sto lavorando»
«L'importante è quello» continuò a scherzare lei.
«Devo considerarmi salvo? Sono all'altezza di Emma?» disse scherzando lui che nonostante la conversazione scherzosa si era snetito comunque sotto giudizio. Lei si fece seria ma il sorriso amorevole sulle sue labbra non scomparve. Lo guardò dolcemente.
«Questo non posso dirtelo io Killian. Se renderai felice Emma io ne sarò davvero contenta. Mi sembri un tipo a posto ma so per esperianza che anche l'uomo più buono del mondo si può rivelare un mostro. Quindi, se provi a far del male alla mia Emma dovrai vedertela con me»
Lui sorrise sotto i baffi ma vedendola seria si interruppe «Non stai scherzando...vero?»
«Neanche un po'» e nascose il suo sorriso dietro alla tazza con il caffè. Lui fece lo stesso. Poco dopo li raggiunse anche Emma e la conversazione si fece più leggera.

Emma disse ad Ingrid che poteva andare da Anna ed Elsa, non voleva che le trascurasse per lei. Le faceva piacere che fosse venuta per darle sostegno, gliene era immensamente grata. Ma ora stava meglio. Era a pezzi per la situazione in generale ma si poteva dire che si era ripresa dallo shock iniziale.
«Perchè ho l'impressione che tu mi stia cacciando?» le aveva chiesto Ingrid mentre prendeva la borsa.
«Non ti sto cacciando ma mi sentirei in colpa se non andassi anche da Anna ed Elsa.» si giustificò lei incrociando le braccia.
«Tesoro, sanno la situazione, non penso provino risentimento. Però va bene, va bene» alzò le mani sorridendo divertita «tolgo il disturbo. Vuoi stare da sola con lui» e ammiccò verso Killian dietro di Emma che improvisamente si fece rosso in volto, non trovandosi pronto a sentirsi chiamato in causa «Non c'è problema. Dico davvero.»
«Ma non è nulla del genere!» era avvampata anche lei!  Era sempre imbarazzante parlare di certi argomenti con sua madre. Lo era per tutti no?!
«Va bene» sollevò le sopracciglia fingendo di crederci «In ogni caso vado da Elsa per estorcergli qualche informazione su questo non fidanzato. Per qualsiasi cosa chiamatemi» le baciò la fronte e salutò Killian con un abbraccio.
Killian aspettò che la porta si richiudesse per parlare «Cosa hai in mente Emma?»
Emma non gli rispose. «Vieni con me o mi aspetti qui?»

Neanche dieci minuti dopo erano già in macchina con Emma alla guida verso un meta a lui ignota.
«Vuoi dirmi dove andiamo o devo tentare di indovinare?» lo aveva detto in modo spirtoso anche se nutriva davvero una certa curiosità mista ad ansia, correva troppo per essere un'uscita di piacere.
«Ti faccio vedere come funziona il mio lavoro» disse semplicemente non distogliendo lo sguardo dalla strada.
A Killian non piacque per niente quella risposta. Lo innervosì ancora di più. «Perchè ho la sensazione che quello che stiamo per fare non dovremmo farlo?!» lei accennò un sorriso. E allora ne fu certo. «Perchè è così» sospirò rassegnato.
Qualche minuto dopo erano sotto il grande edificio Gold che spiccava in tutta la sua altezza.
«Ok, rimaniamo su questo lato della strada così da non attirare l'attenzione»
«Disse la donna alla guida di un maggiolino giallo, incinta e con un'aria poco rassicurante stampata in faccia» e si guardò intorno per osservare la gente che gli passava intorno.
«Non sei d'aiuto Jones»
«In ogni caso quale sarebbe la tua idea?»
«Aspetteremo una donna e poi la seguiremo» lui la guardò in modo confuso.
«Una donna?»
Lei assentì con la testa. «E' l'amante di Gold...almeno così pensiamo. Non so se Milah lo sa»
«Non ne ho idea, ma non mi interessa. Voglio solo ritrovare Henry.»
Stavano fissando l'entrata dell'edificio da un buon quarto d'ora e Killian si stava davvero annoiando.
«Non potremmo entrare semplicemente e spaccare la faccia a Gold?» si guardarono.
«Non mi tentare» sorrise lei. Iniziò ad agitarsi sul sedile.
«Che c'è?»
«Devo andare al bagno»
«Ma ci sei andata prima di uscire» Obiettò lui continuando a guardarla.
«Oh, grazie per averlo ricordato. E ringrazia anche tua figlia che sta continuando a crescere e premere dappertutto!» andare in bagno in continuazione era snervante e lui che glielo faceva presente lo era ancora di più!
«Torno subito»
«E se lei esce?»
«Prendi la sua targa, ma torno subito, davvero»  scese e sparì dentro un bar poco distante dall'auto.
«Perfetto» parlò da solo lui «davvero perfetto» e si appoggiò meglio sul sedile cercando di scorgere la donna della fotografia che Emma aveva lasciato con tutti i documenti sul sedile.
Stava guardando la porta girevole che ruotava in continuazione facendo entrare ed uscire persone. C'era gente ovunque, un via vai soffocante, si crogiolava nel suo essere al sicuro nella vettura. Pochi istanti dopo la portiera si aprì ed Emma si riaccomodò al suo posto.
«L'hai vista?» gli passò un bicchierone di caffè che lui afferrò al volo. Ne sorseggiò un po' scuotendo la testa.
«No, non penso. C'è così tanta gente qui» fece cenno con la mano verso quella folla davanti a loro.
Stettero un po' in silenzio a guardare la strada principale ma di quella donna niente di niente.
«Siamo sicuri che si farà vedere?»
«No, ma possiamo fare solo questo visto che altrimenti ci esporremmo troppo. E poi non ti va di stare da solo con me?!» fece ironica lei mentre lo vedeva sorridere.
«Certo che si. Ultimamente è sempre più complicato. Comunque...» e bastò questa leggera suspense a fargli ottenere la completa attenzione di Emma.
«Cosa?»
«Non mi avevi detto che tutte le donne della tua famiglia sono così belle. Dovevi avvertirmi, pure Ingrid non scherza...»disse mentre ripensava alla donna.
«Jones! Ma per favore! Non fare lo stupido, vuoi rimpiazzarmi con mia madre?!» non sapeva se lui stesse effettivamente scherzando ma le venne da ridere alla sola idea. E cercò di picchiarlo come meglio potè in quello spazio ristretto che era la sua auto.
«Swan calmati! » rise anche lui mentre cercava di non farsi cadere il caffè bollente sulle gambe.
«E ridammi questo! Non te lo meriti» gli riafferò il bicchiere senza troppe cerimonie.
«E' meglio se non lo bevi» la ammonì lui «Non vorrei che dovesse nascere caffeinomane» allungò una mano e le accarezzò una guancia. E rimase così a guardarla negli occhi finchè non vide con la coda dell'occhio una donna che gli parve simile a quella della foto. Emma si voltò e la scorse mentre con passo veloce  si affrettava ad uscire.
«E' lei.Andiamo»

Procedettero dietro la vettura in cui era salita la donna, si mantenevano a una distanza tale che la giovane non intuisse di essere seguita.
«E cosa facciamo se è lei?» domandò Killian che arrivati a quel punto iniziava a chiedersi cosa avesse im mente Emma.
«Non lo so. Per ora stiamo a vedere dove ci porta» manteneva lo sguardo fisso davanti, di preciso nemmeno lei sapeva cosa avrebbe fatto.
Poi Killian notò qualcosa che fino ad allora non avevano notato «Emma, c'è qualcuno in macchina». Non era una domanda. Era sicuro che ci fosse qualcuno.
«E' Henry?» la speranza che Killian scorse nella sua voce gli fece perdere un battito. Sperava anche lui che fosse loro figlio ma non poteva averne la certezza.
«Non lo so...ma quante probabilità ci sono che non lo sia?». Magari almeno per quella volta si sarebbero trovati fortunati nella loro sfortuna.
La macchina svoltò verso una strada di villette a schiera, sembrava un quartiere tranquillo. Mantennero la giusta distanza, poi l'auto si fermò davanti ad una casetta.
«E ora?»
«Vediamo se è lui» cercavano di mantere i nervi saldi ma entrambi sudavano freddo e d'impazienza.
Passarono dieci minuti buoni ma non cambiò nulla. Vedevano che la donna stava parlando più o meno animatamente con quel qualcuno accanto a lei, videro che aveva preso la borsa ed estratto quello che a entrambi pareva un pacchetto di fazzoletti.
«Perchè non scende?» era frustrata, sarebbe scesa volentieri e ripetere la scena di qualche giorno prima. Gli prudevano
le mani. «Io scendo».
«Tu non farai niente di simile. Stavolta rimani qui, ferma e buona ad aspettare che quella donna scenda con le sue gambe». Non  voleva sembrare odioso ma con lei ogni tanto bisognava avere il polso fermo altrimenti chissà cosa avrebbe combinato...anzi lo sapeva eccome.
«Ok, ma non è normale che non scenda. È normale per te?»
«Tesoro se c'è una cosa che ho imparato da questa storia è che non c'è assolutamente nulla di normale» si appoggiò allo sportello per mettersi comodo, ma non ci riuscì, non c'era modo per esserlo.
«Scendi tu allora»
Killian la guardò con una faccia tra il divertito e il curioso «Pensi che migliorerei la situazione?»
«No, ma almeno non staremmo qui ad aspettare qualcosa»
«Ma non era il tuo lavoro questo?»
«Jones, non farmi innervosire ancora di più. Sono incinta, in una macchina stretta ora più che mai, con mio figlio che probabilmente è in quella macchina con quella donna. Sì, è il mio lavoro ma in questo momento non me frega niente!»
Ok, non era il caso di innervosirla ancora di più. Killian si mise in silenzio con gli occhi puntati sulla vettura a qualche metro di distanza da loro. La vedeva con la coda dell'occhio torturasi un labbro e con un cipiglio che non accennava a stendersi. «Se tra cinque minuti non succede nulla scendiamo e vediamo cosa sta succedendo.» propose allora lui scatenando in Emma un improvviso moto di felicità che non cercò nemmeno di nascondere. Ma non dovettero attendere oltre.
La macchina venne rimessa in moto e senza preavviso riprese ad andare su quella strada di quartiere verso una meta al loro sconosciuta.
«Si ricomincia»
Ripresero a seguirla e ad entrambi parve che non stesse andando da nessuna parte in particolare . Continuava a girare senza apparente destinazione, procedeva lentamente come a voler ammirare il paesaggio intorno, e non c'era chissa cosa in fin dei conti.
«Pensi che si sia accorta che la stiamo seguendo?!» chiese pacato lui come se ad alzare la voce l'altra auto li avrebbe uditi.
«Non ne ho idea» rispose Emma che continuava a cercare uno schema in quel giro infinito che stavano ormai facendo da dieci minuti abbondanti «Ma alla fine si fermerà, non può continuare così per sempre». E mentre elaboravano alcune ipotesi su cosa effettivamente stava accadendo la vettura davanti a loro rallentò in un primo momento, quasi a volersi fermare in mezzo alla strada. Entrambi videro che la donna si era voltata verso la figura a fianco per poi voltarsi nuovamente sulla strada e prendere velocità.
Sia Emma che Killian avevano trattenuto il fiato, avevano temuto in cuor loro che la donna si fosse accorta di loro. Ma non sembrava nulla di tutto ciò, non sembrava essersi accorta della loro presenza in alcun modo, troppo presa a parlare con il passeggero e a portarsi il fazoletto al naso di tanto in tanto.
Ripresero l'inseguimento che ora come ora non sapevano se li avrebbe portati da qualche parte. Ad entrambi iniziava a salir l'idea che quella donna li stesse solo prendendo in giro. Ma volevano essere fiduciosi, Killian si fidava di Emma e sapeva che sebbene a volte i suoi mezzi erano abbastanza discutibili non sbagliava mai.
«Spero che si fermi di nuovo da qualche parte che devo di nuovo andare al bagno...»  confessò Emma e a Killian sfuggì una risata.

Stavano tornando in centro, le macchine e la vita in generale era aumentata esponenzialmente rispetto a quell'aria tranquilla e pacata che avevano visto nella periferia. Cercare di non perdere di vista la macchina che stavano pedinando era un'impresa, almeno per Killian.
«Pensi che voglia tornare da Gold?»
«Non lo so, ma se fosse così la fermeremo prima che entri...» Emma era più nervosa che mai, una parte di lei voleva che la donna scendesse dall'auto per vedere se avesse suo figlio ma il solo avvicinarsi a quell'edificio le faceva ribbollire il sangue nelle vene. Non avrebbe esitato a picchiare Gold se se lo fosse trovato davanti, il pancione non sarebbe stato un ostacolo.
Superarono anche l'edificio in questione e sempre con andatura confacente al traffico che vi era in città procedettero fino ad arrivare ad una verità di cui si stavano accorgendo solo all'ora. Man mano che avanzavano si stavano accorgendo che la zona davanti ai loro occhi si faceva sempre più familiare e trattenero il fiato quando si accorsero che la vettura si stava proprio parcheggiando davanti alla loro abitazione.
L'adrenalina in circolo faceva battere i loro cuori all'impazzata. Non poteva essere una coincidenza, no!? Non poteva esserlo assolutamente. Il destino non poteva beffarsi di loro così spudoratamente!
Stavano trattenedo il respiro senza che se ne fossero accorti. Non sapevano cosa fare a quel punto. Era un risvolto assolutamente inaspettato.
«Beh, direi di scendere. Dopotutto è casa nostra, no? E poi non dovevi andare in bagno?» Emma fece sì con la testa, spense la macchina e guardò per un momento Killian che come lei si era voltato a cercare i suoi occhi.
Con una calma che non gli apparteneva, scesero entrambi e mano nella mano si accingevano a scoprire cosa li stesse aspettando.
Fecero finta di niente, cercarono in tutti i modi possibili di non guardare chi ci fosse all'interno della macchina ma non appena sentirono lo sportello che si apriva si voltarono.
«Mamma!» un Henry felice e finalmente sollevato si precipitò verso di loro. Sia Emma che Killian lo avvolsero tra le braccia con un tale traporto che sembrava non lo vedessero da anni. Tutti e tre si sentirono improvvisamente più leggeri, come un se un grande peso si fosse dissolto non appena avevano rivisto il loro bambino.
«Henry! Oh Henry!» Emma non riusciva a dire altro se non il nome di suo figlio, non riusciva ad impedirsi di baciarlo su tutto il volto che mano a mano si faceva umido di lacrime. Nemmeno Emma poteva impedire la loro caduta, era così sollevata e felice fosse di nuovo con loro.
Killian li stringeva entrambi incapace anche lui di frenare l'emozione. Ma fu lui ad accorgersi della donna che era scesa dalla macchina e che ora ferma accanto ad essa guardava quel loro ritrovamento e attendeva paziente in disparte non volendo interromperli in alcun modo.
Con Emma ed Henry stretti nelle braccia Killian si rivolse alla giovane «Penso sia il caso di parlare un po'» e detto ciò la donna annuì senza dire nulla, l'aria mortificata stampata in volto e un senso di colpa che le appesantiva le spalle. Emma ed Henry entrarono per primi, Killian fece strada a quella donna che aveva un bel po' di cose da dire.






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Salve a todossss!
Ebbene il figliolo è tornato al nido :') contente? Io sì! Ora bisogna capire cosa è successo. 
Oggi non sono di molte parole quindi mi limiterò a ringraziare vivamente tutti/e coloro che recensiscono, inseriscono la storia nelle varie categorie e a chi semplicemente legge in silenzio. Grazie davvero.
Alla prossima e buon fine settimana!
Gio

  
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