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Autore: Alexiochan    13/06/2017    3 recensioni
Tenma Matsukaze era un ragazzino assai particolare. Poteva essere definito anche "strano" o addirittura "fuori di testa" a causa della sua indole allegra che gli impediva categoricamente di considerare i lati brutti di una qualsiasi faccenda. Perchè è molto piú facile arrendersi allo sconforto anziché cercare una via d'uscita. Per questo motivo i suoi amici e le persone che lo conoscono bene lo definiscono "coraggioso" o addirittura "intrepido". Ma come ogni persona, anche la piú solare e semplice conserva in cuor suo un segreto oscuro. E quello di Tenma Matsukaze è davvero uno fra i piú terribili.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matsukaze Tenma, Tsurugi Kyousuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Le lezioni di matematica sanno essere davvero irritanti. Specialmente se la sensei spiega l'argomento "due piú due fa quattro" e come compito per casa ti chiede "trova la massa del Sole utilizzando un cacciavite", pensò il giovane Matsukaze, alzandosi dal banco per riordinare la cartella e finalmente avere le sue due ore di libertà in campo con i suoi amici. 
< Forza, Tenma, sembri paralitico > lo canzonò Kariya, il suo vicino di banco.
< Ci sono! > urlò il castano in risposta, afferrando l'amico per un braccio e trascinandoselo dietro per tutta la scuola fino agli spogliatoi. 
< Buongiorno a tutti! > 
< Buongiorno, Tenma > fu il coro degli altri membri del club, già impegnati a cambiarsi. 
Tenma sorrise a tutti e si posizionò al suo armadietto, cominciando a spogliarsi per indossare la divisa. Si soffermò sui pantaloni qualche istante. Il cuore cominciò a battergli forte per l'agitazione e percepì il suo stomaco accartocciarsi su se stesso. No... Non poteva giocare quel giorno. Aveva il ciclo. Sbatté la testa contro il muro e chiuse gli occhi dopo aver sospirato pesantemente. Perchè la sua vita doveva essere così complicata? Che cosa costava ai suoi cromosomi mettersi d'accordo? Sospirò nuovamente e quando aprì gli occhi poté leggervisi determinazione. Amava il calcio, era il suo modo per riscattarsi, per dimostrare a tutti che era un uomo. Delle semplici mestruazioni non lo avrebbero fermato. Ignorò il dolore alla schiena e al ventre ed andò in bagno per cambiarsi la parte inferiore e l'assorbente. Per fortuna non destò sospetti, gli altri erano tutti troppo impegnati a parlare della nuova e terrificante preside per curarsi della sua breve assenza. Guardò infastidito la propria intimità, quasi con odio. Gli veniva da piangere ogni volta che la guardava, ogni volta che doveva sedersi alla tazza per poter fare i propri bisogni, ogni volta che si sentiva donna. Era anche uno dei motivi per cui negli ultimi tempi si era allontanato da Tsurugi, il suo migliore amico. Proprio quest'ultimo bussò alla porta del bagno. 
< Ohi, Tenma. Va tutto bene? > 
< Sì, tutto bene. Sto arrivando! >
< Se ti senti male dillo senza problemi, guai a te se ti sforzi come ieri > borbottò l'attaccante riferendosi a quando il giorno prima Tenma aveva chiamato casa in seguito ad un suo malore. Quest'ultimo sorrise divertito e intenerito a quelle parole. 
< Ne, Tsu, ti sei preoccupato per me? > lo stuzzicò mentre si alzava e si tirava su i pantaloncini della divisa calcistica. 
< Ma sentilo... > Tsurugi alzò gli occhi al cielo con finta esasperazione, tutto pur di non ammettere la verità. Tenma tirò lo sciacquone ed aprì la porta, sogghignando maliziosamente.
< Era un "sì"? > 
< Sta zitto e muovi il culo, capitano > calcò sull'ultima parola, tanto per ricordare a quella sottospecie di Alice nel Paese delle Meraviglie che doveva ancora scegliere le modalità di allenamento quel giorno. 
< Vaaaaaa bene, andiamo > 
E mentre camminava verso il campo, Tenma pensò con rammarico a quanto si fosse sentito donna durante quella piccola conversazione. Era un maschio, non poteva provare un piacere così grande nel parlare con il suo amico, anche solo di scemenze. Sfiorò con le nocche la mano di Tsurugi ed arrossì lievemente senza poter fare nulla per impedirlo. Il cuore batteva forte e si morse il labbro inferiore quasi a sangue. Perchè? Perchè faceva così? Chiuse gli occhi e prese un bel respiro per calmarsi. Tsurugi lo stava studiando attentamente. 
< Tenma. Sicuro di stare bene? > 
Da quando si era sviluppato, aveva dovuto fare i conti con la sua metà femminile e sapeva che d'ora in avanti non avrebbe piú potuto ignorarla come una volta. Proprio ora che aveva riscoperto questa sua natura assopita, si era reso conto che ciò che lo univa a Tsurugi non era solo pura amicizia, bensì una specie di attrazione. 
< Tenma? > insisté Tsurugi, guardandolo con piú preoccupazione.
< Ah... Eh? Oh, scusa Tsurugi, non stavo ascoltando >
< L'ho notato. Che ti prende? Sei preoccupato per qualcosa? > 
Tenma alzò di scatto la testa verso il compagno e lo guardò con evidente stupore. Era incredibile come riuscisse a comprenderlo nel profondo con solo una semplice occhiata, a volte capitava persino che capisse prima di lui stesso ciò che pensava. 
< Io... Non è nulla di importante > Tenma distolse lo sguardo e lo puntò al campo davanti a sè < E siamo in ritardo, come al solito. Questa volta Shindou-san ci uccide > avrebbe voluto ridacchiare per sdrammatizzare ma tutto ciò che gli riuscì fu un debole sorriso, rassomigliante piú ad una smorfia di dolore. Non concesse a Tsurugi il tempo di ribattere e cominciò a correre verso gli altri. 

Correre con il ciclo non è affatto così semplice. I suoi movimenti erano più lenti e fiacchi, per non parlare dei suoi tiri in porta. La sola idea di dover correre in quello stato per un'altra ora lo faceva sentire debole ed appiccicaticcio. Ancora una volta maledisse i suoi cromosomi e la loro indecisione sul suo sesso.  Dopo altri dieci minuti non riuscì piú a correre e dovette sedersi sull'erba sintetica per riprendere fiato. Premette una mano sul suo ventre e vi sentí il cuore martellarci sopra a grande velocità. Faceva davvero malissimo, un dolore che non aveva mai sperimentato. Si premette un braccio sugli occhi e cercò di pensare ad altro in attesa che passasse, del tutto invano. Shindou gli si sedette accanto, anche lui con il fiatone. 
< Piccola pausa? > ansimò il maggiore.
< Andata > rispose Tenma, sdraiandosi a pancia in su per riossigenarsi i polmoni come si deve. Shindou lo seguì a ruota ma si accigliò vedendo il castano voltarsi anzi pancia in giú e poi tornare seduto, il tutto in cinque secondi scarsi. 
< Tenma, stai bene? > 
Matsukaze fece una smorfia ed annuì con la testa. "Apprezzo la preoccupazione, ma oggi sapete solo chiedermi questo?" pensò lasciandosi sfuggire un lieve gemito di dolore. No, decisamente non poteva resistere. 
< No, tu non stai bene... > mormorò Shindou mettendosi seduto e poggiandogli una mano sulla spalla < Sei pallido. Dovevi restare a casa oggi, te l'avevo detto >
< È solo una cosa passeggera... Passerà presto... > rispose Tenma, osservando con improvviso interesse i propri piedi. Non era una bugia, in tre giorni sarebbe passato tutto. Ma in quel momento stava davvero male. Tsurugi li raggiunse, le mani posate sui fianchi ed un'espressione adirata in viso. Tenma fece per dire qualcosa, una qualunque cosa che avrebbe potuto levarlo d'impiccio, ma l'occhiataccia che gli scoccò l'attaccante fu sufficiente a zittirlo. 
< Lo accompagno in infermeria, avvisi tu gli altri? > 
< Cosa? No! Non mi serve andare in infermeria! >
< Va bene, ci penso io. Tu portalo a riposarsi > 
< Ma cos'è, non riuscite a sentirmi? > 
Tenma spostò lo sguardo da Tsurugi a Shindou, i quali si stavano organizzando da soli per quel pomeriggio. Shindou avrebbe fatto terminare gli allenamenti agli altri in qualità di vice capitano, mentre Tsurugi l'avrebbe accompagnato in infermeria. Scosse la testa, incredulo, quando Tsurugi lo sollevò in braccio e si avviò dentro la scuola. Le guance di Tenma si colorarono di un rosa vivace e il cuore accelerò i battiti. "Ah, così non va, Tenma... Non puoi reagire così" si rimproverò mentalmente. Uno dei professori uscì dalla sua aula e lanciò loro un'occhiata perplessa, imbarazzando ancora di piú il castano. 
< Tsu, guarda che riesco a camminare >
< Ho visto come ti muovevi durante gli allenamenti, sono sicuro tu sappia restare in piedi anche su una gamba sola > ribatté l'altro con sarcasmo forzato, si vedeva che era assai innervosito dalla situazione. Tenma gonfiò una guancia, imbronciandosi. 
< Oh, ma insomma! Non serve tenermi in braccio così! > 
< Ci siamo già passati, caro Tenma. Tu eri la principessa ed io il tuo principe > disse Tsurugi con evidente sadismo, lanciando una breve occhiata al viso imporporato e senza parole di Matsukaze. Giunto in infermeria, lo mise seduto sul lettino e si guardò attorno spaesato, notando che l'infermiera era assente. 
< Mettiti giú > disse all'amico, cercando l'infermiera dietro le tendine degli altri letto, tutti vuoti e senza traccia di vita. 
< No > disse Tenma con un brontolio, sentendosi terribilmente un bambino che fa i capricci. Tsurugi si voltò lentamente verso di lui ed assottigliò le palpebre, facendo rabbrividire il castano dalla paura. Ma aveva una dignità anche lui e non si sarebbe piegato così facilmente al volere di Tsurugi, non era mica il suo padrone. 
< È inutile che mi guardi male, non mi sdraierò su questo lettino > 
Ancora non riusciva a comprendere il perchè dovesse "disobbedire" al suo amico in quel modo, saranno forse stati gli ormoni del ciclo, ma quando si trovò premuto sul lettino dalle mani di Tsurugi sulle sue spalle, non poté fare a meno di divincolarsi. 
< Lasciami! Smettila! > 
Tsurugi era solitamente una persona calma e giudiziosa, ma quando aveva a che fare con Tenma e la sua testardaggine usciva di senno. Solo lui poteva mandarlo in bestia nel giro di pochi secondi.
< Stai giú, per la miseria! > 
< No! > 
< Ma che ti prende oggi?! Sembri mestruato! > 
Tenma si paralizzò a quelle parole e guardò l'amico dal basso con aria ferita. Come poteva scherzare su una cosa del genere? Poco importava che non lo sapesse, non era divertente. Nel suo sguardo si poteva percepire sofferenza, le ultime settimane li avevano allontanati, qualcosa di importante si era spezzato in quel preciso momento e nessuno dei due capiva il perché. Tsurugi lasciò lentamente la presa dalle sue spalle ossute e si allontanò da lui di un passo. Tenma si girò su un fianco e guardò con aria persa le piastrelle bianche delle pareti, il dolore al ventre che sembrava solo aumentare. Una lacrima scivolò sul lenzuolo che ricopriva il lettino su cui era adagiato quando sentì i passi di Tsurugi allontanarsi in corridoio. 



Tana del disagio 

Ehm... *si guarda attorno con nervosismo* Ehm... Shiao a tutti! 
VIPREGONONMIUCCIDETESONOANCORAGIOVANEEDEVOPRIMAFARRIAPPACIFICARETENMAEKYOUSUKE
Bene, adesso zparizco nuovamente, shiao a tutti! 

                            Alexiochan 
   
 
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