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Autore: Musubi    12/06/2017    0 recensioni
ATTENZIONE: Le seguenti ministorie sono state pubblicate da me su Wattpad quando stavo partecipando a un concorso (su Fairy Tail), sono quindi praticamente le stesse, con l'aggiunta di un'ulteriore ministoria...
Le pubblicherò tutte oggi perché non so quando avrò tempo e risulterà completa.
In cosa consisteva il concorso? Le tre giudici davano un tema, un genere, una coppia di personaggi e i partecipanti scrivevano... e quindi diamo il via alle danze!
Cap I (Mirajane&Laxus) Paranormale - LA NUIT
Cap II (Sting&Yukino) Drammatico - GOMEN
Cap III (Loki&Aries) Storico - LA DAMA E IL CAVALIERE
Cap IV (Erza&Gerard) Comico - COSE DA PAZZI
Cap V (Mavis&Zeref) Horror - IMMORTALE
Eh già... sono finite ^.^ Sono solo 5 capitoli, anche perché ho iniziato tardi e per un paio di prove non sono riuscita a scrivere per cause di forze maggiori (leggisi: scuola, studio, 18esimi, eccetera) e quindi non sono riuscita a scrivere su Natsu&Lucy, Gray&Lluvia, Elfman&Evergreen...
Ora vi lascio, ciao!
Ayaka
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Coppia: Loki & Aries

Trama: Una festa per festeggiare il passaggio all'età adulta, un vecchio amore dimenticato... Aries partecipa al ballo grazie alla ricca ereditiera Lucy Heartphilia, ed è qui che la dama conoscerà (o ritroverà) il suo tanto amato cavaliere che scomparì tre anni prima.
[Forse, è probabile, che Loki sia leggermente OC... in realtà non ne sono sicura... T.T]

In quell'epoca, fatta di regole e apparenze, Loki aveva imparato presto a fare affidamento solo sulle proprie forze. Perché in un'epoca fatta solo di belle parole, gesti meccanici e ipocrisia non ci si poteva aspettare un aiuto sincero da parte di nessuno... e da quando era salita al trono la regina Vittoria, Loki aveva capito non fare troppo affidamento sugli altri.
Perché vuoi o non vuoi o ti tradiranno o ti inviteranno a cena con il solo pretesto di far vedere al mondo quanto "buoni, belli e bravi" siano.
No, Loki non voleva diventare così.
Aveva deciso di vivere veramente, di essere menefreghista e di comportarsi così come il suo "io" gli suggeriva ed era Loki, soltanto Loki, senza finte maschere o finti sorrisi.
In quell'epoca, fatta di pregiudizi e ingiustizia, Loki aveva forse trovare quello che cercava dopo anni e anni di sacrifici e malelingue... perché chiunque frequenti in posto come il "Guilty" doveva essere un poco di buono  o comunque un gentiluomo dal carattere un po' troppo libertino, nessuna donna avrebbe voluto sposarlo se non per il ricco patrimonio che si portava dietro. Un patrimonio che, con un sorriso sulle labbra, amava sperperare in giovani dame, bevute ai tavoli di locali super lussuosi e vestiti.
Perché in quell'epoca, fatta di stupide regole e ipocrisia, il "Guilty" rappresentava il luogo della perdizione, il posto in cui era permesso tutto, anche ciò che procurava solo pettegolezzi.
Certo, anche lui era un opportunista... aveva i suoi secondi fini ma le persone attorno a lui sapevano com'era fatto e gli stavano alla larga. O si gettavano tra le sue braccia, era la soluzione che giovava sia a lui che alle altre.

Quel pomeriggio il sole si nascondeva dietro grandi e minacciose nubi grigie. Sulla poltrona accanto al caminetto spento, Lucy Heartphilia leggeva con interesse e disapprovazione il giornate che le era stato consegnato quella stessa mattina ma che non aveva ancora terminato di leggere.
La ricca ereditiera si lasciò andare in un sospiro nel leggere l'ultima riga e, afferrato un biscotto dal piattino posto sul tavolo al suo fianco, lanciò uno sguardo alla finestra dinanzi a lei, colta da un'improvvisa voglia di correre. Era da qualche mese che suo padre aveva smesso di vivere e tutti i problemi erano ricaduti su di lei come tanti pesanti massi... per fortuna, si disse, che la sua segretaria non la lasciava quasi mai e che si occupava delle faccende più impegnative quando la vedeva in una piena crisi di nervi.
Finalmente, dopo un paio d'ore di attesa, la porta si aprì rivelando una delle sue più care amiche, che Lucy accolse con un largo sorriso < Entra pure >
La ragazza si inchinò < Chiedo infinitamente scusa, Signorina Lucy! Mentre venivo qui sono stata fermata dalla sua governante che... beh, insomma... >
Lucy si portò una mano alla bocca per trattenere una risata < Non preoccuparti Aries, puoi parlare tranquillamente... Aquarius me lo ripete in continuazione che devo lavorare di più e perdermi meno nei ricordi > la sua governante non brillava certo di educazione, alle volte!
Ma era anche per questo motivo che non avrebbe mai voluto che lasciasse la sua casa... era stata come una seconda madre per lei, quando Layla morì.
Aries si sedette sulla poltrona alla sua sinistra e le rivolse un sorriso timido < Questa sera c'è la festa del passaggio d'età della duchessa Wendy Marvell, dico bene? > in realtà era solo un pretesto per cambiare argomento.
Non sopportava che la signorina Lucy fissasse il cielo con quello sguardo perso e malinconico.
Fortunatamente, come aveva previsto Aries, la bionda ereditiera annuì, tornando sorridente e allegra come lo era sempre stata < Esatto. Sono stati invitate anche persone di alto rango di Scotland Yard e, se non sbaglio, anche i principi di Russia. Si dev'essere occupato di tutto il fratello adottivo della piccola Marvell >
Aries sospirò. E' davvero tanta gente... considerando che saranno certamente invitati anche la famiglia Conbolt, i Dreyer e la duchessa scarlatta...!
< Ah, quasi dimenticavo! > esclamò all'improvviso Lucy alzandosi e andando a recuperare qualcosa dalla mensola del caminetto, una lettera con inciso lo stemma dei Fullbuster, la famiglia adottiva di Wendy Marvell < Nella lettera c'è scritto che posso portare due persone a mia scelta e una di queste persone voglio che sia tu! >
Aries boccheggiò per un attimo, senza ossigeno nei polmoni < C-Cosa? Mi dispiace, Signorina Lucy, ma non p-posso... mi dispiace ma devo rifiutare >
La bionda la guardò scuotendo la testa, con Aries era sempre così. Si scusava per ogni minima cosa, non voleva essere d'impiccio, non si sentiva all'altezza, troppo timida e aveva paura dei posti con troppa gente perché era certa di combinare qualche guaio.
Le prese la mani e la fece alzare, più o meno erano della stessa altezza < Non preoccuparti, Aries. Per tutta la serata ti starò vicina e non ti perderò un attimo di vista ma, ti prego, vieni >
Parlare con Lucy era semplicissimo: lei non voleva essere chiamata in nessuna maniera particolare, né "duchessa" né altro (anche se qualcuno insisteva nel rivolgersi a lei come "Signorina Lucy" o peggio, "Signorina Heartphilia") e Aries si era già scusata moltissime volte per non averla chiamata per cognome, così come tutti (gli sconosciuti) facevano.
Ma, come già un po' tutta Londra sapeva, Lucy Heartphilia non era abituata a ciò.
Lei veniva da un posto lontano, non era originaria della grande città ma bastava nominare il suo cognome che o tremavano di paura o di eccitazione. Aries ancora si chiedeva come potesse accontentarsi di avere un'amica che a stento possedeva una casa a due piani e una stanzetta propria con giardino grande quanto la sua cucina: quattro metri per tre.
< Mi sentirei a disagio > azzardò allora Aries ma Lucy le strinse le mani ancora più forte, indurendo lo sguardo. Sapeva cosa voleva dirle: tu, Aries, vali molto di più di certa gente là fuori che sa solo fare una bella faccia per mostrarsi bello e bravo agli occhi della società. Tu, invece, sei vera e gentile, non te lo dimenticare mai.
Arise si sentì quasi male quando annuì < D'accordo > mentre Lucy sprizzava felicità da tutti pori, prima di ricordarsi di un piccolo dettaglio che la duchessa scarlatta le aveva rivelato quella mattina, quando l'aveva incontrata nella piazza davanti al Backingam Palace.

Non era mai entrata al "Guilty" eppure sapeva benissimo cosa l'aspettava una volta lì dentro. Anche se, Aries non aveva ben capito cosa si facesse lì dentro. Entrando dalla porta sul retro, Lucy si tolse il mantello giusto un attimo dopo aver chiuso bene la porta ed essersi accertata che nessuno le abbia viste. Non le importava cosa pensassero le persone che l'avrebbero vista entrare lì ma non sopportava che le voci che giravano fossero false.
Se voleva divertirsi non sarebbe certamente andata al "Guilty" ma a teatro oppure una cena preparata da Aquarius e condivisa con le sue amiche. Alla domanda di Aries "perché siamo venute qui?" aveva risposto con un sorriso enigmatico che l'aveva a dir poco terrorizzata.
Aspettarono nella hall.
Aries sbatté più volte gli occhi per accertarsi che fosse tutto quanto vero: i tavoli avevano le gambe scoperte, le persone parlavano amabilmente usando termini che in quel periodo, Aries non capiva bene perché, erano considerati volgari... le sembrava tutto così strano, poi ripensò alla Signorina Lucy e pensò che, in fondo, anche lei non si vergognava di essere se stessa e si interessava realmente dei gravi problemi che affliggevano  l'Inghilterra.
La sua attenzione fu attirata dall'avvicinarsi di un giovane uomo vestito elegantemente e con degli strani lineamenti, una persona che Lucy Heartphilia sembrava conoscere bene < Natsu Dragneel, da quanto tempo non ci vediamo? >
Il ragazzo si fermò a un palmo dal viso della bionda, facendo arrossire più Aries che la diretta interessata, per poi spostarle una ciocca biricchina dietro l'orecchio < Da un bel po', Mia Signora >
Lucy sbuffò divertita < Smettila con questi stupidi nomignoli, non ti si addicono... comunque sono qui per un motivo... > disse facendo alcun passi indietro < Voglio che tu venga con noi alla festa di questa sera >
< Il passaggio all'età adulta della sorellastra di quell'idiota di Fullbuster, giusto? > fece lui, facendo sobbalzare Aries, per nulla abituata a certe parole.
La conversazione di quei due continuò ma lei non lo seguì, troppo occupata a guardarsi attorno. Nessuno la degnava di uno sguardo, nessuno sembrava accorgersi di lei ma qualcuno lanciava rapide occhiate ai due che parlavano di fianco a lei, compreso un giovane circondato da tante belle ragazze dagli abiti che mettevano in mostra forse un po' troppa pelle del petto.
Tale ragazzo teneva lo sguardo fisso su di loro, un'espressione che fece tremare Aries che si ritrovò ad avere la gola secca e lo stomaco sottosopra.
Fortunatamente tutto finì in pochi secondi, Lucy la trascinò nuovamente fuori e presto si fece sera.

La sala era gremita di gente.
Aries notò quasi subito la capigliatura rosso fiammante della duchessa scarlatta, così chiamata appunto per i suoi capelli, la donna forse più famosa di tutta Londra: Erza Scarlett che era in piedi, composta e bellissima, vicino al capitano di Scotland Yard, Gerard Fernandez.
In un certo senso aveva sempre ammirato la grazia e la bellezza della duchessa, anche perché, proprio come la sua migliore amica, dava vita ad accese discussioni sulle condizioni di orfani e lavoratori sottopagati, rinunciando a estesi ettari di possedimenti per fornire loro protezione e una vita quanto meno decente.
Non c'era persona che non conosceva la duchessa scarlatta e sicuramente la sua amicizia con Scotland Yard dava l'opportunità di ipotizzare anche una relazione che andava oltre l'amicizia, nonostante i due neghino sempre tutto.
Poi c'erano i principi di Russia, la famiglia Strauss: tre fratelli tutti molto simili tra loro che erano stati invitati per riappacificare le due potenze dopo la Guerra di Crimea che aveva visto la Turchia vincere sulla fredda Russia.
Aries si ritrovò a pensare che forse non era stata una buona idea invitare Natsu Dragneel a quella festa, anche perché aveva già potuto notare come il conte Fullbaster non sembrasse molto felice di vederlo in quanto le due famiglie erano da tempo rivali: eppure la non più troppo piccola Wendy Marvell sembrava felice di vedere sia lui che Lucy.
Ad accompagnare la famiglia Conbolt c'era Gildarts Clive, forse la persona più importante d'Inghilterra dopo la regina e poi c'erano, come da previsione, il banchiere Makarov Dreyer con suo nipote. C'erano davvero tutti.
Da esterna Aries ebbe modo di osservare il comportamento di ognuno e quasi non si accorse di un piccolo particolare, una persona che la stava guardando da lontano. Arrossì violentemente e si girò dall'altra parte, camminando a passo svelto e cercando di non inciampare.
Tutto fu inutile, perché una mano la fermò con delicatezza facendola voltare < Buonasera, signorina > era il ragazzo del "Guilty" a pochi centimetri da lei che le chiedeva di ballare.
Aries si sentì mancare e non era certo per il corpetto abbastanza stretto che aveva indossato, quello chiaro, sul rosa antico che si intonava perfettamente con i suoi capelli < C-Chi siete? >
< Loki >
Arise alzò un sopracciglio < Solo Loki? > poi si irrigidì e si scusò per tale mancanza di rispetto.
Il ragazzo le sorrise < Sì, solo Loki... e voi? >
< A-Aries >
< Solo Aries? >
Lei annuì, per poi abbassare lo sguardo sulle scarpe scure del suo interlocutore.
La musica si fece più delicata e, in un attimo, Aries si ritrovò a piroettare per la sala insieme ad altre innumerevoli coppie tra cui il padrone di casa, Gray Fullbuster e la sua fidanzata Lluvia Loxar, una popolana figlia di ignoti taglialegna; anche la Signorina Lucy volteggiava tra le braccia di Natsu e così tanti altri gentiluomini chiesero ad altrettante gentildonne di ballare.
< Mi dispiace...! > esclamò rossa in volto rendendosi conto di aver schiacciato il piede del proprio partner, cosa che si ripeté ancora e ancora e ancora < Scusa...! >
< Non scusarti, va tutto bene >
< Ma... > Aries non poteva sapere che quel ragazzo fosse lo stesso di qualche anno prima, lo stesso ragazzo che aveva rinunciato a sposare una donna che non amava, quello che incontrò in una triste serata di primavera... non lo aveva riconosciuto e certamente non aveva mai saputo il suo nome altrimenti avrebbe capito.
Lui sì, però.
Lui aveva subito capito che si trattava di lei, non la vedeva da ben tre anni e quasi non ci credeva... incontrare per caso Erza Scarlett e sapere che alla festa ci sarebbe stata anche Lucy Heartphilia (e quindi anche lei) era stata una benedizione.
Poi l'aveva vista al Guilty, assieme alla sua amica che parlava con Natsu e lì non ci aveva capito più niente.
Non si riconosceva nemmeno lui.
Poi però si ricordò del suo nome, del suo vero "io" e sorrise.
La canzone finì e Aries indietreggò, ancora scossa.
Come se un essere si fosse impadronito di lui, del suo corpo, della sua voce, Loki si passò una mano fra i capelli e si sistemò la giacca elegante scura. Fece soltanto un paio di gesti e per lei, per chiunque in quella sala, fu come essere accolta dal calore delle fiamme dell'inferno.
Sentì sussulti, stridolii, miagolii e lo sgomento di tutti i nobili presenti e poi Lucy la guardò da lontano.
La nobile ragazza scosse la testa con un'espressione che stonava del tutto in quel contesto di rossore e stupore e...
Aries non credeva ai suoi occhi, in realtà. Poi ci pensò su...
Come poteva un solo individuo mandare così in scompiglio lei con tutti i presenti.
Sentì l'insana voglia di scusarsi per essere arrossita, per tenere le mani troppo strette al petto che rischiava di scoppiare, per avere le gambe che le tremavano... perché?
< Vi va di fare una passeggiata in giardino? > le chiese dandole il braccio che lei accettò tremante.
Attraversarono la sala e in un attimo l'aria fresca di Ottobre li avvolse e Aries poté finalmente respirare.
< Si sta meglio, eh? >
Lei annuì.
Non sapeva cosa dire, sul serio.
Avrebbe tanto voluto dire qualcosa di intelligente, di serio, di... < Questo giardino e bellissimo > ...si diede della stupida almeno centomila volte.
< Già > fece lui < Ma non bello quanto te >
Loki non avrebbe mai ammesso che non era realmente questo che voleva dire. Loki desiderava ardentemente d'ore qualcosa che non risuonasse già detto, meccanico, già usato con le altre... ma questa volta tutte quelle belle parole, quei bei pensieri, gli nascevano dal cuore e non erano solo un modo per ottenere qualcosa.
Non si trattava più di una maschera, Loki stava offrendo il sui cuore su un piatto d'argento, conscio che lei non avrebbe ricambiato così presto quel nobile sentimento perché non l'ave a riconosciuto.
Aries. Che splendido nome.
< Se vi chiedessi di incontrarci domani? Cosa pensereste? > Aries entrò completamente nel panico, non sapendo cosa rispondere, ma lui venne nuovamente in sui soccorso con una debole risata < Mi dispiace, questa era difficile >
< Normalmente sono io quella che si scusa... > constatò lei sorridendo appena, sicura di non essere stata udita.
Eppure Loki annuì < È vero >

Alla fine però il destino volle che Loki, dongiovanni per eccellenza bravo con le nobildonne come negli affari, giungesse finalmente alla tanto agognata felicità. Più o meno.
Anche se, in verità, tale felicità gli fu portata via in un lampo durante quella stessa fredda notte londinese.
Aries avrebbe voluto chiamare il suo cavaliere ma ciò che ne uscì fu un grido acuto.
Quella notte tale grido si levò dalle strade del quartiere di Whitechapel.
Loki aveva insistito, Loki l'aveva anche baciata ma non era servito a nulla e il suo sguardo si posò proprio su di lei che, stretta tra le braccia di un altro uomo, lo fissava.
Incolore.
Sul viso lacrime salate che andarono a mischiarsi sul largo tappetto scarlatto
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